Ogni mio sforzo è vano

Eccomi di nuovo qui.
Non faccio altro che lamentarmi, questo forum è il mio unico sfogo (e questo mi deprime ancora di più, in fondo non c'è nessuno su questa terra capace di ascoltarmi).
Mi faccio schifo perchè mi lamento, perchè ogni volta che provo a fare qualcosa per la mia vita, divento un totale fallimento. Quelli che mi reputano capace e migliore di loro, chissà perchè... ottengono risultati migliori dei miei. Mi sono rotta, di impegnarmi. Non serve a niente, tanto non sono capace di ottenere uno sputo di risultato.
Ogni volta ne esco sempre più sconfitta. Cado sempre più in basso. Il giorno del mio compleanno è stato uno schifo che mi ha buttato giù, e non potevo piangere, sfogarmi, c'era troppa gente, non vedevo l'ora che passasse così potevo stare da sola, libera. Ma niente la gente parla e non capisce i limiti. Gente che ha ottenuto tutto e ha creato il mondo del lavoro che c'è oggi, gente incompetente e sinceramente neanche intelligente, gente che dall'alto della sua esperienza non è ancora riuscita a capire quando deve parlare e quando conviene starsi zitta.
E io? Io sprofondo, nella mia solitudine, nel mio dolore. Non ce la faccio più.

Scusatemi per le mie paranoie, ma sto male

Ti capisco perfettamente e poi non devi assolutamente scusarti, il forum esiste per questo; anche per me è la unica valvola di sfogo esistente, uno sfogo avverso uno stile di vita che non ho mai avuto, e che mi ha sempre e solo riservato delusioni di ogni natura e tipo.
Io non so, ma se i tuoi problemi e fallimenti sono attinenti solamente al lato lavorativo, capisco che è una cosa ben dura e ostile, ma trai un qualcosa di positivo da ciò di cui sei in possesso, per esempio se hai affetti, amici etc...concentrati sulle cose belle e credimi......successi chiamono successi, e dunque prima o poi ce la farai anche nel campo lavorativo.

Un abbraccio

Tesoro, per un attimo ho pensato che fosse un mio post di cui mi ero dimenticato.
Ti capisco e ti sono vicino.

Grazie siete molto gentili.

Ti capisco, sono nella tua stessa situazione ....

Ciao numb, ho letto anche l'altro post, quello sull'idea di farla finita. Io non so cosa sia giusto e cosa no. Potrei anche non avere la depressione, nessuno me l'ha mai diagnosticata perché da un medico non sono andata, forse per paura di far preoccupare la mia famiglia o forse per paura di ciò che potrebbe dirmi. In fondo so che qualcosa non va in me, le cose ormai sono radicalmente cambiate. Per la verità, ho preso in considerazione l'idea della morte piú volte in questi mesi, ho immaginato le più disparate modalità, e tutte le volte il mio cervello ha pensato che per quanto sola mi sento, esisto per altre persone. I miei genitori, mio fratello, sorella e altri, soffrirebbero troppo per una morte simile. La mia morte non mi spaventa affatto, sicuramente libererebbe me da questo dolore, tanto sono una nullità ambulante, ma credo che in fondo sia un gesto troppo egoistico, e l'ultima cosa che vorrei fare è far sentire in colpa quelle poche persone che mi sono rimaste vicine. credo che un'analisi più approfondita di quello che c'è intorno, e non solo al tuo interno sia d'obbligo farla prima di fare gesti seri.
Forse non comprendo appieno quello che senti. Anche alcuni mesi fa sono stata indotta ad una riflessione approfondita del tema. Il mio relatore della tesi specialistica si è suicidato. Il giorno del funerale il cimitero era pieno zeppo di suoi alunni. La sua compagna disse delle frasi che mi fecero pensare:
"aveva i suoi momenti di depressione, evidentemente non ce l'ha fatta più"
Forse un po' risentita, non ha dato segni di cedimento. Così. Mentre ascoltavo le parole di molti suoi alunni vedevo i figli, e soprattutto la sua compagna. Stavano insieme da tempo, una vita fatta di progetti, si sono trasferiti dal nord per inseguire la loro visione della vita, si amavano e lui non ha dato mai segni di cedimento in tutti questi anni. Nessuno avrebbe mai immaginato quella fine. E adesso come staranno i suoi famigliari. Lui sicuramente libero, posizione invidiabile, ma chi faceva parte della sua vita, forse si sta recriminando. Tutti questi pensieri hanno bloccato i miei.

[quote="stefy"]Ciao numb, ho letto anche l'altro post, quello sull'idea di farla finita. Io non so cosa sia giusto e cosa no. Potrei anche non avere la depressione, nessuno me l'ha mai diagnosticata perché da un medico non sono andata, forse per paura di far preoccupare la mia famiglia o forse per paura di ciò che potrebbe dirmi. In fondo so che qualcosa non va in me, le cose ormai sono radicalmente cambiate. Per la verità, ho preso in considerazione l'idea della morte piú volte in questi mesi, ho immaginato le più disparate modalità, e tutte le volte il mio cervello ha pensato che per quanto sola mi sento, esisto per altre persone. I miei genitori, mio fratello, sorella e altri, soffrirebbero troppo per una morte simile. La mia morte non mi spaventa affatto, sicuramente libererebbe me da questo dolore, tanto sono una nullità ambulante, ma credo che in fondo sia un gesto troppo egoistico, e l'ultima cosa che vorrei fare è far sentire in colpa quelle poche persone che mi sono rimaste vicine. credo che un'analisi più approfondita di quello che c'è intorno, e non solo al tuo interno sia d'obbligo farla prima di fare gesti seri.
Forse non comprendo appieno quello che senti. Anche alcuni mesi fa sono stata indotta ad una riflessione approfondita del tema. Il mio relatore della tesi specialistica si è suicidato. Il giorno del funerale il cimitero era pieno zeppo di suoi alunni. La sua compagna disse delle frasi che mi fecero pensare:
"aveva i suoi momenti di depressione, evidentemente non ce l'ha fatta più"
Forse un po' risentita, non ha dato segni di cedimento. Così. Mentre ascoltavo le parole di molti suoi alunni vedevo i figli, e soprattutto la sua compagna. Stavano insieme da tempo, una vita fatta di progetti, si sono trasferiti dal nord per inseguire la loro visione della vita, si amavano e lui non ha dato mai segni di cedimento in tutti questi anni. Nessuno avrebbe mai immaginato quella fine. E adesso come staranno i suoi famigliari. Lui sicuramente libero, posizione invidiabile, ma chi faceva parte della sua vita, forse si sta recriminando. Tutti questi pensieri hanno bloccato i miei.[/quote]

Ciao Stefy, grazie per la tua testimonianza. Io invece mi colloco all'estremo opposto: mi importa poco del dolore che proverebbero le persone che mi sono " vicine " (parenti e qualche amico/a), ma ho paura della morte. Ho paura di morire soffrendo e ho paura di quello che ci ' dovrebbe ' essere dopo ... non è che io sia particolarmente credente, ma con tutte le storie sul paridiso e l'inferno che mi hanno inculcato in testa, un po' di paura ce l'ho. Mi manca il coraggio, insomma ... e poi c'é sempre quel maledetto briciolo di speranza che ti porta a pensare che un domani migliore arriverà anche per te ... Probabilmente sono egoista, ma le persone che ho attorno non le sento cosi' " vicine " da aver paura di procurargli dolore ... forse è perché non comprendono la mia situazione e il mio disagio ... certo un minimo di preoccupazione c'é, ma è più forte l'altra componente. Comunque capisco che l'episodio ti abbia portato a riflettere, e ti ringrazio per averlo riportato.

* scusa il pasticcio, ma il quote continuo a non capire come funziona

Carissimi,
c'è un unico sistema per uscire da questo vicolo cieco.
Fare progressi
Se tu guardi al quadro generale, chiunque si deprime, salvo i ricchi e famosi. Poi anche quelli cadono in depressione, vedi Whitney Houston, tanto per fare un esempio.
Non sto qui facendo una diagnosi di depressione, Stefy, mi riferisco al tono generale.
Allora, centrati su qualche cosa, una qualsiasi, anche piccola e pensa come progredire là.
Da quel piccolo passo puoi cominciare a vedere le cose meglio, perché il tuo atteggiamento, in quel caso, sarà stato positivo.
Può essere una piccola cosa, una buona idea è organizzarsi una piccola routine quotidiana, che so io, bere un bicchiere d'acqua (meglio calda) appena alzati, poi fare una passeggiata anche breve e poi fare colazione.
Se non hai tempo, potresti sforzarti di svegliarti prima e sarebbe già un piccolo successo.

Lao Tse disse: Un viaggio di 1000 miglia inizia con un piccolo passo.

Ciao a tutti
Michelangelo

Numb ha scritto:
Io invece mi colloco all'estremo opposto: mi importa poco del dolore che proverebbero le persone che mi sono " vicine " (parenti e qualche amico/a), ma ho paura della morte. ... poi c'é sempre quel maledetto briciolo di speranza che ti porta a pensare che un domani migliore arriverà anche per te

Numb, a questo punto penso che le nostre posizioni non siano tanto diverse, io mi preoccupo per chi mi sta accanto, anche se probabilemente non capiranno mai quello che sento, tu invece (do del tu), hai paura di morire per dei retaggi culturali, per me non tanto attendibli perchè non provati e perchè, miracolosamente hai ancora un briciolo di speranza. Io pagherei oro per avere quel briciolo di speranza.

Per quanto riguarda corman:
sarebbe bello, come dici tu, bere un bicchiere d'acqua calda, fare una passeggiata e poi fare una bella colazione. Teoricamente dovrebbe funzionare, purtroppo queste piccole cose non mi trasmettono più uno "stato positivo". poi per il "fare qualcosa per progredire", io faccio dei progressi individuali, sono laureata con il massimo dei voti, per non stare senza far niente mi sto facendo una seconda specializzazione, con voti più che è eccellenti, a settembre mi laureo, e dubito di non terminare secondo il previsto. Ma questi miei progressi, o successi non mi entusiasmano più, tutto è diventato insignificante o troppo complicato per me. Tutto è diventato un dovere, e neanche un minimo di piacere, tanto da giustificare la voglia di esistere.
se per Lao Tse "Un viaggio di 1000 miglia inizia con un piccolo passo.", per me è come se quel passo si ripetesse all'infinito, è come il giorno della marmotta nel film "Ricomincio da capo" con Bill Murray. Mi ha sempre divertito quel film, oggi mi sembra particolarmente amaro.

ciao!

Cara Stefy,
Parlavo di cercare nuovi stimoli, non di fossilizzarsi a cercare i vecchi; forse non ti interessano più perché è giusto così. La vita non è come un cibo che a un certo punto non gradiamo. Può accadere di fare delle cose che non c'interessano, spinti da desideri non veri, dagli altri, dalle circostanze. Quando lo capiamo, zacchete, siamo insoddisfatti. Per quanto concerne l'acqua calda etc., solo un esempio.
Che cosa studi, a proposito? Se si può sapere, naturalmente.
Ciao
Michelangelo

Studio nel campo delle arti e dello spettacolo.
scusa il ritardo Michelangelo.
la verità è che ho fatto sempre quello che si confaceva alle mie capacità, l'arte è una cosa innata per me, proprio per non fossilizzarmi provo a fare anche cose che non mi competono. Poi per la questione dell'acqua calda, avevo compreso che fosse un'esempio

Ciao Stefy,

è da qualche mese che sto male, profondamente e intensamente, per motici forse in parte simili e per altri diversi....la donna che amavo mi ha lasciato perchè non riusciva lei per prima ad aiutarmi e ad affrontare quei problemi ma, paradossalmente, da un paio di giorni il pensiero di poter guarire e di poter tentare di ritornare da lei mi da la forza per lottare ogni giorno sempre un po' di più...dovrò ricrearmi una vita e forse non ritroverò mai più la mia lei, ma oggi quel pensiero mi da forza....forse non è esattamente calzante, ma voglio comunicartelo come sprone, vale la pena di vivere...