Voglio morire..

Era una periodo relativamente sereno.
Molti impegni, diverse uscire, un'amicizia divenuta frequentazione.
Poi è intervenuto il sesso: ha peggiorato le cose, creato casini. Dopo due settimane lui ha dato uno stop perché si è accorto di non essere troppo coinvolto in quel senso, io nel frattempo mi ero illusa.
Ho tentato di rialzarmi in piedi, ci siamo ricascati dopo due mesi.
Ora abbiamo deciso di sospendere tutto: di rimanere amici, di tentare di disintossicarci a vicenda da un rapporto di contatti quasi quotidiano, per non farmi male.
So che la mia scelta di andare con lui è stata dettata anche e soprattutto dal fatto di non riuscire a stare da sola.

Ora mi ritrovo sola comunque, con la paura che lui possa decidere di allontanarsi del tutto o con il terrore che questa sensazione non passi mai.
Mi sento sola, fallita. voglio andarmene da qui, sparire per sempre, morire e non lasciare dietro di me niente.
Voglio smettere di soffrire e l'unica cosa che mi viene in mente di fare è farmi fuori.
Non è solo per questa relazione, sia chiaro. E' l'intero mondo che mi gira intorno ad essere troppo stretto per me, ad essere sull'orlo di schiacciarmi. Non trovo conforto in niente. Se smettessi di respirare forse smeterei di soffrire.

Posso immaginare ricaduta
Non trovo tante parole da dirti.. mi dispiace
Capisco che inciampare quando si fa gia fatica a camminare, butta nello sconforto ancora di piu  

ricaduta ha scritto:So che la mia scelta di andare con lui è stata dettata anche e soprattutto dal fatto di non riuscire a stare da sola.

Posso capirti, posso capire la tua scelta  
Ma sai, le coppie, come pure le amicizie per convenienza, interessi, o necessità non vanno quasi mai a buon fine
Ma se questa storia ora ti ha fatto trovare una persona che ti sembra essere diventato un buon amico ( cosa che succede spesso e molto bello che cio accadda ) sforzati di tenerlo, dimostrando che anche tu sei una buona amica per lui, e anche a lui non dispiacerà di aver quadagnato una buona amica, te lo garantisco
Un po di vita l'hai vissuta con lui, ed è gia un bel passo, per rompere questa maledetta vetrata che abbiamo davanti, ora anche se in circostanze diverse, da amici, se riesci ad allargare un po di amicizie e finalmente continuare a vivere questa vita, come merita di essere vissuta, è sempre una cosa che puo comunque essere stata positiva per te, visto che anche, di amore vero ne ho visto poco nel tuo racconto
Dunque dai !!! ricaduta vedi anche il rovescio della medaglia

Si è scelto in realtà di allontanarsi un po' per ridurre quel filo di tensione emotiva/sessuale che tra di noi c'è sempre stata.
Il non sentirlo mi sta uccidendo..

Ciao, io ho il tuo stesso problema sono terrorizzata all idea di star da sola perche non sto bene con me stessa e allora vedo gli altri come la mia unica salvezza e se questi altri per vari motivi non possono o si allontanano guai mi sento proprio come te fallita , probabilmente il tuo non e ' neanche amore , e' una dipendenza estrema perche credi di non valere niente e che se lui non vuole stare piu con te questa e' un ulteriore conferma. Guarda ti capisco perfettamente

Qualcuno dice che in fondo la sua confusione potrebbe rientrare: non ha mai avuto relazioni, è sempre scappato da relazioni e non ha mai veramente provato qualcosa per qualcuno. Le poche volte in cui si è "preso" è stato per donne che lo han rigirato come un calzino.
Mi consigliano di tornare a essere un po' s****a come all'inizio, vivere la mia vita in modo indipendente: se veramente non prova nulla, non dovrebbe ingelosirsi o tentare di riprendermi. Altrimenti potrebbe scattare la sensazione che mi sta perdendo, con annessa: "Me la riprendo".
Ho paura non ritorni, ho paura di perdere quell'amicizia quotidiana che mi faceva stare bene..

Secondo me dovresti dedicare meno pensieri a lui e cercare di conoscere qualcuno che ti apprezzi, ti scelga e decida di stare con te.

Chiodo scaccia chiodo. Non ha avuto il coraggio di impegnarsi? Bene, qualcun'altro saprà cogliere l'opportunità che lui si è lasciato sfuggire.

Ci sono situazioni in cui una relazione o si evolve, o si scioglie.

Continua pure a frequentarlo, se ti può essere utile, ma guarda altrove.

Quel che sto cercando di fare..
Ieri c'è stato un ritorno di fiamma però.
Dopo qualche giorno di mia latitanza, si è preoccupato della mia assenza. Ha ripreso a volermi vedere/sentire. Non riusciva a non sentirmi.
E ieri sera dopo una giornata insieme è successo di nuovo. Avrei dovuto resistere o non andare da lui, lo so. Ma è stato più forte di me.
Si è ricreato quel che si crea sempre quando siamo insieme. Chissà se finiremo mai, mi ha chiesto.
Non so se credere a quando dice che non ha sentito la scintilla o se sia solo paura e mancanza di volontà di dire "sono impegnato".
Non so definire la famosa "scintilla", è vero, ma non si sostanzia nel fatto di voler sentire una persona, di aver un po' il timore di sentirla parlare di qualcun altro, l'essere geloso, il volerla includere nelle proprie cose, in tutte. Anche le più piccole.. Il non riuscire a star staccato da lei se è nelle vicinanze.
Se non è questa la scintilla, non so cos'è.

Guarda ricaduta, le dinamiche di dipendenza affettiva, sono sempre dinamiche molto particolari e in genere "à deux": sono situazione che si creano nell'incontro di due fragilità, in certo senso, complementari, altrimenti, se anche le fragilità non sono complementari, la storia non decolla e certi meccanismi non hanno tempo di instaurarsi (e in certi meccanismi intendo anche questi "mi avvicino/mi allontano" "ti inseguo/scappo via", ecc.)
Questo, per inciso, non vuol dire nulla riguardo all'autenticità dei tuoi o dei suoi sentimenti: i sentimenti e la loro autenticità non sono necessariamente inficiati dalla dipendenza affettiva, la dipendenza affettiva la puoi vedere come una specie di copione rigido secondo il quale si muovono due persone ed è il copione rigido che crea sofferenza, devasta i rapporti, complice il nascere e il crescere dei sentimenti.
Tu puoi benissimo cercare di concentrarti su te stessa, cercando in te stessa di capire quali sono le tue dinamiche da rompere e di accorgerti quando il tuo comportamento non è più tuo, ma è rigidamente dettato da uno schema che ti porta dove non vuoi e lo puoi fare a prescindere dai suoi allontanamenti o avvicinamenti (almeno in teoria, farlo mentre si è più o meno dentro a un rapporto coinvolgente è ovviamente più difficile che osservare se stessi quando si è da soli, ma si può fare).

Però valuta molto bene l'opportunità o meno di cercarti un aiuto esterno (a me vengono in mente un psicoterapeuta o un gruppo, ma ci saranno altre possibilità che non conosco), perché da soli è molto difficile, per il semplice motivo che da dentro non si ha coscienza (io non l'avevo e non conosco persone con problemi simili che ' da dentro' l'avessero) di cosa sia veramente la dipendenza (che fondamentalmente indifferente sia affettiva, piuttpsto che da alcool, droghe, lavoro, gioco, cibo, ecc. ecc. le dinamiche sono perfettamente identiche) e di quanto, in realtà, vada a influenzare tutte le relazioni di una persona, perché non è un problema esterno ma è, sostanzialmente, un modo di relazionarsi con gli altri e con la realtà, poco funzionale.

Vedere questa cosa da dentro è difficilissimo, per questo è molto utile qualcosa di esterno che mostri che quello che diamo per assodato in realtà è solo la nostra visione della vita, a volte distorta, frutto, in genere, delle proprie esperienze.
Mi rendo anche conto che ognuno chiede aiuto e riesce a confrontarsi con certe cose, nel momento in cui se la sente e non perché glielo dice qualcun altro o glielo scrive su un forum. Però ti posso assicurare che chi ha affrontato un problema di dipendenza e, almeno in parte, risolto, ti ripeterà esattamente quello che ho scritto nel paragrafo sopra. Forse vale la pena di darti quest'opportunità.

Dopo diverso tempo che ne parlo e (me) lo prometto, domani ho un primo incontro con una psicologa.
Si tratta di una collega di alcuni amici, non so esattamente se si tratterà di una "terapia" a lungo termine oppure solo qualche sporadico incontro.
Nel primo colloquio, scritto, intercorso tra me e lei è risultato che a suo dire sono molto introspettiva e lo sono in modo positivo in quanto riesco ad analizzare cause del mio comportamento che sfuggono ai più e ammette di essersi trovata, spesso, a leggere cose scritte da me che mi avrebbe detto se ci fossimo trovate faccia a faccia.
Come dire: "Mi sono psicoanalizzata da sola" o simile.

In ogni caso, spero domani di iniziare un percorso a me utile.
Credo lo sia perché negli ultimi tempi mi sono spesso trovata a cercare (e trovare per fortuna) appoggio e ascolto dagli amici che, una volta riagganciato il telefono, mi lasciavano cmq insoddisfatta. Come se il parlare con loro o il sapere di essere cmq amata e seguita non fossero ancora abbastanza per mettere a tacere il tumulto.

Vedremo..

Bene