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Messaggio  Ospite Mer Mar 03, 2010 10:39 am



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Messaggio  merla Mer Mar 03, 2010 8:46 pm

e innanzitutto benvenuto!!

Sarei tentata di iniziare con un polpettone: che i farmaci per 2 mesi non servono a niente, che l'autodiagnosi è la peggior cosa da fare, ecc. ecc....ma visto quanto hai letto e quanto ti sei informato direi che sarebbe un'inutile ripetizione di concetti che già conosci. :-)
Allora comincio con darti ragione: non c'è una depressione, e il famoso DMS IV (o V chi sa) è totalmente inutile ai fini del malato. è una banale classificazione come tante altre con lo scopo (e l'utilità) di dare un nome alle cose simili, in modo che coloro che se ne occupano possano capirsi tra loro quando si confrontano.
Come il linguaggio, o la matematica che hanno un'utilità fondamentale ai fini della comunicazione e del confronto, ma non sono altro che modelli di una realtà in continua evoluzione.
Anche la psichiatria, la medicina in generale e la psicologia, considerate come "scienze" non sono altro che modellizzazioni di qualcosa che in sé non può avere un modello che lo rappresenti completamente. Ci sono libri e libri di epistemologia che hanno sviscerato in lungo e in largo questo concetto.
Tornando a bomba.....accettare questa realtà non significa condividere il nichilismo.
Forse il tuo nichilismo, la tua desolazione, la misantropia, non sono altro che barriere che tu hai creato per difenderti da un passato troppo doloroso. Più che umano alla tua età, quando cerchiamo ancora le certezze, e non abbiamo ancora gli strumenti per difenderci dalla sofferenza. Ma forse la depressione e tutte le sue manifestazioni psichiche e fisiche non sono altro che la manifestazione dell'esigenza di buttarle giù queste barriere, perchè non è umano vivere nel distacco.
è umano scherzare su scemenze, provare gioia e dolore, rabbia, amore e odio, e possiamo celarci dietro barriere sempre più grandi ma non riusciremo mai a costruirne di abbastanza grandi, perchè avremo sempre dei punti dove prima o poi qualcuno o qualcosa arriverà a toccare. Sono solo castelli di carta, ma dei quali si paga sempre il conto. e più è alto il castello, più è salato il conto.
Allora, qual è il punto più fragile delle tue barriere?
Forse potresti cominciare da lì......

Al di là di questo.....gli antidepressivi si prendono per 6 mesi un anno almeno, i migliori risultati sono dati da farmaci + psicoterapia, i disagi psichici sono ormai molto spesso guaribili o quantomeno se curati permettono una vita soddisfacente...ma tutte queste cose le sai, no? :-)

Ale
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Messaggio  anthea Mer Mar 03, 2010 10:27 pm

Merla ti vuole far riflettere senza darti dell'immaturo, perchè non vuoi essere giudicato.

Invece io, che sono una "vecchia" mammina, mi permetto di dartelo.
Hai letto tanto, ma non so cosa! Ogni depresso di questo forum sa che è ridicolo prendere le medicine per due mesi! A me il primo mese mi hanno fatto peggiorare e nel corso del secondo ho iniziato a stare male come prima! Se mi fossi fermata ora non sarei qui a scrivere così.
Invece dopo tre mesi ho ricominciato a stare bene.

Ti consiglierei quindi di cambiare letture e anche medico. Mi spiace dirtelo, ma i neurologhi (anche se sono abilitati a farlo) non possono curare i disturbi depressivi con profonda cognizione di causa.
Mia madre è stata in cura per anni da un neurologo fino a che ha cominciato a sragionare... poi si è rivolta a dei versi specialisti ed ora sta bene da più di dieci anni, anche se ci è voluto molto tempo.
Il fatto che tu abbia avuto un'infanzia poco felice non sorprende con i problemi familiari a cui hai accennato e quindi non credo proprio che tu sia destinato ad un'esistenza da depresso cronico per tua indole innata. Io ho due figli e proprio perchè sono consapevole di quanto la loro crescita sia influenzata dall'ambiente familiare, non ho mai palesato davanti a loro la mia depressione e quando ho capito che non l'avrei potuta tenere nascosta ancora per molto ho deciso di cercarmi una struttura adeguata che mi potesse aiutare davvero.
Tua madre si è mai curata sul serio?? Molte persone tendono a considerare inutile qualsiasi tentativo di cura e non si rivolgono ai medici. O se ci vanno finiscono in mani sbagliate ma non si spostano credendo che la colpa sia loro o che non ci sia cura.
Invece la cura c'è. E va dosata in capo al paziente proprio perchè ognuno, come giustamente sostieni tu, ha delle particolarità sue proprie.
Riguardo alle letture filosofiche, mi spiace, ma non sono sicuramente ciò di cui hai bisogno ora. Già è difficile ragionare su temi importanti quali l'esistenza ecc. a mente serena, ma se uno è depresso, a quali conclusioni potrà mai arrivare? E' come chiedere ad un sordo di descrivere la musica.

Ti esorto veramente a prendere in considerazione il consiglio di Merla sull'intraprendere un percorso terapeutico su due fronti (medicine e psicoterapia) e ti invito, visto che ami leggere, alla lettura di: "Rompere gli schemi della depressione" di Yapko.

Per stare meglio ci vuole il coraggio di rimettersi in gioco e questo te lo dico da depressa che ha iniziato a 18anni e non si è curata subito. Ora ne ho 40 ma sono riuscita ad avere la mia vita pur con alti e bassi. E rimango ancora positiva...! Razz

Pensaci, ti prego.
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Messaggio  Ospite Gio Mar 04, 2010 1:57 am



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Messaggio  merla Gio Mar 04, 2010 7:15 am

Sad ha scritto: Per il resto preciso che non ricerco certezze, non ne ho bisogno, sono mere illusioni... E per quanto mi riguarda il distacco è quanto di più alto l'uomo possa raggiungere.

Già queste affermazioni mi paiono due certezze enormi, quindi...

Sad ha scritto:In seguito mi dispiace per anthea, ma temo che certe problematiche non spariscano con psicofarmaci e psicoterapia (per ciò che concerne la mia depressione). Evidentemente non abbiamo una mentalità, un pensiero e un carattere simile.


Ordunque Andrea....che tu e Anthea non abbiate un pensiero simile e probabilmente neanche una mentalità, credo che sia abbastanza fuori discussione già dalle poche righe che hai scritto ma, che c'entra?
'sta volta invece di aggirare l'ostacolo vedo di essere un po' più diretta: al di là delle tue convizioni filosofiche, quand'anche veramente fossero pura cultura e razionalità, tu ci parli di sintomi comunissimi a quasi tutte le persone che soffrono di depressione sia pur ognuno con le sue diverse storie e diverse personalità: disturbi del sonno, disturbi alimentari, lentezza nei movimenti e nel pensiero, disperazione, pensieri e tentativi di suicidio, lievi ossessioni-conpulsioni, ansia, il ritenere tutto vago, il ritiro dai rapporti sociali, etc. etc.

Questo non c'entra nulla con la filosofia o le letture: uno può essere nichilista fino all'osso e passarsi ogni sera a far l'alba all'osteria con amici, divertirsi, passarsi bene il proprio tempo e godere a livello emotivo delle piccole cose. Ci si può alzare al mattino vedere una bella giornata, rendersi conto che è solo un altro giorno in cui verrà aumentata l'entropia dell'universo, e al tempo stesso essere di buon umore perchè il sole ci mette di buon umore.
Quindi...capiamo di cosa parliamo: di filosofia o della tua depressione?
Se parliamo di filosofia andiamo negli off-topic perchè siamo fuori tema, se parliamo del tuo disagio emotivo allora risulta evidente che:

- fai autodiagnosi, cosa che non sei in grado di fare a) perché non sei un medico b) perchè i disagi emotivi distorcono la percezione e la razionalità delle persone e non lasciano la lucidità adeguata per fare autodiagnosi, neanche fossi un medico
- finora non ti sei curato seriamente, quindi non puoi sapere dove ti porterebbe un percorso del genere
- non ti sei informato adeguatamente, sennò saresti perfettamente cosciente dei punti di cui sopra
- non conosci poi così bene né medici, né psicoterapeuti, perchè difficilmente un medico serio o uno psicoterapeuta esperto userà le classificazioni dei DSM o dei libri per farti una diagnosi. La diagnosi a me l'hanno fatta solo perchè mi serviva per l'esenzione dal ticket, ma la realtà è che ogni curante con un po' di esperienza sa che ogni persona è un caso a sé, con una propria storia, e una percorso farmacologico e/o terapeutico che va ritagliato ad hoc. Le considerazioni che io posso aver riportato all'epistemologia, loro le vivono tutti i giorni con la loro esperienza lavorativa.

Quindi...tu temi che che le tue problematiche non si risolvano o non migliorino con una cura adeguata? In base a cosa hai questa convinzione? Hai provato?
Proprio perché nei libri non c'è la risposta per te, cosa che affermi tu stesso, l'unica alternativa che rimane, sempre che tu lo voglia, è provare empiricamente, magari scendendo di qualche gradino e lasciando che sia qualcuno che lo fa di lavoro, a dirti che cos'hai e come si può risolvere. Fidandoti insomma.....cosa che evidentemente non è semplice, ma non per filosofia, non è semplice come non lo è stato per nessuno noi durante i periodi depressivi.

Guarda che l'abbiamo pensato tutti in un qualche momento che la nostra sofferenza fosse "speciale" e la tentazione di cullarci in questa nostra ""particolarità"" è anche comune a tutti: sono depresso perchè penso troppo, sono depresso perchè il mondo è vano e/o superficiale ed io troppo sensibile, sono depresso perché riesco a vedere quello che altri non vedono....ognuno supportando queste affermazioni in base al proprio grado di cultura, di razionalità, e di contatto con la propria parte emotiva. Poi quando ci si inizia a curare, uno spesso si rende conto del tempo perso a ballarci il tip tap attorno con le proprie elucubrazioni e il tentativo di dare una maggiore nobiltà alla propria sofferenza.

La depressione ha anche questo grosso difetto: è un'entità autorefenziale, che volendo si autoalimenta per anni e anni, finché un qualche evento (che può essere una persona che al momento giusto ti dice le cose come stanno, ma può anche essere un TSO) non ti ci mette davanti brutalmente.
Se tu per il momento vuoi continuare ad alimentare questo autoreferenzialismo e non vuoi (o non ti senti di) provare ad affrontare certe problematiche preferendo cullarti nella convinzione che per te non c'è soluzione, liberissimo. Non sperare di convicerci che la tua strada è l'unica percorribile, perchè siamo più vecchi di te e ci siamo passati prima di te. Almeno raggiungici in termini di esperienza vissuta di tentativi/ricadute/nuovi tentativi e dopo forse ci convincerai. ;-)

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Messaggio  Ospite Gio Mar 04, 2010 9:54 am



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Messaggio  anthea Gio Mar 04, 2010 12:34 pm

Lo spero fortemente che io e te non siamo uguali! Perchè sarebbe terribile trovare un'altra me!! Twisted Evil

I tuoi assolutismi sono tanto adolescenziali quanto inappropriati davanti alla realtà. Tu non mi conosci, non abbiamo scambiato neppure due parole e già sei sicuro che non siamo compatibili.
In un certo senso ti invidio! Come fai ad essere così sicuro di te?!

Ad ogni modo, anche fosse vero, il tuo enunciato pare come un'esclusione: "inutile che io e te ci parliamo, tanto siamo troppo diversi e tu non potresti mai capirmi."
Chi l'ha detto che, se anche siamo diversi, io non potrei mai capirti? Mah...
Intanto ci siamo trovati concordi già in due cose... incredibile!! Razz

Tutti i pensieri che hai fatto, seppure non con il tuo medesimo approfondimento letterario, sono comuni a tutti quelli che soffrono di depressione, me inclusa.
Quando stavo male, ed ogni tanto anche ora, mi guardavo intorno e vedevo solamente dolore, opportunismo, miseria e povertà di valori. Il mondo mi pareva una valle di lacrime e mi chiedevo perchè affannarsi a vivere questa vita senza senso. Tante volte ho pensato che sarebbe stato meglio se non fossi neppure nata. Mi sentivo una persona fragile e fuori posto; in mezzo a tanti vincenti, io ero una sfigata di verghiana memoria.
Ora che ho quarant'anni e parlo con le persone normali che mi circondano, vedo che ognuna si porta appresso, oltre alla felicità, anche il proprio bagaglio di sofferenza privata, patimento magari cammuffato dietro un sorriso e qualche battuta, dietro un po' di trucco sul viso ed una maglietta nuova... e ho capito che non sono mai stata l'unica.
Il più è sapersi relazionare con la gente che ci circonda, saper guardare oltre lo strato superficiale, oltre anche le povertà dell'esistenza umana e delle sue inevitabili debolezze.
Ho scoperto tante bellezze, tante meraviglie da cui ho attinto e a cui vorrei ispirarmi per il futuro. Perché per imparare a vivere pienamente credo sia indispensabile il confronto con gli altri. C’è un universo da scoprire in ognuno di noi, una ricchezza che non dobbiamo escludere a priori.
Se il mio modo di interagire ti risulta indigesto, forse scontato o poco realistico, magari farcito di troppi buonismi, allora poni attenzione e considerazione a ciò che ti ha scritto Merla. Tu credi che il tuo sia realismo, ma è paura.
Credo ti faccia molto male riuscire a digerire che i tuoi genitori ti abbiano rovinato l’infanzia ed il presente, che entrambi non siano riusciti a guarire, avvelenandosi l'esistenza. Allora è più semplice credere che via d'uscita al dolore non c'è; ma non è detto che questo sia anche il tuo destino.
Ci sono persone qui, come Stef, che hanno passato anni e anni a cambiar specialisti e medici prima di trovare la cura giusta, ma non hanno mollato.

Con questo non voglio asserire che il dolore non esista, che la vita sia sempre bella, che tutto sempre si aggiusti e altre banalità da fiction televisiva..
Dico solamente che, proprio in riguardo a quelli che una possibilità non ce la possono avere, bisogna tentare il tutto e per tutto prima di dichiararsi sconfitti e gettare al vento il piacere di esistere.
E, da quello che hai dichiarato fin'ora, non mi pare che tu questo l'abbia ancora fatto.

E mi chiedo una cosa: Non è che non vuoi prendere neppure in considerazione l'idea di intraprendere un percorso terapeutico come si deve perchè hai forse timore di scoprire che la tua sofferenza poteva esserti evitata? Che tutte le tue elucubrazioni mentali sono frutto di una malattia che ha dominato il tuo passato ed il tuo presente senza che nessuno abbia cercato di aiutarti come si deve?
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Messaggio  Ospite Gio Mar 04, 2010 2:34 pm



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Messaggio  merla Gio Mar 04, 2010 5:51 pm

Andrea ha scritto:

Infine non ho bisogno di convincere nessuno, sei liberissima anche tu di seguire la strada che ti sembra migliore. Mi dispiace ma non illuderti di conoscere la vita meglio degli altri utilizzando l'età come pretesto e parlando di esperienza in termini quantitativi. Io stesso ho conosciuto persone anche molto più giovani di me con delle storie alle spalle da far impallidire chiunque. Ognuno ha le sue esperienze vissute soggettivamente che vanno considerate in termini qualitativi e che si possono concentrare anche in pochi anni. Ognuno ha il suo percorso, sul mio non ci è mai passato nessuno, come nessuno sul tuo o su quello di chiunque altro.
Per ciò che riguarda le cure psicoterapeutiche aspetto un tuo post con delucidazioni in merito :-)
Un abbraccio ;-)

Ho quotato solo questa parte, ma intendevo risponderti anche in merito alle certezze. La mia personale esperienza è che il bisogno di certezze assolute è caratteristica fortemente giovanile. Passano gli anni e ci si ammorbidisce molto, e quello che era bianco e nero assume mille sfumature di grigi.
il percepire "gli altri" come brancolanti in un perpetuo nonsense, trovare ridicoli certe altalene umorali o emozionali...a te sembra lucido, a me sembra sterile. Poi uno per scelta può anche approcciarsi alla vita solo in base al proprio nichilismo e sicuramente non sta a me criticare. Mi sembra limitante escludere dalla propria vita aspetti come possono essere le emozioni o altri aspetti totalmente vani, ma che sono parte parte della nostra umanità. Che vana o meno è quello che abbiamo, quindi tanto vale sfruttarla appieno. ma si ricade nella filosofia e rimangono opinioni, quindi tant'è.

Mi spiace di averti dato l'impressione di credere di conoscere la vita meglio di te in base all'età o altro. :-)
Ho, a differenza tua, esperienza dell'aver tentato di curarmi e di aver ottenuto dei risultati, anche se non definitivi e da un punto di vista nichilista certamente vani.
Tentativi con farmaci presi e dismessi, ricadute, cambiamenti di farmaci, psicoterapia, altre ricadute etc.etc. ma continuo a provarci. Tu questo non l'hai fatto.
Hai preso un farmaco, non ha risolto, e ora hai la convinzione (o la certezza, come preferisci) che niente del genere potrà servirti. E pare che in fondo non ti dispiaccia neanche.
Allora intendevo dire che se non combatti la depressione, che sia perchè non vuoi o sia perché ti arrendi di fronte alle delusioni, non hai l'esperienza per dire che non ti serve. Prima ci provi e poi potrai dire che se ti serve o non ti serve. Soprattutto perché il pensiero che tutto fosse inutile l'abbiamo fatto tutti quanti e l'inizio di una psicoterapia non è stato facile per nessuno. Oltre questo aspetto non intendevo fare l'insegnante di vita. :-)

Riguardo alla psicoterapia, ti dico solo ciò che mi disse il primo picoterapeuta: "la psicoterapia è una cosa che funziona se ci credi". Altre informazioni non te ne posso dare, perchè per ognuno è un percorso personale, e ogni terapista ha la sua tecnica. Sfoglia internet e troverai un sacco di informazioni tecniche. A me è servita e mi serve a stare meglio. TI devi accontentare di questa risposta. :-)

Vedi...la differenza di opinioni e di mentalità tra me e te, sta nel fatto che io non concepisco facilmente la frase "non si può", mi riesce molto più facile concepire la frase "non voglio", la capisco di più ecco. Mi sembra che tu semplicemente non vuoi. Sempre e solo opinioni...vane e che definiscono appieno il significato di nonsense:
Disquisire sul fatto che tu non voglia o non possa per me è (e credo che tu qui non possa che essere d'accordo) ancora più vano di tutto quanto detto fin qua o dell'accendermi una sigaretta. Il risultato è uguale, spazio al confronto tu non ne lasci perchè sei già colmo delle tue certezze, che scambio vuoi se per le opinioni degli altri non c'è spazio?....e direi che io non posso farci niente. Quindi la scelta e la palla tornano a te...la vita è la tua, la volontà o meno di confrontarti anche, ed è giusto che tu te le viva come meglio ritieni.

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Messaggio  Ospite Gio Mar 04, 2010 9:00 pm



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Messaggio  anthea Gio Mar 04, 2010 10:39 pm

Ahh, ma allora un poco di humor in fondo in fondo ce l'hai anche tu... che sorpresa!! Laughing

Sai che questo tua peculiarità di sezionare ed analizzare i comportamenti dei tuoi simili mi fa pensare ad un ricercatore con tante belle formichine? Solamente che una di quelle formichine sei tu.
La nostra sfera emotiva ci appartiene come ci appartiene quella razionale. Se non c'è equilibrio fra le due la nostra vita è totalmente sbilanciata.
Tu mi vedi come una suoretta con il rosario in mano, ed invece ci sono ben lontana!
Ma è difficile dividere per me la complessità umana, da un senso di meraviglioso stupore. Se osservi bene tutto il nostro essere e quello delle altre creature e del mondo intero, c'è una perfezione assoluta nella precarietà stessa della vita che mi fa rimanere a bocca aperta.
Non esiste libro che possa leggere, o studio che possa fare che mi apra la visione completa e la comprensione della complessità dell'esistenza... davanti a questo mistero, non posso che darmi per vinta.
Mi chiedi cos'è che mi meraviglia tanto... La meraviglia per me è vedere una mia amica colpita dalla nascita da una malattia incurabile e data per spacciata già a diciott'anni, arrivare a 40 con un marito e una figlia adottiva di 14 anni tolta da un orfanotrofio polacco.
Una ragazzina con una madre che ha tentato di ucciderla, segnata dall'abbandono di tutti i suoi familiari, oramai senza speranza alcuna di trovare una famiglia che l'adottasse a quell'età.
Invece ora sono insieme e quando le vedo vicine, ti assicuro che si assomigliano come se fossero veramente madre e figlia da anni!
Un'altra cosa speciale è stato incontrare una donna con un sogno. Un ospizio temporaneo per donne incinte o con figli piccoli maltrattate. Il sogno, grazie a tanti pazzi come lei, ora è una realtà ma lei ha un tumore al seno molto grave.
Eppure la vedo sorridere soddisfatta e quando la guardo mi sento meglio anch'io perchè penso che, se una che stà così male può provare gioia, allora lo posso fare anch'io, accidenti!

E non sono storie false da "C'è posta per te" o novelle Madri Teresa di Calcutta. Sono persone comuni come me, o quasi.....
Comunque nessuna di loro è perfetta, proprio no. Ma a dire il vero è quello che me le rende più vicine.
Poi esiste anche lo s....o che di fronte a casa mia ha riempito una bella collina con un ammasso di rottami e roulotte allo sfascio e che impallinerei volentieri nel sedere...! Twisted Evil Ma almeno posso scegliere chi frequentare, no?
E tu? Chi frequenti? E cosa cerchi nelle persone quando le incontri? E tu come ti approcci con loro?
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Messaggio  Viola Ven Mar 05, 2010 12:28 am

Ciao Andrea...Volevo solo aggiungere che un depresso è un depresso, non è pessimista...Un depresso è un depresso, non è nichilista....Se non vuoi cominciare a curare la depressione magari chessò, potresti cominciare anche dal pessimismo...Questo si può correggere da subito...e senza farmaci!!! Un' apertura che ti auguro, per quel briciolo di speranza che fa la differenza, e una "fede" che risiede nell'ascolto dei racconti degli altri...per poter afferrare il coraggio e non farselo scappare! Dalle tue frasi, mancano i colori dell'ottimismo, della speranza e della fede, manca il coraggio...Guarda un pò quanti colori ti mancano? Per quelle famose sfumature accennate da merla....Mi sembri , fermo davanti ad una scatola di cioccolatini che non apri per mangiarteli ma per fare una tesi sull'incarto. Aprine uno e mangialo!!!!
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Messaggio  Ospite Ven Mar 05, 2010 12:38 am



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Messaggio  Ospite Ven Mar 05, 2010 12:51 am



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Messaggio  Viola Ven Mar 05, 2010 1:09 am

E allora scendi e curati....c'è differenza tra un depresso che si cura e uno che no!!! Allora poi puoi "capire" . Infatti avevo capito bene , mi sembravi uno un pò snob...Invece sei un depresso che non si cura....Uno che fa tesi sulla carta dei cioccolatini. Comincia a curare la depressione...perchè quello che rimarrebbe poi della piramide a cui hai accennato è il pessimismo e il nichilismo che dici ti contraddistingue...L'hai messi tu alla tua base della tua piramide...Dovrai occuparti anche di quelli non credi?Sono la base! E allora coraggio!!!!! Buon inizio...Noi siamo qui a raccontarti le nostre storie perchè tu ti ci possa affidare ...io sono qui testimone della mia guarigione... Wink
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Messaggio  Ospite Ven Mar 05, 2010 1:17 am



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Messaggio  merla Ven Mar 05, 2010 9:13 am

Andrea ha scritto:

Ora ti chiedo: cos'è che ti fa prediligere l'essere al non essere? Quale vantaggio ne ricavi? E quale ne ricavano le persone che hai portato ad esempio?

Andrea

Il vantaggio di non essere depressi. :-)

Vedi, nella vita abbiamo un tempo, che non sappiamo esattamente quanto è, sappiamo solo che è limitato.
Questa è l'unica certezza comune a tutti e indiscutibile, al di là di qualsiasi approccio filosofico e religioso.
E abbiamo anche l'enorme possibilità di scegliere giorno dopo giorno se osservare il nostro tempo passare o se viverlo.
Ti restituisco la palla..... bounce
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Messaggio  anthea Ven Mar 05, 2010 2:51 pm

che mi ruba le parole di bocca! Razz

Aggiungerei che, se anche non "credo" nel senso più strettamente religioso, ho una visione più Einsteniana del credere.
Quello che tu chiami caos, ai miei occhi è talmente perfetto che la nostra piccola mente non arriva a poterlo comprendere.

Come è possibile credere che le leggi astrali siano tutte una coincidenza, che anche la vita sia una coincidenza fortuita, che la complessità della natura e degli esseri viventi sia frutto solamente del caso?

Per me è molto più semplice credere ad una religione cosmica, che non ha un essere superiore umanizzato come in quasi tutte le religioni e che non si cura di ogni singolo individuo, ma che ha una visione universale della vita.
Tutto l'Universo è in continua evoluzione e tutto si crea e si distrugge continuamente. Anche le rocce rappresentano vita. Come non riconoscere che un mondo come quello terrestre su cui il ciclo della vita si autoalimenta incessantemente da solo non sia meno che perfetto?
Un mondo dove nulla è sprecato e dove gli esseri viventi e non, sono così strettamente legati fra loro? Anche le malattie sono necessarie perchè non esista sovraffollamento e perchè le specie non si indeboliscano. La morte stessa serve al proseguimento della vita.
Tutto questo può apparire crudele, ma in effetti è veramente efficace e perfetto.

Perchè quindi vivere? Inutile chiederselo... siamo vivi.
E allora perchè sprecare questo dono? Perchè rifugiarsi in una falsa esistenza? Se la morte arriva per tutti, voglio non avere rimpianti, voglio aver goduto della mia vita il più possibile e magari aiutato qualcun altro a goderne come me.
In questo sta il valore delle persone che ammiro: il senso del comune, dell'essere solidali.
Mi sento in affinità con gli indiani di certe tribù che ringraziano gli animali prima di ucciderli per mangiarseli. Perchè in realtà siamo tutti legati ed è questo senso di appartenenza e legame che l'essere umano dovrebbe ritrovare per vivere pienamente.

Come mai ci sono persone che passano la vita in mezzo alla sofferenza eppure sono felici? Mentre ce ne sono altre che hanno tutto e buttano la vita?
In effetti non conta quello che hai, ma come consideri ciò che hai.
Quando riuscirò a fare mio questo concetto, penso che non ci sarà più nulla che mi potrà scalfire. Ma è dura!! Molto dura!! Twisted Evil
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Messaggio  Ospite Ven Mar 05, 2010 10:36 pm



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Messaggio  Viola Sab Mar 06, 2010 9:24 am

((( il problema è capire cos'è veramente reale, dov'è la verità))) ...La verità è nella realtà. La verità è ANCHE tutto quello che hai scritto in questo forum...(spazio ristretto, rispetto a lo spazio della vita, diciamo uno spaccato di quello che vivi) .Quello che ti rimando e spero che tu non ne faccia un altra tesi eh, è che ancora non ho visto scritto che prenderai CONTATTO con uno psicoterapeuta ed uno psichiatra...Questa verità nella tua realtà, ti basta per oggi? E' nella realtà (se non ti difendi da essa) che trovi la VIA di uscita...L'Universo e il cosmo come la magnificenza della natura stanno a dirci che possiamo e siamo fortunati a viverli...anche le sensazioni estatiche di cui scrivi non possono durare in eterno, i momenti positivi, non possono durare in eterno...Se iniziassi a ridere , non riderei tutto il giorno...poi finisce...L'universo ci dice che tutto cambia e lo fa (lui ne è testimone e ce lo mostra , per chi ha occhi per vedere) e tutto finisce...Un albero cambia le foglie, che poi cadono...cambiano le stagioni e il giorno diventa notte... L'uomo è l'unico che perdura nella notte...che può arrestare tale cambiamento...In natura, questo si chiama malattia...L'uomo fa parte della natura. La depressione fa parte dell'uomo...Hai mai visto un uccello depresso? Un uccello che su un ramo comincia a pensare chessò, mannaggia oggi piove che schifo di giornata? Queste semplicità...per chi ha occhi per vedere sono le cose semplici...l'uccello fa l'uccello....In un mio momento buio , di dolore accecante, di solitudine ottundente, una mattina uscii di casa, ero nel viale di casa e un uccellino spicca il volo, ma lo faceva in maniera buffa e lì per lì non riuscii a capire che diamine ci fosse nel suo modo di alzarsi in volo...poi IL FATTO, mi portò fuori da me per un decimo di secondo, e VIDI che l'uccellino aveva solo un ala...si ALZO' , girando in tondo, con un volo a spirale, perchè gli funzionava solo un ala....(esperienza estatica)....silenzio...L'esperienza finì...Ma la porto dentro di me....e oggi la racconto a te....Te ne faccio dono.
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Messaggio  merla Sab Mar 06, 2010 11:54 am

Andrea ha scritto:

Hai perfettamente ragione, anch'io cerco di passare i miei giorni nel modo migliore possibile, ma quando percepisci anche la caducità dei momenti positivi è dura sostenere la tesi che il vantaggio dell'essere è non essere depressi (anche perché non esserci eliminerebbe i rari momenti sereni, ma eliminerebbe anche la depressione come tutto il peso del reale). Sarò io che non riesco più a godere delle piccole cose di ogni giorno... non lo so.


Un altro post così e io mi arrendo... Very Happy

Prova ad annientare il tuo punto di vista ed entrare almeno in contatto con me/noi, per un paio di post.
A me non frega assolutamente nulla di sostenere che il vantaggio dell'essere è non essere depressi. Ci sono poche cosa che riterrei perdite di tempo maggiormente inutili rispetto a sostenere una cosa del genere. Te lo assicuro e te lo scrivo con un sorriso perché credevo che fosse ovvio...
Per tentare di rielaborare il concetto in un linguaggio che forse ti è più consono, io affermavo solamente che chi si dedica con passione e nonostante le avversità a una causa non è depresso. Non mi spingo tanto in là da dire che questo sia un vantaggio, lo è per me ma poi divagherei.

Come diretta conseguenza, come non mi frega di sostenere una teoria, tantomeno mi frega di leggere le tue teorie (scusa la sincerità, è vero), no?
scrivo per provare a farti passare il messaggio che ritenere razionalmente che sia tutto inutile e vano, significa fare un ragionamento e ritenerlo valido, percepire tutto inutile e vano, significa essere depressi, quindi malati.

Come è vero che i nostri lati razionale, emotivo e spirituale (quest'ultimo io lo metto, puoi anche non considerarlo se non vuoi tanto il discorso è uguale, ma ti prego sulla sua esistenza o meno di parlarne negli OT, anche se io non paretciperò a tale discussione :-)) devono essere in equilibrio tra loro, è anche importante non confonderli come invece tu fai a ogni parola e non perdere il contatto con se stessi proprio in questo senso: un conto è quello che si percepisce e un conto è quello su cui si ragiona.
Tanto per usare le tue parole: nel momento in cui tu continui a fare questa confusione, e a buttare sulla tua personale filosofia (perché non ce la devi neanche raccontare, il razionalismo estremo o il nichilismo sono solo uno dei tanti sviluppi della filosofia, quindi, e questa è un'analisi razionale, che io lo condiva o meno ha il valore di qualsiasi altro sviluppo...ma sto di nuovo divagando e quindi evt continuala negli OT) quello che è il tuo modo di percepire le cose e vivere, fai un discorso solipsistico, percepisci le cose in un certo modo, dai fondamento a questa percezione con il ragionamento, e di conseguenza metti il bollino di razionale su una percezione che non razionale non può essere, altrimenti non si chiamerebbe percezione....e di conseguenza hai chiuso anche la comunicazione con te stesso e non riesci neanche a comunicare con me/noi.
E non obiettare che non sei solipsistico, perchè ce l'hai detto tu in mille modi, quindi adesso non puoi più rigirare la frittata. tongue

Dal momento che il nichilista non solo non è depresso, ma coerentemente con il suo nichilismo, tanto più dovrebbe affinare la capacità di godere dell'inutile, perchè almeno nela totale inutilità se la gode, torno a chiederti: ma tu vuoi guarire, star meglio o no?
Perchè questo non ha niente a che vedere con la tua filosofia di vita.

merla

PS: @ viola. secondo me gli uccelli quando piove pensano proprio: mannaggia oggi piove che schifo di giornata! cheers
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Messaggio  Ospite Sab Mar 06, 2010 1:37 pm



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Messaggio  canterel II Sab Mar 06, 2010 2:11 pm

ciao andrea.
il nichilismo mi è sempre parso un bel gioco e l’ho giocato. al parti di altri orientamenti di pensiero, credo possa essere utilissimo per leggere il mondo. credo possa anche essere un mezzo per non sviluppare alcun pensiero e per dormire, come altri schemi e altri sistemi.
si può concepire l'essere umano come un eccesso inspiegabile di spirito e di organizzazione e come l'autocoscienza progressiva del mondo. si può concepirlo come ammasso d'organi e come agente del caos, come scimmia travestita eccetera. possiamo attingere ad un grande serbatoio di miti e di modelli per utilizzare l'una o l'altra delle immagini secondo gusto e necessità. ciascuno di questi modelli di per sé isolato è un ottimo viatico per mettere in cornice una serie di banalità e di errori pratici. la filosofia, le suggestioni artistiche e gli arsenali interpretativi in genere sono relativamente utili, mi sembra bello e indispensabile giocarci; mi sembra anche prudente e importante riflettere su quali siano i moventi e gli scopi che mi prefiggo quando gioco e quando interpreto, perché l'intenzione, o la sintesi delle intenzioni contraddittorie che mi spingono di volta in volta a comunicare e a pensare vale da sola metà del discorso che produco.
da tempo ho preso a utilizzare sempre meno le mie visioni particolari o generali dei diversi aspetti del mondo come se fossero orizzonti o cartografie definitive, e mi sforzo di gestirle come se fossero invece momenti di un flusso o fasi di una dialettica, nella quale (dato che vivo lungo l’asse del tempo) non posso non ammettere una metafisica, cioè i limiti teorici del presente, e uno scarto anche minimo dato dall’interazione e dai conflitti tra diverse intenzioni.
ammettere la metafisica significa riconoscere di non poter prefissare i termini della dialettica ma di doverla svolgere in continuità, affrontando le conferme e le sorprese che porterà, ammettendo la mobilità dell’oggetto e del soggetto.
anche quando un modello di interpretazione della realtà mi pare convincente, cerco di non accomodarmi, nel momento in cui associo un ente ad un nome o formulo un giudizio. prendi due o tre materialisti, mettili seduti in una stanza e falli parlare. in breve dovresti vedersi profilare due o tre materialismi diversi, con implicazioni pratiche differenti. falli parlare a distanza di qualche tempo e i loro discorsi saranno cambiati.
allo stesso modo il nichilismo è una sponda dalla quale si può sviluppare una quantità di atteggiamenti e di scelte diverse. nietzsche aveva bisogno di distinguere nichilismi di varie specie, nichilismi levantini e passivi, nichilismi volontaristici e così via. si può dire, credo, che da premesse simili a quelle di schopenhauer deduceva implicazioni opposte.
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Messaggio  Ospite Sab Mar 06, 2010 4:56 pm



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Messaggio  anthea Dom Mar 07, 2010 1:14 am

Cantarel ha trovato un fratello!! cheers

Questo intendevo riguardo all'utilità della nostra vita.... Finalmente, grazie a te Andrea, ho imparato che il solipsismo non è un malfunzionamento intestinale, ma un concetto filosofico! affraid
Devi perdonare l'ignoranza di una povera ragioniera di provincia! Magari se hai bisogno di sapere come si fa un ammortamento, contattami pure. Twisted Evil

(Ora magari sgancio una bomba e scateno il putiferio) Le persone come te che usano i propri studi per spiegare e classificare tutto quello che elabora la propria testa, alcune volte si allontanano dalla semplicità e questo li fa perdere contatto con se stessi, con gli altri e con il mondo circostante.
Ogni filosofo ha apportato teorie nuove e molte contrastanti l'una con l'altra. Qual'è quella giusta?? Quella che piace a me, ovvio!
E' come osservare l'arcobaleno e scegliere quale colore preferiamo. Ognuno avrà il suo, ma tant'è che tutti quanti sono ugualmente belli e validi. In fondo insieme sono più completi.

Alla fine, indipendentemente da come la classifichi, la vita rimane la stessa. E, come sostenevo prima, cambia a seconda di come tu decidi di vederla.
Se la meditazione mette in grado alcuni soggetti di controllare il proprio corpo all'estremo, allora anche la nostra esistenza può cambiare se modifichiamo il nostro modo di accettare ciò che ci circonda.
Quello che prima era un problema si potrebbe trasformare persino in una risorsa.

Sono le nostre esperienze passate che ci condizionano. Siamo fatti così per protezione: se una cosa ci ha fatto male, allora ci farà male anche dopo... "Evitiamola" ci dice il nostro cervello.
Se la vita ci fa del male, evitiamola. Ma c'è un piccolo problema... non possiamo!
E allora che facciamo?? Dove andiamo?? Facciamo finta di non essere vivi, così magari soffriamo di meno. Ma non funziona.... soffriamo sempre come prima.

Nel frattempo passano gli anni e siamo ancora qui che dobbiamo decidere come procedere, e ci accorgiamo che abbiamo buttato via tanto tempo a pensare, mentre bastava camminare in avanti e accettarsi.

E spero di averti chiarito anche il concetto di Merla sulla psicoterapia. Per me funziona come l'ipnosi. Devi aprirti ad essa, altrimenti non può entrare. E' come una medicina, se la metti in bocca, ma non la inghiotti e finisci per sputarla, allora non ti farà effetto.
Quindi se tu vai in psicoterapia pensando che è fatica sprecata, sarà fatica sprecata.

Credo Andrea che tu ti sia chiuso in te stesso per cercare di tenere fuori il dolore. Ma così facendo non puoi guarire e non puoi entrare in relazione con gli altri. Forse aprendoti ti esporrai maggiormente ai rischi di una cantonata, ma potrai finalmente interagire con chi ti sta di fronte e con le tue necessità più profonde.
Per poter cambiare, si deve necessariamente lasciar da parte un poco di se stessi per far posto al nuovo. E questo è molto arduo, soprattutto per le persone intelligenti che credono di potere con la ragione spiegare tutto ciò che le circonda.
anthea
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