Come imparare ad avere fiducia?

Come?

Convincersi che tra rischiare e non rischiare, è molto più rischioso, non rischiare. (scusa il gioco di parole)
Se non ti fidi, resti da solo, se ti fidi e ti sbagli, resti da solo, se ti fidi e non ti sbagli, non sei più da solo.

E poi provare...come si dice, la paura fa novanta: anche quando la fiducia è mal riposta, quello che ci capita dopo averla data alla persona sbagliata, è sempre meno peggio che non l'avessimo mai data. E inoltre, fidarsi è l'unico modo per ottenere anche che ci si fidi di noi.

Merla

Bella domanda.
Secondo me dovremmo rivoluzionare la nostra visione della vita e tornare agli albori,a quando eravamo bambini e avevamo la mente quasi del tutto libera da pregiudizi,da schemi.
Dovremmo insomma non accumulare più cianfrusaglie di pensieri negativi nei confronti degli altri e lasciarci andare senza opporre resistenze,mettendo un pò da parte il nostro ego.
Penso che rischiamo di più a chiuderci come ricci.Rischiamo di non vivere appieno la nostra vita.
E poi solo riponendo fiducia negli altri possiamo amarli realmente

Riprendo questo thread perchè vorrei capire come si dà fiducia, perchè io tendo a non fidarmi di nessuno. Poi ho voglia di scrivere un po', per riordinarmi le idee,per confondermele, per darle a qualcuno, se qualcuno si aggiunge ben venga.
Sarebbe bello fare qui un bel discorso sui "parametri" da usare per fidarsi.
Premesso che comanda la specie (shopenauer, freud docet), per prima c'è la sopravvivenza del singolo, nessuno muore per un altro. Quindi se uno si sente attaccato alla base, non ci penserà molto a mentire alla persona che ama, e soprattutto lo farà se vengono attaccati i suoi privilegi, veri o immaginari che siano.
Una volta c'era una morale che faceva da collante alla società, in questa morale alcuni ci credevano molto come se fosse un qualcosa di palpabile, altri la usavano come minaccia (''guarda che se fai così sei una sgualdrina, vergognati'') ma comunque da li non si scappa, devi starci dentro. Adesso no, conta molto più il diritto del singolo, con la conseguenza che l'altro è meno importante di prima. Quindi una volta ci si poteva fidare di più.
Il bello è che però tutta quella catena di cose pratiche della società, tipo i contratti matrimoniali ecc, sono rimasti quelli di una volta; quindi diciamo che se uno vuole vivere tranquillo (da mediocre depensante diciamo) (che dunque deve agganciarsi come ad un'ancora alle cose pratiche della società), trova poi che queste non collimano con la mentalità moderna imperante.
Veniamo all'amore. Si dice che se ami, poi la fiducia va a braccetto con l'amore e che quindi non sussiste il problema. Invece io dico che l'amore è più nell'immediato, nel non-tempo, mentre la fiducia presuppone il tempo, la logica, la razionalità.
Per me dunque la fiducia non fa parte dei sentimenti, ma della loro "traduzione" nel mondo della logica, della razionalità, della macchina (carmelo bene che cita deleuze).
Che si sia capito qualcosa?

PS:

merla ha scritto:Se non ti fidi, resti da solo, se ti fidi e ti sbagli, resti da solo, se ti fidi e non ti sbagli, non sei più da solo.

Sembra la scommessa di Pascal (si scherza)

Anonimo7 ha scritto:
Premesso che comanda la specie (shopenauer, freud docet), per prima c'è la sopravvivenza del singolo, nessuno muore per un altro. Quindi se uno si sente attaccato alla base, non ci penserà molto a mentire alla persona che ama, e soprattutto lo farà se vengono attaccati i suoi privilegi, veri o immaginari che siano.

Non riesco ad assicurarti così su due piedi di condividere le premesse, ma provo ad assumerle come se le condividessi. Tuttavia si osservano anche comportamenti altruistici nelle società umane, come in quelle di altri organismi. Se volessi mantenere il quadro che proponi, giustificherei tali comportamenti affermando che il riflesso egoistico espresso quando "ci si sente attaccati alla base" dipende comunque da una particolare percezione del soggetto (sentirsi attaccato alla base, che l'attacco esista o meno) in cui entrano in gioco idee, rappresentazioni, esperienza vissuta, e quindi nel tempo anche volontà e modelli comportamentali che possono essere in parte addestrati. Infatti anche tu attribuisci un carattere "immaginario" ai privilegi in difesa dei quali si esprime il riflesso egoistico. Quindi nella valutazione della gravità di una minaccia più o meno immediata rientrano anche fattori soggettivi, culturali e simbolici, che vanno un po' oltre lo stimolo grezzo fornito dalla pressione della situazione fisica in cui ci si trova.

Nel suo sviluppo di animale simbolico l'essere umano impara ad "essere per la morte" (Heidegger), cioè -provo a dire- ha davanti a se' la possibilità (dolorosa e pericolosa) di smettere di riferirsi a valori socialmente sanzionati (individualistici o collettivistici che siano) e di prendere decisioni cocciute, solitarie e anche costose (ad esempio svantaggiose e assurde in termini utilitaristici, possibilità di cui eventualmente vergognarsi come cretini davanti al prossimo, ma tuttavia possibilità amate con forza pari o superiore alla pressione della vergogna). Posso cioè arrivare a percepire come un "attacco alla base" anche la mia sopravvivenza e il mio vantaggio a danno di un altro, se ciò che in un dato momento è la mia "base" si accende alla luce dell'essere per la morte e manda in cortocircuito il riflesso egoistico. Ad esempio, un giorno posso sentire che un certo corso d'azione è più importante per la mia "base" della mia incolumità fisica, anche se la garanzia di questa incolumità è compromessa da quel corso d'azione. Assumo un rischio di cui nessuno si fa garante.

Così posso intendere la fiducia come la mia speranza nella possibilità che l'altra persona possieda (o possa acquisire) nel suo intimo le idee, i simboli e i modelli che le servono per non sacrificarmi sempre e infallibilmente sulla base di un riflesso da insetto, e sia invece in grado di sospendere per un momento (non è detto che poi lo faccia) il suo riferimento a valori codificati e piste comportamentali consuete, per sprigionare in qualche modo e in qualche grado le possibilità del nostro incontro.

Aver fiducia in che cosa? In sé stessi, nella vita? Non esiste alcun modo.

Oudeis ha scritto:Aver fiducia in che cosa? In sé stessi, nella vita? Non esiste alcun modo.

Schönen Rutsch ins Neue Yahr