Leggete per favore vorrei una vostra opinione

Ciao a tutti, sono un ragazzo di 24 anni che va per i 25 ormai. La mia storia è molto lunga ma cercherò di sintetizzarla come meglio posso.
Sin da piccolo ho sempre avuto un unico sogno quello di incontrare l'anima gemella è metter su famiglia. Non il successo, ne il danaro
ne il lavoro solo questo : creare una famiglia e vivere d'amore per la mia famiglia. Sono sempre stato un po' pigro ma comunque un ragazzo
che ha fatto sport, mi sentivo estremamente vivo e attiravo con il mio carattere tanta gente attorno a me.
Un giorno poi ho deciso di trovarmi una ragazza. Stavo per compiere 18 anni e non volevo fare altro. La trovai ma a mie spese quello
è stato l'inizio della mia disgrazia. All'inizio della storia provavo per lei, non credo vero amore, ma un amore che forse non era destinato a lei
tanto che facevo cose che adesso mi sembrerebbero impossibili da fare, le facevo senza che mi pesassero tutto mi risultava leggero è semplice.
Ma poi cominciai a conoscerla davvero, era una persona rabbiosa, piena di rabbia e come quei cani che hanno la rabbia ti mordono e te la prendi anche tu
aihme l'ho presa anche io. E successo dunque un giorno mi ricordo precisamente che qualcosa dentro di me è cambiato. Non so cosa
ma mi ricordo in maniera molto nitida che è come se qualcosa dentro di me o nella mia testa si fosse rotto. Tutto era per me nero, scuro come la pace inoltre ero e sono ancora (ancora dopo 3 anni) costantemente arrabbiato, senza pazienza. Non la lasciai(la mia ex) però perchè ero troppo codardo per capire
che non amavo davvero quella ragazza, mi limitai a farmi trascinare dall'abitudine e dall'unica cosa conveniente del rapporto il sesso.
Ora, come se tutto ciò non fosse abbastanza, mi interessai molto alla religione cattolica ma aihmè la mia curiosità mi spinse a leggere cose
che non avrei mai dovuto leggere che demonizzavano il sesso, perciò ogni volta che avevo un rapporto subito dopo mi assaliva il senso di colpa.
Dopo 2 anni, dove nel frattempo mi confessavo con un sacerdote settimanalmente, finalmente la lasciai, ma nel frattempo a causa delle cose che leggevo, come se non fosse abbastanza tutto il carico di stress che già avevo, mi assali un nuovo demonio, L'ANSIA. Così ebbi il mio primo attacco di panico. Da allora tutto è andato sempre peggiorando perchè l'ansia si accomuna bene con chi è depresso. Io so di esser depresso, forse una di quelle
depressioni bipolari, so ad esempio che ogni emozione di tristezza mi viene amplificata di 10 volte. Molte volte le mie palpebre si contraggono senza che io lo voglia, perciò abbasso lo sguardo quando parlo con qualcuno prima che se ne accorgano, perchè so che nei miei occhi si leggerebbe tanta tristezza.
L'ansia, che ho dedotto essere il frutto di una visione sbagliata di Dio dentro di me, un'immagine di un Dio castigatore è diventata la compagna di viaggio
di ogni mio giorno. Ad agosto dell'anno scorso, ciliegina sulla torta, mi insinuano, in buona fede, ma purtroppo è accaduto, l'idea che io dovessi diventare
sacerdote. A questo punto la mia ansia, è poi diventata una crisi spirituale. Tutto ciò ha generato in me sintomi fisici come stanchezza, extrasistole, nausea continua, cervicale, pesantezza di testa ecc ecc. Solo oggi so che essendo entrato in depressione da quel giorno di 3 anni fa tutto ciò che ho vissuto
non ha fatto altro che darmi ansia, avendo anche un carattere eccessivamente scrupoloso. Ho dovuto fare così tanta introspezione dentro di me, ricordarmi chi ero, cosa volevo, dove volevo andare...cosa ne pensate seriamente. Grazie a chiunque voglia rispondere

Ciao Lelouch89.

Quello di trovare una compagna, e metter su famiglia, è un desiderio normalissimo. La biologia ci spinge a fare ciò (unirsi ad un'altra persona, non solo in senso fisico), la cultura ha delineato le modalità.

La crisi in cui ti trovi non è un qualcosa di casuale. Ci sono dei fattori all'origine. Devi individuarli e lavorarci su.

La crisi non è il male, la crisi è la risposta al male, che ti aiuta a superarlo, a guarirlo, aggirarlo o liberartene.

La febbre di origine virale, ad esempio, non è il male, il male è il virus, la febbre è una reazione del corpo che aiuta il sistema immunitario ad avere la meglio sul vius. E' anche verò che se la febbre diventa troppo alta può causare danni anche fino alla fatalità...

Da dove arriva la rabbia? Cos'è la rabbia? La rabbia è una reazione emotiva agli ostacoli. Tu vuoi una cosa, la realtà delle cose te la nega, tu ti arrabbi. Come la risolvi la rabbia? Come te la togli di dosso? O neutralizzi l'ostacolo, anche solo aggirandolo, o rimuovi il desiderio.

Il fatto che la religione ti abbia fatto del male è triste. Cambia parrocchia, cambia prete, cambia idea su Dio. La religione ti deve aiutare a rapportarti con gli altri, non ti deve aggiungere un fardello. Probabilmente hai bisogno di una versione più "materna" di Dio ( = amore incondizionato), e magari potresti accantonare per un po' la visione paterna ( = regole, premi e punizioni). Io questa versione l'ho trovata qui: http://tinyurl.com/noxg7dv

Lascia perdere l'idea di diventare sacerdote, questo te l'hanno insinuato in testa, ciò che vuoi tu (e quindi quella che probabilmente è la tua via) l'hai scritto nella seconda riga del tuo messaggio... ciao buone riflessioni

Ti ringrazio, davvero tanto. Hai usato delle parole bellissime.  
Una domanda soltanto, il pensiero di trovarmi una ragazza mi mette ansia. Si vede che mi voglio legare a qualcuno ma appena ripenso a tutto quello che ho passato mi passa la voglia. Secondo te è normale? Secondo me no

Le persone non sono tutte uguali, magari troverai la donna giusta per te, con cui vivere serenamente, facendo esperienza dell'amore reciproco, e costruendo poi un futuro insieme.

L'amore è in parte un processo biologico, dall'altra parte è una decisione. Sei tu che puoi decidere se continuare ad amare una persona oppure no. E' una scelta.

Per rimediare all'ansia credo che possa aiutarti la fiducia nel futuro, la Fede non è solo credere in Dio e sperare un giorno di riunirsi a lui, ma è anche fiducia nelle capacità che ci ha dato, del fatto che in quanto suoi figli, abbiamo la capacità di affrontare qualsiasi cosa ci si prospetta d'avanti.

Un altro elemento, è evitare le ossessioni, evitare di desiderare in modo ossessivo una paticolare cosa.

Quante persone soffrono come dei cani per elemosinare qualche segno d'affetto da parte di una persona in particolare, quando basterebbe rivolgersi altrove per trovare la felicità.

Anche il desiderare in maniera ossessiva il trovare una compagna, o poi, trovata una compagna, di avere dei figli, e poi di vederli raggiungere certi tuoi obbiettivi, avere dei nipoti, ecc... se si vuole essere liberi, fare una bella vita, bisogna liberarsi dalle ossessioni.

Per liberarti delle ossessioni devi in prima battuta avere fiducia, e in seconda istanza essere in grado di apprezzare quello che hai e quello che la vita ti dona.

Tante persone conducono delle vite miserabili solo ed esclusivamente perché non hanno fiducia, perché hanno paura, hanno il terrore di peggiorare, di rimanere soli. Oppure perché si interstardiscono su delle cose il cui valore alla fine è solo il fatto di essere impossibili o estremamente dolorose.

Quando reciti il Padre Nostro, dici "... sia fatta la TUA volontà ...", vivile queste parole, accetta quello che la vita ti offre, non invidiare e non disperareper quello che non ti ha ancora offerto.

Adoperati per raggiungere i tuoi obbiettivi (anche perché se no rischi di cadere in apatia), ma fallo avendo fiducia nel futuro e godendoti quello che la vita ti offre nel mentre, senza disprezzarlo perché non hai "l'unica cosa importante" (pensiero ossessivo).

A livello più pratico e meno spirituale invece, se curi la tua persona, frequenti posti dove puoi venire a contatto con altre persone (lavoro o corsi ad esempio), e se in te si vede gioia e fiducia, invece che disperazione, allora troverai sicuramente una compagna, è solo una questione di tempo (che potrebbe essere anche tanto tempo... ma tant'è...).

Hai ragione il mio è un pensiero ossessivo. Hai proprio ragione. A dir la verità lavoro, ma da quando ho avuto quella crisi su cosa dovessi essere, su quale sarebbe dovuta essere la mia vocazione, il mio lavoro è cominciato a non piacermi più. Inoltre, credo di essere già apatico, non c'è nulla che mi attiri, e non appena qualcosa comincia a farlo vengo assalito da dubbi è paure. Vedi è proprio questo che non sopporto più di me. Io mi ritengo fortunato dal punto di vist lavorativo mi sono laureato subito è lavoro. Però mi sento solo. Accidenti però come sei saggio/a. Me la daresti un'ultima opinione su questo mio ultimo post se non ti arreca disturbo?

Non sono saggio, è che mi ci ritrovo in alcuni aspetti della situazione, che sono poi abbastanza comuni, e mi ci sono scervellato sopra parecchio, e ho letto qualcosina qui e la, e ancora ci sto studiando sopra. Su alcune cose ci azzecco ma su altre potrei prendere delle grosse cantonate... quindi prendi tutto con spirito critico...

Hai 25 anni. A quest'età stai ancora costruendo le basi del tuo futuro. Quello che fai adesso determinerà quella che sarà la tua situazione tra 5, 10, anni, e più avanti, nei limiti delle occasioni che ti si presenteranno, della fortuna e del caso.

La posizione lavorativa, i risparmi che riuscirai ad accumulare, la salute fisica, la capacità di gestire le emozioni, di relazionarti genuinamente con gli altri, dovresti coltivare questi aspetti della tua persona (e magari altri che a me ora non vengono in mente), pensando che quando sarà ora raccoglierai.

Leggendo qui: http://www.istat.it/it/archivio/103369

Le nozze sono sempre più tardive. L'età media al primo matrimonio degli uomini è pari a 34 anni e quella delle donne a 31 anni.

Ogni "grosso errore" che farai (lunga relazione sbagliata, grosso investimento sbagliato, problemi con la giustizia, ecc...), farà tardare il momento in cui potrai realizzarti, ovvero nel momento in cui la tua maggiore preoccupazione non sarà più crescere individualmente, ma costruire una famiglia.

Finché sarai single, avrai maggiore possibilità di crescita, potrai dedicare più tempo e risorse a te stesso. Se il capo ti chiede di lavorare un week-end, o di essere reperibile, lo puoi fare senza dover soppesare l'impatto che questo avrà nella tua relazione con la tua compagna, ad esempio.

In una relazione invece, il tuo tempo e le tue risorse verranno spese per la tua compagna o per la coppia. Se poi la relazione è asimmetrica, vieni letteralmente vampirizzato, consumi tutto e non concludi niente.

La cultura ha dato l'impresisone che per l'uomo mettersi con una donna sia una questione leggera, in cui lui ha solo da guadagnare: niente di più falso.

Vedi il fatto di metterti con una compagna non come un bisogno urgente, ma come un grosso investimento di te stesso.

Finché non trovi la persona giusta, prenditi cura di te stesso, e potrai poi spenderti per attrarla e per trattenerla, la tua crescita di questi anni la potrai donare a LEI.

Per quanto riguarda il sentirsi solo, ne soffro anche io, temo che faccia parte della natura umana. Non credo che questa sensazione andrà via nemmeno una volta con la persona giusta, lei potrà solo alleviare temporaneamente la solitudine, credo.

Tutto quello che dici è verissimo. Ma non riesco a togliermi dalla testa questa domanda: << Per cosa vivo? Cos'è relamente importante?>> inoltre
vedo la maggior parte della gente come malvagia, e credo sia colpa della visione sbagliata della religione, credo che nella mia testa sia scattata
la convinzione che me la devo fare per forza con persone di chiesa. Ma so che non è così. Perciò quando mi trovo in un contesto che posso definire
un po' mondano, non spirituale mi vengono i sensi di colpa. Questo è il generatore della mia ansia. La preoccupazione per il futuro, la paura di rimanere solo, di ingannarmi, di sprecare la mia vita in cose che non valgono e che non scaldano il cuore.
Lo stato di tristezza invece e di rabbia deriva appunto da quello che hai detto nei post precedenti.
Mi piacerebbe potermi consigliare con te ogni tanto senza disturbarti anche perchè scrivi benissimo e in maniera molto ordinata.

Lelouch89 ha scritto:Tutto quello che dici è verissimo. Ma non riesco a togliermi dalla testa questa domanda: << Per cosa vivo? Cos'è relamente importante?>> inoltre
vedo la maggior parte della gente come malvagia, e credo sia colpa della visione sbagliata della religione, credo che nella mia testa sia scattata
la convinzione che me la devo fare per forza con persone di chiesa. Ma so che non è così. Perciò quando mi trovo in un contesto che posso definire
un po' mondano, non spirituale mi vengono i sensi di colpa. Questo è il generatore della mia ansia. La preoccupazione per il futuro, la paura di rimanere solo, di ingannarmi, di sprecare la mia vita in cose che non valgono e che non scaldano il cuore.
Lo stato di tristezza invece e di rabbia deriva appunto da quello che hai detto nei post precedenti.
Mi piacerebbe potermi consigliare con te ogni tanto senza disturbarti anche perchè scrivi benissimo e in maniera molto ordinata.

Fa piacere anche a me discutere con te Lelouch89, grazie per i complimenti, anche tu, poni temi interessanti.

Per quanto riguarda il senso della vita, anche qui è una grossa domanda che può avere tantissime risposte.

Da un certo punto di vista, non è detto che la vita debba avere un senso oltre a se stessa. Una cosa grandiosa, bella, non ha bisogno di avere un senso (a cui quindi essere strumentale), è invece fonte di senso.

Quindi, cosa rende bella la vita? Una giornata di sole, una corsa nel parco, la panna cotta, una dormita dopo una giornata stancante, perdere tempo con gli amici, fare del bene a qualcuno (anche solo essendogli amico), fare esperienza dell'amore nelle sue svariate forme, quello fraterno, quello umano, quello verso i genitori, verso la compagna, ecc...

Cosa rende brutta la vita? Le ingiustizie, l'invidia, il giudicare, l'odio, l'egoismo, la mancanza d'amore.

Io al lavoro avevo fatto amicizia con delle persone di dubbia moralità. Non approvavo scelte importanti che avevano fatto, ma era piacevole chiaccherarci.

Quando mi capita di finire davanti a un telegiornale, di leggere/sentire di tizio che ammazza i genitori, i compagni di scuola, fidanzate, amici, sconosciuti, io empatizzo per prima cosa con tizio, perché credo di averla assaggiata anche io la sofferenza che li ha portati alla follia, e so che è orribile, io sono stato più forte della mia disperazione, della mia rabbia e frustrazione, e non ho fatto del male a nessuno, loro non sono stati malvagi, sono stati deboli. Puoi odiare una persona perché è debole?

La ragazza di cui sono innamorato, e che non ricambia, nel mio file super-personale delle riflessioni, l'ho descritta così: "superficiale, insensibile, bugiarda, traditrice, sfruttatrice, manipolatrice, inconcludente, incapace di amare". Eppure mi piace così tanto stare in sua compagnia. Sto studiando un modo per disinnamorarmene senza doverla abbandonare. Mi sono lasciato alle spalle tante persone colpevoli di non essere come le volevo, questa volta voglio fare diversamente. Voglio continuare ad esserle utile nei momenti di difficoltà, voglio continuare a godere della sua compagnia, quando le andrà di concedermela.

Non credo che amare il prossimo oggi significhi spogliarsi di tutto, piuttosto è una pratica che va calata nella vita di tutti i giorni, e nei pensieri, le persone che fanno parte della nostra quotidianità non hanno più bisogno di cose materiali, hanno bisogno di essere trattate in modo fraterno, hanno bisogno di esempi e di speranza, ovvio ci si arrabbia e si curano i propri interessi (perché altrimenti si rimane in difetto e non si riesce più a donare), però in una prospettiva in cui siamo tutti nella stessa condizione (quella umana), c'è chi sbaglia, e c'è chi sbagliando fa male al prossimo oltre che a se stesso (e quindi possibilmente andrebbe fermato), però l'odio deve lasciare posto all'amore. Questa è la strada che sto tentando io... amore e clemenza verso gli altri... e anche verso se stessi... non bisogna pretendere di essere santi, bisogna perdonarsi le proprie debolezze, pur cercando di fare bene (dal momento che il male porta male e il bene porta il bene...).

con un paio delle ultime cose non sono d'accordo. Però ti ringrazio per tutte le risposte.

Se ti va, mi farebbe piacere leggere i tuoi pensieri in merito... potrebbero tornarmi utili.

Ciao

certamente ti contatto in privato. Appena posso.  

io penso che l'errore che commettono certe persone sia quello di confondere la parola di Dio con quello che dice la religione cattolica (ma può essere anche un'altra religione). La religione cattolica non fa altro che "interpretare" a proprio piacimento quello che c'è scritto nella Bibbia. Secondo me, prima di acconsentire e credere a quello che i preti dicono, bisognerebbe leggere da sè la Bibbia e verificare l'esattezza delle loro parole.
Purtroppo tanta gente crede che la religione cattolica sia Dio. Io penso che Dio è una cosa e la religione sia un'altra.
Qualche tempo fa lessi su internet quelli che sarebbero i "veri" dieci comandamenti di Mosè. Tre dei dieci sono stati modificati dalla religione cattolica, uno dei quali dice: non commettere atti impropri, cambiato dalla Chiesa Cattolica con: non commettere atti impuri.
Al di là dell'esattezza di quanto ho letto, rimane comunque il fatto che tutto viene interpretato. L'interpretazione è soggettiva e non è detto che ciò che dice un prete sia la verità assoluta. Tu devi cercare la tua verità, solo così puoi superare quelle crisi e quei sensi di colpa che ti vengono quando confronti il tuo fare e pensare con quello che ti è stato inculcato dagli altri a proposito di Dio. Si può essere fedeli servitori di Dio senza essere cattolici ortodossi, senza seguire e credere nei mille dogmi della Chiesa.
Dovresti, secondo me, imparare a conoscere Dio a modo tuo, non a modo degli altri.

Lelouch89 ha scritto:Hai ragione il mio è un pensiero ossessivo. Hai proprio ragione. A dir la verità lavoro, ma da quando ho avuto quella crisi su cosa dovessi essere, su quale sarebbe dovuta essere la mia vocazione, il mio lavoro è cominciato a non piacermi più. Inoltre, credo di essere già apatico, non c'è nulla che mi attiri, e non appena qualcosa comincia a farlo vengo assalito da dubbi è paure. Vedi è proprio questo che non sopporto più di me. Io mi ritengo fortunato dal punto di vist lavorativo mi sono laureato subito è lavoro. Però mi sento solo. Accidenti però come sei saggio/a. Me la daresti un'ultima opinione su questo mio ultimo post se non ti arreca disturbo?

Non per intromettermi,ma secondo me questa è la situazione media delle persone"normali",nel senso che ormai la gente si ritrova in situazioni di vita lavorative/sociali a cui è arrivata non per propria scelta vera e ponderata,ma per un qualche tipo(magari anche sottile)di condizionamento sociale.La società odierna impone di affermare la propria personalità trovandosi un lavoro sicuro,una compagna/o sicura/o,degli amici e degli interessi per il tempo libero.Non che tutto ciò sia sbagliato,anzi,sono tutti istinti primari dell'essere uomini,però è diverso arrivare a una certa situazione consapevoli del come e del perchè ci si è arrivati,o,invece,non porsi mai domande e a un certo punto ritrovarcisi in mezzo come se ci avesse spinto qualcun altro e non fossimo più noi gli artefici della nostra vita.A mio parere sia "il sogno" dell'anima gemella,piuttosto che della famiglia,piuttosto che di un altra situazione ideale rischiano di diventare delle vere e proprie ossessioni:come se da loro dipendesse la nostra stessa sopravvivenza,come se senza realizzare queste non esistessimo nemmeno noi.Ciò comporta per forza un senso di continua mancanza quando siamo alla ricerca di anima gemella/compagna/situazione ideale che vorremmo ad ogni costo oppure di paura quando abbiamo trovato ciò che volevamo,perchè comunque possiamo perderlo da un momento all'altro e allora cerchiamo di difenderlo con tutte le nostre forze.E' un po' il problema di una società in cui il senso di"esistere" si è sostituito a ciò che si possiede,ciò che si fa,insomma alla propria situazione"esterna" di vita.E,facendo dipendere il proprio benessere interiore solo da queste cose,o uno non se ne accorge proprio e va avanti tutta la vita a dipendere e a lottare pere tali cose senza problemi di questo tipo(meglio per lui per carità) o uno comincia a farsi delle domande e si chiede se ciò che tutti sono soliti indicarti come "beni e cose positive" lo siano davvero,in che senso e in che modo.