Una storia decisamente triste

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Messaggio  Luciano Mer Ago 19, 2009 1:23 am

Ho trovato l'ispirazione per scrivere questa storia leggendo il racconto "famiglia malata" di danipi. Però ho deciso di postarlo in un thread separato, perché questo racconto è davvero crudo e consiglio di non leggerlo a chi non ha voglia di sentire delle storie tristi. Tra l'altro questa vicenda mi ha sconvolto così tanto che non escludo che possa anche essere stato uno dei tanti fattori che hanno contribuito a farmi ammalare di depressione.

Un mio amico soffre di qualcosa di simile a quello che ha descritto danipi, anche se non so esattamente di cosa si tratta. Quando l'ho conosciuto facevo il primo anno di università, e dava già sintomi di squilibrio, ma credevo che si trattasse solo del fatto che ha un carattere un po' particolare. Era un tipo molto imbranato, ed era anche una persona che, se gli davi molta confidenza, era capace di legarsi a te fino a diventare assillante e chiamarti al telefono in continuazione... e poi a volte aveva delle fissazioni, se si metteva in testa che doveva fare una cosa non lo dissuadevi facilmente... e a causa di questo in certi periodi mi sono allontanato un po' da lui. Inoltre spesso cercava di strafare, preparando tante materie nella stessa sessione e poi non riuscendo a darne nemmeno una. I suoi fallimenti in questo senso probabilmente lo facevano sentire giù. A parte queste cose, non ravvisavo in lui una vera e propria malattia... finché a un certo punto le cose precipitarono, ed io e gli altri colleghi universitari che erano più vicini a lui ce ne siamo accorti troppo tardi. Nell'autunno del 2005 iniziò a diventare più assillante del solito, telefonava in continuazione a molti colleghi (a me no, perché l'avevo allontanato bruscamente in un momento di rabbia ed ero anche molto stressato perché stavo preparando la tesi per la laurea triennale). Iniziò a fare delle telefonate strane ad alcune persone, una volta sostenendo di essere nei guai perché era convinto di essersi ubriacato davanti a un prof, un'altra volta disse che un uomo politico importante ce l'aveva con lui perché lui gli aveva mancato di rispetto, un'altra volta disse che un prof gli aveva detto che la sua materia non l'avrebbe mai superata. Insomma, era convinto di essere perseguitato. Io non ci pensavo molto, ero assorbito completamente dalla tesi, e quello che accadde per fortuna me lo dissero dopo la laurea (proprio la sera stessa). Tentò di uccidersi lanciandosi dal secondo piano di casa sua, dalla finestra del bagno. Si salvò grazie a suo padre che, forse presentendo qualcosa, lo seguì e cercò di afferrarlo mentre si lanciava, senza riuscirci ma facendo in modo che atterrasse con i piedi. Due macchine parcheggiate sulla strada sottostante hanno probabilmente attutito il colpo, e il mio amico se la cavò con i due piedi fratturati e una piccola botta in testa che non sembra aver prodotto conseguenze.

Andai spesso a trovarlo all'ospedale, insieme ad altri colleghi. Lui farneticava di cose surreali, dicendo di essere perseguitato persino dall'FBI. Da allora prende costantemente dei farmaci e cerca di tenere sotto controllo questo disturbo. Una volta ha avuto una ricaduta, e questa volta stava diventando violento nei confronti dei suoi genitori, che hanno dovuto chiamare i carabinieri per fermarlo e riportarlo in ospedale nel reparto psichiatrico. Ultimamente sembra che stia bene, ha ancora la mania di chiamare gli amici al telefono molto spesso, ma non ha più quei sintomi di persecuzione. Probabilmente se smettesse di prendere i farmaci tornerebbe ad avere dei problemi. Bisogna comunque riconoscere che ogni tanto, grazie a lui, si organizza qualche rimpatriata tra vecchi colleghi. Io sono ancora nella stessa università, ma alcuni si sono trasferiti e altri si sono già laureati. Lui li chiama tutti e organizza qualcosa, proprio oggi sono stato a casa sua e ho rivisto, tra gli altri, due colleghi che non vedevo da due anni.

E' una storia cruda e angosciante la storia di questo mio amico, del quale ovviamente non dirò il nome per rispetto. E soprattutto immagino quanto deve essere stata angosciante per i suoi genitori, che probabilmente da quel disgraziato giorno non hanno mai vissuto sonni tranquilli. Non so se sia schizofrenia o altro, ma sembra che sia qualcosa di molto simile alla schizofrenia. Non so nemmeno cosa posso fare per aiutarlo, probabilmente non molto. Non riesco nemmeno a fargli vedere che lo cerco e gli sono vicino, visto che è sempre lui il più veloce a chiamare (anche una decina di volte al mese). E lo stesso vale per tutti gli altri colleghi ed ex-colleghi.

Dopo aver saputo di quel fattaccio e di quei deliri, associai subito la vicenda a un film che avevo visto poco tempo prima: "A Beautiful Mind". Consiglio di vederlo a chi non l'avesse ancora visto. Ho trovato nel personaggio di quel film (che tra l'altro è ispirato da una storia vera) molti tratti in comune con il mio amico (eccetto la spiccata propensione per la matematica che il mio amico non ha).

Luciano

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Messaggio  suggestione Mer Ago 19, 2009 1:45 pm

Il modo che hanno di allucinare, gli schizofrenici e paragonabile a un ologramma 3d.
I personaggi che la loro mente produce sono talmente reali, che non riescono a distinguerli con quelli veri.
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Messaggio  anthea Mer Ago 19, 2009 4:28 pm

La schizofrenia, come la pazzia e altre gravi ed invalidanti malattie mentali mi terrorizzano.
E nello stesso tempo mi attraggono per la loro insondabilità e potenza.

Effettivamente ci sono diverse correnti di pensiero a proposito: predisposizione, genetica, anomalie cerebrali, traumi infantili ecc..
Ma in pratica non c'è nulla di certo.
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Messaggio  danipi Mer Ago 19, 2009 5:06 pm

mia sorella, meno male, vive un dramma meno violento di questo...e, non si parla di schizofrenia....la tua storia, comunque, mi da una speranza: sebbene malate, queste persone, possono convivere con i loro problemi....e il film che citi insegna che anche con una malattia così grave si può raggiungere i propri obiettivi nel modo migliore. Tutto questo anche grazie ai progressi in campo medico...se non ci fossero le medicine a farli stare meglio, chissà dove arriveremmo!!! grazie, ragazzi.....non avrei mai pensato che un forum mi avrebbe potuto dare tanto conforto!!! Very Happy

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Messaggio  Luciano Mer Ago 19, 2009 5:35 pm

Una speranza infatti c'è sempre... la speranza è ciò che ci spinge tutti a continuare a vivere nonostante le avversità. "Chi di speranza campa, disperato muore" diceva un proverbio. Eppure io penso che la gran parte di noi, anche inconsciamente, si affidi alla speranza. Per alcune persone le cose andranno bene, per altre andranno male. Spesso dipende molto dalla fortuna. Eppure, se non ci fosse quella propensione dell'essere umano a sperare che le cose migliorino e a cercare di essere ottimisti, forse sarebbero molte di più le persone che vivono male...

Luciano

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Messaggio  suggestione Mer Ago 19, 2009 7:39 pm

La fortuna arriva quando le capacità acquisite e affinate con lo studio incontrano le opportunità.
Quando si rantola nel buio, allora ci si affida alla speranza, che poi null'altro è che un concetto talmente astratto che funge da allucinogeno.

Viviamo nonostante le avversità perché la natura ci ha ben rifornito di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, anche la capacità di modificare la natura a nostro vantaggio.

La natura segue delle istruzioni precise, è queste istruzioni ci fanno stare bene o stare male, parlo di DNA.
Anche l'inconscio segue delle precise istruzioni, in parte acquisite in parte scritte nel DNA, ma alla fine ciò che si evidenzia è che in ogni caso, nel bene e nella malattia, il nostro organismo funziona alla perfezione, perché ubbidisce a precisi ordini.

Quindi potrei formulare questo: chi è schizofrenico segue perfettamente le istruzioni per essere schizofrenico, chi è depresso segue alla perfezione le istruzioni per essere depresso, e cosi via per tutto ciò che riguarda l'uomo.

Queste istruzioni sono talmente tante e complesse che non possono essere circoscritte sotto il semplice concetto di causa effetto, che chiarirebbe solamente alcuni aspetti.

Perdonate le mie elucubrazioni, non fanno male a nessuno,........ spero!!!

Very Happy Very Happy Very Happy Very Happy
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Messaggio  anthea Gio Ago 20, 2009 2:54 pm

ma a me che capisco solamente il linguaggio dei tortelli e della pastasciutta come me lo spieghi?! Laughing

E' ovvio che tutto il nostro essere risponde alla mente e viceversa.... però si tratta di sapere se quel che comanda o quel che risponde lo faccia con un meccanismo errato che porta l'essere umano a soffrire.

Nel caso direi che l'essere soffre e nella sua sofferenza trascina anche chi gli sta vicino.
Altro "nin so".
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Messaggio  danipi Gio Ago 20, 2009 3:12 pm

hai ragione....ma la sofferenza di chi sta loro vicino consiste nel non sapere come aiutare chi soffre!!!!...per questo la malattia colpisce tutti!!

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Messaggio  Stef Lun Ago 24, 2009 12:58 am

Per chi è vicino credo che l'unica cosa da fare sia accettarlo così com'è, senza però perdere le speranze o assecondarlo del tutto.
Le cure ci sono purché le segua.
Credo che la schizofrenia sia diversa dalle manie di persecuzione o paranoia: comunque entrambe sono delle psicosi, cioè disturbi della personalità gravi.
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