"non soffrire", "non essere nati", ecc

Ho criticato il messaggio, a mio avviso inficiato dal solito richiamo al "trova le forze in te stesso, fai appello al tuo Io interiore etc.", non il messaggero. Dov'è l'offesa? Ci rendiamo conto che un vero depresso non ha né energie psichiche né riesce a collegarsi al suo Io interiore o superiore, se esiste, perché è bloccato, paralizzato nell'inerzia e nella disperazione? E' come pensare che con una vecchia cinquecento si vada in autostrada a 200 all'ora o come innaffiando un pietra, pensare che possa crescere come fosse una pianta.  L'unico consiglio che si può dare ad un VERO depresso è questo: "Senti, io posso capire qual è la tua condizione, anche se non mi posso immedesimare. Ti dico questo: se hai fede, prega Dio, perché solo un miracolo ti può salvare. Se non hai fede, prega lo stesso, perché solo un miracolo ti può salvare. Tu da SOLO non potrai mai uscirne, se un ente superiore non ti tenderà la mano".

Oudeis e Sogni infranti, davvero non ce n'è più.

Deumanizzare e squalificare le espressioni degli altri, perfino dopo averle richieste dirottando l'argomento di un thread, è segno di incapacità, o se preferite di volontaria indisponibilità a stare su un forum. Non necessariamente un forum sulla depressione: non funziona così neanche un forum dedicato alla pesca con la mosca.
Le espressioni dei propri sentimenti e i ragionamenti sui processi della soggettività sono difficili, perché descrivono stati interni, riflessivi, soggetti alle più varie influenze, e privi di correlati materiali necessari o immediatamente riconoscibili. Non è facile, forse non è possibile, descrivere per analogia le proprie esperienze senza riferirsi a qualche immagine esplicativa che sia già stata utilizzata e che affondi in un patrimonio comune, socialmente sanzionato. Soprattutto quando lo scopo è illustrare, farsi capire, e non fare dell'avanguardia.

In altri termini, per stare su un forum e discutere di cose difficili bisogna accettare di estendere a tutti e a ciascuno la possibilità di essere a volte Pierre Menard, autore del Don Chisciotte.

Anche se nelle parole di un utente di questo forum risuonassero luoghi comuni, analogie o scelte lessicali frequentate anche da correnti new age o salcazzo, questo non vi autorizza ad impancarvi a giudici della profondità e dell'utilità del suo pensiero. Dovete rispettare lo sforzo che fa per condividerlo, e mostrarvi abbastanza umili da concedere che ciò che non vi serve e che non comprendete, forse serve ed è comprensibile per altri.

Anche le vostre parole, anche le vostre circonlocuzioni e i vostri ritornelli sono facilmente riconducibili a delle correnti e a delle posture. Appiattire la vostra identità e la vostra esperienza personale sullo sfondo di quelle posture è, come minimo, scortesia. Per quanto le vostre metafore possano apparire logore, insipide, gigionesche, afferenti ad indirizzi culturali screditati e a loro sgraditi, gli altri utenti che vi rispondono dovranno impegnarsi ad ammettere che voi soffrite e che pensate e che provate come esseri umani, e non come animali da cortile; che non c'è minor grado di intelligenza e di serietà nelle vostre parole, per quanto distanti dalla loro cultura e dai loro interessi.

Cosa fate su questo forum? Cercate un luogo dove cospirare contro i guru del pensiero positivo, la new age e quel che volete. Qui non è cosa. Grazie.