Riflessione: autostima, egoismo, maschere.

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Messaggio  jeanluc Sab Mar 16, 2013 1:12 am

Sto cercando di cambiare, giorno dopo giorno, e di disfarmi degli atteggiamenti che da sempre hanno rappresentato un problema per la mia integrazione sociale. E devo dire la verità, ci ho preso gusto, mi diverto, ho scoperto lati di me che non conoscevo, però, da qualche tempo, sono incappato in un concetto, una matassa che non riesco a districare, e non pretendo di ricevere risposte o di darne, mi piaceva semplicemente condividere con voi del forum questa domanda, sperando che sia di spunto per riflettere, oppure anche solo per parlare un po' di se.

Uno dei miei problemi, se non il principe dei miei problemi, è la bassa autostima.

Migliorare l'immagine di se richiede un graduale cambio di rotta nel modo di fare e di pensare, sforzi mentali e perché no, fisici. Ma il tema che ho trovato più scottante è quello del rispetto per se stessi.
Sostanzialmente credo che avere autostima sia anche (ma non solo) darsi pace, darsi respiro, accettarsi senza timori.
Ma non è così semplice: più la mia immagine migliora, più riconosco quanto sia un'arma a doppio taglio.
Certi atteggiamenti remissivi, forse eccessivi, che avevo prima, adesso si sono tramutati in intransigenza. Ho tolto il saluto alla mia ex ragazza, mi sono imposto di eliminare dalla mia vita coloro che non si erano comportati bene nei miei confronti, ho deciso che questa era la via per riacquistare il rispetto per me stesso, eppure mi accorgo che si tratta di un'equilibrio pericoloso, una fune acrobatica.
Temo che sbilanciarsi troppo dalla parte opposta possa portare ugualmente a una situazione non costruttiva, un'eccesso di autostima può diventare dannoso.
Eppure sento che se mollassi adesso la "linea intransigente" che ho deciso di adottare mi troverei a dover ricostruire parte dell'edificio che ho lentamente realizzato in questi mesi. Diciamo che probabilmente non mi riconosco più in alcuni miei tratti, mi rendo conto che forse il mio benessere deriva soltanto da una forma di egoismo, e comincio a capire ciò che tempo fa avevo letto proprio su questo forum.
Un giorno sarei stato meglio, ma non sarei stato lo stesso.
Forse ho solo nostalgia di quella che considero la mia parte buona, pura, innocente, incapace di fare del male, ma al tempo stesso vittima del mondo e causa principale del mio malessere.
Davvero è necessario essere egoisti, seppur in minima parte, per stare bene? Per ritagliarsi una finestra nel mondo e avere finalmente un po' d'aria?
Probabilmente sto solo crescendo e per chi è più grande di me non dico nulla di nuovo, però sento come una generale disillusione: alcune certezze crollano, altre più crude si mostrano. Mi piacerebbe soltanto essere naturale, me al 100%, senza dovermi mascherare solo per non farmi sommergere, eppure mi rendo conto che non è cosa possibile, o almeno non lo è per me. Mi fa un po' tristezza, ma non voglio essere tragico, vedo anche i lati positivi di tutto questo, capisco finalmente che c'è un criterio profondo per scegliersi le persone amiche e gli affetti, quello di ricercare persone con la quali la maschera può essere tolta senza paura, mentre ahimè, per tutto il resto, c'è bisogno di questo stratagemma, di questa facciata.
Certo che il mondo degli adulti è davvero inutilmente complicato.
jeanluc
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Messaggio  canterel II Sab Mar 16, 2013 2:53 am

affermare che non c'è un percorso uguale ad un altro è probabilmente una banalità che rischia di spegnere qualunque tentativo di confronto e di analisi, ma a me il problema dell'autostima è sempre sembrato uno dei più personali e soggettivi: intendo dire che mi sembra estremamente peculiare, e a volte intersoggettivamente incomprensibile, il modo in cui ciascuno si sforza nel tempo di venirne a capo.
quello che a me è servito, fin qui, è stato tendere all'equilibrio e all'integrazione di due giudizi, quello su me stesso e quello sulle altre persone. addirittura, idealmente: tendere a stimare globalmente la mia vita, comprendendo in un giudizio unitario, ancorché articolato e aperto, me e chi mi sta intorno. se mi accorgo di usare un doppio standard troppo squilibrato (fatta la tara ad una quota di egotismo fisiologico e pure "sano"), cerco di rifletterci sopra e mi sforzo di ridurre le spiegazioni e gli apprezzamenti dei miei e degli altrui comportamenti agli stessi principi.
lo spunto, in sintesi, per me sta nell'idea che quando sento di avere problemi nel formulare un giudizio su me stesso non è detto che il modo migliore di risolverlo sia concentrarmi su di me e sui miei comportamenti. forse, anzi, mi infilo in un ginepraio e mi inganno proprio con la pretesa di rendermi direttamente e immediatamente più responsabile e giudizioso nell'aver cura della mia immagine, della mia rappresentazione. prima di fronteggiare la mia proiezione ideale e di stabilizzare i conflitti che ne dipendono, forse un movimento del pensiero, dell'attenzione e della sensibilità verso gli altri è più facile. mi sforzo di aver cura della rappresentazione del mio vicino, dei miei affetti, dei conoscenti, e magari delle persone che tendo a stimare meno; rispetto ad essi mi pongo il problema degli effetti e dei moventi del mio giudizio. l'addomesticamento del mio sguardo sugli altri è un esercizio utile, che in un secondo momento posso riportare alla durezza, all'ansia o alla scarsa lucidità che accompagnano anche le idee e le valutazioni autoriferite.
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Messaggio  Joy Sab Mar 16, 2013 7:46 am

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Ultima modifica di Joy il Mar Dic 17, 2013 8:25 pm - modificato 1 volta.
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Riflessione: autostima, egoismo, maschere. Empty Egosimo non egoismo, maschere-adattamenti, e Nutella...

Messaggio  Anima in pen...ombra Dom Mar 17, 2013 1:00 am

Ciao jeanluc,
personalmente credo che riflettere sull'egoismo
sia già in qualche modo la piccola conferma che egoisti per davvero in fondo non lo si è,
altrimenti si sarebbe convinti del proprio atteggiamento e si andrebbe avanti "di prepotenza",
senza farsi troppe domande..! Smile

Le maschere suppongo siano in qualche modo inevitabili per vivere nella società,
ma non solo in quella degli adulti:
anche i bambini cercano, anche se sicuramente in maniera più inconsapevole,
di essere e comportarsi in modo diverso, a seconda delle situazioni...
Non penso poi che questo possa definirsi completamente sbagliato in fondo:
tutto sta nell'atteggiamento col quale ci "sfiliamo una maschera e ce ne mettiamo un'altra"..!
Se siamo veramente noi stessi sempre, sinceramente, senza malizia,
metteremo "un po' di noi" in tutte quante quelle che scegliamo di indossare,
finendo per "interpretare parti diverse con il nostro tocco personale"
senza bisogno di sentirci necessariamente "falsi e costruiti"... Non credi..?

L'autostima sì, sono d'accordo con te sul fatto che sia un "pilastro fondamentale"
nonchè uno dei più difficili da mettere (e mantenere...) seriamente "in piedi":
sono convinta però che ognuno abbia il suo caratteristico modo per raggiungerla,
e che quindi se la tua indole è quella di "compensare un eccesso con il suo estremo opposto"
(in maniera ponderata e pensata comunque, stando a ciò che scrivi)
tu debba in qualche modo assecondarla..!
Mi spiego meglio con una metafora stupida che rende l'idea:
ci sono persone che per non mangiare Nutella
sono costrette a non comprarla proprio per non poterla trovare in casa quando ne hanno voglia,
mentre ce ne sono altre che preferiscono averla comunque sempre nella credenza,
ma imporsi una rigida autodisciplina per non attaccarcisi alla prima "voglia":
entrambe di fatto stanno a dieta, ma ci riescono grazie a "sistemi" diversi..!
E' poi così importante il modo in cui si raggiunge un obiettivo,
se tanto si sa che si sta agendo in coscienza (questo requisito ovviamente deve sempre essere sottointeso)..???
Io penso che conti di più il risultato finale..! Smile

Grazie per lo spunto di riflessione comunque...
Buonanotte!
Like a Star @ heaven



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Messaggio  jeanluc Dom Mar 17, 2013 2:17 am

Grazie a tutti per le risposte Smile Mi fa molto piacere avere un confronto Very Happy
jeanluc
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Messaggio  -Nessuno- Dom Mar 17, 2013 3:09 am

Sai qual'è il problema? il problema è che si pensa che ad essere buoni si passa da cojoni. Ma non è così. il discorso di non svelarsi a nessuno va anche bene, ma non deve servire a dire:"io con te sono stato un tipo scarsetto, ma a con gli altri sono la pistola piu veloce del west". No. Bisogna giocarsele a viso a perto le relazioni. Con me le persone sanno subito, dal primo secondo, quali sono i miei pregi e i miei difetti. Io non sono merce e non voglio "vendermi" bene, non me ne frega proprio un c@zzo e trovo ridicolo chi lo fa.Certamente l'intera conoscenza di una persona avviene con il tempo, ma questo non vuol dire che io debba portare una maschera o altro. Io non mento mai. Non mi va di farlo. Se poi va male, se poi alle persone non piaccio è sicuramente anche un problema mio, tornando all'autostima, che tra l'altro per me non esiste, però è parimenti un problema pure loro. Si parla di relazioni e il senso non deve essere una somma algebrica di io o di "alchimia", che non vuol dire niente, il senso di relazione è "noi". Se non c'è noi perché dall'altra parte c'è una negazione, io posso purep rovare a cambiare di segno a quella negazione ma non riusciro mai a farlo, salvo prostituire la mia personalità e quindi essere accettato per quell'io che non sono e chem ai saro davvero. Sii come sei, non fare calcoli.

-Nessuno-

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