vergogna insuperabile

Testapazza ha scritto: Ma tu cosa faresti al posto mio? Cercheresti di migliorarti nella direzione che vuole la societá oppure ti lasceresti andare alle tue passioni tipo manga, pupazzi, vestiti strani ecc? È una decisione difficile. Tu cosa faresti? Una volta per tutte, intendo.

questo mi interessa molto: testapazza, ma tu percepisci una forte pressione della società per impedirti di coltivare la passione per manga, pupazzi e vestiti strani? (pressione sociale: non intendo le osservazioni dei tuoi genitori)

canterel II ha scritto:

Testapazza ha scritto: Ma tu cosa faresti al posto mio? Cercheresti di migliorarti nella direzione che vuole la societá oppure ti lasceresti andare alle tue passioni tipo manga, pupazzi, vestiti strani ecc? È una decisione difficile. Tu cosa faresti? Una volta per tutte, intendo.

questo mi interessa molto: testapazza, ma tu percepisci una forte pressione della società per impedirti di coltivare la passione per manga, pupazzi e vestiti strani? (pressione sociale: non intendo le osservazioni dei tuoi genitori)

Si, vorrei tracciare una volta per tutte il confine ma ho paura di finire male. Quindi, come dicevo una volta, sono un pò uno storpio incastratato in una via di mezzo. Un giorno mi sveglio e sono il pazzo sicuro di sè immerso nelle sue passioni. Il giorno dopo mi guardo allo specchio e dico ''Cosa sto facendo? Sono ridicolo.'' e mi vesto (e comporto) normalmente. Il giorno dopo ancora di nuovo daccapo. Questo mi logora e fa soffrire molto. Sono sempre insoddisfatto e deluso da me stesso. Sono deluso quando cerco di fare la persona normale perchè sono normale e sono deluso quando non sono normale perchè non sono normale.

Testapazza ha scritto:

canterel II ha scritto:questo mi interessa molto: testapazza, ma tu percepisci una forte pressione della società per impedirti di coltivare la passione per manga, pupazzi e vestiti strani? (pressione sociale: non intendo le osservazioni dei tuoi genitori)

Si, vorrei tracciare una volta per tutte il confine ma ho paura di finire male. Quindi, come dicevo una volta, sono un pò uno storpio incastratato in una via di mezzo. Un giorno mi sveglio e sono il pazzo sicuro di sè immerso nelle sue passioni. Il giorno dopo mi guardo allo specchio e dico ''Cosa sto facendo? Sono ridicolo.'' e mi vesto (e comporto) normalmente. Il giorno dopo ancora di nuovo daccapo. Questo mi logora e fa soffrire molto. Sono sempre insoddisfatto e deluso da me stesso. Sono deluso quando cerco di fare la persona normale perchè sono normale e sono deluso quando non sono normale perchè non sono normale.

ma non metto in discussione che tu ti senta sotto pressione, però in questa risposta la fonte del disagio sembra interiorizzata, parli di te e della tua paura: non trovo i riferimenti alla società.
ora, è anche vero che in italia ci sono sacche di arretratezza (popolazione mediamente anziana, digital divide etc) che convivono con le culture più attuali. però, leggendoti, io non riesco a vedere in ciò che desideri nulla di anormale o di anticonformista rispetto alle tendenze fondamentali del mercato: la felicità dipende concretamente dal consumo, dal feticismo, da accessori atti a costruire un'immagine originale che distingua la tua persona. direi che manifesti i segni di una buona socializzazione ai valori che un bravo cittadino dovrebbe coltivare: non ti presenti come una testa calda che si impiccia nei movimenti politici, non sembri professare un credo religioso, le tue preferenze supportano il mercato globale e contribuiscono ad alzare la domanda di beni voluttuari di esportazione. ti preme restare aggiornato sui gadget tecnologici, e se con poco sforzo ti mettessi anche a pistolare con qualche software di elaborazione delle immagini e cominciassi a condividere video, fotografie, fumetti e carte collezionabili, incarneresti il modello del prosumer e guadagneresti definitivamente l'aureola.
in un altro thread Sussurro ha citato la categoria degli otaku. a me vengono in mente anche i cosplayer. ecco, prendi la società giapponese, ad esempio, visto che parli di kimono: lì trovi la massima espressione di due aspetti della vita che, mi sembra, tu opponi come reciprocamente antagonisti e invece a me sembrano molto integrati. lavorare per accedere ad un mercato di consumi voluttuari personalizzati. in giappone trovi la più esplicita manifestazione della solidarietà tra il ceto impiegatizio e la più militaresca cultura aziendale, da una parte, e la più sfrenata possibilità di realizzare il tipo di feticismo che tu professi, dall'altra: costumi di carnevale, occasioni sociali rigidamente definite in forme rituali e molto specializzate che sostanzialmente trasformano il contatto in una rutilante mise en scene.

canterel II ha scritto:

Testapazza ha scritto:

canterel II ha scritto:questo mi interessa molto: testapazza, ma tu percepisci una forte pressione della società per impedirti di coltivare la passione per manga, pupazzi e vestiti strani? (pressione sociale: non intendo le osservazioni dei tuoi genitori)

Si, vorrei tracciare una volta per tutte il confine ma ho paura di finire male. Quindi, come dicevo una volta, sono un pò uno storpio incastratato in una via di mezzo. Un giorno mi sveglio e sono il pazzo sicuro di sè immerso nelle sue passioni. Il giorno dopo mi guardo allo specchio e dico ''Cosa sto facendo? Sono ridicolo.'' e mi vesto (e comporto) normalmente. Il giorno dopo ancora di nuovo daccapo. Questo mi logora e fa soffrire molto. Sono sempre insoddisfatto e deluso da me stesso. Sono deluso quando cerco di fare la persona normale perchè sono normale e sono deluso quando non sono normale perchè non sono normale.

ma non metto in discussione che tu ti senta sotto pressione, però in questa risposta la fonte del disagio sembra interiorizzata, parli di te e della tua paura: non trovo i riferimenti alla società.
ora, è anche vero che in italia ci sono sacche di arretratezza (popolazione mediamente anziana, digital divide etc) che convivono con le culture più attuali. però, leggendoti, io non riesco a vedere in ciò che desideri nulla di anormale o di anticonformista rispetto alle tendenze fondamentali del mercato: la felicità dipende concretamente dal consumo, dal feticismo, da accessori atti a costruire un'immagine originale che distingua la tua persona. direi che manifesti i segni di una buona socializzazione ai valori che un bravo cittadino dovrebbe coltivare: non ti presenti come una testa calda che si impiccia nei movimenti politici, non sembri professare un credo religioso, le tue preferenze supportano il mercato globale e contribuiscono ad alzare la domanda di beni voluttuari di esportazione. ti preme restare aggiornato sui gadget tecnologici, e se con poco sforzo ti mettessi anche a pistolare con qualche software di elaborazione delle immagini e cominciassi a condividere video, fotografie, fumetti e carte collezionabili, incarneresti il modello del prosumer e guadagneresti definitivamente l'aureola.
in un altro thread Sussurro ha citato la categoria degli otaku. a me vengono in mente anche i cosplayer. ecco, prendi la società giapponese, ad esempio, visto che parli di kimono: lì trovi la massima espressione di due aspetti della vita che, mi sembra, tu opponi come reciprocamente antagonisti e invece a me sembrano molto integrati. lavorare per accedere ad un mercato di consumi voluttuari personalizzati. in giappone trovi la più esplicita manifestazione della solidarietà tra il ceto impiegatizio e la più militaresca cultura aziendale, da una parte, e la più sfrenata possibilità di realizzare il tipo di feticismo che tu professi, dall'altra: costumi di carnevale, occasioni sociali rigidamente definite in forme rituali e molto specializzate che sostanzialmente riducono il contatto ad una rutilante mise en scene.

Il mercato ha diverse fette di pubblico. Da una parte c'è quella che descrivi tu e che pensi che io ne faccia parte ma non è così e dall'altra il pubblico di lusso figa-auto-soldi-locali. Tutte quante sono espressioni del più becero capitalismo. Tra le due, preferisco ovviamente la prima. Tra le due, vengo accettato ovviamente nella prima. Voglio fare parte di una societá capitalista? Ovviamente si, ci vivo. Faccio parte di una societá capitalista? Purtroppo no. Perchè? Perchè mi vedo inadeguato. Quando hai notato di essere accettabile ed accettato almeno dalla prima categoria che hai descritto? Quando mi sono fatto crescere i capelli. Perchè? Perchè evidentemente mi rendono un personaggio, una specie di manga. Qual'è il motivo per cui ti dichiari, a torto o a ragione, depresso? Perchè non ho successo con l'altro sesso e perchè sono letteralmente solo e non esco di casa da anni. Perchè non hai successo con l'altro sesso? Perchè l'altro sesso fa parte della categoria due o ci aspira. Esistono donne nella categoria 1? No, solo ragazze adolescenti. Pensi di avere una buona socializzazione? Assolutamente no, sono timido a livello patologici, forse ho la sindrome di Asperger.

Testapazza ha scritto:Il mercato ha diverse fette di pubblico. Da una parte c'è quella che descrivi tu e che pensi che io ne faccia parte ma non è così e dall'altra il pubblico di lusso figa-auto-soldi-locali. (...) Tra le due, preferisco ovviamente la prima. Tra le due, vengo accettato ovviamente nella prima. (...) Perchè non hai successo con l'altro sesso? Perchè l'altro sesso fa parte della categoria due o ci aspira. Esistono donne nella categoria 1? No, solo ragazze adolescenti.  

in quanto membro del tuo sesso ci tengo una volta per tutte, e non solo per rispondere a te, ad esprimere tutta la mia incapacità di comprendere come questo tipo di idea sessista possa continuare a diffondersi contro l'evidenza reale.
purtroppo anche su questo forum, per il lusco o per il brusco diversi utenti finiscono per esprimere con circonlocuzioni più o meno delicate il concetto per cui la femmina sotto sotto è un po' mignotta e il maschio è minchione. non so se sia un retaggio culturale del folclore mediterraneo, ma non è proprio il genere di argomento che mi spinge a solidarizzare con i titolari di scroto miei simili.

Comunque i miei genitori non fanno ''osservazioni''. I miei genitori ripetono continuamente che devo morire, devo mettermi un cappio al collo, devo suicidarmi, sono inutile, una nullitá e tanti altri insulti. Prima venivo pure picchiato, ora hanno smesso.

@ Testapazza E tutto questo non ti suggerisce altre strade che non siano solo quella del puntare sulla stravaganza dell'abbigliamento -comportamento e sul disprezzo degli altri? Posso permettermi di dirti che tutte le tue teorizzazioni nascondono un vuoto di percezioni emotive positive,senza le quali si continua ad annaspare nella sofferenza ad oltranza?
Il termine ALLEANZA ti fa sentire qualcosa dentro?

https://youtu.be/capkEk2oVws

elisabetta5656 ha scritto:   @ Testapazza     E tutto questo non ti suggerisce altre strade che non siano solo quella del puntare sulla stravaganza dell'abbigliamento -comportamento e sul disprezzo degli altri? Posso permettermi di dirti che tutte le tue teorizzazioni nascondono un vuoto di percezioni emotive positive,senza le quali si continua ad annaspare nella sofferenza ad oltranza?
Il termine ALLEANZA ti fa sentire qualcosa dentro?

https://youtu.be/capkEk2oVws

Ma quali altre strade, scusa? La strada dell'essere rifiutato e deriso continuamente dalle donne? Oppure quella di prendere la patente ed andare a lavorare, scomparendo del tutto? O quella di andare al bar ad annoiarmi e farmi sfottere elemosinando amicizia da persone che non hanno niente in comune con me?

dovrei trovare un bravo psicologo che si capace di farmi riflettere ma è un impresa,quelli da cui sono andato li ho trovati più superficiali di me,penso facessero quel lavoro solo per guadagno...e così penso che in quel settore ci sia un enorme lucro e tantissimi ciarlatani...ma chi glielo fa fare alla gente di ascoltare i problemi degli altri se non perchè sai che si guadagna bene...

[quote="Testapazza"]

elisabetta5656 ha scritto: Oppure quella di prendere la patente ed andare a lavorare, scomparendo del tutto?

Beh, però un lavoro e annesso stipendio, ti permetterebbe di essere autonomo e svincolarti dalla tua famiglia.
Avresti forse meno denaro in tasca o cmq la parte prevalente sarebbe impegnata per ragioni di sussistenza, però forse vivresti meglio se in casa tua vivi così male.

Cosa intendi poi per "scomparire"? Un lavoro può significare tante cose, mi suona strano che lo si associ alla scomparsa.

markin85 ha scritto:dovrei trovare un bravo psicologo che si capace di farmi riflettere ma è un impresa,quelli da cui sono andato li ho trovati più superficiali di me,penso facessero quel lavoro solo per guadagno...e così penso che in quel settore ci sia un enorme lucro e tantissimi ciarlatani...ma chi glielo fa fare alla gente di ascoltare i problemi degli altri se non perchè sai che si guadagna bene...

per riflettere ti puoi rivolgere alla religione. ho trovato qualche bello scritto qui: http://www.pasravmiser.it/web2/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=2&Itemid=123&lang=it