Come 'sentirsi' meno soli?

è sufficiente osservare gli oggetti che ci circondano, le espressioni artistiche e culturali, le strutture di relazione più o meno formali mediante le quali le persone svolgono le loro attività, per ammettere che l'uomo è un animale sociale. non lo fosse, quasi tutto ciò che è presente alla nostra coscienza non si spiegherebbe.
una cosa però è essere animali sociali, altra cosa è essere socievoli. sulla distinzione si è pronunciato friedrich schiller, immaginando l'educazione estetica, cioè il gioco e l'arte, come le attività da promuovere per costruire una società bella. 
il bisogno spinge l'uomo a interagire con i suoi simili, ma non pone la necessità intrinseca di trovare il proprio scopo in questa interazione. le leggi e i vincoli formali estendono la libertà del pensiero e stabilizzano le forme sociali, ma anch'esse pongono la necessità della società solo in termini molto astratti.
la socievolezza, cioè l'interazione e la condivisione come scopo in sé, è purtroppo ciò che l'educazione e l'esperienza faticano di più a trasmettere.

post interessante, grazie per lo spunto di riflessione.

canterel II ha scritto:
una cosa però è essere animali sociali, altra cosa è essere socievoli.

la socievolezza, cioè l'interazione e la condivisione come scopo in sé, è purtroppo ciò che l'educazione e l'esperienza faticano di più a trasmettere.

appoggiandomi alle tue considerazioni, nella mia ottica da animale sociale che fa tentativi ed errori per diventare più socievole, riconosco la carenza antropologica che ci lega via via ai vari tessuti, uno dei quali, forse trascurato per la sua apparente naturalezza, è il linguaggio, che ogni parlante utilizza a modo suo attingendo da una langue comune che lo trascende. L'uomo come animale sociale è comunque la definizione di Aristotele, col quale si confronta ogni seguente riflessione oscillando tra i poli di chi lo vuole socializzare per convenienza e chi per qualche forma di bontà intrinseca. Oggi che questi vincoli paiono allentati, trasferiti dalle relazioni identitarie che si verificano per mezzo del lavoro a quelle imposte dall'immaginario mediatico, mi sembra che il sociale restituisca sempre meno quello che promette, o che socializzi per atomizzare (paradosso!). L'uomo si riscopre carente e solo e la sua fragilità viene pure biasimata.

sì, "L'uomo si riscopre carente e solo e la sua fragilità viene pure biasimata." e per quello si finge benessere.
Che in realtà però non c'è. 
E torniamo al discorso che spesso siamo in tanti ad essere apparentemente felici, ma in realtà ad essere soli.

Larcombe ha scritto:sì, "L'uomo si riscopre carente e solo e la sua fragilità viene pure biasimata." e per quello si finge benessere.
Che in realtà però non c'è.

Non so, credo che la solitudine e la paura siano da sempre esperienze individuali e collettive che richiedono di essere esorcizzate in qualche modo, e fingere benessere può essere un rimedio temporaneo, comunque migliore del dare la caccia al diverso, un'altra forma dell'esorcismo, individuando intere categorie di persone come causa del proprio dolore. Questo non toglie che fingere benessere mi sembra un'attività faticosissima, soprattutto da un po' di tempo a questa parte.

Poi penso che ad altri livelli la solitudine individuale è così radicale che la questione non riesce nemmeno ad essere posta, rasentando forme di autismo o di schizofrenia.

anch'io penso che la cosa più importante sia davvero stare bene con se stessi!!!
Ricordo fasi in cui stavo davvero bene e non avevo bisogno di nessuno...dove invece avevo bisogno di ritagliarmi spazi solo per me stessa, di stare sola senza nessuno!!!
Momenti in cui io mi bastavo ed ero a posto così!!!
Ora con la depressione riapparsa sto male da sola, a fare quello che facevo prima e sto male anche quando sono con gli altri...se sento il bisogno di stare sola è per piangere a dirotto senza dover sempre tratterenere il nodo in gola e le lacrime.
Per me uscire dalla depressione sarebbe questo, tornare a stare bene con me stessa, tornare me stessa...questo è il traguardo che ho bisogno di raggiungere se voglio guarire...e io Voglio guarire!

idem.
a volte piango per niente. ma niente proprio. o almeno così sembra a me.
mi faccio problemi per cose che problemi non sono, nonostante abbia anche problemi reali di cui preoccuparmi.
mi preoccupo di come apparire agli altri, quando non so come piacerebbe apparire a me.
l'unica cosa che mi viene in mente è "forte e sicura", cosa che non sono, purtroppo.