Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli!

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Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli! - Pagina 2 Empty ...un percorso fatto di tante emozioni.

Messaggio  Puntoacapo Lun Ago 23, 2010 4:12 pm

Ritengo che su questo forum, ci siano persone molto valide...ho potuto prendere dei buoni spunti. Ti ringrazio merla per le tue parole...ho molta attenzione nel leggerle, forse perchè ho capito che hai vissuto di queste cose in prima persona e quindi si denota una certa sensibilità sull'argomento.
Sto affrontando questo percorso fatto di tante emozioni...cercando di essere sintonizzato al massimo sul sentire, sull'ascolto. Devo cercare di avere il giusto tatto, per capire quando esserci e quando prendere la porta. La difficoltà sta nello scindere lei come persona in difficoltà a livello psicologico e lei come donna, che ovviamente quest'ultima figura, mi porta in superficie tutte le emozioni che una donna che ami ti può portare...cioè desiderio, voglia di stare con lei, di vivere tanti miei momenti in sua presenza. Ma non posso spingermi troppo in la, perchè ora vede tutto buio, spento, dice di non aver la forza per nulla.
Mi ha fatto capire che si potrebbe pensare a qualcosa...ma è troppo debole, dice che tutto le mette ansia, che si fa schifo da sola, che non mangia...che l'unica cosa che riesce a fare è stare rinchiusa. Questo immobilismo, è pazzesco...le chiedo di fare piccole cose, piccolissime, dice che le farebbe bene, che vorrebbe, che starebbe bene dopo...sento che vorrebbe da una lato, ma poi c'è questo grande blocco e finisce per starsene li chiusa in casa.
Non ho mai forzato perchè non mi sembra giusto...ma questa prigionia anche solo nel vederla un attimo, mi fa soffrire. Poi in questi giorni, come per magia mi ha chiesto lei se ci vedevamo...ma proprio io non potevo, quindi non è solo chiusure...però c'è quest'ansia e questa paura per tutto...paura di non riuscire ad affrontare il futuro, di non essere all'altezza di nessuna situazione...dice di provare un profondo senso di inadeguatezza generale. Dice che la chiusura in se stessa, è forse l'unica via per trovare il modo di andare avanti nella sua vita. Ma se sono qui vicino a lei un motivo c'è...sento che basterebbe solo sciogliere questi grandi muri, derivanti da questo suo malessere interno e fatti di non so cosa...ma lo so che i nostri limiti finiscono dove finiamo noi e dove iniziano gli altri...e so che solo l'amore e il voler bene, non servono a sciogliere questi muri, anche se conditi con comprensione e rispetto...a volte basta così poco e a volte niente per essere la chiave del benessere di qualcuno e a volte pur sentendo di provare a fare tanto...questo non basta. Tristezza.

Puntoacapo

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Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli! - Pagina 2 Empty anche io ho bisogno di consigli

Messaggio  dieguita Gio Ago 26, 2010 11:01 am


Mentre oggi navigavo in internet alla ricerca di qualche consiglio, mi sono imbattuta nella discussione del mese di luglio sulla delicata questione del rapporto d'amore con una persona depressa. Ho letto un pò e in fretta i vari interventi e mi sono decisa a scrivere.

Anche io, però a ruoli invertiti ( è il mio LUI ad essere depresso), mi trovo nella stessa situazione e non so cosa fare....come comportarmi....a volte sento che tutto quello che faccio sia inutile e controproducente poi razionalizzo e mi dico che in realtà il suo distacco, la sua indifferenza è dettata solo da questo suo malessere e che quindi il suo comportamento è alterato. E’ un pò come quando uno ha la febbre e sta male mica gli si chiede cosa prova sentimentalmente per te? E’ chiaro che risponderebbe niente o che non lo può sapere perchè in quel momento ha mal di testa, mal di stomaco, la nausea e non può certo sondare il suo cuore.

Sempre per tirarmi su mi dico che le sue frasi come: "mi sono allontanato dal rapporto", "non provo nulla in questo momento", "non posso sapere se ti amo", " ti farò solo del male", “voglio stare da solo” sono false e non veritiere perchè macchiate dalla sua demotivazione.

All'inizio del ns rapporto ho vissuto dei mesi unici e fantastici:era una persona splendida, romantica, trasmetteva il suo sentimento in ogni momento e in ogni modo, mi ha aiutato a sconfiggere le mie paure e le mie lacrime. Poi si è fatta avanti un'altra natura: una persona complessa, piena di debolezze, di incertezze fino a quando non si è fatto travolgere da una montagna di sensi di colpa ( viene da una separazione) che se all'inizio non si erano manifestati pian piano hanno avuto il sopravvento fino a giungere alla distruzione totale della nostra relazione.

Si è imposto di non poter vivere il nostro amore perchè si deve fustigare e punire, privandosi delle cose belle e soprattutto piacevoli e assolvendo solo il senso del dovere che in lui è fortissimo. Riesce esclusivamente a mettere in pratica i doveri, tutti ( lavoro, genitori, famiglia, ex moglie, figli, colleghi, amici, etc.,) e annienta completamente tutto quello che riguarda i piaceri e la ns. vita ( viaggi, ns. compleanni, feste, cene, sport, etc.)

Cosa devo fare?

Mi sento persa: da una parte sono innamorata di lui ma di un amore che mi penetra e che, nonostante tutto, anche ora, che praticamente non c’è più nel rapporto, sento e provo in modo assorbente. Non riesco a stare senza di lui, a pensare ad una vita senza vederlo, chiamarlo, aiutarlo, anche quando mi scaccia e mi dice che sente dentro di sè il desiderio di stare da solo non riuscendo a sopportare più le tensioni della ns. storia. Tutto gli è diventato pesante ed insopportabile! Nonostante ciò spero sempre che si possa tornare a vivere, anche a tratti, quel sentimento che nel corso di più di tre anni fa ci ha fatto unire ed assaporare sensazioni irripetibili.

Dall’altra parte, quando prevale in me la vena razionale penso che i miei sforzi siano inutili e soprattutto ingiusti. Io che mi batto per recuperare l’amore in una persona che dice di non volere più amare e di voler restare da sola. Mi domando se la mia non sia solo una pura e stupida ostinazione, un non volersi arrendere all’evidenza, una forma di egoismo sentimentale. Dovrei lasciarlo, soffrire terribilmente, soffocare il mio desiserio di stare con lui, mettere una pietra, anzi un macigno, su questa storia, convincermi che sia finita per sempre, andare avanti e vedere cosa mi riserva il futuro.

Da ultimo sono riuscita a convincerlo ad andare quanto prima insieme da una psicologa alla quale vorrei rivolgere tutti questi interrogativi e chiedere a lei, terza estranea non coinvolta dalla vicenda, cosa sia meglio fare per lui, per me e per noi. Ulteriore mio tentativo disperato per non formulare la parola "FINE"?

Scrivo sperando di non aver appesantito ulteriormente il dibattito e di aver invece trovato qualcuno che, vivendo come me tale problema, mi possa capire più degli altri.

Credo molto infatti nella condivisione delle situazioni, belle o brutte che siano, perchè il confronto e il dialogo aiutano a crescere e a sentirsi meno soli nella vita.

ciao,
diegiuta

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Messaggio  merla Gio Ago 26, 2010 1:59 pm

scusa dieguita,

non ho capito una cosa....gli è stata diagnosticata una depressione?
merla
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Messaggio  dieguita Gio Ago 26, 2010 4:47 pm

cara merla,

non credo che gli sia stata diagnosticata una depressione.
In questi anni varie volte è andato da una psicologa ( cha ha aiutato anche me) alla quale ha rappresentato in modo chiaro tutte le sue problematiche e soprattutto la questione dei sensi di colpa.
Lui non si perdona di aver sposato una donna che non amava.
Prima dell'estate, quando ha deciso di "dare un altro colpo ferale alla ns relazione" ( ha fatto, e ci è riuscito, in modo da non trascorrere neppure un giorno di vacanza con me, assolvendo, invece, come sempre, solo ed esclusivamente i suoi obblighi: andare in vacanza per 15 gg con i figli come da provvedimento di separazione) ha interrotto gli incontri dalla dott.ssa.
Tornato dal periodo di "vacanza" ha cominciato la fase del distacco: non mi parla, non mi telefona, si isola, vuole stare da solo, dorme sempre ( si sveglia tardissimo, pranza, fa la siesta pomeridiana e di notte non dorme), è sfuggente, è pallido, non esce di casa ( se non per andare dai genitori), è nervoso, fuma tantissimo, non parla con nessuno.......
A questo punto conto molto sulla promessa fattami che lunedì prossimo chiamerà la dott.ssa per fissare un apputamento!!!!
Faccio una precisazione: non viviamo insieme.

dieguita

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Messaggio  merla Gio Ago 26, 2010 5:14 pm

Mah...ti scrivo un po' a braccio, anche perché ovviamente non mi sembra opportuno entrare nel merito della vostra relazione, tanto più che non ne so niente.

Il fatto è che gli aspetti che elenchi "non mi parla, non mi telefona, si isola, vuole stare da solo, dorme sempre ( si sveglia tardissimo, pranza, fa la siesta pomeridiana e di notte non dorme), è sfuggente, è pallido, non esce di casa ( se non per andare dai genitori), è nervoso, fuma tantissimo, non parla con nessuno" possono essere sintomi di depressione e possono non esserlo.

D'altra parte il fatto che riesca "a mettere in pratica i doveri, tutti ( lavoro, genitori, famiglia, ex moglie, figli, colleghi, amici, etc.,)" è sicuramente una cosa positiva vista nell'ottica di valutare se una persona è depressa o meno. Nel senso che se riesce ad assolvere a tutti i suoi doveri...troppo depresso non sarà.

In pratica se tu sei certa che ci sia una malattia di mezzo (e il fatto di essere "depressi" per un certo tempo per ragioni legate a una separazione soprattutto se ci sono figli di mezzo, è segno di sanità mentale piuttosto che di malattia. Ovviamente se uno riesce a superare una separazione in 1 anno o 2 è una cosa, se uno ce ne impiega 20 è un'altra. Però segno di poco equilibrio mentale secondo sarebbe piuttosto farsela passare liscia una separazione...) allora a me sembra prioritario che lui curi la sua malattia e nel frattempo che non ti ammali tu a star dietro a certi sbalzi umorali.
E in tal caso io ti sconsiglierei al momento una terapia di coppia, perché il problema sarebbe sostanzialmente la sua malattia e non tanto la coppia.
Magari potresti frequentare dei gruppi in cui si parla proprio di come rapportarsi con un depresso, ma nel frattempo lasciargli i suoi spazi e il suo tempo per dedicarsi alla sua cura.

Se invece non c'è niente da curare e da guarire: capita che la gente cambi, o che si riveli diversa da come vorremmo, o capita che abbia le sue fragilità e che le relazioni finiscano, e queste non sono cose da curare. Se tu non sei (o non sei più) tra le sue priorità, puoi solo fartene una ragione e voltare pagina.

TI ho risposto a braccio solo in base a quanto hai scritto, per cui non rimanerci male. Sono nata schietta. :-)
merla
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Messaggio  mmm Gio Ago 26, 2010 11:39 pm

Non ho molto da dire sulla questione in generale, solo voglio fare un appunto su una parte del tuo messaggio che mi ha fatto scattare una sorta di campanello d'allarme...

dieguita ha scritto:...Prima dell'estate, quando ha deciso di "dare un altro colpo ferale alla ns relazione" ( ha fatto, e ci è riuscito, in modo da non trascorrere neppure un giorno di vacanza con me, assolvendo, invece, come sempre, solo ed esclusivamente i suoi obblighi: andare in vacanza per 15 gg con i figli come da provvedimento di separazione) ha interrotto gli incontri dalla dott.ssa.
Tornato dal periodo di "vacanza"...

Chi ti dice che andare in vacanza per 15 giorni con i suoi figli non sia stata per lui una vera vacanza? Tanto che poi ha messo questa parola tra virgolette... chi ti dice che per lui sia stato solo un "obbligo" che ha dovuto assolvere suo malgrado?

Io ho conosciuto un paio di padri divorziati, tenere i figli per questi è un premio, una concessione, non un onere per cui sacrificarsi...

Inoltre, tu dici che passando un paio di settimane con i suoi figli questo ha <<deciso di "dare un altro colpo ferale alla ns relazione" >>: tu ti stai mettendo in competizione con i suoi figli, ti consiglio di smetterla perché non puoi uscirne vincitrice.

Quando ti sei avvicinata a quest'uomo probabilmente sapevi già che questo ha già una sua vita e dei suoi affetti, ora non puoi pretendere che questo si comporti come un uomo single, non puoi pretendere che lui metta da parte i suoi figli e si dedichi a te in maniera totale.

Non è che quest'uomo ti appare depresso perché magari è sfiancato e demotivato da queste tue frustrazioni?

Non è che se andiamo a scavare lui è una persona tutto sommato normale, e magari chi ha dei problemi alla fine sei tu? Hai provato a consultare una psicologa per conto tuo?

Ciao

mmm

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Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli! - Pagina 2 Empty grazie per gli interventi a braccio e non.

Messaggio  dieguita Ven Ago 27, 2010 3:20 pm


Nella situazione che sto vivendo non so diagnosticare se la persona che amo stia soffrendo di depressione o meno e la mia richiesta di aiuto prescinde da questo, anche perchè anche io sto soffrendo e pure molto.

Quello che vorrei sapere veramente è se la condizione di apatia della persona che amo ( lui mi dice di stare male, molto male; anche la sua mamma lo ha invitato a reagire e a non cadere in depressione) possa influenzare negativamente le sue decisioni, sentimentali e di vita quotidiana, fino a poterle considerare non corrispondenti ai suoi veri desideri.

Si potrebbe pensare che lui dice di voler stare da solo, di voler terminare la ns. storia mentre in realtà tutto quello che chiede sia determinato solo ed esclusivamente dall’attuale stato d’animo? Posso pensare che quando una persona stia male, fisicamente e psicologicamente, la sua volontà e le sue decisioni non siano proprio corrispondenti alle sue vere e sentite scelte interiori? Non posso credere che il suo malumore, il suo isolamento, la sua stanchezza siano indici di un malessere negativo che va eliminato per far riemergere i sentimenti che lui dice che in questo momento sono repressi e non percepibili?

Insomma posso credere che il nostro amore ci sia ancora e che sia ancora vivo ma giacente in un focolaio di lava che scorre in profondità sotto una tonnellata di cenere pesante e infuocata, da eliminare con sacrificio e tanta pazienza?

Dopo questa sfilza di domande ringrazio merla per la sua sensibilità e la discrezione del suo intervento; l’intuito e il garbo femminile infatti l’hanno spinta a non entrare nel merito della relazione, tanto più che come scrive non ne sa niente. Altrettanto non posso fare con mmm al quale dedico i seguenti pensieri.

X mmm:

ho letto i tuoi interventi e come puntoacapo ero e sono impaurita dalla tua schiettezza e dai tuoi commenti diretti e pungenti ma che non sempre sono giusti. E’ brutto esprimere degli apprezzamenti sul conto di una persona quando non si conosce nulla della stessa e fare osservazioni partendo da certe frasi e da alcuni periodi che, per necessità di spazio e di tempo, sono il riassunto del riassunto di situazioni complicate e dolorose. Non puoi dirmi che sono in competizione con i suoi figli solo perchè ho scritto:...Prima dell'estate, quando ha deciso di "dare un altro colpo ferale alla ns relazione" ( ha fatto, e ci è riuscito, in modo da non trascorrere neppure un giorno di vacanza con me, assolvendo, invece, come sempre, solo ed esclusivamente i suoi obblighi: andare in vacanza per 15 gg con i figli come da provvedimento di separazione) ha interrotto gli incontri dalla dott.ssa.
Tornato dal periodo di "vacanza"...

Forse mi sono espressa male, forse ho dato per scontato i precedenti della mia storia però tu avresti potuto chiederli e approfondire la vicenda prima di andarci giù in modo secco con i seguenti interrogativi : Non è che se andiamo a scavare lui è una persona tutto sommato normale, e magari chi ha dei problemi alla fine sei tu? Hai provato a consultare una psicologa per conto tuo?

Ebbene, a questo punto provo a raccontare meglio la mia storia anche se è molto difficile, lunga e molto dolorosa per me, partendo da una premessa. Secondo me le relazioni umane e la vita in generale sono complicate e belle allo stesso tempo, proprio perchè non vi sono chiavi di lettura univoche ma tutto è un crogiolo di incastri per cui quello che appare oggi in un modo, può non esserlo più domani e tutto va continuamente elaborato in modo da essere pronti per quanto possibile ai cambiamenti, senza cercare nelle situazioni e nelle cose una colpa e un colpevole.

La mia storia.

Prima di conoscere lui, ho vissuto e metabolizzato una separazione molto forte. Ho due bambini e quando stavo al 7 mese di gravidanza ho scoperto che mio marito aveva una relazione. Ho cercato in tutti i modi di recuperare il matrimonio, ho chiesto a mio marito di restare a casa, di iniziare un percorso familiare ma lui mi ha lasciato sola con un bambino di 4 anni e un neonato. E’ stato ed è molto difficile perchè mio marito non solo ci ha abbandonato ma continua ad accanirsi contro di me, indicandomi come la causa del fallimento del matrimonio e della famiglia, sostenendo in ogni aula giudiziaria che io l’ho cacciato di casa e di essere una cattiva e pessima madre.
Mio marito è avvocato e, così dopo essere andato via e nonostante i miei costanti tentativi di mediazione familiare, ha chiesto al tribunale dei minori la decadenza della mia potestà genitoriale. Così non solo sono stata abbandonata ma pure costretta a difendere la mia persona colpita al cuore. Ottenuta giustizia ( il trib ha rigettato la sua richiesta) sono stata costretta ad iniziare il giudizio di separazione che dopo 5 anni è ancora in corso perchè mio marito, che si difende da solo, fa di tutto perchè non si arrivi ad una fine ( spariscono fascicoli, presenta istanze di rinvio, solleva in modo strumentale eccezioni di ogni tipo oltre ai tempi biblici della giustizia italiana e ai trasferimenti dei Giudici etc.etc.). A questo va aggiunto che mio marito non perde occasione per rendermi la vita difficile: strumentalizza i bambini, dice a loro che l’ho cacciato io di casa, che sono stata io che non l’ho voluto più, mi denunzia per ogni cosa, ha denunciato anche il mio legale, buona parte della mia famiglia e in più non mi passa neppure un euro per i bambini. Fino ad ora ho pazientato e ho tollerato tutto al fine di tutelare i figli, soprattutto nell’ottica di preservare l’immagine del padre ai loro occhi. Adesso però mi sto rendendo conto che la mia disponibilità è inutile e dannosa per i bambini stessi. Sul punto comunque mi confronterò a breve con una psicologa infantile alla quale mi sono già rivolta in tutto questo periodo. Quello che ho raccontato è solo una estrema e brevissima sintesi di quello che ho passato e sto passando, non vado oltre ma sono disponibile a continuare nel racconto se lo ritenete utile.

Alla fine dalle psicologhe sono andata io, mi hanno aiutato a sollevarmi, a riconquistare la fiducia personale e l’autostima che avevo perso. Sono una persona molto solare e allegra ma l’esperienza che ho subito ( e che tutt’ora è in corso) mi aveva portato a vivere uno stato di tensione e di malessere terribile, vivendo anche fortissimi sensi di colpa nei confronti dei bambini. Non è facile partorire da sola, allattare un bambino di pochi giorni e consolarne un altro di 4 anni che chiedeva sempre del padre. E’ stato terribile piangevo sempre, anche quando allattavo il secondogenito. Per fortuna ne sono uscita fuori, grazie alla straordinaria forza trasmessami dalla mia famiglia dai miei amici e dall’aiuto dei terapeuti.

Ed ora veniamo all’attualità. Superato il dramma dell’abbandono e della separazione ho incontrato lui, separato di fatto, il quale mi ha aiutato a fare i conti con le mie paure sentimentali, riempendomi d’amore, di forza, di incoraggiamento, di parole fino a sbloccarmi e farmi uscire dal mio arroccamento. Anche questo non è stato facile. All’inizio abbiamo vissuto dei mesi intensissimi, fantastici, unici, splendidi e pieni di pianti, risate, sguardi, dialoghi, amore. Tutto questo fino a quando non ha intrapreso il suo giudizio di separazione. Dal punto di vista legale è stato in confronto alla mia realtà una passeggiata. Ha ottenuto nel giro di un anno la sentenza e non ci sono mai stati particolari problemi con la sua ex moglie o con i suoi figli. Tutto liscio. Dal punto di vista sentimentale sono nati grossi problemi per la sua incapacità a governare i sensi di colpa. Siamo andati dalle psicologhe le quali hanno confermato quello che lui sostiene ossia che non si perdona di aver sposato una donna che non ama, che vive il nostro rapporto come un amore “sporco e macchiato” , che non si concede un’altra chance, la possibilità di rifarsi una vita con un’altra donna.

Durante il corso della ns. storia più volte gli ho chiesto di troncarla, in attesa che facesse chiarezza nel suo animo ma ogni volta alle mie richieste era lui che con le lacrime agli occhi mi pregava e mi scongiurava di non lasciarlo e di aspettare che si liberasse dai suoi fantasmi, ribadendomi fino all’infinito che era sicuro di amarmi. Il tempo è trascorso ma le cose non sono cambiate un granchè. Ha continuato ad assolvere i suoi doveri ( tutti e comunque) e a non vivere noi.

Ed ora vengo a chiarire il punto delle “vacanze” e del “colpo ferale” inferto quest’estate alla ns. relazione.

Come anche ribadito dalle dott.sse lui non riesce a vivere il ns. rapporto nè come un piacere ( lui non può amare) nè come un dovere ( per lui i doveri sono solo quelli legati al lavoro e alla sua famiglia legittima). Ci avevano consigliato per migliorare la nostra storia a me di innalzare delle barriere ( sono una persona molto impulsiva e quando sono innamorata sono un vulcano di idee e di entusiasmo; vivo tutto con grande slancio, senza filtri e cautele, provando, direttamente sulla mia pelle, il bello e il brutto) e a lui di abbassarle, lasciandosi un pò andare ( come detto, lui è schematico, vive di doveri, punendosi e non apprezzando il piacere, facendo solo le cose che si devono fare).

Con enorme sacrificio e forzature sul mio essere, ho imparato a mettere delle barriere e a controllare il mio istinto; dall’altro lato purtroppo c’è stato un peggioramento. Come detto sono anche io separata con prole per cui so benissimo ( e chi meglio di me può comprenderlo e lui lo sa) cosa significa stare con i figli e vivere i dettami di una separazione. Il problema è che quando due persone sono entrambe separate con figli il tempo per stare insieme è pochissimo ed è anche di difficile organizzazione ( occorre incastrare i week-end, essere pronti all’ultimo minuto ad eventuali contrattempi, sacrificare le feste comandate, etc.etc.). Nel corso, però, dei ns. tre anni di relazione, nonostante la mia massima disponibilità e la massima comprensione all’osservanza dei suoi doveri, lui non è riuscito mai a ritagliare del tempo per noi.

Faccio degli esempi per essere più chiara: non abbiamo mai festeggiato un mio o un suo compleanno, un suo o un mio onomastico ( anche in assenza di impedimenti), non abbiamo mai festeggiato un giorno del periodo di Natale o del Capodanno, idem nel periodo di Pasqua e lo stesso nel periodo delle vacanze estive.

Sarò ancora più precisa. Quei pochi fine settimana che abbiamo organizzato per andare fuori insieme, sempre in sintonia con i suoi impegni (professionali e familiari), li ha vissuti male psicologicamente soffrendo per essersi concesso una pausa di piacere.

Ogni estate, da ormai quasi quattro anni, quando gli chiedo di organizzare qualcosa insieme, va in confusione. Dice che dentro di sè ha la voglia matta di trascorrere un periodo di vacanza con me ma alla mia totale disponibilità a pianificare come e quando crede le ns. vacanze, lui fa di tutto per non stare insieme ma non per motivi di non amore, come sostiene lui.

Così l’anno scorso quando gli ho detto che saremmo potuti andare fuori alla fine di luglio per una settimana, mi ha detto che non poteva perchè doveva lavorare. Così ci ha bruciato: dopo aver lavorato fino alla fine di luglio, è andato fuori con i figli che, come da provvedimento gli spettavano dall’1 al 15 agosto, e quando è tornato, afflitto e stanco, ha detto che non aveva voglia di fare nulla.

L’anno scorso sono riuscita a superare il colpo perchè mi ha promesso che avrebbe lavorato ancora sui sensi di colpa seguendo i consigli della dott.ssa. Innamorata ho sperato ancora in lui.

Quest’estate:
a fine marzo proprio lui mi chiede di pianificare le vacanze estive con largo anticipo perchè vuole vivere senza riserve mentali, cercando di dedicare a noi qualche giorno. Benissimo penso io. Dall’incrocio delle ns. esigenze di genitori separati nasceva la possibilità di passare l’ultima settimana di luglio finalmente insieme. Che bello! Ma colpo di scena, mi chiama al telefono e mi dice che per non far soffrire il caldo ai figli ( ma a fine marzo già si conoscono le previsioni meteo dell’estate?) ha pensato di chiedere all’ex moglie ( modificando le regole del provvedimento) l’ultima settimana di luglio ( ma l’anno scorso non aveva detto che doveva lavorare e che non poteva assolutamente rinunciare?) e di trascorrere così con i bambini l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto. Mi cadono le braccia! E noi? Così facendo gli sottolineo che non solo non avremmo passato neppure un giorno insieme (addio vacanze) ma che non ci saremmo visti per quasi un mese intero! E così è stato, nonostante il mio sommo dispiacere.

Da quando è tornato, si è chiuso a riccio. Mi dice che non sta bene, che vuole stare da solo, che non si è liberato dal senso di colpa, che vive male tutto e che anche quando sta con i figli non è sereno e tranquillo, non riesce a viverli in modo incondizionato e spontaneo, sta sempre sul chi va là e sulle spine.


Il resto di questi giorni lo conoscete.

Scusate per lo sfogo ma non mi sento una persona che si vuole mettere in competizione nè che voglia uscirne vincitrice ( ma poi di cosa?). Quello che vorrei è solo vivere il mio amore con lui.

dieguita

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Messaggio  mmm Ven Ago 27, 2010 3:45 pm

ha ragione dieguita sono una bestia...

comunque non era mia intenzione ferirti, forse solo provocarti un po', esplorare meglio qualche aspetto che pareva un po' oscuro, sicuramente ora abbiamo un quadro della situazione ben più dettagliato, non immaginavo ne avessi passate tante.

ora forse ti infastidirò di nuovo, perché ovviamente non è che posso dirti di mollarlo, sarebbe forse un messaggio più prepotente del precedente, però... forse è il momento che ricominci a guardarti attorno, se quest'uomo si è dannato l'anima non è che te la devi dannare pure tu per lui, avete passato dei bei momenti insieme e questi nessuno te li può portare via, però se ora lui ha scelto di vivere nella tristezza, tu non è che devi seguirlo, devi seguire la felicità, te lo devi, aiutalo pure un pochino ma poi non è che puoi stare la vita ad aspettare che lui si riprenda.

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Messaggio  merla Ven Ago 27, 2010 6:31 pm

dieguita ha scritto:
Nella situazione che sto vivendo non so diagnosticare se la persona che amo stia soffrendo di depressione o meno e la mia richiesta di aiuto prescinde da questo, anche perchè anche io sto soffrendo e pure molto.

Beh non intendevo questo, tutt'altro. La diagnosi (che poi è giusto una cosa a titolo indicativo) è deputata a uno specialista possibilmente non coinvolto personalmente. Nel tuo primo post tu ci parlavi di un compagno depresso, e da qui la domanda e le varie considerazioni.

dieguita ha scritto:
Quello che vorrei sapere veramente è se la condizione di apatia della persona che amo ( lui mi dice di stare male, molto male; anche la sua mamma lo ha invitato a reagire e a non cadere in depressione) possa influenzare negativamente le sue decisioni, sentimentali e di vita quotidiana, fino a poterle considerare non corrispondenti ai suoi veri desideri.

Si potrebbe pensare che lui dice di voler stare da solo, di voler terminare la ns. storia mentre in realtà tutto quello che chiede sia determinato solo ed esclusivamente dall’attuale stato d’animo? Posso pensare che quando una persona stia male, fisicamente e psicologicamente, la sua volontà e le sue decisioni non siano proprio corrispondenti alle sue vere e sentite scelte interiori? Non posso credere che il suo malumore, il suo isolamento, la sua stanchezza siano indici di un malessere negativo che va eliminato per far riemergere i sentimenti che lui dice che in questo momento sono repressi e non percepibili?

Insomma posso credere che il nostro amore ci sia ancora e che sia ancora vivo ma giacente in un focolaio di lava che scorre in profondità sotto una tonnellata di cenere pesante e infuocata, da eliminare con sacrificio e tanta pazienza?
.

Vedi dieguita, tutto è possibile e tu ovviamente puoi o potresti pensare qualsiasi cosa: sicuramente in caso di disagio psichico, può essere tutto quanto dici, cioè che il disagio prevalga sui sentimenti, sulla razionalità, sulla volontà ecc. ecc.

Il confine tra disagio psichico e carattere (che ha gioco forza tutte una serie di fragilità individuali e soggettive) a volte è molto labile, e non necessariamente tutto quello che viene individuato come ""disagio"" deve (o può) essere curato.
Voglio dire che il fatto che sia ormai chiaro a lui, a te e agli psicologhi che di base c'è un "senso di colpa" che lo blocca verso altre cose, è come se aveste individuato un punto fermo.
Però, vedi, tutti abbiamo nella nostra psiche delle zone grige, degli scheletri dell'armadio e dei sensi di colpa, l'esigenza di una terapia nasce soltanto nel momento in cui ognuno di noi conclude in base alle proprie personali priorità che queste zone grige sono diventate in un certo qual modo invalidanti. A quel punto uno si rende conto di non farcela da solo e chiede aiuto, alle psicoterapie, ai farmaci, o nel modo che preferisce.

Ma è una decisione soggettiva e personale, soprattutto in casi come questo in cui (da quanto racconti) non ci sono (almeno per ora) sintomi poi così gravi: non stiamo parlando di un depresso che arriva a stati catatonici, che non mangia, non si lava ecc. ecc., e che quindi non è in grado di agire e decidere per se stesso, almeno fino a meno di un mese fa, a quanto dici, si tratta di una persona tutto considerato sana, probabilmente con delle difficoltà come tutti, ma che in ogni caso riusciva a gestirsi la vita nel modo che si era scelto. Perché per quanto inficiata da questo suo senso di colpa (tanto più che ne è evidentemente consapevole) sempre di scelta si tratta.

La vita ha le sue difficoltà e dà le sue botte a tutti (e direi che tu lo sai perfettamente), poi come venirne fuori e se venirne fuori, diventa una scelta del singolo, altrimenti mandiamo in psicoterapia tutti quelli che hanno dei conflitti irrisolti relativamente comuni. E questo non ha senso...in certo senso è anche una visione apocalittica, perché, se una persona sceglie così, deve essere pur libera di rovinarsi la vita.

Vedi, uno psicologo, aiuta a fare chiarezza in sé stessi, a comprendere le motivazioni di certe nostre reazione, a fare un'analisi dei possibili modi di risolvere i nostri problemi e soprattutto a fare un bilancio costi/benefici tra risolverli e non risolverli. Aprono delle porte e fanno mettere sulla nostra bilancia privata i pesi corretti. Poi ognuno nella sua intimità procede alla pesatura e decide e nei limiti del possibile risolve. In sé lo psicologo non risolve niente e non cura niente, dà solo gli strumenti. Poi uno vede se è usarli è troppo impegnativo o se invece ne vale la pena.
Difatti ci sono un sacco di persone che non mettono mai sulla bilancia costi/benifici e continuano a calare soldi agli psicoterapeuti più diversi senza concludere assolutamente nulla, a vita.
E difatti nessuno psicologo serio ti dirà mai "come" devi vivere, o "cosa" devi fare, altrimenti saremmo come dei computer umanoidi programmabili a seconda di ciò che è definito aprioristicamente lo standard di "equilibrio" e su, scala più grande (ma mi fermo immediatamente che poi diventa una discussione che non avrei voglia di moderare), di "salute mentale".

Concludendo, tu puoi pensare tutto quello che hai scritto, probabilmente è davvero così. È anche possibile da quello che descrivi che questo suo atteggiamento di immobilismo nel suo disagio lo stia portando veramente verso una depressione, perché una situazione di stallo del genere crea troppe tensioni. È possibile, ma dopo 3 anni la mia opinione personale è che è altamente improbabile, che prima o poi si decida a risolvere e che cambi. È molto probabile che se dovesse cambiare, sceglierà la direzione che pare più opportuna a lui e non quella che pare più opportuna a te ed è decisamente sano che se decidesse di cambiare lo facesse solo per se stesso e non per te.

E qui mi fermo perché stiamo andando OT.

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Messaggio  Puntoacapo Mar Ago 31, 2010 9:52 am

Ho letto la tua storia, dove traspaiono tante tue emozioni. Mi fa piaere che hai scritto. Il problema sta proprio nel riuscire a comprendere fin dove il suo stato mentale può influenzare i suoi comportamenti. Anch'io, spesso mi perdo in ragionamenti nel cercare di capire se un suo determinato comportamento, di evitarmi, di isolarsi sia veramente dettato dalla sua malattia, o sia veramente la sua volontà reale. Nel senso che non vorrei giustificare tutto, ma proprio tutto, "solo" perchè è depressa. Anche se poi ognuno ha i propri dettagli da valutare e io, grazie anche ad un buon dialogo, ho capito che il suo stato sta influenzando ogni suo comportamento, anche quelli che le verrebbero più naturali.
Il mio problema è anche la lontananza e purtroppo io sono anche diventato la sua "accusa vivente" da parte di una sua amica e non solo, e il fatto di vederci, dice le mette ansia, perchè sente il peso delle continue accuse che le vengono fatte per avermi rubato dalla sua amica e per le "voci di paese" che potrebbero etichettarla in certo modo. Dice di non riuscire a vincere questi vincoli...e questo per me è doloroso, perchè è da un pò che non riesco neanche a vederla. Ci sentiamo, ma a volte provo un odio terribile per quel telefono, perchè non so le sue espressioni, analizzare come sta realmente, con un contatto visivo, non posso starle vicino, abbracciarla, non posso quasi far nulla, se non dialogare ad un telefono cercando di non invadere e di capire i momenti giusti per parlare. Lei si fa sentire disponibile al dialogo telefonico e dice che vuole superare questo blocco del non potersi vedere, ma al momento va avanti così e spesso questo mi provoca tanto dolore, perchè è tutto un limite, una rinuncia.
Questi giorni ho forzato un pò la mano nel spronarla e lei sta di nuovo nel buio più totale e non so se è per via della mia un pò più accentuata insistenza ora è due giorni che è chiusa e non risponde. E ci sto male.
Forse per te, il fatto di poterlo avere vicino semplifica alcune cose e probabilmente ne complica altre. Come ti comporti nei confronti delle sue chiusure?...
Ho notato nel mio caso, che ogni problema, ogni volta che mi descrive un qualcosa che la fa star male...è visto come qualcosa di definitivo, che non cambierà mai, che andrà solo ad aggiungersi a tutto il resto. In realta poi sono piccole cose, che spesso supera nel giro di un giorno. ma tutto è grande, buio e complicato.
Il suo problema è anche il riuscire a far fronte al suo ruolo di madre, con una figlia in fase adolescenziale, che le spreme tante energie e con cui dice di avere solo sfide e si colpevolizza di non essere all'altezza del suo ruolo. Anche la gestione dei figli, credo sia da un lato un motivo di farsi forza, un impegno costante a cui non si può decidere così di rinunciare...quindi può essere un aiuto, ma le spreme tante energie, che purtroppo non ha. Mi farebbe piacere chi potesse dare un parere anche sulla questione "ruolo genitore/depressione".
Dieguita...credo che se vogliamo stare vicino alle nostre persone amate, dobbiamo mettere in conto tanta pazienza, comprensione, adattabilità, tatto e sensibilità...e dobbiamo vedere se abbiamo in noi queste risorse, perchè certo se tutto questo vale il prezzo del nostro equilibrio...poi non siamo più di aiuto per nessuno, il fatto è che quando tieni veramente a qualcuno, ma veramente...non lo puoi abbandonare...proprio nei momenti di dolore.
Comunque se siamo qui a domandarci tante cose e a cercare di capire tanti perchè, è perchè in fondo questo dolore che stanno passando i nostri amati, non lo abbiamo capito fino in fondo...e come diceva giustamente qualcuno qui sul forum, i nostri limiti finiscono dove finiamo noi e dove iniziano gli altri...dobbiamo solo capire se abbiamo la forza per accettarlo e per andare avanti in questo percorso, senza farci intaccare i nostri equilibri...altrimenti saremo in quattro ad essere depressi.
La soluzione in tasca io non ce l'ho...quindi massima sintonizzazione sul sentire, sull'ascolto e nel dosare i propri comportamenti...
Ma la benzina per tutto questo però?...come alimentiamo queste energie che tutto ciò ci richiede e ci richiederà?...non ho bisogno di dirtelo, lo sai benissimo cos'è.

ciao

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Messaggio  dieguita Mar Ago 31, 2010 12:23 pm

Caro puntoacapo,
sono felice che tu sia intervenuto, d’altronde proprio la lettura del tuo forum e della tua esperienza mi hanno indotto a scrivere e a chiedere aiuto. Penso che stiamo nella stessa barca e i tuoi interrogativi sono anche i miei. Mi sa che però non ci sono risposte univoche considerato che il nostro problema nasce dallo scontro titanico tra il sentimento e la ragione. Quando prevale il primo ci incoraggiamo, pensiamo che sia giusto coltivare l’amore che sentiamo ( anche se l’altro non risponde, non reagisce ai ns tentativi di spronare il rapporto), non vogliamo terminare la storia, giustifichiamo i loro rifiuti e le loro apatie in nome del loro malessere, ci sacrifichiamo in nome dell’amore, persistiamo nel credere che ce la possiamo fare e che si tratta solo di un momento di buio, crediamo che non sia giusto abbandonare chi sta male( anche quando è quest’ultimo che ci chiede di stare da soli)...................quando invece ci fermiamo a pensare e a riflettere con la mente, sentiamo che non è giusto insistere, che il ns. è solo un prevaricare, una non rassegnazione o, come hai scritto tu una volta, una dipendenza amorosa e, io aggiungo, quindi, un egoismo d’amore.

Un rapporto d’amore, infatti, non si può basare ed alimentare solo ed esclusivamente dall’amore di una sola persona verso l’altra, occorre la corresponsione del sentimento: altrimenti come penso io si tratta di “un amare e un vivere solitario”.
E allora a questo punto nasce il dubbio legittimo ( necessario per sopravvivere al dolore della razionalità): occorre insistere perchè non è vero che l’altro non ci ama ma è solo condizionato dall’apatia ( e dal senso di colpa) del momento attuale che va combattuta o invece occorre rassegnarsi che la storia sia finita proprio perchè l’altro è scoppiato e non riesce più ad amare e non ci ama più? Dove si trova il limite, l’equilibrio al quale accenni? A che punto ci dobbiamo fermare prima che sia troppo tardi e diventiamo 4 infelici? Ai posteri l’ardua sentenza.

Se la lontananza per te costituisce un’altra fonte di sofferenza ti posso assicurare che il fatto di averlo vicino ( viviamo nella stessa città) non rende le cose più facili, per me anzi le complica fino a farmi sentire un dolore anche fisico. Il mio incolmabile, realizzabile ( siamo così vicini) e straziante desiderio di vederci, di parlare, di confrontarci, di stare vicino, di abbracciarci, di esprimere il mio amore, infatti, viene completamente soffocato dal suo “non voglio”, non giustificato nemmeno dalla lontananza ma dettato a quanto sembra dalla sua volontà di distruggerci per sempre. E questo mi fa sentire ancora più male perchè mi sento rifiutata.

Per la tua richiesta di parere sul ruolo genitore/depressione mi prometto di ritornare sull’argomento descrivendo la mia esperienza sul punto, quando ho vissuto sulla mia pelle gli attacchi del mio ex marito al mio ruolo di madre e il senso di profonda inadeguatezza e il forte senso di colpa che ho provato nei confronti dei miei figli, dopo l’abbandono del padre. Questi infatti sentendosi impreparato alla nascita del suo secondogenito non solo è fuggito dalle sue responsabilità ma ha individuato in me il capro espiatorio delle sue frustrazioni e delle sue insoddisfazioni personali.

X mmm

Non sei affatto una bestia nè l’ho pensato, sei solo un pò “precipitoso” nel dare giudizi e tanto, tanto, provocatore ma questo suscita l’interesse di chi legge i tuoi interventi.

X merla:
grazie per l’aiuto e per le parole.

A questo punto vi aggiorno sugli ultimi sviluppi.
Lui mi ha detto che vuole stare da solo, che ha il rigetto della ns. storia, che sta male. Ormai è proprio la fine. So che dovrei mettere in pratica anche se con molta cautela i vs. consigli ma è difficilissimo. Soffro, soffro tantissimo. E’ distruggente. Non so rassegnarmi al fatto che io lo amo e che lui non voglia più continuare, al fatto che non ce la fa più a sostenere il rapporto.

Come posso gestire questo immenso dolore senza farmi prendere dallo sconforto, dalla delusione, dalla rabbia che spesso e volentieri mi prende fino al punto di desiderare di fare scenate, di urlare a squarciagola, di “scagliarmi” contro di lui? Gli faccio tremila domande cercando in lui e in me delle risposte ma niente, nulla mi acquieta. Anche la sua consapevolezza di aver distrutto tutto volutamente a causa di questo macigno che si porta sulla spalle del senso di colpa, di aver sbagliato tutto con noi, di voler portare tutto alla distruzione e all' autodistruzione non mi aiuta anzi mi fa ancora di più incavolare.

Sto male, mi sembra che mi stia crollando di nuovo il mondo in testa e questa volta mi sembra di non avere la forza di ritornare su. Cerco di resistere dal chiamarlo ( lui non mi chiama più) e non ci riesco così non passa un giorno che non lo chiamo. Sono proprio incorreggibile e debole ma di una debolezza infinita. Gli ho detto anche di continuare fino a quando non riesco anche io ad uscirne fuori, a metabolizzare la fine ma lui niente; dice che non ce la fa a fare neppure questo. Non mi vuole e basta! Mi mortifico, mi sacrifico ma non serve a niente.
Faccio pena. Poi mi domando come può finire un sentimento così forte come quello che abbiamo provato noi in tutto questo tempo? Era falso quello che mi diceva allora o quello che prova lui adesso ossia totale indifferenza? Si può stravolgere tutto? Eppure dal mio punto di vista ci vorrebbe così poco per stare bene....a me sarebbe sufficiente solo e semplicemente amarci. Ma anche la mia arrendevolezza e la mia disponibilità gli dà insofferenza; non crede più in noi che andiamo, invece, solo puniti e annullati nella sua ottica distorta.


E’ proprio vero che il dolore fa sentire unici e soli; in questo momento, infatti, mi sento veramente sola ma sola, sola e tanto infelice. So anche però che condividere i sentimenti fa tanto bene al cuore e per questo vi scrivo e vi leggo con tanto affetto.

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Messaggio  merla Mar Ago 31, 2010 1:31 pm

ti ho scritto un messaggio privato
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Messaggio  anthea Mer Set 01, 2010 12:41 pm

Ti do il benvenuto fra noi in ritardo, perchè mi son concessa una lunga pausa estiva.

Ho letto a sommi capi la tua storia e volevo aggiungere qualcosa a quello già detto dagli altri.
Un rapporto d'amore, soprattutto quando ci sono i figli di mezzo e genitori separati, già di per sè come dici tu presenta difficoltà notevoli. Se poi una persona non fa la sua parte per venire incontro all'altra, il rapporto diventa a senso unico ed un supplizio. Nonostante tutto l'amore del mondo.

Come ha detto Merla, dalle tue descrizioni, quest'uomo non sembra ad un livello di depressione tale da non potere prendere in mano la situazione e curarsi da sè. Molti qui del forum hanno sperimentato stati di sofferenza molto gravi, tali da pregiudicare ogni normale atto del vivere quotidiano e, conseguentemente, apatie mentali molto forti. Ma lui tutto sommato riesce a condurre una vita pressochè normale e a prendere anche parecchie decisioni riguardanti lui ed i suoi figli.
In questo caso, non ci sono medicine o psicologi che servano, se non è lui medesimo a decidere per il cambiamento. E tutti i tuoi sforzi volti a venirgli incontro ad ogni costo e dargli una mano, possono risultare più dannosi che altro.
In questo modo tu ti sei presa senza volere, tutta la responsabilità della buona riuscita della vostra relazione e questo non è nè giusto nei tuo confronti (perchè alla fine il peso diventa insostenibile), nè nei suoi (perchè per lui il problema non è suo).
Purtroppo non puoi fare più di quello che hai già fatto, rischi di arrivare ad un punto di disagio tale da avvelenare ogni cosa.
Penso che dovresti chiarire con lui cosa non sei più disposta a tollerare, ponendogli dei chiari ed immutabili paletti. Magari pochi, ma assolutamente intransigenti. Spiegandogli che anche tu hai i tuoi problemi, le tue sofferenze, i tuoi figli e la tua vita da mandare avanti e che il suo comportamento è di un'egoismo mostruoso.
Fagli capire chiaramente che non intendi più sopportare oltre questa situazione e che se tiene a te deve venirti incontro.

Ovviamente questo discorso glielo potrai fare solamente quando dentro di te sarai disposta ad accettare anche un fallimento totale e a reagire di conseguenza. Il chè è molto duro e non so se tu sia ancora pronta a farlo.
Ricordati però che un rapporto d'amore sano ha bisogno di tutti e due i partner, in caso contrario è sempre destinato a fallire miseramente o a creare sofferenza enorme.

Scusa la mia crudezza, non voglio pontificare assolutamente. Capisco quanto per te sia doloroso e capisco anche che forse ancora non ce la fai ad affrontare la situazione.Per chi la guarda da fuori e non la vive direttamente è facile dispensar consigli, perciò prendi il mio come tale, senza alcuna pretesa di assolutismo.
Se ti vuoi sfogare siamo qua.
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Messaggio  principessa Gio Set 02, 2010 1:19 pm

Ciao Dieguita,
mi sono appena iscritta al forum perchè da qualche settimana sto vivendo una situzione analoga alla tua (quasi in tutto e per tutto). Sono giorni che navigo in rete alla ricerca di informazioni sulla depressione ed oggi sono approdata a questo forum.
Mi sento sola e disperata. Ieri al mio compagno è stata diagnosticata una depressione, oggi inizierà a prendere i farmaci (non so quali perchè non ha voluto che lo accompagnassi). Ho paura di perderlo, non so cosa fare e anche se ora non ho tempo e modoi raccontare tutta la mia storia dà sollievo sapere che non sono l'unica.
Spero di rileggervi presto.

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Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli! - Pagina 2 Empty si è accesa una lampadina

Messaggio  dieguita Gio Set 02, 2010 4:07 pm

.....ho preso un pò di tempo per meditare sulle parole di anthea che ringrazio. Hai dipinto perfettamente la situazione e mi hai lasciato senza parole. Trovo che quello che mi scrivi è molto saggio e lo dici poi in un modo così garbato e chiaro da non poter replicare nulla. Hai colpito perfettamente nel segno. Come dici tu, più volte ho chiarito con lui cosa sono disposta a tollerare ma ad ogni sua “ricaduta”, ad ogni suo egoismo macchiato dal senso di colpa non sono riuscita ad essere conseguenziale e a porre fine alla ns. storia. Sono fin troppo consapevole che negli ultimi tempi non si tratta più di una relazione biunivoca ma totalmente unilaterale e che ci sono solo io a coltivare e ad alimentare l’amore. Mi fa anzi ancora più rabbia il fatto che lui in questo momento riesca a porre fine alla ns. storia senza, almeno in apparenza, provare dolore.
Sono altresì pienamente d’accordo con te quando scrivi che un rapporto d'amore sano ha bisogno di tutti e due i partner, in caso contrario è sempre destinato a fallire miseramente o a creare sofferenza enorme.

I pensieri, però, continuano a girovagare incalzanti nella mia testa e continuo a pormi la stessa domanda: cosa devo fare? Cosa sia meglio fare?
Poi dopo un’ulteriore lettura dell’intervento di anthea prendo atto di una circostanza che già percepivo nel mio animo: in questo momento non sono assolutamente in grado di affrontare una rottura del rapporto, non ho la forza, sono troppo debole, stanca e mi sento terribilmente sola. Chiaramente si tratta di una solitudine interiore. Mi viene l’ansia e lo sconforto solo al pensiero di dover affrontare un altro fallimento. A questo punto penso che sia meglio proseguire ancora questo rapporto (!?) finchè non troverò anche io la forza e la determinazione ( e ce ne vuole tantissima) per superare anche questo enorme scoglio e andare avanti. Stavo anche pensando che forse sia giunto di nuovo il momento di farsi aiutare dall’esterno in modo da non sfiancarmi troppo e farmi aprire gli occhi che in questo momento vedono solo il buio.
X principessa:
non ti sentire sola e disperata. Condividere il dolore aiuta e fortifica. Da quando ho messo in piazza la mia storia ( anche io sono una nuova iscritta del forum) mi sento più leggera, mi sono liberata di un peso. Ricevere uno scritto, parole di comprensione, di affetto ma anche le parole dirette e pungenti ( v. mmm) aiutano tantissimo. Ti fanno sentire meno soli e soprattutto ci permettono di ridimensionare le situazioni e di poterle rendere più digeribili. Nel buio del cuore e del dolore sembra che si possa aprire una porta dalla quale far entrare uno spiraglio di luce. Non ci dobbiamo focalizzare solo sulla sofferenza ma provare a cacciarla fuori in modo da renderci conto che ci sia ancora tanto da vivere e sentire. Quello spiraglio di luce deve diventare una montagna di sole accecante.

Grazie ancora a tutti.


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Messaggio  principessa Ven Set 03, 2010 8:48 am

Dieguita, ti leggo e leggo me stessa: le cose che provo, le cose che sento, la paura di non farcela, l'incapacità di affrontare un nuovo fallimento, il terrore di rimanere sola. E un grande, grandissimo senso di rabbia e frustrazione per l'ingiustizia e il dolore di promesse tanto belle e così miseramente infrante. E la delusione, la paura di aver di nuovo sbagliato tutto, il timore di non riuscire più a fidarsi di nessuno...

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Messaggio  anthea Ven Set 03, 2010 11:56 am

Da depressa e moglie quale sono, so che solitamente le persone che soffrono tendono all'egoismo.
La depressione poi forza ancor di più questo stato perchè toglie la speranza. E penso che sia la cosa più tremenda.
Tante volte, nei momenti più bui, ho pensato ad una soluzione definitiva.. alla morte. Pensavo che avrei fatto un piacere a tutti, oltre che a me stessa. Ma poi mi sono resa conto che non era vero. Quanto male avrei fatto ai miei figli? Alla mia famiglia?!
Il mio era un pensiero egoistico, forse legittimo non so, ma egoistico. Non volevo più soffrire, volevo lasciarmi andare e basta.

Invece vale la pena di combattere. Questa vita, anche a 40-50-60 anni riserva sorprese che ti fanno pensare: "Ecco.. Ne è valsa proprio la pena!".
Non conoscendo il tuo partner, non so quanta parte faccia la malattia e quanto il suo carattere.
Ma una persona, se vuole veramente bene ad un'altra la deve rispettare e deve lottare. Perchè nella vita, purtroppo, le difficoltà sono sempre dietro l'angolo e per un depresso è molto facile ricadere nella propria malattia (come per uno che soffre di cervicale, nella sua). Io ho avuto già due ricadute.
L'unico modo per reagire è curarsi. Capire che c'è bisogno di un aiuto ed essere disposti a tutto pur di stare meglio. Ecco il traguardo: Stare bene, e non guarire (che forse è troppo arduo, almeno all'inizio). Se poi si guarisce del tutto, tutto di guadagnato!

Forse, dato che ora sei molto coinvolta e non riesci ad essere serena, potresti cercare di prendere un po' le distanze emotive circondandoti di altri stimoli positivi. Amicizie, hobby ecc.
Quando tu sarai serena, magari riuscirai dentro di te a trovare la forza per cambiare la tua situazione.
Forse ti fai anche delle paranoie e non vuoi arrivare ad una soluzione perchè dentro di te non vuoi ammettere di aver sprecato tanto tempo... Anche questo lascialo da parte. Siamo esseri umani e non abbiamo la bacchetta magica. Tutti toppiamo prima o poi. Le cose cambiano...

Non c'è nulla di urgente, alla fine. Prenditi il tuo tempo e cerca davvero un po' di serenità dove la puoi trovare. Pensa ai tuoi figli e a te stessa. Pensa a cosa vuoi per te dalla vita, a cosa ti senti di meritare.
Inizia a volerti bene e vedrai che poi le cose ti verranno spontanee.
Questo sto facendo io.
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Messaggio  anthea Ven Set 03, 2010 12:21 pm

Io, come ho detto a Diguita, sono moglie e madre di due figli.

Avere dei figli per me è stato un peso durante le mie ultime crisi depressive, per il mio convincimento a non coinvolgerli nella mia malattia e tenere il più possibile tutto nascosto.
Davanti a loro cercavo di stamparmi una maschera in faccia e forzarmi a fare ugualmente le cose quotidiane, perchè ho la convinzione (solo mia... non so se sia supportata da studi medici..) che lo stato depressivo possa avvelenare i figli... li possa contagiare, alla lunga.
Ma nello stesso tempo, questo sforzo mi è servito per tenermi a galla. Una ragione in più per combattere, ecco...

Per me loro non sono mai stati un peso. Non era loro la colpa del mio stato d'animo. E poi avevo mio marito vicino ad aiutarmi.
Ovviamente questo non è detto vada bene per tutti i depressi. Alcune volte, il dover badare da soli ad un figlio ed esserne responsabili, senza il supporto o addirittura con l'antagonismo dell'altro genitore può essere veramente destabilizzante per un individuo già provato.
Le cose sono da valutare caso per caso.

L'unico aspetto che accomuna molti depressi è che spesso non intraprendono cure perchè non vedono via d'uscita alla loro condizione. Tutto è sofferenza, tutto è disperazione e la vita diviene un fardello da portarsi appresso.
A me pare che questo succeda alla tua donna. In questo caso, tu puoi spronarla, ma non otterrai grandi cose.
Lei deve capire che è ora di intraprendere una terapia e lo deve capire da sola. Non puoi farci assolutamente nulla!
Puoi cercare di instillarle il dubbio riguardo alla figlia. Farle capire che se lei deciderà di lottare per stare meglio, anche la figlia capirà lo sforzo e in futuro potrà beneficiare dei miglioramenti della madre. Una madre depressa non può donare ai figli le stesse cose di una madre che non lo è. Questo io l'ho vissuto sulla mia pelle.
I miei figli non sapevano, ma "sentivano" il mio disagio e ne soffrivano. Ora che sto bene anche loro sono più sereni.
In più è passato un messaggio importante in casa mia: combattere e non mollare mai! Ci sono i momenti bui, ma poi torna il sereno. Questa è la cosa più necessaria nella vita e, come ho detto a Diguita, si chiama speranza.

Spero di averti accontentato, raccontandoti di me. Un saluto affettuoso.
anthea
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Messaggio  aria Sab Set 04, 2010 12:12 pm

buongiorno a voi
vorrei dire due parole sulla vicenda di Puntoeacapo.
-ciao-
Ho letto la tua storia da alcuni giorni ma solo ora ho preso la decisione di scrivere.
Sai, non e' facile poter dare dei consigli quando la vicenda che si sta vivendo e' esattamente la stessa.
In molte righe del tuo racconto ho visto me e; credimi , in alcuni momenti ho creduto di essere io la donna di cui sei innamorato, poi, leggendo alcuni dettagli (collega ed amica...) mi sono ricreduta.
Come avrai capito soffro di disturbi depressivi e nella mia vita c'e' una persona, molto cara ,che mi ama profondamente ma verso la quale non provo lo stesso sentimento.
Anche lui come te e' presente ,amico , confidente ed anche io come lei per te vedo lui come un punto di appoggio in questo cammino così difficile da percorrere nel quale spesso non vediamo via d'uscita.
Ora non voglio assolutamente dirti cosa sia opportuno fare o non fare, perche' la storia che stai vivendo e' la tua vita e nessuno puo'insegnarti cio che e' piu' giusto per te o la soluzione meno dolorosa per uscirne.
Di consigli ne hai ricevuti tanti da quello che ho letto ma ho anche capito dalle tue parole che sai cio che devi fare ...anche se doloroso.
Si; io come lei ,ti dico vai avanti. perchè non meriti di soffrire cosi'!
Ma so anche che al cuore non si comanda e questa e' una scelta che richiede un grandissimo coraggio.
Coraggio che uno dei due deve prendere perche' altrimenti rimarrete incastrati in un dolore senza fine.
Perche' nonostante tutto l'affetto e le buone intenzioni ,permettimi, questo non e' un amore sano.
Io ora lo so ed e' per questo che nonostante sia spezzata ho preso coraggio e sono andata avanti.

Sappi pero' che questa scelta e' un atto d'amore per se stessi e per chi ti vuole aiutare.
spero di averti aiutato.
Prima di chiudere pero' volevo dire due parole ad MMM.
Condivido quello che hai detto ma permettimi , sei stato a volte crudele nel giudicare lei
le persone depresse non sono tutte uguali, l'egoismo non e' sempre conseguenza di questa malattia
anzi, ci si sente talmente immeritevoli che l'amore ricevuto cosi' gratuitamente fa sentire ancora di piu' il niente che si e' e per questo lo si vorrebbe cancellare ma nel contempo non si vuol far soffrire chi ce lo da senza riserve .
e si cade ancora piu' giu'
aria
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Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli! - Pagina 2 Empty Re: Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli!

Messaggio  mmm Sab Set 04, 2010 9:15 pm

aria ha scritto:Prima di chiudere pero' volevo dire due parole ad MMM.
Condivido quello che hai detto ma permettimi , sei stato a volte crudele nel giudicare lei
le persone depresse non sono tutte uguali, l'egoismo non e' sempre conseguenza di questa malattia
anzi, ci si sente talmente immeritevoli che l'amore ricevuto cosi' gratuitamente fa sentire ancora di piu' il niente che si e' e per questo lo si vorrebbe cancellare ma nel contempo non si vuol far soffrire chi ce lo da senza riserve .
e si cade ancora piu' giu'

Ciao Aria, purtroppo ora ho poco tempo per rispondere, comunque se per staccarsi da lei (che lo sta vampirizzando) lui ha bisogno di diventare "intellettualmente crudele", forse è meglio che lo diventi.

Cioè, ricalibriamo il senso della crudeltà, non ho detto che la deve menare, quello sarebbe crudele, semplicemente siccome lei non lo ritiene degno del suo amore, non è giusto che lui perda tempo appresso a lei, anzi la deve trattare peggio di una sconosciuta, tagliare ogni ponte ed evitarla quanto possibile, almeno, questo se ogni volta che la vede lui soffre, se non subito comunque appena finito l'incontro.

Non ci può essere amicizia se uno dei due è attratto dall'altro.

Questa è la mia esperienza, poi magari è sbagliata.

mmm

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Innamorato di una persona depressa...ho bisogno di consigli! - Pagina 2 Empty ...grazie a tutti

Messaggio  Puntoacapo Sab Set 04, 2010 10:07 pm

Avevo scritto diverse cose ad Anthea, a Dieguita e ad Aria. Ma dopo un'ora passata a scrivere...ho fatto pasticci e non ho inviato nulla. Che nervoso!!

Ora sono cotto, e riproverò a scrivere il dovuto al più presto possibile.

Brevemente ad Aria dico questo: Il tuo intervento mi ha fatto MOLTO piacere. Soprattutto le tue ultime frasi sono state molto, molto significative.
Sapere cosa si prova in questa circostanza, ma dall'altra parte, non è solo di aiuto, di più.
Non lo so se avrai ancora intenzione di intervenire, ma mi farebbe piacere se ne avessi voglia di descrivere qualche tua emozione in più. Come vivi questa presenza, in che modo ti è stata di aiuto e in che modo non ti è stata di aiuto...sempre se ti va.
E' chiaro che qui nessuno deve niente a nessuno e il tuo intervento già così è stato molto utile. Ti ringrazio tanto.

Tante grazie anche a te Anthea, ho letto diversi tuoi interventi e mi fa piacere che tu abbia risposto, grazie per la tua sensibilità. So che sei mamma anche tu, e i tuoi consigli sono sicuramente molto utili. Approfondirò la mia risposta appena possibile.

Con te dieguita ho alcune valutazioni da fare insieme.

Ciao

Puntoacapo

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Messaggio  dieguita Lun Set 06, 2010 3:22 pm


Sto riflettendo molto sulla mia situazione personale e sto “assemblando” i vs. consigli per cercare di metterli in pratica.......anche se è dolorosissimo. Partendo dalla considerazione ineccepibile di anthea: "un rapporto d'amore sano ha bisogno di tutti e due i partner, in caso contrario è sempre destinato a fallire miseramente o a creare sofferenza enorme"

e prendendo atto che ormai sono sola in questo rapporto (lui continua e ci riesce fermamente a stare da solo; è scoppiato e mi conferma che per colpa sua non sa gestire la ns. storia che gli dà solo ansia e stress) sto provando a porre fine a questo strazio e a recuperare le mie energie e la mia solarità da troppo tempo oscurata.

In questo momento non sono in grado di interrompere ex abrupto la relazione. Non ci stiamo più frequentando ma non riesco a non chiamarlo ( lui non lo fa MAI). Ogni giorno mi riprometto di non farlo e poi invece sto malissimo, se non lo sento almeno al telefono....a volte gli chiedo anche un breve incontro, giusto per vedere il suo viso.......

Sto provando a distrarmi seguendo i consigli di anthea ma non ci riesco affatto. Solo se penso a qualcosa che mi piace, mi viene uno sconforto terribile: nulla mi stimola più, non trovo piacere in nulla: cinema, sport, amici, musica, viaggi, lavoro, etc.. Riesco solo a leggere molto nel tentativo disperato di trovare in qualche autore o in qualche bella storia la soluzione al mio problema.

A questo punto vi chiedo la vs. opinione su questa mia idea. Poichè sento tanto, tanto dolore ( far finire l’amore quando si è ancora innamorati è un’operazione diabolica) stavo pensando di ricorrere all’aiuto di uno psicoterapeuta. Che ne pensate? Mi potrebbe aiutare a trovare dei meccanismi affinchè questa mia dipendenza amorosa possa finire e riconquistare finalmente di nuovo la mia vita? Se siete d’accordo, potete segnalarmi qualcuno sulla piazza di Napoli?

Avevo letto da qualche parte che c’è un professionista che si occupa proprio delle sofferenze d’amore, lo conoscete?

Se avete anche altri suggerimenti, fatevi sentire: sono tutta orecchi.................grazie.

X puntoacapo: per me è solo un piacere confrontarsi e dialogare.

dieguita

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Messaggio  merla Lun Set 06, 2010 5:28 pm

Boh dieguita, prima io non mi sono permessa, ma adesso che lo chiedi tu...

Spero che tu non ti offenda, ma la mia impressione (e non voglio assolutamente salire in cattedra, è solo una sensazione) fin dal tuo primo intervento è che tu avessi ammantato di depressione, senso di colpa, difficoltà psicologiche di lui, una relazione che in realtà era stata una bella relazione per qualche mese e che poi semplicemente non funzionava.

Forse uno psicoterapeuta potrebbe aiutarti a comprendere le ragioni per cui non riesci a staccarti ora e (forse, sempre impressione mia) le ragioni per cui hai voluto portare avanti una relazione con una persona che evidentemente non può/vuole avere una relazione come la intendi tu.
Senza sminuire i tuoi sentimenti, ma io credo che alla fine se uno non si chiede "ma io oggi sto bene o male in questa relazione?" e soprattutto non ne trae le debite conclusioni, c'è qualcosa che non va, qualcosa di irrisolto, che sarebbe bello risolvere prima di infilarsi nella storia successiva.
Uno prima di tutto deve volersi bene e la propria priorità deve essere il fatto di starci bene in una relazione.
Questo non vuol dire che uno non possa sacrificare tante cose per il proprio compagno/a, ma in contesto diverso. E possibilmente senza aver bisogno di convincersi che in realtà l'amato/a vuole portare avanti una relazione, quando costui/costei dice chiaramente che non ha nessun intenzione di portarla avanti.

A un certo punto se uno non riesce a pensare a se stesso e al proprio benessere, difficilmente riuscirà a interpretare le vere intenzioni degli altri tantomeno ad aiutare chiunque altro.
Quindi, reitero il consiglio di anthea, pensa a te stessa in qualche modo, se non riesci a far cose che ti piacciono o ti svariano, valuta le possibili strade, anche lo psicoterapeuta se è il caso.
Magari non per dimenticarti di questo lui, ma per te e per evitare che il prossimo sia uguale a questo, no?
E soprattutto evitare di andare in depressione per un uomo che non ti vuole. Ce ne sono talmente tanti.....

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Messaggio  Puntoacapo Gio Set 16, 2010 6:47 pm

Sai questa mia situazione mi spreme così tante energie, che a volte non ho nemmeno la forza di mettermi a scrivere...comunque oggi ho voglia di parlare con te.
Leggo in ogni tua parola la tua sofferenza e le tue difficoltà, che sono senza ombra di dubbio anche le mie. Siamo nella stessa stuazione, con sfumature diverse probabilmente, ma credo che il senso di impotenza, di fallimento, di remare così contro corrente sia proprio lo stesso.
Non faccio altro come te che cercare consigli, che leggere, che sperare di trovare un appiglio, un conforto...una speranza, raccolgo energie dove posso, vorrei rovesciare il mondo potessi, e i consigli vorrei fossero tutti improntati in una sola direzione...cioè non mollare, vai avanti stando vicino a questa persona.
Nessuno può dirti cosa sia meglio fare, solo tu hai la situazione davanti, con le sue e le tue sensazioni...proviamo a fare due riflessioni:
Al momento, credo che le tue possibilità, come le mie, siano molto limitate. Anch'io come te non sono pronto ad una rottura, quindi bisogna trovare un modo, trovare la forza e l'energia per stare dove sei. Andando avanti in un percorso di questo tipo, dove sei solo tu a dare, a cercare l'altro, si instaurano delle dinamiche che razionalmente vanno fuori dalla tua portata, dal tuo stesso modo di ragionare...il fatto di cercarlo tutti i giorni anche solo per sapere come sta, senza essere contraccambiata, senza sentire che dall'altra parte c'è una minima gioia nel riconoscere ciò che stai facendo, e continuare così giorno dopo giorno...cosa che si verifica anche nella mia situazione, è ovvio che sta diventando esclusivamente una nostra necessità, un nostro bisogno...e in questo non stiamo osservando il bisogno di lui/lei. Perchè il loro messaggio è chiaro, visto che non ci cercano mai.
Ora la difficoltà sta proprio nel dare il giusto peso nell'attribuire tutti i loro comportamenti alla malattia. E questa è una percezione che solo tu sai e che puoi capire stando vicino a questa persona. Nel mio caso so che quasi tutto è dettato dalla depressione...perchè ci sono contrasti forti; un giorno dice di non fidarsi di nessuno, di non sapere se le sto facendo del bene o no...poi alcune ore dopo è totalmente diversa.
E' difficile, molto difficile riuscire a capire...proprio perchè la soluzione a tante cose per noi è lì...ma per loro è molto, molto più distante.
Vorrei dirti proviamo a passare qualche giorno lasciandoli entrambi in pace con se stessi...ci sentiamo, condividiamo le nostre sensazioni e cerchiamo di darci forza a vicenda, ma non so quanto sia giusto. Non credo ci siano degli schemi A,B o C da seguire...ognuno deve fare ciò che sente e con una persona in difficoltà non si usano tattiche. Tuttavia quando si va avanti in un determinato modo e le cose non cambiano e le situazioni negative persistono, bisognerebbe provare a cambiare. Sai il fatto che anche lui sappia che ogni giorno arriva una tua chiamata...è un pò come il sole, spunta tutti i giorni...nessuno di noi gli da poi così importanza. Quindi siamo proprio al limite se non nel mezzo di una dipendenza affettiva...perchè il nostro bisogno di sentirli, supera la loro voglia di starsene un pò in pace...e in fondo se ragioni bene passare qualche giorno senza farsi sentire non va a modificare il rapporto allo stato attuale, ma è solo una nostra apprensione, una nostra debolezza, legata al loro malessere proiettato ora su di noi. Quindi, anche solo per vedere una reazione...una semplice prova, si potrebbe anche fare questo piccolo tentativo.
Sono sempre stato dell'avviso che la lontananza fa diminuire le piccoli passioni, quelle di tutti i giorni, quelle di sapere giorno per giorno l'altro cosa fa...cosa pensa, chi vede e con chi a parlato, ma nello stesso tempo accresce le grandi passioni...i concetti importanti, i sentimenti.
Ma penso che qui la situazione sia così particolare che è giusto seguire il proprio istinto.
Se vogliamo star loro vicino però, dobbiamo essere capaci e per essere capaci dobbiamo formarci, dobbiamo cambiare...perchè se loro non cambiano un pò lo dobbiamo fare noi. Di errori ne ho fatti, anche se dettati dai sentimenti, ma se vogliamo star vicini a qualcuno che amiamo e che soffre dobbiamo farlo nel modo giusto. Qual'è? Bella domanda.
Non possiamo essere le persone innamorate, che cercano amore a tutti i costi che aspettano ogni piccolo gesto da parte loro come carica per andare avanti, perchè loro in questo momento non vogliono questo e non sono in grado di darci questo. La carica la dobbiamo trovare da soli, dentro di noi. Penso che l'unica possibilità sia essere una presenza discreta, senza pretendere nulla, senza voler per forza guarirli e senza far sentire la nostra fretta di vederli guariti. Essere una presenza amica, capire quando è giusto esserci con giusta caparbietà e sapere prendere la porta quando è il momento. Ma per fare tutto ciò dobbiamo spostare di un bel pò le nostre attenzioni su noi stessi. Concentrarci più su di noi, e trovare la forza in piccole soddisfazioni quotidiane, anche se non riesci a fare sport a dedicarti alle tue passioni, trova dei momenti di distrazione, delle piccole cose che ti fanno star bene e che siano per un attimo distanti da lui. Lo devi fare per te. Io sto cercando di fare questo, ho la fortuna di suonare uno strumento e ciò mi aiuta a pensare a me.
Un rapporto così assimetrico è veramente difficile da portare avanti e per la maggior parte è ridicolo, quanto assurdo...ma ognuno ha la sua situazione di fronte e i suoi motivi per lottare se è il caso e le sue valutazioni da fare se rinunciare o no.
Certo questa situazione non può andare avanti in eterno, non sarebbe giusto per nessuno.
Si può decidere di investire ancora un pò su di loro e vedere cosa succede, darsi dei termini...ma questa è una cosa molto personale.
La mia sensazione è che come se su di lei avesse nevicato, che ci sia una coltre, un freddo strato, ma lo so che sotto c'è ed è rimasto un bel prato verde...sta solo a me, come a te vedere se vale la pena aspettare che la neve sciolga...senza nessuna garanzia di cosa succederà anche se ciò accadrà certo, ma a stare vicino al freddo così scoperti come siamo...non può che portarci a forti raffreddori, per non parlare di congelamenti...quindi ci dobbiamo proteggere e fortificare in qualche modo.
Il problema è che la depressione implica l'illusione di momentaneo, temporaneo, passeggero e la mia paura delle sue chiusure è che in tal modo si fortifichino le fondamenta su cui costruire una patologia cronica. Ho letto tante cose e di consigli ne ho avuti di più svariati;...chi dice che non bisogna mollare, che bisogna fare più brecce possibili per evitare le chiusure, chi dice di stare in punta di piedi, chi dice di sparire.
Non lo so...ogni situazione è a se e ognuno deve ascoltare se stesso.
Concludo con una domanda. Ma tu gli stai facendo notare le tue difficoltà, le tue debolezze...le tue sofferenze nello stargli vicino? E' un dubbio che ho, ma che ho notato che nel mio caso è molto controproducente.
Ciao fammi sapere. Ti sono vicino.

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Messaggio  tea66 Gio Set 16, 2010 9:18 pm

stare vicino a chi è depresso è un grande sacrificio, ma chi è depresso e si sta curando ha bisogno di una persona che gli voglia bene. Secondo me stai facendo la cosa giusta anche se la strada è tutta in salita. La generosità è una virtù sempre più rara..... chi trova persone come te che si accontentano del poco che ricevono è fortunato.
Tantissimi auguri.....che la vostra storia vada a lieto fine.
tea

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