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chocoholic93
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Messaggio  chocoholic93 Sab Feb 21, 2015 6:05 pm

Buon pomeriggio a tutti. Sono una ragazza di 21 anni e sono nuova di questo forum.
Sto vivendo un periodo piuttosto difficile, è stato difficile anche solo rendersene conto. Oggi, sentendomi particolarmente giù di morale, ho cercato di mettere giù a parole quello che provo, che mi sta succedendo. Mi trovo bloccata in questo vicolo cieco e, magari, condividere con voi questo malessere può essermi d'aiuto.

vediamo se almeno riesco a mettere insieme quattro fottutissime parole. Sai com’è, ultimamente non mi riesce nulla. che poi, alla fine dei conti, non è solo ultimamente. Quante volte ho fallito? No, forse devo dire: quante volte mi sono arresa? perché per potermi permettere un fallimento devo almeno provarci, sforzarmi. Ma, NO, io non riesco neanche a fallire. Brutto, eh? Comodo nascondersi dietro a questa incapacità. Tu sta lì, seduta in poltrona, aspettando di vedere davanti a te passare il mondo, la vita, le cose belle, i sentimenti da condividere. E tu, mentre ciò accade, piangi. No, ti piangi addosso. Non ti accorgi neanche di quante opportunità ci siano per salire e far parte anche tu di quello che è il treno della vita, solo perché sei troppo impegnata a pensare quanto sia brutto rimanere giù, SOLA.  Sì, sola, perché gli altri, giustamente, vivono, vogliono vivere. Poi cosa succede? accade che ti incazzi come una iena con tutti gli altri, dai la colpa a loro, perché sei fermamente convinta che se tutto questo è accaduto, è solo colpa degli altri. Gli altri. Li vorresti fulminare tutti con lo sguardo, renderli consapevoli del tuo malessere. Tirare loro un calcio negli stinchi e chiedere che cosa hai fatto di male perché accadesse ciò. Ma loro non ti capiscono, anzi pensano solo che tu sia pazza. Insoddisfatta. Infelice. Ti guardano con quegli occhi compassionevoli, occhi di chi vorrebbe dirti che fai tanto pena, ma non lo fa, non si prende la briga. Si limita ad osservarti in silenzio. Poi, c’è qualche audace, cioè, che crede di esserlo, che ti viene a parlare. Crede di avere le parole giuste, la soluzione. Ti dice di smetterla di vivere così, che la vita è bella e va vissuta. Incredibilmente, queste banalità suscitano in te sentimenti molto contrastanti. Da una parte piangi, vuoi tanto tornare indietro e salire su quel maledetto treno, a costo di fare di tutto per poter prenderlo, come tutti. Dall’altra parte, ridi. Vorresti, per una seconda volta, prenderlo a ceffoni. Ma cosa si crede di essere? Ma pensa proprio di aver capito tutto dalla vita? Come si permette a venir qui e dirti queste cose? Cosa ne sa di quello che ti ha portato a rimanere a terra? Pensa di risolvere tutto facendo così? Almeno adesso è in pace con se stesso. Buon per lui. Che se ne torni a vivere la sua vita, quaggiù il tempo è morto. Poi, finalmente, rimani sola. La pace. Il silenzio all’esterno ti conforta, ti permette di dar voce a quello che hai realmente dentro. Mille emozioni diverse, che ti sconvolgono e travolgono. Emozioni che non riesci a gestire, ti spaventano. Forse, abbiamo tutte queste emozioni perché, in quanto individui fatti per per convivere con altri, dobbiamo condividerle. Sì, ma ora che sei sola, che te ne fai di queste emozioni? Finisci col farti male. Azzardi qualche goffa mossa, ma sono tutte vane. Non ce la puoi fare. Eppure questa è la realtà, l’hai voluto tu. Quindi, un po’ per sopravvivenza e un po’ per testardaggine, ti convinci che se ti sforzi puoi risolvere questa situazione. Anzi, ti convinci che non ci sia nulla da risolvere, tutto va bene. Va bene trovarsi soli. Va bene guardare la vita sfrecciarti davanti agli occhi. Agli altri non pensi più, ormai  sono un mondo a parte. Sono andati avanti a vivere, loro. Non ti interessa di sapere come se la cavano, inspiegabilmente non li capisci più. Vivono su un altro pianeta, ormai. Parlano un’altra lingua. Ti crei il tuo bel piccolo mondo, mondo che non è altro che una nuvola di fumo. Almeno hai la parvenza di aver fatto qualcosa di positivo. Questa cosa ti far star bene, pensi di essere riuscita ad ottenere quello che volevi, quello che ti serve per vivere serenamente. Ma non appena provi a vivere in questa realtà, ti accorgi di quanto sia fottutamente sbagliata. Non ci stai bene, ti fa schifo. Ti fai schifo. Questo è quello con cui sei rimasta. Non hai più niente. Cioè, pensavi di aver tutto ciò che ti servisse per vivere, invece non è così. Sei tu, sola nella tua stanza. Bel mondo, eh? Eppure prima ti sembrava una vita da sogno. Non era quello che hai sempre desiderato? Ecco, dovresti essere felice. Invece, è un disastro totale, lo schifo. E adesso che si fa? Chiedere umilmente aiuto? Per carità! Nessuno saprebbe aiutarti, ti hanno sempre dato consigli inutili. Allora arranchi, vai a tentoni. Il tuo mondo fa acqua da tutte le parti. Cerchi di mettere pezze qua e là, ma sai che non può durare a lungo. Mandi dei segnali all’esterno e qualcuno li recepisce anche, ma sei troppo orgogliosa e testarda per ammettere di aver sbagliato. Non ce la fai, non ce la puoi fare. Ti dai mille colpe e ti butti a terra, ma non serve più a nulla. La tua vita non ha senso di essere vissuta. Per chi? A quale scopo? Stare in un letto non serve a nulla, né a te, né agli altri. Sei inutile, persino a te stessa. Non ti vergogni di essere caduta così in basso?
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Messaggio  alias Sab Feb 21, 2015 6:39 pm

chocoholic93 ha scritto:Buon pomeriggio a tutti. Sono una ragazza di 21 anni e sono nuova di questo forum.
Sto vivendo un periodo piuttosto difficile, è stato difficile anche solo rendersene conto. Oggi, sentendomi particolarmente giù di morale, ho cercato di mettere giù a parole quello che provo, che mi sta succedendo. Mi trovo bloccata in questo vicolo cieco e, magari, condividere con voi questo malessere può essermi d'aiuto.

vediamo se almeno riesco a mettere insieme quattro fottutissime parole. Sai com’è, ultimamente non mi riesce nulla. che poi, alla fine dei conti, non è solo ultimamente. Quante volte ho fallito? No, forse devo dire: quante volte mi sono arresa? perché per potermi permettere un fallimento devo almeno provarci, sforzarmi. Ma, NO, io non riesco neanche a fallire. Brutto, eh? Comodo nascondersi dietro a questa incapacità. Tu sta lì, seduta in poltrona, aspettando di vedere davanti a te passare il mondo, la vita, le cose belle, i sentimenti da condividere. E tu, mentre ciò accade, piangi. No, ti piangi addosso. Non ti accorgi neanche di quante opportunità ci siano per salire e far parte anche tu di quello che è il treno della vita, solo perché sei troppo impegnata a pensare quanto sia brutto rimanere giù, SOLA.  Sì, sola, perché gli altri, giustamente, vivono, vogliono vivere. Poi cosa succede? accade che ti incazzi come una iena con tutti gli altri, dai la colpa a loro, perché sei fermamente convinta che se tutto questo è accaduto, è solo colpa degli altri. Gli altri. Li vorresti fulminare tutti con lo sguardo, renderli consapevoli del tuo malessere. Tirare loro un calcio negli stinchi e chiedere che cosa hai fatto di male perché accadesse ciò. Ma loro non ti capiscono, anzi pensano solo che tu sia pazza. Insoddisfatta. Infelice. Ti guardano con quegli occhi compassionevoli, occhi di chi vorrebbe dirti che fai tanto pena, ma non lo fa, non si prende la briga. Si limita ad osservarti in silenzio. Poi, c’è qualche audace, cioè, che crede di esserlo, che ti viene a parlare. Crede di avere le parole giuste, la soluzione. Ti dice di smetterla di vivere così, che la vita è bella e va vissuta. Incredibilmente, queste banalità suscitano in te sentimenti molto contrastanti. Da una parte piangi, vuoi tanto tornare indietro e salire su quel maledetto treno, a costo di fare di tutto per poter prenderlo, come tutti. Dall’altra parte, ridi. Vorresti, per una seconda volta, prenderlo a ceffoni. Ma cosa si crede di essere? Ma pensa proprio di aver capito tutto dalla vita? Come si permette a venir qui e dirti queste cose? Cosa ne sa di quello che ti ha portato a rimanere a terra? Pensa di risolvere tutto facendo così? Almeno adesso è in pace con se stesso. Buon per lui. Che se ne torni a vivere la sua vita, quaggiù il tempo è morto. Poi, finalmente, rimani sola. La pace. Il silenzio all’esterno ti conforta, ti permette di dar voce a quello che hai realmente dentro. Mille emozioni diverse, che ti sconvolgono e travolgono. Emozioni che non riesci a gestire, ti spaventano. Forse, abbiamo tutte queste emozioni perché, in quanto individui fatti per per convivere con altri, dobbiamo condividerle. Sì, ma ora che sei sola, che te ne fai di queste emozioni? Finisci col farti male. Azzardi qualche goffa mossa, ma sono tutte vane. Non ce la puoi fare. Eppure questa è la realtà, l’hai voluto tu. Quindi, un po’ per sopravvivenza e un po’ per testardaggine, ti convinci che se ti sforzi puoi risolvere questa situazione. Anzi, ti convinci che non ci sia nulla da risolvere, tutto va bene. Va bene trovarsi soli. Va bene guardare la vita sfrecciarti davanti agli occhi. Agli altri non pensi più, ormai  sono un mondo a parte. Sono andati avanti a vivere, loro. Non ti interessa di sapere come se la cavano, inspiegabilmente non li capisci più. Vivono su un altro pianeta, ormai. Parlano un’altra lingua. Ti crei il tuo bel piccolo mondo, mondo che non è altro che una nuvola di fumo. Almeno hai la parvenza di aver fatto qualcosa di positivo. Questa cosa ti far star bene, pensi di essere riuscita ad ottenere quello che volevi, quello che ti serve per vivere serenamente. Ma non appena provi a vivere in questa realtà, ti accorgi di quanto sia fottutamente sbagliata. Non ci stai bene, ti fa schifo. Ti fai schifo. Questo è quello con cui sei rimasta. Non hai più niente. Cioè, pensavi di aver tutto ciò che ti servisse per vivere, invece non è così. Sei tu, sola nella tua stanza. Bel mondo, eh? Eppure prima ti sembrava una vita da sogno. Non era quello che hai sempre desiderato? Ecco, dovresti essere felice. Invece, è un disastro totale, lo schifo. E adesso che si fa? Chiedere umilmente aiuto? Per carità! Nessuno saprebbe aiutarti, ti hanno sempre dato consigli inutili. Allora arranchi, vai a tentoni. Il tuo mondo fa acqua da tutte le parti. Cerchi di mettere pezze qua e là, ma sai che non può durare a lungo. Mandi dei segnali all’esterno e qualcuno li recepisce anche, ma sei troppo orgogliosa e testarda per ammettere di aver sbagliato. Non ce la fai, non ce la puoi fare. Ti dai mille colpe e ti butti a terra, ma non serve più a nulla. La tua vita non ha senso di essere vissuta. Per chi? A quale scopo? Stare in un letto non serve a nulla, né a te, né agli altri. Sei inutile, persino a te stessa. Non ti vergogni di essere caduta così in basso?
Gli stessi ed identici pensieri che logorano anche me, mi sembra di leggere qualcosa che avrei potuto scrivere io, mi ci rivedo in tutto.

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Messaggio  madotsuki Sab Feb 21, 2015 7:26 pm

chocoholic93 ha scritto:Buon pomeriggio a tutti. Sono una ragazza di 21 anni e sono nuova di questo forum.
Sto vivendo un periodo piuttosto difficile, è stato difficile anche solo rendersene conto. Oggi, sentendomi particolarmente giù di morale, ho cercato di mettere giù a parole quello che provo, che mi sta succedendo. Mi trovo bloccata in questo vicolo cieco e, magari, condividere con voi questo malessere può essermi d'aiuto.

vediamo se almeno riesco a mettere insieme quattro fottutissime parole. Sai com’è, ultimamente non mi riesce nulla. che poi, alla fine dei conti, non è solo ultimamente. Quante volte ho fallito? No, forse devo dire: quante volte mi sono arresa? perché per potermi permettere un fallimento devo almeno provarci, sforzarmi. Ma, NO, io non riesco neanche a fallire. Brutto, eh? Comodo nascondersi dietro a questa incapacità. Tu sta lì, seduta in poltrona, aspettando di vedere davanti a te passare il mondo, la vita, le cose belle, i sentimenti da condividere. E tu, mentre ciò accade, piangi. No, ti piangi addosso. Non ti accorgi neanche di quante opportunità ci siano per salire e far parte anche tu di quello che è il treno della vita, solo perché sei troppo impegnata a pensare quanto sia brutto rimanere giù, SOLA.  Sì, sola, perché gli altri, giustamente, vivono, vogliono vivere. Poi cosa succede? accade che ti incazzi come una iena con tutti gli altri, dai la colpa a loro, perché sei fermamente convinta che se tutto questo è accaduto, è solo colpa degli altri. Gli altri. Li vorresti fulminare tutti con lo sguardo, renderli consapevoli del tuo malessere. Tirare loro un calcio negli stinchi e chiedere che cosa hai fatto di male perché accadesse ciò. Ma loro non ti capiscono, anzi pensano solo che tu sia pazza. Insoddisfatta. Infelice. Ti guardano con quegli occhi compassionevoli, occhi di chi vorrebbe dirti che fai tanto pena, ma non lo fa, non si prende la briga. Si limita ad osservarti in silenzio. Poi, c’è qualche audace, cioè, che crede di esserlo, che ti viene a parlare. Crede di avere le parole giuste, la soluzione. Ti dice di smetterla di vivere così, che la vita è bella e va vissuta. Incredibilmente, queste banalità suscitano in te sentimenti molto contrastanti. Da una parte piangi, vuoi tanto tornare indietro e salire su quel maledetto treno, a costo di fare di tutto per poter prenderlo, come tutti. Dall’altra parte, ridi. Vorresti, per una seconda volta, prenderlo a ceffoni. Ma cosa si crede di essere? Ma pensa proprio di aver capito tutto dalla vita? Come si permette a venir qui e dirti queste cose? Cosa ne sa di quello che ti ha portato a rimanere a terra? Pensa di risolvere tutto facendo così? Almeno adesso è in pace con se stesso. Buon per lui. Che se ne torni a vivere la sua vita, quaggiù il tempo è morto. Poi, finalmente, rimani sola. La pace. Il silenzio all’esterno ti conforta, ti permette di dar voce a quello che hai realmente dentro. Mille emozioni diverse, che ti sconvolgono e travolgono. Emozioni che non riesci a gestire, ti spaventano. Forse, abbiamo tutte queste emozioni perché, in quanto individui fatti per per convivere con altri, dobbiamo condividerle. Sì, ma ora che sei sola, che te ne fai di queste emozioni? Finisci col farti male. Azzardi qualche goffa mossa, ma sono tutte vane. Non ce la puoi fare. Eppure questa è la realtà, l’hai voluto tu. Quindi, un po’ per sopravvivenza e un po’ per testardaggine, ti convinci che se ti sforzi puoi risolvere questa situazione. Anzi, ti convinci che non ci sia nulla da risolvere, tutto va bene. Va bene trovarsi soli. Va bene guardare la vita sfrecciarti davanti agli occhi. Agli altri non pensi più, ormai  sono un mondo a parte. Sono andati avanti a vivere, loro. Non ti interessa di sapere come se la cavano, inspiegabilmente non li capisci più. Vivono su un altro pianeta, ormai. Parlano un’altra lingua. Ti crei il tuo bel piccolo mondo, mondo che non è altro che una nuvola di fumo. Almeno hai la parvenza di aver fatto qualcosa di positivo. Questa cosa ti far star bene, pensi di essere riuscita ad ottenere quello che volevi, quello che ti serve per vivere serenamente. Ma non appena provi a vivere in questa realtà, ti accorgi di quanto sia fottutamente sbagliata. Non ci stai bene, ti fa schifo. Ti fai schifo. Questo è quello con cui sei rimasta. Non hai più niente. Cioè, pensavi di aver tutto ciò che ti servisse per vivere, invece non è così. Sei tu, sola nella tua stanza. Bel mondo, eh? Eppure prima ti sembrava una vita da sogno. Non era quello che hai sempre desiderato? Ecco, dovresti essere felice. Invece, è un disastro totale, lo schifo. E adesso che si fa? Chiedere umilmente aiuto? Per carità! Nessuno saprebbe aiutarti, ti hanno sempre dato consigli inutili. Allora arranchi, vai a tentoni. Il tuo mondo fa acqua da tutte le parti. Cerchi di mettere pezze qua e là, ma sai che non può durare a lungo. Mandi dei segnali all’esterno e qualcuno li recepisce anche, ma sei troppo orgogliosa e testarda per ammettere di aver sbagliato. Non ce la fai, non ce la puoi fare. Ti dai mille colpe e ti butti a terra, ma non serve più a nulla. La tua vita non ha senso di essere vissuta. Per chi? A quale scopo? Stare in un letto non serve a nulla, né a te, né agli altri. Sei inutile, persino a te stessa. Non ti vergogni di essere caduta così in basso?
Buonasera chocoholic, mi è piaciuto molto quello che hai scritto, io non sarei mai riuscita a scrivere così mentre ero in crisi depressiva, i pensieri fuggivano via, rimaneva soltanto quel bruciore nella gola, quel nodo grosso. Spesso ero talmente frustrata che l'unica cosa che riuscivo a fare era farmi del male, il sangue mi dava la prova che ero ancora viva, che andava tutto bene, e allo stesso tempo tutto andava a puttane con quel taglio, che si moltiplicava.. Quanto schifo che mi facevo.
Non vergognarti di stare così, di cadere in basso, non può venire bene tutto, tutti ci siamo arresi, io mi arrendo continuamente, per poi rialzarmi, ma cado e mi arrendo e mi faccio male. Mi sbuccio le ginocchia, e la ferita nel cuore si apre di più. E brucia quella ferita, lo sai. Non sei sola. Io mi sono creata un mondo mio, nella mia stanza, anni fa, ci ho vissuto a lungo, vivevo nell'amarezza e nella delusione, però mi sembrava perfetto il mio mondo, e gli altri? Non importa, ci sono solo io, sto bene così.
Scrivi se ti fa bene. Vomita quello che hai dentro. Ti abbraccio forte

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Messaggio  MythOpOiEsIs Sab Feb 21, 2015 9:10 pm


...pensavo a un modo esaustivo e "brillante" per risponderti, per mostrarti qualcosa che niente, nemmeno la depressione può cancellare: la possibilità. Perchè, ci piaccia o non ci piaccia, vivere è dischiudere sempre nuove possibilità. Finchè il tuo cuore batterà, finchè avrai qualcosa da dire, o anche da tacere, sotto quella ghiaccia di mutismo e isolamento apparentemente impossibile a incrinarsi, scorrerà il fiume della vita; e ogni fiume da qualche parte deve pur sfociare. Questo per dirti che se anche ora tutto ti sembra appiattito, e quelle dannate quattro mura sembrano soffocare il tuo sguardo, e il loro cemento sembra lo stesso cemento che impasta la tua lingua col palato, in realtà c'è ancora tutto - dannatamente tutto - da giocare per la tua vita. Hai ventuno anni, e tutta una vita davanti. Come uscire da questa tenaglia? Dai forma al tuo dolore.

Il dolore, persino quando si dà come assenza di dolore, è sempre dolore. E deve prendere forma, sempre. Non importa come, non importa se bene o male: deve oggettivarsi, deve starti davanti per essere visto, capito fino in fondo, e alla fine superato. Finchè questo non accadrà, non riuscirai a vedere il tuo futuro come tuo, e forse crederai davvero che il futuro, o meglio quello che per "gli altri" è il futuro, non esista.


Ti lascio uno spunto, un piccolo OT, per provare a darti la misura di quello che intendo.


https://www.youtube.com/watch?v=bJXXTAdwkzY


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Messaggio  Marchese Mar Mar 10, 2015 11:04 pm

Sono a casa, piango da circa due ore, da solo in camera mia mentre i coinquilini ridono e scherzano allegramente in cucina. Incastrato in quel circolo vizioso che ti scatena dei sensi di colpa insopportabili se solo azzardi a dirti "alzati e distraiti". Decido quindi che se non riesco a combatterla posso quanto meno provare ad assecondarla: apro Google e cerco depressione, forum. Sfoglio qualche pagina di questo sito e il numero di risposte per ogni thread mi conferma di essere finito nel posto giusto: un covo di demotivati che cercano conforto, che ogni tanto si sfogano, e che quando leggono i post altrui per una frazione di secondo sono vittime di un impeto di passione nella quale vorrebbero dire la loro, ma neanche il tempo di raggiungere il pulsante "rispondi" con il mouse che l'entusiamo se n'è già andato a ramengo ("tanto a cosa serve..."). Almeno incappo nella tua "riflessione": stupenda. Ti ringrazio per questo palliativo, ne godrò a pieno finché fa effetto, finché la realtà non deciderà di farsi nuovamente viva per ricordarmi che no, non sono adatto a stare con le altre persone, non ne sono degno evidentemente, non ho gli strumenti per giocare con loro.

Buon viaggio a tutti, comunque vada

Marchese

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Messaggio  Ganimede50 Mer Mar 11, 2015 1:48 am

Marchese ha scritto:Sono a casa, piango da circa due ore, da solo in camera mia mentre i coinquilini ridono e scherzano allegramente in cucina. Incastrato in quel circolo vizioso che ti scatena dei sensi di colpa insopportabili se solo azzardi a dirti "alzati e distraiti". Decido quindi che se non riesco a combatterla posso quanto meno provare ad assecondarla: apro Google e cerco depressione, forum. Sfoglio qualche pagina di questo sito e il numero di risposte per ogni thread mi conferma di essere finito nel posto giusto: un covo di demotivati che cercano conforto, che ogni tanto si sfogano, e che quando leggono i post altrui per una frazione di secondo sono vittime di un impeto di passione nella quale vorrebbero dire la loro, ma neanche il tempo di raggiungere il pulsante "rispondi" con il mouse che l'entusiamo se n'è già andato a ramengo ("tanto a cosa serve..."). Almeno incappo nella tua "riflessione": stupenda. Ti ringrazio per questo palliativo, ne godrò a pieno finché fa effetto, finché la realtà non deciderà di farsi nuovamente viva per ricordarmi che no, non sono adatto a stare con le altre persone, non ne sono degno evidentemente, non ho gli strumenti per giocare con loro.

Buon viaggio a tutti, comunque vada


Marchese, sei un figo! In poche righe hai espresso un mondo!
No, non è che tu non sia adatto a stare con gli altri, non è che tu non ne sia degno o ti manchi qualcosa... sei solo un testa di rapa, come me! Smile Qua la mano fratello!

Ganimede50

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Data d'iscrizione : 14.02.15

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