Depressione è una vergogna?

Ciao a tutti. Volevo fare un piccolo sondaggio. Voi riuscite a parlare della vostra malattia? Non dico al compagno/a o genitori, ma alle persone di "media confidenza". Ad esempio ai miei padroni di casa ho deto che ho "dei problemi di salute" alludendo a qualcosa legato al mal di pancia che avevo avuto tempo fa. Ieri però ho incontrato un'amica con cui non sono molto in confidenza e ho provato a buttarla lì, e oltre a dire "ho dei problemi di salute" ho aggiunto che soffro di depressione.
Sono sempre stata restìa a parlarne perché penso che la maggior parte della gente non capisce, pensa che la depressione sia solo "una giornata no", e detesto quando mi dicono cose tipo, come appunto la mia amica ha detto "beh tutti abbiamo dei momenti difficili". Oppure temo che la gente mi guardi in modo diverso, che mi giudichi.
Quindi preferisco dire che ho un problema di salute, e proibisco anche ai miei cari di parlarne con altri.
Voi come vi comportate?

No no no no
Chi ti ama, a stento, capisce e soffre con te...
Gli altri lasciali stare... Chi ha la sensibilità giusta e ti è vicino capirà in silenzio

Alle persone di "media confidenza"  io cerco di nasconde la mia situazione.... come dici tu, non capirebbero e penserebbero che la depressione sia un po di malinconia come capita a loro, guardando da una finestra in una giornata piovosa
Nasconderlo pero non è facile
Pero non vorrei fare di tutte le erbe un fascio, come si dice, perche in mezzo a queste persone di media confidenza ci possono essere persone che magari anno, o anno avuto a loro volta di questi problemi, o magari anno aiutato o seguito altri amici loro, con questi problemi e forse magari potrebbero capire benissimo la situazione

roberto66 ha scritto: in mezzo a queste persone di media confidenza ci possono essere persone che magari anno, o anno avuto a loro volta di questi problemi, o magari anno aiutato o seguito altri amici loro, con questi problemi

È vero...
Io però penso che queste persone, seppur sempre impotenti, capirebbero... senza dover mostrare loro l'intero nostro disagio...

Ovvio Stefi che non dobbiamo buttarci ai piedi ad invocare aiuto o esternare il nostro disagio a persone quasi estranee
Proviamo ad avvicinarci conoscere meglio le persone, sò, almeno per me, che non è facile, essendo molto chiuso in me stesso
Ma credo.. e so che ingiro ci sono persone, che sottovalutano questa malattia e altri che la conoscono o non la sottovalutano affatto, e a prima vista sono del tutto uguali, finchè non si conoscono bene gli uni e gli altri

Io in genere ne parlo.
Con tutti gli amici sicuramente e anche con qualcuno con cui ho a che fare per lavoro (almeno per spiegare certi cali di certi periodi), ma in questo caso solo se si tratta di persone che conosco molto bene.
Però se ho periodi in cui sono più in difficoltà a gestire ordini e lavori, preferisco spiegare la motivazione reale e finora non mi è mai capitato che mi si rivoltasse contro.

Effettivamente alcune persone sottovalutano, in linea di massima perché non conoscono il problema, ma mi è capitato spesso di sentirmi chiedere scusa a distanza di qualche anno perché magari sono venuti più direttamente a contatto con il problema. O hanno iniziato ad affrontare problemi che prima negavano di avere.
In generale credo che visto che si tratta di problematiche estremamente diffuse la cosa migliore sia parlarne, sia per me (così non devo inventare storie per giustificare comportamenti che altrimenti sembrerebbero incomprensibili), sia per gli altri, perché in realtà questo tipo di problematiche possono anche avvicinare.

Non molto tempo fa una mia amica recente, mi ha ad esempio accennato a suoi momenti depressivi, durante i quali si ritira in se stessa e non si fa vedere da nessuno. Da una parte questo è stato possibile perché io le avevo parlato apertamente dai miei. L'altro aspetto è che pur essendo una persona interessante e intelligente ha qualche difficoltà relazionale perché passa per scostante, dal momento che non spiega nulla, ma si limita a sparire. A lei stessa credo converebbe fidarsi un po' di più e parlarne (almeno per spiegare), per coltivare un po' meglio le proprie relazioni.

merla ha scritto:
Non molto tempo fa una mia amica recente, mi ha ad esempio accennato a suoi momenti depressivi, durante i quali si ritira in se stessa e non si fa vedere da nessuno. Da una parte questo è stato possibile perché io le avevo parlato apertamente dai miei. L'altro aspetto è che pur essendo una persona interessante e intelligente ha qualche difficoltà relazionale perché passa per scostante, dal momento che non spiega nulla, ma si limita a sparire. A lei stessa credo converebbe fidarsi un po' di più e parlarne (almeno per spiegare), per coltivare un po' meglio le proprie relazioni.

Ecco infatti il punto. Inoltre io sono una che ha imparato negli anni a nascondere benissimo i miei problemi (nemmeno i miei genitori a volte se ne accorgono, se non voglio farlo trasparire), per cui magari passo da stro*** egoista. Oppure se dico "ho lasciato il lavoro perché avevo problemi di salute" qualcuno potrebbe pensare che, visto che ho tutte e 4 le braccia attaccate, non mi esce bile dalla bocca e sostanzialmente non mi lamento mai, sono tutte scuse o invenzioni. Però a volte preferisco pensino che io inventi, piuttosto che mostrare quello che io ritengo il mio tallone d'achille. Se io ammettessi le mie problematiche e poi venissi giudicata o snobbata o ridicolizzata per questo, mi farebbe più male che non essere sospettata di fingere.

Non so, forse sei tu stessa che ti giudichi un po'.

TI dico, al di là del crollo che ho avuto anni fa, riflettendoci adesso io mi rendo di aver avuto da sempre certe difficoltà in certi ambiti della vita. Semplicemente mi sono sempre rifiutata di vederli e quindi, non so, mi giudicavo ad esempio come disordinata, scostante, disorganizzata o altri difetti e me ne facevo una colpa.
Iniziando a curarmi e lavorandoci sopra (e non dico che sia una passeggiata, né una roba veloce) mi sono resa conto che alcuni di quelli che ritenevo difetti in realtà erano mie particolari difficoltà. Adesso mi viene in mente la questione dell'organizzazione degli impegni o dello star dietro alla casa, che sono cose che per me sono particolarmente difficili.

Finché ho vissuto certi aspetti di me come difetti da correggere, mi son sentita in colpa e ho sempre cercato di mascherare la mia difficoltà (tra l'altro senza un grande successo ...). Invece accettarli come difficoltà (e poi insomma ci saranno altri aspetti che invece mi vengono straordinariamente bene) mi mette anche più facilmente in condizione di condividerli.
Il fatto è che però finché non sono riuscita ad accettarli io, ho vissuto male anche eventuali commenti o esortazioni.
Adesso che accetto un po' di più certi punti di vista, riesco meglio a distinguere quelle che sono esortazioni o commenti costruttivi da critiche superficiali e in genere mi scivolano addosso. Se ci tengo in particolar modo al rapporto personale, riesco anche a spiegare che certe cose mi feriscono perché evidentemente PER ME non sono così semplici.

E in linea di massima ottengo buoni feedback...

A mio parere la vergogna è strettamente legata alla propria identità sociale. Nel contesto in cui vivo ricevo messaggi che mi consigliano di fornire omissioni, nel caso mentire (mentire al fine di non scombussolare il mio equilibrio), o limitarmi a un'espressione corporea che, nelle sue chiusure, parla oltre le mie parole. Una cerchia di amici più intimi sa che sono depresso, ma lo stesso, non è tema di cui mi piace parlare.
Bisogna fornire troppe spiegazioni, e francamente, non mi sento ancora pronto a gestirle di fronte a un estraneo, come un datore di lavoro o un conoscente. Ci sono certamente approcci più responsabili e coraggiosi, come quello di merla, ma nel mio mi sento mosso, oggi, da molta cautela, domani chissà.

PS: Per inciso io ho il vantaggio di essere libera professionista e pertanto di potermi scegliere i colleghi e in periodi di crisi non eccessiva ed entro certi limiti anche i clienti. Sicuramente questo mi ha aiutato.
Oltre a questo ci sono stata in certo senso costretta perché in determinate situazioni mancate consegne o ritardi o interruzioni dell'attività erano spiegabili soltanto dicendo le cose come stavano.

Grazie Merla i tuoi interventi sono sempre molto costruttivi, mi danno molti spunti di riflessione.
Il mio ostacolo di sempre è l'accettazione. Accettazione del mio corpo, accettazione dei difetti, accettazione della malattia, ecc. Voglio lavorarci su.
Grazie!

Personalmente Penso solo che non è bello essere etichettato come un depresso perché l'ignoranza della gente su questa malattia gli fa dire che la persona depressa è solamente una persona instabile e non affidabile a vita, quindi faccio in modo che lo sappiano solo le persone veramente importanti per me è che mi stanno intorno.

Ho pochi amici... Ma nessuno sa niente...
Continuo a fingere e probabilmente li allontanerò...
Ma non capirebbero...
A stento il mio compagno, mia figlia, alcuni fra i miei parenti stanno cercando di starmi vicino...
Spesso mi sento dire " non capisco ma sono con te"... :-(
Il resto va lasciato fuori...
È ignoranza... Hai ragione sfinito... Ma questa è una di quelle cose che non puoi imparare se non la vivi personalmente...
Inutile mostrarla alla "gente"

Io sono abbastanza easy su questa cosa, ohibò non è che sventolo la bandiera in alto. Ma mi è capitato di parlare con persone che conosco poco, ovviamente per caso, ma quando mi racconto ho sempre avuto riscontri positivi. Purtroppo viviamo in un mondo dove tutto quello che è fuori dal,normale viene vissuto nella paura e vergogna...ma vergognarsi de chè? Per avere una sensibilità maggiore degli altri? Per soffrire di una malattia che (più o meno) colpisce un'italianosu 3?

Vergogna forse no... Anche perché non è colpa nostra...
Non so se per voi è lo stesso ma a volte parlare di questa malattia con persone che non comprendono appieno i miei stati d'animo fa solo aumentare parecchio il senso di solitudine che mi accompagna quotidianamente
:-(

Stefi ha scritto:Vergogna forse no... Anche perché non è colpa nostra...
Non so se per voi è lo stesso ma a volte parlare di questa malattia con persone che non comprendono appieno i miei stati d'animo fa solo aumentare parecchio il senso di solitudine che mi accompagna quotidianamente
:-(

Sì purtroppo è così. Quando ti guardano con quell'espressione che è un misto tra "ma di che stai parlando" e "embhé?". O quando ti dicono cose tipo "eh si tutti abbiamo momenti tristi" o addirittura "ti devono arrivare le tue cose?" (giuro che mi hanno detto pure questo, ovviamente un uomo, che tutto quello che non capisce lo butta nella sezione "sindrome premestruale").
In tutti questi casi mi sento ancora peggio. Incompresa, sola, disperata e spesso anche incazzata!

Si infatti stefi.. Io preferisco parlarne semmai con qualcuno che anche se in minima parte ha vissuto un qualche tipo di "melanconia" perlomeno ti puoi anche confrontare un pò.. Però non e stato sempre così per me, pensare che un periodo dopo la prima volta solo che ci ero caduto però è ne ero uscito riuscivo anche a scherzarci con gli altri sullo stato che avevo vissuto.. Forse proprio per il fatto che non pensavo proprio poi di ricaderci più volte 😓

Proprio ieri una persona mi ha detto "sono completamente demotivato sul lavoro, mi stanco facilmente, forse sono un pò depresso" e io un pò ci ho goduto, in questo specifico caso mi sono sentito come il cinese che aspettava da anni sulla riva del fiume, e alla fine il cadavere passa davvero. Ma poi ho pensato che non era vero, che di questa persona non mi fido proprio per niente, che mi sta prendendo in giro, che è una tecnica per farsi commiserare, per non occuparsi dei veri grandi problemi (la famiglia...) di cui non ha voglia di occuparsi, per continuare a fare i propri interessi senza rinunciare a niente, fuorchè all'onore che per me invece è tutto. Una vile fuga, una vile menzogna, un assolversi dalla propria ignavia, un definirsi depressi quando non lo si è, per togliere agli altri ogni possibilità di critica.
Io non mi definisco mai depresso, e magari tecnicamnete non lo sono anche se ne presento molti sintomi, ma dico spesso che le cose vanno male, e che non sto per niente bene, se qualcuno me lo chiede con interesse.apparentemente vero. Se dire che si è depressi, e lo si è davvero, ci fa sentire meglio, per chè non dirlo? Ma perchè dirlo, se nessuno ce lo chiede?

mazzonrocky ha scritto:Proprio ieri una persona mi ha detto "sono completamente demotivato sul lavoro, mi stanco facilmente, forse sono un pò depresso" e io un pò ci ho goduto, in questo specifico caso mi sono sentito come il cinese che aspettava da anni sulla riva del fiume, e alla fine il cadavere passa davvero. Ma poi ho pensato che non era vero, che di questa persona non mi fido proprio per niente, che mi sta prendendo in giro, che è una tecnica per farsi commiserare, per non occuparsi dei veri grandi problemi (la famiglia...) di cui non ha voglia di occuparsi, per continuare a fare i propri interessi senza rinunciare a niente, fuorchè all'onore che per me invece è tutto.  Una vile fuga, una vile menzogna, un assolversi dalla propria ignavia, un definirsi depressi quando non lo si è, per togliere agli altri ogni possibilità di critica.
Io non mi definisco mai depresso, e magari tecnicamnete non lo sono anche se ne presento molti sintomi, ma dico spesso che le cose vanno male, e che non sto per niente bene,  se qualcuno me lo chiede con interesse.apparentemente vero. Se dire che si è depressi, e lo si è davvero, ci fa sentire meglio, per chè non dirlo? Ma perchè dirlo, se nessuno ce lo chiede?

Con tutto il rispetto mazzonrocky, ma è proprio a causa di persone che come te giudicano che preferisco non parlare dei miei problemi. Come puoi pretendere di sapere come si sente quella persona? Come puoi pretendere di conoscere i suoi pensieri, le sue sofferenze, e le lotte interiori?
E' proprio a causa di questi atteggiamenti che mi sono chiusa sempre più e sprofondata sempre più nel mio abisso. Gente che dichiara di essermi amica e virgoletta la mia sofferenza, perché siccome io ho avuto tutto dalla vita, non ho il diritto di stare male, di provare vero dolore. E non si ferma neanche un momento a pensare che magari proprio perché sto male nonostante io abbia avuto tutto dalla vita, c'è qualcosa che non va in me, che non funziona a dovere.
Io forse sono una che pensa troppo, ma c'è fin troppa gente che non pensa affatto.

Hey Yvlis80... (Uff...,hai un nick faticosissimo)
Calma calma calma...
Vi capisco entrambi...
Stasera non dirò molto perché non sto per niente bene..
Sto aggrappata a voi, alle vostre parole, ai vostri sfoghi...
Non sono razionale stasera, me ne rendo conto...
Vorrei che qualcuno scrivesse i miei pensieri per me...
Ascolta... Io oggi ho rifiutato l'aiuto e il conforto di mia sorella che è affetta di paresi facciale e' ha una bimba di appena un anno con grosso problema al cuore...
Mi sento un verme!!!
Mi arrabbio con lei, non mi sento capita e poi non so cosa altro fare...
Figurati come reagirei con qualcuno che mi viene a raccontare peoblemi, dal mio punto di vista, molto più banali...
Arrabbiati pure, sfoga..,
Penso che siamo qui per questo...
Una enorme incomprensibile assurda famiglia...
Eppure con voi mi sembra di stare meglio
Calma calma calma
Parliamo lingue incomprensibili e vite distanti...
Non ti arrabbiare... È già troppo quello che dobbiamo affrontare!!

Chi ha cuore comprende
Mettiamo in continuazione tutto in discussione...
Meglio così!
Vuol dire che non siamo da buttare...
Non facciamo parte della feccia umana
Punto...

Stefi ha scritto:
Non facciamo parte della feccia umana

Noi siamo... la feccia umana. Tutti noi. Nessuno escluso.

Non è vero..
Mi rattrista sentirtelo dire...
Ma non è vero...
Se fossi feccia non starei qui...
Non voglio dire altro

ciao stefi, un forte abbraccio...perche' non provi a parlare con tua sorella? Cioe' da quello che ho letto: tu hai i tuoi problemi lei i suoi, ma perche' no farsi un po' di coraggio a vicenda? Certi pesi si portano meglio in due che da soli..poi boh.. vedi tu..(ma fammi sapere).

Forse, per quanto riguarda il discorso di rocky e yvlis il giusto (come al solito) sta in mezzo. Avevo gia' commentato prima: io parlo apertamente della mia depressione, anche se non e' che sventolo la bandiera. A chi non capita, depressivo o no ti avere quelle giornate, dove dici fffffffffffff, io non ce la faccio piu', dove ti senti scarico. E questo a mio parere va' nella categoria dei quotidiani "sfogi finti", che normalmente si chiudono magari con una battuta..

Altre volte, magari conosco delle persone, anche in modo superficiale, ma hmmm forse per via della propria esperienza, forse perche' piu' attento, piu' sensibile o metti quello che vuoi, ma "sento" che c'e' qualcosa che non va', che la persona "sta male"... allora magari aspetto il momento giusto ma ne parlo e ne parlo apertamente. Parlando, tolgo un po' di paura a me, e si spera un po' di paura a chi mi ascolta..e va bene cosi

Yvlis80 ha scritto:

Stefi ha scritto:
Non facciamo parte della feccia umana

Noi siamo... la feccia umana. Tutti noi. Nessuno escluso.

Forse puoi spiegare meglio cosa intendi?