Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli!

...ho provato a contattarti per posta privata ma non riesco a mandarti un messaggio...ed io avrei piacere di parlarti privatamente...suggeriscimi quale può' essere per te il sistema migliore

un caro saluto e ancora grazie :-)

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Puntoacapo ha scritto:Il rapporto con il mio collega è anche questo una causa di difficoltà per me...perchè mi capita anche di assistere passivamente, essendo fianco a fianco in ufficio, alle telefonate che le fa...e i suoi comportamenti ossessivi e infantili mi danno una rabbia, ma cerco di starne fuori, perchè non voglio intromettermi, devo solo curare il mio rapporto con lei e non ficcare il naso dove non devo, lo so... ma è soprattutto nel vedere che sia con lui(il mio collega) che con la sua amica, lei non riesca a prendere uno schieramento...ma l'unica cosa che sa fare è chiudersi in se stessa e starsene chiusa i casa, così dice che il non vedere ne parlare con nessuno è un modo per evitare i giudizi altrui.
La sua continua paura è quella di fare del male, cioè che ogni sua mossa comporti dei dispiaceri al mondo circostante...e questo è un pensiero che la limita in tutto. Non vi rendete conto di quate parole io abbia sprecato, fino allo sfinimento...per sentirmi dire "è vero, parli bene, hai ragione"...ma poi il risultato è il nulla...l'immobilità totale, su tutto.

Non ho finito di leggere tutto il topic ma sono arrivata fino a qui e mi permetto di rispondere dicendoti che se lei si fa chiamare ancora dal tuo collega, rispondendogli in modo ossessivo e infantile (oltretutto sapendo che tu sei lì che ascolti) ti ha preso come ruota di scorta.
Forse ti farà male questa mia frase, però la dico a fin di bene: una persona che ti ama o ha anche solo qualche tiepido sentimento nei tuo confronti non si comporta in modo ossessivo al telefono con un altro e tu che dici che ti fai i cavoli tuoi dovresti invece aprire gli occhi: è assurdo che tu accetti che lei ossessioni al telefono l'altro e che poi dici che "tu ti fai i cavoli tuoi perchè non devi intrometterti". Fai la figura del marito cornuto senza avere avuto neanche l'intimità a parole che si deve a un marito.
Scusa se sono stata truce, forse ho letto in fretta però l'impressione che ho avuto è stata questa e per come la vedo io meglio una doccia fredda di tanti anni buttati al vendo per le persone sbagliate.

buongiorno gente
premesso che ho letto attentamente ogni topic, vorrei ancora qualche dritta su come approcciare una donna dichiaratamente bipolare con profondi sbalzi d'umore.
l'ho conosciuta bene un paio di mesi fa, anche se la conosco fin da piccola, è sempre stata un tipo "strano" come si suol dire.
o almeno ecco, mi sembrava strana perchè ero totalmente ignaro di certi disturbi, probabilmente il mio interesse per lei mi ha portato ad essere un po' più profondo.
non stiamo "normalmente" insieme, non è una storia standard, stiamo insieme solo quando siamo insieme, è un rapporto fatto di fisicità e poca emotività, almeno da parte sua, io sono cotto
quando abbiamo iniziato a frequentarci mi aveva avvertito della sua malattia, mi ha raccontato del suo passato abbastanza recente di anoressica e di altri traumi subiti, io naturalmente da ignorante ho sminuito l'entità della cosa e ho pure avuto la presunzione di fare qualcosa, non certo di guarirla ma almeno di farla ridere di più, farla mangiare di più o darle più affetto...sarò partito col piede sbagliato?
comunque il nostro inizio è stato abbastanza regolare, scusate se non utilizzo termini appropriati ma spero di farmi capire.
ci vedevamo ogni sera, cenavamo insieme e facevamo tanto sesso, il sesso per lei è sempre stato un mezzo per ottenere il bene delle persone, perchè di emotività non vuol sentir parlare, men che meno di sentimenti, parole sue.
dice di non essere mai stata innamorata e che l'amore non esiste.
io ho sempre cercato di essere affettuoso, da quello che mi ha raccontato non ha mai avuto grandi attenzioni, perciò ci ho messo tutto me stesso per farla ricredere e ho fatto tutto il possibile, col risultato di essere stato etichettato come zerbino...ma non mi sento uno zerbino solo perchè ho voglia di accontentarla.
dopotutto manca anche a me una donna da coccolare, perciò tutte quelle piccole cose di riflesso facevano bene anche a me, un po' come prendere due piccioni con una fava.
quindi la vera utilità di quei gesti fluttuava tra il voler fare qualcosa per lei e il volerlo fare egoisticamente per me.
Ora,da una decina di giorni va così, il niente.
dopo un weekend passato insieme andato bene, siamo rientrati nelle nostre vite con l'effetto tipo la pubblicità delle crociere, dove c'è la signorina che piange nella vasca...e stavolta è successo anche a me.
da quel pomeriggio per lei è iniziata una tristezza continua, apatia, non vuole uscire e naturalmente non ha voglia neanche di vedermi.
lunedì dovevamo uscire, tutto organizzato e se ne esce fuori che non ha più voglia...ok le dico io, vado solo.
e subito dopo ha cambiato idea, così la vado a prendere.
dovevamo passare la serata insieme, sebbene sarebbe stata una serata triste ma per me non è un problema visto che riesco a farla ridere comunque e so che poi rientra a casa appena un po' più leggera.
e invece no, mi chiede di portarla a casa.
e così faccio, senza neanche insistere la porto a casa, le sorrido, la saluto e vado via.
da quel momento no l'ho più cercata.
ecco, in questi giorni, sentendomi abbastanza impreparato ad affrontare la cosa ho scelto di allontanarmi da lei, di "lasciarla fare", dopotutto è ciò che vuole in questi momenti, come mi ha detto nella sua fase di "umore normale".
non è stata una fuga la mia, non lo credo, credo piuttosto che allontanarmi da lei in questo momento possa essere tecnicamente la cosa migliore, magari non giusta ma, viste le mie ridotte capacità attuali, almeno la migliore.
Quindi appurato che non posso fare nulla per lei quando il suo umore rasenta il pavimento, mi viene da pensare che starle vicino possa diventare un ulteriore peso che potrebbe aumentare il suo malessere, perciò sto alla larga, è la prima reazione che mi viene in mente, perchè non so come approcciarmi in questo momento.
certo che sono preoccupato per lei, però piuttosto che aggravare la situazione o allungare i "tempi di recupero" (è brutto dire così ma rende l'idea) con un atteggiamento sbagliato, preferisco star fuori.
a volte capita anche a me di avere giornate grigie e voglio star solo, avere a che fare con noi stessi, senza influenze esterne è diverso, vengono fuori tattiche e soluzioni, ci si mette più facilmente una pezza e si torna su.
anche pensando a questo ho scelto di tenermi un po' fuori.
Non è stato per provocare un comportamento o per provocarla in qualche modo, ho l'impressione di essere stato influenzato dal suo comportamento, una specie di malessere indotto, starle lontano potrebbe anche avere l'utilità di tirarmi un po' su, visto che nell'ultimo periodo, anche prima del weekend, mi sono sentito meno spontaneo nei suoi confronti.
perchè ho anch'io i miei casini, domani andrò a chiacchierare con una psicologa, e avere addosso anche le sue tensioni non mi fa bene, probabilmente mettendo un po' di ordine nella mia vita poi potrei affrontare la situazione con più consapevolezza.
da mente matematica ho pensato che due curve sommate tra loro possono dare una curva più accentuata, sebbene nell'immaginario, appaiate nel giusto modo possano anche dare una retta, ma appunto si sconfina nell'immaginario.
penso piuttosto che una retta o qualcosa del genere, possa ammorbidire una curva,per questo preferisco lavorare un po' su me senza eventi esterni destabilizzanti e poi di nuovo porgermi a questa persona.
anche la mia infatuazione in questo momento passa in secondo piano, una cotta è pur sempre solo una cotta, magari anche dettata dall'averla avuta vicina nel momento del bisogno, sicuramente non sono ancora in pericolo di dipendenza affettiva, però voglio bene a questa ragazza e lei vuole bene a me.

però il dubbio resta, "lasciarla fare" è la scelta adatta?