La solitudine...

+4
armida
anthea
Viola
Pavely
8 partecipanti

Pagina 1 di 2 1, 2  Successivo

Andare in basso

La solitudine... Empty La solitudine...

Messaggio  Pavely Lun Feb 02, 2009 6:25 pm

C'è una poesia molto bella di Edna St.Vincent Millay... Prende il suo nome dal suo primo verso... "E tu chi sei che ti desidero così tanto..."

<<E tu chi sei che ti desidero così tanto
da vegliare ogni notte
almeno quanti sono i giorni
che si rincorrono a piangere per te?

E tu chi sei che se ti non avessi più
rimarrei a sentire il vento
avanzare sui giorni
e a guardare solo una parete?

C'è senz'altro un uomo più bello di te
e ne conosco almeno altri venti anche più gentili,
e allora perché solo tu sei diventato
l'uomo del mio cuore?

Certo, qualche filosofo dirà che il comportamento
delle donne è molto sciocco,
ma potrà lui fare qualcosa per convincermi
ad amare in modo ragionevole e prudente?<<



Io credo che la solitudine nasca da un amore.

L'amore è davvero un mondo sconosciuto... (stò ascoltando in sottofondo i Muse.... Song for Absolution). L'amore non è felicità. L'amore non può essere felicità.

Spesso sposiamo con il cuore e con le emozioni l'amore alla felicità... come se questo sentimento fosse una costa sorpresa da un primo sole bellissimo e pieno di luci e di stelle...

Per capire l'amore, io penso, dobbiamo rinunciare allo strumento della felicità. Dobbiamo fermarci, posare la borsa per terra, chiudere gli occhi e pensare... pensare per un attimo. Dobbiamo allontanarci dal mondo e capire una cosa... l'amore ci insegna la solitudine.

Chi non ama non sà cosa sia la solitudine. Chi non ha mai amato veramente, chi non ha mai veramente parlato, per una notte intera, senza regole, vestito di una libertà immensa e bellissima, con una persona, chi non ha mai vissuto quel momento senza tempo, quel tempo con orizzonti infiniti, in cui nasce l'amore non può sapere cosa significhi rimanere soli.

Perché capisci la solitudine quando hai saputo cosa significhi stare assieme.

Io penso questo: la solitudine nasce quando siamo eccessivamente ragionevoli e prudenti.

La solitudine, la perdita dell'amore, l'assenza dell'amore, nasce quando cerchiamo un nome ai sentimenti... quando cerchiamo di dire la ragione per cui amiamo.

Perché in amore non c'è ragione, in amore non c'è un passato, non c'è un futuro... c'è un solo tempo. Un tempo bellissimo fatto di giardini nella sera, fatto di corse in macchina verso il mare, fatto dei momenti in cui accendi il computer e scopri una mail piena di parole leggere...

Io vorrei dire che sò cos'è la solitudine.

E sò cos'è la solitudine perché ho visto l'amore e non ho avuto il coraggio di viverlo.

E l'amore mi ha davvero dato una lezione amara e vera...

Io sono solo. (In sottofondo ho messo un cd di Jean-Luìs Murat e Morgane...)
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Gio Feb 05, 2009 9:29 pm

E' solitudine, è mancanza d'amore.

La Depressione è camminare sotto la pioggia in un ottobre troppo freddo.

La Depressione è sentire freddo. Aspettando un autobus che tarda ad arrivare, guardando le automobili, le loro luci bianche, riflettersi sull'acqua dell'asfalto.

La Depressione è stare svegli di notte, consapevoli che non c'è nessuno accanto a te. In certe notti, in quelle notti, vorresti un abbraccio. Vorresti parlare. Eppure, il vento, la casa, i termosifoni spenti ti dicono che sei solo.

E non puoi combattere contro questa solitudine. Nò, davvero. (Ascolti Zombie, dei Cranberries in sottofondo...). Quando capisci di soffrire di Depressione, sai che devi vivere assieme alla solitudine. E allora cerchi la durezza. Abbassi gli occhi. E ti odi quando lo fai...

Sai quello che ti diceva tua madre. Non abbassare mai gli occhi. Eppure, non la fai. Se sei Depresso ti disprezzi. La mattina... quando sulla sveglia dai numeri rossi leggi che sono le 10 e 51 della mattina... ti alzi. Vai al bagno. E ci vai per fare pipì. Uscendo ti guardi allo specchio. Appoggi la mano sul lavandino e ti guardi. Quello nello specchio sei tu. Non puoi barare su questo...

... e i tuoi occhi hanno una luce particolare. Sono vuoti, privi di vita. Alle volte ti vedi grasso, alle volte bello. Il tuo corpo cambia con una velocità impressionante... la tua immagine si proietta sulla vita (sulla tua esistenza) come un viso sullo specchio di un lago. E fuori piove. Piove... e tu hai freddo. Ti metti un maglione. Ricordi quando sei tornato a casa ieri sera e stavi alla stazione della metropolitana della Magliana di Roma... e ti veniva da piangere. I psicologi dicono che è normale nei Disturbi dell'umore. La tristezza è un passaggio di basso accanto alla batteria. E' quel momento in cui ancora non c'è la chitarra elettrica, in cui non c'è voce...

Eppure, hai provato a resistere. Ti sei tirato su il bavero del giaccone. Ti sei nascosto dietro il pannello della pubblicità. Accanto a te altre persone in attesa della linea 31. E pioveva. Pioveva su Roma, pioveva sul tuo cuore, pioveva sulle tue parole. Perché quando sei Depresso le tue parole sono parole lasciate su di un prato sotto la pioggia e le nuvole dell'autunno. Sono parole prive di sole. Le tue mani, il tuo corpo, le tue frasi sono mani, corpo e frasi macchiate del buio dell'inverno. Eppure, guardiamo il tuo cuore. Il tuo cuore è sole. E' un sole bellissimo. Prendi il tuo cuore tra le tue mani. Prendilo davvero... non avere paura. Vedi quant'è caldo? Hai un cuore caldo. C'è dolcezza, cura, romanticismo, poesia, creatività, coraggio di correre, vita nel tuo cuore... ma dov'è? E' nel tuo corpo.

E il corpo di un Depresso è freddo. Un corpo di un Depresso è periferia di città, è scarpe bagnate da una pozzanghera, il corpo di un Depresso è un Fanculo, il corpo di un Depresso è brutto, il corpo di un Depresso fà paura, il corpo di un Depresso è un manifesto strappato. Quello che vuoi allora è nasconderti. E nascosto proteggere il tuo cuore. Il tuo cuore, la tua anima, Ragazzo Depresso, è un cucciolo di coniglio, caldo, vivo, felice. Non ci sono lacrime nel tuo cuore. Non possono esserci. Le lacrime vengono quando capisci di essere un bambino. Capisci che sei, ora, quì, il bambino che sei stato. Il bambino che si rannicchiava sul divano della camera da pranzo perché non c'era nessuno in casa. Il bambino che tornava a casa perché era stato emarginato dai suoi compagni di classe alle elementari e avrebbe voluto "capire" e invece incontra sua madre, silenziosa, sulla poltrona della sala. E non hai; Ragazzo Depresso, il coraggio di parlare.

La Depressione è la consapevolezza di essere solo. (Ascolti My Immortal degli Evanescence in sottofondo). Sei solo emozioni. Sei solo sentimenti. Sei solo cielo. Questo è Depressione. E' la sensazione di volare... volare in cui cielo tutto tuo... volare tra l'azzurro... e in questo volo essere solo. Vorresti solo amore, tenerezza, contatto fisico, abbracci... ma non ci sono. Lo capisci tornando a casa. Lo capisci aprendo la porta di casa. Nessuno. E non è colpa loro. Ti sono stati vicini. Ti sono stati accanto.

Ma tu eri silenzioso, tu, per la tua Depressione, non sapevi cosa dire. Avresti voluto scherzare, ridere, amare e essere amato... e invece da bambino le parole non venivano. E non sapevi perché e nessuno te lo diceva. Nessuno ti spiegava il tuo comportamento... nessuno. E allora ti perdevi. Ti perdevi evitando di andare a scuola per paura di stare con gli altri... ti perdevi camminando per quartieri immensi e deserti d'agosto. E questo ti rimane. Ieri, alla Stazione Magliana, lo sentivi.

Fuggi. La Depressione ti costringe a fuggire. Perché sai di non saper correre. Nò, davvero non sai correre...

Cammini. La Depressione è lentezza. E' volere tempo. E' non voler arrivare. Ma in questa lentezza ti sai capace di sentire il mondo.

E la gente alle volte si stupisce. Ti immagina profondo e intelligente. Non è così. Semplicemente, hai camminato. Loro hanno corso... laurea a 23 anni, lavoro, primo bacio a 14 anni... sesso, figli, famiglia...

Tu nò. Nò. Lo capisci guardandoti allo specchio del bagno. Tu nò. Nò. Semplicemente. Un grammatico prenderebbe questo Nò e ti direbbe che non ci vuole l'accento. Ma tu sorrideresti. Davvero. Tu guarderesti il grammatico (immagine dello psicologo) e gli spiegheresti, con tutta la calma di cui sei capace Ragazzo, che i Depressi scrivono il Nò con l'accento. Quell'accento è importante.

La Depressione è un accento. Come in una canzone dei Dear Euphoria. L'amore ti rende grande. Metti l'accento sul nò, perché sai di amare. Ma come spiegarlo? Chi soffre di Depressione sà amare. Sbaglia gli accenti e sà amare. L'amore è tutto per chi vive di Depressione. E' un amore non ricevuto e un amore non dato. E' l'amore di lettere che un Depresso non ha mai scritto e non ha mai ricevuto. E tutto questo si nasconde dietro quel nò. Un Depresso dice nò. Dice nò alla vita... dice nò a sé stesso. Non ha fiducia. Si nasconde. Quell'accento è questo: è un'onda di vento nella fuga. Il suo nò è un nò che si muove...un nò che cerca protezione. Quella che potrebbe sembrarti una piccola riga... è di più.

Mani che proteggono il viso per non guadare il mondo.

Così esci.

Esci nella mattina...

E quello che vorresti...

quello che vorresti è essere sano e felice.

Ma come in un accordo di pianoforte nella notte... non c'è.

Ricordi Chopìn. Ricordi di come sua madre lo portava nella stalla per imparare il pianoforte in segreto dal padre.

Vorresti quell'amore. Essere accettato e, Ragazzo Depresso, vorresti solo amare. Ma in questa mattina di Ottobre, lo sai.

Non accadrà.

E accettarlo è difficilissimo.
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Viola Ven Feb 06, 2009 9:28 am

...Accettarlo è difficilissimo? ...ma non impossibile. L'accettazione è un processo. Deve avvenire....Bisogna farla l'accettazione. Sennò si rimane sull'orlo,(di una pozzanghera) in periferia, ( con le scarpe bagnate)....In purgatorio, (ad un passo dal paradiso). E' un processo in avanti...In dietro c'è l'inferno,ma comunque non ci si può tornare, in mezzo il purgatorio, ma comunque ci si può rimanere,...avanti, è da fare. Il paradiso è da fare!
Viola
Viola

Numero di messaggi : 432
Data d'iscrizione : 20.01.08
Età : 60
Località : Roma

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty ..sei un poeta!

Messaggio  anthea Ven Feb 06, 2009 9:41 am

...molti poeti erano disperati, ma non tutti i disperati diventano poeti.

La mia particolare teoria sulla depressione mi porta sempre più a convincermi che a una sensibilità superiore corrisponda una vulnerabilità altrettanto superiore.
Chi sente di più, soffre di più.
Ma come dici tu, ama anche di più.

Io amo la poesia, la letteratura, la musica e la fotografia. Ma una parte di me è molto razionale. Sia verso me stessa che verso gli altri.
Questo mi ha permesso di capire che non è vero che l'amore sia puro sentimento, ci vuole anche una buona dose di raziocinio.
Quello che ti fa perdonare anche quando vorresti strozzare, quello che tramuta gli spasmi in affetto incrollabile, quello che ti fa capire cosa l'altro vuole anche solo guardandolo negli occhi.
Tutto questo richiede fatica, impegno e anche dolore, come ne richiede la vita.

Forse quando si è depressi è meglio evitare i voli pindarici, la poesia e l'isolamento. Meglio cercare la terra, il lavoro manuale, la compagnia, la razionalità che ti pone in ascolto del mondo esterno.
Bisogna aprirsi all'esterno, tenere occupate le mani e la testa.
Il lavoro nobilita e rende sereni. Il fare qualcosa di concreto spazza via l'inedia e il sentirsi falliti.

Prendi in mano la tua vita e non stare più alla finestra a guardare e forse vedrai l'alba.
anthea
anthea

Numero di messaggi : 857
Data d'iscrizione : 14.11.08
Età : 54

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Ven Feb 06, 2009 7:15 pm

Anthea hai ragione.

Mi hai dato un consiglio prezioso e importantissimo...
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty La solitudine...

Messaggio  armida Ven Feb 06, 2009 9:25 pm

Quando leggo Pavely, che è davvero un poeta, ritrovo tutta la mia solitudine, tutto l'amore che ho dentro e che non posso dare e condivido quell'osservare la vita dall'esterno senza farne parte, sentendosene attrversati, ma non attrversandola.
Il mio sogno,credo irrealizzabile, è quello di poter guardare la vita come credo molti la vedano, dal di dentro, senza noia, senza rabbia, senza rimpianti, senza malinconia.
Mi piace molto l'immagine della pioggia che scende su persone che aspetttano il 31...

Pavely, non smettere di osservare la vita, di essere poeta, di amare...

armida

Numero di messaggi : 78
Data d'iscrizione : 09.01.08
Età : 54
Località : Bari

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Armida

Messaggio  anthea Lun Feb 09, 2009 10:13 am

hai ragione pure tu.
Trovare un uomo che parli di poesia come Pavely è veramente raro e prezioso!

Ma ho un figlio che, seppur in giovane età, mostra una sensibilità molto accentuata e una tendenza all'interiorità e all'astrazione notevoli. E vedo che rimane passivo di fronte alle difficoltà della vita; molto più della sorella che invece è molto attaccata alla realtà, seppur non meno sensibile a suo modo.

Non dico che Pavely debba abbandonare la poesia e l'amore, dico che forse in questo momento, lo aiuterebbe di più immergersi nel pratico per evitare di crogiolarsi nelle sue pene.
Io per esempio mi sono messa a restaurare una vecchia camera di mia bisnonna e vedo che mi piace e mi da soddisfazione.
Sono partita da zero e perciò mi sono iscritta ad un forum di amanti del legno. Mi hanno dato consigli preziosi e mi sento bene quando lavoro.

Sarebbe ancora meglio se ce la facesse a fare un'attività che lo porti fra la gente.

Questo ovviamente è solo un mio parere.
anthea
anthea

Numero di messaggi : 857
Data d'iscrizione : 14.11.08
Età : 54

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Lun Feb 09, 2009 6:23 pm

Armida... hai perfettamente ragione.

Per me è difficilissimo (forse perché credo pochissimo in me stesso...) ma hai ragione... (ragione, ragione...)

A Novembre ho iniziato per la prima volta la Psicoterapia.

Per ora, per la prima volta nella mia vita, stò imparando ad affidarmi ad una persona.

Mi stò aprendo.

Per me è un passo importante e tornare quì ha significato questo per me... tornare sui miei passi, la mia storia e capire di aver fatto un passo.

E' poco.

Ma è un inizio.

(Complimenti poi per la bellissima idea del Restauro...)
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  suggestione Lun Feb 09, 2009 10:04 pm

Vorrei poter vivere la solitudine in maniera più profonda e proficua di quanto la viva adesso.
In questi pochi ritagli di tempo che riesco a starmene da solo, sono troppo bervi per assaporarne l'esperienza.
Mi riprometto sempre d'andarmene in qualche valle isolata dalla civiltà, per potermi dedicare completamente a questo stato d'eccellenza.
Trovare il tempo di dedicarmi completamente all'esperienza della meditazione.

Comprendo benissimo che il vostro stato vi dia sofferenza, ma non è la solitudine a provocarla, in quanto rifugio da un mondo che non sentite d'appartenere.

Il dolore, il male, l'odio in qualche modo sono riusciti a nutrire il mio amore per la vita, non mi hanno distrutto, bensì migliorato.
A volte penso che per vivere liberi, bisogna pagare un caro prezzo, altrimenti ci si riduce a essere attori inconsapevoli di un sistema.
suggestione
suggestione

Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Caro Pavely

Messaggio  anthea Mar Feb 10, 2009 8:45 am

solamente per chiarire, ti ho scritto io prima, non Armida.
Mi scuso perchè l'ho scritto nell'oggetto (dato che stavo rispondendo al suo intervento) ed è venuto fuori in grassetto, quindi ha tratto in inganno.
Non vorrei che Armida se ne avesse a male, che l'ho messa a restaurar mobili a sua insaputa!! Razz

In effetti, caro Sugge, non è la solitudine in sè che fa male. Però quando si sta male e si è soli, i pensieri distorti sono liberi di invaderti senza alcuna barriera e di creare devastazione. E' un circolo vizioso, più stai da solo e più ti chiudi in te stesso, fino a che poi non ce la fai più ad uscire.

Dato che siamo esseri sociali, non siamo fatti per stare sempre in solitudine. Perciò, è necessario creare e rinforzare i legami e uscire dal bozzolo. Poi ci saranno ugualmente momenti di riflessione importanti, ma mi pare di aver capito che Pavely non ce la fa ad uscire e nello stesso tempo ne ha bisogno.

E' come una farfalla che esce dal suo bozzolo. Una fatica immensa.... si deve trasformare e abbandonare una parte di se, per trovarne un'altra più bella, libera e splendente.

Sii quella farfalla ed esci Pavely. Il mondo ha le sue brutture, ma c'è anche tanto amore e c'è bisogno anche di te.
anthea
anthea

Numero di messaggi : 857
Data d'iscrizione : 14.11.08
Età : 54

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Mar Feb 10, 2009 5:42 pm

sugge ha scritto:Vorrei poter vivere la solitudine in maniera più profonda e proficua di quanto la viva adesso.
In questi pochi ritagli di tempo che riesco a starmene da solo, sono troppo bervi per assaporarne l'esperienza.
Mi riprometto sempre d'andarmene in qualche valle isolata dalla civiltà, per potermi dedicare completamente a questo stato d'eccellenza.
Trovare il tempo di dedicarmi completamente all'esperienza della meditazione.

Comprendo benissimo che il vostro stato vi dia sofferenza, ma non è la solitudine a provocarla, in quanto rifugio da un mondo che non sentite d'appartenere.

Il dolore, il male, l'odio in qualche modo sono riusciti a nutrire il mio amore per la vita, non mi hanno distrutto, bensì migliorato.
A volte penso che per vivere liberi, bisogna pagare un caro prezzo, altrimenti ci si riduce a essere attori inconsapevoli di un sistema.



Pensavo Suggestione a quanto tu abbia una grandissima spiritualità...

Forse, sei davvero un Romantico.
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Mar Feb 10, 2009 5:43 pm

anthea ha scritto:solamente per chiarire, ti ho scritto io prima, non Armida.
Mi scuso perchè l'ho scritto nell'oggetto (dato che stavo rispondendo al suo intervento) ed è venuto fuori in grassetto, quindi ha tratto in inganno.
Non vorrei che Armida se ne avesse a male, che l'ho messa a restaurar mobili a sua insaputa!! Razz

In effetti, caro Sugge, non è la solitudine in sè che fa male. Però quando si sta male e si è soli, i pensieri distorti sono liberi di invaderti senza alcuna barriera e di creare devastazione. E' un circolo vizioso, più stai da solo e più ti chiudi in te stesso, fino a che poi non ce la fai più ad uscire.

Dato che siamo esseri sociali, non siamo fatti per stare sempre in solitudine. Perciò, è necessario creare e rinforzare i legami e uscire dal bozzolo. Poi ci saranno ugualmente momenti di riflessione importanti, ma mi pare di aver capito che Pavely non ce la fa ad uscire e nello stesso tempo ne ha bisogno.

E' come una farfalla che esce dal suo bozzolo. Una fatica immensa.... si deve trasformare e abbandonare una parte di se, per trovarne un'altra più bella, libera e splendente.

Sii quella farfalla ed esci Pavely. Il mondo ha le sue brutture, ma c'è anche tanto amore e c'è bisogno anche di te.


Hai ragione, Anthea... mannaggia, perdonami.

Smile

Mi hai scritto parole bellissime.

(Grazie).
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  suggestione Mar Feb 10, 2009 9:22 pm

Ciò che ambisco è l'annullamento del bisogno, ma alla fine anch'esso è un bisogno che compenserebbe quelli irrealizzabili.
suggestione
suggestione

Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  fiorellino Mar Feb 10, 2009 11:04 pm

Pavely ha scritto:C'è una poesia molto bella di Edna St.Vincent Millay... Prende il suo nome dal suo primo verso... "E tu chi sei che ti desidero così tanto..."

<<E tu chi sei che ti desidero così tanto
da vegliare ogni notte
almeno quanti sono i giorni
che si rincorrono a piangere per te?

E tu chi sei che se ti non avessi più
rimarrei a sentire il vento
avanzare sui giorni
e a guardare solo una parete?

C'è senz'altro un uomo più bello di te
e ne conosco almeno altri venti anche più gentili,
e allora perché solo tu sei diventato
l'uomo del mio cuore?

Certo, qualche filosofo dirà che il comportamento
delle donne è molto sciocco,
ma potrà lui fare qualcosa per convincermi
ad amare in modo ragionevole e prudente?<<



Io credo che la solitudine nasca da un amore.

L'amore è davvero un mondo sconosciuto... (stò ascoltando in sottofondo i Muse.... Song for Absolution). L'amore non è felicità. L'amore non può essere felicità.

Spesso sposiamo con il cuore e con le emozioni l'amore alla felicità... come se questo sentimento fosse una costa sorpresa da un primo sole bellissimo e pieno di luci e di stelle...

Per capire l'amore, io penso, dobbiamo rinunciare allo strumento della felicità. Dobbiamo fermarci, posare la borsa per terra, chiudere gli occhi e pensare... pensare per un attimo. Dobbiamo allontanarci dal mondo e capire una cosa... l'amore ci insegna la solitudine.

Chi non ama non sà cosa sia la solitudine. Chi non ha mai amato veramente, chi non ha mai veramente parlato, per una notte intera, senza regole, vestito di una libertà immensa e bellissima, con una persona, chi non ha mai vissuto quel momento senza tempo, quel tempo con orizzonti infiniti, in cui nasce l'amore non può sapere cosa significhi rimanere soli.

Perché capisci la solitudine quando hai saputo cosa significhi stare assieme.

Io penso questo: la solitudine nasce quando siamo eccessivamente ragionevoli e prudenti.

La solitudine, la perdita dell'amore, l'assenza dell'amore, nasce quando cerchiamo un nome ai sentimenti... quando cerchiamo di dire la ragione per cui amiamo.

Perché in amore non c'è ragione, in amore non c'è un passato, non c'è un futuro... c'è un solo tempo. Un tempo bellissimo fatto di giardini nella sera, fatto di corse in macchina verso il mare, fatto dei momenti in cui accendi il computer e scopri una mail piena di parole leggere...

Io vorrei dire che sò cos'è la solitudine.

E sò cos'è la solitudine perché ho visto l'amore e non ho avuto il coraggio di viverlo.

E l'amore mi ha davvero dato una lezione amara e vera...

Io sono solo. (In sottofondo ho messo un cd di Jean-Luìs Murat e Morgane...)

Che bello Pavely...sono rimasta senza parole...
fiorellino
fiorellino

Numero di messaggi : 20
Data d'iscrizione : 23.03.08

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty a Pavely

Messaggio  sergio Mer Feb 25, 2009 11:43 am

Ciao Pavely...sei un ragazzo molto romantico davvero.
Penso che tu abbia parlato di una ragazza....mi spiace che non sei riuscito a viverti quell'amore così come avresti voluto.

A parte quando siamo noi a cercare la solitudine, e questo ovviamente non dipende dal nostro star male o meno, ma una persona può decidere di stare con se stessa per riflettere, per decidere, per sentirsi.....il fatto è che quando siamo depressi è la solitudine che cerca noi...e ci trova!!

Tu devi essere un ragazzo, oltre che romantico, molto profondo, senti le cose in maniera diversa rispetto alle altre persone, proprio perché soffri.

Secondo me siamo realmente soli quando niente di ciò che ci circonda ci appartiene, quando non ci sentiamo capiti dagli altri, accettati....
Ecco la vera solitudine: è lei che trova noi e non noi lei.

A mio parere, essendo tu una persona in costante combattimento contro la tua depressione, non può essere altro che vera solitudine la tua.
E mi piacerebbe pensare che davvero, quando sei solo, fai di questa solitudine un modo per stare comunque bene con te stesso, facendo poesia, ascoltando buona musica...ecc.....
Cerca nella tua solitudine un modo per stare bene....fai quello che ti piace fare...!!! :-)

Quella ragazza a mio parere era un tuo appiglio per uscire dalla solitudine....l'unica persona che ti poteva capire e che ti avrebbe aiutato a stare bene.....
Non per fare il Morelli della situazione, ma sai perché probabilmente è finita?
Perché l'amore non deve essere un appiglio, un fonte di salvezza, ma il massimo bene che puoi volere a una persona....

E devo dire che io vedo l'amore esattamente come ho detto che non dovrebbe essere....come te probabilmente...

Mi spiace che stai male......reagisci più che puoi...il tempo sana tutte le ferite se vuoi...
Abbi la pazienza di aspettare.....quando riuscirai a stare bene arriveranno di conseguenza tutte le cose che hai sempre sognato......
Aspetta.....e vedrai....
Un abbraccio.......

sergio

Numero di messaggi : 4
Data d'iscrizione : 24.02.09
Località : lissone

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  lunatica Ven Mar 06, 2009 12:50 pm

sugge ha scritto:Ciò che ambisco è l'annullamento del bisogno, ma alla fine anch'esso è un bisogno che compenserebbe quelli irrealizzabili.

E'ciò che vorrei anch'io,anche se come dici anche questo è un bisogno.

Sicuramente il tuo avvicinarti alle filosofie orientali è un buon percorso.
lunatica
lunatica

Numero di messaggi : 925
Data d'iscrizione : 29.01.09
Località : profondo sud

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  suggestione Ven Mar 06, 2009 6:23 pm

Ho compreso che certi comportamenti conducono alla sofferenza, ma non lo so se centri molto con le filosofie orientali, un tema che ho poco approfondito.

Lo Yoga è una disciplina universale che non ha nulla a che fare con la filosofia orientale, anche se la sua origine proviene da quelle latitudini.
Durante i secoli, le tecniche si sono perfezionate; ogni Yogi ha apportato dei miglioramenti e fatto delle scoperte che poi ha tramandato.

Per essere il più semplice possibile, posso dire che lo Yoga è una ginnastica statica, che con le tecniche respiratorie e della presenza mentale, da armonia, salute, forza, longevità.

La nostra è una società basata sul bisogno, più che sulle comodità.
Se pensi che la maggior parte delle cose che usiamo quotidianamente, non sono necessarie, ma le dobbiamo avere perché i nostri ritmi sono talmente elevati che senza ci troveremmo in enormi difficoltà.
E la macchina, il cellulare, il telefono, il pc, il bancomat, la carta di credito, il motorino, i vari macchinari medici, pentole e piatti di ogni tipo per ogni occasione, 20 paia di scarpe, 10 giubbotti, 10 giacche , 8 tute, tre tipi di spazzolini, quattro tipi di coperte, lenzuola 200 calzini che non si sa mai, per non parlare delle mutande etc etc etc.

La mia gatta, non ha nulla e sta benissimo ed è felice, perché non posso essere come lei?
suggestione
suggestione

Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Viola Ven Mar 06, 2009 8:53 pm

perché non posso essere come lei?

Perchè non sei un gatto. Quello che mi chiedo invece io, quando guardo i miei gatti è: Loro sono gatti e fanno i gatti....L'uomo che cosa deve essere/fare per essere uomo? L'uomo s'è perso qualcosa, tra la facoltà di pensare/scegliere e le paia di calzini. scratch
Viola
Viola

Numero di messaggi : 432
Data d'iscrizione : 20.01.08
Età : 60
Località : Roma

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Ven Mar 06, 2009 9:48 pm

sugge ha scritto:Ho compreso che certi comportamenti conducono alla sofferenza, ma non lo so se centri molto con le filosofie orientali, un tema che ho poco approfondito.

Lo Yoga è una disciplina universale che non ha nulla a che fare con la filosofia orientale, anche se la sua origine proviene da quelle latitudini.
Durante i secoli, le tecniche si sono perfezionate; ogni Yogi ha apportato dei miglioramenti e fatto delle scoperte che poi ha tramandato.

Per essere il più semplice possibile, posso dire che lo Yoga è una ginnastica statica, che con le tecniche respiratorie e della presenza mentale, da armonia, salute, forza, longevità.

La nostra è una società basata sul bisogno, più che sulle comodità.
Se pensi che la maggior parte delle cose che usiamo quotidianamente, non sono necessarie, ma le dobbiamo avere perché i nostri ritmi sono talmente elevati che senza ci troveremmo in enormi difficoltà.
E la macchina, il cellulare, il telefono, il pc, il bancomat, la carta di credito, il motorino, i vari macchinari medici, pentole e piatti di ogni tipo per ogni occasione, 20 paia di scarpe, 10 giubbotti, 10 giacche , 8 tute, tre tipi di spazzolini, quattro tipi di coperte, lenzuola 200 calzini che non si sa mai, per non parlare delle mutande etc etc etc.

La mia gatta, non ha nulla e sta benissimo ed è felice, perché non posso essere come lei?




Mi ricordi il pensiero Amish.

In tante cose, Suggestione, mi appari Luterano.
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  suggestione Ven Mar 06, 2009 10:28 pm

Questa poi, non me l'aspettavo!!!!!

Fammi capire meglio Pavely, non ricordo molto del Luteranesimo e non comprendo la similitudine con il mio pensiero.

: Shocked
suggestione
suggestione

Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Ven Mar 06, 2009 10:59 pm

Link a Wikipedia
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Ven Mar 06, 2009 11:06 pm

L'infanzia [modifica]

Un bambino o bambina Amish nasce in una famiglia allargata composta di padre, madre e numerosi fratelli (in media 7 figli per coppia). Hanno molto rilievo affettivo ed educativo, inoltre, i parenti come zii, zie, cugini e naturalmente i nonni: tanto più un Amish è anziano, tanto maggiormente viene rispettato, perché si ritiene saggio e dispensatore di consigli e di punti di vista maturi, che sono fuori della portata dell'inesperienza giovanile. La famiglia esercita un controllo stretto sull'educazione del bambino. La formazione dei giovani è, infatti, solo parzialmente carico della scuola e ben più fortemente dei genitori e degli altri membri della comunità. In famiglia parla dialetto Amish (detto Tedesco della Pennsylvania o Dutch che deriva da 'deutsch', tedesco), mentre apprenderà il Tedesco durante le celebrazioni religiose e l'Inglese (con cui comunicherà con il resto del mondo) sui banchi di scuola.

La comunità Amish è estremamente chiusa e i matrimoni avvengono e sono avvenuti spesso tra persone imparentate tra loro, ragione per cui il nuovo nato rischia alcune malattie genetiche, come il nanismo e numerosi disordini metabolici. Particolarmente alta tra i bambini della comunità l'incidenza di una rarissima malattia, la sindrome di Crigler-Najjar, una condizione genetica che impedisce al fegato di metabolizzare la bilirubina, il pigmento prodotto dalla decomposizione dell'emoglobina contenuta nei globuli rossi che provoca, se non è espulso, l'ittero e l'intossicazione sistemica ed il cui contenuto nel sangue dei bambini appartenenti a questo gruppo sociale raggiunge concentrazioni fino a 150 volte superiori alla norma.

I bambini Amish studiano tutti insieme fino ai 13 anni (8th grade school, l'equivalente della scuola media) sotto la supervisione di un'insegnante Amish in una scuola che ha stanza unica. Cessati gli studi si dedicano ad imparare l'agricoltura e la carpenteria (i maschi) e i lavori di casa e la cura familiare (le femmine).

Nella società Amish è fondamentale l'insegnamento dal più esperto o anziano al più giovane. Questo fattore venne considerato rilevante l'ultima volta che le comunità Amish e il governo degli USA si scontrarono sulla legge che imponeva di mandare i figli a scuola sino ai 18 anni, nel 1972. La richiesta venne considerata incostituzionale perché lesiva della libertà di religione, ragione per cui ai bambini Amish venne accordato il diritto di essere istruiti secondo le tradizioni della loro comunità.

Le insegnanti sono giovani donne nubili della comunità, e usualmente la più anziana insegna la propria esperienza alla più giovane. Test condotti dagli enti governativi hanno comunque mostrato come gli studenti Amish abbiano un livello di scolarizzazione mediamente più alto dei loro coetanei.[senza fonte]

Contestualmente alla scuola le ragazze vengono educate dalle donne di famiglia nei lavori domestici, nella cura dei famigliari e nell'artigianato femminile. I ragazzi imparano il lavoro del padre o degli zii. I ruoli uomo-donna sono tradizionali e ben distinti: le donne lavorano in casa e gli uomini fuori. Tuttavia non è infrequente che le donne nubili lavorino fuori, se la necessità lo impone e gli uomini di casa sono molto partecipi della cura dei ragazzi e di tutti i lavori domestici fisicamente pesanti..

L'adolescenza: Rumspringa [modifica]
Ragazze Amish nel tradizionale costume

Cessata la scuola per molti ragazzi e ragazze comincia il periodo detto di "Rumspringa". Rumspringa significa "correre in giro" e indica il periodo in cui le famiglie allentano il controllo sui figli. Questi si mischiano ai loro coetanei, possono uscire con ragazzi e ragazze, viaggiano, vanno a ballare in jeans, bevono alcolici e possono, volendolo, sperimentare tutto quanto è comune per i loro coetanei non Amish. In tal modo la comunità Amish vuole assicurarsi che la professione di fede che saranno chiamati a fare nel giro di qualche anno sia sincera e consapevole di ciò a cui rinunciano. Di 100 ragazzi e ragazze che vanno Rumspringa (periodo che dura qualche anno), "tornano a casa" circa 80-90, pronti per unirsi alla comunità e sposarne le regole severe.

La famiglia è il fondamento della comunità e la tela su cui l'individuo Amish dipinge il ritratto della sua vita. Cercarsi un partner è di capitale importanza e i giovani cominciano a farlo verso i 16 anni, per arrivare alle nozze verso i 20 anni.

Una domenica su due la famiglia assiste alla celebrazione, che consta di letture della Bibbia, canti, sermoni e preghiera comunitaria. La celebrazione avviene rigorosamente in casa di uno o dell'altro, poiché come si è detto, la chiesa Amish non ha chiese in quanto edifici. La celebrazione è un momento cardine della socializzazione perché facilmente termina con un rinfresco offerto dai padroni di casa. L'altra domenica si fanno visita a vicenda andando a trovare parenti ed amici che officiano la celebrazione nel loro distretto: rinsaldano così i legami della comunità e danno ai ragazzi possibilità di conoscersi.

Altre occasioni di socializzare sono i picnic, le aste, i raccolti, la costruzione di case per altri sposi, e le serate cantanti: gli Amish non ballano e non suonano strumenti, ma amano cantare in coro sia inni religiosi, sia canzoni "laiche". Le serate cantanti sono rivolte ai giovani e pensate per farli frequentare e conoscere: molte giovani coppie nascono così. Le giovani donne hanno molta voce in capitolo sulla scelta dello sposo, che non viene imposto dai genitori, e hanno possibilità di frequentarlo da sole: se appartarsi in una stanza chiusa resta fuori discussione, passeggiate da soli, chiacchiere e viaggi a due per andare a cantare sono assolutamente leciti e frequenti.

L'età adulta: il battesimo e l'entrata nella comunità [modifica]

È giunto il tempo di entrare ufficialmente a fare parte della comunità e assumersene la responsabilità: i giovani possono ricevere il battesimo e entrare ufficialmente nella chiesa.

Questo implica frequentare un corso, una sorta di catechismo, dove si studia la Confessione di Fede di Dordrecht del 1632.

Al termine la comunità valuta se accogliere il nuovo arrivato come fratello o sorella. Se la risposta è positiva, il battesimo avviene un paio di domeniche prima della comunione d'autunno. In questa occasione i battezzandi incontrano il capo della chiesa e gli viene ulteriormente ricordato che l'impegno che prenderanno è verso Dio, verso la comunità e dura tutta la vita. Gli viene data la possibilità di rinunciare e, anche se molto raramente, qualcuno lo fa. Se il candidato accetta, inizia la celebrazione vera e propria. Se il candidato rifiuta viene bandito dalla comunità ed ai suoi parenti è vietato aver rapporti col congiunto.

Ai ragazzi viene chiesto di inginocchiarsi, gli viene ricordata la promessa che fanno e gli vengono poste domande sulla loro fede e sul loro desiderio di unirsi alla chiesa.

Completata la promessa il Vescovo alza la testa del ragazzo, un diacono gli riempie le mani d'acqua e il Vescovo la versa sul capo del candidato tre volte: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Vescovo prosegue dicendo in dialetto Amish "Nel nome del Signore e della chiesa, noi estendiamo a voi la fratellanza. Alzatevi e siate membri fedeli della chiesa" I ragazzi sono accolti calorosamente con il Bacio Santo, che le ragazze ricevono dalla moglie del Decano. Il rito è semplice, ma emozionale e la promessa è cosa estremamente seria poiché se rotta, porta al bando dalla comunità.

Il matrimonio [modifica]
Famiglia Amish al ritorno dalla funzione domenicale

Una volta battezzati i ragazzi che desiderano sposarsi annunceranno, solitamente in estate, la loro intenzione e il nome dello sposo o sposa scelto.

Passata la faticosa stagione del raccolto, quando la comunità ha tempo da dedicare a questo gesto così importante, i due giovani vengono "pubblicati" come promessi sposi nel corso di una celebrazione domenicale.

Le donne di famiglia preparano il banchetto per i parenti e per la comunità (il che viene a dire per 200 o anche 400 persone) e le giovani si sposano con un vestito semplice e privo di pizzi solitamente blu, celeste o viola.

Questo vestito verrà indossato alla messa della domenica e, sperabilmente molti anni dopo, verrà usato per il loro funerale. Nessuna donna Amish porta fiori alle nozze, che avvengono solitamente di mercoledì o giovedì: così si può rimettere a posto casa senza lavorare Domenica, giorno che il Signore ha comandato di riposo. La comunità tutta è testimone, per cui non vi sono testimoni di "rilievo" o damigelle d'onore.

La giovane coppia vivrà con i genitori di lei sino alla primavera, quando la comunità si muoverà per aiutarli a costruire la loro fattoria. La nuova casa sarà, come è facile immaginare, semplice e in certa misura spoglia, con gli oggetti strettamente necessari e senza ninnoli o soprammobili inutili e vistosi. Larga parte della vita campestre, dopotutto, si svolge fuori di casa: nei campi, nelle botteghe artigiane e nei rari negozi.

Il lavoro [modifica]

La giovane coppia lavora facilmente come i propri genitori, dato che ha appreso il mestiere da loro. Gli Amish sono contadini specializzati in coltivazioni particolari (come i peperoncini), abili artigiani ed allevatori di cani e di cavalli. Le donne sono famose per i quilt (coperte trapuntate e ricamate, fatte di pezzi differenti di stoffe diverse) tradizionali che cuciono a mano, da sole o con le amiche.

Per vendere i prodotti del loro lavoro tendono a relazionarsi con pochi intermediari di cui si fidano, spesso Mennoniti, che possono avere grandi negozi, supermercati, vendita on-line e accettare carte di credito. Tutte attività impossibili ad una comunità che rifiuta l'elettricità, la televisione e guarda con forte sospetto anche la fotografia. Tuttavia alcuni Amish hanno piccoli negozi a conduzione familiare dove vendono direttamente ai turisti i loro prodotti. In parte guadagnano anche grazie al turismo, con cui hanno un rapporto problematico: da un lato ne guadagnano, dall'altro si trovano esposti a curiosità e valori estranei e di disturbo.

I contrasti [modifica]
Carretto Amish condivide la strada con il traffico

Il mondo degli Amish non è il paradiso, naturalmente, e le dispute e attriti non mancano né sono mancati. Esistono, di conseguenza, diversi gruppi Amish, che interpretano più o meno severamente l'Ordnung o che sono più o meno vicini ai loro cugini Mennoniti, più moderni e liberali.

Se un Amish rifiuta le regole della comunità possono verificarsi due possibilità: se è giovane e non ha fatto professione di fede, i legami familiari reggono, perché il ragazzo o ragazza non ha fatto alcuna promessa formale e il suo atto può dare dolore, ma non manca verso la comunità. Virtualmente può tornare quando vuole e riprendere la sua vita dove l'aveva lasciata: la comunità è tenuta ad accoglierlo.

Se ad andarsene è un adulto, la faccenda si complica. Se ritorna entro breve tempo la frattura può ricomporsi e i legami familiari si mantengono. Se non torna viene bandito, i rapporti si sospendono e verrà per sempre considerato un estraneo. Pochi prendono questa decisione. Ancora meno tengono comportamenti che possono obbligare la comunità a respingerli e bandirli.

La comunità Amish, per quanto differente, dimostra di avere prodotto un modello di vita solido e, se necessario, adattabile: la popolazione Amish è triplicata negli ultimi 50 anni. Gli Amish sono presenti in 24 stati circa con una popolazione di circa 150.000 individui. Al ritmo di crescita delle famiglie, si ritiene che essa raddoppi ogni 20 anni circa.
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  suggestione Sab Mar 07, 2009 5:56 am

Forse, ma non è il mio ideale di comunità.

Quello che mi auspico per la nostra società è una riconversione che ci traghetti verso una comunità aperta, liberale e coscienziosa, che attui politiche necessarie allo sviluppo e al risparmio delle risorse, no allo spreco.
suggestione
suggestione

Numero di messaggi : 835
Data d'iscrizione : 08.01.08
Età : 55
Località : nessuna

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Pavely Sab Mar 07, 2009 9:27 am

Beh... mi ricordo quando, due anni fà, per una volta ti vidi in cam.

Sai che impressione ebbi Sugge?

Di avere davanti un uomo dell'Ottocento.

Un uomo che poté vedere i grandi boschi incontaminati della costa veneziana, letterato, amante della natura, elegante, con una grande interiorità (alla Rainer Maria Rilke)...
Pavely
Pavely

Numero di messaggi : 952
Data d'iscrizione : 02.04.08
Età : 47
Località : Roma

http://storiadipavely.blogspot.com/

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Viola Sab Mar 07, 2009 9:57 pm

Beh... mi ricordo quando, due anni fà, per una volta ti vidi in cam.

Sai che impressione ebbi Sugge?

Di avere davanti un uomo dell'Ottocento.

Un uomo che poté vedere i grandi boschi incontaminati della costa veneziana, letterato, amante della natura, elegante, con una grande interiorità (alla Rainer Maria Rilke)...

Si è vero è molto più Rainer Maria Rilke, il nostro caro Sugge!!!
Viola
Viola

Numero di messaggi : 432
Data d'iscrizione : 20.01.08
Età : 60
Località : Roma

Torna in alto Andare in basso

La solitudine... Empty Re: La solitudine...

Messaggio  Contenuto sponsorizzato


Contenuto sponsorizzato


Torna in alto Andare in basso

Pagina 1 di 2 1, 2  Successivo

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.