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Messaggio  raido Dom Giu 28, 2009 11:01 am

Ho smesso di incontrarmi con lo psicolo perchè pensavo di non avere più nulla da dire di nuovo. Ormai è passato più di un anno ma mi ritrovo sempre ad un punto morto... Non riesco a cancellare certi ricordi, continuo a sentirmi a disagio in mezzo alle persone divento rosso per un niente e in quel momento vorrei sparire e non farmi trovare. Non riesco ad essere veramente felice da così tanto tempo che inizio ad avere paura che non riuscirò mai più a farlo. Mi lascio trasportare dal tempo che passa ma mi accorgo di rimanere sempre fermo al punto di partenza. Chi non l'ha provato non può capire. cerco un pezzettino di felicità tutta per me ma non so nemmeno dove si nasconda.

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Fermo al punto di partenza Empty Felicità...

Messaggio  anthea Lun Giu 29, 2009 11:05 am

Si nasconde alla fine del tunnel. Un tunnel che sembra infinito, ma di cui invece puoi raggiungere l'uscita.

Se quello psicologo senti che non possa più darti nulla, prova a cambiare e prendi in considerazione una terapia farmacologica di supporto.
Ti assicuro che non c'è nulla di male a cambiare e a farsi aiutare quando se ne sente il bisogno.

Anche tu spiegaci di te e di quello che senti.

Ciao e benvenuto fra noi.
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Messaggio  raido Lun Giu 29, 2009 10:52 pm

Farmaci? No grazie... scherzi a parte è stata la prima cosa che il dottore mi ha detto, poi visto gli effetti che hanno fatto su mia madre... fermarsi a comprare il giornale come faceva da anni e non ricordarsi nemmeno dove si trovava e come si chiamava... per ritornare a casa faceva affidamento alla medaglietta del cane:"se riportano a casa lui riportano anche me". Un pessimo rapporto con i miei e con il mio corpo, qualche insuccesso sentimentale e scolastico hanno raso al suolo la mia autostima portandomi a problemi relazionali. Finchè rimango ad un rapporto superficiale con le persone tutto sembra andare bene, ma appena approfondisco ho bisogno di far vedere anche la parte più "oscura" di me e sembra che questo allontani proprio quelle persone con cui sono disposto ad aprirmi, quelle a cui tengo di più. Basta la presenza di uno di questi miei "fantasmi" e mi chiudo a riccio, saltano fuori tutte le mie fragilità e sale il disagio. l'ultimo di questi fantasmi riesce a rimanere nei miei pensieri da quasi 4 anni...pensavo ci tenesse a me, ma quando mi sono ritrovato a dover far pedinare mio padre per sapere se si stava bruciando tutti i soldi e a dover spendere tutti i miei risparmi per far "curare" mia madre mi sono sentito dire "tu pensi troppo!!" e pufff sparita nel nulla... una coltellata ai reni mi avrebbe fatto meno male!!! Avevo fatto tanta fatica per costruire un rapporto e sono stato costretto a pensare che tutti quegli sforzi fossero inutili. Mi da fastidio pensare che una persona che sentivo così vicina adesso sia poco più di una perfetta sconosciuta ma se non riesco a parlarci con le persone preferisco che siano lontane... devo proteggermi dalla mia tendenza a stare troppo attento alle piccole cose nelle persone a cui voglio bene e preferisco stare lontano per non sentire, non vedere, non soffrire. Tutto si ripete come in un copione aspetto che qualcosa cambi, ci provo, ma sono stanco di aspettare, intanto continuo a fare le mie fotografie visto che stare dietro una macchina fotografica è l'unico modo per stare a mio agio in mezzo alla gente.

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Messaggio  merla Mar Giu 30, 2009 9:30 am

sinceramente è un po' difficile consigliarti o cercare cmq parlare dei tuoi/nostri problemi.

Di per sé i problemi relazionali e di autostima sono parte della vita quasi di tutti, ed è normalmente la vita stessa che ci dà modo/ci costringe a superarli o cmq a trovare un nostro equilibrio. Poi ci sono casi in cui invece l'equilibrio non si trova e diventano fonte di grosso di disagio, che a sua volta può anche diventare patologia.
In ogni caso, a prescindere dalla gravità dei problemi e del disagio che ci creano, per risolverli l'unico modo è lavorare su stessi: uno può limitarsi a riflettere, può dedicarsi a qualche attività (come può anche essere la fotografia) che lo aiuti a fare uscire fuori i propri lati buoni e magari lo aiuti anche a confrontarsi con gli altri senza uscirne per forza sconfitti/delusi (forse per questo potresti provare a fare qualcosa di meno solitario della fotografia ;-)), oppure se ritiene che il proprio disagio abbia bisogno di un altro tipo di supporto può rivolgersi alla psicologia e anche alla psichiatria.
Personalmente cono tutt'altro che contraria ai farmaci: chiaramente uno non deve farsi imbottire di sostanze, ma ci sono occasioni in cui possono essere necessari (anche se non saranno i farmaci a risolvere i tuoi problemi relazionali, possono solo fornire un supporto), per cui mi verrebbe da consigliarti, se ne senti la necessità, di parlare con più di uno psicologo e più di uno psichiatra e poi di affidarti a quelli che ti sembrano più affidabili. Alla fine dei conti si capisce di primo acchitto: c'è il medico che al primo disagio ti propone un cocktail di tantissimi farmaci ben miscelati, e c'è il medico più serio che invece analizza a fondo la tua situazione e se lo ritiene proprio necessario inizia a prescriverti un dosaggio minimo.
Oltretutto gli effetti collaterali sono soggettivi, e dipendono dal tipo di farmaco e dal tipo di disturbo: ovviamente non sappiamo di cosa soffrisse tua mamma, quindi chissà, ma ad esempio io che, nonostante varie sospensioni, alla fine sono 4 anni che prendo farmaci, effetti collaterali del genere non ne ho mai avuti.
Giusto un aumento ponderale, ma che con un'alimentazione equilibrata sarebbe risolvibilissimo. Quindi è una cosa che va valutata caso per caso.

Aggiungo una cosa, a causa di una mia sensazione nel leggerti, forse sbagliata: purtroppo tocca mettersi il cuore in pace, uno può accumulare delusioni, brutti ricordi etc. etc., ma il mondo e la propria famiglia non si cambiano, si può solo lavorare su se stessi. Se poi, a fronte del proprio cambiamento, dovesse cambiare l'atteggiamento anche di quelli che ci stanno attorno, tanto meglio, ma non si può puntare a quello.

ciao e in bocca al lupo
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Messaggio  anthea Mar Giu 30, 2009 11:55 am

Non credere che io ami prendere pillole. Sto seguendo una terapia psicologica proprio per questo. Per rinforzarmi, per potere agire alla base del problema senza dover essere dipendente.

Ma quando ne ho avuto bisogno... quando il baratro si è avvicinato troppo ho preferito prenderli. Poi li ho smessi senza problemi dopo un anno e mezzo. Non credo per questo di diventare demente.

So che alcuni psicofarmaci e soprattutto le benzodiazepine (quelle per l'ansia) hanno come effetto collaterale dopo un uso molto prolungato (ma molto prolungato e massiccio) la demenza. Ma gli antidepressivi SSRI non hanno questi effetti.
In effetti gli psichiatri oggi cercano di calmierare al massimo gli ansiolitici e preferiscono prescrivere gli antidepressivi che hanno effetti collaterali molto minori.

Questo non è uno spot in favore dei medicinali. Se uno ce la fa, ovvio che è meglio fare senza. Però non bisogna demonizzare una medicina. Quando serve bisogna curarsi e prenderla e poi la si smette quando si sta meglio.
Il lavoro che sta dietro è molto più gravoso ed importante.
Modificare certi comportamenti e schemi mentali errati richiede molta fatica e perseveranza con l'icognita se ci si arriverà mai in fondo.
Ma è molto difficile lavorare su stessi quando si sta male. Gli sbocchi non si vedono e tutta la vita sembra un inutile circo.

Aprire le porte a tutte le possibilità di cura, ovviamente sempre con il giudizio di evitare chi non ci sembra affidabile o che non ha prodotto risultati, può portare ad una svolta importante.
Ognuno di noi ha particolarità che non tutti i medici sono in grado di sondare. Meglio cambiare se non si sono ottenuti risultati.

Nulla però sostituisce la nostra determinazione a farcela. Senza quella non ci sono psicoterapie e farmaci che tengano.
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Messaggio  alfredo Mar Giu 30, 2009 2:21 pm

ciao
l'amicizia quando c'è è un bene prezioso , perchè si possono condividere le cose più intime del nostro animo senza sentirsi giudicati .
Quando c'è però .
Il peso emotivo di alcune cose intime che ci disturbano ci spinge a volte in modo affrettato a confidarle a persone che crediamo di conoscere bene e quindi amiche .
Poi all'improvviso, si dileguano . Semplice , abbiamo fatto un errore di valutazione . Evidentemente non erano amiche o non erano grado di accollarsi un carico emotivo cosi' grande o forse cercavano altro dalla nostra frequentazione .
Questo ci insegna a fare valutazioni più attente , e aspettare di conoscere meglio le persone , prima di rivelare cose intime . In pratica solo quando si ha quasi la certezza che si verrà capiti . Insomma , attendere .
Altrimenti arriveranno solo delusioni .

Le delusioni poi possono trasformarsi in convinzioni errate su tutte le persone , ( pregiudizi ) cioè si crede che tutte siano cosi' .
Anche quando ci potrebbero essere potenziali persone meritevoli della nostra fiducia , che ancora però non sappiamo , riteniamo facciano parte della stessa schiera , (quando invece servirebbe dell'altro tempo per scoprirle ) le giudichiamo a priori negative e le teniamo a eccessiva distanza , privandoci cosi' di eventuali sviluppi positivi .

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Messaggio  raido Mar Giu 30, 2009 9:09 pm

Punto primo grazie a tutti per avermi scritto.
Punto secondo vorrei chiarire che il mio non era uno sfogo anti farmaci, è stato il dottore a dire che non era il caso di prenderne, ma questo non sottintendeva l'equazione: prendere farmaci=demenza. Mi scuso se le mie parole hanno dato questa impressione. Io ero pronto a prenderli se ci fosse stato bisogno, so che una giusta terapia farmacologica può aiutare molto. Sentire i racconti di mia madre mi aveva spaventato, ma lei era arrivata al limite e senza quelle medicine adesso non sarebbe più qui, avevo trovato delle lettere in cui spiegava il perchè di "questo mio gesto...." insomma ci siamo capiti, voleva farla finita. Adesso ha smesso di prendere farmaci e sembra che abbia ritrovato quell'equilibrio che aveva perso.
Scrivere di se stessi in poche righe è difficile, il mio era uno sfogo e come tale ha forse enfatizzato le parti negative della mia vita. Oltre a fare fotografie ho anche altri interessi come lo sport, gioco in una squadra dilettantistica di basket, il volontariato e la musica, tutte cose che mi mettono a contatto con la gente... ma dentro mi rimane una sorta di rumore di fondo che si mangia tutte le sfumature più belle delle cose che mi circondano, questo non mi impedisce di vivere ma mi impedisce di riuscire a farlo come vorrei. Forse sono io che voglio troppo da me stesso e se non riesco ad ottenerlo cado nella carenza di autostima, ma penso che questi siano pensieri comuni a tutti voi. Tutto questo ovviamente influisce sul mio rapporto con le persone soprattutto, ovvio, con quelle che credo importanti, con quelle che vorrei rimanessero. Rimane difficile avere a che fare con i miei "fantasmi" se me li trovo davanti in ufficio tutti i giorni, se capisco quando sono tristi ma li sento troppo lontani per confortarli o quando li sento felici ma ho troppa paura di capire che nella loro felicità non c'è spazio per me...
Aspetto qualcuno che riesca a farmi sentire importante come solo poche persone sono riuscite a fare in questi 37 anni e nel frattempo sopravvivo con l'idea che le cose miglioreranno anche per me... se non altro per motivi statistici!!!!
Grazie ancora a tutti buona serata.

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Messaggio  Viola Mar Giu 30, 2009 9:32 pm

Allora.....per i sopracitati motivi statistici...ora toccherebbe a me o ci siamo quasi Cool gh....Ben arrivato raido.
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Messaggio  suggestione Gio Lug 02, 2009 12:56 pm

Ciao Dario, ritorno oggi dalle ferie e guarda caso in questi dieci giorni di rilassamento, camminate e buone mangiate, mi è capitato di riflettere proprio sui copioni che ognuno di noi è costretto ad interpretare, a volte interpretando ruoli infelici.
Immagino che anche tu hai delle vocine che alimentano l'agire in una direzione piuttosto che in un altra, voci che alimentano desideri e decisioni, altre che inibiscono, che condizionano negativamente i tuoi bisogni e desideri, rendendoti infelice.

Ci sono soluzioni?

Io credo proprio di si!!!
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Messaggio  Pamela Lun Lug 20, 2009 6:09 pm

Io non so´cosa significa essere felici perché nel momento in cui mi sento cosí, capita sempre qualcosa che rovina tutto percio´non posso mai gioire di qualcosa in pieno. Io ho paura della felicitá perché so´che dietro si nasconde quasi sempre qualcosa di negativo.
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