Malessere costante

Non so da dove iniziare.

Approdo qui dopo due settimane terribili con momenti di down veramente difficili da gestire. Sto piangendo spesso e sento sempre più il peso della quotidianeità. Vorrei dormire sempre e a volte desidero di non svegliarmi più.

Ho 25 anni e non vedo futuro.

La mia vita dall'esterno appare perfetta una presenza piacevole, a detta di tutti solare, lavoro con mio padre ed ho una retribuzione medio alta, un compagno che amo e che mi ama. Insomma tutti i tasselli sono perfettamente in linea.

Il primo punto che vorrei affrontare è la questione lavoro:

Faccio un lavoro che non mi piace, un lavoro d'ufficio che mi opprime e genera ansia. Il solo pensiero di svegliarmi il mattino e venire qui a non fare praticamente nulla mi fa stare malissimo e da fare ce ne sarebbe ma non riesco a concentrarmi e a farmi piacere quello che dovrei fare.

Mio padre è una figura autoritaria e mia madre una persona debole che ha subito le scelte fatte da lui per tutti, i miei genitori non mi hanno lasciata libera di intuire le predisposizioni spronandomi a seguire la mia strada, con l'idea di farmi del bene mi hanno incasellata in questa via che ho scelto passivamente e mi ritrovo a 25 anni con un futuro spianato, un'azienda avviata che sarà mia senza essere felice e senza trovare la mia dimensione. Il peggio è che non so verso cosa orientarmi e non so decidere cosa potrebbe piacermi di più tra le mille idee che quotidianamente fanno capolino nella mente.

Mi sembra di sputare nel piatto dove mangio, vado tantissimi ragazzi e ragazze che vengono qui portando curriculum che si farebbero tagliare un braccio per avere quello che ho io.

Questo confronto con l'esterno mi fa tornare sui miei passi e abbassare le aspettative. Intanto i giorni scorrono e il tempo passa e alterno momenti di gioia in quello che faccio trovando anche delle soddisfazioni a periodi interminabili di apatia.

Dal confronto con gli altri esco sempre sconfitta:

Il mio compagno è laureato in economia politica e sento un senso di inferiorità nei suoi confronti, uno perchè non sono laureata e in secondo luogo perchè mi rendo conto
di non essere all'altezza dei temi affrontati da lui. A volte mi parla e non so cosa rispondere, cosa ribattere...

Mi manca l'esperienza dell'università, le serate in compagnia, l'esperienza in una città diversa, l'esperienza all'estero...tutte cose a cui ho rinunciato senza sapere perchè e mi sono convinta per molto tempo di non averne bisogno e che fosse un futile vezzo.
Una perdita di tempo...

Osservo il mio compagno che ha 34 anni e lotta per ottenere la sua posizione mentre io senza far nulla ho trovato la pappa pronta dal babbo. A volte mi prende in giro dicendo che non percepisco uno stipendio ma una paghetta.

La frustrazione si fa ogni giorno più intensa e si riflette nella mia vita privata con lui.

Ogni due o tre giorni ho reazioni isteriche senza un motivo, mi offendo per nulla, gelosie ingiustificate con discussioni vanno avanti anche giorni interi.

Lui cerca in tutti i modi di non discutere e la sua indifferenza mi fa arrabbiare ancora di più, non gli lascio spazio, lo offendo, metto in dubbio la relazione per poi improvvisamente cambiare umore e pentirmi di tutte le cattiverie dette, ho sensi di colpa enormi che mi abbattono ancora di più.
Lui lavora tre giorni fuori e ogni volta che se ne va lascia un vuoto incolmabile dentro perchè non ho una vita mia. Ho paura di essere abbandonata, paura che si fa sempre più concreta ogni qual volta le mie reazioni isteriche degenerano...
Non ho nulla all'infuori di lui a cui dedicarmi o che mi dia piacere.

Io non so come uscire dall'empasse e nelle ultime settimane sono sempre più abbattuta, demotivata, angosciata, piango spesso e la mattina non vorrei alzarmi, vorrei restare a dormire tutto il giorno.

Aiutatemi vi prego.

sei in tempo a iscriverti all'uni se lo desideri davvero. i tuoi probabilmente saranno contenti di aiutarti almeno finanziariamente, inoltre così avrai la scusa per non andare in ufficio (devi studiare).

al tuo raga diglielo che tu non ti interessi di politica, quindi o la smette di annoiarti e cambia argomento o ti spiega da zero di cosa parla. senza dare per scontato che tu abbia conoscenze particolari in materia, non devi sentirti in fallo, anche lui non capirebbe niente se uno gli parlasse che ne so di programmazione funzionale, astrofisica, o altre cose che lui non conosce.

sono tutti problemi risolvibili, però non ti puoi lamentare contemporaneamente di avere la strada spianata e di trovare tanti ostacoli insuperabili, la realtà o è una o è l'altra o sta nel mezzo.

Sei depressa e la tua mente distorce la realtà facendoti ritenere senza futuro qualcosa che senza futuro assolutamente non è.
Il tuo problema a me pare più il rapporto conflittuale con tuo padre ed il fatto che tu ti senta schiacciata da lui, piuttosto che la tua vita.
In effetti, da come parli, non mi pare che alla tua età tu possa dichiarare di non vedere futuro. La sicurezza economica ce l'hai e se tu volessi fare l'università, lavorando quasi in proprio, non avresti problemi ad autogestirti il lavoro e iscriverti ad una facoltà. Sembra però che tu percepisca l'università come uno status simbol piuttosto che ad una reale fonte di soddisfazione ed accrescimento culturale e che alla fin fine non è che tu abbia molta voglia di intraprendere una strada faticosa per un risultato incerto.
Hai maturato una profonda insoddisfazione di te stessa. Hai accettato la strada di tuo padre, ma in fondo la rifiuti. Ti senti in colpa perchè chissà quante volte ti avranno detto che sei fortunata ecc. ecc. ed invece tu aspiri ad altro.

Da 41enne qual sono, non ti istigo certo a fare la ribelle ora, raparti la testa e lasciare la famiglia ed il lavoro sicuro. In questi tempi di magra sarei una pazza ad elargire un tal consiglio! Ma ricordati che, finchè non avrai figli da mantenere, detieni un margine notevole di manovra.
Se iscriverti all'università ora ti spaventa, puoi iniziare dal ritagliarti uno spazio personale, un hobby solo tuo ed indipendente dai tuoi e dal tuo ragazzo. Qualcosa che ti arricchisca le giornate e che ti faccia provare soddisfazione.

Però senza volontà di farcela anche smuovere un fiammifero sembra uno sforzo enorme. Invece di sfogare le tue frustrazioni sul tuo ragazzo, cerca un modo per incanalare le tue energie in un'altra attività (fisica o mentale che sia).
Invece di fare tanti progetti campati in aria e trascinarti dal letto al divano, poniti un obiettivo concreto e datti una data per metterlo in pratica.
Non puoi continuare a lamentarti e lasciare che la tua vita te la guidino gli altri.
Chi se ne frega se non riesci a star dietro ai discorsi del tuo fidanzato! Tu avrai altre cose che ti piacciono! Lui ti parlerà delle sue e tu, quando ti deciderai a scoprire ciò che ti piace, allora gli parlerai delle tue.
Non devi per forza essere laureata per provare soddisfazione nella vita. Ci sono altri modi e altre strade.
Devi solamente scuoterti e prendere in mano la tua esistenza senza darti obiettivi difficili ed impossibili ora che ti senti giù.
Inizia dal prendere una decisione da sola e prova.. Se fallirai, ricomincerai da capo. Non stai rischiando la vita!
Su ragazza! Basta piagnucolare!
Se non ce la fai, allora fatti seguire da uno specialista che ti dia una mano. Rivolgiti ad uno psicologo.
Scusa se ti sembro dura, ma in realtà ti voglio aiutare.
Fare la vittima non ti servirà. Prendi in mano la tua vita ed inizia dalle piccole cose concrete.