una sofferenza lacerante senza fine

ciao a tutti.
vorrei raccontarvi la mia storia.
sono un ragazzo di 27 anni e gia da bambino a volte venivo un po preso di mira semplicemente perché ero una persona molto mite e poco stronzo.
crescendo poi arrivando alle superiori ho iniziato a subire episodi di bullismo perché non mi facevo rispettare e avevo paura di reagire e veramente per i primi 4 anni delle scuole superiori ho sofferto come un cane bastonato.
nel frattempo ho avuto anche delusioni d'amore molto pesanti come ancora continuano in eterno ancora fino ad oggi non ho mai avuto una relazione d'amore con una ragazza e questa è forse la cosa che mi a distrutto di più.
gli ultimi 2 anni delle superiori le cose sono un po migliorate riguardo le mie capacita nel farmi rispettare e adesso non ho più problemi di questo tipo.
dopo un po di tempo è morto mio cugino di primo grado con cui ho avuto un'infanzia bellissima e questo è stato un altro colpo.
credo di essere una persona forte se sono arrivato fino a questo punto senza nessun aiuto psicologico al massimo qualche chiachera.
interessandomi alla filosofia ,crescita personale e argomenti riguardo la spiritualità (non intesa in senso religioso) ho diciamo migliorato molto la mia capacita di affrontare i momenti difficili della mia vita e mi anno aperto veramente la mente.
nonostante tutto sono un ragazzo e ho dei vuoti da colmare non sono un'entita divina e nonostante i miei tentativi di provare a cambiare le cose e come se andassi a scontrarmi contro qualcosa che e piu forte di me sento come se qualcosa mi controlla e mi fa fallire.
ogni tanto faccio anche cose abbastanza stupide e ho momenti di odio profondo verso me stesso.
a volte ho pensato che continuare a vivere con tutta la sofferenza che sto accumulando non a senso e ormai non riuscirò più a riprendermi.
ma la mia passione per la musica e quel briciolo di speranza che con un'enorme forza di volonta e disciplina tutto questo possa cambiare ancora non mi danno un motivo per farla finita.
Si è vero resisto ma a in condizioni drammatiche e alcune parti di me forse le ho perse per sempre

Marco da uomo che ha sofferto quanto tel e forse anche più di te, che è stato molto provato dalla vita, ti posso dire solo una cosa vai avanti a vivere. La vita poi ti darà delle risposte. Probabilmente sei anche drammatizzando perché rivedi il passato ma l'importante è vivere nel presente. Poi considera che qualsiasi andamento che sia depressivo o di altra natura, è variabile nel tempo. Nessuno è lineare. Le fasi si alternano ne verrà una migliore, e anche un'altra peggiore. se cerchi una soluzione unica per tutto, ti dico di non cercarla, perché proprio questo aumento la sensazione di malessere.

grazie della risposta gianlorenz.
la cosa che mi fa impazzire e che le risposte le ho trovate per quanto riguarda alcuni problemi della mia vita ma per quanto mi sforzi non riesco ad uscirne veramente sembra che c'è una forza che mi paralizza mi controlla e alla fine si ritorna sempre nella gabbia.
ho pensato di andare via da solo e ricominciare da un'altra parte da zero forse è l'unica soluzione potrei farlo ma mi sono rimaste poche energie e vitalità e forse non sono pronto.
riesco a staccarmi dal passato ed essere nel presente dimenticando tutto ma mi sento rigido e un po distrutto dentro.
non ho più momenti di euforia vivo in uno stato alternato da sofferenza (anche odio verso se stessi) e momenti diciamo neutri.
tra l'altro oggi non mi sento per niente bene.
vorrei andare da una psicologa ma non voglio che i miei lo sappino

Fuggire non serve: se sei a disagio adesso, porti il disagio da un'altra parte. A meno che tu non lo risolva.
Non si può sbrogliare una matassa così complicata, ma si può fare un po' d'ordine. Quasi tutto quello che ci disturba non viene dalle cose, ma dalle persone. Ma a sua volta, sono poche le persone che ci disturbano realmente. Quasi tutto quello che ci disturba è quello che noi pensiamo delle persone. Quindi è in quest'area che bisogna lavorare: come posso fare in modo che le mie idee sugli altri si riducano il più possibile all'aspetto reale e non a quello immaginario.
La stragrande maggioranza delle volte in cui ci sentiamo a disagio, stiamo evocando una persona che non c'è. E quest'evocazione può continuare per ore, giorni, mesi...

Ciao gianlorenz!
rilegendo il post che o scritto dopo un po di giorni mi sembra di aver enfatizzato abbastanza la mia sofferenza.
sono stati giorni abbastanza pesanti.
non è vero che ho perso parti di me stesso,non è vero che ho poca energia e vitalità e voglia di vivere anzi (tranne nei momenti di buio ogni giorno mi alzo e mi impegno per migliorare come artista) non è vero che non provo più gioia e euforia , non è vero che mi sento distrutto dentro (tranne che in certi momenti).
questi momenti mi capitano in media 3 / 4 giorni al mese al massimo e quest'anno si stanno riducendo sempre di più perché sto imparando a trascenderli
e semplicemente iniziare a pensare sempre a una soluzione invece di lamentarmi dei miei problemi che non porta da nessuna parte ,alcune volte non sono nemmeno problemi reali sono falsi problemi ,illusori di una mia voce interna che tenta di attaccarsi a qualsiasi cosa pur di farmi stare in uno stato di tristezza e sofferenza.
ero quasi interamente sotto il controllo di una mia voce interna negativa che mi stava sabotando in questi momenti prende quasi il sopravvento e non riesco a trascenderla.

il motivo per cui non sono andato da una psicologa e perché so di non essere depresso ma di provare momenti di forte sofferenza che secondo me con il tempo li affronterò sempre meglio

Ciao Marco,


ma nel complesso, il tuo intervento denota una situazione positiva. La scrittura non mente e chi legge coglie bene il livello della situazione, che è giusta, motivata. Non vedo problemi. Tra l'altro l'arte è un esercizio fantastico, perché libera la parte innata e irrazionale, troppo spesso soffocata dalle regole e dai conformismi.

I momenti di dolore forse inspiegabili ci possono stare, perchè sono periodici , diradati e gestiti bene. In questi termini, sono un po' come un parto, cioè energie e flussi interiori che devono maturare e poi sfogarsi.
Ti direi soltanto di evitare lo stupore, quando ti vengono questi momenti: "oddìo, che mi succede???". Puoi invece dare fiducia a questi tuoi momenti, e già vedo che lo fai. Fidati. Il linguaggio del corpo è diverso da quello verbale. Un ginocchio affaticato non dice "Ahi!" , ma manda un segnale con un linguaggio suo, che coglierai, intepreterai e alla fine troverai le parole per riferirlo al medico. Quindi continua il tuo metodo attuale: lascia fare, attendi, e torna al tuo lavoro.

grazie per la risposta carina la metafora sul ginocchio.
vorrei farti una domanda ,te quando ai momenti bui come li affronti?

cerco di ricordare qualche esperienza precedente che ho già vissuto, quindi più o meno so come potrà andare. E' la cosa più solida perché è proprio l'esperienza. In certi momenti si sa che ci si domanda: "oddìo, come andrà???" Guarda com'è andata in passato, che è certo!

Io non ho momenti bui. Per me in un anno i giorni bui sono almeno 364 su 365.

Di solito mi dimentico le strategie per oltrepassare momenti bui, però questa è molto buona:

Gianlorenz ha scritto:cerco di ricordare qualche esperienza precedente che ho già vissuto, quindi più o meno so come potrà andare. E' la cosa più solida perché è proprio l'esperienza. In certi momenti si sa che ci si domanda: "oddìo, come andrà???" Guarda com'è andata in passato, che è certo!

Un altra tecnica può essere quella del 10-10-10, cioè riflettere: questa cosa che mi è successa, che impatto avrà fra 10 minuti? e fra 10 giorni? e fra 10 anni?

Un impatto devastante, perché il passato è una cicatrice che non si rimargina.

Anonimo,
Concordo molto sul 10-10-10
Perché l'adopero anch'io, senza il terzo 10, in momenti precisi, cioè quando mi viene una crisi acuta, alla soglia del panico, quando ti sembra che stia tutto per precipitare e temo :"che cosa sta per succedere?'. Poi dico "aspetta 10 minuti e vediamo'. Sto subito meglio.

La mia vita da perfetta è cambiata definitivamente. La ragazza sicura, attenta e precisa è scomparsa. Al suo posto c’ è una ragazza persa, che non sa più che fare e che nonostante provi ad andare avanti si ritrova sempre bloccata. Ci sono momenti in cui finalmente mi sembra che tutto vada bene e poi all’improvviso l’ansia per qualcosa arriva, e lì ricomincio a stare male e ad avere paura di poter morire da un momento all’altro. Ho passato l’anno scorso a fare visite su visite pensando di avere qualcosa di grave. È una situazione che mi distrugge, sia dentro che fuori. Ho perso tantissimo peso. Sono stata con un ragazzo che mi ha usata quando io di lui mi fidavo, e da un giorno all’altra mi ha lasciata dicendomi di non amarmi più. Ciò mi ha distrutta ancor di più, perché ne sono innamorata e mi sono confidata a lui, conosce la mia depressione e anoressia che ho avuto anni prima. Ha pure cercato di abusare di me, chiedendomi poi scusa, ma mi aveva già ferita. Non so come fare, perché so di non essere mai stata così, e vedermi stare così ora mi distrugge. Inoltre, con la mia famiglia non riesco a parlare di queste cose. Magari il mio discorso è confusionale e vi avrò annoiato, ma se c’è qualcuno disposto anche solo a un confronto mi farebbe tanto piacere. Per darci una mano

Speriamo che qualcuno possa aiutarti e darti consigli utili, se esistono. La tua situazione è molto triste e ti auguro di  trovare qualcuno con cui almeno confidarti.

ciao

Grazie, ma confidarmi con qualcuno non servirà perché la fiducia nelle persone in generale non ce l’ho più, ma spero col tempo di riuscire a comprendermi e a sapermi auotoaiutare

L'autoaiuto? La vedo dura, perché significa contare su chi non riesci a contare, se stessi e perché significa rinforzare la coscienza di essere, quando la coscienza è la fonte di ogni dolore. Comunque ti auguro di riuscire.

Ciao