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Messaggio  aria Lun Gen 03, 2011 1:22 pm

Buongiorno a voi.
Sono una donna di 31 anni depressa.
In realta,' definirmi propriamente "depressa" mi sembra offensivo per molti di voi che in diversi mesi di letture ho imparato a conoscere.
Tuttavia,non conosco altre definizioni che possano condensare in una parola il mio ESSERE o MAL ESSERE come molti di voi hanno scritto e nei quali mi riconosco pienamente.
Lascio a voi giudicare, raccontandovi di me.
Cerchero' di essere breve (per quanto sia possibile riassumere in poche parole una vita ed una personalita').
La mia infanzia e' stata fortunata vissuta in una famiglia di 4 persone (genitori ,fratello piu' grande ed io) affetto e dialogo non mancavano nella quotidianita'.Fin da subito mi hanno responsabilizzato ; ho imparato a fare rinunce ed a contare solo sulle mie forze.Per ragioni legate al lavoro di mio padre, ci siamo trasferiti spesso.Per questa motivo, non sento l'appartenenza ad alcuno dei luoghi della mia infanzia.
Non era certo il"Mulino Bianco" ma ci si voleva bene.
I trasferimenti da una citta' all'altra sono avvenuti in corrispondenza della chiusura dei miei cicli scolastici, quindi, non del tutto traumatici.
Dopo il primo trasferimento , ho imparato a non attaccarmi alle persone o alle cose per non soffrire una volta che sarebbe avvenuto il distacco;questo comportamento mi ha fatto si crescere spensieratamente da un lato ma molto consapevolmente dall'altro.
La mia famiglia non "navigando nell'oro" non mi ha fatto mancare il necessario. Io, dal canto mio, riconoscente di questo, ho cercato di ripagarli con i soli mezzi che avevo.La scuola e lo sport nei quali ero molto brava.
Nelle fasi della mia infanzia ho avuto molti amici ma non ho mai avuto un' amicizia "complice" a causa del mio carattere introverso e della mia timidezza che negli anni ho imparato a mascherare.
Questo aspetto e' stato determinante perche' alla base della mia insicurezza.
Negli anni dell'adolescenza nonostante mi innamorassi spesso non ho avuto storie d'amore perche' le ritenevo erroneamente una perdita di tempo nel raggiungimento dei miei obiettivi, scolastici e sportivi .
In fondo non mi mancavano le attenzioni dei ragazzi. Potevo aspettare.
Ero convinta ( e in parte lo sono ancora)che ogni sacrificio e' premiato ( infatti raggiunsi i miei obiettivi).
Mi diplomo, cambio citta', mi iscrivo all'universita'.Piano piano( cosi' come avevo imparato e senza un apparente soffrire) taglio i ponti con le vecchie amicizie.Comincio daccapo.
In questo periodo cerco di mostrarmi sicura di me stessa, ma in realta', mi sento inadeguata, non all'altezza degli altri, che invece sono forti e sicuri ...Fingo cio' che non sono.
Gli studi si rallentano un po'.Non seguo il passo degli altri. affiora in pieno il mio malessere. Cerco la perfezione convinta che solo quella sia l'unica strada per raggiungere la soddisfazione personale. Mi allontano dalle amicizie.
sono in ritardo con due esami rispetto sulla tabella di marcia (intanto mi fidanzo con un coetaneo studente).
Un giorno parlo con un dottore durante una visita di routine e mi chiede come vanno gli studi ,gli dico dei due esami (allora avevo 22 anni). Mi guarda severamente e mi dice di sbrigarmi perche' non si puo' essere di peso ai propri genitori.Questa frase innesca un fortissimo senso di colpa che mi abbatte.Quei due esami, che credevo di poter recuperare, diventano montagne.Mi butto giu' . Alla mia famiglia non nascondo il problema ed ovviamente mi dicono di non perdere tempo e di darmi da fare.
In questo periodo si fa forte il senso di inadeguatezza ... non sono piu' all'altezza delle aspettative degli altri e della mia famiglia lascio il ragazzo con cui stavo. Mi chiudo in casa e non esco se non per fare le cose strettamente legate all'universita'.Vado cosi' dolorosamente avanti convinta che quella sia l'unica strada e che tutto il resto non conti.In questo periodo inizio a vivere in fasi alterne, alcune, piene di energia in cui studo e faccio esami, altre in cui mi sopravvivo e mi "fustigo" mentalmente per quello che avrei potuto fare e non ho fatto.emergono due modi di essere di me : un Dott.Jekyll ed un Mr Hyde...quest'ultimo sempre piu' forte.
Non ho piu' interesse ad avere rapporti sociali. Mi trascuro fisicamente.Mangio molto e vomito subito dopo.
Mi rifiuto.
Vado cosi' avanti per 4 anni. Mi laureo a 26 anni. Nulla pero' cambia. Nella mia testa continuo a ripetermi che la laurea andava presa e che ora altre cose dovevano essere fatte, CHE POTEVO FARE DI PIU E MEGLIO.Cerco di "recuperare" alle mie mancanze facendo un corso post- universitario trovo un lavoro (nero)in uno studio notarile.Mio padre intanto si ammala e dopo una lunga malattia muore io ho 28anni.
Il mondo giudica le apparenze io che fin da allora mi nascondevo agli altri ora sono costretta a mostrarmi al mondo.
Ho paura del giudizio.
Negli anni di chiusura totale ho letto tantissimo cercando di colmare il mio senso di inadeguatezza con le conoscenze varie e per cercare di soffocare i miei vuoti interiori fuggendo dai miei problemi occupandomi di cose apparentemente GIUSTE come la lettura. Il meccanismo di perfezionismo si e' nuovamente innescato quando un po' per migliorare l'umore ed un po' per avere il coraggio di guardarmi allo specchio ho iniziato a fare sport.
Mi sono iscritta ad una palestra.A malinquore. dopo i primi giorni per motivare la mia volonta' cosi' come ho sempre fatto nella mia vita ho deciso si sfidarmi. ho iniziato a correre.Mezzora , un ora, un ora e mezza.Il mio corpo e' cambiato sono dimagrita ma contrariamente a quanto si crede non l'umore.
Ora pero' e' come una droga.lo faccio tutti i giorni.Per non pensare... E spero a volte che mi distrugga.
Tutto cio' che ho iniziato l'ho portato sempre a termine in questo caso, forse perche' non c'e' limite se non quello che ci poniamo noi stessi; io non riesco a smettere.
Vado da 4 anni da uno psicologo molte volte sono tentata a non andarci piu'. Non voglio risposte ,certo!( La cura infallibile!) Ma neanche sentirmi piu' frustrata di prima, quando esco dal suo studio.
Forse a molti di voi saranno sembrate delle stupidagini le cose che ho scritto. Mi vergogno , in confronto a cose lette nel forum, io sono solo una maniaca che si fa tanti problemi.Ci sarebbero molte cose ancora da dire ma non e' il caso ne il momento.
E' solo che vorrei avere la stessa comprensione che ho negli altri e nei loro problemi.Per me stessa.
Vorrei uccidere il mio Mr Hyde.
Se avete avuto la pazienza di leggermi. Scusate la lunghezza di quello che ho scritto.
Grazie.
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Messaggio  suggestione Lun Gen 03, 2011 7:42 pm

Ciao Aria.

Accettati, sei fatta così, tenace, testarda e forse priva di scrupoli e forse proprio per queste caratteristiche hai timore del giudizio degli altri.

Chi ti dice che è sicuro di se, forte, capace, mente spudoratamente.

Possiamo cercare di prepararci al meglio, per svolgere nel migliore dei modi i nostri compiti, ma c'è sempre l'incognita dell'imprevisto, la giornata storta, la sfiga.
E purtroppo ci sarà sempre qualcuno, che puntualmente ti bacchetterà per uno stupido sbaglio o resterà indifferente davanti a un lavoro ben svolto.

Sono pochi quelli che riescono a sintetizzare un giudizio coerente, e tu, con te stessa, non sei tra quei pochi.

Se hai scritto su questo forum, vuol dire che stai soffrendo, che hai un disagio, un problema con te sessa da risolvere, quindi non ti devi vergognare.
In questa frase si nota che sei una persona competitiva e che teme il giudizio, Forse a molti di voi saranno sembrate delle stupidagini le cose che ho scritto. Mi vergogno , in confronto a cose lette nel forum, io sono solo una maniaca che si fa tanti problemi


Aria, se da un lato il tuo carattere ti permette di raggiungere importanti obbiettivi dall'altra ti fa soffrire e non c'è cura, ne medicina, ne medico che possa cambiarti se non quella di accettarti per quella che sei.

La prima cosa che ho imparato dal mio dolore è stata la consapevolezza che il bisogno di potere è un illusione che uccide lo spirito e la creatività.

Il mio lato oscuro è molto potente, è riuscito a rovinarmi spesso l'esistenza, e per farlo tacere spesso ricorro ai farmaci, ma per fortuna non è il tuo caso, perchè almeno tu nella vita sei riuscita a concludere qualche cosa.



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Messaggio  mmm Lun Gen 03, 2011 9:29 pm

Ciao Aria,

conta che buona parte dei fatti che ci sconvolgono avvengono nella nostra mente.

Che dire, hai oppresso la parte di te più "ludica", e hai sviluppato a pieno quella più "pratica".

Forse ora sei talmente abituata ad andare avanti ad obbiettivi che ti senti un mezzo alla ricerca di uno scopo. E se invece fossi tu (e la tua felicità) il fine ultimo? Il bene maggiore? Ovviamente, non si può essere felici a discapito di altri, quindi non ti sto proponendo di diventare un'egoista senza scrupoli, tutt'altro.

Premettendo che non sono particolarmente preparato in materia, però mi lascio affascinare abbastanza facilmente dalle cose, anche se solo sfiorandole superficialmente... ecco un certo Nietzsche aveva definito due concetti, lo spirito apollineo, la parte di noi orientata all'ordine e alla praticità, e lo spirito dionisiaco, la parte di noi orientata alla creatività e alla vitalità.

Ora, posso azzardare, in te (come in molti, forse i più, e anche io!) questi due spiriti non sono in equilibrio.

Lo spirito dionisiaco è ancora in te, solo che, come un muscolo che non si usa più da un po' di tempo, devi riabilitarlo, pian pianino, a piccoli passi incrementali, ricominciare a usarlo e svilupparlo.

Come fai? Non lo so, credo che la cosa più banale sia ritornare alle origini, rielaborare tutta la propria vita in una nuova ottica, e riscoprire cosa ti piace fare, non perché ti serve a qualcosa, non per elevare il tuo status, per avere di più, per essere materialmente di più, per avere qualcuno o qualcosa che ti dica "brava". Lo spirito creativo inizia dal gioco, dall'immaginazione. Cerca di fare qualcosa che ti piaccia fare, ma non farlo per uno scopo, i bambini non giocano con l'obbiettivo di prepararsi alla vita da adulti, giocano perché viene loro naturale, perché non hanno di meglio da fare e perché gli piace farlo. Quante cose possiamo re-imparare ricordandoci di quando eravamo bambini!

Quindi, potresti provare a tornare con la mente nel passato, riscoprire il tuo spirito dionisiaco, e praticarlo, usarlo, in modo che si riabiliti, si sviluppi e maturi quanto il tuo spirito apollineo.

A parte questo concetto dell'apollineo/dionisiaco, mi hai fatto ricordare un altro testo che lessi tempo fa e che non riesco a ritrovare e ricordare completamente... usava dei termini azzeccati che ora non mi vengono in mente... comunque in pratica diceva che alcune persone (i depressi forse?) tendono a fare le cose quasi sempre perché si sentono in dovere di farle, non perché hanno voglia di farle. Ovviamente, noi non è che ci dobbiamo fermare a constatare le nostre mancanze, anzi una volta individuate dovremmo cercare di porvi rimedio.

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Messaggio  Stef Mar Gen 04, 2011 11:23 pm

Mi vergogno , in confronto a cose lette nel forum, io sono solo una maniaca che si fa tanti problemi.Ci sarebbero molte cose ancora da dire ma non e' il caso ne il momento.

Non sei una maniaca che si fa tanti problemi.
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Messaggio  anthea Mer Gen 05, 2011 11:49 am

"io" è un bel nick. Significa che sai di essere una persona. Come tale sei fatta di carne, puoi essere forte e debole, buona e cattiva, vittoriosa o perdente.... e la vita non può essere controllata.
Ma tu punisci il tuo corpo e la tua mente per controllarle. Ed il controllo su te stessa è l'unica cosa che hai potuto avere in un'infanzia dove, famiglia a parte, non potevi contare su altro.

Ora, avendo fatto terapia, magari tutte queste cose le sai già da tempo. Ma una cosa è saperle e una cosa è capirle nell'anima e perdonarsi. Essere indulgenti verso se stessi senza arrivare alla pietà.
Come fare è un cammino che non puoi intraprendere a parer mio senza un'aiuto farmacologico.
Le sedute vanno bene se una persona non è consapevole di ciò che la fa stare male, ma se lo sa, allora rischiano di divenire solo uno sfogo, che puoi ottenere gratis da un'amico.

Fallire nella vita prima o poi è inevitabile, credimi. Te lo dice una che anche ora sta fallendo. E non c'è nulla di male nel rendersene conto e nell'aver bisogno di aiuto.
Da quello che descrivi, mi sembra giunto il momento di rivolgerti ad uno psichiatra per iniziare una cura che ti possa dare le basi per poi avere la forza di affrontare i tuoi problemi.
Capisco che per una che ha la mania del controllo sia difficile ammettere di aver bisogno di una cura, perchè faccio così anch'io. Ma ad autodistruggerti fai sempre in tempo.

In fondo al tunnel, per quanto lungo e buio sia, c'è sempre una luce. Devi credere in un futuro migliore e che anche tu ne sei degna come gli altri di questa terra. Noi ti siamo vicini.


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Messaggio  bèè Mer Gen 05, 2011 5:27 pm

mah ke dire forse ahi un grasso senso di colpa x il fatto
di esserti lasciata andare un po'. x non aver saputo
mantenere il ritmo della prima parte della tua vita,
pensi di aver deluso i tuoi genitori prendendoti
quella pausa e ora non ti senti di riconquistare
le posizioni perse e arranki.
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Messaggio  tic tac Mer Gen 05, 2011 8:04 pm

...


Ultima modifica di tic tac il Sab Mar 19, 2011 1:23 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio  merla Gio Gen 06, 2011 3:03 am

Cercherò di essere sintetica perché è notte. Più o meno son d'accordo con quanto hanno scritto gli altri, ma aggiungo/preciso un paio di cose.

a) se tu abbia bisogno i farmaci o meno, non si può dire. In ogni caso i farmaci non risolvono, i farmaci curano il problema a livello fisico ecc. ecc., poi è necessario cambiare il proprio stile di vita, che può significare fare un'analisi profonda di sé stessi o cambiare la quotidianità in una qualche modo piuttosto che il regime alimentare. Il punto è cambiare per risolvere o puntellare le proprie fragilità. Il farmaco può essere necessario, a volte indispensabile, se il malessere è eccessivamente grave o invalidante o per raggiungere la tranquillità per capire quale deve essere il cambiamento da fare oppure se le circostanze e le situazioni non possono permettere in quel preciso momento di mettere in atto i cambiamenti, se ci sono altre priorità, insomma. In ogni caso potresti fare una visita da uno psichiatra serio o farti consigliare dal tuo psicologo se ti fidi (nel senso che lui dovrebbe/potrebbe accorgersi del fatto che magari in questa determinata situazione ci può essere bisogno di un consulto medico piuttosto che no). Se ci vai da 4 anni immagino che ti fiderai. :-)

b) per caso lo sport lo vedi come un problema assimilabile a una dipendenza? qui c'è un articolo in cui si parla di dipendenza sportiva: http://www.benessere.com/psicologia/arg00/dipendenza_sport.htm
http://www.vertici.it/rubriche/articolo.asp?cod=14367&cat=APPRO&titlepage=Approfondimenti
Per esperienza personale mi viene da dire che i problemi di dipendenza son un po' tutti uguali (anche se chiaramente con sfumature molto diverse) e affrontarli per quello che sono è la cosa migliore, a patto che questo non diventi un'altra etichetta che ti metti. :-)

c) credo chi teme molto il giudizio degli altri, molto spesso sia qualcuno che giudica se stesso con una misura rigidissima e senza attenuanti. Se gli altri ci dicessero una cosa assurda che non ci tocca in alcun modo (che ne so "sei un cretino perché ti piace il gelato alla vaniglia"), probabilmente ci scivolerebbe. E se giudicassimo noi stessi in modo tollerante e accogliente, per quello che siamo, il giudizio degli altri non ci turberebbe tanto, a parte le dovute e sane eccezioni. Insomma, tu mi sembri timorosa del tuo giudizio verso se stessa, ed è forse il tuo giudizio che deve essere un attimo messo a tacere perché ti far star male. Anche perché in linea di max il mondo è troppo preso dai fatti propri, per giudicare a destra e a manca. Magari le persone apparentemente esprimono dei giudizi o opinioni, ma poi nella realtà (soprattutto per situazioni dove c'è poco da giudicare come quelle che ci hai raccontato) di giudicare gli altri non gliene frega niente, la max parte dei rapporti umani si gioca su meccanismi di empatia o di affinità piuttosto che differenze, o magari di rapporti di convenienza/utilità e via dicendo, certo non di giudizio.

Infine (e non sono stata né breve né sintetica), qui c'è un sacco di gente. Più malati, meno malati, non malati, guariti, gente che scrive per aiutarsi e aiutare, gente che parla di altri argomenti, gente che riempie il forum di goliardate, una percentuale di troll incalcolabile (perché non abbiamo voglia...ma sappiamo chi siete e vi osserviamo cheers), persino gente che viene a propagandare altri siti o a fare indagini di mercato per delle applicazioni Iphone. E nessuno neanche tra questi ultimi che la fanno davvero fuori dal vaso, si è mai fatto il problema di aver disturbato o altro.
Quindi stai serena, non sei certo tu ad essere fuori luogo. :-)
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-io- Empty Aria... fidati di me.... STAII ALLA GRANDEEEE

Messaggio  gogogos Mer Gen 12, 2011 4:03 pm

Ciao Aria....
fidati di me..... VAI ALLA GRANDE.
stai sempre a scusarti di qua e di la che il tuo problema non e' all'altezza di questo forum. Sto mondo non e' fatto per paragonare la grandezza dei problemi e vincere la coppia del piu' precipitato. ogni problema vale lo stesso perche' il problema e' l'ingrediente della vita: va risolto. La vita e' una concatenazione di problemi da risolvere. Prova a non respirare per 1 minuto e muori. prova a non mangiare per un mese e muori. Tocca muoversi sempre. E tu lo sai... tanto e' vero che corri da morire.

Stai da favola aria. Fidati di me !
Sei piena di idee che sono armi se usate nella direzione giusta:
"ogni sacrificio viene sempre premiato" "voglio uccidere il mio Hyde" "gli unici limiti che abbiamo sono quelli che ci poniamo noi stessi".... aria... fidati di me... VAI ALLA GRANDE !

1) credi che i problemi degli altri siano piu importanti dei tuoi
2) vai dallo psicologo uscendo piu frustrata di prima
3) hai un curriculum di successi contro te stessa (sport universita', cambi di citta' da piccola)

te lo dico io cosa stai vivendo tu: una crisi !!!!!!!
Una crisi non e' un momento breve. una crisi puo durare una vita intera se non sappiamo come trasformarla in cio che e' nata per essere: una sfida, un'opportunita'

eri sovrappeso e ne sei uscita vincente: magra e bella.
Ora tocca a porti obiettivi spirituali, psicologici, emotivi. Sei un gigtante a porti sfide e a portarle fino in fondo. Devi solo direzionare le tue sfide adesso.

1) i problemi degli altri sono identici ai tuoi. La depressione descritta dalle persone qui e' nulla in confronto agli ospedali psichiatrici pieni di persone che non hanno nemmeno piu' il cervello per scrivere su un forum e sono stati imbottiti di farmaci. Anche quello stadio non e' il peggiore. Il mondo e' un fantastico minestrone di "sempre peggio" o "sempre meglio". Quindi qualsiasi sia il tuo stato, hai il totale diritto di prendere la vita nelle tue mani
2) accanna lo psicologo subito.
Io stesso ho accannato due psicologi. Il primo mi voleva incastrare dicendomi che lasciarlo significava scappare (boiata mortale). La seconda mi ha lasciata libero dopo l'estate e io non sono piu tornato. Lei era una maestra. I maestri sono persone che ti guidano a risolvere i problemi. Gli psicologi sono persone che fanno un mestiere marciando su di te e non liberandoti. Molti psicologi sono bravi, altri sono cani. I bravi psicologi sono quelli da cui esci pieno di grinta. I cani sono quelli che come quel "braviiiisssimo" dottore che conoscesti da giovane (quello che ti disse "le brave bambine devono studiare e non possono gravare sulle spalle dei propri genitori"): parlano e parlano.
3) usa tutta la tua grinta su obiettivi spirituali, psicologici ed emotivi.

Aria senti a me.... STAI DA FAVOLA. Hai tutto cio di cui necessiti !!!! Poniti obiettivi emotivi ingrandisci la gioia nella tua vita e potenzia tutti i tuoi stati emotivi che ti provocano gioia. Coltiva cio che ami e lascia marcire cio che odi. Aumenta il livello delle tue emozioni e con la stessa determinazione da corridora (continua a correre che e' una grossa medicina) scoprirai che la tua vita e' la cosa piu bella ed entusiasmante che esiste.

Non ti ho detto come fare giusto ?????
Esatto...... tu fallo ! Trova il modo e chiedimi se vuoi un'aiuto !
Ho frequentato psicologi per 2 anni, comunita' e altra roba. Dopo 5 anni di buio mi sono accorto pero che lo avevo superato da un bel pochetto. Non sapevo come ma ora lo so. Esistono precise cose che puoi fare e tecnologie spaventose per stare meglio.
Molto piu aggiornate del tuo psicologo.

Fatti coraggio e se hai problemi fischia Smile
baci !!!!!

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Messaggio  mmm Gio Gen 13, 2011 12:08 am

mmm ha scritto:...mi hai fatto ricordare un altro testo che lessi tempo fa e che non riesco a ritrovare e ricordare completamente... usava dei termini azzeccati che ora non mi vengono in mente... comunque in pratica diceva che alcune persone (i depressi forse?) tendono a fare le cose quasi sempre perché si sentono in dovere di farle, non perché hanno voglia di farle. Ovviamente, noi non è che ci dobbiamo fermare a constatare le nostre mancanze, anzi una volta individuate dovremmo cercare di porvi rimedio.

l'ho trovato!!!!

http://www.albanesi.it/Mente/volanevrotica.htm

ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO PUÒ ESSERE SPIACEVOLE
...
Il problema è che forza di volontà è un'espressione generica; sarebbe corretto parlare di forza di volontà anevrotica. Ci sono persone che riescono a mettere in campo grandi energie, con sforzi enormi, per raggiungere un obbiettivo che loro reputano prioritario. Queste persone hanno sì una grande forza di volontà che le aiuta a superare tutte le difficoltà che si frappongono fra loro e lo scopo, ma questa volontà potrebbe essere di tipo nevrotico. L'oggetto a cui tendono è qualcosa per cui darebbero tutto: la loro forza non deriva da una qualità interiore, ma dalla nevrosi con cui hanno amplificato il valore dello scopo a cui tendono. ...

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Messaggio  aria Gio Gen 13, 2011 5:06 pm

Grazie a tutti per le risposte inviate.
Avrei voluto ringraziare e rispondere a ciascuno di voi.In realta' l'ho fatto ;ma ironia della sorte, dopo quasi un ora passata a scrivere, cercando di trovare le parole giuste, all'invio ho perso tutto.
Non potete capire come mi sono sentita (...Ma forse si).
Frustrata.

Ora non me la sento di ricominciare daccapo.
Ma lo faro'.
Mi trovo in una fase in cui ho bisogno di chiarire le idee.Capire cosa fare.
Insomma, fermarmi a riflettere e non FUGGIRE o "FARE" per non pensare.
Grazie per i suggerimenti.
A presto.
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Messaggio  bèè Gio Gen 13, 2011 5:41 pm

ciao aria comincia con il fare, ricominciare da capo quando
sentirai il bisogno di farlo, senza fretta.
basta ke il passato lo adoperi come insegnamento x il futuro.
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Messaggio  aria Dom Gen 16, 2011 8:59 am

Salve a tutti.
E' arrivato il momento di INIZIARE a fare chiarezza.
Erano giorni che dovevo farlo.
So che non arrivero' a mettere subito un "punto" alla mia "questione" ma per (tentare ...almeno) di apporlo e' necessario che faccia delle precisazioni.
Diro' cose che ,forse, molti di voi hanno capito prima di me, leggendo il mio iniziale sfogo.
Scrivendole pero', permettero' a me di chiarirle.

Come vi ho gia detto sono in terapia da 4 anni
Utilissima; perche' da quando ho messo piede nello studio del mio terapista, molte cose sono cambiate. Io sono cambiata.Ora pero', come era inevitabile in un percorso in crescendo,mi scontro con ostacoli piu' difficili.
In terapia, come voi sapete, si tira fuori "l'IO" piu' profondo;inevitabilmente, perche' dal racconto della nostra storia emergono (inizialmente a nostra insaputa) stati d'animo che la dicono lunga sul nostro essere, che permettono, a chi ci sta di fronte, di aiutarci (anche silenziosamente).
E' stato difficile accettare di iniziare questo cammino, perche' non mi riconoscevo in una persona con disturbi depressivi.
Ho sempre pensato alla depressione come ad una MALATTIA molto seria le cui cause(tantissime) dipendessero
da uno strano legame tra DNA(predisposizione)e contesto sociale...Quindi, non un male comune, provocato da virus o batteri... qualcosa di piu' (che ancora non sono riuscita a capire del tutto) che si traduceva in comportamenti e stati d'animo in cui non mi riconoscevo(naturalmente).
Ansia, insonnia (od al contrario...sonnolenza) spossatezza, assenza di stimoli, etc...
Ovviamente anche cose ben piu' gravi, che , tuttavia, rientravano secondo me, in un ambito piu' profondo; genetico-patologico.
Io non ero depressa, sempre IPERattiva ,pronta, piena di energia ... Poi col tempo ho capitoche anche in questi comportamenti si puo' nascondere un disagio... Al quale pero' , ancora oggi, non do la stessa dignita' che merita invece la MALATTIA.
La ragione e' nel disprezzo che ho per la mia INCAPACITA'.
Vi faccio un semplice esempio. Se una persona manifesta questi sintomi,io, mi rivedo in lei e scatta in me un meccanismo di com-passione(che non e' pena!), pero', se penso che quelle stesse cose le provo io; mi disprezzo e da li scattano tutti comportamenti che gia' vi ho detto.... mania di perfezionismo , sfida, prove da superare....
Vi ho detto che corro abitualmente e che non riesco a smettere.
Mi avete proposto, Merla e MMM letture molto interessanti...
Il mio psicologo in merito e' convinto che lo sport mi puo' far solo bene...Aumenta la serotonina, il buon umore, etc (per dirla in parole povere).Si fa bene! E' indubbio ma nel mio caso specifico non vedo giovamento.E' per me solo uno sfogo per non pensare ...E per misurare le mie capacita'.
Lo sport e' una delle cose che si consigliano quando si soffre di un disagio come questo...Non potete capire il dolore nel capire che non mi aiuta, anzi , e' solo un altro meccanismo che scatta nella mia testa.
Forse non fa per me...Una cosa e dirlo ed una cosa e' metterlo in pratica...
Come quando cercavo nelle letture "LA VERITA'" ...la strada per capire, per capirmi, prima ancora di andare in terapia...Ho capito anche li, col tempo,che nel MIO caso non e' necessario APPRENDERE teorie , sillogismi, paradigmi e farli propri, ma SENTIRE il mio stato d'animo, scandagliarlo, e tradurlo.....
Ora devo andare.
a presto.
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-io- Empty rieccomi

Messaggio  aria Lun Gen 17, 2011 6:35 pm

Ieri ho avuto una brusca interruzione,mi verrebbe da dirvi "SCUSATEMI"... ma temo che qualcuno mi bacchetterebbe!
Io chiedo scusa migliaia di volte al giorno.Educazione? NoO..."Scarsa Autostima".
Una volta una collega mi ha detto di non chiedere mai "scusa" anche quando avevo torto...Io non credoche questo sia un giusto modo di relazionarsi...(anche se per lei funziona).
Ammettere i propri errori razionalmente permette di superare i propri limiti o quantomeno accettarli.
Questo e' cio' che penso...ma non e' cio' che sento.
Io non nego di fare errori , non inganno me stessa, tutt'altro!mi giudico severamente.

Una volta il mio psicologo mi ha detto che il mondo e' il nostro specchio interiore...E' COME NOI LO VEDIAMO...
(io spero di aver capito male....voi che dite?)

Tra i pochi pregi che mi riconosco c' e' uno spiccato sesto senso.Tutte le volte che ho sentito qualcosa... raramente ho sbagliato.
Io sono molto severa con me stessa quindi riconoscelo la dice lunga sul mio "naso"(permettete il gioco di parole).

Il fatto e' ,che sono pessimista e molto prevenuta sugli altri.
Nei miei rapporti interpersonali, vedo sempre un secondo fine.
Questo mio modo di essere mi ha reso un" po' "fredda anche se apparentemente non sembra! Io indosso una maschera!
Una maschera per farmi accettare , perche' io mi vedo e non mi amo, quindi gli altri non mi amerebbero!
Anzi , peggio,gli altri non sono indulgenti... Io li vedo cosi,' perche' io non sono indulgente con me stessa.

Ora ACCETTARMI cosi' come sono e' per me difficile, perche' io mi combatto per cambiare...sentirei di aver perso
non lo sopporterei.
Pero' e' cio' che devo fare...credo di dover percorrere ancora una lunga strada... e non di corsa!

GRAZIE ANCORA.
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Messaggio  Luciano Lun Gen 17, 2011 7:10 pm

aria ha scritto:Ieri ho avuto una brusca interruzione,mi verrebbe da dirvi "SCUSATEMI"... ma temo che qualcuno mi bacchetterebbe!
Io chiedo scusa migliaia di volte al giorno.Educazione? NoO..."Scarsa Autostima".
Una volta una collega mi ha detto di non chiedere mai "scusa" anche quando avevo torto...Io non credoche questo sia un giusto modo di relazionarsi...(anche se per lei funziona).
Ammettere i propri errori razionalmente permette di superare i propri limiti o quantomeno accettarli.
Questo e' cio' che penso...ma non e' cio' che sento.
Io non nego di fare errori , non inganno me stessa, tutt'altro!mi giudico severamente.

Una volta il mio psicologo mi ha detto che il mondo e' il nostro specchio interiore...E' COME NOI LO VEDIAMO...
(io spero di aver capito male....voi che dite?)

Tra i pochi pregi che mi riconosco c' e' uno spiccato sesto senso.Tutte le volte che ho sentito qualcosa... raramente ho sbagliato.
Io sono molto severa con me stessa quindi riconoscelo la dice lunga sul mio "naso"(permettete il gioco di parole).

Il fatto e' ,che sono pessimista e molto prevenuta sugli altri.
Nei miei rapporti interpersonali, vedo sempre un secondo fine.
Questo mio modo di essere mi ha reso un" po' "fredda anche se apparentemente non sembra! Io indosso una maschera!
Una maschera per farmi accettare , perche' io mi vedo e non mi amo, quindi gli altri non mi amerebbero!
Anzi , peggio,gli altri non sono indulgenti... Io li vedo cosi,' perche' io non sono indulgente con me stessa.

Ora ACCETTARMI cosi' come sono e' per me difficile, perche' io mi combatto per cambiare...sentirei di aver perso
non lo sopporterei.
Pero' e' cio' che devo fare...credo di dover percorrere ancora una lunga strada... e non di corsa!

GRAZIE ANCORA.

Io ammiro le persone che sanno chiedere scusa... ce ne vorrebbero di più al mondo Wink

Non giudicarti però troppo severamente... continua a lavorare sulla tua autostima... è importante! La persona che dobbiamo amare più di ogni altra siamo noi stessi...

Sì, il mondo è come lo vediamo... nel senso che ognuno ha il proprio modo di vedere il mondo. In questo senso credo che lo psicologo abbia ragione. E' giusto avere una propria visione del mondo, senza però distaccarsi troppo dalla realtà oggettiva.

E' giusto essere un po' diffidenti nei confronti del mondo... anch'io indosso una maschera. Ma bisogna cercare di non essere mai prevenuti. Ama te stessa e impara anche ad aprirti un po' di più con gli altri... secondo me esistono persone con cui vale la pena aprirsi, anche se sono una minoranza.

Ho detto delle cose banali, lo so. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. E comunque, sono solo mie modeste opinioni.

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Messaggio  suggestione Lun Gen 17, 2011 10:26 pm

Combattere costantemente contro un pensiero o un aspetto del proprio carattere equivale a recitare un mantra, oppure una preghiera e come ben saprai queste pratiche esercitano dei forti condizionamenti, radicandosi nel nostro inconscio.
Una mente sana non è priva di dubbi e incertezze, ma ha la capacità di dare il giusto peso alle cose sempre e comunque con leggerezza d'animo.

Ti ricordi il film Tutte le manie di BoB ? http://www.megavideo.com/?v=UR7B35Q0 ....... PICCOLI PASSI DI BIMBO.

A mio avviso espressioni come, combattere, lottare, cambiare, difficile, maschera, scusa, autostima, perfezione etc, non hanno un gran senso.

Sono concetti vuoti, troppo astratti, che non descrivono mai una persona, anzi l'allontanano dalla verità.

Nemmeno lo specchio non ci rappresenta, perché quando ci guardiamo possiamo osservare solo ciò che i nostri occhi vogliono o possono vedere.

Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe trovare il tempo per restare solo, isolato dal mondo, per ritrovar se stesso.

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Messaggio  Luciano Mar Gen 18, 2011 1:19 pm

suggestione ha scritto:

A mio avviso espressioni come, combattere, lottare, cambiare, difficile, maschera, scusa, autostima, perfezione etc, non hanno un gran senso.

Sono concetti vuoti, troppo astratti, che non descrivono mai una persona, anzi l'allontanano dalla verità.


Non comprendo bene questo pensiero... ti chiedo allora quali sono per te le espressioni che hanno un senso.

COMBATTERE e LOTTARE significa perseguire un obiettivo. E credo che la vita non abbia senso se non hai un obiettivo da raggiungere. Non deve essere sempre lo stesso, può mutare nel corso del tempo. Può essere anche qualcosa di banale, ma c'è pur sempre uno scopo nel vivere. Anche VIVERE è uno scopo.

CAMBIARE secondo me è necessario in alcune fasi della vita. A volte capita di avere a che fare con delle situazioni che impongono di voltare pagina, per vivere meglio, per essere più sereni.

DIFFICILE è un concetto elementare. Ed è soggettivo. Ognuno di noi, dal proprio punto di vista, sa capire se una cosa è difficile oppure no.

MASCHERA vuol dire apparire diversi da come si è dentro. Significa essere anche un po' ipocriti, nel nostro piccolo. Ma il mondo ci impone una certa dose di ipocrisia. A volte bisogna adeguarsi. Lo so, è triste.

SCUSA è una parola importantissima che serve a far sapere agli altri che sai di non essere perfetto, che sai di poter sbagliare. Se tutti sapessero dire questa parola, il mondo sarebbe migliore.

AUTOSTIMA significa amare sé stessi. Credo che se non si ha autostima non si riesca nemmeno ad amare davvero gli altri.

PERFEZIONE è un'utopia. E' un limite irraggiungibile. Però è giusto provare ad avvicinarsi a questo limite. L'importante è che ciò non diventi un'ossessione.


Ho detto qui altre parole che non significano niente? Wink

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Messaggio  Luciano Mar Gen 18, 2011 1:20 pm

suggestione ha scritto:

Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, dovrebbe trovare il tempo per restare solo, isolato dal mondo, per ritrovar se stesso.


Giusto. Ma anche la troppa solitudine fa male... a volte è bello anche circondarsi di persone, anche se dovessero essere persone vuote.

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Messaggio  reneli Mar Gen 18, 2011 5:16 pm

Mi allontano dalle amicizie. lascio il ragazzo con cui stavo. Mi chiudo in casa e non esco se non per fare le cose strettamente legate all'universita'. = penso che anche tu sappia che hai chiuso fuori dalla tua vita dei rapporti di affetto. Non vuoi delle amicizie? Un rapporto con altre ragazze/i?
aria ha scritto:Buongiorno a voi.
Sono una donna di 31 anni depressa.
In realta,' definirmi propriamente "depressa" mi sembra offensivo per molti di voi che in diversi mesi di letture ho imparato a conoscere.
Tuttavia,non conosco altre definizioni che possano condensare in una parola il mio ESSERE o MAL ESSERE come molti di voi hanno scritto e nei quali mi riconosco pienamente.
Lascio a voi giudicare, raccontandovi di me.
Cerchero' di essere breve (per quanto sia possibile riassumere in poche parole una vita ed una personalita').
La mia infanzia e' stata fortunata vissuta in una famiglia di 4 persone (genitori ,fratello piu' grande ed io) affetto e dialogo non mancavano nella quotidianita'.Fin da subito mi hanno responsabilizzato ; ho imparato a fare rinunce ed a contare solo sulle mie forze.Per ragioni legate al lavoro di mio padre, ci siamo trasferiti spesso.Per questa motivo, non sento l'appartenenza ad alcuno dei luoghi della mia infanzia.
Non era certo il"Mulino Bianco" ma ci si voleva bene.
I trasferimenti da una citta' all'altra sono avvenuti in corrispondenza della chiusura dei miei cicli scolastici, quindi, non del tutto traumatici.
Dopo il primo trasferimento , ho imparato a non attaccarmi alle persone o alle cose per non soffrire una volta che sarebbe avvenuto il distacco;questo comportamento mi ha fatto si crescere spensieratamente da un lato ma molto consapevolmente dall'altro.
La mia famiglia non "navigando nell'oro" non mi ha fatto mancare il necessario. Io, dal canto mio, riconoscente di questo, ho cercato di ripagarli con i soli mezzi che avevo.La scuola e lo sport nei quali ero molto brava.
Nelle fasi della mia infanzia ho avuto molti amici ma non ho mai avuto un' amicizia "complice" a causa del mio carattere introverso e della mia timidezza che negli anni ho imparato a mascherare.
Questo aspetto e' stato determinante perche' alla base della mia insicurezza.
Negli anni dell'adolescenza nonostante mi innamorassi spesso non ho avuto storie d'amore perche' le ritenevo erroneamente una perdita di tempo nel raggiungimento dei miei obiettivi, scolastici e sportivi .
In fondo non mi mancavano le attenzioni dei ragazzi. Potevo aspettare.
Ero convinta ( e in parte lo sono ancora)che ogni sacrificio e' premiato ( infatti raggiunsi i miei obiettivi).
Mi diplomo, cambio citta', mi iscrivo all'universita'.Piano piano( cosi' come avevo imparato e senza un apparente soffrire) taglio i ponti con le vecchie amicizie.Comincio daccapo.
In questo periodo cerco di mostrarmi sicura di me stessa, ma in realta', mi sento inadeguata, non all'altezza degli altri, che invece sono forti e sicuri ...Fingo cio' che non sono.
Gli studi si rallentano un po'.Non seguo il passo degli altri. affiora in pieno il mio malessere. Cerco la perfezione convinta che solo quella sia l'unica strada per raggiungere la soddisfazione personale. Mi allontano dalle amicizie.
sono in ritardo con due esami rispetto sulla tabella di marcia (intanto mi fidanzo con un coetaneo studente).
Un giorno parlo con un dottore durante una visita di routine e mi chiede come vanno gli studi ,gli dico dei due esami (allora avevo 22 anni). Mi guarda severamente e mi dice di sbrigarmi perche' non si puo' essere di peso ai propri genitori.Questa frase innesca un fortissimo senso di colpa che mi abbatte.Quei due esami, che credevo di poter recuperare, diventano montagne.Mi butto giu' . Alla mia famiglia non nascondo il problema ed ovviamente mi dicono di non perdere tempo e di darmi da fare.
In questo periodo si fa forte il senso di inadeguatezza ... non sono piu' all'altezza delle aspettative degli altri e della mia famiglia lascio il ragazzo con cui stavo. Mi chiudo in casa e non esco se non per fare le cose strettamente legate all'universita'.Vado cosi' dolorosamente avanti convinta che quella sia l'unica strada e che tutto il resto non conti.In questo periodo inizio a vivere in fasi alterne, alcune, piene di energia in cui studo e faccio esami, altre in cui mi sopravvivo e mi "fustigo" mentalmente per quello che avrei potuto fare e non ho fatto.emergono due modi di essere di me : un Dott.Jekyll ed un Mr Hyde...quest'ultimo sempre piu' forte.
Non ho piu' interesse ad avere rapporti sociali. Mi trascuro fisicamente.Mangio molto e vomito subito dopo.
Mi rifiuto.
Vado cosi' avanti per 4 anni. Mi laureo a 26 anni. Nulla pero' cambia. Nella mia testa continuo a ripetermi che la laurea andava presa e che ora altre cose dovevano essere fatte, CHE POTEVO FARE DI PIU E MEGLIO.Cerco di "recuperare" alle mie mancanze facendo un corso post- universitario trovo un lavoro (nero)in uno studio notarile.Mio padre intanto si ammala e dopo una lunga malattia muore io ho 28anni.
Il mondo giudica le apparenze io che fin da allora mi nascondevo agli altri ora sono costretta a mostrarmi al mondo.
Ho paura del giudizio.
Negli anni di chiusura totale ho letto tantissimo cercando di colmare il mio senso di inadeguatezza con le conoscenze varie e per cercare di soffocare i miei vuoti interiori fuggendo dai miei problemi occupandomi di cose apparentemente GIUSTE come la lettura. Il meccanismo di perfezionismo si e' nuovamente innescato quando un po' per migliorare l'umore ed un po' per avere il coraggio di guardarmi allo specchio ho iniziato a fare sport.
Mi sono iscritta ad una palestra.A malinquore. dopo i primi giorni per motivare la mia volonta' cosi' come ho sempre fatto nella mia vita ho deciso si sfidarmi. ho iniziato a correre.Mezzora , un ora, un ora e mezza.Il mio corpo e' cambiato sono dimagrita ma contrariamente a quanto si crede non l'umore.
Ora pero' e' come una droga.lo faccio tutti i giorni.Per non pensare... E spero a volte che mi distrugga.
Tutto cio' che ho iniziato l'ho portato sempre a termine in questo caso, forse perche' non c'e' limite se non quello che ci poniamo noi stessi; io non riesco a smettere.
Vado da 4 anni da uno psicologo molte volte sono tentata a non andarci piu'. Non voglio risposte ,certo!( La cura infallibile!) Ma neanche sentirmi piu' frustrata di prima, quando esco dal suo studio.
Forse a molti di voi saranno sembrate delle stupidagini le cose che ho scritto. Mi vergogno , in confronto a cose lette nel forum, io sono solo una maniaca che si fa tanti problemi.Ci sarebbero molte cose ancora da dire ma non e' il caso ne il momento.
E' solo che vorrei avere la stessa comprensione che ho negli altri e nei loro problemi.Per me stessa.
Vorrei uccidere il mio Mr Hyde.
Se avete avuto la pazienza di leggermi. Scusate la lunghezza di quello che ho scritto.
Grazie.

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Messaggio  suggestione Gio Gen 20, 2011 7:34 pm

Luciano, comprendo il tuo dissenso su ciò che ho scritto, avrei dovuto essere più chiaro nell'esprimere il mio pensiero, cercherò nei prossimi post di essere meno criptico.
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Messaggio  Luciano Ven Gen 21, 2011 12:01 am

suggestione ha scritto:Luciano, comprendo il tuo dissenso su ciò che ho scritto, avrei dovuto essere più chiaro nell'esprimere il mio pensiero, cercherò nei prossimi post di essere meno criptico.

Sugge, probabilmente sono io ad aver mal interpretato il tuo pensiero, volevo solo sapere perché hai sminuito quelle parole (combattere, lottare, cambiare, difficile, maschera, scusa, autostima, perfezione), che tra l'altro erano parole che io avevo utilizzato nel mio precedente commento e quindi mi ero sentito chiamato in causa. Ovviamente non mi sento un depositario della verità assoluta, ognuno ha il proprio punto di vista sulle cose. Non pretendo nemmeno che tu ti sforzi e risponda subito al mio post, visto che ho letto nell'altro post che non stai vivendo un bel periodo. Ho letto quel post ma non sono intervenuto perché non me la sento di dare consigli a una persona un po' più grande di me (io ho 28 anni), e tra l'altro su un tema come la depressione sul quale non credo di avere molta voce in capitolo, visto che ho ancora pochissima esperienza rispetto alla maggior parte degli utenti di questo forum. Quindi ti mando semplicemente un abbraccio, e ti auguro di cuore di superare al più presto questo momento negativo!!

Luciano

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Messaggio  suggestione Ven Gen 21, 2011 7:06 am

Grazie Luciano, abbraccio che contraccambio.

In due parole molto sintetiche, spesso usiamo parole che SI, vogliono dare un significato alle nostre azioni e intenzioni, ma non descrivono affatto o con precisione ciò che in realtà stà accadendo.

Un esempio, se chiedi a dieci persone di descrivere su un foglio di carata la parola albero, avrai 10 risultati differenti.

Questo fatto mi ha dato modo di riflettere molto sul modo in cui parliamo sia con gli altri che con noi stessi.

Ciao E ancora scusa se ti sono sembrato arrogante, ma non era affatto la mia intenzione e non lo è nella mia indole.


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Messaggio  Luciano Ven Gen 21, 2011 2:48 pm

suggestione ha scritto:Grazie Luciano, abbraccio che contraccambio.

In due parole molto sintetiche, spesso usiamo parole che SI, vogliono dare un significato alle nostre azioni e intenzioni, ma non descrivono affatto o con precisione ciò che in realtà stà accadendo.

Un esempio, se chiedi a dieci persone di descrivere su un foglio di carata la parola albero, avrai 10 risultati differenti.

Questo fatto mi ha dato modo di riflettere molto sul modo in cui parliamo sia con gli altri che con noi stessi.

Ciao E ancora scusa se ti sono sembrato arrogante, ma non era affatto la mia intenzione e non lo è nella mia indole.



No, non mi eri sembrato affatto arrogante Smile Ciao

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Messaggio  aria Ven Gen 21, 2011 7:03 pm

Si, reneli.
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