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Messaggio  tchocky Gio Ott 29, 2009 2:42 am

non che interessi a qualcuno, ma stasera mi va di aggiornare.
dunque, da quel dì ho finalmente sbloccato la situazione e sono riuscita a dare un esame preparandolo in 9 giorni e prendendo 30.. il giorno prima non sono riuscita a ripetere niente né a toccare libro e la mattina non volevo andare. come al solito insomma. comunque mi sono stupita di questa discrepanza tra come mi sento io e tra come sono oggettivamente (non era un esame facile, 30 lo abbiamo preso solo io e un'altra ragazza) e ancora non mi sono data una risposta.
l'umore è sempre quello, a parte l'euforia lì per lì per il 30.. dopo un'oretta mi è presa un'angoscia terribile, una sensazione di insicurezza profonda e di inutilità.. come a dire "mi sono impegnata tanto per una cosa piccola quanto un granello di sabbia". e insomma questa è stata la mia reazione (bello).
a parte ciò mi sento sempre più sola, tra le amicizie (quelle poche), una mi sta deludendo profondamente.. c'è un ragazzo che conosco da quando ho 11 anni, abbiamo fatto le medie insieme, lo stesso liceo in classi differenti e andiamo all'uni.insieme..ebbene mi tratta come un oggetto.
me ne sono resa conto oggi, dopo l'ennesima richiesta di un favore.. abbiamo un esame in cui dobbiamo per forza seguire le lezioni perché sennò non si passa, lezione c'è domani, sento questo amico che mi dice che non viene perché "ha preso appuntamento dal parrucchiere".. io gli dico che già ha saltato una lezione e che poi l'esame è difficile se non segue.. lui in tutta risposta mi dice "e vabè, vorrà dire che queste due lezioni me le spiegherai tu Wink ". cioè non è che me lo chiede. me lo dice.
inoltre sono sicura che l'ultima volta mi ha accompagnato a dare l'esame solo perché così gli avrei dato i miei riassunti (lui lo deve ancora dare), tant'è che poi me li ha chiesti il giorno stesso.
sono veramente delusa.. io in questa amicizia ho speso tanto.. se non fosse stato per me lui non sarebbe quello che è ora (non spiego perché che è lunga, ma è così) e tutto ciò che ne ricavo è uno sfruttamento neanche troppo mascherato.
mi sento, oltre che usata, svalutata.. perché oltre a spiattellarmi in faccia il suo opportunismo, lo fa in un modo che lui crede furbesco (credendomi stupida), ma è palese che me ne accorgo.. e mi fa male che lui non lo veda che me ne accorgo.
insomma in conclusione sono nel periodo più misantropico di questi miei brevi 21 anni. non vorrei mi portasse al nichilismo, ma in realtà in parte ci sono già.

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Messaggio  merla Gio Ott 29, 2009 8:34 am

tchocky ha scritto:..ebbene mi tratta come un oggetto.
me ne sono resa conto oggi, dopo l'ennesima richiesta di un favore.. abbiamo un esame in cui dobbiamo per forza seguire le lezioni perché sennò non si passa, lezione c'è domani, sento questo amico che mi dice che non viene perché "ha preso appuntamento dal parrucchiere".. io gli dico che già ha saltato una lezione e che poi l'esame è difficile se non segue.. lui in tutta risposta mi dice "e vabè, vorrà dire che queste due lezioni me le spiegherai tu Wink ". cioè non è che me lo chiede. me lo dice.
inoltre sono sicura che l'ultima volta mi ha accompagnato a dare l'esame solo perché così gli avrei dato i miei riassunti (lui lo deve ancora dare), tant'è che poi me li ha chiesti il giorno stesso.

guarda...sembrerò caustica....ma il bello degli amici storici è proprio che, per qualsiasi motivo, li puoi trattare come oggetti (e loro possono trattare come oggetti te).
Come dire....sai quelle persone che non chiami e non cerchi per X anni (anche XX anni), poi quando hai bisogno davvero, li chiami e loro ci sono senza esitazioni?
Ecco gli amici sono quelli lì, gli altri sono conoscenze.

Tanto tu a lezione ci saresti andata lo stesso e i riassunti te li sei fatta per te, no? allora che ti frega di darglieli se vi conoscete da una vita?
O forse ti senti troppo insicura, per essere tu a chiedere quando hai bisogno e per questo ti senti trattata come un oggetto?

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Messaggio  tchocky Gio Ott 29, 2009 11:25 am

merla ha scritto:
tchocky ha scritto:..ebbene mi tratta come un oggetto.
me ne sono resa conto oggi, dopo l'ennesima richiesta di un favore.. abbiamo un esame in cui dobbiamo per forza seguire le lezioni perché sennò non si passa, lezione c'è domani, sento questo amico che mi dice che non viene perché "ha preso appuntamento dal parrucchiere".. io gli dico che già ha saltato una lezione e che poi l'esame è difficile se non segue.. lui in tutta risposta mi dice "e vabè, vorrà dire che queste due lezioni me le spiegherai tu Wink ". cioè non è che me lo chiede. me lo dice.
inoltre sono sicura che l'ultima volta mi ha accompagnato a dare l'esame solo perché così gli avrei dato i miei riassunti (lui lo deve ancora dare), tant'è che poi me li ha chiesti il giorno stesso.

guarda...sembrerò caustica....ma il bello degli amici storici è proprio che, per qualsiasi motivo, li puoi trattare come oggetti (e loro possono trattare come oggetti te).
Come dire....sai quelle persone che non chiami e non cerchi per X anni (anche XX anni), poi quando hai bisogno davvero, li chiami e loro ci sono senza esitazioni?
Ecco gli amici sono quelli lì, gli altri sono conoscenze.

Tanto tu a lezione ci saresti andata lo stesso e i riassunti te li sei fatta per te, no? allora che ti frega di darglieli se vi conoscete da una vita?
O forse ti senti troppo insicura, per essere tu a chiedere quando hai bisogno e per questo ti senti trattata come un oggetto?

Ale

il punto è che sono 3 anni che è così.
sono 3 anni che sono io a prendere appunti e che lui me li chiede.

mi sono anche chiesta se mi cercherebbe lo stesso se frequentassimo uni.diverse.
poi sinceramente, se fosse dovuto andare dal medico glieli avrei dati senza problemi.. ma ha preso appuntamento dal parrucchiere sapendo che c'era lezione e sicuramente avrà pensato "vabè, tanto c'è xx"
come sempre.
cioè, non è che a me fa piacere alzarmi alle 7 di mattina eh.
potevo anche io andarmene dal parrucchiere o restare a dormire.
non lo so, sarò strana io ma io una richiesta del genere non l'avrei mai fatta..non avrei proprio avuto il coraggio, il che forse è un bene, significa che ho ancora un attimo di pudore e senso di responsabilità e prima di parlare mi sarei chieste perché uno dovrebbe sgobbare al posto mio mentre io vado dal parrucchiere (che ci potrei andare in altri 300 momenti).
la verità non è che lui aveva da fare, è che non gli andava proprio di seguire e pensa che io gli darò ripetizioni secondo non so quale logica (forse quella del Principino a cui tutto è dovuto?).
insomma c'era tutto questo dietro, sennò non me la sarei presa per un semplice favore (anche perché troppi me ne ha chiesti).

e se le amicizie di una vita finiscono così, a me passa pure la voglia di farne delle nuove.

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fallimento. - Pagina 2 Empty amicizia

Messaggio  anthea Ven Ott 30, 2009 1:07 pm

Chi trova un amico trova un tesoro!!!

E' proprio così. Non ci sarebbe il proverbio altrimenti.

Io penso che sia una questione di educazione. Ci sono persone che per loro natura, sensibilità e/o onestà, hanno rispetto per gli altri. La restante maggioranza segue la corrente odierna dell'egoismo opportunista.
Evitare di vedere le cose spiacevoli che si fanno o si dicono, e fingere che l'altro non se ne accorga paga. Finchè l'altro non si rompe i cosiddetti e finisce l'amicizia.

Per evitare questo inconveniente spiacevole, c'è l'educazione al rispetto.
In questo caso, gli telefoni e gli dici: "scusa, ma sto malissimo. Non posso proprio spiegarti la lezione. Anzi... mi faresti il favore di prendere appunti anche per me il tal giorno?"
In un colpo solo gli hai fatto capire che non sei il suo zerbinetto, lo responsabilizzi e capisci se è amico vero o no.

E la prossima volta che ti mette davanti al fatto compiuto non lasciarglielo fare e digli, sorridendo e dandogli un bel buffetto in testa, che non sei la sua schiavetta ammanuense e che dal parrucchiere ci va poi quando non c'è lezione!

Soprattutto i maschietti coccolati (non me ne vogliano quelli del forum che sono una razza speciale), fino a quando vanno all'università e i genitori provvedono a loro, non crescono e si comportano come bambinoni. Magari ti ha preso per la zia o la sorella maggiore!!
Se non siamo noi i primi a rispettarci, non possiamo pretendere che lo facciano gli altri.

Poi ci sono vari livelli di amicizia. L'importante è capire fino a che punto si può arrivare con una persona e non pretendere di più. Sono convinta che gli amici veri esistono da qualche parte, il più è trovarli!
Io ne ho una che lascia passare mesi senza chiamarmi, ma quando ho bisogno si fa in quattro. Io preferirei sentirla più spesso, ma mi adeguo perchè so che non lo fa per menefreghismo nei miei confronti, ma perchè è presa da mille impegni che crede pressanti (è un po' ansiosa).

Riguardo all'insoddisfazione che provi, anche lì credo che sia utile un po' di mantra. Cioè abituarsi a godere dei propri successi.
Anche se ti devi sforzare, cerca di trovare il tempo per festeggiare con qualcuno il tuo esame. Quando senti quel tarlo arrivare, ripetiti che sei stata brava. Ripetilo spesso con te stessa e con gli altri che ti vogliono bene.
Vedrai che vedendo loro gioire con te, ti amplificherà il risultato.
Per essere felici serve anche allenamento a godere appieno di quello che si ha!
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Messaggio  tchocky Ven Ott 30, 2009 1:51 pm

alla fine ho evitato lo scontro diretto (come al solito, non sono brava ad alzare la voce e litigare) ma gli ho fatto capire che ci ero rimasta male. parecchio.
oggi è venuto a lezione con quaderno e penna (miracolo, che di solito la penna gliela presto sempre io Laughing ) e ha preso appunti.. insomma credo che abbia capito. ora non so se lo faccia perché comunque gli sono utile e quindi si è detto "meglio tenermela stretta" (la soluzione più cinica in assoluto, ma non si sa mai) o se lo ha fatto perché si è reso conto di quello che ha fatto e gli è dispiaciuto vedermi giù/incazzata.
boh. vedremo. lo scopriremo al prossimo esame.
comunque io sono una che queste cose se le lega al dito (sarò troppo idealista), se qualcuno mi delude è difficile che poi torni tutto come prima..anche perché, nel caso di questo amico, non saprò mai se lo fa per convenienza o che altro. ci rimango male quando succedono ste cose..insomma, finché è qualcuno che conosco appena mi dico "vabè, l'ennesimo str**** di cui è pieno il mondo", ma se i primi a fregarmi sono gli amici vicini, mi deprimo.. come presumo succeda a chiunque non sia abbastanza opportunista e cinico da fregarsene.
anch'io ho un'amica, che conosco dalle elementari, che non sento spesso (causa mille impegni) e che so che in caso ci sarebbe sempre.. ma quello che apprezzo è che "mi vede".. insomma in un amico non si dovrebbero cercare favori ma prima di tutto comprensione, secondo me. dei favori chissenefrega.. se un rapporto si basa sui favori e la convenienza è un rapporto marcio..e squallido.

..grazie per aver letto i miei sproloqui e per le risposte (:

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Messaggio  canterel II Ven Ott 30, 2009 5:33 pm

anche io a vent'anni disprezzavo le amicizie basate sull'interesse. le consideravo inautentiche. ora, non è detto che a partire da questa idea si debba per forza innescare un'evoluzione in senso cinico che la rovesci completamente, ma il mio percorso mi ha condotto a non avere più falangi libere a cui legarmi questioni e rancori, e anche a riconoscere che in qualche caso posso ritrovarmi senza quasi accorgermene pure nei panni dell'amico utilizzatore.
ma soprattutto la ricerca di rapporti gratuiti e disinteressati mi ha costretto a misurarmi con la difficoltà di tenerne in piedi uno. magari la ciccia del rapporto sta altrove, ma se non c'è anche una dimesione di scambio, di utilità o di favori resi, al rapporto manca struttura e spina dorsale.
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Messaggio  suggestione Ven Ott 30, 2009 7:37 pm

Di amici ne ho avuti tanti, e sono rimasto con un pugno di mosche.
Gli amici " storici", quelli dell'infanzia e della gioventù, insomma quelli delle scorribande, dei bei tempi, dei sogni ancora possibili, a mala pena quando ci si incrocia per caso ci si saluta.
L'amicizia è un concetto che sarebbe da definire a seconda del contesto in cui ci si trova, dai valori di riferimento di entrambi e dalle inclinazioni dei soggetti.
Ho ridefinito l'amicizia come un' innamoramento depotenziato, che si attiva per dei motivi comunque egoistici, e comunque di interesse, che non debbono essere per forza economici, ma potrebbero essere anche semplicemente, condividere degli interessi comuni.

Ognuno dovrebbe in qualche modo definire quali leggi "proprie" e "comuni" devono determinare l'amicizia.
Le leggi proprie sono determinate per lo più dalle nostre inclinazioni e valori, mentre quelle comuni dovrebbero essere, libertà, rispetto e onestà.

Questi sono i criteri con cui determino la possibilità di un eventuale "amicizia".
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Messaggio  tchocky Sab Ott 31, 2009 11:23 am

canterel II ha scritto:anche io a vent'anni disprezzavo le amicizie basate sull'interesse. le consideravo inautentiche. ora, non è detto che a partire da questa idea si debba per forza innescare un'evoluzione in senso cinico che la rovesci completamente, ma il mio percorso mi ha condotto a non avere più falangi libere a cui legarmi questioni e rancori, e anche a riconoscere che in qualche caso posso ritrovarmi senza quasi accorgermene pure nei panni dell'amico utilizzatore.
ma soprattutto la ricerca di rapporti gratuiti e disinteressati mi ha costretto a misurarmi con la difficoltà di tenerne in piedi uno. magari la ciccia del rapporto sta altrove, ma se non c'è anche una dimesione di scambio, di utilità o di favori resi, al rapporto manca struttura e spina dorsale.
"
non dico che lo scambio di "cose" in sé sia negativo tra due persone, però l'amicizia non dovrebbe fondarsi solo su quello..
cioè, se mi vieni a trovare a casa, ti offrò volentieri un caffé, ma se vieni solo per prendere il caffé, vattelo a prendere al bar insomma Very Happy

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Messaggio  canterel II Sab Ott 31, 2009 2:42 pm

naturaliter. comunque ci tengo a sottolineare soprattutto l'ultima delle mie proposizioni. avete mai provato a gestire una relazione affettiva basata rigorosamente sul vostro chàrisma personale? di amicizia, di sesso, di qualunque genere? io sì, ed è una cosa effimera, non solo in ragione del mio limitato charisma personale. con ciò non dico necessariamente orribile, anzi sono esperienze, ma svanisce come l'acqua brillante. e se all'amico ci tengo, dopo un po' rimpiango di non avere regalie ed elargizioni da fare.
è un po' il contrario rispetto alle predilezioni del premier. io, se dovessi invitare a casa mia le cocottes, mi vergognerei a conquistarle. vorrei tanto pagarle di persona per potermi poi rilassare.
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fallimento. - Pagina 2 Empty scambio...

Messaggio  anthea Dom Nov 01, 2009 10:08 pm

In effetti l'amicizia è uno scambio.
Scambio di idee, di favori, di regali, di abbracci e anche di arrabbiature qualche volta.

Quando il rapporto è a senso unico si parla di beneficenza. Tutta un'altra cosa.

Penso che tchoky intendesse questo: che se vuole fare beneficenza, la fa a chi ne ha veramente bisogno e quando vuole lei.
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fallimento. - Pagina 2 Empty dire no

Messaggio  merla Lun Nov 02, 2009 6:51 am

Forse tchocky si tratta solamente di dire no, quando qualcosa ci pesa, anche senza arrivare allo scontro diretto.
Ti risulta difficile dire dei no, quando non ti senti/non ti va di fare una cosa?

Perchè alle volte uno si mostra sempre disponibile, e gli altri non si rendono conto di quanto la cosa possa disturbare o essere di peso.
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Messaggio  tchocky Gio Nov 12, 2009 12:03 am

merla ha scritto:Forse tchocky si tratta solamente di dire no, quando qualcosa ci pesa, anche senza arrivare allo scontro diretto.
Ti risulta difficile dire dei no, quando non ti senti/non ti va di fare una cosa?

Perchè alle volte uno si mostra sempre disponibile, e gli altri non si rendono conto di quanto la cosa possa disturbare o essere di peso.

beh sì, anche.. poi dipende dall'occasione e da chi ho di fronte.. comunque sicuramente in passato era peggio, adesso mi sto rendendo conto di alcuni miei comportamenti e cerco di correggermi (che brutta parola poi.. diciamo modificarne alcuni).

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Messaggio  tchocky Mer Nov 25, 2009 11:02 pm

continuo con i miei superinteressantissimi aggiornamenti.
in quest'ultima settimana ho preso in considerazione l'ipotesi di lasciare il conservatorio,
perché fondamentalmente mi sento di aver intrapreso una cosa per cui non sono all'altezza (non ero all'altezza manco del liceo fondamentalmente).
l'ho detto a mio padre che ha sentenziato che "sono una cagasotto che molla alla prima difficoltà" io gli ho risposto che lui nella vita non aveva fatto niente e che non sapeva nemmeno che volesse dire sacrificare gli anni "migliori" per stare tutti i giorni chiusa dentro casa con l'ansia studiare, che sia per il conservatorio o per l'università, lui a quel punto ha tirato fuori la solita solfa che io sto "sempre davanti al computer", certo, infatti negli ultimi due anni ho lavorato, fatto 3 esami in conservatorio e 12 all'università tutti davanti al computer. quanto è cieco certe volte......
ha detto che se mollo non mi paga più le lezioni private, perché "chi ti credi di essere".. dice che senza obiettivi non farei più niente.. presuntuoso come al solito, però i soldi sono suoi e non posso biasimarlo.
poi non me ne frega più niente di nulla ultimamente, boh, facesse quello che gli pare. io sono stanca di dovermi stare sempre a spiegare/giustificare.. per tutta la vita (è una frase che suona buffa detta da una 21enne, me ne rendo conto) non mi sono mai sentita all'altezza di niente di quello che facevo, sempre sentita troppo stupida per tutto. ora, non so a che sia dovuto questo fatto, ma mi sono rotta di stressarmi.. è dura portare avanti una cosa così difficile se ti senti pure un'imbecille, in poche parole.
poi sarebbe solo l'ennesima cosa che ho iniziato senza portare a termine, niente di nuovo insomma.
certe volte mi spavento per quanto sono inetta.. cioè, in conservatorio vedo ragazzini di 17-18 anni che fanno quello che faccio io, quando io a 17 anni passavo i pomeriggi a farmi le canne, praticamente. è vero che a 17 (ma manco a 16,15,14,13 ecc.) non avevo mamma e papà che mi seguivano come vedo che sono seguiti i ragazzi in conservatorio, però questo non giustifica il fatto che in 21 anni non ho concluso niente e probabilmente non concluderò niente nemmeno a 30. certe volte vorrei che mia madre non mi avesse mai partorito, semplicemente.

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Messaggio  anthea Gio Nov 26, 2009 8:25 am

Mi sembri me, quando ho mollato il conservatorio.
Io l'ho fatto prima, molto prima. A 15anni.
Ero arrivata al punto di darmi malata per l'ultimo saggio perchè, quando salivo e mi mettevo al pianoforte, le mani mi tremavano a tal punto che pareva avessi il Ballo di S. Vito! Laughing
Anche io mi sentivo un'inetta, perchè era da quando avevo sei anni che mia madre e mio padre facevano sacrifici per mandarmici... ma semplicemente mi sono resa conto di non essere sufficientemente motivata o sufficientemente portata.
All'epoca mi sono sentita un'incapace totale. Col senno di poi mi ripeto che ho fatto benissimo e dovevo farlo prima!
Magari, invece di non toccare più il pianoforte per 20 anni, mi sarei presa una tastiera e mi sarei divertita con gli amici; e la musica, che sempre fa parte di me, avrebbe trovato un'altra strada per uscire.
Ora canto in un coretto. Mi diverto e quello che ho studiato non è andato tutto perduto, anzi me lo ritrovo davanti sempre. Un bagaglio culturale che mi porto dietro e che mi ha arricchito.

I genitori a volte scaricano sui figli le proprie aspirazioni fallite. Anch'io che sono mamma, mi rendo conto che tendo a fare la medesima cosa con i miei; e se non avessi avuto esperienza diretta di quanto siano potenti e deleteri i condizionamenti materni, invece di ingoiare e tacitarmi farei la parte della solita rompiballe.
Non è per cattiveria, ma proprio per amore
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Messaggio  merla Gio Nov 26, 2009 9:34 am

tchocky ha scritto:
certe volte mi spavento per quanto sono inetta.. cioè, in conservatorio vedo ragazzini di 17-18 anni che fanno quello che faccio io, quando io a 17 anni passavo i pomeriggi a farmi le canne, praticamente. è vero che a 17 (ma manco a 16,15,14,13 ecc.) non avevo mamma e papà che mi seguivano come vedo che sono seguiti i ragazzi in conservatorio, però questo non giustifica il fatto che in 21 anni non ho concluso niente e probabilmente non concluderò niente nemmeno a 30. certe volte vorrei che mia madre non mi avesse mai partorito, semplicemente.

madddaaiiiii......non lasciarti abbattere in questo modo!

A parte che io non certa che a 17 anni, a meno di una motivazione molto molto molto forte, sia meglio essere liberi di passarsi il tempo un po' come si desidera (comprese le canne... Very Happy) piuttosto che essere superimpegnati tra la scuola e il conservatorio o magari un'attività agonistica di quelle che ti impegnano ogni giorno. Dipende un po' dalle motivazioni etc. etc.

Poi cmq non mi sembri per niente inetta: hai iniziato tante cose e in questo momento non ti senti di portarle avanti tutte assieme (magari è un momento di stanchezza, in cui senti eccesive pretese su di te, o magari davvero è il caso di mollare il conservatotio perchè non sei sufficientemente portata e motivata). Cmq da questo all'inettitudine c'è di mezzo il mare. Conta anche che di persone che a 21 anni abbiano davvero concluso qualcosa ce ne sono molto poche, e poi rimane da stabilire cosa significhi concludere qualcosa.
Io non ho la più pallida idea di come funzioni e cosa implichi il conservatorio, nn so se tu possa riprenderlo più avanti caso mai cambiassi idea, ma sono convinta che averlo frequentato per anni ti lasci qualcosa di importante in termini culturali, quindi a mio parere hai concluso qualcosa. Purtroppo siamo in un pianeta in cui spesso si dà più importanza ai titoli che alla cultura che una persona si porta dietro, ma è una valutazione sbagliata. Tu un certo tipo di cultura l'hai acquiita, ce l'hai e questa ti rimarrà sempre...concludendo o no il conservatorio.

Fai quello che ti senti insomma senza subire troppo il peso dei condizionamenti e con i tempi che ritieni adeguati a te: se smetti ora, forse non avrai il rigetto di anthea che per 20 anni non ha più toccato il pianoforte, ma riuscirai cmq a coltivare questa tua passione, e magari un domani a ricominciare a prendere lezioni, con più piacere e meno pressioni.

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Messaggio  anthea Gio Nov 26, 2009 10:31 am

Non avevo finito...

Dicevo che il genitore qualche volta insiste con il figlio per amore. Magari pensa di spronarti dicendoti che ti adagi sugli allori e che se vuoi puoi; ed invece non si rende conto che aumenta solamente la tua frustrazione.

Se ti imbarchi in cose che rappresentano un peso eccessivo per te, finisce che poi anche il resto ovviamente ne risente.
Fai una scelta che tanto non c'è nulla di definitivo. Come dice giustamente Merla, passato questo periodo di stress e crisi, magari ti tornerà voglia di strimpellare ancora e allora ti ci rimetterai su.
Rendersi conto dei propri limiti non è un handicap ma un grosso vantaggio. Ti permette di capire cosa sei in grado di fare e dove vuoi concentrare i tuoi sforzi.

Prendi una decisione alla volta, perchè le responsabilità viste tutte insieme possono spaventare.
Prese una per una sono gestibili.

Noi tifiamo per te!! Very Happy
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Messaggio  tchocky Ven Gen 29, 2010 10:04 pm

..ennesimo aggiornamento super-interessante!
dunque, il conservatorio ho deciso di lasciarlo.
magari tra un anno me ne pentirò, non lo so, non lo posso sapere, fatto sta che adesso non mi va.
sul discorso dei genitori che spronano i figli.. mio padre non ho mai capito con che intento lo facesse: quando gli dissi che volevo fare sia uni.che conservatorio mi disse praticamente che non ce l'avrei mai fatta (ma me lo disse pure quando decisi di riprendere il pianoforte iniziando con una canzone che secondo lui non era alla mia altezza.. invece poi la suonai, ma vabbè), stessa cosa mia madre (anzi, lei pure per biologia mi disse che non ero portata.. perché non ero esattamente una tipa "studiosa" uscita dal liceo con 100/100) e forse, per una piccola percentuale, mi incaponii su questa cosa anche per dimostrare a loro che ce la facevo e forse, anche per questo, mi è costato così tanto decidere di lasciare.
la cosa strana è che poi, durante questi due anni, mio padre mi ha sempre appoggiato nei momenti in cui sentivo di non farcela e così anche mia madre.. infatti è da quel momento che ho deciso che le decisioni per me le avrei dovute prendere da sola, ché gli altri anche se sembra ti conoscano alla perfezione, in realtà da un giorno all'altro possono dimenticarsi un sacco di cose o semplicemente non capire l'effetto che hanno/hanno avuto su di te. comunque il comportamento di mio padre è ancora un enigma per me.. considerando poi che quando gli ho detto che volevo lasciare mi ha risposto con "te l'avevo detto io..". a volte mi sembra che questo fatto gli facesse "comodo" perché così poteva far vedere ai suoi colleghi quanto avesse cresciuto bene e quanto fosse brava sua figlia..però allo stesso tempo mi dico che non potrebbe essere così ipocrita (di queste cose ovviamente non ne parlo con mio padre.. in realtà tra noi il dialogo è molto poco sviluppato in generale).
comunque, continuo a dare esami e ultimamente ho anche alzato un po' la media, il che non è male. a parte ciò, gli aggiornamenti sono finiti, almeno quelli più rilevanti.. grazie a chi ha risposto prima e a chi avrà il coraggio di leggere tutta sta pappardella fino a qui : )

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Messaggio  anthea Sab Gen 30, 2010 7:37 pm

cheers
anthea
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Messaggio  Viola Dom Gen 31, 2010 10:21 am

Ottima pappardella fin qui :-)))....Stai lottando per te, ci stai riuscendo...leggendoti sento che sei sulla strada giusta...ci sono anche degli ottimi miglioramenti negli studi....che dire: Avanti tutta Comandante !!! cheers
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Messaggio  tchocky Mar Mar 09, 2010 9:52 pm

prima di tutto: grazie viola e anthea! ho letto solo adesso gli ultimi messaggi.. : )

sono tornata, questa volta per un consiglio..ecco, in poche parole il problema è il rapporto con mio padre.
non dirò che lo odio, che è cattivo e tutte quelle cavolate da 15enne, però una cosa la devo dire: è iper-critico.
tanto per fare un esempio, da ragazzina (10, 11 anni) mi ricordo che un pomeriggio stavo passando la scopa in cucina e lui ha avuto da ridire su come tenevo il manico, insomma mi ha rotto le palle finché non l'ho impugnato come diceva lui. questo è solo un piccolo esempio, per farvi capire il tipo.
ora non arriva più a questo (anche perché io rispondo, non sono una che subisce), però ha sempre un atteggiamento fastidioso (forse sarà che dopo anni di rotture vedo critiche pure dove non ci sono..?). tipo, se vado bene a un esame, al massimo riesce a dirmi "ma non è che si è sbagliata la prof.?sei sicura che eri tu?", io capisco che scherza, però certe volte potrebbe pure limitarsi a un banalissimo "brava" -_-

oppure chessò, oggi pomeriggio ero a casa da sola e ho fatto il thè per 3 persone, perché pensavo che lui e mia sorella sarebbero tornati a momenti (come al solito), invece sono tornati tutti e due all'ora di cena, allora mia sorella ha chiesto chi avesse fatto il thè per poi lasciarlo tutto lì, e lui "e chi può essere stata secondo te?". in questo caso non gli ho risposto perché non mi andava nemmeno di mettermi a discutere..
comunque in sostanza non sa rapportarsi con me se non con sarcasmo o critiche..è sempre "punzecchiante" (di quelli che mentre stai mangiando ti vengono alle spalle e ti fanno il solletico Very Happy ) , non so se capite che intendo..ogni volta che torna a casa e lo vedo mi viene il nervoso anche se mi dice solo "ciao" ormai! Sad
quando glielo faccio notare (spesso) lui mi risponde che "devo sopportarlo o lasciar correre", mi dice "vabè ma che t'importa..ignorami" ma a me sinceramente non va, anche perché non vedo dove sta scritto che dovrei sorbirmelo/sopportarlo -_- cioè, la prima cosa che fa quando torna a casa è vedere se c'è qualcosa fuori posto e rompermi le palle a oltranza (praticamente se è tutto a posto non sa di che parlare). poi se mi vede sul divano sdraiata apriti cielo "non fai mai niente!" e magari sono stata a lezione la mattina e a lavoro il primo pomeriggio (..tipo oggi)

che devo fare? Crying or Very sad secondo voi davvero dovrei semplicemente ignorarlo?
alla fine a 50 suonati è anche difficile che cambi..

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Messaggio  Viola Mar Mar 09, 2010 10:34 pm

Ciao!! Ma riuscite a parlare di altro anche? A sedervi uno accanto all'altra e approfondendpo questo aspetto , che sembrerebbe giocoso, da parte di tuo padre...e di altro. Sembrerebbe , da come hai scritto che non ci sia molto dialogo, mi sbaglio? Magari spiegargli che le critiche in generale bloccano e Ti bloccano in effetti...Che tu non vuoi ignorarlo no? A volte gli imbarazzi si cerca di superarli facendo battute o solletico...non saprei che tipo di imabarazzo ci sia. Sembreresti bloccata agli 11-12 anni....Le critiche sono come lame teglienti...incidono profondamente la propria autostima....Così come ti chiede di ignorarlo, tu puoi chiedergli di farti passare liscia qualche defaillance(vedi thè..).Insomma di portare meno superficialmente e più in profondità/vicinanza la sostanza dei vostri discorsi...E farti anche furbetta...la prossima volta il thè lo butterei via... Wink e qualche volta risponderei al solletico facendoglielo ..magari ci scappa anche una guerra di cuscini...e giocate un pò... Very Happy ...Se non ci riesce lui prova tu ad ammorbidire l'atmosfera...Lui parte con le critiche, tu magari metti il muso e l'aria si fa pesanteeee. Del resto se sei forte di te stessa Tipo la giornata di oggi che dici che hai studiato e lavorato...che ti importa! Ignoralo anche un pò...oggi te lo potevi permettere Razz
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Messaggio  tchocky Mar Mar 09, 2010 11:05 pm

Viola ha scritto:Ciao!! Ma riuscite a parlare di altro anche? A sedervi uno accanto all'altra e approfondendpo questo aspetto , che sembrerebbe giocoso, da parte di tuo padre...e di altro. Sembrerebbe , da come hai scritto che non ci sia molto dialogo, mi sbaglio? Magari spiegargli che le critiche in generale bloccano e Ti bloccano in effetti...Che tu non vuoi ignorarlo no? A volte gli imbarazzi si cerca di superarli facendo battute o solletico...non saprei che tipo di imabarazzo ci sia. Sembreresti bloccata agli 11-12 anni....Le critiche sono come lame teglienti...incidono profondamente la propria autostima....Così come ti chiede di ignorarlo, tu puoi chiedergli di farti passare liscia qualche defaillance(vedi thè..).Insomma di portare meno superficialmente e più in profondità/vicinanza la sostanza dei vostri discorsi...E farti anche furbetta...la prossima volta il thè lo butterei via... Wink e qualche volta risponderei al solletico facendoglielo ..magari ci scappa anche una guerra di cuscini...e giocate un pò... Very Happy ...Se non ci riesce lui prova tu ad ammorbidire l'atmosfera...Lui parte con le critiche, tu magari metti il muso e l'aria si fa pesanteeee. Del resto se sei forte di te stessa Tipo la giornata di oggi che dici che hai studiato e lavorato...che ti importa! Ignoralo anche un pò...oggi te lo potevi permettere Razz

no aspetta, le cose del solletico me le faceva a 10-11 anni in effetti..ora si limita alle parole Surprised
cioè non immaginarti che torna a casa e ci mettiamo a giocare o cose del genere..fondamentalmente non interagiamo molto.
se parliamo di altro?
hm non proprio..e quel poco è perché mia madre ci fa da intermediaria, cioè io parlo con lei in generale di me e lei riferisce a mio padre (ma senza che io glielo chieda eh, semplicemente perché tra loro si parlano), che commenta e mia madre mi riporta il suo commento. mio padre non è tanto bravo a comunicare (ma va?), ma vista la famiglia di provenienza non me ne stupisco.
seriamente io e lui avremo parlato sì e no due volte (e comunque non di me)..però non è che mi dispiaccia più di tanto, cioè io con mio padre non voglio il tipo di rapporto che ho con mia madre insomma. però non mi va neanche così, che mi stressa per ogni cosa..poi se glielo fai notare si offende pure..è molto infantile in questo.
comunque mi è piaciuto il consiglio che ho evidenziato..magari se metto a confronto le due cose (le sue critiche e i miei ""errori"") in modo diretto capisce di più. proverò pure questa!

edit. ora che mi ci fai pensare, forse lui non si è reso ancora completamente conto che ho 21 anni ormai, forse perché sono la figlia più piccola, boh..a 16-17 anni sentivo il peso di essere trattata come una ragazzina, ma a quell'età in fondo lo sentono tutti chi più chi meno..adesso non mi tratta come prima, però ha sempre quel sarcasmo irritante che non sopporto.. che mi dà fastidio gliel'ho fatto notare più volte, ne abbiamo anche discusso "animatamente", però lui o non mi risponde oppure minimizza.

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Messaggio  Viola Mer Mar 10, 2010 9:07 am

Hai visto quante cose emergono quando si dialoga? Io ti rispondo e tu aggiungi pezzi al puzzle...In realtà, scusa ma non è per offenderti, quando ti ho letta ho avuto la percezione(quindi tutta mia eh) che tu avessi 15 anni...Ma hai 21 anni...Credo che il rapporto che hai costruito con tua madre sia buono. Non buona è la triangolazione che si viene a creare tra Te, tua, madre e tuo padre...Credo che tu non ne abbia più bisogno! O se si, accettandolo, potrai cambiarlo. Se, come scrivi tu, tuo padre ha reazioni "infantili", nella comunicazione triangolare lui soccombe...non sa come fare...Gli scatta e il sarcasmo (difesa) ,(riuscendoci anche, perchè tu ti arrabbi!) Ti arrabbi e il girotondo inizia!!! Io gli chiederei una comunicazione più diretta...con tanta pazienza eh! Perchè lo dovrete fare insieme...Non parte tutto con un clic...(per tutti e due questo eh!). Lui ti mostra , se osservi bene, cosa non dovresti fare tu...rimanere infantile. Forse, secondo le sue capacità, ti sta mostrando di cominciare a prenderti il 100 % delle tue responsabilità. Cambia tu, e le cose intorno a te cambieranno! Wink
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fallimento. - Pagina 2 Empty padri e figlie

Messaggio  anthea Mer Mar 10, 2010 12:50 pm

Ad una certa età, tranne casi particolari, le figlie tendono a rapportarsi più con la madre che col padre per ragioni di maggior empatia. Ci si capisce di più, insomma...
E questo tende a raffreddare un poco il dialogo coi padri. Soprattutto quando c'è qualche incompatibilità caratteriale.

Inoltre alcune persone sono solite usare il sarcasmo per scuotere chi gli sta intorno e non si rendono o non si vogliono render conto che alla lunga quel continuo punzecchiare diventa una spina che pian piano distrugge l'autostima.

Se hai già provato con le buone, direi che non c'è molto da fare. Magari quando inizia coi commenti, esci dalla stanza o portati dietro l'ipod e sparati della musica in cuffia, così eviti la lagna! Razz
A meno che tu non decida di lasciarti andare ed esplodere.... ma poi forse staresti più male tu di lui!
Cerca alleati in famiglia (madre o sorella) che possano prendere le tue parti e dirgli di smetterla appena inizia, così forse piano piano la capisce se ha tutti contro.
Fai in modo di renderti indipendente economicamente per poter andare ad abitare da sola.

Altri consigli non so dartene....
anthea
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Messaggio  tchocky Ven Mar 12, 2010 6:45 pm

anthea ha scritto:Ad una certa età, tranne casi particolari, le figlie tendono a rapportarsi più con la madre che col padre per ragioni di maggior empatia. Ci si capisce di più, insomma...
E questo tende a raffreddare un poco il dialogo coi padri. Soprattutto quando c'è qualche incompatibilità caratteriale.

Inoltre alcune persone sono solite usare il sarcasmo per scuotere chi gli sta intorno e non si rendono o non si vogliono render conto che alla lunga quel continuo punzecchiare diventa una spina che pian piano distrugge l'autostima.

Se hai già provato con le buone, direi che non c'è molto da fare. Magari quando inizia coi commenti, esci dalla stanza o portati dietro l'ipod e sparati della musica in cuffia, così eviti la lagna! Razz
A meno che tu non decida di lasciarti andare ed esplodere.... ma poi forse staresti più male tu di lui!
Cerca alleati in famiglia (madre o sorella) che possano prendere le tue parti e dirgli di smetterla appena inizia, così forse piano piano la capisce se ha tutti contro.
Fai in modo di renderti indipendente economicamente per poter andare ad abitare da sola.

Altri consigli non so dartene....

beh, i miei in teoria si dovrebbero separare.
la prima volta che me l'hanno annunciato avevo 11 anni (me l'ha detto mia madre).
poi sono passati 5 anni e lui era ancora a casa, alché io e mia sorella abbiamo capito che magari c'avevano ripensato..
poi hanno deciso che si volevano separare veramente, hanno comprato una casa e l'hanno sistemata.
ci è andato a vivere mio zio.
poi l'anno scorso mio padre stesso mi ha detto che se ne sarebbe andato davvero stavolta, perché non ce la faceva più e che era una cosa che avrebbe dovuto fare 10 anni fa (ah, l'amour)..e infatti ha mandato via mio zio. poi ci ho passato io 3-4 mesi a studiare.
ora, da un mesetto, se n'è uscito di nuovo..solo con me e dicendomi di non dirlo a mia madre e mia sorella, cosa che mi ha urtato perché non ho capito il senso, tanto prima o poi dovrà dirglielo..comunque ora mia sorella lo sa e mia madre penso l'abbia capito, la casa a quanto pare, però, è "ancora da sistemare"......secondo me non avrà mai le palle di andarsene. quindi penso che alla fine farò prima io.
questo non c'entra col sarcasmo, però avevo bisogno di sfogarmi..sono anche cose abbastanza personali quindi sicuramente domani mi pentirò di averle scritte, però adesso mi andava così -.-''

in quanto alla storia del sarcasmo..direi che ci ho provato in tutti i modi, buone e "cattive" (pure la cosa dell'iPod Laughing) , però lui minimizza, non c'è niente da fare.
oppure si inventa qualche scusa superarticolata per cui alla fine l'unica cosa che puoi fare è dirgli "VA BENE OK." e chiudere la porta.

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