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Messaggio  Nospe81 Ven Ago 15, 2014 11:40 am

Non è la prima volta che vago per siti, forum e chat dedicate all'argomento alla ricerca di non so nemmeno io cosa! Forse si tratta semplicemente di confrontare la mia esperienza con quella di altri, sentire di non essere il solo e che tanti purtroppo soffrono come me! Ma non è di grande aiuto, alla fine tutto è come prima, niente cambia!
E' ferragosto e mi immagino tutte le persone al mare a divertirsi, a ridere e a scherzare, mentre io sono da solo, come sempre, a casa, come sempre, al buio! Come sempre! E man mano che passa il tempo, mi sembra di non riuscire nemmeno a respirare, mi manca quasi il fiato, ma invece sono costretto a sopravvivere in un'infelicità oramai senza limiti, dove nulla accade per farmi sentire meglio, almeno per un pò, almeno per qualche ora!
Credo di stare male da quasi quindici anni, da quando ho lasciato l'università, l'unica àncora tra il mondo delle persone normali e il mio, fatto di buio, tristezza e di sofferenza! Mi permetteva, frequentare l'università, di uscire di casa, di incontrare gente e di avere forse una prospettiva di lavoro! Non che fosse una cosa semplice, infatti per questo ho abbandonato: ero preda dell'ansia e degli attacchi di panico! Non sono mai stato un tipo socievole, ma incontrare gente, conoscerla e confrontarmi con essa mi mette addosso un'agitazione tremenda, mi fa stare male, e così ho smesso!
Non ho un lavoro, non ho amici, ho vergogna del mio apsetto e della mia vita! Anche incontrare qualche parente mi fa stare male, anche una loro semplice e banale domanda... "Ehi ciao, come stai?" mi fa sprofondare ancor di più nello sconforto! Li osservo invece io, felici, laureati, con un lavoro, che viaggiano, che si innamorano e si divertono... e vorrei essere al posto loro, non dovere stare male per ogni piccola cosa... non dover sentirmi in imbarazzo quando mi chiedono: "Bhe, che stai facendo??" .. come se non lo sapessero che sono sepolto vivo, come se non lo sapessero che sono morto tanti anni fa!
E come se non bastasse nella mia famiglia c'è una situazione insopportabile, fatta di dolore e frustrazione, di violenza fisica e soprattutto psicologica! Sto già così male di mio che vorrei poter non vedere più nessuno... e invece devo incontrare ogni giorno gli occhi di mia madre, stanchi e sofferenti, forse ancor più stanca e sofferente di me! E mi sento in colpa perchè parte di quella sofferenza che vedo nei suoi occhi è causa mia, ma non posso farci niente! E poi le urla, ad ogni ora del giorno e della notte, le liti, i pianti.
Mi sento di essere arrivato al limite, mi sento in trappola... vorrei solo scappare, andare lontano, lasciarmi alle spalle, se non i miei problemi che mi seguirebbero ovunque, almeno qeulli della mia famiglia. Eppure non riesco nemmeno a uscire di casa... a volte cerco il punto più esterno della casa, mi metto lì, mi appoggio al muro e spero... spero che qualcosa cambi, che qualcosa accadda! Ma c'è solo sofferenza ovunque, dentro ed intorno di me, nella mia testa, nel mio cuore, nei sospiri di mia madre, ovunque!

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Messaggio  soloari Ven Ago 15, 2014 1:14 pm

Ciao. Io sono arrivata qui ieri sera, e non so manco se è lo spazio adatto a darti una risposta, ma spero vivamente ti possa servire. Almeno un po'.
Non so, forse l'università è costruita su un cimitero indiano. Tutta, senza esclusione di colpi. Perché a quanto sento io, che comunque la vivo, causa più problematiche che altro - una volta la mia dottoressa mi disse "quando studiavo io, prendevo chili e li rimettevo in continuazione per lo stress".
Il problema è che anche quando ci sei dentro, conosci gente, partecipi alle feste, dai gli esami e tutto il resto, se sei una persona... sensibile? Attenta? Insicura? Non so manco io quale sia l'aggettivo giusto, ma se sei quel tipo di persona, fare il paragone scatta sempre. Quello è più bravo di me. Io studio il doppio e lui prende trenta. Quello farà strada, si vede. Quello, oh quello è proprio tosto. Quella invece va in Erasmus. Quella lì sta col ragazzo che piaceva a me. E via, di riflesso scattano mille domande: ma allora ho qualcosa di sbagliato io? Perché non ci riesco? Perché per quanto studi rendo sempre meno? Perché non riesco a farlo di più? Perché non ci ho parlato per prima col ragazzo che mi piaceva, non ho fatto la domanda Erasmus, perché se qualcuno mi chiede cosa voglio fare nella vita pur studiando vado comunque in palla?
Spesso incontro vecchie compagne di classe, quando torno a casa. E non è solo il dover mentire al come stai, che ti annienta, ma anche la certezza che loro hanno avuto più di te pur facendo meno. Io, che avevo il cipiglio della donna manager, che a diciotto anni me ne sono andata con la pretesa di sfondare il mondo, mi ritrovo a invidiare la semplicità di ragazze che si, magari stanno a casa, ma lavorano, e hanno le loro abitudini, con chi passare il sabato sera, e la certezza di qualcuno che gli vuole bene. Spesso sono circondata di gente e mi sento sola.
Tutto questo per dire che secondo me l'Università centra poco. Sei tu. E capisco il buio, capisco la mancanza d'aria, e capisco la sensazione di vuoto, la voglia di piangere e non voler uscire: ma secondo me il solo fatto di scrivere anche a degli sconosciuti, vuol dire "voglio stare meglio". E forse almeno di questo dovresti essere contento, (o contenta, non so se sei un ragazzo o una ragazza, perdonami) no?
Perché è già un obiettivo, in sé.
D'accordo, forse non sarà andare a Parigi, Berlino o Copenhagen, forse non sarà il matrimonio, ma sai cosa? Si può essere felice in ogni parte del mondo e si nasce interi, non divisi in due. Pensa per ora che vorresti essere questo.
Io sono a favore dei periodi di solitudine, ma ben spesi. Non mi piacciono i giorni passati a fissare il vuoto; io i miei li passo leggendo, disegnando, lavorando il das o facendo comunque le cose che mi interessano e tranquillizzano.
Prova a rispondere a questo, ora: cos'è che ti piace? Cosa ti interessa? E non rispondere niente, perché lo so, è la risposta-scudo automatica. Datti una risposta sincera anche se fa paura. Se non vuoi darla a me, e tenerla per te, va bene comunque. Ma prova a rispondere.

Un abbraccio, che fa sempre bene.
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Messaggio  gabriella_mi Ven Ago 15, 2014 3:41 pm

Ciao Nospe81,
non pensare che siano tutti felici e tutti fuori a divertirsi spensierati. Tanti sì e tanti altri sono messi come te o anche peggio. Non sai quello che hanno passato gli altri per ottenere quello che hanno. Non sai se davvero sono felici. Non paragonarti mai agli altri, cerca solo di perseguire quello che vuoi.
Ti capisco, anche io ho avuto i tuoi stessi problemi quando frequentavo l'università, avrei dovuto lasciare perché non concludevo (nonostante avessi le capacità intellettive per farlo, mi sentivo senza forza, senza speranza, svuotata di tutto, forse morta). Invece ho continuato e ci ho messo 10 anni (pagata da sola). Anche io ho avuto liti, liti, liti pianti, urla in casa e mi sentivo disprezzata. Non avevo amici e relazioni.
Poi un po' alla volta le cose cambiano. SIAMO NOI CHE FACCIAMO CAMBIARE LE COSE. Ovvio non tutto.. Qualche aspetto della nostra vita è in NOSTRO POTERE, altri no.
Non sei costretto a stare a casa al buio e solo. Se hai una bicicletta puoi prendere la bicicletta e farti un giretto nei dintorni. Stare alla luce e fare un po' di movimento fa bene all'umore. Anche io ora non ho un lavoro e non ho amici però io posso creare le situazioni per avere queste cose.
E poi decido di non sentirmi sbagliata se soffro per la mancanza di lavoro e amici e posso concedermi di piangere se voglio. Manda a quel paese il giudizio degli altri e comincia a fare qualcosa per te stesso che sia in tuo potere di fare. Magari cominciando prendendo una abitudine buona. Forse potresti rivolgerti ad un psicologo o a un prete o a qualcuno che ti possa solo ascoltare.
G.

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Messaggio  Nospe81 Ven Ago 15, 2014 6:44 pm

Ciao Soloari, ciao Gabriella_mi, grazie innanzitutto per il vostro tempo e le vostre parole!

Racchiudere in poche righe quindici anni di vita non è una cosa semplice, se poi a questo ci aggiungete il fatto che ho scritto di getto in un momento di forte tensione, probabilmente non sono riuscito ad esprimermi al meglio e spiegare con chiarezza la mia situazione.

Hai ragione Soloari quando dici che l'università centra poco e che tutto dipende solo ed esclusivamente da me! Ho parlato dell'università e del suo abbandono per fissare un limite temporale di quando la mia vita ha cominciato a sprofondare! Lasciare l'università non è stata la causa della mia situazione, ma bensì uno dei primi grandi effetti dei miei problemi di relazione, di autostima e probabilmente di salute mentale! La cosa che mi fa arrabiare è che allo stesso tempo lasciare gli studi sia stato un effetto ma anche una causa, non so se mi spiego: sto male, la vita universitaria mi fa stare male, ho attacchi di panico e decido di lasciare e rinchiudermi in casa; allo stesso tempo aver abbandonato gli studi mi fa sentire in colpa, sento il peso del fallimento, sento la delusione non solo mia ma anche dei miei genitori e sto ancora peggio! E studiare era l'unica cosa che sapevo fare, che mi riusciva, che mi piaceva! E a distanza di tanti anni mi sento ancora in imbarazzo... a volte capita ancora di incontrare vecchi compagni di liceo che mi chiedono cosa stia facendo, e alla mia risposta che al momento non ho un lavoro, quando mi chiedono in cosa mi sia laureato mi sento davvero male... per questo che li evito, ed evito per esempio le varie rimpatriate tra compagni di liceo: vederli realizzati lavorativamente, quasi tutti sposati con figli, mi far star male!
Ma non è che ne faccio un dramma di non essere laureato, anzi non me ne potrebbe importare di meno!

"Voglio stare meglio": certo che voglio stare meglio, e ci mancherebbe anche che non fosse così! Non penso ad altro tutto il giorno, e purtroppo anche tutta la notte, a trovare un modo per stare meglio... più ci penso e più so che la soluzione è molto più semplice di quanto pensi, che è lì ad un passo, che le cose da fare per stare meglio le so... il problema è trovare la forza per farle, superare la paura, riuscire a spezzare le catene che mi tengono legato stretto in questa situazione di malessere! E anche qui si tratta di un altro circolo vizioso: la paura del mondo, la paura della gente mi fa scappare e mi fa rinchiudere in me stesso... ma invece di stare meglio , fuggendo dalle mie paure, sto peggio perchè dovrei affrontarle e vivere la vita!

So anche che il resto del mondo non è tutto felice e spensierato, che anzi sono molto più fortunato rispetto a tante altre persone: non ho malattie, non ho disabilità gravi e che niente mi lega in questa casa dell'orrore (come la chiamo io)! Ed è proprio questa la cosa peggiore: essere libero di poter fare qualsiasi cosa, ma nello stesso tempo esserne incapace, averne paura, esserne terrorizzato. Nessuno mi impedisce di prendere un treno e andarmene lontano, per un girono, per un mese, per sempre, niente mi impedisce di riprendere e finire l'università, niente mi impedisce di andare al mare, niente mi impedisce di uscire ed incontrare persone, niente mi imdesce di andare alle feste! Niente e nessuno mi impedisce di fare quello che vorrei e che so di dover fare per stare meglio! Nessun, se non me stesso! E' questo che intendo quando dico che so qual è la soluzione alla mia stuazione! So quali sono le cose da fare, ma anche solo il pensiero di farle mi terrorizza e mi blocca! E per questo che sono ancora qui... ad aspettare, a sperare che qualcosa possa cambiare... ed hai ragione gabriella_mi quando dici che siamo noi a far cambiare le cose, che devo essere io a farle cambiare. Purtroppo però non ci riesco!

Mi sento così solo, non avere nessuno che ti stia accanto è ancora più difficile! Vorrei avere qualcuno che mi abbracciasse, che mi dicesse che mi vuole bene, che andrà tutto bene, che le cose possono cambiare! Ma invece ogni giorno mi sveglio, e mi apsetta la stessa giornata, identica alla precedente, piena di paura, di terrore, di incomprensioni, di risentimenti, di dolori, di apatia, di mancanza assoluta di qualcosa che possa farti stare meglio, almeno per un po', per qualche momento!

Sembrerà stupido, ma una cosa che ho scoperto potesse darmi un po' di sollievo era il giardinaggio. So che è una cosa stupida e che cmq si tratta sempre di rimanere confinati nelle mura domestiche... ma anche in questo caso lo sconforto ha preso il sopravvento... mi piaceva occuparmi del giardino, far crescere painte e vederne sbocciare i fiori...e rimanevo lì a guardarli quasi estasiato.. li guardavo e li accarezzavo, non vedevo l'ora che sbocciassero... ma quando poi hai nella mente solo certi pensieri e nel cuore una tristezza infinita e tutto intorno a te parla solo di dolore e sofferenza, poco importa quanto meravigliosi possano essere i fiori che hai fatto crescere!

Speravo di scirvere una risposta che potesse chiarire la situazione, ma probabilmente ho scritto ancor più senza senso del post di questa mattina! E non ho nemmeno voglia di rileggere quanto scritto! C'è una situazione così terribile in casa in questi giorni, che sono terrorizzato da ogni piccolo rumore e da ogni piccola parola!

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Messaggio  alfredo Ven Ago 15, 2014 11:30 pm

Dopo aver letto queste due magnifiche lettere per come sei riuscito a esprimere la tua situazione ,le tue emozioni , sento un gran bisogno di comunicarti i miei pensieri nella sincera speranza che possano aiutarti a modificare almeno in parte pensieri e situazioni negative .
Li provavo anch'io tali e quali tanti pensieri che hai descritto , leggerli mi ha fatto provare delle emozioni fortissime :
...." ma invece sono costretto a sopravvivere  Shocked .....Anche incontrare qualche parente mi fa stare male, anche una loro semplice e banale domanda... "Ehi ciao, come stai? .........E mi sento in colpa perchè parte di quella sofferenza che vedo nei suoi occhi è causa mia, Embarassed 

"l'università non è stata la causa della mia situazione, ma bensì uno dei primi grandi effetti dei miei problemi di relazione, di autostima e probabilmente di salute mentale "

Io provengo da una grave mancanza di autostima , che mi ha spesso causato le situazioni che hai descritto sopra . Dopo tante letture e riflessioni penso di averne acquisita in discreta misura e adesso affronto situazioni sociali senza eccessive preoccupazioni .

Posso capire che i consigli di fare qualcosa di concreto come una passeggiata o altre azioni per sbloccare la situazione non abbiano effetto positivo ,
perchè come tu stesso dici manca la forza mentale per fare anche il più piccolo sforzo .
" So quali sono le cose da fare, ma anche solo il pensiero di farle mi terrorizza e mi blocca! " .

Cosa si può fare per acquistare un pò di forza mentale?
si può cercare di conoscere bene le proprie valutazioni positive partendo da quelle generate da un giudizio personale , che non hanno bisogno di un confronto sociale :

sono in buona salute fisica , studiare era l'unica cosa che sapevo fare, che mi riusciva, che mi piaceva! ... mi piaceva occuparmi del giardino, far crescere painte e vederne sbocciare i fiori...e rimanevo lì a guardarli quasi estasiato.. li guardavo e li accarezzavo, non vedevo l'ora che sbocciassero..........

la buona salute fisica è la base da cui partire per costruire alre buoni convinzioni .
La capacità di apprendimento è anche questo un elemento positivo per raggiungere traguardi .
L'interesse per le piante e farle crescere , dimostra l'enorme sensibilità che possiedi per la bellezza della natura .

Poi quelle negative :
" ho vergogna del mio aspetto , .... la paura del mondo, la paura della gente mi fa scappare e mi fa rinchiudere in me stesso.."
Questi pensieri , sono altamente " tossici " , impediscono il cambiamento e devono essere modificati .
la valutazione dell'aspetto da un'analisi più obiettiva mentre per " la paura della gente ", ci si può chiedere per quale motivo scatta questo pensiero.

Se hai trovato qualcosa che ti fa riflettere e ti va di rispondere , sono qua.
Ciao
Alfredo




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Messaggio  Nospe81 Sab Ago 16, 2014 11:29 pm

Ciao Alfredo, grazie per le tue parole!
Qualcosa nel tuo messaggio che mi fa riflettere c'è, ma purtroppo l'analisi e la riflessione portano sempre alla stessa conclusione: sconforto e incapacità di agire, che si alimentano a vicenda in un circolo senza fine.

Ti spiego: tu parli delle valutazioni positive generate da un mio giudizio personale, ma se osservi bene ho usato nella maggior parte dei casi, involontariamente, un verbo al passato!

"studiare era l'unica cosa che sapevo fare, che mi riusciva, che mi piaceva!" ... sono sempre stato bravo a scuola e studiare mi piaceva e guarda come comunque son finito... ad abbandonare l'università ad un paio di esami dalla laurea.

sconforto -> incapacità di (re)agire -> altro sconforto -> maggior icapacità di (re)agire -> e così via...

"mi piaceva occuparmi del giardino, far crescere painte e vederne sbocciare i fiori...e rimanevo lì a guardarli quasi estasiato.. li guardavo e li accarezzavo, non vedevo l'ora che sbocciassero" ... anche in questo caso tutto al passato... vedessi adesso il mio giardino avresti una fotografia della mia condizione e della mia vita adesso più eloquente di mille parole... progetti mai realizzati, lavori incompiuti, piante semimorte che non vivono, ma sopravvivono, erbacce infestanti che ti tolgono il respiro! Quanti schizzi ho fatto di possibili riorganizzazioni del giardino, quante piante desiderate cercate su internet e rimaste lì nei carrelli virtuali di qualche sito senza mai effettuare realmente l'oridne!

sconforto -> incapacità di (re)agire -> altro sconforto -> maggior icapacità di (re)agire -> e così via...

e la salute poi... sto bene questo sì, non ho gravi malattie, ma mi sto lasciando andare, sto ingrassando sempre di più e sto rimandando tante piccole visite e alcuni piccoli interventi! E mentre il tempo passa vorrei iscrivermi in palestra, vorrei mettermi a dieta, vorrei andare a comprarmi qualcosa, vorrei andare a fare quel controllo dal dentista per quel dente che mi da fastidio da anni... ma poi penso: a che pro? tanto. cosa cambia? devo sforzarmi di fare tutte queste cose, per cosa? per stare comunque male?

Tanto cosa cambia?


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Messaggio  merla Dom Ago 17, 2014 2:06 pm

Ciao Nospei,

anche io come alfredo sono rimasta molto colpita dal modo lucidissimo e chiarissimo in cui riesci a esprimere le tue emozioni e le tue sensazioni e mi sono risuonate molte cose (tra cui l'università, tra non molto io compio 39 anni e mi mancano ancora degli esami con tutto il costo emotivo e contante e la fatica che puoi ben immaginare e il balcone pieno di piante, che nei momenti no, diventano erbacce e, insomma, in generale i progetti e una fatica immane a metterli in pratica).

Non so se ti può aiutare, ma negli ultimi tempi a me è servito distogliere l'attenzione dai risultati e concentrarmi sui processi, non so se rendo l'idea. Invece di pensare che vorrei avere il balcone fiorito, quando mi ricordo lo bagno e levo le erbacce. Non ho per ora il balcone che vorrei, ma mi piace molto più di prima. Non so se ho reso l'idea. Smile
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Messaggio  Nospe81 Dom Ago 17, 2014 5:41 pm

Ciao Merla, capisco quello che vuoi dire circa il soffermarmi sul processo piuttosto che sul risultato finale (viste soprattutto le mie alte aspettative e i miei miseri risulati). Ma non si tratta solo di quello!

La mia sofferenza non è l'unica in famiglia e, forse, non è nemmeno la più grave: anche mia madre soffre di depressione, da anni ormai, sebbene lei non voglia ammetterlo, sebbene si prenda quasi beffa di tutti i medici che glielo hanno detto. Ma basta guardarla negli occhi, basta ascoltare i suoi continui sospiri e le sue continue frasi del tipo "quanto vorrei morire"! E con mio padre la storia non è diversa, contare su di lui per qualsiasi cosa è pressocchè impossibile, soprattutto da pranzo fino a quando va a letto! C'è poi un problema di tossicodipendenza, che ci ha pian paino distrutti tutti e proprio ora mentre scrivo c'è in casa un'aria così malsana e una tensione così insopportabile che quasi non riesco nemmeno a respirare!

E' questo il problema principale: una serie di sofferenze che si alimentano a vicenda, che sono una la causa dell'altra, senza riuscire a districarsi, senza trovare una via di uscita!

Quello del giardino è chiaramente un esempio, se vuoi una metafora. Potrebbe trattarsi del giardino ma di qualsiasi altra cosa che io decida di fare. Ho in mente tanti progetti e già devo combattere per contrastare questa mia situazione, questa mia mancanza di forza e di interesse. Però ci provo, capita che ci provo, succede! Succede raramente, ma succede, di svegliarmi con le migliori delle intenzioni, con il migliore dei propositi! Ma basta respirare un po' di questa aria, basta incorciare lo sguardo perso e sofferente di mia madre, basta ascoltare i borbottii continui di mio padre o le liti furiose e i painti, basta anche solo uno di questi, non tutti insieme (come invece sta accadendo in questi giorni), per farmi passare la mimina voglia di fare qualcosa... mi spezzano le gambe, mi atterrano, mi fanno star male... io che invece avrei bisogno di un sorriso da parte di mia madre, di un incoraggiamento da parte di mio padre, di una carezza e di un abbraccio da parte di qualcun'altro che invece rovescia con violenza e forza la sua di rabbia su di noi tutti, e le alimenta le nostre sofferenze, e si alimentano tra di loro continuamente!

E quando penso che l'unica soluzione sia prendere e scappare via, perchè non è giusto stare male, perchè non è giusto sprecare la vita in questo modo, anche in questo caso ci pensa la mia testa a bloccarmi: ci pensano i sensi di colpa che mi vengono a lasciare da sola mia madre, che controllo constantemente anche la notte perchè non possa decidere di smettere di stare male, nello stesso modo in cui spesso penso anche io! E poi ci sono le mie paure e i miei problemi, che mi bloccano, che mi dicono "Ma dove vuoi scappare? Dove vuoi andare?" Ed hanno ragione perchè non riesco nemmeno ad andare al supermercato di fronte casa a comprare qualcosa che mi serve! "Dove vado?", mi chiedo io stesso!

E la cosa che mi spaventa maggiormente è che da un po' di tempo mi sto accontentando delle mie fantasie... che mi fanno stare bene, per pochissimo tempo e in una forma lievissima, ma mi fanno stare bene! E allora prima di addormentarmi (sempre che ci riesca) faccio vivere nella mia testa i miei alterego: rivivo la giornata appena trascorsa come se fossi uno di loro, come se fossi bello e sorridente, come se me ne fossi andato in una città lontana, come se me ne volessi andare... e pianifico realmente i viaggi, mi collego sui siti, trovo oarai dei treni, trovo voli e alberghi. Mi metto a cercare i luoghi che vorrei visitare su goggle maps, i posti in cui vorrei vivere e mi metto a guardare l'esterno della palestra che mi piacerebbe frequentare a Madrid, quella vicino alla metro, così posso arrivare più velocemente all'appartamento che ho affittato e preparare la cena per la persona che amo, prima di decidere se andare a vedere quel nuovo film che è uscito adesso.. e lo cerco veramente il cinema, a madrid, per vedere gli orari!
Probabilmente sto diventando pazzo!
Ma queste fantasie mi fanno stare bene, come ho detto prima, per un po' e molto lievemente, ma almeno è qualcosa, perchè tanto l'indomani mattina devo combattere anche per alzarmi dal letto, devo incorciare gli occhi tristi di mia madre, devo ascoltare i lamenti di mio padre, devo ascoltare le urla... come da titolo del mio primo intervento... un incubo senza fine!

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Messaggio  merla Dom Ago 17, 2014 8:21 pm

Nospe81 ha scritto:

E quando penso che l'unica soluzione sia prendere e scappare via

Purtroppo io di questo non sono tanto convinta, nel senso che in sé una fuga è sempre una fuga e finché addebiti la responsabilità dei tuoi problemi alla tua famiglia, i tuoi problemi rimarranno (spero che non suoni troppo dura questa frase, ma è esattamente la mia esperienza).

Sicuramente allontanarti dalla tua famiglia potrebbe essere una scelta in senso evolutivo e ti permetterebbe di vivere in un modo più sereno e sicuramente potrebbe darti modo di crearti più facilmente un'autonomia e la vita che vuoi, ma per far questo è più opportuno che sia una scelta e non una fuga (mi ha colpito la parola scappare).
In ogni caso, un passaggio secondo me inevitabile (di nuovo temo di essere dura, ma avendo un vissuto molto simile, parlo con una ragionevole conoscenza di queste situazioni), per quanto difficile, è prendere atto con se stessi che non è la tua situazione familiare a essere insostenibile per te, ma che sei tu a permetterle di essere insostenibile per te e che l'errore sta lì, nel sentirsi senza possibilità di scelta, ed è un errore tuo (che vuole anche dire che puoi modificarlo).

Non è una presa d'atto simpatica né semplice, ma posso assicurarti che quando si riesce tutto diventa molto più semplice e molto più lieve.
I sensi di colpa, lasciali da parte, in sé sono inutili e, in ogni caso, tu in primo luogo puoi pensare al tuo malessere e non a quello degli altri. A parte l'inversione di ruoli genitori/figli che raramente è qualcosa che non ha strascichi, nella situazione che descrivi evidentemente nessuno è in grado di pensare al tuo di benessere e allora, per quale motivo tu dovresti sentirti in dovere di pensare a quello degli altri?

Cmq, in situazioni di  malessere psichico così radicate nella famiglia, uno psicologo e/o un gruppo di auto mutuo aiuto possono fare la differenza. Ci hai mai pensato?
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Messaggio  alfredo Dom Ago 17, 2014 9:07 pm

ciao
Ho letto le tue ultime due lettere , che hanno aggiunto altri elementi al quadro della tua situazione .
Mi hanno intristito e capisco ora quanto sia pesante  questa condizione e quanto limiti la possibilità di reagire .
Forse non ci crederai ma assomigliava molto alla mia , con la differenza che i miei genitori erano separati , pur vivendo nella stessa casa e uno zio dipendente da alcool .
Conosco bene i sensi di colpa , spesso immotivati che assalgono per le sofferenze dei componenti della famiglia .
Alfredo
.

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Messaggio  roberto66 Dom Ago 17, 2014 9:26 pm

Sinceramente Nospe non so che dirti
Sò quanto costi e sia doloroso vedere i propri cari che soffrono, specie se le colpe sono anche nostre, ed è una cosa che auguro a nessuno di provare
Ma come dice Merla scappare la credo una soluzione poco ideale
Prova magari se ti riesce di cercare di attenuare le tensioni, riappacificare le cose
Prova magari anche a farti vedere non tanto provato, perche forse tua Mamma potrebbe avere i tuoi stessi pensieri, vederti avvilito per causa anche sue o del clima famigliare ( ipotizzo perche come sai su queste cose bisogna andare un po con le pinze )
Un grosso augurio Nospe
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Messaggio  Nospe81 Dom Ago 17, 2014 9:46 pm

Merla, come faccio a non permettere alla mia situazione familiare di essere insostenibile per me? Io non ne ho idea, proprio non ci riesco!

Ho spesso pensato ad uno psicologo sia per me, per i miei problemi personali, sia per la mia famiglia! Ma non è così semplice: io vivo ancora nella speranza, forse errata, di potercela fare a cambiare la mia situazione da solo; mentre per quanto riguarda la mia famiglia la vedo molto dura... soprattutto mia madre che nasconde i nostri problemi a tutti, non ne parla a nessuno (nemmeno ai familiari più stretti) e quando le ho detto di non tenersì tutto dentro, di non far finta di nulla, di parlarne con qualche amica e con qualche sorella ha detto che preferisce di no! Per questo temo che da un momento all'altro la situazione possa esplodere!

Alfredo, spero vivamente che prima o poi l'incubo finirà o per lo meno si allieverà... spero che almeno qualcosa possa cominciare ad andare per il verso giusto... almeno una, seppur piccola, che possa ridarmi un po' di fiducia e speranza! Che si possa aprire un piccolo spiraglio di luce in questa enorme e fitta oscurità!

Roberto66, a me invece andare via continua a sembrare la scelta migliore! Anche perchè non potrei essere di nessuno aiuto qui se sto male io per primo! Sai quante volte cerco di coinvolgere mia madre, di farla uscire, di farle comprare qualche vestito... lei sono anni che ormai a perso interesse per ogni cosa... ci sono pomeriggi che per aiutarmi e aiutarla a stare un po' meglio le propongo di uscire, di fare una passeggiata insieme... o è troppo stanca, o ha da fare in casa, o non vuole vedere nessuno o semplicemente mi dice di lasciarla in pace, di non mortificarla! Con lei non parlo dei miei problemi, ovviamente vedendomi tutto il giorno a casa saprà che non sto benissimo, ma non ne parliamo... spesso lei mi dice "non sai nemmeno a quante cose brutte penso per tutto il giorno"... io non le rispondo, ma nemmeno lei sa a quante cose brutte penso io per tutto il girono!

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Messaggio  merla Dom Ago 17, 2014 11:03 pm

Nospe81 ha scritto:Merla, come faccio a non permettere alla mia situazione familiare di essere insostenibile per me? Io non ne ho idea, proprio non ci riesco!

Ho spesso pensato ad uno psicologo sia per me, per i miei problemi personali, sia per la mia famiglia! Ma non è così semplice: io vivo ancora nella speranza, forse errata, di potercela fare a cambiare la mia situazione da solo; mentre per quanto riguarda la mia famiglia la vedo molto dura... soprattutto mia madre che nasconde i nostri problemi a tutti, non ne parla a nessuno (nemmeno ai familiari più stretti) e quando le ho detto di non tenersì tutto dentro, di non far finta di nulla, di parlarne con qualche amica e con qualche sorella ha detto che preferisce di no! Per questo temo che da un momento all'altro la situazione possa esplodere!

Nospei81, ma, ammesso e non concesso che tu possa in qualche modo convincere tua mamma non far finta di niente, come puoi essere convincente se tu stesso non affronti i tuoi problemi?

Io assolutamente non intendo dire che tu debba farlo per quello, perché anche una volta che tu risolvessi tutto quello che puoi risolvere con se stesso, non è detto che i membri della tua famiglia risolvano i propri. Però è in ogni caso vero che l'unica cosa che puoi fare in realtà è risolvere i tuoi e lasciare che gli altri risolvano i propri, se riescono e se ce la fanno. Magari anche vedendo te che provi e che ottieni qualcosa.

Quello che è realmente insostenibile, è che molto spesso è comune a molti figli in famiglie dove ci sono problemi seri di depressione e di dipendenza, è la convinzione dei figli di essere responsabili dei problemi e delle emozioni degli altri, i sensi di colpa, anche la vergogna. Tutto questo però è un carico emotivo che non ha un vero fondamento di realtà, è semplicemente dovuto al fatto che ci sono situazioni familiari in cui ai figli non viene insegnato (e non è una colpa, è un limite dell'ambiente familiare) per tempo a convivere con l'impotenza e con il senso del limite e questo crea una grande confusione.
L'insostenibilità, ad esempio, è data da tutta l'energia che impieghi con buone intenzioni per convincere lei a farsi aiutare e che impieghi per tentare di gestire la paura che la situazione esploda e che, evidentemente, togli alla tua vita personale, accademica, professionale, e anche al tuo giardino. Questo veicolare le energie a senso unico nella direzione più inutile, è decisamente insostenibile e ti sta mettendo in condizione di pagare un costo molto elevato, che non andrà a vantaggio di nessuno.

In ogni caso non sei tu che devi salvare la tua famiglia, però se questo per te non fosse ancora veramente accettabile (e non solo a livello razionale, parlo di distanziarsi emotivamente dalla situazione che non è per nulla facile e richiede tempo), quanto meno puoi iniziare a limitarti a razionalizzare il fatto, banale e ragionevole, che se tu ti fai aiutare e riesci un pochino a star meglio, la situazione familiare nel complesso non può che migliorare, perché almeno uno sta un po' meglio.

merla

PS: Tutto quello che scrivi, è molto 'comune' nelle famiglie con un problema di dipendenza, comunissimo. La vergogna, il silenzio, il non parlare, il volersi a tutti i costi convincere di potercela fare da soli fanno tutti parte del copione della dipendenza (che è sempre e cmq un problema familiare, mai solo del singolo). Questo però innesca un terribile meccanismo per cui tutti in fondo al cuore, pensano che quando la persona che è dipendente dalle sostanze smetterà, tutto magicamente si risolverà (non so se ci ho preso, ma mi hai dato quest'idea). Da una parte questo non succede quasi mai, perché è uno schema che coinvolge tutti: o tutti cambiano il proprio schema e allora il nucleo familiare può ripartire su basi diverse, o prima o poi si creerà uno scollamento tra chi è cambiato e chi no, dall'altra alla fine dei conti è uno schema di pensiero deresponsabilizzante, per cui tutti delegano il proprio benessere proprio alla persona che, palesemente, è meno in grado di pensare al suo benessere, figurati a quello degli altri. Da dentro so benissimo che non è così semplice vederlo, ma da fuori è evidente che è uno schema che non funziona, non ha logica. In ogni caso lo schema puoi iniziare a romperlo tu, chiedendo aiuto e facendo qualcosa di diverso dal copione secondo cui vi muovete ed è la cosa migliore che puoi fare. Mal che vada migliorerà la tua vita, se gli altri vorranno, accetteranno di cambiare anche loro. Smile
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Messaggio  alfredo Lun Ago 18, 2014 12:21 am

Mi trovo molto daccordo con quanto scritto da Merla ,
Ha espresso un'analisi e un metodo di intervento che penso dia risultati positivi .

L'avevo pensato e scritto anch'io seppur in modo non cosi chiaro come ha fatto lei .

Anche io ti esorterei a distaccarti un pò dall'ambiente familiare , perchè è praticamente impossibile cercare di risolvere i propri problemi e quelli degli altri familiari quando poi manca la loro disponibilità . Già è difficile risolvere i propri.

Non vedendo risultati alle tue sollecitazioni ti accolleresti di un carico emotivo che corre il rischio di affossarti e renderti costantemente passivo .
Perchè i sensi di colpa che dici di provare sono pensieri che non generano attività positiva ma sofferenza e passività .
E poi cosa pensi di aver commesso di male per meritarti questi sensi di colpa? Pensi di avere delle responsabilità?
Spesso i genitori anche involontariamente , come una richiesta d'aiuto, instillano nei figli i sensi di colpa o i figli che sono più sensibili alle esigenze altrui che alle proprie se li addossano .
Hai un'occupazione di lavoro?


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Messaggio  Nospe81 Mar Ago 19, 2014 7:32 pm

Dopo aver riletto il mio ultimo intervento, subito dopo averlo pubblicato, mi sono subito reso conto di quanto fossi un po' ipocrita: hai ragione Merla, come posso pretendere di far stare meglio mia madre se per primo io non ci provo? come posso cercare di convircerla ad uscire o a confidersi con qualcuno se non va di farlo nemmeno a me?

I miei sensi di colpa, però, non ringuardano l'intero quadro familiare... i miei sensi di colpi sono causati solo ed esclusivamente dalla situazione di mia madre, non dalle altre situazioni che ho descritto precedentemente. E riguardano solo una parte della sua soffereza, solo quella parte causata da me. Non mi sento in colpa per i suoi prblemi, o per quelli di mio padre o di mio fratello! Per nulla!

Quello che voglio dire è che i problemi della mia famiglia sono cosa a parte dai miei: potrei stare male ugualmente pur avendo una famiglia perfetta, come, allo stesso modo, potrei stare bene pur avendo un carico così eccessivo di stress a casa.

Se i problemi di tossicodipendenza dovessero terminare (magari) so che non migliorerebbe tutto magicamente, so che i miei problemi di ansia, depressione, fobia sociale rimarrebbero lì dove sono e sono solo io a potermene e a dovermene occupare! Se quei problemi sparissero, oggettivamente mia madre starebbe meglio e oggettivamente io sarei un po' meno preoccupato per mia madre! Se quei problemi sparissero, non vivrei nel terrore che possa accadere qualcosa di violento e di tragico!
I miei problemi, tutti quanti, sarebbero ancora lì in attesa che io trovassi la forza per occuparmene!

Però inevitabilmente questa situazione incide fortemente sulla mia situazione e sul mio cercare di trovare la forza in me stesso per reagire. E ti faccio alcuni esempi: capita raramente, ma capita che io rimanga a casa da solo per mezza giornata... è io mi sento molto meglio, pur avendo tutti i miei problemi! Succede anche a volte che io stia fuori casa per mezza giornata o per un intera giornata e sto molto meglio pur avendo tutti i miei problemi! Da queste piccole constatazioni nasce in me la convinzione che andare via da qui sarebbe il primo piccolo passo verso un processo di miglioramento.

"E poi cosa pensi di aver commesso di male per meritarti questi sensi di colpa? Pensi di avere delle responsabilità?" Se mia madre sta male anche nel vedere un figlio buttare la propria vita, stare chiuso tutto il giorno in casa, proprio nel periodo in cui dovrebbe vivere a pieno la sua vita, sì, penso di avere delle responsabilità!

E no, non ho nessuna occupazione!

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Messaggio  merla Mar Ago 19, 2014 8:11 pm

Nospe81 ha scritto:

I miei sensi di colpa, però, non ringuardano l'intero quadro familiare... i miei sensi di colpi sono causati solo ed esclusivamente dalla situazione di mia madre, non dalle altre situazioni che ho descritto precedentemente. E riguardano solo una parte della sua soffereza, solo quella parte causata da me. Non mi sento in colpa per i suoi prblemi, o per quelli di mio padre o di mio fratello! Per nulla!

....


"E poi cosa pensi di aver commesso di male per meritarti questi sensi di colpa? Pensi di avere delle responsabilità?" Se mia madre sta male anche nel vedere un figlio buttare la propria vita, stare chiuso tutto il giorno in casa, proprio nel periodo in cui dovrebbe vivere a pieno la sua vita, sì, penso di avere delle responsabilità!

 

Guarda, non prendertela se insisto, ma è un argomento che davvero conosco molto bene: hai definito esattamente quello che è un problema di dipendenza, a prescindere da chi assuma quale sostanza e se la assume.
La dipendenza è un problema di relazione e, per la precisione, si estrinseca nel pensare da una parte di essere responsabili per la sofferenza degli altri e dall'altra nel pensare che una situazione esterna  sia responsabile dei propri problemi.
Ora, senza diventare Pollyanna e azzardarmi a scrivere che la sofferenza non esiste o è solo una questione interiore perché non è vero, ci sono situazioni oggettive di realtà che sono dolorose e sulle quali non si ha margine di azione.
Ma una questione  è provare dolore, altra questione è lasciarsi sopraffare da quel dolore: tua mamma si ritrova con un figlio con un problema di tossicodipendenza e un'altra è depresso e sicuramente questo le crea dolore. Da qui in poi il modo in cui sceglie di affrontare il suo dolore è una sua scelta autonoma di cui risponde solo lei. Se per affrontarlo accetta (per qualsiasi ragione, anche perché semplicemente non ce la fa) di farsi sopraffare dalla depressione, di non parlare, di rimanere nella vergogna e nel silenzio questa è una scelta autonoma sua in cui tu non c'entri nulla. Esistono persone in situazioni altrettanto infelici che riescono a combattere, altri no. Es esistono persone che si arrendono per problemi di portata decisamente inferiore. In ogni caso, come lei la gestisca, non dipende da te.
Idem, tu puoi essere figlio di una famiglia problematica e, ciononostante, combattere e lottare per la tua vita oppure accettare di farti sopraffare dalle situazioni degli altri.

Te lo ripeto, (e sono cresciuta con una madre alcolista, ho avuto per anni un fidanzato con un problema di dipendenza grosso come una casa, ho frequentato gruppi di auto aiuto c'entrati sulla dipendenza da sostanze e sui parenti/conviventi di chi ha una qualche tossicodipendenza e sono da anni in terapia, è un problema che conosco e riconosco molto bene) quello che tu descrivi è esattamente lo schema relazionale di una famiglia dove c'è un problema di dipendenza, da manuale. Non importa che tu ti senta o meno responsabile di tuo fratello, piuttosto che di tuo padre o tua madre, il punto è che ti senti responsabile di qualcosa di cui non sei responsabile (e lì, e non è una critica, c'è un problema di accettazione dell'impotenza) ma soprattutto non eserciti il tuo potere negli ambiti in cui sei davvero molto potente, la tua vita, il tuo lavoro, i tuoi studi, ecc.

Ti parlo chiaro perché mi tocca direttamente e sinceramente mi fa un po' di rabbia (benevola) rivedere negli altri errori che hanno causato a me tanta sofferenza per non essere stata capace di vedere certe cose e di comprendere certe dinamiche: fatti aiutare sia da un terapeuta singolo, sia da un gruppo di auto aiuto. È la cosa migliore che puoi fare per te in primo luogo, ma anche per la tua famiglia, perché né tu né i tuoi familiari probabilmente siete davvero coscienti di certe dinamiche e soprattutto non siete coscienti di quanto si può stare meglio rompendo certe dinamiche. Fai vedere alla tua famiglia che splendida famiglia potrebbe diventare, perché ora non lo sapete. Basta che uno rompa una dinamica relazionale di dipendenza e il sistema in ogni caso salta, e quando salta non può diventare peggio perché ognuno comunque impara qualcosa. Faglielo questo regalo.

merla

PS: Quando tu non esci di casa, sei responsabile SOLO del fatto di restare in casa. A prescindere dal fatto che questo possa o meno addolorare qualcuno, non è tua responsabilità il fatto che qualcuno soffra perché ti vede infelice. Cosa dovresti fare? Dovresti fare finta di essere felice quando non lo sei? E soprattutto perché? La felicità e il modo in cui ti senti, sono solo tuoi stati d'animo. Diventi responsabile quando fai qualcosa che danneggia qualcuno e basta. Tua madre può rattristarsi nel vedersi star male, oppure potrebbe anche dirsi "sì, vabbé ok. Viviamo in situazione di cacchina, sarebbe molto più grave se facesse tutto il giorno il giullare o il figlio perfetto, perché lì non tirerebbe mai fuori la sua sofferenza e se la terrebbe dentro." e combattere per cercare nei limiti del possibile di creare un'atmosfera lieta o più serena in casa. È una scelta sua l'atteggiamento da tenere e in ogni caso siete tutti adulti, ognuno risponde per il proprio atteggiamento e per le proprie azioni, non per quello degli altri.
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Messaggio  merla Mar Ago 19, 2014 8:41 pm

Ti faccio notare altre due cose:

- il silenzio. Io ho parlato del bere di mia madre a 21 anni, e le bottiglie ho iniziato a trovarle a 8 e capivo benissimo cosa significavano. In una situazione di dipendenza la vergogna è un peso enorme da portarsi addosso e non ha alcun senso. Per questo sono fondamentali i gruppi di auto aiuto, perché si crea un ambiente dove si può parlare senza vergogna

- la negazione. Nonostante l'evidenza e nonostante una serie di episodi infelici, io ho iniziato ad ammettere intorno ai 32/33 anni che il mio problema fosse di dipendenza. Nonostante l'ovvietà della dinamica relazionale malsana che mi portavo e in parte mi porto dentro, per anni ho cercando di scindere questo aspetto da me. Altri anni mi ci sono voluti per ammettere che nel mio rapporto affettivo stavo riproponendo come un autonoma gli unici schemi relazionali che conoscevo. È sacrosanto che tu non ti senta in colpa per tuo fratello e tuo padre e per ciò che fanno, ma non addossargli la responsabilità, il problema è il copione dentro al quale sei dentro anche tu anche se ti sembra troppo difficile e troppo doloroso ammetterlo. La prima cosa che mi hanno detto ai gruppi di Alcolisti Anonimi è che "un figlio di un alcolista, resta un figlio di un alcolista tutta la vita". Dolorosissimo sentirselo dire, sono solo riuscita a negare per difendermi da quanto era doloroso, ma per altro una frase verissima. Anche lì, ad averla accettata quando me l'hanno detta, mi sarei risparmiata un sacco di sofferenza e di cazzate.
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Messaggio  Nospe81 Sab Ago 23, 2014 5:54 pm

Ciao Merla, ti rispondo dopo un po'... continuo a leggere e rileggere i tuoi ultimi messaggi... ma, perdonami, non riesco proprio a trovare qualcosa che possa aiutarmi... non devo sentirmi in colpa per il modo in cui gli altri decidono di reagire al dolore ok l'unica cosa che posso fare è decidere di stare meglio io andando da un terapeuta e da un gruppo di auto aiuto ok
ho la sensazione però di non essere riuscito a spiegare la mia condizione... non riesco nemmeno ad uscire di casa... mi sento nello stesso tempo costretto a stare chiuso qui dentro e nello stesso tempo a voler scappare...ma non ce la faccio... sono bloccato qui per sempre! Ed è ricominciato l'ennesimo fine settimana dove tutti i problemi della mia famiglia si ampliano a dismisura e lo so che ti dici che non devo incolpare questa situazione familiare della mia sofferenza e che tutte le dinamiche delle mia famiglia malata sono da manuale... ma io sto male cmq, vorrei andarmene il più lontano possibile e affrobtare i miei problemi.. solo i miei e non sentirmi soffocare da questa maledetta situazione! Sai cosa mi ha detto mia madre stamattina appena mi sono alzato? "Che facciamo oggi? Ci uccidiamo?"
Non ce la faccio più e non so cosa fare? L'unica cosa che posso fare è andare in terapia? Non c.è altro che io possa fare per stare un po' meglio adesso?

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Messaggio  merla Sab Ago 23, 2014 6:18 pm

Guarda, può essere che ci siano altre soluzioni e può essere che andartene sia una buona soluzione (ammesso e non concesso che tu riesca a non portarti dietro troppi strascichi).
Però in realtà, e tu  l'hai espresso in modo lucidissimo, per te andare via è un sogno in cui ti culli, ma non ti stai attivando praticamente per metterlo in pratica, probabilmente per la stessa ragione per cui non riesci a uscire di casa.
Qual è il motivo per cui non inizi con un approccio più comodo, che ti richiede meno sforzi e meno impegno di un cambiamento radicale di vita? Andare in terapia o frequentare un gruppo non ti impedisce in nessun modo di lavorare su un altro piano per realizzare il sogno di andare via e cambiare vita.
Perché non ti piace questo tipo di soluzione? Potrebbe servirti capire cosa ti blocca, quando è abs pacifico che ogni membro una famiglia pervasa da problemi di depressione e dipendenza può trarre molto vantaggio da un aiuto psicologico? All'atto pratico, si tratta di investire 2/3 h alla settimana, non di più e quindi cos'è che blocca te dal provare?

Ti assicuro, in ogni caso, che capisco benissimo le emozioni che descrivi e capisco perfettamente il desiderio di affrontare solo i problemi propri e non quelli degli altri, il senso di soffocamento e, credo, il profondo senso di ingiustizia (e desiderio di rivalsa anche) che si prova nel rendersi conto di soffrire profondamente a causa di qualcosa che non dipende da noi, perché sono emozioni che ho provato esattamente in questi termini.
Ti posso assicurare che con un percorso ben fatto, anche questo emozioni possono essere affrontate e soprattutto superate e che, dopo, si sta molto meglio.
Resta che non ci si svincola da questo senso di ingiustizia semplicemente andando via, perché il desiderio di rivalsa resta e finché si vive con un desiderio di rivalsa così forte, in realtà si rimane invischiati sempre nella stessa situazione, anche se si vive lontani e anche se non si hanno più contatti.
È quello che ti dicevo nell'altro post, riguardo alla "figlia di alcolista": finché non ho accettato di esserlo comunque, con i pesi ma anche le opportunità di questa situazione, di fatto sono rimasta in una situazione di dipendenza. Tu comunque sei il figlio in una famiglia molto problematica, il che non impedisce a priori di ottenere dalla vita tutto quello che vuoi, ma non puoi prescindere dalle dinamiche relazionali che hanno gestito la tua vita fino adesso, in ogni caso dovrai passare di lì e allora tanto vale farlo subito, no?
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Messaggio  Nospe81 Dom Ago 24, 2014 11:28 am

Sto seriamente pensando di prendere un appuntamento con uno psicoterapeuta... sono scettico, molto, ma d'altro canto non credo di avere altre alternative... almeno posso dirci di averci provato e speriamo di riuscire a stare un po' meglio! Ho cercato un po' su internet ma non ho nessun metodo per sceglierne uno in particolare... ne ho scelta una, domani mattina chiamo e fisso un appuntamento ... chiamo senza pensarci troppo altrimenti rischio di cambiare idea!

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Messaggio  merla Dom Ago 24, 2014 11:47 am

Bravo! Smile
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Messaggio  lorenzobg75 Dom Ago 24, 2014 11:54 am

vedrai che non sarà un esperienza così brutta come puoi pensare...in bocca al lupo  Smile
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Messaggio  Nospe81 Lun Ago 25, 2014 1:13 pm

Ho preso l'appuntamento... speravo che mi ricevesse subito o comunque almeno oggi e invece ci devo andare domani sera... ma qui è sempre peggio e io sto sempre peggio... non so cosa fare!!

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Messaggio  merla Lun Ago 25, 2014 1:16 pm

Nospe81 ha scritto:Ho preso l'appuntamento... speravo che mi ricevesse subito o comunque almeno oggi e invece ci devo andare domani sera... ma qui è sempre peggio e io sto sempre peggio... non so cosa fare!!

Chiamando, hai già fatto una cosa ottima invece. Vanne fiero. Smile
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Messaggio  roberto66 Lun Ago 25, 2014 3:10 pm

Nospe81 ha scritto: non so cosa fare!!
Lo sò Nospe capita anche a me e tante volte è peggio, perchè vado nel panico
Come dice Merla, consolati e cerca di stare tranquillo e se ci riesci cerca di rilassarti
roberto66
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