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Messaggio  Ghebs Gio Nov 15, 2012 10:49 pm

Buonasera a tutti, mi chiamo Gabriele.
Soffro di depressione da più o meno 10 anni ma è la prima volta che trovo il coraggio per scrivere qualcosa in un forum. ho scoperto di soffrire di questa patologia circa un anno fa, prima era l'ansia a dominare totalmente la mia vita. Non potevo sapere che sotto il sudore eccessivo, le mani che tremano e il collo duro come il marmo si nascondesse qualcosa di più profondo. Sono stato da molti dottori si, se è quello che vi state chiedendo, ma non sono stato molto fortunato evidentemente visto che non hanno diagnosticato la depressione o in alternativa io non sono stato completamente sincero sui miei stati d'animo e via dicendo non permettendo ai dottori di far bene il loro lavoro.
Bè insomma, non starò qui ad annoiarvi entrando nel dettaglio della mia malattia, premettendo che non è gravissima nel senso che si sto male da tanti anni e soffro molto ma alterno periodi molto bui a periodi in cui riesco a combattere il problema efficacemente, trovando stimoli e quant'altro.
Vi scrivo per sapere da voi, ringraziandovi anticipatamente per l'ascolto, se esistono dei rimedi alternativi ai farmaci. Ho provato varie terapie farmacologiche negli anni, sia contro l'ansia che contro la depressione e sicuramente stavo molto meglio durante i periodi d'assunzione ma una volta terminata la terapia tornavo sempre a star male, magari dopo qualche mese. Vorrei evitare di buttar giù medicine per tutta la vita, vorrei qualcosa che mi dia una mano, consapevole del fatto che già da solo combatto ( sempre a periodi) piuttosto bene. Qualcosa di naturale magari, mi piacerebbe provare lo yoga o tante altre cose ma inutile che vi dica che l'ansia mi blocca. Trovarmi in mezzo a tante persone che non conosco a sudare come un pazzo e a tremare non mi fa venir voglia diciamo Wink Spero che qualcuno di voi, magari più esperto, possa consigliarmi qualcosa.

Vi ringrazio ancora in anticipo.

Un abbraccio a tutti.

G.

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Messaggio  nausiche84 Ven Nov 16, 2012 9:47 am

Ciao Gabriele
potresti tentare con la psicoterapia cognitiva.
E' una terapia che si basa sulla comprensione dei pensieri disfunzionali che determinano l'umore depresso o l'ansia o chicchessia..
Se non ne hai mai sentito parlare puoi fare una breve ricerca per capire di cosa si tratta e come funziona.
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Messaggio  Ghebs Ven Nov 16, 2012 2:37 pm

...e grazie del messaggio. Leggendo un pò di post precedenti ho trovato un pò di risposte alla mia domanda, quindi chiedo scusa per aver tirato fuori un tema già trattato, so che nei forum non è visto di buon grado ma non è stato semplice per me già di per se scrivere e non ho pensato adeguatamente.
Vorrei però tirar fuori un altro problema se così si può chiamare che riguarda oltre che alla scelta della terapia da seguire anche la decisione del terapeuta. Scrivo questo perchè in passato non ho avuto buone esperienze, tante volte mi sono trovato davanti persone che fingevano di capire, fingevano interesse, persone che superficialmente hanno diagnosticato cose sbagliate o peggio non l'hanno proprio fatto evitando di andare a fondo nelle questioni. Sono stato fino ad ora, a partire dall'età di 16 anni, da quattro specialisti diversi. La prima, una psicologa che già da anni faceva questo mestiere, dopo circa tre mesi di sedute e dopo aver confidato a mia madre che se continuavo così sarei diventato matto da legare mi ha spedito da una psichiatra sua amica. Inutile raccontare la preoccupazione di mia madre in quel periodo, che si sente dire una cosa del genere quando si, stavo male, e anche tanto ma non da perdere completamente la testa o dare questa impressione. A posteriori, ora che sono passati molti anni, mi rendo conto che è andato tutto esattamente al contrario di come lei pensava solo che il dolore e la paura di mia madre e le ripercussioni che quella frase poi ha avuto anche su di me restano ben delineati nelle nostre anime.
La psichiatra che poi mi ha rpeso in cura mi ha trasformato in un vegetale, riempiendomi di farmaci e aumentando il dosaggio con tutto che nei DIECI minuti di seduta settimanale le raccontavo che quelle medicine mi facevano stare molto peggio, rendendomi totalmente apatico. Venni poi a sapere che lei prendeva degli incentivi su quel farmaco in particolare, lo promuoveva se così si può dire ma a rimetterci fui sempre io. Il terzo specialista fu uno psichiatra di Catania, un dottore incredibilmente altezzoso che aveva appena scritto un libro ( che ovviamente ci vendette, con tutto che neanche la mia professoressa di italiano riuscì a interpretarlo da tanto era scientifico il linguaggio usato all'interno). Lui, come le altre due, non si accorse minimamente della depressione, cercando di guarirmi l'ansia e prescrivendomi una lunghissima terapia di ricostituenti del sistema nervoso che si, mi fece bene nel senso che stetti meglio ma non risolse assolutamente il mio problema.
L'ultima, anzi gli ultimi due, padre e figlia, sono "entrati nella mia vita" circa un anno fa. Non posso dire di essermi trovato male con questa, posso dire che non mi sono trovato affatto dato che era una sorta di monologo in cui parlavo io tutta la seduta, lei ascoltava annuiva e ogni tanto dava delle conclusioni che non mi erano di nessun aiuto. Riuscì però a convincermi che avevo bisogno per affrontare questa scalata di un aiuto farmacologico e così mi mandò da suo padre che diagnosticò la depressione mascherata. L'ansia era una conseguenza insomma. E via coi farmaci che mi fecero bene si, li presi tra l'altro a dosaggi blandi e dopo 6 mesi la conclusi trovandomi poi a stare come all'inizio. Ne' più nè meno ( ecco il perchè della mia domanda sulle terapie alternative).
Il mio quesito è, e mi rivolgo a voi, sperando di sentire qualche vostra esperienza, di avere qualche suggerimento su come si fa a scegliere uno specialista che possa davvero aiutarmi. Mi rendo conto che probabilmente sono stato sfortunato, che sicuramente non sono tutti dei ladri approfittatori, ma è inutile che vi dica che essendo rimasto così scottato la mia paura di sbagliare ancora è grande. E' grande perchè come ben sapete le sedute costano caro, e non posso provare tutti gli psicoterapeuti della mia città per trovare quello giusto. Non so a chi chiedere perchè ogni persona con cui parlo di queste tematiche dopo comincia a guardarmi con occhi diversi, con tutto che fino a prima magari eravamo amici o presunti tali. Ormai sono maturato, ho comprato una casa, sto con una ragazza magnifica un cane e tre gatti. Ma soffro molto, soffro perchè vorrei essere davvero me stesso in tutte le situazioni, vorrei stare bene, senza questa maledetta sensazione che divora l'interno, vorrei stare bene perchè quando succede tutto intorno a me esplode, che sia il lavoro, il rapporto con la mia fidanzata, la vita in generale, esplode di colori e quando invece ritorno nel baratro tutto si tinge di nero e anche tutto quello che mi circonda appassisce. Sento di esserci vicino, a volte, ma di non avere quel qualcosa, qualcuno che mi aiuta nel mio percorso, che mi mostra la strada quando la perdo.

Scusate lo sfogo.

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Messaggio  merla Ven Nov 16, 2012 3:53 pm

In linea di massima non credo esistano criteri generali per trovare uno psicoterapeuta adatto: è un fattore soggettivo, anche perché una terapia si basa molto sulla fiducia reciproca, e quindi sulla capacità tua di aprirti con quella persona, su quanto ti affidi e su quanto il rapporto sia tale da reggere eventuali attriti o momenti di sfiducia che generalmente nel corso di una terapia, capitano.
Io ho trovato la mia terapeuta con il passaparola (neanche direttamente, perché io mi ero rivolta a uno psicoterapeuta con cui lei collabora, ma che tiene soltanto più terapie di gruppo), ma ovviamente non può essere una garanzia dell'intesa che può scattare o meno.

Non so se può consolarti, ma alcune delle esperienze che hai raccontato forse non sono così tragiche: alla fine dei conti diagnosticare o meno la "depressione" e curarti o meno per quella o per l'ansia, non dovrebbe fare molta differenza. È vero che gli psicofarmaci hanno delle indicazioni abbastanza precise, però, almeno per la mia esperienza, le due cure sono sostanzialmente equivalenti e l'ansia è frequentemente un sintomo della depressione. Conta anche che una diagnosi viene più o meno fuori alla luce anche della tua anamnesi, per cui forse l'ultimo medico ha valutato anche i tuoi episodi precedenti e in base a quello ha parlato di depressione.
Oltretutto anche a me è capitato che venisse curata in occasione dei primi episodi l'ansia e successivamente si passasse a una cura più strutturale, con degli antidepressivi.
A parte la prima psichiatra, quando è possibile, un medico tende a dare la cura più leggera, sperando di avere dei risultati. In ogni caso la medicina, e tanto meno la psichiatria, non sono scienze esatte.
E anche relativamente al tuo ultimo medico: francamente è molto difficile che una depressione curata farmacologicamente passi dopo soli sei mesi. Forse è stata mancanza di chiarezza da parte sua o forse anche lui ha sperato che bastasse, però in genere una terapia antidepressiva ha una durata di almeno un anno, proprio perché con tempi inferiori sono frequenti le ricadute.

merla

PS: Non preoccuparti di fatto domande a cui si era già risposto. Il numero di utenti qui è piuttosto limitato e non è un problema
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Messaggio  Ghebs Ven Nov 16, 2012 7:53 pm

Ciao Merla, grazie per la risposta.
E' vero quello che dici, forse non tutte le esperienze sono così tragiche e sono cmq dell'idea che tutto insegna, ti fa crescere per diventare migliore. Anche e soprattutto le disgrazie.
Certo è che in quasi tutti i casi ho trovato molta superficialità. Può davvero una seduta durare 10 minuti? Che cosa può realmente capire un dottore in quel lasso di tempo così piccolo? Si può proporre una cura a un paziente solo perchè da quel farmaco si guadagnano dei soldi o farlo senza dare il giusto tempo per capire bene il problema? secondo me no, perchè si parla di tematiche molto complicate con molte sfaccettature che a mio avviso andrebbero prese in considerazione. Per questo ho molto timore, ma per fortuna ora sono molto più grande e più lucido per poter seriamente valutare le cose che mi vengono proposte e le persone con cui parlo.
in sostanza ho preso un appuntamento con un altro terapeuta, chiamando a caso, non avevo molte alternative.
vedremo come va Wink

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Messaggio  Niklaswolf Ven Nov 16, 2012 8:14 pm

Ciao Ghebs, benvenuto

pur in un periodo decisamente più breve ho vissuto un'esperienza simile alla tua, piuttosto dirompente direi, considerando che mi ha lasciato degli strascichi per mesi aggravando un problema che inizialmente era solo di sofferenza psicologica
Il primo psichiatra che mi ha visitato aveva diagnostica dopo solo 20 minuti di visita, affibbiandomi un farmaco che mi ha conciato per bene e associandone un altro dopo che ha completato l'opera (psicosi, tremori epilettici, attacchi di panico, ansia, ....)
Credo si fosse sbagliato perchè dopo aver cambiato medico e terapia (e diagnosi) mi sono (ri)sistemato, anche grazie all'aiuto della psicologa con la quale mi sono trovato e mi trovo tuttora bene
Per quanto attiene a "cure alternative", esistono degli integratori contenenti iperico, griffonia, passiflora e valeriana, autolisati di pesce e magnesio, melatonina; chiariamo, NON sono un medico, NON vendo quei prodotti, quindi NON mi assumo responsabilità NE' te li sto consigliando; io li ho provati, gli ultimi tre li uso, gli altri li riproverò perchè inizialmente non hanno funzionato; dovrebbero agire migliorando il funzionamento del sistema nervoso, contro l'ansia e gli stati di stress, ma non sono medicinali, quindi sono meno "potenti"; ammesso che abbiano effetto possono richiedere tempi più o meno lunghi (un mese, due, tre...) anche in funzione di quanto il nostro organismo "recepisce" queste sostanze, oltre al grado di sofferenza in cui si è; i primi quattro sembra sia meglio non assumerli se già si prendono i farmaci
Personalmente credo si possa provarli e usarli se funzionano, magari dopo essersi informati un po' e con la giusta cognizione di causa; con queste premesse possono dare una mano in affiancamento alla terapia psicologica, che nel mix dovrebbe essere lo strumento principale per uscirne...
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Messaggio  Ghebs Ven Nov 16, 2012 8:31 pm

Immaginavo di non essere l'unico ad aver provato esperienze simili, d'altronde il psicoterapeuta prima di essere dottore è anche uomo con tutte le conseguenze che ciò può comportare. credo che specialisti che si comportano come tu hai descritto e come io ho provato sulla mia pelle dovrebbero essere radiati dall'albo. Si gioca con il futuro delle persone in fondo, un errore può rovinare molti anni dell'esistenza di una persona, e il tempo non torna mai indietro. Detto questo, innanzitutto sono felice che le cose siano migliorate poi nella tua vita, come è accaduto anche nella mia. Credo bisogna sempre ricordare che anche in questa malattia esistono i periodi, alcuni davvero ingestibili e cupi, altri leggermente più sopportabili, in cui si riesce a trovare idee e forze per migliorarsi e per convivere col mondo e la società. Tante volte basta accettare. Acettare di essere depressi credo sia la cosa più difficile che ho dovuto affrontare...
Grazie per i consigli sugli integratori, era proprio quello che cercavo e volevo sapere. Un input per poi andar ad informarmi meglio per trovare qualcosa che possa un minimo aiutarmi. Perchè sento in questo momento di non avere bisogno di farmaci, di potercela fare da solo magari appunto leggermente aiutato da qualcosa che per lo meno plachi i sintomi fisici soprattutto dell'ansia. Certo ne parlerò anche con lo psicoterapeuta che vedrò la prossima settimana. Cercavo proprio qualcosa di poco potente che non fosse un medicinale Wink
Giustamente farò come dici, con cognizione di causa mi informerò e valuterò se possono realmente essermi utili.
Davvero grazie del consiglio e del messaggio.

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Messaggio  merla Sab Nov 17, 2012 10:44 am

Ghebs ha scritto:Ciao Merla, grazie per la risposta.
E' vero quello che dici, forse non tutte le esperienze sono così tragiche e sono cmq dell'idea che tutto insegna, ti fa crescere per diventare migliore. Anche e soprattutto le disgrazie.
Certo è che in quasi tutti i casi ho trovato molta superficialità. Può davvero una seduta durare 10 minuti? Che cosa può realmente capire un dottore in quel lasso di tempo così piccolo? Si può proporre una cura a un paziente solo perchè da quel farmaco si guadagnano dei soldi o farlo senza dare il giusto tempo per capire bene il problema? secondo me no, perchè si parla di tematiche molto complicate con molte sfaccettature che a mio avviso andrebbero prese in considerazione. Per questo ho molto timore, ma per fortuna ora sono molto più grande e più lucido per poter seriamente valutare le cose che mi vengono proposte e le persone con cui parlo.
in sostanza ho preso un appuntamento con un altro terapeuta, chiamando a caso, non avevo molte alternative.
vedremo come va Wink

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In realtà, anche se forse mi sono espressa male, io non intendevo mettere l'accento sul fatto che non sono esperienze così tragiche, ma sul fatto che sono situazioni che succedono frequentemente e che, quando è possibile, si possono un po' tacconare informandosi, pretendendo spiegazioni, ecc. ecc.
Neanche io ho esperienze tanto felici, in parte che mi toccano direttamente, ma soprattutto riguardo al mio ragazzo che, per una depressione è stato totalmente imbottito di farmaci e ridotto a una larva, finché non ha trovato un terapeuta a cui si è poi affidato completamente.
È evidente come nei momenti peggiori il paziente possa non essere in grado di valutare criticamente la cura che gli viene proposta e, soprattutto nel caso del disagio psichico, possa essere talmente in confusione mentale da aver bisogno di qualcuno a cui affidarsi completamente. Però in sé il medico (e il terapeuta, magari in misura minore perché parte del suo lavoro è rendersene conto) è un medico che ti propone l'approccio in cui crede (e se non ci credesse sarebbe peggio) e le considerazioni in merito alle terapie alternative o riguardo al fatto che in certi casi forse sarebbe più ""terapeutico"" lasciare che la persona attraversi una certa dose di dolore e malessere per superare il problema (questa è proprio una considerazione di carattere più psicologico che psichiatrico) esulano dal suo ruolo di medico. Credo che a volte sia un po' un nostro retaggio culturale, l'idea che il medico abbia la missione di curare il paziente: in parte è vero ma nei limiti del suo approccio, insomma il ruolo del medico è "curare il paziente secondo le proprio conoscenze", per cui sarebbe forse più saggio tenere presente questa delimitazione e non aspettarsi, ad esempio, che il medico consigli una psicoterapia, piuttosto che lo yoga o la melatonina o che proponga un approccio diverso dall'aggiungere o cambiare farmaco. Quando capita di incontrare una medico più curioso e aperto ad altre tecniche, tanto meglio.

Poi, personalmente, io non conosco nessuno che sia "guarito" soltanto prendendo psicofarmaci: ne conosco diversi, anche attraverso questo forum, che con i farmaci sono riusciti ad affrontare i periodi peggiori della malattia, altri che grazie ai farmaci riescono a vivere bene e non hanno difficoltà a continuare a prenderli, ma neanche uno che come terapia abbia solo preso farmaci, non abbia introdotto altri cambiamenti nella sua vita (anche solo per capire cosa inneschi il malessere) e poi per un tempo ragionevolmente lungo non abbia avuto ricadute. Non sono l'istat, le persone che conosco sono in numero limitato, né intendo demonizzare i farmaci, mi limito a parlare per la mia esperienza.

Per inciso: le sostanze naturali (iperico, valeriane, ecc. ecc.) e le medicine omeopatiche, sicuramente hanno effetti collaterali minori rispetto ai farmaci. TIeni conto che a volte (ad esempi nel caso dell'iperico) in concomitanza con l'uso di farmaci allopatici può essere pericoloso e che hanno meccanismi d'azione (le erbe, non quelli omeopatici) non così diversi dai farmaci. C'è stato un periodo in cui prendevo la valeriana in quantità industriali e, in certe quantità, sale.. Smile.
Insomma, attento. In compenso, se avessi voglia di provare a fare yoga o magari la mindfulness, potresti apprendere delle ottime tecniche per gestire l'ansia.
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Messaggio  nausiche84 Sab Nov 17, 2012 8:44 pm

probabilmente qualcuno ne ha già fatto accenno, se è così lo ripeto: un aiuto nella cura della depressione lo da anche l'esercizio fisico: perchè stimola il rilascio di endorfine e di serotonina ed aiuta ad accrescere l'autostima.

Io credo che i disturbi psicologici richiedono sempre l'azione su più fronti, non basta solo prendere farmaci o solo andare dallo psicologo.. Bisogna agire su più livelli, ma questa azione è anche soggettiva. Magari ciò che va bene per una persona, non va bene per un'altra.. Bisogna tentare le varie strade e trovare il mix giusto per se stessi e ovviamente l'informazione gioca il suo ruolo fondamentale per decidere.. Peccato che gli specialistici si sprechino poco in questo..
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Messaggio  Ghebs Dom Nov 18, 2012 1:44 pm

...hai sicuramente ragione in tutto quello che dici. Il ruolo del medico deve essere quello di supportare il paziente nel suo cammino di guarigione e lo fa tramite le sue conoscenze più o meno limitate. E' vero che non ci si può aspettare di sentir parlare di terapie alternative, perchè non è il suo compito e via dicendo ma quello che secondo me dovrebbe essere ovvio e che invece non lo è è la maturità con cui il terapeuta affronta a volte delle situazioni che non è propriamente in grado di gestire. Insomma, quando si vede che non si riesce a dare il giusto contributo bisognerebbe avere la responsabilità anche di lasciare il paziente, indirizzarlo verso altre persone che forse sono più in grado di aiutare. Come è stato detto, il rapporto con il terapeuta dovrebbe essere molto intimo, di rispetto, deve esserci una sinergia...se questa non arriva continuare credo sia inutile...
Tralasciando questo, mi rivolgo ora a quello che ha scritto Nausiche84, devo convenire con te, l'attività fisica sicuramente aiuta e molto anche, come la meditazione è anche un'arma potentissima per imparare a placare la mente in subbuglio. Purtroppo, soffrendo fortemente d'ansia, per me è difficilissimo frequentare posti con molta gente e questo mi impedisce di iniziare nuovi corsi in cui apprendere lo yoga per esempio. Certo, l'attività fisica si può fare anche da soli, ed è inutile che vi dica che quando sto più o meno bene riesco a trovare la forza per uscire e farmi una corsa quando sono nei periodi bui non ho voglia neanche di farmi una doccia figuriamoci di far attività fisica. Sono quelle lame a doppio taglio, perchè sai che fare una certa cosa ti farà stare bene ma non riesci proprio a farla, c'è quel qualcosa dentro che non ti molla e ti obbliga a stare sul divano a fissare uno schermo. Con la meditazione per me è uguale. Ci sono momenti in cui mi siedo, metto una musica rilassante e cerco di "non pensare". Praticamente impossibile, mi chiedo spesso come fanno in tanti a praticare una cosa del genere per ore quando io faccio fatica a quietare i miei pensieri per 1 minuto. Certo, forse due o tre volte nella mia vita sono riuscito a "meditare" (metto tra virgolette perchè prob non ho ancora idea di cosa voglia dire quella parola realmente ma è tanto per intenderci) per 7 8 9 o 10 minuti e capisco perchè le persone lo fanno, che cosa significa essere equilibrati dentro, qual'è la sensazione a cui ambiscono.
Quello che di mio posso consigliare, che in tanti momenti di crisi mi è stato per lo meno utile, è l'utilizzo di un mantra quando la mente non ha intenzione di smettere di parlare. E' un concetto molto semplice, se la mente vaga dove vuole e non sei in grado di controllarla obbligala ad andare su e giù per un palo. Falle ripetere in continuazione una parola, due al massimo, possibilmente che portino benessere come "amore" come "serenità" come equilibrio". Questo aiuta a calmare la mente, perchè dopo qualche minuto ripeterà da sola quella parola, senza che siamo noi a comandarla. Questa pratica mi sento di consigliarla perchè con me funziona, non ha effetti collaterali e provare una volta non costa nulla.

Grazie per le risposte e per l'intelligente discussione che sta venendo fuori.

G.

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Messaggio  merla Dom Nov 18, 2012 2:07 pm

Ghebs ha scritto: Con la meditazione per me è uguale. Ci sono momenti in cui mi siedo, metto una musica rilassante e cerco di "non pensare". Praticamente impossibile, mi chiedo spesso come fanno in tanti a praticare una cosa del genere per ore quando io faccio fatica a quietare i miei pensieri per 1 minuto. Certo, forse due o tre volte nella mia vita sono riuscito a "meditare" (metto tra virgolette perchè prob non ho ancora idea di cosa voglia dire quella parola realmente ma è tanto per intenderci) per 7 8 9 o 10 minuti e capisco perchè le persone lo fanno, che cosa significa essere equilibrati dentro, qual'è la sensazione a cui ambiscono.

Però è un traguardo decisamente alto "non pensare" per una persona che inizia ad avvicinarsi alla meditazione. Smile

All'inizio conviene concentrarsi sul proprio respiro, osservando le diverse fasi del respiro, prendendo coscienza delle diverse parti del corpo che si muovono, e/o sul proprio corpo, magari facendo una specie di scansione mentale dalla punta dei piedi fino alla testa.
Ovviamente all'inizio, i pensieri che hai torneranno a distogliere la tua concentrazione. ma è una cosa normale che è accaduta anche alle persone che effettivamente meditano. Con la pratica e la costanza, magari scegliendo qualche esercizio per principianti (e in rete ce ne sono moltissimi) e facendolo pedissequamente (in queste pratiche all'inizio seguire passo passo è molto d'aiuto) si arriva poi a essere in grado di controllare meglio i propri pensieri e quindi di gestire, individuare e allontanare meglio anche quelli più disturbanti.
È però una cosa che viene con il tempo e con la costanza.
Se non ti interessa in sé lo yoga nella sua concezione più ampia, secondo me non hai bisogno di fare un corso con altre persone, ma esercitarti da solo potrebbe davvero portarti a ottimi risultanti.
Solo, davvero, non pretendere troppo da stesso: è inevitabile che all'inizio non si riesca e arrivino pensieri di qualsiasi tipo a distoglierci da quello su cui ci stiamo concentrando. Si tratta di prenderne atto e riportare l'attenzione su quello su cui ci eravamo concentrati. Pian piano si diventa sempre più abili in questa operazione e per l'ansia è sicuramente un toccasana.
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Messaggio  Ghebs Dom Nov 18, 2012 2:16 pm

...che all'inizio i pensieri ci siano e che non permettano la riuscita piena degli esercizi. come tutte le cose è la disciplina, l'esercizio ad avvicinare gli obiettivi...ma non avendo volontà sufficiente per portare avanti un progetto, una disciplina, mi accontento per ora di quei piccoli risultati che ottengo saltuariamente Wink
pian piano, come dici tu Merla...ed è vero...è un toccasana per l'ansia...

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Messaggio  nausiche84 Dom Nov 18, 2012 3:33 pm

Gabriele ti do perfettamente ragione sul fatto che ci sono specialisti che non sanno mollare il paz o condividere il probl cn professionisti di un altro campo quando si presenta un probl che richiederebbe un intervento diverso o su più fronti.. Questo è il grosso probl che esiste spesso tra psichiatri e psicologi che continuano a farsi la guerra, piuttosto che arrivare a maturare l'idea che trattando di disturbi complessi, scatenati da molteplici cause, sarebbe il caso di collaborare..
C'è poi il probl dei medici di base che tendono ad inviare il paziente subito dallo psichiatra, piuttosto che offrirgli più possibilità.. Non ti dico quando poi sono loro a voler curare la persona.. Io soffro di stress, dormo poco, ho emicrania, ecc.. Il mio medico di base voleva darmi un ansiolito.. Ora, dato che già mi sento stanca di mio perchè dormo poco, se prendevo un ansiolitico sarei andata proprio in coma!! Queste sono diagnosi superficiali..

Sul metodo che hai proposto di ripetere delle parole per qualche minuto, io personalmente non me la sento, perchè tra le mie paure c'è il disturbo ossessivo-compulsivo. Non vorrei che all'improvviso mi si bloccasse il meccanismo e non riuscissi a smettere più di ripetere delle parole...! Laughing
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Messaggio  merla Dom Nov 18, 2012 5:59 pm

nausiche84 ha scritto:Gabriele ti do perfettamente ragione sul fatto che ci sono specialisti che non sanno mollare il paz o condividere il probl cn professionisti di un altro campo quando si presenta un probl che richiederebbe un intervento diverso o su più fronti.. Questo è il grosso probl che esiste spesso tra psichiatri e psicologi che continuano a farsi la guerra, piuttosto che arrivare a maturare l'idea che trattando di disturbi complessi, scatenati da molteplici cause, sarebbe il caso di collaborare..
C'è poi il probl dei medici di base che tendono ad inviare il paziente subito dallo psichiatra, piuttosto che offrirgli più possibilità.. Non ti dico quando poi sono loro a voler curare la persona.. Io soffro di stress, dormo poco, ho emicrania, ecc.. Il mio medico di base voleva darmi un ansiolito.. Ora, dato che già mi sento stanca di mio perchè dormo poco, se prendevo un ansiolitico sarei andata proprio in coma!! Queste sono diagnosi superficiali..

Adesso introduco la variabile impazzita.. Very Happy

Premesso che io condivido che esistono e probabilmente sono la maggior parte i medici che non escono dal loro tipo di approccio e che non cambiano il paziente, a volte (e fondamentalmente alla luce delle mie esperienze, non sto salendo sul pulpito.. Smile) il pensare che il medico stesso dovrebbe proporti altri approcci è abbastanza utopistico. Già nella scelta di rivolgersi a un medico oppure a uno psicologo o a un insegnante yoga o a un omeopata, c'è una scelta di campo mia.

Se, ad esempio, in seguito a una sofferenza molto forte successiva a un lutto, vado dal medico è per avere una soluzione medica, se invece magari vado dal prete mi aspetto un conforto di tipo spirituale.
Mi sembra inutile e in certo senso anche limitante, ad esempio, starci male per l'episodio che hai raccontato. Nel momento in cui soffro di insonnia e mi rivolto a un medico di base, la risposta standard saranno farmaci e/o visita specialistica, che sono le soluzioni "mediche". Se per caso mi fornisse un altro tipo di consiglio, forse umanamente mi sarebbe più vicino, ma il tutto esulerebbe dal suo ruolo di medico e si passerebbe all'ambito della sua esperienza umana, che alla fine dei conti può essere pari o inferiore a quella del vicino di casa o del mio verduriere.

Mi riallaccio anche all'altro post: forse sì, forse ci sono medici che fanno gli interessi delle case farmaceutiche, e forse il DSM è redatto per fare un piacere alle case farmaceutiche (personalmente mi sembra un'opinione manichea, ma va bene). Però è sempre il singolo a scegliere come curarsi. Se da una parte è vero che il disagio psichico è limitante anche nella capacità di scelta perché quando si sta male è difficile, al tempo stesso delegare la propria libertà di cura (e per me aspettarsi che il medico consigli cure omeopatiche o terapie alternative, vuol dire delegare e alla persona sbagliata) è pericoloso perché si rinuncia alla propria responsabilità e al proprio potere d'azione su se stessi ed è pericoloso perché in linea di principio va a intaccare la libertà di cura.

Siamo sempre e solo noi a scegliere come e quando curarci, altrimenti perdiamo l'individualità e diventiamo una società di automi.
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Messaggio  Niklaswolf Dom Nov 18, 2012 6:26 pm

merla ha scritto:Mi riallaccio anche all'altro post: forse sì, forse ci sono medici che fanno gli interessi delle case farmaceutiche, e forse il DSM è redatto per fare un piacere alle case farmaceutiche (personalmente mi sembra un'opinione manichea, ma va bene).
Il DSM non è redatto "solo" per le case farmaceutiche ma sembra che esistano problemi legati alla ricerca che spesso è finanziata e condotta direttamente dalle stesse imprese che vorranno commercializzare il prodotto con una sorta di "autodeterminazione referenziale" del proprio mercato (cioè si crea il mercato=nuova malattia da curare perchè c'è un prodotto nuovo da vendere), al posto della "eterodeterminazione", cioè la malattia esiste e serve un prodotto; posti questi due stremi, di mezzo ci sono comportamenti che vanno dall'uno all'altro... Smile (per cui il DSM è sia un manuale di cura, sia un modo per creare dei mercati nuovi, come l'iperattività o il deficit di attenzione.......)

merla ha scritto:Però è sempre il singolo a scegliere come curarsi. Se da una parte è vero che il disagio psichico è limitante anche nella capacità di scelta perché quando si sta male è difficile, al tempo stesso delegare la propria libertà di cura (e per me aspettarsi che il medico consigli cure omeopatiche o terapie alternative, vuol dire delegare e alla persona sbagliata) è pericoloso perché si rinuncia alla propria responsabilità e al proprio potere d'azione su se stessi ed è pericoloso perché in linea di principio va a intaccare la libertà di cura.

Siamo sempre e solo noi a scegliere come e quando curarci, altrimenti perdiamo l'individualità e diventiamo una società di automi.
Credo che la questione non sia solo lo sciegliere, su cui ti do piena ragione, ma che esista un problema di affidamento allo specialista che dovrebbe darci una mano; ed è quello che ho fatto io, mi son fidato di un medico che mi ha dato dei farmaci sbagliati, per una diagnosi errata (cosa confermata poi successivamente da altri due specialisti in tempi distinti); io non ho scelto di non scegliere ma certo non potevo stabilire io se e quali farmaci adottare, mi son fidato, l'avessi mai fatto! Ma non potevo fare altrimenti; mi spiego: posso contestare il mio medico di base se mi da il gentalyn per curare una dermatite, ma non uno psichiatra che mi da il farmaco che ritiene opportuno
Col senno di poi non avrei dovuto prendere dei farmaci per una diagnosi fatta dopo solo 20 minuti di colloquio, ma facile a dirsi, all'epoca credevo mi servissero e che lo psichiatra sapesse cosa faceva....e io sono uno che per natura non si fida....più scrivo e rileggo e più mi domando se tu non abbia ragione e basta! Smile
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Messaggio  nausiche84 Dom Nov 18, 2012 6:26 pm

merla credo che tu abbia portato un pò all'estremo il mio ragionamento o forse non mi sono spiegata bene.. Io non ho detto che bisogna delegare al medico la scelta della cura..
Il primo punto di partenza è questo: i disturbi psicologici hanno un'eziologia complessa, cioè essi insorgono per l'incontro di diversi fattori che vanno dal biologico, allo psicologico, al sociale (senza escludere anche campi quali l'antropologico e il religioso).. Se è appurato questo, perchè i medici continuano ad avere una visione ristretta basata sul biologico e dunque ti inviano dallo psichiatra o al massimo dal neurologo? perchè non prendono in considerazione anche lo psicologo e lo psicoterapeuta? Lo stesso vale il contrario, cioè per quei psicologi che pretendono di affrontare disturbi seri senza il supporto farmacologico. Capisci bene che è un dibattito tra campi diversi dove ognuno difende la propria formazione.. Ma questo trinceramento fa male solo al paziente, che avrebbe bisogno di essere informato a 360 gradi per potersi orientare..
E quindi ecco il secondo punto di partenza: noi non avendo cultura e formazione sui disturbi come uno specialista (per il semplice fatto di non essere specialisti) abbiamo bisogno di essere informati e di essere orientati.. Questo non significa che il medico sceglie al posto nostro. Certo, la scelta spetta a noi, ma per poter scegliere dobbiamo essere informati. Posso capire che un medico di base possa dare un'indicazione sbagliata in questi casi perchè non ha formazione sui disturbi psichiatrici, ma non accetto che se vado dallo psichiatra il suo intervento si limita a darmi l'etichetta diagnostica e a prescrivermi farmaci (magari senza nemmeno spiegare il reale scopo e funzionamento)..
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Messaggio  Niklaswolf Dom Nov 18, 2012 6:36 pm

nausiche84 ha scritto:merla credo che tu abbia portato un pò all'estremo il mio ragionamento o forse non mi sono spiegata bene.. Io non ho detto che bisogna delegare al medico la scelta della cura..
Il primo punto di partenza è questo: i disturbi psicologici hanno un'eziologia complessa, cioè essi insorgono per l'incontro di diversi fattori che vanno dal biologico, allo psicologico, al sociale (senza escludere anche campi quali l'antropologico e il religioso).. Se è appurato questo, perchè i medici continuano ad avere una visione ristretta basata sul biologico e dunque ti inviano dallo psichiatra o al massimo dal neurologo? perchè non prendono in considerazione anche lo psicologo e lo psicoterapeuta? Lo stesso vale il contrario, cioè per quei psicologi che pretendono di affrontare disturbi seri senza il supporto farmacologico. Capisci bene che è un dibattito tra campi diversi dove ognuno difende la propria formazione.. Ma questo trinceramento fa male solo al paziente, che avrebbe bisogno di essere informato a 360 gradi per potersi orientare..
E quindi ecco il secondo punto di partenza: noi non avendo cultura e formazione sui disturbi come uno specialista (per il semplice fatto di non essere specialisti) abbiamo bisogno di essere informati e di essere orientati.. Questo non significa che il medico sceglie al posto nostro. Certo, la scelta spetta a noi, ma per poter scegliere dobbiamo essere informati. Posso capire che un medico di base possa dare un'indicazione sbagliata in questi casi perchè non ha formazione sui disturbi psichiatrici, ma non accetto che se vado dallo psichiatra il suo intervento si limita a darmi l'etichetta diagnostica e a prescrivermi farmaci (magari senza nemmeno spiegare il reale scopo e funzionamento)..

Quoto in toto e mi unisco alla mozione!
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Messaggio  nausiche84 Dom Nov 18, 2012 6:46 pm

Niklaswolf ha scritto:
mi son fidato di un medico che mi ha dato dei farmaci sbagliati, per una diagnosi errata (cosa confermata poi successivamente da altri due specialisti in tempi distinti); io non ho scelto di non scegliere ma certo non potevo stabilire io se e quali farmaci adottare, mi son fidato, l'avessi mai fatto! Ma non potevo fare altrimenti;

purtroppo questo accade in tre casi secondo me: quando lo specialista lo è solo sulla carta, ossia è un'incompetente, quando non si fa il proprio lavoro con passione e l'obiettivo è solo il guadagno, quando si è certi di quello che si pensa e che si è capito e in buona fede si fa diagnosi veloce. Solo in questo ultimo caso si può giustificare un errore non voluto..
Io ammetto che se si fa un lavoro bisogna anche guadagnarci, ma quando si tratta di malattie, di malessere e di sofferenza bisogna anche metterci l'anima, la sensibilità, la passione.. Bisogna ascoltare a fondo, ragionare, dare tempo al tempo, non trattare i paz come oggetti che passano su una catena di montaggio, ma dare importanza all'individualità di chi si ha d'avanti.. La cosa più brutta per un paziente è di vedere che la propria individualità non viene considerata, ma si è solo un numero o un'etichetta..
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Messaggio  Niklaswolf Dom Nov 18, 2012 6:52 pm

nausiche84 ha scritto:
Niklaswolf ha scritto:
mi son fidato di un medico che mi ha dato dei farmaci sbagliati, per una diagnosi errata (cosa confermata poi successivamente da altri due specialisti in tempi distinti); io non ho scelto di non scegliere ma certo non potevo stabilire io se e quali farmaci adottare, mi son fidato, l'avessi mai fatto! Ma non potevo fare altrimenti;

purtroppo questo accade in tre casi secondo me: quando lo specialista lo è solo sulla carta, ossia è un'incompetente, quando non si fa il proprio lavoro con passione e l'obiettivo è solo il guadagno, quando si è certi di quello che si pensa e che si è capito e in buona fede si fa diagnosi veloce. Solo in questo ultimo caso si può giustificare un errore non voluto..
Io ammetto che se si fa un lavoro bisogna anche guadagnarci, ma quando si tratta di malattie, di malessere e di sofferenza bisogna anche metterci l'anima, la sensibilità, la passione.. Bisogna ascoltare a fondo, ragionare, dare tempo al tempo, non trattare i paz come oggetti che passano su una catena di montaggio, ma dare importanza all'individualità di chi si ha d'avanti.. La cosa più brutta per un paziente è di vedere che la propria individualità non viene considerata, ma si è solo un numero o un'etichetta..

Per completezza non credo lo facesse per guadagno, si trattava di uno psichiatra del centro psicosociale del mio comune, credo che abbiano parecchie migliaia di pazienti per pochi medici; ma ciò non toglie che diagnosticare in così breve tempo è forse un eccesso di confidenza con la propria capacità, forse avrebbe fatto meglio ad aspettare e magari farmi fare qualche visita psicologica, magari senza aspettare che si liberasse l'unico analista del cps
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Messaggio  merla Dom Nov 18, 2012 7:35 pm

nausiche84 ha scritto:merla credo che tu abbia portato un pò all'estremo il mio ragionamento o forse non mi sono spiegata bene.. Io non ho detto che bisogna delegare al medico la scelta della cura..
Il primo punto di partenza è questo: i disturbi psicologici hanno un'eziologia complessa, cioè essi insorgono per l'incontro di diversi fattori che vanno dal biologico, allo psicologico, al sociale (senza escludere anche campi quali l'antropologico e il religioso).. Se è appurato questo, perchè i medici continuano ad avere una visione ristretta basata sul biologico e dunque ti inviano dallo psichiatra o al massimo dal neurologo? perchè non prendono in considerazione anche lo psicologo e lo psicoterapeuta? Lo stesso vale il contrario, cioè per quei psicologi che pretendono di affrontare disturbi seri senza il supporto farmacologico. Capisci bene che è un dibattito tra campi diversi dove ognuno difende la propria formazione.. Ma questo trinceramento fa male solo al paziente, che avrebbe bisogno di essere informato a 360 gradi per potersi orientare..

Rispondo facendo la premessa che un medico che sbaglia la diagnosi, in realtà esula dal discorso che facevo io: si tratta di un errore che può dipendere da incompetenza o superficialità o può anche essere fatto in malafede, se vogliamo, ma è un errore di un medico come ci possono essere errori di psicologi o omeopati. Giustamente trattandosi di cure mediche le conseguenze possono essere gravi, però è un discorso molto diverso.

So di aver portato il discorso all'estremo, ma l'ho fatto anche perché valuto sulla base della mia storia la difficoltà e l'importanza ai fini del mio benessere di aver tentato di prendere in mano la mia personale cura. A me personalmente, inizialmente, la psicoterapia era stata sconsigliata da un medico peraltro bravo che mi ha curato bene. La sua opinione al tempo fu che ci sono situazioni in cui "forse è meglio non alzare certi coperchi" e lui, onestamente, come medico riteneva che fosse meglio la possibilità di prendere antidepressivi e/o stabilizzatori dell'umore forse a vita. Poi, dopo altri medici, altri terapeuti finalmente ho trovato una soluzione diversa che ha funzionato ma ancora oggi io non mi sento di contestare la sua opinione di medico, soprattutto perché la psicoterapia per me non è stata una passeggiata e se ho potuto farla è anche perché avevo un contesto che me lo permetteva (ho una situazione professionale non rosea ma solida da certi punti di vista, non ho figli per ora, ecc. ecc.).

Francamente la depressione è un fenomeno complesso che man mano che viene approfondito viene affrontato in maniera a volte diametralmente opposta: da una parte ci sono studi psicologici che ritengono tutto di matrice psicologica a studi che ritengono tutto di matrice neurobiologica. Anche quando questi studi giungono a punto comune, le interpretazioni sulla terapia possono essere diametralmente opposte.

Il discorso generale sulla necessità di essere informati (o di informarsi da soli), ci sta tutto, ma nel momento in cui ci rendiamo conto che la strada che abbiamo imboccato non ci soddisfa, non possiamo chiedere al medico di consigliarci cose che non conosce o che magari lui stesso reputa un'inutile perdita di tempo. Pochi mesi fa, e mi ha fatto molto bene, ho fatto una terapia di EMDR. L'EMDR attualmente però ha basi scientifiche solo per chi ci crede e ha un sacco di detrattori. Se una professionista non ci crede o ci crede, ma senza basi scientifiche, la dovrebbe consigliare?

Oltretutto, in realtà, non c'è una sola ragione per pensare che il medico abbia competente psicologiche od olistiche. Ad esempio, (@Niklaswolf) il fatto che uno psichiatra non faccia una visita psicologica (fatto salvo l'errore nella diagnosi, che è un altro discorso), in realtà è un bene, perché il medico è un medico e non uno psicologo e la maggior parte degli psichiatri le competenze per fare valutazioni psicologiche non le hanno. Poi, che a livello umano, liquidare un paziente in dieci minuti, senza stare ad ascoltarlo, come a livello professionale sbagliare diagnosi si fa il prezzo da solo, sarà una stronza e tant'è.
Però è normale e giusto che lo psichiatra non faccia visite psicologiche perché non le sa fare.
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Messaggio  merla Dom Nov 18, 2012 9:13 pm

Niklaswolf ha scritto:
Per completezza non credo lo facesse per guadagno, si trattava di uno psichiatra del centro psicosociale del mio comune, credo che abbiano parecchie migliaia di pazienti per pochi medici; ma ciò non toglie che diagnosticare in così breve tempo è forse un eccesso di confidenza con la propria capacità, forse avrebbe fatto meglio ad aspettare e magari farmi fare qualche visita psicologica, magari senza aspettare che si liberasse l'unico analista del cps

Rileggendo ho capito meglio...

Hai ragione, ma guarda che anche questa è un'utopia: non capita mai che un medico o un terapeuta del servizio pubblico dicano a un paziente "vai privatamente perché avresti bisogno di un servizio che come servizio pubblico non siamo in grado di darti". Ci saranno un sacco di ragioni, più o meno valide, ma non succede.

Figurati che quando la psicologa del servizio pubblico che seguiva il mio ragazzo è andata in maternità gli ha detto "non ti faccio prendere un appuntamento con un altro terapeuta, perché non mi sembra il caso di medicalizzarti eccessivamente". Prendeva 7 psicofarmaci in quel periodo. Capisci la buffonata? Smile
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Messaggio  Niklaswolf Dom Nov 18, 2012 10:10 pm

merla ha scritto:
Niklaswolf ha scritto:
Per completezza non credo lo facesse per guadagno, si trattava di uno psichiatra del centro psicosociale del mio comune, credo che abbiano parecchie migliaia di pazienti per pochi medici; ma ciò non toglie che diagnosticare in così breve tempo è forse un eccesso di confidenza con la propria capacità, forse avrebbe fatto meglio ad aspettare e magari farmi fare qualche visita psicologica, magari senza aspettare che si liberasse l'unico analista del cps

Rileggendo ho capito meglio...

Hai ragione, ma guarda che anche questa è un'utopia: non capita mai che un medico o un terapeuta del servizio pubblico dicano a un paziente "vai privatamente perché avresti bisogno di un servizio che come servizio pubblico non siamo in grado di darti". Ci saranno un sacco di ragioni, più o meno valide, ma non succede.

Figurati che quando la psicologa del servizio pubblico che seguiva il mio ragazzo è andata in maternità gli ha detto "non ti faccio prendere un appuntamento con un altro terapeuta, perché non mi sembra il caso di medicalizzarti eccessivamente". Prendeva 7 psicofarmaci in quel periodo. Capisci la buffonata? Smile

Capisco si, all'ultimo appuntamento al cps, dopo aver detto allo psych che sarei andato da un altro mi rispose qualcosa del tipo "buona fortuna, ne riparliamo tra un anno"... Surprised

Anche se comprendo l'utopia, non mi riescie o non mi va giù di accettarla perchè se io nel mio campo so essere e sono un professionista allora non mi sta bene che non lo sia qualcun altro, soprattutto se si parla di approccio e non di risultato; certo ad essere realisti la tua affermazione è corretta però un dubbio mi rimane perchè nella struttura dove sono andato successivamente, che non è propriamente privatistica soprattutto nel primo periodo di "cura", l'approccio è stato più sistemico con uno psichiatra ed una psicologa che agivano di concerto e per loro è scontato agire così
Quindi non mi stupisco che un professionista di estrazione medicale sia portato al farmaco, ma sono un po' perplesso davanti "all'incaponimento" Very Happy
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Messaggio  merla Lun Nov 19, 2012 10:22 am

C'è anche il fattore economico...

Se dici che non è proprio privatistica, immagino che la tua attuale struttura non sia neanche pubblica.
Finché sono andata al cim, effettivamente la situazione era tragica. Il numero di prese in carico era tale che, anche con tutta la migliore volontà i medici avevano un numero di pazienti presi in carico spaventoso: il medico che seguiva me si mise in mutua per un problema di salute grave e la sua sostituta in metà tempo doveva seguire i suoi pazienti, il che significa che anche visitando un paziente una volta al mese si trovava con un 10/12 pazienti in una giornata di lavoro.
Considerato che ci sono urgenze, che la concentrazione di una persona ha inevitabilmente dei limiti, diventa impossibile dedicare l'attenzione adeguata ai singoli pazienti.
Questo i medici... figurati cosa possono fare gli psicologi. Ci sono problemi strutturali ed economici, inoltre nel disagio psichico e mentale è difficilissimo definire un protocollo di cura, perché mentre, ad esempio, per altre terapie (la fisioterapia, per prenderne una a caso) è relativamente facile definire una protocollo di cura e delle tempistiche (ti spacchi una gamba, fai un mese di gesso e un mese di terapia. A volte bastano 3 settimane, a volte ce ne vogliono 5, ma più o meno siamo lì), per le psicoterapia non si rivela quasi mai una cosa possibile perché dipende da un sacco di fattori.
Poi sicuramente in tutto questo c'è una forte quota di responsabilità personale, in bene e in male: il primo medico che mi seguiva, inizialmente seguiva anche il mio ragazzo e per darci più supporto oltre al colloquio singolo una volta al mese, ci faceva anche un colloquio "di coppia" al mese, così complessivamente ci vedeva ogni 15 gg., però in qualsiasi realtà ci sono professionisti più o meno capaci, più o meno dediti, responsabili ecc. ecc., queste discordanze, secondo me, dovrebbero essere assorbite dal sistema in qualche modo, ma attualmente le strutture che assistono il malato psichico e mentale, in italia, non sono in grado di farlo, sia per ragioni di limitatezza delle risorse, sia perché queste sono spesso usate male (vedi i ricoveri che in pratica nella maggior parte dei casi, hanno solo l'utilità di creare un periodo cuscinetto in situazioni magari insostenibili, ma al di là di questo totalmente inutili perché del tutto avulsi dal percorso terapeutico).

Diciamo che io credo che non ci sia (in generale, poi il caso singolo è un discorso diverso) l'esigenza di spiegare con le case farmaceutiche o con eccessi di malafede l'eccessiva medicalizzazione del paziente psichico: probabilmente entra anche in gioco il fatto che in situazioni di potenziale emergenza, non ci sono altre alternativa. Se arriva al cim una ragazza giovane che abbia appena avuto un figlio e magari compiuto qualche piccolo gesto autolesionistico, magari anche una scemenza, il medico probabilmente la imbottirà di roba perché magari per iniziare una terapia ci vogliono mesi e l'alternativa è correre il rischio che questa s'ammazzi.
In questo c'è anche la richiesta del paziente che può essere pressante: le persone lavorano, hanno una famiglia, dei figli e e la terapia prima di portare qualche risultato concreto può richiedere anni. Nel frattempo che si fa?
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Messaggio  Niklaswolf Lun Nov 19, 2012 11:55 am

ma si Merla i medici prescrivono farmaci per varie ragioni che tu hai elencato, il discorso case farmaceutiche è a latere e l'ho ripreso solo perchè era stato tirato in ballo...
Quello che voglio dire è che si dovrebbe fare "di necessità virtù": lo psichiatra del cps (o cim è uguale) sapeva bene quale era la situazione, io non gli addebito tanto il risultato in astratto, quanto il modo col quale è stato raggiunto: ha fatto passare un mese per farmi incontrare lo psicologo del cps, ha deciso di darmi il farmaco dopo 10 minuti dall'inizio della prima visita e insistito con quella cura nonostante gli effetti collaterali e che fossi finito al ps x degli attacchi di panico belli pesanti con vari annessi e connessi; cioè, non poteva darmi l'indicazione di qualche psicologo col quale poi collaborare? Io poi, appena prima di cambiare struttura, ho incontrato lo psico del cps e non credo sarei mai andato da lui! Very Happy
Cmq, ciò che è stato è stato ed è passato; la struttura dove vado ora è un ospedale che ha un percorso terapico iniziale convenzionato con la mutua per il quale si paga solo un ticket, poi si può proseguire con la terapia analitica come fosse da privato e pagando le visite dallo psichiatra che sono poche e abbastanza distanti tra loro una volta stabilizzata la situazione; riflettendoci, lo psych del cps poteva mandarmi li, no? Io di questa struttura sono venuto a conoscenza per caso, parlando con una volontaria vos...
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Messaggio  Ghebs Lun Nov 19, 2012 1:43 pm

credo esista una risposta universale a questo tipo di discorso. Come in tutti gli altri campi della vita anche qui conta la fortuna o il fato, se ci credete. Nel senso che viviamo in una società con questi valori purtroppo e bisogna accettarlo. Una società dove nel gratuito si ammazzano di lavoro, perchè mancano fondi e sono sotto personale ma devono cercare di stare dietro a tutti i pazienti che arrivano e dove invece si paga e si paga eccome e logicamente la maggior parte dei dottori pensano puramente a come incrementare in fretta il loro stipendio, come avere di più, sempre di più, senza troppo sforzo. dove non esistono queste leggi? In quale sfera non si trovano queste problematiche?
Ciò che a noi resta, indelebile, è l'esperienza. Possiamo stare qui a parlare ore, giustificando i dottori per questo e quell'altro motivo, come ho fatto anch'io pochi istanti fa. Ma quello che ricorderò con prepotenza per sempre saranno quei due anni passati a rigirarmi nel letto, incapace quasi di muovermi e senza forze anche per andare in bagno tutto perchè una dottoressa ha sbagliato diagnosi e cura. E devo riuscire ad accettarlo per andare avanti ma non è facile, non è facile perdonare una persona che per denaro, stupidità, superficialità, indifferente quale sia il motivo ha negato ad un ragazzo di 16 anni di viversi la sua adolescenza.
Al di là di tutti i discorsi possibili, perdonare è l'unica possibilità, l'unico modo per evitare di rimanere fermi, di perdere altri giorni, mesi, o per capire che per guarire si ha bisogno d'aiuto anche se si ha paura, paura di sbagliare ancora, di ricapitare dentro questo malato sistema.
Devo chiedere un'altra cosa, appellandomi sempre alle vostre esperienze. Conoscete forse l'ipnosi di Erickson? Lo psicologo nuovo da cui andrò mercoledì la utilizza, ora andrò a cercare qualcosa su internet ma se ne aveste avuto esperienza diretta, sarebbe fantastico Wink

G.

Ghebs

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