Datemi una mano a liberare la zitella che è in me!

Ciao a tutti. Ho 40 anni – età cruciale – e sono qui per chiedervi un aiutino, un incoraggiamento, per liberarmi dalla palla al piede che mi porto appresso da quattro anni.
Si tratta di una relazione vissuta senza vero trasporto da parte mia. Lui non mi piaceva granchè neanche all’inizio. La solita storia: lui era così buono e bravo ecc… Io ero molto depressa e in malattia da cinque mesi. Insomma un momentaccio. Che però si è protratto… A oggi mi meraviglio che la storia sia ancora in piedi. Credo che ciò sia stato possibile solo in virtù di un massiccio uso di cannabis da parte mia (pure da parte sua, ma meno). Una vita color grigiofumo nella quale mi trascino a forza attraverso giorni tutti uguali.
Mentre la verità è così adamantina nella mia mente. Io sono sicura di non amare la persona con cui sto. Il mio corpo lo rifiuta. Eppure non ce la faccio a mollarlo. Sono mesi che sto lì lì ma non riesco a fare il salto. Vivo a cavallo tra due dimensioni. In certi momenti mi sento come un’aquila pronta a spiccare il volo. Immagino la mia vita futura dove io ridivento padrona di me e di ciò che è mio, e mi sento gagliardissima. Poi arriva la sera e ridivento la pedina di un gioco altrui. Lui rientra dal lavoro e ogni cosa torna nell’ordine perpetuo. Le chiacchiere davanti al tg, i progetti sulla nostra casa. Mentre appena un’ora prima stavo studiando il momento giusto per dirgli: “Mi dispiace, ma ti voglio bene come a un fratello!”.
Il senso di colpa mi schiaccia. Lo mollerei in un momento difficile per lui. Al momento sono la sua ancora di salvezza, la sua possibilità per una vita migliore. Gli ho anche prestato dei soldi… Mi sento una responsabilità nei suoi confronti, anche se non mi compete. Sembrerebbe quasi una sorta di espiazione: non si capisce perché io debba andarmi a raccattare tutti i bisognosi della città. Ne fossi innamorata, almeno!
Non so se è stata causa della depressione, ma sono stata vittima di tutta una serie di condizionamenti (familiari in primis). A un certo punto ho cominciato a vivere la mia vita passivamente, come se guardassi un film.
La psicanalisi (un’altra delle relazioni che ho portato avanti senza convincimento) ha avuto un ruolo rilevante. Nei sei anni di analisi, ho fatto tutta una serie di cazzate che neanche in tutta la mia vita, in campo sia affettivo che lavorativo, oltre a cominciare a drogarmi. La terapia anziché aiutarmi ad accettarmi per ciò che sono, ha tentato di infilarmi in un contenitore improprio. “La vita è questa. Sono i peli nel piatto doccia e i calzini sparsi sul pavimento” “Non puoi vivere per sempre nel tuo mondo perfetto di bambina” (E perché no scusa? E’ vietato dalla legge?)
Sono passati quasi due anni da che ho interrotto “bruscamente” la terapia.
Oggi sono come paralizzata. Ogni cosa sembra così chiara, così facile. Eppure non muovo un passo.
Datemi una mano a liberare la zitella che è in me!

In punto di morte chi vorresti che ti tenesse la mano, quale volto vorresti vedere prima d'andatetene??, nei momenti di pericolo chi chiameresti???

Sally, è giusto che ci sia un po' di inerzia, portata dallo stato di comfort raggiunto, dalla consuetudine, dall'abitudine, altrimenti cambieremmo tutto e il contrario di tutto diverse volte al giorno.

Pensaci bene, valuta le alternative, valuta i modi e le tue responsabilità.

Dopodiché, fai quello che è meglio per te. Non è tuo figlio. Non ti devi sacrificare per lui. Se davvero vuoi lasciarlo (ma questo è un grosso punto interrogativo), lascialo.

Magari, visto che provi affetto per lui, cerca di essere meno traumatica possibile. Io sto a zero a questioni di cuore, sono ignorante, però credo che potresti prima prenderti una pausa di riflessione, lui inizierebbe a entrare nell'ottica di averti persa e tu ci penseresti meglio e proveresti a stare un po' di tempo da sola.

Poi valuta, puoi proporgli di continuare la relazione ognuno a casa propria, eventualmente di allargare un attimo i guinzagli e provare ad avere una relazione di coppia aperta, puoi proporgli di andare in qualche locale per scambisti, o di rimanere solo amici, vedi tu in base alle tue esigenze, ai limiti di costume che ti sei imposta, ecc...

Comunque la vedo brutta per i soldi che gli hai prestato, potrebbero non tornare, comunque comprare casa date le premesse è da escludere. Se pensi che potrebbe reagire male, inizia a togliere le tue password e i tuoi profili dall'eventuale PC comune, eventualmente altre password (telefono, il tuo conto online, ecc...), meglio ancora se cambi tutte le password degli account che fanno capo a te.

Per reggere dal lato psicologico, visto che (nella tua mente) non potrai più fare la parte della brava/paziente/altruista/crocerossina, almeno accertati, in ogni tuo atto, di essere giusta e onesta, curando i tuoi interessi, facendo valere i tuoi diritti e le tue proprietà, senza attaccarti agli spiccioli e alle cose da poco però, in fondo sei tu che stai cambiando intenzioni (e ne hai tutto il diritto), quindi accetta il fatto di poter pagare un costo, che sia però ragionevole

Io non mi sento di dare consigli, però vorrei fare una considerazione; quando due persone stanno insieme, se una sta male, anche l'altra in qualche modo si sente tale.

In se non vuol dire nulla, a te magari se può servire di qualche spunto.

seal ha scritto:Io non mi sento di dare consigli, però vorrei fare una considerazione; quando due persone stanno insieme, se una sta male, anche l'altra in qualche modo si sente tale.

In se non vuol dire nulla, a te magari se può servire di qualche spunto.

Io non sono così sicura che lui stia male per la mia freddezza nei suoi riguardi. Lui accetta tutto. Ma forse la sua capacità di "comprensione" è solo non voler guardare. Mi dice: "sei fatta così". Invece no. Io non sono sempre stata così. quello che penso è che lui stia male di suo, altrimenti non rimarrebbe con una persona depressa che non gli ha dato mai nulla.

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Sally can't dance ha scritto:

seal ha scritto:Io non mi sento di dare consigli, però vorrei fare una considerazione; quando due persone stanno insieme, se una sta male, anche l'altra in qualche modo si sente tale.

In se non vuol dire nulla, a te magari se può servire di qualche spunto.

Io non sono così sicura che lui stia male per la mia freddezza nei suoi riguardi. Lui accetta tutto. Ma forse la sua capacità di "comprensione" è solo non voler guardare. Mi dice: "sei fatta così". Invece no. Io non sono sempre stata così. quello che penso è che lui stia male di suo, altrimenti non rimarrebbe con una persona depressa che non gli ha dato mai nulla.

Non voleva in qualche modo essere una critica, eh.

Alla fine era un modo come un altro di provare a cambiare prospettiva nel discorso, per vedere se potesse servire.

tic tac ha scritto:Ma quest'uomo ti è quasi repellente dal punto di vista fisico? Se si, secondo me, non esiste qualità che possa supplire l'attrazione fisica, fondamentale per una relazione sana ed armoniosa. Se la risposta è sempre si, può essere che l' uso di spinelli vada a calmare il tuo rifiuto inconscio nei confronti di un uomo che non corrisponde proprio ai tuoi canoni estetici?
A questa condizione rifletterei sul fatto di trovare il coraggio di condurre una vita da sola, sbagliando, cadendo, rispolverandoti e rialzandoti una, due, tre, dieci, cento volte.
A volte è più dignitoso soffrire lottando che mentire nei sentimenti ad un uomo.

Lui nell'insieme è un bell'uomo, ma non mi attizza più. Tanti suoi aspetti non mi piacciono. Se fumo tanto da quando lo conosco, è per calmare l' ansia, il mio senso di colpa. E per vincere la noia. Io e lui siamo molto diversi per cultura, interessi, estrazione sociale.
Quello che tu mi consigli l'ho detto a me stessa tante volte. Ma non ce la faccio, temo di fargli troppo male. Ho anche sperato che si innamorasse di un'altra... invece lui ha occhi solo per me. Non mi era mai capitato prima di lui qualcuno che mi fosse così devoto...
Comunque con lui non ho mentito. non gli ho mai detto di amarlo, per esempio.