La Depressione è un Tabù?

(E' un sondaggio che facevano questa mattina su Rai2).

L'80% di chi ha risposto a detto di sì.

Sicuramente, è difficilissimo parlarne e la gente, semplicemente, evita il discorso, se ne và, non vuole farlo.

CIò che penso questa mattina è: come combattere questo tabù?

Semplicemente con la consapevolezza che non c'è nulla di cui vergognarsi riguardo la depressione.
Solo le persone ignoranti in materia non riescono a capirlo e ci vedono come dei picchiatelli inetti

L'ho sempre saputo che èla depressione è ancora un tabù. Si nota.

Sì, lo è ancora. Mio zio (lo psichiatra) mi ha detto che lo è più per gli uomini; le donne si fanno meno problemi ad accettare e ad affrontare la malattia, anche se la donna ha il doppio di probabilità di ammalarsi.
Parecchia gente si vergogna di chiedere aiuto, ancora di più si vergogna di dire che è in terapia presso uno psicologo. Inoltre ho notato che per molta gente soffrire di depressione è una sciocchezza "che sarà mai, sei un pò triste, ti passerà". Per cui spesso il problema viene minimizzato e chi ci soffre non si sente compreso o viene convinto a lasciar perdere.
Insomma, come al solito c'è molta ignoranza e ci sono parecchi pregiudizi su chi va da uno strizzacervelli.
Rendiamoci conto che il 20% della popolazione italiana soffre di depressione (o meglio, sono quelli usciti allo scoperto; chissà quanti restano nascosti) ed è in continuo aumento non tra i giovani, ma tra i ragazzini. Mio zio ha detto che c'è stato un abbassamento dell'età da qualche anno. Questa cosa mi dà da pensare...

Ultima curiosità: tra gli uomini soffrono di depressione quelli che non hanno una storia (celibi, vedovi, separati); tra le donne è il contrario: le sposate sono più depresse delle single, e lo sono ancora di più quelle con figli. Chissà perchè...

Ultima curiosità: tra gli uomini soffrono di depressione quelli che non hanno una storia (celibi, vedovi, separati); tra le donne è il contrario: le sposate sono più depresse delle single, e lo sono ancora di più quelle con figli. Chissà perchè..

Io vedo che avere una famiglia ai ritmi di oggi è dura, nega la possibilità di equilibrio, le donne sono sottoposte ad enormi stress, difficili da reggere per lunghi periodi senza ammalarsi.
Le donne hanno troppe responsabilità casa, figli, lavoro e a volte anche mariti imbecilli.
I maschi che soffrono di depressione , sono coloro che la vita gli ha troppo spesso messi difronte a difficoltà alle quali non erano sufficientemente preparati, spesso causata da un educazione materna decisamente scadente.

suggestione ha scritto:

Io vedo che avere una famiglia ai ritmi di oggi è dura, nega la possibilità di equilibrio, le donne sono sottoposte ad enormi stress, difficili da reggere per lunghi periodi senza ammalarsi.
Le donne hanno troppe responsabilità casa, figli, lavoro e a volte anche mariti imbecilli.
I maschi che soffrono di depressione , sono coloro che la vita gli ha troppo spesso messi difronte a difficoltà alle quali non erano sufficientemente preparati, spesso causata da un educazione materna decisamente scadente.

Quoto in pieno. (anche se il 20% di nadir mi sembra alto,,,almeno io sapevo le stime erano 10% dichiarati e 10% che nn chiedono aiuto e quindi non si sa...tant'è sono numero impressionanti)

Aggiungo una considerazione:
- la donne sono più soggette (quelle con figli) anche per il fatto della depressione post-partum. Parlando di recente con il mio ginecologo, lui mi ha chiarito che in caso di gravidanza, dovrei parlare chiaramente con medici specializzati nella depressione post-partum, perchè chiaramente sono un caso abs a rischio. E mi spiegava anche che le donne che presentano i sintomi di depressione post-partum (da molto lievi a gravi) sono ormai un numero impressionante. Credo che questo sia uno dei motivi per cui tra le donne con figli è più comune (se trascuarata infatti può cronicizzarsi.

http://terragni.wordpress.com/2008/06/02/depressione-per-non-ammalarsi/

Merla ha ragione, il post-partum è un momento molto critico per una donna.
Il parto è faticoso, ma le aspettative ti aiutano a sopportarlo. Dopo il parto sei spossata, ma hai una creatura che ha subito bisogno di te, i livelli ormonali si tornano di colpo a sconvolgere e l'allattamento è un ulteriore fonte di depauperamento. Sempre che sia andato tutto bene. Se si mettono in conto problemi del neonato, problemi nel parto, ecc. allora tutto si moltiplica.

Però la depressione non si crea con il parto, solitamente è già presente in forma magari lieve e non diagnosticata. Il parto ti dà solamente la botta finale.

Purtroppo è vero che l'età si sta abbassando pericolosamente. E allora il parto non c'entra più.
Le donne sono più soggette penso per la quantità di scambi cerebrali e per gli squilibri ormonali dettati dal ciclo mestruale.
Siamo per natura più complicate dei maschi e si sa che i congegni più sono comlplicati e più sono delicati.

I figli ovviamente danno molte preoccupazioni in più e la gestione della famiglia pure. La vita moderna ti costringe ad essere sempre con un occhio all'orologio. La fatica fisica è minore, ma lo stress maggiore.

Pensavo: quanto conta il "riconoscimento" familiare?

Cioè: quando nasce un bambino, può essere che la donna abbia paura di essere abbandonata dal suo compagno?

Le leggi del Divorzio (ipotizzo) hanno come scopo quello di tutelare, appunto, la donna dal possibile abbandono del compagno in un momento che penso essere tra i più delicati della sua vita?

Secondo la mia opinione, la donna quando nasce un bambino ha un bisogno importantissimo che il compagno non mostri aggressività e che, anzi, tutta la famiglia si avvicini e mostri gesti amorevoli (proprio negli istanti successivi al parto).

Ad esempio: davanti al padiglione ospedaliero dove stàva mio padre, c'era la clinica ginecologica. Spesso, mi è accaduto di vedere parenti che portavano i fiori alle neo-mamme. Questo gesto, per me, è importantissimo. Ma spesso (per varie ragioni) manca. (Ad esempio, sono venuto a sapere che le mamme vegono "dimesse" dopo appena 24 ore dal parto non dando così tempo ai parenti che abitano distanti di arrivare). Contro la Depressione post-partum, io proporrei una sala di ricevimento interna all'Ospedale dove festeggiare le nascite...

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Riguardo i numeri della Depressione mi ha molto colpito il dato numerico citato da Nadir.

Effettivamente, siamo un popolo in crisi emozionale.

Secondo me, poi, il fatto che le donne "sposate" o "legate ad un amore" siano più depresse mi sembra una diretta conseguenza dell'istituto matrimoniale. Il fatto è questo: se non ti sposi, lo Stato non riconosce alcun diritto al mantenimento alla Donna. Mi sembra, una stupida violenza. Io opterei per un giudizio del Tribunale sulla serietà della relazione. Non sulla cerimonia del Matrimonio. Quindi, se un uomo si assume un impegno serio in una storia, deve mantenere questo legame anche quando la storia finisce. (E questo nel caso in cui la sua compagna abbia lasciato il lavoro per lui...)

Dalla parte maschile, io penso che la Depressione nasca dal bisogno "di essere importanti per qualcuno". Essere importanti per qualcuno, (in modo assoluto), penso sia una delle componenti fondamentali della mentalità maschile. La mentalità femminile è, secondo me, più complessa: si cerca sensualità, sicurezza, sorprese, seduzione, serietà, sorrisi... l'uomo, invece, vuole solo essere importante per qualcuno. Per gli amici, per la sua compagna, per la sua famiglia. E' un concetto unico, semplicistico. Ora: le donne sono per natura complesse. Sanno essere leggere e serie allo stesso momento, seduttive e pratiche, romantiche e caciarone... questa facoltà non è data all'uomo. Così, dato che le donne sanno essere fedeli e libere nello stesso istante, l'Uomo ha sempre paura di non contare nulla per loro. E questo mi ha sempre colpito: una donna sà trovare la sua libertà in un legame stabile. Sà realizzarsi in questo e non ho mai capito (né penso mai capirò) come ci riescano. Il Matrimonio è un modo per dimostrare di essere importanti per una donna.

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E' vero, la depressione post-partum è sempre più diffusa. Mia nonna, madre di 8 figli, quando sente queste cose, scuote la testa; secondo lei oggi le donne sono troppo fragili. Ai suoi tempi era normale fare tanti figli, occuparsi di loro e del marito senza fiatare; dice che lo facevano con piacere, non gli pesava. Più in generale dice che le nuove generazioni, poichè hanno la pappa pronta in tutto, appena hanno un cambiamento drastico nella loro vita o un problema più serio da affrontare, cadono in depressione. Dice che la loro generazione era abituata a non aspettarsi nulla; sapevano che la vita era dura e non si abbattevano, anzi. Bè, in un certo senso, le dò ragione... la loro vita era più semplice: le donne pensavano alla famiglia, al lavoro e ai soldi pensava il marito, solo pochi studiavano e trovare lavoro era più facile. Ora è tutto in forse: uno si vuole sentire soddisfatto, cercare lavoro anche da laureato è un'impresa, la donna cerca una carriera, i tempi sono sempre più stretti e si accumula stress in continuazione. Mia nonna dice che ai suoi tempi non esisteva la parola stress perchè non ne avevano bisogno! Non c'era il bisogno di mettere se stessi prima di tutto, si pensava globalmente, non si pensava alla prima persona singolare.
Insomma, oggi che ha 76 anni, proprio non capisce perchè la vita della gente abbia preso questa piega...

Cmq da un recente studio risulta che di depressione post-partum ne soffrono anche gli uomini: il 5% degli uomini cade in depressione quando diventa papà. Dicono che mentre nelle donne ciò è dovuto soprattutto a squilibri ormonali, negli uomini ciò dipende da cambi di abitudini, di orari e soprattutto dall'avere nuove responsabilità. C'è la parità anche qui!

Sulla questione perchè le donne soffrono più degli uomini di depressione, mio zio (sempre lui) mi diceva che noi, a parte gli ormoni pazzi, siamo molto emotive: nella vita di tutti i giorni e nelle relazioni interpersonali, viviamo molto più intensamente le emozioni. Da un lato questo è molto bello, però è un'arma a doppio taglio perchè ci rende più vulnerabili alla depressione. E poi lui dice che c'è anche una componente genetica importante, per cui se in famiglia ci sono casi simili, siamo condannati a soffrirne pure noi.

Non credo che voi siete più emotive di noi uomini, credo invece che alimentate la vostra emotività, invece di educarla, come ci è stato insegnato a noi maschietti.
Si può vivere dentro un emozione, ma ci si può anche staccare o uscire da essa è questione di allenamento.
Non siate rigide con voi stesse.

Io la penso come Nadia.

Però credo anche che le donne usino questa loro superiore emotività per costruire un'intelligenza diversa e particolarissima.

(E bella).

.....

Poi, penso che la nonna di Nadia abbia ragione sotto un certo punto di vista.

Quando una famiglia è numerosa si trova sempre qualcuno pronto a darti una mano.

Ad esempio: quando una mamma aveva un bambino piccolo, era comunissimo lasciarlo alla figlia più grande (che così di educava a sua volta ad essere mamma) o a una zia o a una vicina...

Ora: essendo le famiglie più piccole, dove si trova questo aiuto? A chi si può lasciare, con sicurezza, il proprio bambino?

Io penso che le mamme italiane (a mio modo di vedere le cose, giustamente) non hanno punti di riferimento. Gli asili sono carissimi e ci sono sempre pochissimi posti... il marito ha le sue esigenze, il bambino anche e tutto sembra congiurare per un rapporto strettissimo tra mamma e figlio che, se pure giusto, diventa soffocante.

Le mamme di una volta erano più disincantate.

Ad esempio: so con sicurezza che mia nonna lasciava i miei zii in piazza.

E lo faceva con tutta sicurezza. Ogni tanto passava un parente che dava un'occhiata a loro e ogni anziano che stava lì faceva, naturalmente, da vigilante.

Oggi, tutto questo sarebbe inconcepibile.

E non penso sia una paranoia: penso che ci siano dei pericoli reali... (ad esempio che possa farsi male... la città è diversa da un paese).

....Sto riflettendo su quanto mi è accaduto....precisamente 12 anni fa mese più mese meno. Mi sono laureata dopo tre faticosi anni di obbligo di frequenza e tirocini...poi a pochi mesi rimango volutamente incinta di mio figlio...Lascio il lavoro tre settimane prima di partorire....Quattro mesi dopo, il mio ex marito mi lascia,dopo 12anni di matrimonio, da sola, nella nostra casa di montagna, senza lavoro,per un'altra donna che ha scoperto di amare....Rimango letteralmente sola...in una città che non era la mia città...i miei parenti sono lontani...Tiro avanti per due lunghi anni...Poi chiedo aiuto ai miei genitori....Trasloco....Cresco mio figlio e comincio a lavorare nella nuova città...sono sola...non conosco nessuno...Tre anni fa le prime crisi di panico...Due anni fa la diagnosi di depressione....Non so se parlare di stress....o di fragilità...o di tempi moderni....Non so , se ho sofferto di depressione post partum....Ma , credetemi, non c'è istituzione , una che è una che mi sia venuta incontro...ho dovuto lottare a lungo difronte al giudice per " FAR CAPIRE" cosa mi fosse accaduto....e che per il peggio non c'è mai fine. La depressione, mi ha aiutata a riprendere contatto con me. Tutto quello che ho passato ,è passato nella totale indifferenza e insensibilità di molti, oggi, ricordare mi crea " Disgusto".

Viola, tutti i sentimenti che coviamo e accudiamo nel nostro profondo, rivelano un po ciò che siamo, chi eravamo e chi saremo.
Coltivare sentimenti negativi, significa coglierne i frutti a maturazione, con tutte le conseguenze.
Guarda al al passato con gli occhi di un estraneo, senza giudizio e senza rimpianti, e usa il presente per migliorare il futuro,

Vero Sugge!!!! Sto lavorandoci....oggi....perchè non voglio cogliere in futuro altro "disgusto! "...Posso scegliere, oggi posso scegliere.

Cara Viola, bisogna sempre pensarla in positivo.
Pensa se ti toccava rimanere con quello str...zo tutta la vita??!!

Effettivamente quando hai bisogno, capisci veramente chi tiene a te. E ho scoperto che solitamente quelle persone si contano sulle dita di una mano. Lasciamo perdere le istituzioni!

Riguardo alla vita di una volta, concordo che ti mettesse prima alla prova e temprasse maggiormente lo spirito, che fosse più semplice e con minori aspettative.
Ritengo anche che ci stiamo indebolendo.
Una volta la selezione della specie era più marcata. I deboli morivano da piccoli. I malati non facevano figli perchè non si sposavano.
Ora sopravvivono anche i "tarlocchi" come me... e fanno figli. Indebolendo la razza. (Mi sento tanto Hitler!)

La natura non è buona, è spietata. Ma funziona da millenni.
Meditate gente... meditate.