cerco aiuto per una persona amica depressa

Ciao a tutti,ho bisogno di chiedere un consiglio importante.
ho un caro amico che soffre di depressione (depressione grave da molti anni,psicofarmaci etc...) che vorrei aiutare.
frequentiamo un gruppo di amici ignari della sua malattia ed io sono l'unica che sa tutta la sua storia.si è confidato con me dopo che aveva visto che mi mostravo interessata a certe sue frasi che aveva lanciato tempo fa in relazione alla sua sofferenza.lo ascoltavo e gli facevo domande(anche quando c'erano gli altri ma non sentivano).così un giorno mi ha raccontato la sua storia intima,l'ho ascoltato attentamente perchè mi interessa la sua situazione e gli voglio molto bene.
mi ha detto che però non vuole essere di peso e mi ha ringraziato per averlo ascoltato.ora vedo che è un pò distaccato,a volte lo chiamo e gli chiedo come sta ma sembra riluttante a raccontare il suo stato,risponde quasi a monosillabi e cambia argomento(eppure ha voluto lui raccontare proprio a me la sua situazione)...non so se insistere un po' o se vedere se è lui che cerca la mia spalla a cui affidarsi.ho letto un po' di articoli sulla depressione grave: sbalzi d'umore,la forte sofferenza che a volte spinge a respingere le persone care per paura di coinvolgerle troppo,sensi di colpa,schizofrenie,odio,incapacità di amare etc... vorrei un consiglio schietto e sincero su cosa fare e cosa dirlgi.io voglio solo stargli accanto.
grazie a tutti.
Lara

prima ipotesi: ti ha raccontato del suo stato in un momento di debolezza, di crisi, e ora, che sta un po' meglio (o quantomeno non è in un periodo di crisi acuta) si sente un po' in imbarazzo per quanto ti ha raccontato. questo perché, almeno per quanto ho potuto provare io, quando uno sta meglio tende a ridimensionare alcune cose, a rimetterle in discussione, e quanto si ha detto prima pare esagerato, sbagliato, non attinente alla realtà. ad esempio, stasera ti potrei dire che questa vita è inutile, priva di piaceri e colma di fatiche e noia, e che non mi dispiacerebbe se terminasse ora, ma domani potrei invece essere grato di vivere, potrei avere progetti e speranze che invece la sera prima erano solo amare delusioni.

e qui arriva la seconda ipotesi (non alternativa alla prima), lui potrebbe temere che tu lo "cristallizzassi" nel suo stato di "depresso in crisi acuta", mentre magari ha i suoi alti e bassi un po' come tutti: quando è allegro o comunque sta meglio sicuramente non gli fa piacere se tu lo fai tornare con la memoria a quando stava come uno straccio, anche perché rischierebbe di venire catapultato in quello stato mentale.

terza ipotesi, anche questa non alternativa ma possibilmente complementare alle altre, i suoi periodi di crisi sono delle croci, che gli tocca sopportare, con te e con gli altri invece gli piacerebbe poter dare il meglio, essere il meglio di se, e non può esserlo se tu gli chiedi di parlare di quando invece è nell'abisso. è triste già quando è da solo, almeno quando è in compagnia potrebbe desiderare un po' di spensieratezza...

quindi il mio suggerimento è di vedere questo tuo amico come se avesse una doppia personalità, anzi una doppia identità, una è delusa e stanca (o sofferente e disperata, a seconda di come si manifesta la sua depressione), e questa si manifesta quando lui è in crisi, l'altra invece è lungimirante e laboriosa, e cerca di tirare avanti, migliorare le cose, fare quello che va fatto, vivere le cose che vale la pena vivere: questo è lui quando non è in crisi. tu ogni momento devi capire con chi hai a che fare, ed evitare di parlare dell'altro, trattali come se fossero due persone distinte, eventualmente (ma non per forza, dipende...) in netto contrasto tra di loro e che si disprezzano a vicenda, e che potrebbero avere modi di pensare e addirittura valori e storie personali diverse (ad esempio, la depressione quando lui è in crisi potrebbe fargli ricordare solo i momenti più tristi della sua esistenza, focalizzando la sua attenzione su questi).

mmm sei stato gentilissimo,grazie.
da quanto scrivi,credo che valgano contemporaneamente la seconda e terza ipotesi ovvero il fatto che non vuole che io lo veda solo come una persona con problemi di depressione e che vuole stare bene ed essere sereno e lottare per dare il meglio di sè davanti a tutti.
Quando mi ha raccontato la sua storia non era in un momento di debolezza (a parte quando qualche volta mi aveva tenuta parecchio al telefono per raccontarmi del suo stato d'animo-ed è lì che gli avevo offerto di sfogarsi con me dal vivo e dopo mesi e mesi ha avuto infatti il coraggio di farlo). lo so che non sono confessioni facili ma si vede che ha sentito che non lo avrei preso per pazzo nè rifiutato.
ho notato che ha la tentenza a lanciarmi dei segnali/frasi che sta male o è stato male o cose simili ed ecco che gli chiedo ma poi sembra appunto riluttante e non mi cerca:non capisco come mi devo comportare cioè se chiedergli le cose,chiamarlo,offrirgli di vederci etc...o se starmene zitta.il fatto appunto è che sono l'unica a sapere di queste cose e l'unica a cui parlarne.
un pò di sicuro si vergogna,credo.da un lato vorrei fargli mille domande e rassicurarlo ma dall'altro non voglio esagerare perchè poi gli faccio tornare su tutto.comunque farò come dici: lo tratto che se fossero due persone cercando di capire quando è il momento di chiedergli le cose o no,ma non è facile.....
La sua malattia so che dura da svariati anni e gli psicofarmaci hanno un ruolo primario nella sua vita.mi ha detto che non ha mai avuto una ragazza negli ultimi anni,che ha "problemi"con l'altro sesso,che non sente nulla...insomma si è aperto completamente....
che ne pensi?grazie ancora. Lara

secondo me ti preoccupi troppo, cosi' facendo potresti ottenere una sua chiusura (potrebbe pensare qualcosa tipo "mi tratta da deficiente da quando sa della malattia") oppure potresti rischiare di viziarlo. e poi sta a lui gestire il modo in cui si fa influenzare dagli altri, non sono gli altri che devono trattarlo come fosse un petardo inesploso.

ma tu come mai hai tanta premura per questo ragazzo?

Mi preoccupo perchè ho tanto affetto per lui che forse va oltre l'amicizia.
Chiarisco che non gli do a vedere che mi preoccupo:non lo chiamo tutti i giorni (anche perchè lui ha smesso di cercarmi) e non gli faccio 1000 domande quando lo vedo,insomma non lo stresso,anzi... e non lo tratto come un petardo inesploso. E non lo vizio nemmeno.
E' questa persona che si è avvicinata moltissimo a me ed io a lei ed ora porto il suo segreto. Ma ora non mi cerca più.
Mi sto solo chiedendo come mai dopo che mi ha detto le sue cose si comporta così,come se fosse sparito. Non capisco questo atteggiamento,prima mi dice tutto e poi sembra che si vergogni.boh!

Anzi si è anche mostrato scortese per il fatto che gli ho teso le mani e gli ho detto che da me ha la massima disponibilità e invece risponde sempre come se fosse indifferente e si dimenticasse che ci sono per lui.
Dite che è tipico della malattia del depresso grave individuare una persona amica (l'unica) che lo ascolti e si offra di aiutarlo per poi non cercarla più? ma che senso ha? non capisco.

Mi sto informando un pò sulla malattia leggendo questo forum e facendo ricerche in internet e so che nemmeno lontanamente potrei capire ciò che si possa sentire... quindi perdonate la mia ignoranza...e vi ringrazio moltissimo.Io vorrei solo aiutare questa persona.

sunshine ha scritto:
Dite che è tipico della malattia del depresso grave individuare una persona amica (l'unica) che lo ascolti e si offra di aiutarlo per poi non cercarla più? ma che senso ha? non capisco.

Sai cosa?
A volte capita, almeno a me è capitato, che quando il periodo di sclero inizia pian piano a passare, ti senti veramente stufo proprio dello sclero, stufo di pensare e parlare dei tuoi problemi, stufo della depressione in toto.
Ti guardi attorno e ti rendo conto che fondamentalmente il periodo depressivo è stato una perdita di tempo, in cui magari ti sei creato problemi più grandi di quelli che avevi prima, hai perso amici, persone care.
E magari ti sei appoggiato, a volte troppo, su chi ti ascoltava.
Per me essere ascoltata tanto non è poi così d'aiuto, perché quando sto male ragiono in modo diverso da quando sto bene.
E allora quando sto un pelo meglio e mi rendo conto di quanto fossero traviati i ragionamenti da depressa, magari capita che non abbia più voglia di frequentare proprio le persone che mi hanno ascoltato. perché mi hanno ascoltato quando non ero io, capisci?
Non dico che sia per tutti così, ma è quello che spesso è capitato a me.
per cui se il vostro rapporto è così sbilanciato, lui che si prende male e tu che lo ascolti, magari sembrerà egoistico, ma anche io forse mi comporterei allo stesso modo.
C'è bisogno di chiuderle certe cose, non so se rendo l'idea.
Magari potresti provare ad alleggerire questo rapporto e vedere come va. Però in modo un po' meno sbilanciato no? se c'è bisogno, te lo puoi aiutare, ma se hai bisogno tu, puoi chiedere aiuto a lui.
Sennò lui potrebbe sentirsi sempre un po' il tuo "paziente": sei l'unica che sa del problema (ma ne sei certa poi? guarda che si vede se uno non sta bene, non c'è bisogno di parlarne), l'unica che lo aiuta, l'unica che gli dà massima disponibilità.
Le tue intenzioni sono buone, non lo metto in dubbio, ma io mi sentirei soffocata e prima o poi diventerei uccel di bosco.

Grazie Merla, sei stata gentilissima anche tu. Ho letto con molta attenzione la tua risposta ed ho scritto qualcosa anche nell'altro post sull'innamoramento verso persone depresse. Ti aggiornerò se ci saranno novità a riguardo. Volevo solo esprimere il senso di incapacità che sento nel capire i suoi stati d'animo e se/e/o come intervenire.
So che non vuole essere assolutamente un peso per nessuno (me lo ha ripetuto varie volte) nè per gli altri che non sanno nulla nè per me perchè è stanco e stufo della sua malattia, si sente un'anima in pena. Non so in realtà se gli fa poi così bene parlare della malattia, anzi Merla dici che è una cosa che stanca e inoltre non fa piacere che le persone a cui si vuole bene ascoltino "i deliri" di quando la persona depressa non è in sè. Però vedo che lui non si fa molti problemi a raccontarmi, come non se li è fatti la prima volta nell'approcciarmi in un momento qualsiasi all'improvviso e iniziare a parlarmi della sua malattia senza nemmeno conoscermi bene...boh la cosa è complicata e non so proprio come comportarmi, non so se sentirlo ogni tanto per chiedergli come sta, se ripetergli che gli sto vicina e che può contare su di me... non so nulla anche perchè ci vediamo sempre in compagnia.
Non so nemmeno se prova qualcosa per me oltre all'affetto per un'amica premurosa, non riesco ad interpretare i suoi comportamenti nè segnali.
Come dice mmm, di sicuro nei momenti di spensieratezza con gli altri vorrà solo dare il meglio di sè e dimenticare i suoi problemi e le sue croci che si trascina da anni. E va bene così ed è normale che sia così ma non so come approcciarlo ora.
Ma io mi chiedo, una persona con così tanti problemi, e scusate questa domanda così diretta, può innamorarsi? Grazie.

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Grazie Tic Tac