Scusate

Scusate se apro un nuovo topic, in fondo non ho niente di nuovo e di interessante da dire, ma sentivo il bisogno di scrivere....
Ho passeggiato un pò prima appena tornato dal lavoro. Bellissima giornata, un sole meraviglioso illumina e riscalda le colline che circondano casa mia e il paese dove vivo.
Camminando per le strade di campagna si incontrano tanti piccoli personaggi ognuno intento nel portare avanti un qualsiasi progetto o impegno.... si va dalla vecchietta che viene via dal suo orticello con gli attrezzi del mestiere ancora in mano e che rientra in casa per preparare la cena al suo marito brontolone, oppure si può incontrare il "salutista" di turno che si tiene in forma facendo la corsetta quotidiana con l'ipod alle orecche. Più avanti 2 bimbi che giocano a nascondino, un cane abbandonato che prova a guadagnarsi la cena facendo le feste a tutti i passanti e in sottofondo il romore di un vecchio trattore.... Tra tutte queste situazioni passo io. Ho due zavorre invisibili alle gambe e il sole non riscalda il mio cuore ormai rinchiuso dentro un guscio di tristezza dove niente riesce più ad fare breccia. Ognuno ha la sua vita, i suoi sorrisi e le sue ferite e si danna l'anima in un modo quasi commovente per portare avanti tutto quello che ha costruito e salvare ciò che non gli è ancora stato tolto. Ma prima o poi gli verrà tolto anche quello e tutti gli sforzi e i sacrifici fatti non saranno serviti a niente.
Sono dei giorni un pò particolari questi, sono da solo a casa per un certo periodo e la cosa mi offre molti spunti di riflessione. Mi sto abbandonando, soprattutto oggi, solo, senza nessun diritto e nessun dovere.... senza la voglia di pensare attivamente. Soltanto lasciando passare il tempo senza nessun orario definito... Credo che questa sia la fotografia esatta di quella che sarà la mia vita tra un pò di tempo... Una fotografia che fa piuttosto male da guardare.... Vorrei scappare ma sono un debole.... un debole senza la voglia di lottare, impantanato in delle sabbie mobili che lo stanno risucchiando inesorabilmente.

JulianRoss981 ha scritto:Scusate se apro un nuovo topic, in fondo non ho niente di nuovo e di interessante da dire, ma sentivo il bisogno di scrivere....
Ho passeggiato un pò prima appena tornato dal lavoro. Bellissima giornata, un sole meraviglioso illumina e riscalda le colline che circondano casa mia e il paese dove vivo.
Camminando per le strade di campagna si incontrano tanti piccoli personaggi ognuno intento nel portare avanti un qualsiasi progetto o impegno.... si va dalla vecchietta che viene via dal suo orticello con gli attrezzi del mestiere ancora in mano e che rientra in casa per preparare la cena al suo marito brontolone, oppure si può incontrare il

grande la vecchina.

JulianRoss981 ha scritto:"salutista" di turno che si tiene in forma facendo la corsetta quotidiana con l'ipod alle orecche.

che tristezza quei personaggi... vedi, tu camminavi, eri presente, vedevi gli altri, li consideravi, provavi sensazioni, in pratica tu durante quella passeggiata hai vissuto l'ambiente e le persone che ti circondavano, tu facevi parte della situazione. invece c'è chi non riesce a staccarsi i cavi nemmeno quando va a farsi la corsetta... altro che "salutista"...

JulianRoss981 ha scritto:Più avanti 2 bimbi che giocano a nascondino, un cane abbandonato che prova a guadagnarsi la cena facendo le feste a tutti i passanti e in sottofondo il romore di un vecchio trattore....

tutto molto bello, a parte il cane... ma magari invece che essere abbandonato era solo scappato un momento da casa, anche loro hanno voglia di farsi una passeggiata ogni tanto...

JulianRoss981 ha scritto:Tra tutte queste situazioni passo io. Ho due zavorre invisibili alle gambe e il sole non riscalda il mio cuore ormai rinchiuso dentro un guscio di tristezza dove niente riesce più ad fare breccia.

Alcune cose non le vedi non perché non ci sono, ma perché decidi deliberatamente di ignorarle. Il tuo interesse per chi ti sta intorno secondo me è segno che qualcosa fa breccia, e non sei chiuso come potresti credere.

JulianRoss981 ha scritto:Ognuno ha la sua vita, i suoi sorrisi e le sue ferite e si danna l'anima in un modo quasi commovente per portare avanti tutto quello che ha costruito e salvare ciò che non gli è ancora stato tolto. Ma prima o poi gli verrà tolto anche quello e tutti gli sforzi e i sacrifici fatti non saranno serviti a niente.

Considera la tua passeggiata, a volte il senso/importanza/valore del viaggio non è raggiungere la destinazione.

JulianRoss981 ha scritto:Sono dei giorni un pò particolari questi, sono da solo a casa per un certo periodo e la cosa mi offre molti spunti di riflessione. Mi sto abbandonando, soprattutto oggi, solo, senza nessun diritto e nessun dovere.... senza la voglia di pensare attivamente. Soltanto lasciando passare il tempo senza nessun orario definito... Credo che questa sia la fotografia esatta di quella che sarà la mia vita tra un pò di tempo... Una fotografia che fa piuttosto male da guardare.... Vorrei scappare ma sono un debole.... un debole senza la voglia di lottare, impantanato in delle sabbie mobili che lo stanno risucchiando inesorabilmente.

A volte bisogna stare un po' calmi, abbandonarsi, alle riflessioni, al silenzio, per poi avere la forza di riprendere. Considera quello che stai vivendo come un periodo passeggero, elabora dentro di te quello che devi elaborare, in modo che non ti metta i bastoni tra le ruote una volta ripartito, capisci dove vuoi andare, scegli la strada e parti. Ora come ora la tua mente potrebbe vietarti di fare altro perché prima c'è qualcosa che devi fare, forse c'è un conflitto interiore che devi risolvere, comprendere o accettare, prima di poter iniziare con quelli che credi potrebbero essere i tuoi affari, i tuoi interessi.

Per il momento cerca di stare su con la testa per evitare di affondare del tutto...

In effetti quando si sta male, la prima cosa è cercare di continuare a respirare, a resistere anche se fa più male che abbandonarsi.
Lo spaccato che hai fatto della tua passeggiata è molto poetico e mi ha fatto balenare alla mente quelle immagini in modo molto vivido. Sarà perchè anch'io sono una "campagnola"...

Nel tuo racconto ho percepito prima la poesia ed il desiderio di poter vivere le situazioni che vedevi e poi la disperazione che ti ha portato a ritenerle inutili ed insensate.
Non sei perso e davvero puoi riuscire a cambiare la situazione se vuoi. Provaci ancora perchè la vita racchiude in sè tante sorprese e non sempre sono brutte. Non sei morto, anche se qualche volte, l'avrai desiderato, e finchè uno è vivo può cambiare.
Cerca di prendere in considerazione l'idea di curarti. Un aiuto quando si sta male è necessario per risalire. Non ha senso gettare tutto senza prima aver tentato ogni strada percorribile; alla fine arrivi ad un punto dove ritornare è difficilissimo ma non puoi più neppure lasciarti andare. Allora cosa farai??

Abbandonarsi alle riflessioni penso sia giusto ogni tanto, purchè queste siano in qualche modo costruttive. Purtroppo questo non posso più considerarlo un periodo passeggero, credo sia il picco di un malessere che probabilmente mi porto dentro da più tempo di quanto pensassi. Su una cosa sono totalmente d'accordo con te mmm, cioè sul fatto del conflitto interiore... non so esattamente tra chi e cosa sia questo conflitto ma mi impedisce di sentirmi uguale a tutti quelli che mi stanno intorno, mi impedisce di avere dei sogni e delle speranze che un ragazzo della mia età dovrebbe quantomeno provare a coltivare.

Anthea da buona ragazza di campagna vedo che sai di cosa parlo. Sai mi sono rivisto molto in quelle figure che ho descritto.
Probabilmente è un problema un pò più grande di quello che pensavo fosse fino a qualche mese fa... sto provando a tenere su la testa, mi sforzo di uscire e fare cose anche se non ne ho assolutamente voglia. L'ultima cosa che mi posso permettere è rinchiudermi in casa... quello sarebbe solo l'inizio della fine. Solo che poi qualsiasi cosa faccia non mi lascia niente. La mia testa è impermeabile alle emozioni, come se non ne volesse provare, mentre il mio cuore vorrebbe sentirsi ancora vivo come un tempo... solo che non riesco a trovare la medicina gli faccia da defibrillatore.
Non mi sono curato, non ho fatto niente se non un contatto con una specialista. Ho solo fatto un enorme sforzo per provare a mascherare tutto.

Per chi e per cosa facciamo tutto quello che facciamo dalla mattina quando ci alziamo alla sera prima di chiudere gli occhi? Che senso ha farlo per se stessi, o meglio che senso ha se la cosa rimane fine a se stessa? E rimani lì a pensare a come fare ad uscirne, a fare quache disperato tentativo, mentre "le sabbie" ti tirano sempre più giù.

JulianRoss981 ha scritto:Abbandonarsi alle riflessioni penso sia giusto ogni tanto, purchè queste siano in qualche modo costruttive. Purtroppo questo non posso più considerarlo un periodo passeggero, credo sia il picco di un malessere che probabilmente mi porto dentro da più tempo di quanto pensassi. Su una cosa sono totalmente d'accordo con te mmm, cioè sul fatto del conflitto interiore... non so esattamente tra chi e cosa sia questo conflitto ma mi impedisce di sentirmi uguale a tutti quelli che mi stanno intorno, mi impedisce di avere dei sogni e delle speranze che un ragazzo della mia età dovrebbe quantomeno provare a coltivare.

oggi come oggi (ma diciamo pure negli ultimi 30 anni) è abbastanza facile crescere con la testa incasinata... anche i genitori più capaci devono negare la propria presenza a causa del lavoro, pure nel tentativo di non far mancare niente ai propri figli, molti crescono senza passare molto tempo con proprio padre, che magari oltre alle classiche 40 ore fa pure più straordinari che riesce, e sicuramente si perde qualcosa. la madre magari si fa tra le 20 e le 40 ore a settimana al lavoro, arriva a casa e deve cucinare, lavare, fare il bucato, è abbastanza probabile che anche lei non riesca a dare ai figli tutto quello che potrebbe, è comprensibile che non abbia la pazienza e la serenità necessaria a garantire loro un contesto senza preoccupazioni... e se nemmeno tua madre riesce a farti sentire amato incondizionatamente, allora partirai con un svantaggio enorme in confronto agli altri, perché dovrai imparare ad amarti e ad amare, dovrai imparare che l'amore non è una cosa che si guadagna facendo quello che gli altri ti chiedono, così ti puoi guadagnare la gratitudine, se va bene, ma l'amore è tutta un'altra cosa.

e qui siamo solo alla famiglia...

poi c'è la scuola, dove se non vai con i vestiti e le scarpe firmate allora sei "out", un marginale, magari pure simpatico, ma sempre un marginale, e questo inizia già dalle medie/elementari. c'è la scuola dove passare ~25 ore sui libri non basta, e questi scellerati ti riempono pure di compiti a casa, già dalle elementari pure qui... e se i compiti li fai, perché hai un'indole incline al dovere, allora poi ti rimane ancora meno tempo per giocare con gli altri, poi magari i soldi per mandarti a calcio non ci sono, quindi i pomeriggi li passi dalla nonna a guardare la televisione, fare i compiti, e se hai la fortuna di avere un fratello a giocare e litigare con lui.

esci dalla scuola convinto che è arrivato il tuo momento, che ora spaccherai il mondo, e invece ti rendi conto che quello che hai studiato è solo un gradino sopra all'inutilità, tutte quelle ore di sacrificio invane, per trovare lavoro la cosa più importante è conoscere qualcuno che ti può raccomandare, la seconda è avere la parlantina e saper fare chiacchiere senza senso, mentre le tue competenze, coadiuvate da un impegno costante, possono solo garantirti un posto da sgobbino, sotto il comando di gente che non sa fare altro che dire stronzate o peggio prendere m er da conto terzi salvo poi scaricarla su di te.

magari la tua situazione è diversa, ma se ti riconosci fin qui, e senti quel presentimento che ti manca qualcosa, forse quel qualcosa potrebbe essere l'amore, forse devi imparare ad amarti e ad amare gli altri, non perché se lo meritino, ma perché sei tu che li ami e basta. e a quel punto sarà per te un nuovo inizio, con nuove domande, nuove priorità, nuove prospettive.

JulianRoss981 ha scritto:Anthea da buona ragazza di campagna vedo che sai di cosa parlo. Sai mi sono rivisto molto in quelle figure che ho descritto.
Probabilmente è un problema un pò più grande di quello che pensavo fosse fino a qualche mese fa... sto provando a tenere su la testa, mi sforzo di uscire e fare cose anche se non ne ho assolutamente voglia. L'ultima cosa che mi posso permettere è rinchiudermi in casa... quello sarebbe solo l'inizio della fine. Solo che poi qualsiasi cosa faccia non mi lascia niente. La mia testa è impermeabile alle emozioni, come se non ne volesse provare, mentre il mio cuore vorrebbe sentirsi ancora vivo come un tempo... solo che non riesco a trovare la medicina gli faccia da defibrillatore.
Non mi sono curato, non ho fatto niente se non un contatto con una specialista. Ho solo fatto un enorme sforzo per provare a mascherare tutto.

Per chi e per cosa facciamo tutto quello che facciamo dalla mattina quando ci alziamo alla sera prima di chiudere gli occhi? Che senso ha farlo per se stessi, o meglio che senso ha se la cosa rimane fine a se stessa? E rimani lì a pensare a come fare ad uscirne, a fare quache disperato tentativo, mentre "le sabbie" ti tirano sempre più giù.

Perché vado avanti? Per me, prima di tutto. Ha tutto il senso del mondo adoperarmi per il mio bene e la mia felicità.
Per le persone che amo, perché se io sto male faccio stare male anche loro.
Per la società, l'umanità, che, nonostante tenti tutti i giorni di sfruttarmi, di prendere da me quanto più riesce dandomi indietro quanto meno possibile, ha comunque bisogno di me, come di tutti gli altri (qualcuno scrisse "Tutti sono utili, nessuno è necessario").
Per Dio, per la VIta, su questo pianeta come altrove nell'Universo, perché se la MIA vita non dovesse avere senso, allora nemmeno quella degli altri e di tutte le altre cose viventi ce l'avrebbe.

Un trucchetto per esercitarti a provare amore verso te stesso, magari funziona anche per te e magari no: cerca di immaginarti mentre ti osservi da fuori, dall'alto diciamo, in terza persona, come se fossi Dio o l'anima di un tuo antenato, che ti ama e ti vuole bene, non per i tuoi successi, non per il bene che hai fatto, non per le tue azioni, ma perché sei TU.

è stato bello leggere il tuo topic,quelle immagini,quelle atmosfere,hai un animo sensibile,non so di certo come sarà la tua vita ma gente come te potrebbe tirare fuori il suo colpo migliore e stravolgere tutto,chissà forse ne uscirai,forse sarai sereno un giorno,,,,
un abbraccio

magari la tua situazione è diversa, ma se ti riconosci fin qui, e senti quel presentimento che ti manca qualcosa, forse quel qualcosa potrebbe essere l'amore, forse devi imparare ad amarti e ad amare gli altri, non perché se lo meritino, ma perché sei tu che li ami e basta. e a quel punto sarà per te un nuovo inizio, con nuove domande, nuove priorità, nuove prospettive.

Non mi riconosco molto nei casi di cui tu hai fatto l'esempio, però devo dire che le parole che ho sopracitato me le sento calzare a pennello. La perenne sensazione di sapere che ti manca qualcosa, il sentirsi incompleto in qualsiasi contesto che spesso ti porta a pesare di non essere all'altezza della situazione, qualsiasi essa sia. Non so, credo che di prospettive in questo momento ne ho davvero poche per come sto gestendo la mia vita e per come la sto guardando scivolare via. Lo so che a 29 anni forse è un pò presto per pensare certe cose però è proprio questo che mi tormenta.

Perché vado avanti? Per me, prima di tutto. Ha tutto il senso del mondo adoperarmi per il mio bene e la mia felicità.
Per le persone che amo, perché se io sto male faccio stare male anche loro.

Questo è il punto caro mmm.... andare avanti per se stessi. Quando si rimane soli e non si è in grado di regalarsi almeno quel pò di serentita necessaria per andare avanti e affrontare gli ostacoli che la vita ti pone, che senso ha farlo? Che senso ha sbattersi, impegnarsi, sacrificarsi, farsi il culo ogni giorno... qual'è il motivo se questo non ti porta nessun beneficio, se non hai nessun obiettivo da raggiungere se non quello di vivacchiare perchè ormai siamo presenti su questa strana giostra che è il mondo? Ognuno ha il bisogno di lottare, sperare, piangere, conquistare qualcosa.... questo è quello che fa andare avanti l'umanità della quale parlavi tu nel tuo post.

gente come te potrebbe tirare fuori il suo colpo migliore e stravolgere tutto

X Marco....
Grazie, libero o meno di crederci ma le tue parole hanno fatto davvero effetto. Forse perchè mi hai toccato su un tasto molto particolare.... perchè in fondo con le tue poche parole hai tradotto in modo semplice e sintetico quella che è diventata l'ultima mia speranza. Solo che io non sono mai stato uno che fa colpi di teatro... anzi sono l'esatto contrario... però sapere che qualcuno può pensare che io ne sia capace (in modo positivo) mi ha fatto un pò piacere.

... ma davvero non capisco (sai alla mia età.. )!

Ma perchè non prendi in considerazione l'idea di curarti? Sei una bella persona, con delle potenzialità...
Tutti prima o poi abbiamo bisogno di aiuto.

Non lo so Anthea.... Negli ultimi 5/6 mesi ho pensato davvero seriamente, come non avevo mai fatto, all'ipotesi di farmi aiutare. Ho provato a capire che tipo di problema sia il mio, ho preso contatti con una specialista, ci siamo parlati, ma poi al momento di prendere un vero e proprio "appuntamento" non ne ho fatto di niente. Ho pensato anche al perchè di questa mia reazione. Probabilmente dentro di me ho la convinzione che non esiste una vera e propria terapia adatta. Io non ho crisi di panico, non ho momenti di mancanza di lucidità.... esteriormente maschero abbastanza bene tutto... convivo "soltanto" perennemente con questo senso di inadeguatezza e di inconcludenza. Mi sento spesso a disagio in posti o con persone che dovrebbero farmi tutto tranne che questo effetto. Non so spiegarti meglio di così, ho l'impressione di vivere sotto una campana di vetro trasparente, da dove posso vedere benissimo tutto, ma non posso partecipare attivamente a quello che ho intorno perchè sono bloccato sotto di essa. Ho mille paure, o in fondo una soltanto.

Se non ci provi non puoi saperlo, giusto?
Non dico che devi prendere medicinali, ma forse qualche incontro con un buon psicoterapeuta potrebbe darti quella spinta che ti serve per capirti e superare certi tuoi condizionamenti mentali.

Non sai quanto male possiamo fare a noi stessi inconsapevolmente, tanto da renderlo "usuale" nella nostra vita!

quello che hai scritto molte volte capita anche a me pur avendo un marito e una figlia.il fatto e che ci si sente talmente inutili e deboli che si pensa sia inutile andare da un terapeuta tanto non potrà far niente.sono solo scuse per non affrontare veramente il problema.te lo dico perchè è la stessa cosa che ho fatto io.purtroppo sono più brava a parlare che a mettere le cose in pratica però bisogna trovare anche una sola piccola forza e affrontare il problema

Ciao Keoma...
sarebbe una bugia se dicessi che non hai ragione su quello che hai scritto.
Serve molta forza e molta convinzione per cercare un aiuto. E serve altrettanta forsa per credere che questo possa in qualche modo centrare quelli che sono i problemi di una persona.
Purtroppo io in questo momento questa forza non la possiedo. Qualche tempo fa mi sono speso completamente in una cosa che non è andata a buon fine e da lì non sono più riuscito a ritrovare il filo conduttore della mia vita. Il fallimento che ho raccolto è come se mi avesse tagliato le gambe, mi ha tolto la voglia di "muovermi" e ha bloccato ogni mia iniziativa.
Non ho mai avuto problemi in vita mia e per questo mi sento fortunato.... la cosa peggiore che mi sia mai capitata però è sentirmi come mi sento da qualche anno a questa parte: un uomo a metà....

mi dispiace molto che tu ti definisca così.non credo propio che tu meriti una cosa così.so bene che tutti sono bravi a dare consigli e che si apettino che tu gli dia retta.ma so anche quanto sia difficile prendere in mano finalmente la propia vita.anchio molte volte mi dico "da domani deve cambiare,mi devo dare uuna mossa",poi il giorno dopo mi alzo e non cambia niente.quello che sto imparando ora e che devo cambiare si ma poco alla volta,perchè dopo tanti anni passati a stare così non si riesce tanto facilmente a rimettersi in carreggiata.se ti va raccontami altro di te per conoscerci un pò meglio

Credimi ultimamente non faccio altro che ripetermi che devo fare qualcosa sovvertire questa situazione in cui mi trovo... poi puntualmente lascio scorrere i giorni tra 1000 pensieri, paure e riflessioni. Qualche tempo fa ho investito molto di me stesso in una cosa che non è andata per il verso giusto. E' stata una delusione che non ho saputo assorbire soprattutto perchè mi è caduta addosso in un momento personale non molto bello. Da lì mi sono completamente bloccato, mi ha tagliato le gambe. Ho investito energie fisiche e mentali per far si che funzionasse. Io per mio carattere non sono mai stato un sognatore.... forse quello era l'unico sogno che mi sono concesso, o forse era l'ultima occasione che ho cercato di cogliere per uscire da questo torpore paralizzante.
Vorrei soltanto poter stringere qualcosa tra le mani prima o poi perchè in questo momento mi sento veramente incompleto.

Ho seguito anche la tua discussione e ho letto i vari interventi. Mi ha colpito molto soprattutto una cosa che hai detto e cioè la paura che provi per la tua bimba... non ho idea di cosa si prova perchè purtroppo non ho figli ma ho provato per un attimo a immedesimarmi nella situazione mi è sembrata davvero una cosa davvero atroce dover convivere con certi pensieri. Mi auguro però che la sua dolce presenza ti sia di aiuto e ti dia quella forza che spesso per noi stessi non riusciamo/vogliamo tirar fuori.

Non ho problemi a raccontarti altro di me, se vuoi puoi anche leggere alcuni miei post precedenti oppure scrivermi in privato.

ti ho mandto 2 messaggi privati dagli un occhio

ciao lorenzo,allora?