Mi presento

Ciao a tutti,

Sono uomo di mezz'età, con depressione bipolare, con diagnosi certa da 26 anni e in terapia. Sono stabile, salvo episodi dolorosi, ma tollerabili. Il vero punto di forza è che so che non durano e che passano.
Per me la vera terapia non è solo il farmaco, ma l'uomo più il farmaco. Credo in un Umanesimo, cioè nella progressiva conoscenza di sé. Perché tutto concorre a formare il nostro benessere. Il farmaco serve, ma non prende decisioni e un buon cibo vale quanto un colloquio psicologico.
Abbiamo bisogno di tutti i nutrienti della vita.

Io avrei bisogno di un piccolo miracolo ma...

Non serve un miracolo, ma dei progressi quotidiani, anche piccoli.
Sperare in un miracolo o in un evento straordinario o in un incontro illuminante è dannoso, perché induce a credere che esista una soluzione definitiva; dopodiché si può cominciare a vivere.
Io preferisco capire un certo aspetto e correggere le situazioni che man mano si presentano.
È come il cibo: non puoi decidere in una volta cosa mangerai: ma vedi di volta in volta, secondo i desideri, i prodotti di stagione, il tempo disponibile, i costi, ecc.

Vivo dei regressi quotidiani e galoppanti.

Continuo la mia presentazione.
Gradatamente (e con molta pena) ho capito che non basta dire "depresso" : contano molto i pensieri. Se si persiste in quelli negativi, ci si convince di una realtà tutta negativa e i mali vissuti tornano sempre.
Occorre non ammetterli: è bastato viverli una volta.
Se metto testa nel concreto sto meglio e riesco anche a essere felice.
Non rimuginare, non essere problematico!

Gianlorenz ha scritto:Continuo la mia presentazione.
Gradatamente (e con molta pena) ho capito che non basta dire "depresso" : contano molto i pensieri. Se si persiste in quelli negativi, ci si convince di una realtà tutta negativa e i mali vissuti tornano sempre.
Occorre non ammetterli: è bastato viverli una volta.
Se metto testa nel concreto sto meglio e riesco anche a essere felice.
Non rimuginare, non essere problematico!

Facile a dirsi.

Infatti non è facile, ma è impossibile se non si è consapevoli.
Poi si fa. Un pensiero negativo ne tira tanti. E uno vale l'altro. Non si possono smontare prima : ma lasciarli cadere man mano che affiorano.
Conviene ricordare che non riguardano mai quello che stiamo facendo.

Esistono i pensieri negativi che si possono più o meno allontanare; poi esistono le cose negative che sono pietre d'inciampo.

Le cose negative mettono alla prova le nostre abilità e ci rendono capaci di porci un obiettivo.
I pensieri negativi, invece, affollano semplicemente la mente con cose che neanche esistono. E più si coltivano, più si ingigantiscono e si drammatizzano. Possono paralizzare, ridurre la mobilità e le normali attività, oltre alla vita sociale.
Dice: "che lavoro fai?"
" Penso..."

I pensieri affiorano , non sempre possiamo scegliere, ma vanno riconosciuti. È meglio scegliere se possiamo immergerci e quindi viverli o no. Altrimenti li prendiamo con le molle : in fondo sono cose e non la nostra vita.
Se impariamo a trattarli, siamo noi che regoliamo l'accesso e soprattutto le emozioni derivanti.

Le cose, gli eventi sono forse più tremendi perché fuori del nostro controllo. Il libero arbitrio è il solito alibi.

Il concreto si affronta concretamente. I pensieri intrusivi e ricorrenti, disturbanti, le preoccupazioni, i sospetti, i pregiudizi, le paure eccessive, le ipocondrie sono ben difficili da combattere.

Vedi il risveglio, che è il momento peggiore: la mente vaga tra idee pessimistiche e di sventura che ieri sera non c'erano. Come ha fatto la vita a cambiare la notte, mentre dormivamo?

ciao Gianlorenz, ben trovato.

Nota:
Vedo che questo thread si sta sviluppando nella forma di un dibattito, mentre forse Gianlorenz nell'aprirlo intendeva appunto fare le sue presentazioni e non entrare immediatamente nel vivo di un botta e risposta,
nel qual caso, se Gianlorenz ne fa richiesta posso provare a scorporare il botta e risposta dal thread e lasciarlo aperto alla discussione, mentre questo thread può restare dedicato alla presentazione di Gianlorenz.

Grazie Cantarel,

ho fatto un'esposizione iniziale molto chiara e semplice di me. Ma poi l'ho estesa in un discorso, aperto agli interventi. E' sempre una descrizione di me, che comprende le parti cognitivo comportamentali, che non ci stanno in un messaggio di presentazione facilmente leggibile.
Come vedi, non mi lamento di niente e di nessuno, cosa che renderebbe infelici. Lo posso spiegare a un altro solo se lo legge nella mia vita.
Quindi è una presentazione progressiva.

Io faccio regolari visite di controllo e puntualmente lo psichiatra mi dice "lei sta bene". Perché allora tanto spesso mi sento a disagio? Tanti fanno la terapia farmacologica e dicono "perché poi sto male lo stesso?".
Beh tanti non depressi stanno male lo stesso. Quindi la normalità può essere ugualmente disagevole : perché? Perché abbiamo un parlato mentale che ci sembra la realtà e se il parlato è negativo ci convinciamo che le cose vanno male. I discorsi mentali hanno una potenza persuasiva e sono induttivi. Così puoi anche desiderare una cosa, ma poi i ragionamenti la faranno naufragare, prima di aver mosso il primo passo.
E poi specialmente i ricordi: si possono passare giornate intere a ricordare e a ragionare sui ricordi, che vuol dire alla fine ravanare nella tristezza.

Ho imparato col tempo a non scambiare per malattia gli aspetti meno piacevoli della vita. C'è molta più normalità di quello che crediamo. Altrimenti la depressione diventa la targa per tutte le situazioni, oppure tutto il senso della vita.

Si usa dire non farti dominare dalle emozioni. Ma è importante non farti dominare dalle parole. Siamo stati educati alla dominanza delle strutture logiche e verbali. A scapito dell'esperienza. Quindi se ci sono dei ragionamenti che appaiono logici nella mente, ne deduciamo che quella deve essere la realtà. facciamo a volte delle stupidaggini che nella testa però ci sembrano perfettamente logiche.
Fate una prova : ponetevi un obiettivo discorsivo, come per esempio io esco alle 5, quando potreste uscire anche un'ora dopo.Ecco che quando si avvicinano le 5 e non vi siete ancora preparati cominciate ad andare in ansia.
Ci sono a volte problemi che sono fatti interamente di parole, non di fatti.
quindi a mio giudizio, occorre anche un certo distacco rispetto ai propri discorsi mentali. Cioè non subirli, non considerarli legge.

Gianlorenz grazie per i tuoi interventi. Pur avendo trovato un mio equilibrio con saltuarie scosse di assestamento, frequento ogni tanto questo forum, sia per lasciare margine di speranza a chi vuole coglierla che per tenere a mente i passi avanti compiuti. Mi aggancio anche all’altRo argomento e il tuo modo di intervenire ha scaturito moltissimi spunti Riflessivi che alla mia persona sono risultati molto utili.
Ho ancora qualche nodo profondo da sbrogliare ma so che andrà sempre meglio e soprattutto dopo quasi cinque anni di terapia ho un grado di consapevolezza che mi fa tenere saldo il timone nelle sempre più brevi tempeste. Credo sia una perdita se deciderai di cancellare l’accouNt ma resterà comunque una tua liberissima scelta. Ti auguro ogni bene

ciao Lila,

mi fa piacere che tu abbia trovato delle soluzioni, anche se poi sai bene che nessuna è definitiva, perché la vita te ne presenta sempre una più di quello che sai e in qualche modo sei sempre impreparato. Tra l'altro, anche quando hai compreso un certo modello, ti si può presentare in una forma diversa a puoi non riconoscerlo.
Infine ammettiamolo: tutti i nostri dolori vengono dallo stare con gli altri. Che uno creda o no, è significativo il fatto che debba venire in terra nientemeno che il figlio di Dio per aggiustare le cose. Non vuol dire essere cattolici, ma capire che è veramente un casino riuscire ad andare d'accordo tutti.
Detto questo, il vero inferno è la solitudine. Ora noi sappiamo che quando ci si fa più male, è tra persone più vicine e legate da affetto. Perché è proprio far male a un amore che fa più male. Se è un benzinaio qualsiasi che ti manda affa, dopo 5 minuti non ci pensi più. Chi fa del male ai propri affetti, rischia di perderli e se lo fa a tutti (la propria famiglia, gli amici più cari) , li perde tutti. Certo, può ricominciare con altri, ma le perdite affettive importanti creano un vuoto che non si colma più. E così avanza lo spettro della solitudine. E come si fa allora? Sopportare, non mettere in atto sistemi di evitamento o di fuga, nè tantomeno di rivalsa, non considerare mai perso per sempre un affetto. Poi si può non riconciliare più realmente, ma almeno si resta benevolmente aperti al possibile.
Considera che anche la persona che più ti ha fatto male, ti ha perso e lo sa. Potrà forse ancora provare rabbia, essere potenzialmente ancora distruttivo e questa è un'energia. Ma i morsi della solitudine sono più forti e nessuno è esente.
E' semplice: quando qualcuno allontana tutti gli affetti più cari da sè, non ci sarà più nessuno a chiedergli "come va?"

Trovo molte verità nelle tue parole ma non in assoluto. Al momento sono fragile emotivamente e talvolta fortemente disillusa, ma sto lavorando sull’equilibrio relazionale con me stessa, che significa ritrovarmi attraverso la solitudine consapevole, ma allo stesso tempo ritrovare l’alleata che vive in me che mi permette di perseverare e andare avanti. La relazione con gli altri è importante tanto quanto quella con se stessi. Trovando la giusta combinazione si può proseguire sereni non di certo cancellando le cicatrici o lenendo le ferite ma costruendo protesi che permettono di vivere al meglio ciò che abbiamo da ora in poi. Al momento, ogni giorno che passa sono la prima a chiedermi, con tenerezza e autenticità come va!

La solitudine serve anche a me. Ma ho bisogno proprio di luoghi solitari, come i parchi, dove sono fisicamente solo e non vedo nessuno. È conciliante, come ritrovare me stesso. Dopo torno più felice tra gli altri

Idem, meglio ancora quando tolgo le scarpe, a piedi nudi sull’erba fresca, in compagnia di un buon libro o solo dei rumori della natura che distendono il pensiero

Ma sono io ad essere negativo o è la realtà ad essere negativa? Domanda retorica.