Disturbi secondari- Quali?

PS: Cmq la psicoterapia per me è stata fondamentale sia per quanto riguarda l'energia di fare cose, sia in termini relazionali.
La difficoltà sta nel fatto che i tempi non sono brevi e quindi può accadere che uno inizialmente si scoraggi. Però, appunto, è un percorso che io mi sento assolutamente di consigliare perché su di me (e sul mio compagno) ha avuto effetti ottimi.

merla ha scritto:Ma sai, quando uno è depresso non si rende conto di quanto la sofferenza sia dovuta alla realtà oggettiva o alla depressione.

Nel senso che magari a volte (parlo per la mia esperienza) la depressione fa diventare anche un po' rigidi o insoddisfatti delle proprie conoscenze o amicizie: non dico che tu stia sbagliando ora, però io mi rendo conto che ora che sto meglio sono più morbida nello scegliere anche le persone che mi stanno attorno. Non si tratta di adattarsi o di accontentarsi ma, ad esempio, di rendersi conto che una persona può darci molto da un punto di vista e pochissimo da un altro, ma magari l'altro punto di vista può essere riempito da qualcos'altro.

Ti ripeto, non sminuisco la tua sofferenza, ma credo che affrontare la depressione sia prioritario in questo momento.
Una domanda, ma lo psichiatra ti ha visitato? ha fatto un colloquio con te?

è ottimo che psichiatra e psicologo collaborino, però i farmaci dovrebbe sempre sceglierli il medico su sua responsabilità.

Si, lo psichiatra mi ha visitato tramite colloquio verbale.

Da questo punto di vista mi ritengo fortunato: la psicologa presso cui sono in cura è una persona estremamente abile e competente, e tiene un dialogo costante con il collega.

Ottimo!

Cerca davvero di portare un po' di pazienza allora: porta costantemente sintomi, sensazioni e stati d'animo.
Magari fai presente anche questa cosa dell'appiattimento che senti ora, può essere che sia anche un effetto dello stabilizzatore destinato ad affievolirsi nel tempo.

merla

PS: per quanto riguarda la benzodiazepine, cmq, sicuramente servono sul breve termine placano l'ansia, però implicano sempre un minimo di effetto depressivo, nel senso che ti spengono. Per cui se già ora non hai spinta, in quel senso non ti aiuterebbero. Se ti fidi della professionalità delle persone che ti hanno in cura, la cosa migliore che puoi fare è portare ogni cosa ai colloqui (compresi i dubbi sulla psicoterapia, sempre per esperienza personale, ti assicuro che portarli proprio in terapia è una cosa utilissima)

Mi inserisco nella discussione, se non altro perchè all'inizio dell'anno scorso ho passato qualcosa di molto simile a te; avevo già dei casini di mio e la mia ex compagna ha pensato di andarsene...
Ho perso le forze, non uscivo, non avevo nemmeno amici da frequentare, ho avuto attacchi di panico, ansia, l'umore era a zero!
Mi son messo in cura in una struttura seguito da psicologa e psichiatra, ho preso i miei farmaci e iniziato l'analisi; subito non è stato facile, sia perchè stavo male, sia perchè non sono uno che si apre, le prime volte parlavamo di cose abbastanza futili o comunque non approfondivamo più di tanto.
Col passare del tempo i farmaci han fatto il loro lavoro, la terapia analitica ha subito una svolta, ho acquistato confidenza con la psicologa e abbiamo affrontato man mano argomenti sempre più "intimi" e profondi e ciò mi ha aiutato a guarire, ritrovare l'equilibrio...
Sto dismettendo i farmaci, proseguo l'analisi, ho ripreso amicizie "perse" circa 5 anni fa, non serbo rancore alla mia ex e non la penso più da tempo, anzi ho cercato altre relazioni, oltre ad aver conosciuto nuove persone...
La mia vita sociale non è granchè, se paragonata ad altri viveur, ammesso che ciò, cioè lo stare in compagnia o in mezzo alla gente a tutti i costi, abbia davvero un senso, in parte per motivi contingenti ma in parte per mia scelta, ora riesco a stare bene con me stesso; ho iniziato a studiare chitarra, ho ripreso a fare pesi, vado molto in bici, leggo, ascolto musica, se capita esco a cena o a casa di qualcuno....
Una notte ho pensato di farla finita, sul serio, ero lucido, non si è trattato di un attacco di panico o simile; ma non l'ho fatto! Mi sono spaventato e parecchio, ma il ripensare a quella notte consapevole di aver deciso di non farlo mi ha dato nuova forza, una spinta ulteriore verso la superficie.
Tutto questo per dirti che ora sei giù, anche fisicamente, non vedi la soluzione, ma questo non vederla non significa che non ci sia, percui perchè non aspettare e vedere se c'è? Quando la scoprirai, la soluzione dico, ripenserai ai momenti più duri e sarai contento di aver aspettato e cercato!
Intanto scrivi qua, che qualcuno che legge e magari risponde lo trovi...

Messaggio inviato due volte.

Edit: Cerco di rifare i quote

merla ha scritto:

Analitica ha scritto:
Ma non una vita in funzione della ragazza, nessuno con uno sport, con degli amici, con un lavoro, si ammazza perchè la fidanzata lo lascia.

Chissà perchè.

Scusami se per il momento non ho il tempo di approfondire, però io non mi permetterei di liquidare tanto facilmente le motivazioni che stanno dietro a un suicidio, mi sembra francamente molto superficiale.

Ci sono persone che nella vita in teoria hanno tutto, amici, fidanzati, famiglia, possibilità pratiche ed economiche, che purtroppo decidono ciononostante di togliersi la vita,

Confermi quanto ho scritto, non è un elemento definito e singolo che può portare al suicidio (almeno non dell'entità di una rottura sentimentale), ma altro attinente una sfera più personale dell'individuo.

merla ha scritto:
Non nego che in certe occasioni una risposta tranchant possa anche essere d'aiuto, però forse sarebbe più d'aiuto per chi legge i tuoi interventi usare un tono più morbido e un attimino più aperto alla possibilità che una persona diversa da te può anche provare sensazioni e sentimenti differenti.

Ahah! Ma non ci posso credere, mi farete diventare psicopatica a starvi dietro.
Ti rendi conto, passato il momentino, che è un caso che non esiste?

Morbido di cosa? Quale tranchant? Era la chiosa di questo mio intervento:

"Apparentemente mi verrebbe dire che non è perchè ogni tanto ti aggrappavi a qualche speranza momentanea che si potrebbe evitare un antidepressivo per uno stabilizzatore, anche se non conosco molto questi farmaci.
Mi verrebbe da suggerirti sia di riparlarne con la dottoressa e spiegarle che il tuo umore resta immutato durante la giornata o anche cambiarla.
Non è ingiusto negarti la speranza di un futuro con quel coltello?
Però provati almeno di pensare di prendere in mano la situazione e non vivere in funzione di una ragazza e un appiattimento sociale. Una vita nella sua interezza."

Che è molto truce vero? Proprio da terapia d'urto!

merla ha scritto:
Nei momenti in cui io ho avuto pensieri suicidari, di più o meno seria portata, una risposta come la tua mi avrebbe solo fatto una grande rabbia, nel senso che avrei pensato "ecco, passo pure per deficiente che mi sento tanto male, quando basta fare una partita di pallacanestro".

Evidentemente non gli basterebbe una partita di pallacanestro eppure, assieme ad altre cose scritte altrove, ritiene che "Non credo che possa definirsi vivere una vita senza colei che ami e senza uno straccio di amico con cui condividere qualcosa.

Io lo chiamerei sopravvivere. ".

E rendendosi ben conto lui che non è un solo elemento il problema, di sicuro non è niente di shockante rimarcare che quando non hai niente, perdere un'unica cosa può valere la vita, invece quando hai una vita completa (amici, interessi, soddisfazioni personali), ogni posto ha la sua relativa collocazione.

No, suggerirgli di rimontare gli altri pezzi, prima di darsi per spacciato, non l'ho avvertita proprio come un'aggressione velata.

Comunque difendermi da quest'"accusa" è strisciare sul ridicolo.

jeanluc ha scritto:

Analitica ha scritto:

Non è comparsa la mia risposta.
Dicevo che certo che non è vivere, per questo devi costruirtela.
Ma non una vita in funzione della ragazza, nessuno con uno sport, con degli amici, con un lavoro, si ammazza perchè la fidanzata lo lascia.

Chissà perchè.

Dire le stesse cose con un po' meno acidità è così impegnativo?

Ahahahaahahah! Scusa scusa susa...?!

Acidità? Sei davvero riuscito a rilevare pure l'intonazione di due parole messe in croce sulle cause dei suicidii?

A prescindere da tutta la discussione pure e persino volta palesemente ad aiutare, consigliare etc l'interlocutore,

ma anche presa così singolarmente la questione ha qualcosa di terribilmente folle.


SOno tutta un brivido.

No, perdona il francesismo, mi sembri tutta rincoglionita, ban per me grazie.

Si. Comunque, volevo aggiungere che necessariamente non gliel'ha prescritto la psicologa il farmaco.
Non possono farlo. Solo gli psichiatri possono.

Analitica ha scritto:

Comunque difendermi da quest'"accusa" è strisciare sul ridicolo.

Infatti Analitica nessuno ti chiede di difenderti. Rileggi.

Io ti ho scritto quella che sarebbe stata la mia reazione a leggere certe cose scritte in certi modi durante certi momenti brutti che ho passato.
Se scrivi anche per chi ti legge, potrebbe esserti utile cercare di intuire cosa passa del tuo messaggio, quantomeno comunicato in questo modo. Ed era questo il senso anche se ti sei sentita "accusata".

Se scrivi invece per te stessa e la reazione del lettore ti è indifferente, puoi passare oltre il mio messaggio, rien à dire.

PS: Smettete di invocare il ban ogni tre x due, please.

Tanto il forum è anarchico/autarchico. se mai ci fosse ban (e ce ne sono stati solo DUE nella storia del forum e si sono impegnati), avverrà al momento giusto.
È inutile invocarlo. Il ban sa quando è il suo momento.

Io preferisco discutere col Cappellaio Matto.

Vediamo se resuscito i morti: come siete messi col mal di testa?