Positivo, negativo o un nessuno? O tutti e tre?

Molte volte ho scritto, ma raramente in positivo. Credo di avere un male che non sempre mi permetta ciò, per cui mi giustifico – vero è che non sono un medico né uno psicanalista, ma devo pur dire qualcosa su di me!
Vorrei dare la mia esperienza nel senso dell’arco della vita. Ho capito a mie spese che noi siamo uno, nessuno, centomila (almeno io, canterel, è solo un modo di dire il parlare di un “noi”).
Vado per punti come li avessi assodati una volta per tutte:
1) Non ho personalità. Non riesco a far valere le mie ragioni, a dire di no e prolungo relazioni che sapevo di non volere quasi nemmeno dall’inizio.
2) Sono molto tassativo nel definirmi una schifezza d’uomo verso le persone care nel senso di trascurarle, non badargli, non dargli affetto, attenzione.
3) Quando sto male in senso psicologico, non nel senso di stare giù ma arrabbiato, faccio del male a persone che nulla hanno a vedere con la causa che mi ha fatto del male o arrabbiare. Spesso le vittime innocenti sono persone vicine se non proprio care. Da precisare che a volte per una piccola cosa la rabbia è tremenda e infinita.
4) Sono una persona meravigliosa, un amico, anzi di più, “il migliore amico”, questo sia con uomini che con donne. Lo so che non posso dare qui prove ma dovete credermi sulla parola. È da quando avevo dodici anni che è così, e quasi sempre ero io l’artefice della nuova amicizia. Anche a livello meno intenso sono una bella persona: socializzo con il barista, il proprietario del bar, il fruttivendolo, il salumiere, il postino… dopo un certo livello o tempo chiedo pure come stai e se posso, vado sul profondo non diventando mai invadente ma facendomi uno con l’altro. L’attenzione vera, l’ascolto attento senza intervenire, di tutto e di più. E se posso aiutare non solo lo faccio, ma faccio anche di più a volte compromettendomi o esponendomi pericolosamente in senso sociale e relazionale (a volte anche materiale). Io mi faccio sempre uno scricciolo quando mi giudicano bene, mi metto alla pari, più spesso al di sotto, ma vedo che gli altri mi elevano (tranne alcuni colleghi d’ufficio) ve lo giuro su quanto ho di più caro. Le persone che mi elevano sono spesso singoli, non un gruppo (ma anche). Il mio migliore amico, la mia migliore amica… nel tempo ho avuto, di volta in volta, un migliore amico e una migliore amica. Rapporti veramente profondi, belli, di complicità con discussioni anche su temi universali o paranormali o tecnici o filosofici o psicanalitici o tutti, oltre che personali, intimi. Con le donne (o ragazze ancor oggi che sono io vecchissimo) anche temi sessuali senza un interesse o tornaconto, anche sul personale oltre che in generale: non sono superiore e cerco di farlo capire, e se non è troppo inopportuno, mi svelo anch’io. Sulla parità di discorrere o di istruire o confidarsi o confessare temi sessuali fra uomo e donna, nessuno mi deve ostacolare o dubitarne perché lo mando a un certo posto. Sul piano spirituale c’è stato molto: sia con alcune amiche e alcuni amici discutendo fino a notte fonda e toccando livelli raramente toccabili, sia in ambiti più aperti sociali, religiosi di realizzazione personale (nel senso di corsi di Dinamica Mentale, non di realizzazione egoistica). Spesso in questi gruppi ho avuto dei contatti più particolari, personali, profondi anche se solo come allievo. Non voglio scendere in particolari per non pubblicizzare enti, movimenti e associazioni, ma mi hanno detto cose vere, che io riscontravo in base alla mia esperienza personale. Persino con un naturopata che mi intratteneva (ci intrattenevamo) per tre ore e mezzo invece di una, o con la mia psicologa idem! Sono sempre stato considerato una persona speciale, però devo essere sincero: ho sempre visto qualcosa di vero in ciò, però più spesso no, è più vero che io non sono capace. Non sono capace di confermare queste aspettative, sono limitato e inferiore agli altri come volontà e costanza. Non riesco a mantenere il bene dentro di me per più di un giorno o due. Però nessuno mi crede, poi quando cado mi dicono che io sono speciale o che questo ha un significato, discorsi sul fatto che la crisi vuol dire crescere… a volte mi rialzo, ma mai sono riuscito a mantenere le aspettative per il futuro. Nessuno può capire e nessuno può credere che io sono svantaggiato, un nessuno, nemmeno la mia psicologa. L’unico che capisce che sto veramente rovinato è il mio neuropsichiatra, e sto sotto farmaci che ha detto chiaramente che nessuno prende, nemmeno gli psicotici, paranoici e schizofrenici (ma in dosi minime, ovviamente). Dovete sapere che sono stato a Ingegneria Elettronica al Politecnico di Napoli (quinquennale), Sociologia alla Federico II di Napoli (quadriennale), Psicologia alla Sapienza di Roma e(quadriennale) a Scienze Politiche alla Federico II di Napoli (quinquennale), tutte Università Statali. Però non sono mai riuscito a sostenere un esame. A Sociologia lessi solo un libro a casa, e a Scienze Politiche ad assistere alle lezioni e studiare.

Stef, cosa vorresti per essere felice?

mattia91 ha scritto:Stef, cosa vorresti per essere felice?

Capire chi cavolo sono.