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Messaggio  Chiaradb Ven Set 12, 2014 4:11 pm

Ciao a tutti, finalmente ho deciso di iscrivermi ad un sito che tratta di depressione. Perchè credo di esserlo, ma trovo che sia troppo facile classificare qualcuno come depresso.....inoltre è una parola che non mi piace...analizzandola, si direbbe che la depressione è una parola che indica uno "sprofondare"...su per giù...e al giorno d'oggi trovo che ce ne siano migliaia di motivi per cui sprofondare un po'. Ho 32 anni. Ho avuto una vita abbastanza "movimentata" fino ad ora. Tra alti e bassi vado avanti. Ecco, oggi è un giorno "basso". E sono qui....

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Messaggio  elisabetta5656 Ven Set 19, 2014 8:45 pm

Ciao Chiara.Hai detto talmente poco di te che è veramente difficile risponderti.Se vuoi puoi parlarci un pò di più di te e del tuo malessere.Purtroppo la depressione esiste.Era già stata diagnosticata,nei suoi sintomi principali e nella notte dei tempi, da Ippocrate che la chiamò melancolia.La tristezza è un'altra cosa e sarebbe bene non confondere i due termini con i relativi diversi significati.Perchè pensi di essere depressa?Salutoni
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Messaggio  roberto66 Sab Set 20, 2014 3:25 am

Ciao Chiara
Anche a me la parola depressione non piace
Ai detto bene "spofonda"
E questo mi sembra un termine un pò piu indicativo, e appropriato

Infatti la parola depressione a me non piace, perche a questa parola viene dato un significato, e spesso attribuito uno stato di una cosa molto generica, leggera, e passeggera ( ovviamente da chi non la conosce )
Si è vero è molto facile attribuire la parola depresso a qualcuno ( con questi criteri superficiali o popolaristici )  il difficile è classificare quanto uno sia depresso, che grado sia giunta la depressione in lui, e valutarne la gravità, non che la complessità della cura

PS... e quelli che diagnosticano la depressione nelle tantissime forme in qui si presenta, o si evolve, sono laureati in mendicina, pertanto la definizione vera della patologia depresso deve essere attentamente valutata, con criteri e competenze mediche

E di questo ne abbiamo consapevolezza ( parlo in prima persona, ma mi riferisco a persone che non la conoscono e la sottovalutano, o minimizzano ) purtroppo tantissime volte, sia nella sua sottovalutazione, che nella sua gravità e serietà, da tanti fatti di cronaca
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Messaggio  Chiaradb Dom Set 21, 2014 3:27 pm

Allora...ho 32 anni. E mi manca la gioia di vivere. Da qualche mese non rido, mangio poco, nulla ha più senso. Ho iniziato a convivere a 17 anni, costretta dai miei genitori, che non accettavano il mio ragazzo e cosi' m'han detto: o resti e fai quello che diciamo noi, oppure te ne vai. E io me ne sono andata. La storia è durata 6 anni. Dopodichè ho deciso di darci un taglio perchè non mi dava piu' nulla. Nel frattempo ho cambiato molti lavori e tra l'uno e l'altro, ho viaggiato in paesi del terzo mondo, innamorandomene. Poi, rimasta sola, avrei dovuto impegnarmi per stringere amicizie e per capire cosa ero piu' adatta a fare. E invece mi sono innamorata di nuovo. Altri 6 anni di fidanzamento di cui 4 di convivenza. Poi l'ho lasciato. Perchè in realtà non l'ho mai amato. Mi ero SOLO aggrappata a lui. Gli ho spezzato il cuore. Altri viaggi, mi sono innamorata dell'India, altri lavori...Ho pensato che la soluzione ideale per viaggiare fosse fare un lavoro stagionale, e così ho fatto. Lavorare qui nella stagione estiva e partire nei mesi invernali. Ho sempre dato grande importanza alla mia automomia, mi sono sempre mantenuta e pagata tutto. Nell'ultimo viaggio in India ho conosciuto un ragazzo italiano, ci siamo innamorati. Qui in Italia abitiamo a 300 km di distanza. Il primo anno siamo riamsti lontani, ognuno col proprio lavoro, e ci vedavamo quando era possibile. Finito il lavoro siamo partiti insieme. L'anno dopo ho deciso di cercare lavoro dove sta lui, perchè dove lavoravo prima, avrebbero dovuto assumermi a tempo indeterminato e invece mi hanno lasciato a casa. Siamo andati ad abitare insieme. Fortunatamente, tramite conoscenze, ho trovato lavoro: Stagione come cameriera. lavoravo tutti TUTTI i giorni, 12 ore al giorno, 4 euro l'ora. Per 3 mesi. Stavo andando fuori di testa. Non ce la facevo piu'. Ho pensato che l'anno dopo non sarei tornata li a cercar lavoro, se non volevo distruggermi. Cosi' siam partiti per l'India di nuovo. Là ho imparato a cucire e mi è piaciuto tanto. Mi sono detta: inizio con un nuovo progetto, torno in Italia con un bel po' di stoffa e venderò in internet le mie creazioni. Pensavo fosse la soluzione ideale per me, un po' artista, solitaria e introversa.. Dovrò abitare di nuovo con i miei genitori, ma porterò pazienza, ce la faro'. E invece no. Sono tornata da 5 mesi. Mi sento demotivata, fortemente schifata da questa società, e da una concezione di lavoro "normale" che comunque anche se volessi, ormai non trovo piu'. Mi sento soffocare qui a casa dei miei genitori, che mi amano e mi comprendono, o almeno cercano, e non riesco a stare bene. Questo paese mi da un malessere totale. Non ho la forza per andare avanti. Credo che la mancanza di un lavoro mi abbia portato a questo forte malessere. Ho sempre lavorato, pur odiando il lavoro, impegnandomi molto, troppo, per dare il meglio. Ho sempre vissuto il lavoro come una forma di schiavitù totale. Ma non sono mai rimasta senza fare nulla. Vedo gente vuota intorno a me. Che crede a tutto quello che la tv gli dice. Che dice: chi ha voglia di lavorare, il lavoro lo trova. Si certo, ma solo se conosci la persona giusta lo trovi e solo se sai leccare i piedi a chi di dovere, lo mantieni il lavoro, altrimenti, via, si fa presto a sostiturti con qualcunaltro. Maddai ma dove vivono tutti. metterei una bomba in parlamento. andrei a manifestare in piazza ma mi sento sola, io, sola, non posso ottenere nulla. Sembra che la gente non creda che l'Italia è nella cacca profonda. Anche se alla tv dicono che siamo ai livelli del 1986 la gente va avanti come se niente fosse. Non so cosa fare. Sto cercando delle comunità, per vivere in maniera alternativa e con pochi soldi. Ce ne sono tante in giro...ma la cosa mi fa un po' paura. E' una scelta importante da fare, ma credo che sia l'unica soluzione, per me, che ormai non accetto piu' questo schifo di mondo, con i suoi obblighi e doveri insensati.

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Messaggio  piquemal Dom Set 21, 2014 7:11 pm

Siamo cresciuti in una generazione che pensava di far quello che voleva della sua vita e invece viviamo immersi in un dissesto economico dal quale non si sa quando e in che modi usciremo. Si può essere apocalittici o adattarsi comunque. Io la vivo parecchio male, validi consigli non me la sento di darne, tanto meno sul vivere in una comunità. Però devi cercare quanto meno di reagire ad una situazione ostile: costruire il tuo piccolo spazio di mondo è più alla portata e mi pare dalla tua storia che l'hai già fatto altre volte in passato.

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Messaggio  Chiaradb Dom Set 21, 2014 10:41 pm

Il punto è che sono arrivata al punto da non riuscire più a reagire. Quasi. Succede a volte e ultimamente sempre più spesso. Mi vedo bloccata qui a casa dei miei genitori, senza soldi, senza lavoro e senza futuro. Sto avendo una visione apocalittica delle cose. Troppo spesso. Mi sento avvelenata da tutto quello che questa società propone. E ingannata. Arrabbiata. Si, succede che a forza di pensare a come riuscire a vivere in questo mondo oggi, divento frustrata, triste, e arrabbiata perchè non trovo via d'uscita. Poi sfogo la rabbia con qualcuno, in questo caso i miei genitori, (perchè non ho nessun'altro vicino. oltre al mio ragazzo che sta lontano e che ovviamente non manco di coinvolgere) cercando discussioni inutili, offendo, provoco, urlo, sbatto contro le cose con violenza, e poi mi sento una cacchina. Scarica. Non più arrabbiata. Inutile e non meritevole di questa vita. E comincio a chiedermi che senso ha vivere una vita così. Troppo spesso mi sento debole, soprattutto psicologicamente, fisicamente sono arrivata a 40 kg, e penso sia dovuto a questo lavoro di testa che mi tormenta. Non riesco a vivermela bene. Ho sempre fatto fatica, anche nei miei viaggi, perchè oltre ad essere sempre stata una tipa silenziosa ed introversa, vedevo che il mondo era troppo ingiusto, che i soldi erano la rovina, che alla fine il dover lavorare per guadagnarli e spenderli in cose inutili, era un sistema assurdo, per non parlare di tutto il resto...Ecco, al momento alterno periodi di tristezza, pianti, rabbia e zero luce in fondo al tunnel, a momenti di piccole gioie e speranze. Spero di riuscire a trovare la mia strada. Intanto continuo a lavorare di testa perchè non riesco a farne a meno. Quando riesco faccio un po' di yoga, inteso da me come: isolamento, silenzio, stretching, cercare di essere il più consapevole possibile della mia respirazione, dei miei blocchi muscolari, di come reagisce il corpo ai movimenti...ecco questo mi aiuta a volte....

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Messaggio  piquemal Lun Set 22, 2014 7:22 pm

Credo che si debba fare i conti, prima o poi, con l'ingiustizia e con un mondo che non va come vorremmo - per non dire del problema del male, ma non vorrei virare sul filosofico. Poi, per necessità o per sfida personale, dovresti trovare le motivazioni che ti spingono a metterti in gioco anche in contesti diversi da quelli che avevi previsto per te, anche per semplice adattamento a un mondo che è cambiato.
Detto questo, mi viene da distinguere in un disagio da una parte i motivi per così dire sociali, valutazioni sconfortanti sul mondo che non gira bene, e dall'altra gli elementi più personali. Perché i primi, per quanto spiacevoli, ti fanno ritrovare in abbondante compagnia, ed è possibile trasformare la depressione in rabbia, che comunque è una forma di reazione, e in varie forme di solidarietà, e inoltre ti consentono anche di non vittimizzarti troppo per questioni più grandi di te, dinamiche sociali ed economiche in cui non sei onnipotente per muoverti come vorresti.
Invece le questioni individuali, certi tagli della propria personalità, li puoi in parte modificare per reagire diversamente alle stesse cose che adesso, forse, possono a tratti paralizzare e far deprimere. Insomma per reagire diversamente alle stesse cose.

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Messaggio  lorenzobg75 Lun Set 22, 2014 8:48 pm

ciao chiara,sinceramente penso che tu abbia il merito di avere consapevolezza dei tuoi mezzi,e malgrado il tuo disagio reagisci,hai entusiasmo a voglia di rivincite,probabilmente hai anche un carattere forte ed istintivo,e questa è una grande arma di difesa sia psicologica che a livello sociale...in questo ti invidio,dato che io sono introverso e passivo,e malgrado abbia un lavoro ed una vita apparentemente normale,sono in preda a continui episodi depressivi anche forti,con un livello di angoscia e sconforto pericoloso....e malgrado questo non reagisco,non cerco farmaci,non ne parlo con nessuno,niente psicologo,tanta solitudine....insomma,come se uno ti massacra di botte e tu stai a guardare e speri che la smetta di sua iniziativa... No
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Messaggio  Chiaradb Lun Set 22, 2014 10:58 pm

Grazie del sostegno. Cerco di farmi forza, altrimenti poi è sempre più difficile rialzarsi. Cerco di farmi delle frasi, dei mantra, da ripetere tra me e me, che mi diano forza, tipo: "Io sono la vita, il coraggio è la mia forza",...cose così, magari vi faranno sorridere, ma se ci si pensa profondamente, ci si rende conto che siamo esseri magnifici. Difficili a volte da funzionare. Complessi. Ma è proprio questa complessità ad essere magnifica. I più consapevoli vivranno meglio, per gli altri ci saranno parecchie salite. Peggio per loro. Cerco di vederla così (OGGI). Per darmi coraggio. Penso che in fondo siamo tutti soli. SOLI. SEMPRE. CON NOI STESSI. e se decidi di non starci bene, preparati a soffrire. Domani non so se riuscirò a seguire questo pensiero. Ma cercherò di farlo.

Lorenzo, hai mai pensato che quello che i tuoi amici attivisti dicono e pensano riguardo a come gira il mondo, ti crei questo malessere? Non è che sia questa "consapevolezza" di come vanno alcuni fatti nel mondo, politici ecc.. a farti stare male? Io credo che abbia contribuito ad aumentare il mio pessimismo già presente. Anch'io sono un'introversa, sono sempre stata zitta, ho immagazzinato tutto nelle mie budella, pochi amici fino a non averne più. Da piccola mio fratello mi sovrastava, con le sue urla, con le sue rabbie e io mi dicevo: io da grande faccio la brava...Ho sempre avuto un senso di inferiortà, paura del giudizio altrui. Ho letto parecchi libri su come migliorare il mio carattere. Poi ho scoperto Anepeta, con la sua versione sull'introversione, (l'anno scorso), e ho iniziato a capirmi un po' meglio, a cercare di accettare la mia introversione e di darle un senso. E' difficile, alcune volte mi arrendo e crollo. E' così che vi ho trovato, voi tutti. Perchè avevo paura di non rialzarmi. E vi sento vicini, con le vostre storie e paure, così simili tra loro, ma uniche. Dobbiamo essere forti. Se siamo su questo pianeta un motivo c'è. E non è quello di soffrire.

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Messaggio  lorenzobg75 Mar Set 23, 2014 12:59 pm

chiara,le tue parole sono davvero commoventi,mi auguro davvero che il futuro ti regali tanta felicità....
in quanto al tuo quesito della controinformazione che condiziona negativamente il mio stato la risposta è NO!
...questo perchè gli episodi sono iniziati molto prima(2007) di quando mi interesso a queste faccende(circa 2 anni),e anzi,forse è vero il contrario;il fatto di sapere come gira il pianeta e come ci prendono per marionette mi fa incazzare e paradossalmente mi da un minimo di reazione emotiva,che mi incita a parlarne con amici e colleghi,è ovvio che quando sto male divento un p'ò apatico e metto tutto in "pausa"...quindi il mio malessere credo sia dovuto sia a fattori genetici sia per la mia ansia sociale...è vero anche che alcuni giorni sono tranquillo e stò abbastanza bene...grazie ancora per le tue parole I love you
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