(mi presento) depressione: che ruolo dovrebbe avere un amico

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Messaggio  Elisewin Sab Giu 26, 2010 5:16 pm

Ciao a tutti, sono una ragazza di 24 anni e sto attraversando un periodo molto difficile.
Ho letto in punta dei piedi le vostre storie, e ho pensato di condividere con voi un pezzetto della mia, per sentirmi un pò meno sola.

Sono sempre stata una ragazza solare e di compagnia, e nonostante la mia poca fortuna con le amicizie ho sempre accettato bene anche i periodi di maggior solitudine, stavo bene con me e accettavo il fatto che momenti belli e brutti fanno parte della vita. All'inizio dell'anno però sono cambiate delle cose. Il mio ragazzo si è trasferito a 400km di distanza per studio, potendo quindi tornare molto poco, un'amica a cui tenevo molto si è trasferita in Cina, e avendo finito di frequentare l'università ho perso una quotidianità di persone a cui ero molto affezionata, e ciascuno ha preso la sua strada.
Sono fatti normali della vita, ma per qualche motivo mi hanno fatto crollare. Mi sono sentita improvvisamente senza nessuno, e incapace di stare da sola con me. Come se mi tenessi su appoggiando i piedi a dei supporti, e questi mi fossero stati tolti tutti insieme. Mi sono chiusa in me stessa e nel pensiero di non avere nulla di interessante da dare agli altri. Ho iniziato a stare sulle mie, non aver voglia di parlare, passare i giorni tra crisi di pianto e riflessioni più o meno lucide. Sopravvivevo non sapendo quasi che giorno fosse, non volevo più stringere rapporti belli nè condividere qualcosa di me, avevo costruito un muro.

A marzo ho iniziato 3 mesi di stage, non parlavo con nessuno ma non so bene come F. è venuto a parlare con me. All'inizio discorsi stupidi, poche parole. Poi piano piano mi sono fidata, ho sentito che mi capiva. Guarito dalla depressione, sopravvissuto per miracolo ad un tentativo di suicidio, è una persona che ora ama immensamente la vita, ma che non ha dimenticato come stava prima. E così un pò alla volta gli raccontavo tutto di come mi sentivo, e le risposte che mi dava mi piacevano, mi davano una speranza. Non stavo meglio, ma sentivo di potercela fare. E di aver recuperato un pò di fiducia nelle persone. Mi stavo convincendo che forse avevo davvero avuto solo sfortuna ad aver trovato persone che da un giorno all'altro ti lasciano a piedi senza un perchè. Sentivo di aver trovato un amico, che la profondità dei discorsi che avevamo affrontato significasse che lui era una persona su cui potevo contare.
Poi lo stage è finito e io ci ho sofferto per l'impossibilità di continuare a parlare con lui, perchè c'erano tante cose ancora che volevo tirare fuori e lui era l'unico che mi faceva riflettere e capire.

Ma ora da qualche settimana mi ha lasciata a piedi. Con un discorso che non fa una grinza. Non mi posso appoggiare a lui per tirarmi su: lui mi ha parlato, mi ha detto delle cose, ma ora sta a me darmi una svegliata, o non ce la farò mai. Da quel momento ha smesso di esserci, e sono di nuovo sola con me stessa. Con un sacco di riflessioni che però non so mettere in pratica, e ho ricominciato a stare male forse più di prima.
Perchè ho visto che una via d'uscita può esserci, e mi chiedo perchè io sia così debole da non riuscirci.
Perchè una volta in più qualcuno si è allontanato da me nonostante io ci avessi messo l'anima.
Perchè penso di valere zero, e non riesco a stare bene da sola, anzi sto peggio.

Mi chiedo tutti i giorni fino a che punto F. abbia ragione. Se il suo lasciarmi, ad un certo punto, nel mio brodo, sia un gesto di grande amicizia o tutto il contrario. Ora non ho amici, ma ho sempre pensato che il ruolo di un amico fosse quello di esserci...perchè io credo che ci sarei, e lo odio per questo.

Scusate lo sfogo. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, su tutto, se vi va...

Elisewin

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Messaggio  Death_in_June Sab Giu 26, 2010 5:40 pm

Ah.... quante volte mi è successa la stessa cosa... contare su amici, dargli l'anima e poi vederli scomparire nell'aria....Un senso di inadeguatezza opprimente che ho faticato a lasciar andare, e solitudine, a periodi davvero prepotente, che scandiva le mie giornate...
Ho imparato forse una delle lezioni più dure della vita, quella di essere utile ma non indispensabile....che per le persone sensibili come posso essere io o anche tu è qualcosa di davvero difficile da capire...
Amicizia vera, come l'amore vero, sono sentimenti molto difficili da trovare e da mantenere nel tempo...tutti sono presi egoisticamente dalla propria vita e molte volte presi dalla rotuine o dai problemi dimentichiamo di "prenderci un po' cura" anche degli altri...
Per la mia visione "antica" io per un amico sincero sarei sempre presente, ma non sempre si può pretendere che gli altri abbiamo la nostra stessa sensibilità nell'interessarsi al prossimo...
Al momento attuale ho alcune conoscenze, ma amicizie da definire tali, nessuna...
Ho smesso di starci male perchè sto cercando di prendere tutto in maniera meno intensa e problematica.
Cerca di prendere il meglio dalle persone che conosci, come ad esempio questo tuo ultimo confidente, prendi la sua assenza come una prova da superare nei confronti della vita...per "irrobustire" il tuo carattere e livellare la tua fragilità... perchè la vita è un percorso molto difficile e molto spesso per maturare ci mette di fronte a situazioni molto difficili da accettare e superare.

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Messaggio  Pavely Sab Giu 26, 2010 7:51 pm

Io mi chiamo Paolo, sono di Roma, ho 33 anni, e mi rispecchio, immensamente, nelle tue parole.

Mi sento come te.

E nei forum in cui ho scritto... sì... emergono le stesse emozioni che provi... le stesse difficoltà...

Così, sono spinto a pensare perché... Perché mi rispecchio in ogni tua singola parola? Perché ogni cosa che hai scritto riverbera la luce di ciò che ho visto e vissuto?

(Non saprei dirtelo).

Dunque... ti scrivo per darti un feedback.

Cosa io ho provato leggendoti.

Io ho pensato ad uno schema (sono una persona molto razionale... logica).

Mi sono chiesto, cioè, quali siano i bisogni di ognuno di noi. Quali bisogni abbiamo? E come reagiamo se non possiamo soddisfarli?

(Un momento di riflessione...).

Io penso che ognuno di noi abbia sei bisogni fondamentali.

1.Amare.

2. Educarsi.

3. Tollerare.

4. Giudicare positivamente.

5. Esprimersi con il proprio corpo.

6. Toccare il corpo altrui.

Dunque... tu ami. Sai amare. Sei una ragazza piena d'amore...

Sicuramente sei educata. Ami leggere... ami pensare... ami esprimerti.

Ti percepisco come una ragazza molto tollerante (hai quella che si chiama r e s i l i e n z a... capacità di vivere nelle difficoltà)... sei stata ferita, abbandonata... te ne chiedi la ragione... però sento, percepisco, che, pur timida, tu non critichi mai le persone per come appaiono. Vuoi capire.

Smile

Poi c'è il fatto del giudizio positivo per il mondo. Sento che ami il mondo... (perché negarlo?). Le grandi cascate... le distese oceaniche... le barriere coralline. Sai che nel mondo c'è una grande bellezza... e ti piace. Ne sei felice.

Andiamo avanti...

L'espressione corporea.

(Ahi...).

Il bisogno di toccare l'altrui corpo...

(Ahi...).

Non so dirti perché...

Leggendoti mi sembra che questi due bisogni f o n d a m e n t a l i rispecchino le tue difficoltà.

Non ti conosco, è chiaro... però, se penso a te... mi chiedo: senti di essere e s p r e s s i v a? Chiudo gli occhi...

Immagino un teatro. Un'attrice cubana che danza e recita su di un palco di assi di pino. Potresti recitare lì? Potresti e s p r i m e r e ciò che provi con il corpo?

(Mi mordo il labbro inferiore).


Sì...

Sì, penso di sì...

C'è anche il grande bisogno di essere toccata, abbracciata, di sentire il profumo e l'odore dell'altro corpo. Lo hai soddisfatto nel passato? Ad esempio: quando avevi bisogno di abbracciare tuo papà... lo facevi?

(Secondo me... sì).

Io, Paolo, nel tuo post leggo un grandissimo bisogno di fisicità.

Non di amicizia in sé... (Sento davvero che tu abbia capito dell'amicizia).

Con le persone, certo, ami parlare. Ami dialogare... fare cose... ma se una persona a cui vuoi bene ti stringe in un abbraccio, ad esempio, come ti senti?

Senza dire nulla.

Oppure, quando, la mattina, in cucina, illuminata solo dalla luce che viene dalla porta-finestra e dalla luce sopra i fornelli, guardi l'alba... cosa desideri?

E' difficile dirlo.

Ma ci sono persone che amano comunicare con il corpo.

Che sanno d a n z a r e.

Che sanno muoversi.

Che sanno esprimersi.

Io ti percepisco così.

Ma quando sei con le persone... senti di dover p a r l a r e.

E provi ansia.

Io vorrei dirti questo: perché non accettarti per come sei?

Smile

TI stringo in un abbraccio...

(E' un momento difficile...)

(Stringi i denti).

Smile


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Messaggio  merla Sab Giu 26, 2010 8:40 pm

Scusate ma faccio un'ipotesi, che rappresenta un po' il modo in cui mi sento io a volte in certe situazioni.

In generale, e forse neanche nei momenti di maggiore sconforto, non credo di essere stata lasciata a piedi da amici o quant'altro. Ovviamente nei momenti difficili è naturale anche che i nodi vengano al pettine e uno capisca magari chi è un buon amico di cui fidarsi e chi magari invece è poco più di un conoscente sul quale non si può fare affidamento. Però non ho avuto questa sensazione di abbandono...probabilmente perché in modo più inconscio e senza grosse spiegazioni a volte sono stata io ad abbandonare.
Al di là delle situazioni di vita (trasferimenti e cose varie) che sono avvenimenti normali prima o poi, capita a volte che un rapporto non "quagli più", e allora capita più o meno apertamente di allontanarsi.

Inoltre, e volevo arrivare qui, per un amico avere a che fare con una persona depressa non è sempre facile: da una parte è vero che le amicizie non sono soltanto rapporti superficiali con cui uscire, ridere e scherzare, ma è fondamentale che siano anche questo. L'amicizia è la relazione più disinteressata che possiamo costruire, non ci sono obblighi, non ci sono doveri di presenza: se l'amico può, quando può, c'è, se non può, va bene lo stesso; quindi in un rapporto di amicizia io credo sia determinante passarsi del "buon tempo" insieme, cosa che è in assoluto molto difficile quando uno dei due è depresso.
E allora può anche accadere che l'amico, che è magari disponibile a farsi uno sbattone alle 4 di mattina quando c'è bisogno, però non sia disponibile sempre e solo ad essere la presenza che aiuta.
E allora magari dopo un po', inizia a pensare che "sì, ok, se ha bisogno ci sono, ma non sono una macchina, non sono uno psicologo, non l'ho sposato/a, non sono sua padre o sua madre....quando torno a casa dal lavoro magari preferisco bermi una birra con Tizio che mi fa passare una serata leggera, piuttosto che star vicino a Caio che continua a essere depresso e continua a chiedere i miei consigli"

Oltretutto qui parliamo di una persona che la depressione l'ha avuta....io sono a metà strada, e se devo essere sincera la compagnia di molti depressi, che sono giù, che si lamentano, vedono tutto nero ecc. ecc. la reggo per 5 minuti. Reggo per 5 minuti il mio ragazzo, quando fa così, quando a far così sono le mie amiche, rimando aspettando tempi migliori.
Ma non è cattiveria....è anche che, forse non ci hai mai pensato, tante volte non solo è inutile dar consigli a un depresso, ma è anche nocivo per chi li dà. In compagnia di persone che stanno male, poi finisce che inizio a star male anche io...è una cosa che io e una mia carissima amica abbiamo imparato tanto tempo fa: se stiamo troppo male, ci evitiamo, altrimenti una butta giù l'altra e il risultato è pessimo.

Non potrebbe essere andata così con F.?
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Messaggio  mmm Dom Giu 27, 2010 12:53 am

x Elisewin

E' interessante confrontare le proprie esperienze con quelle degli altri.

Le persone a volte fanno delle scelte che ci mettono da parte. Il tuo ragazzo ha scelto di trasferirsi a 400 km. La tua amica si è trasferita addirittura in Cina.

Non devi pensare che sia causa tua se questi ti hanno abbandonato. Al contrario, tu non avevi voce in capitolo. Forse ti sei affiancata a persone un po' troppo con la testa tra le nuvole, senza radici, senza spirito di appartenenza. Sono difetti loro, non tuoi. Se hanno passato del tempo con te, è perché hanno ritenuto che tu fossi degna del loro tempo, e questo non è cambiato, quello che è cambiato è che questi hanno deciso di sacrificare una sfera della propria esistenza (l'amore uno, l'amicizia l'altra), questo per rincorrere un loro sogno, o per soddisfare quelle che percepivano come necessità di suprema importanza.

Sul nuovo amico ex-depresso, non ti devi dannare più di tanto. A mio avviso la depressione lascia dei segni. Questa persona probabilmente ha una sensibilità e un modo di pensare tutti suoi, cioè abbastanza strambi e impenetrabili per noi che siamo fuori dalla sua testa. Comunque, possiamo ipotizzare che lui non abbia deciso di stare lontano da te, ma potrebbe aver deciso di non voler avere delle amiche, potrebbe preferire stare da solo o avere delle frequentazioni effimere e occasionali, mentre magari il rapporto tra voi due stava diventando troppo profondo e impegnativo, quindi lui non è che ha voluto privarsi di te, questo, ancora una volta, è stata una conseguenza, un costo, magari pure di un certo rilievo, ma la sua decisione riguardava la sua vita, cioè evitare frequentazioni troppo profonde, magari questo ha trovato il proprio equilibrio nella solitudine e li vuole stare.

Non ti scoraggiare, non accanirti su un unico oggetto di interesse, cerca di rilassarti, goditi la compagnia delle persone che incontri, adoperati per incontrare persone con cui passare dei bei momenti.

A volte noi ci facciamo un'idea di come ci piacerebbe che fossero le cose, ci illudiamo che la realtà corrisponda a questo nostro ideale, e poi ci deludiamo quando non riusciamo più a nascondere il fatto che la realtà non corrisponde al nostro ideale. Invece forse dovremmo cercare di comprendere la realtà e di godere delle cose buone che questa ci offre.

Col tuo ragazzo hai passato dei bei momenti. Non hai ragione di soffrire.
Con la tua amica idem.

Tu non stai soffrendo per quello che è stato, ma per quello che non è stato.
Se qualcosa "non è stato", vuol dire che te lo sei immaginato, quindi la tua sofferenza è una tua ideazione.

Non fraintendermi, non sono un marziano, anche io soffro per quello che è non stato, e che avrei voluto che fosse.

Ma il tempo non si ferma, certe relazioni si esauriscono, e non ha senso perderci altro tempo.

Arriva a volte il momento di voltare pagina.

Qualche momento di melanconia ci sta pure bene, ti ricorda che hai un passato, che hai vissuto, che sei esistita, però poi bisogna mettere da parte il passato e vivere il presente, essere PRESENTE, qui e ora, non in una storia ormai finita, non in un futuro tutto ipotetico, o in un sogno improbabile, la vita è questa, il mondo è a tua disposizione, ci puoi giocare, puoi farne quello che vuoi, esso non ne risentirà, tu invece a volte avrai dei bei momenti, a volte te la passerai dura, ma sarà sempre meglio che stare alla finestra a guardare gli altri che combattono le loro battaglie, o che giocano ai loro giochi, mentre tu ti annoi.

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Messaggio  mmm Dom Giu 27, 2010 1:32 am

Death_in_June ha scritto:Per la mia visione "antica" io per un amico sincero sarei sempre presente, ma non sempre si può pretendere che gli altri abbiamo la nostra stessa sensibilità nell'interessarsi al prossimo...
Al momento attuale ho alcune conoscenze, ma amicizie da definire tali, nessuna...
Ho smesso di starci male perchè sto cercando di prendere tutto in maniera meno intensa e problematica.
Cerca di prendere il meglio dalle persone che conosci,

Per me un amico era come un fratello, avrei messo a rischio la mia vita per salvare la sua.

Nove anni circa, un amico dopo avermi portato in giro per il suo paese per ore, inizia a farneticare di aver visto dei cani randagi e scompare. Ritrovo la strada di casa andando per "impressioni" e per caso. Non ho visto alcun cane, e dal quel giorno non ho più frequentato il centometrista.

Qualche anno dopo, il mio migliore amico, con cui passavo i pomeriggi dai tempi dell'asilo, mi mette in secondo piano dicendo qualcosa tipo "sei tu il mio migliore amico, ma teniamolo tra noi se no X se la prende a male".

Qualche anno dopo, il nuovo amico infrange la prima regola del fight club... :-) lui più vecchio di me e sua mamma che mi viene a dire di non menarlo... solo per un tibia contro tibia che ci era scappato mentre giocavamo... lasciato andare pure questo...

Qualche anno dopo, il nuovo amico, di cui adottai pure la combriccola, mi pubblicizza dell'erba dicendo che non mi avrebbe fatto chiudere in me stesso come le altre ma che mi avrebbe fatto divertire spensierato... quella fu l'ultima volta che mi vide...

Qualche anno dopo, il nuovo amico, di cui adottai pure la combriccola, prende troppa confidenza e inizia a sfottermi troppo spesso (questo accadde perché io ero stato troppo bonaccione e lui troppo ubriacone), questo oltre che infastidirmi andava contro i miei propositi di conoscere delle ragazze. Pure lui da un giorno all'altro non mi ha più visto, senza avvisi e dichiarazioni.

Qualche anno dopo, un amico sfascia la (nuova) combriccola, accusando uno di noi di spingerci sempre a fare quello che vuole la sua ragazza. Scelgo lo schieramento preso da una persona per cui ho un debole (ormai abbandonata pure lei), che casualmente coincide con quello "del separatista". Questo stesso amico "separatista" dopo alcuni anni diventerà lo zerbino della propria ragazza, e si farà vedere tre o quattro volte l'anno.

Qualche anno dopo, rissa, o forse meglio dire aggressione, comunque noi tre gli altri una quindicina, io perdo gli occhiali e non distinguo più i volti, quindi io mi trattengo tra gli aggressori continuando a prendere botte per cercare di capire che fine avessero fatto i miei amici. Non mi era passato nemmeno per l'anticamera del cervello: se l'erano filata a gambe levate senza voltarsi indietro. Solo per fortuna e per clemenza me la cavai bene, solo delle escoriazioni alla spalla, ferita al labbro, qualche graffio/livido e una momentanea allucinazione (piccoli punti colorati sparsi, breve durata, tipo 5 o 10 minuti). Questi due amici me li sono tenuti, anche se uno è il "separatista" di prima e lo vedo raramente.

Questi sono gli episodi che mi vengono in mente ora.

L'esperienza di una vita mi ha suggerito che il mio concetto di amicizia fosse PARECCHIO DEVIATO e che fosse decisamente da RIDIMENSIONARE...

mmm

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Messaggio  merla Dom Giu 27, 2010 12:21 pm

mmm ha scritto:

L'esperienza di una vita mi ha suggerito che il mio concetto di amicizia fosse PARECCHIO DEVIATO e che fosse decisamente da RIDIMENSIONARE...

O forse il problema è che non c'è UN concetto di amicizia, ma ci sono un mare magnum di rapporti umani, e ognuno corrisponde a un "concetto" diverso, da ridefinire per ogni persona con cui si ha a che fare.
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Messaggio  Pavely Dom Giu 27, 2010 12:25 pm

(Quoto...)

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Non tutto è bianco... e non tutto è nero...
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Messaggio  mmm Lun Giu 28, 2010 6:51 am

merla ha scritto:
mmm ha scritto:

L'esperienza di una vita mi ha suggerito che il mio concetto di amicizia fosse PARECCHIO DEVIATO e che fosse decisamente da RIDIMENSIONARE...

O forse il problema è che non c'è UN concetto di amicizia, ma ci sono un mare magnum di rapporti umani, e ognuno corrisponde a un "concetto" diverso, da ridefinire per ogni persona con cui si ha a che fare.

ok ma allora perché ci riferiamo a questi rapporti con la parola "amicizia"?

mmm

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Messaggio  merla Lun Giu 28, 2010 7:01 am

Perché se non avessimo dato un nome alle cose/concetti non riusciremmo più a parlarci tra di noi. :-)
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Messaggio  anthea Lun Giu 28, 2010 5:03 pm

Anch'io credo che ci siano vari livelli di amicizia.
Dipende sempre da come sei tu e da come sono gli altri. Devi capire fino a che punto questa persona ti può dare e regolarti di conseguenza. La cosa in sè è molto difficile ed è lì che becchiamo le tranvate nei denti!

Io di amiche vere ne ho trovata una. Anche lei però non è di quelle sempre presenti perchè ha poi la sua famiglia e i suoi problemi, però so che se avessi bisogno non avrei che da telefonare.

Un'ultima cosa: non bisogna esagerare nell'appoggiarsi o nello sfogarsi con gli altri. Io facevo da spalla ad un'altra amica che ritenevo "migliore". Risultato, lei non ha risolto nessuno dei suoi problemi e, quando giocoforza è stata mollata, ha rotto pure con me. Cioè mi ha subissato per un anno intero, io sono stata lì a cercare di consigliarla... e lei mi pianta in asso perchè l'ho consigliata troppo!! In pratica ha recepito i miei consigli come un modo per farle fare quello che volevo io!!!
Come se me ne cag...sse qualcosa della sua storia!! Evil or Very Mad Mah....

Quindi star vicino sì, ma un rapporto costante di aiuto psicologico no. Quello lo deve fare un professionista!
Gli amici servono per uscire e divertirsi e/o passare il tempo. Questo è il compito principale di un amico.
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