fallimento.

ciao a tutti. di nuovo qui, salto i convenevoli e vado direttamente al dunque perché sono parecchio nervosa in questo momento
premetto che questo è uno sfogo personale, niente più, non mi aspetto che nessuno legga e/o risponda ho principalmente bisogno di scrivere queste idee per fare chiarezza (non è che mi dispiace se qualcuno risponde, anzi..i forum sono fatti apposta, altrimenti avrei scritto su un pezzo di carta). non ce la faccio più i miei genitori sono manipolatori, mi tengono legata a loro in maniera subdola, non mi permettono di crescere..mio padre ha SEMPRE criticato qualunque persona gli avessi portato a casa, ha SEMPRE sottolineato solo i lati negativi di quella persona, senza mai soffermarsi a pensare il perché sua figlia ci fosse amica (come se fossi un'imbecille che non sa trovarsi amici decenti). mi deve sempre controllare su tutto..quando è a casa è come se avessi sempre il suo occhio addosso, qualunque cosa faccio deve mettere bocca e se alla fine sbrocco fa la vittima e mi fa sentire in colpa. minimizza le mie ansie (nell'adolescenza ho avuto tantissimi problemi a socializzare, mi veniva l'ansia se dovevo uscire la sera e lui mi rideva in faccia diceva a mia madre cose tipo "ehi hai visto ha paura di uscire ahahah" e mia madre rideva PURE LEI, una cosa frustrante da morire per me), non capisce che è ci sono cose che non riesco a controllare e continua a darmi consigli su consigli...consigli razionali del tipo "quando fai un esame non ti agitare"...grazie al ***** gli vorrei rispondere a volte -__- non fa altro che dirmi di andare da uno psicologo quando io so che è lui il primo che VORREBBE andarci (oltre che dovrebbe proprio, perché è matto), dato che sono 10 anni che dice di volersene andare di casa, ha pure comprato casa nuova fatto i lavori e tutto, eppure è iirrimediabilmente sempre QUI e l'estate si va pure a fare le vacanze con mia mamma mi controlla ogni minima cosa, mi ricordo che da piccola (6/7 anni) mi rimproverò perché non tenevo bene la scopa mentre pulivo per terra............mi costrinse a impugnarla come diceva lui ma in maniera subdola, senza dirmi FAI COSì PERCHé è COSì CHE SI FA, ma piuttosto dicendomi "guarda prova a fare così perché sicuramente ti troverai più comoda ecc." ma se io l'ho impugnata così evidentemente stavo comoda così, no, questo lui non lo riusciva a concepire..ecco l'atteggiamento avuto quel giorno lo applica ancora oggi su tutto ciò che faccio. ogni volta che faccio qualcosa si sente in dovere di commentare se gli è piaciuta o no, cosa secondo lui l'avrebbe resa migliore, cosa ho sbagliato (senza che io glielo chieda ovviamente). non parla mai chiaro, non sa esprimere le emozioni, non sa esprimere affetto...io non metto in dubbio che avrà i suoi motivi, cioè avrà avuto problemi con i genitori se è così, ma perché devo subire io le sue frustrazioni, i suoi problemi? mica l'ho chiesto io che mi mettessero al mondo. mia madre è "quella buona", mi dà sempre soldi, mi vizia, mi porta il caffè a letto (questo soprattutto da quando sono cresciuta, quando ero più piccola non era così dolce nei miei confronti, presumo sia perché sente che ormai ho quasi l'età per svignarmela), in poche parole mi tratta come una ragazzina. quando dico "faccio io i piatti" poi magari vado in bagno, torno in cucina e lei sta già facendo i piatti. oggi mi ha dato dei soldi per fare la spesa, le ho portato il resto e lei mi ha detto di tenerlo (50€) e io gliel'ho voluto ridare per forza perché non voglio che mi vizi, non voglio avere i soldi sempre e a comando. anche lei mi fa sentire una cretina per le mie ansie...io capisco che saranno pure ansie oggettivamente stupide nella maggior parte dei casi, fatto sta che IO LE PROVO, è più forte di me e non posso farci niente..ad esempio ho espresso un dubbio su un abbinamento di vestiti e mi ha risposto "ma che ti frega mica devi fare la sfilata", quando lei è la prima che si preoccupa come vestirsi pure se deve andare a lavoro (fa l'infermiera, quindi appena arriva al lavoro si cambia e si mette il camice, per dire..) io le ho fatto notare questa cosa e lei mi ha risposto che "Ho i complessi" e ciao. ok saranno stronzate, saranno piccole cose ma nell'insieme sono opprimenti. io non sono una persona molto indipendente, sono timorosa e ansiosa, sto male se sto troppo lontano da casa (purtroppo) anche se vorrei essere totalmente l'opposto...purtroppo spesso psicologicamente dipendo ancora da loro, dal loro supporto, anche se è l'ultima cosa che vorrei e infatti mi fa molta rabbia ogni volta. i miei penso abbiano tutti e due problemi psicologici che ovviamente non vogliono affrontare. mio padre aveva scatti d'ira abbastanza paurosi quando ero piccola (ora un po' si è placato), è una persona rigida che non sa esprimere affetto se non sotto forma di scherzi e cose fastidiose. mia madre pure ha problemi a esprimere emozioni, ha un'espressione sempre uguale, uno sguardo spesso vuoto e non l'ho mai vista piangere (e di occasioni ce ne sono state) seriamente, solo occhi lucidi al massimo. mi fa rabbia che sia così perché so che in parte mi ha inevitabilmente passato questo modo di vivere le emozioni in maniera distaccata e asettica..e ho spesso momenti di profondo sconforto, mi sento sola e isolata perché gli altri vedendo che non riesco ad essere spontanea giustamente non riescono a legarsi a me in maniera sincera e di questo ho sempre sofferto tantissimo. mia madre quando le si fa notare la cosa minimizza e cambia discorso, oppure proprio ti ignora direttamente. le uniche emozioni che riesco a esprimere sono rabbia e tristezza (in maniera pura e istintiva), gioia, affetto e amore no. scusate le sfogo esageratamente lungo, mi rendo conto che sarà già un miracolo che qualcuno giunga alla fine di tutto il papirozzo ma ne avevo troppo bisogno. ora vado a sbollentire la rabbia che lascerà poi il posto al senso di colpa per aver scritto queste cose sui miei genitori, sulle persone che mi hanno messa al mondo e cresciuta.

Guarda... se non fosse che ho altri tipi di problemi legati alla differenza d'età, mi parrebbe di guardarmi allo specchio!
Sei una abituata a farsi tante paranoie come me. Sicuramente la famiglia influisce, ma penso che anche il nostro carattere faccia la sua parte.
Sono un'insicura e per questo non riesco a far valere le mie ragioni quando lo desidererei. Alla fine mi sento frustrata perchè, ripensando alle discussioni fatte, mi vengono in mente dopo tutte le cose che avrei potuto dire e i ricatti impliciti a cui non avrei dovuto cedere.
Forse più che insicura (perchè cosa voglio poi lo so), sono una che tende sempre a dare valore alle opinioni altrui... e non sempre è positivo mettersi nei panni degli altri.

Tu, nonostante tutto, si capisce che vuoi bene ai tuoi genitori. E penso che, a proprio modo, anche loro te ne vogliano. Tua madre lo esprime in modo pratico perchè non sa farlo con i sentimenti e tuo padre con tutte le sue attenzioni esagerate e continue.

Mi dispiace dirtelo, ma finchè non sarai tu a cambiare, loro non muteranno atteggiamento nei tuoi riguardi. Oramai hanno una certa età e modificare comportamenti di una vita è difficilissimo.
Non è facile, ma dovresti provare a impuntarti su una cosa semplice e piccola, ma che a te interessa. Cambia atteggiamento su qualcosa e fatti vedere ferma sulle tue opinioni. Evita di farti ricattare... Quando vedranno che i loro atteggiamenti non sortiscono più effetto, vedrai che le cose inizieranno a cambiare.
L'importante è che non ti aspetti nulla di radicale. Ci vuole tempo anche per te.

Purtroppo se hai visto che anche tu hai dei problemi a relazionarti con gli altri e a far trasparire le tue emozioni, devi sforzarti le prime volte. Nulla si modifica senza sforzo. Provaci e se non ci riuscirai subito, ci riuscirai poi. Cerca di aver fiducia e di non colpevolizzarti se non ottieni subito risultati.
Abbi pazienza, ma costanza.
Sei giovane e ce la puoi fare.

inizia ad accettare le cose imperfette, che non sono imperfette, sono diverse da come le avresti fatte. Guarda quello che fai e non giudicarlo.
Accetta l'imperfetto, accetta di fare strano. Fai un elenco di cose che nella tua vita non accetti.

grazie per le risposte (quelle di anthea sono sempre preziose poi!)

per quanto riguarda il discorso dell'accettazione di ciò che è imperfetto, il problema è che questo "ciò" che è imperfetto è mio padre, lo vedo ogni giorno e ogni giorno abbiamo lo stesso tipo di interazione in cui spesso vengo umiliata a parole con critiche spacciate per battutine simpatiche. io non ho nessun problema ad accettare le diversità negli altri, sono tollerante e so voler bene alle persone al di là dei loro limiti (infatti a mio padre voglio bene perché gli riconosco anche i pregi oltre ai difetti e ai limiti) ma non sopporto quando invadono il mio spazio, quando cercano di farmela pensare come loro e sono ciechi rispetto alla mia identità. l'accettare questo in mio padre mi darebbe sinceramente un senso di sconfitta e rassegnazione.