Inutile davanti ad una persona depressa

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Messaggio  Nisa Lun Ott 22, 2012 2:29 pm

merla ha scritto:No, ma guarda che non era una critica il fatto di dire che il thread girava in tondo. Non sentirti responsabile anche di questo, per carità. Razz

Era solo una considerazione, perché a me sembra ovvio che tu non c'entri con i problemi della tua amica, né con i suoi sbalzi d'umore. Per cui non mi era troppo chiaro il senso del discorso. Però mi rendo conto che evidentemente a furia di sentirtelo dire, per te non è più così ovvio. Smile

No figurati non era riferito a ciò che hai detto, era in generale Laughing
Sì dopo un pò metto in dubbio me stessa...sai non sa mai, a volte non ci si rende conto di essere noi il problema, e volevo capire se effettivamente il problema sono io...ma voi mi avete aperto gli occhi.
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Messaggio  Stef Mar Ott 23, 2012 12:28 am

E' pur che nella vita a un certo punto si deve un po' vedere che succede. Qualche perché non fa male.
Perché mi sono sentita tanto coinvolta? E' solo per pura amicizia o c'è un fatto solo mio, inconscio, passato, che mi fa sentire-essere debole? Come sono fatta veramente? La pietà è forse orgoglio inconsapevole, cioè un sentirsi o sapere di essere superiore, essere colei che aiuta e che quindi può. Un'infermiera? una guaritrice? una madre o che? Cosa mi manca pere cui devo darmi e darmi e offrirmi e sacrificarmi... chi sono veramente io?
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Messaggio  Nisa Mar Ott 23, 2012 10:48 am

Stef ha scritto:E' pur che nella vita a un certo punto si deve un po' vedere che succede. Qualche perché non fa male.
Perché mi sono sentita tanto coinvolta? E' solo per pura amicizia o c'è un fatto solo mio, inconscio, passato, che mi fa sentire-essere debole? Come sono fatta veramente? La pietà è forse orgoglio inconsapevole, cioè un sentirsi o sapere di essere superiore, essere colei che aiuta e che quindi può. Un'infermiera? una guaritrice? una madre o che? Cosa mi manca pere cui devo darmi e darmi e offrirmi e sacrificarmi... chi sono veramente io?

Caro Stef, talvolta non capisco ciò che vuoi dirmi.
Perchè mi sono sentita tanto coinvolta? Perchè non potevo ignorare un'amica che soffriva e che chiedeva costantemente il mio aiuto, che puntualmente rifiutava fino a farmi diventare un oggetto che deve essere sempre presente, non più un'amica come io concepisco.

Non c'è nessun fatto inconscio e passato che mi fa sentire o essere debole, io sono sempre stata una persona debole a prescindere dal fatto di avere un'amica depressa. E poi non so se a 25 anni si possa avere un così tribolato passato da farti sentire o essere debole o da farti capire chi veramente sei.

Ho appena iniziato una nuova vita partendo, lasciando famiglia e tutto il resto, per venire a vivere in un paese lontano e invece di ottenere sostegno da colei che ritenevo la mia unica amica, vengo rimproverata per mesi, anche con pesanti parole, mi viene dato dall'egoista, dell'incompetente...perchè poi? Perchè non ho i poteri magici per curare la depressione? Come hai detto tu non sono Madre Teresa di Calcutta.

Bene, volevo dirti che la pietà che dimostro, o che almeno dimostravo prima, non era di sicuro per sentirmi superiore o perchè mi manca qualcosa. Anzi, mi ritengo molto fortunata, fino ad ora non mi è mai mancato niente per cui devo darmi, offrirmi e sacrificarmi... se un'amica sta male e a me dispiace non è certo per ottenere chissà cosa in cambio, se ho bisogno di qualcosa non lo chiedo di sicuro avendo pietà.

E...siccome sono egoista così come mi è stato detto...agirò sul serio da egoista, così almeno le sue parole non verranno sprecate...e vediamo se senza ricevere da me la pietà guarirà.


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Messaggio  Stef Mer Ott 24, 2012 2:22 am

Si deve sacrificare chi sta normale, perché ha colpa di stare bene. Quindi bisogna soffrire fin dove si può e anche oltre, perché non è giusto stare bene e normali quando ci sono persone care che stanno male (e non stanno normali, cioè sono depresse).
Tu che pensi, che è un pobbligo morale ed etico sacrificarsi perché c'è chi sta peggio? Sembrerebbe giusto, sembrerebbe...
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Messaggio  Nisa Mer Ott 24, 2012 10:33 am

Stef ha scritto:
Tu che pensi, che è un obbligo morale ed etico sacrificarsi perché c'è chi sta peggio? Sembrerebbe giusto, sembrerebbe...

No non credo che sia un obbligo sacrificarsi, ma per alcuni potrebbe essere un bisogno, prendi per esempio chi si dedica al volontariato per far del bene alle persone meno fortunate, in questo modo stanno bene anche loro stessi.
Ma sacrificarsi per aiutare una persona depressa è diverso perchè nella maggior parte dei casi nonostante i tuoi sacrifici la persona non sta meglio, anzi...perciò hai ragione in un certo senso.
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Messaggio  canterel II Mer Ott 24, 2012 3:13 pm

Nisa ha scritto:
Stef ha scritto:
Tu che pensi, che è un obbligo morale ed etico sacrificarsi perché c'è chi sta peggio? Sembrerebbe giusto, sembrerebbe...

No non credo che sia un obbligo sacrificarsi, ma per alcuni potrebbe essere un bisogno, prendi per esempio chi si dedica al volontariato per far del bene alle persone meno fortunate, in questo modo stanno bene anche loro stessi.

io però non direi che chi fa volontariato compie un sacrificio.
la facoltà di provare piacere nel perseguire un'utilità per la comunità fa parte della natura sociale dell'uomo, come d'altra parte è naturale provare piacere nel perseguire un'utilità egoistica. nell'uno e nell'altro caso, il modo in cui la persona concepsce se stessa e la sua posizione nella società si arricchisce di conferme. a seconda di tante variabili (culturali, caratteriali ecc), c'è chi tende a guadagnare più austostima realizzando obiettivi egoistici, chi spendendosi a beneficio del prossimo e chi cercando di contemperare le due possibilità.

solo se i miei modelli di ragionamento sono indirizzati in modo assoluto al perseguimento del bene egoistico posso credere che fare del bene agli altri sia una forma di sacrifico (perché in quel caso, ogni attività dedicata ad altro rispetto al godimento di beni ed esperienze individuali mi apparirà come tempo ed energia sottratto ai miei bisogni).

detto altrimenti, impegnarsi a beneficio di altre persone non è, di per sé, un sacrificio.
sacrificio, forse, è piuttosto mettere a repentaglio e sprecare i miei valori in nome di obiettivi che mi trascendono perché non sono i miei, o per realizzare obiettivi del tutto secondari ai fini della mia realizzazione umana, trascurando quelli più urgenti.
secondo questo ragionamento, posso compiere un sacrificio sulla base di una mia indisposizione a riflettere sui miei stessi valori e sulle mie priorità, o perché spinto da soggetti ed enti che hanno la capacità di obbligarmi, ingannarmi o sfruttarmi, o ancora posso compiere un sacrificio volontario nel caso di una violenta torsione psichica (non saprei: crisi mistiche? sadomasochismo? varie forme di disintegrazione della personalità) che mi fa credere di cercare il mio piacere e la mia verità in azioni e situazioni che svuotano di senso e di valore la mia esistenza.

se mi sacrifico, se faccio di me una cosa sacra, vado incontro a qualche forma di alienazione, perché letteralmente mi sto facendo oggetto di qualcuno o qualcosa che trascende il campo dei miei valori personali, non mi fa bene, non mi comprende e mi disprezza.


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Messaggio  Stef Gio Ott 25, 2012 4:24 pm

Aiutare è in nostro potere, ma non vivere la nostra vita non è un nostro dovere.
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Messaggio  Nisa Mar Ott 30, 2012 4:35 pm

Sono tornata, con le ultime novità, che a quanto pare di nuovo non hanno quasi niente.
Mi riferisco in particolare a chi ha avuto la pazienza di leggere e quindi più meno sa la situazione tragicomica...
Io mi sono rivolta a questo forum non come persona depressa ma come amica di una persona depressa, l'ho fatto giusto per sapere se situazioni come queste sono normali o anomale, ma l'ho fatto soprattutto perchè la nostra era tra alti e bassi un'amicizia di lunga data, diciamo 20 anni, e noi ne abbiamo 25, perciò mi dispiaceva manadarla a monte.

Comunque per riassumere, tra ieri notte e questo pomeriggio c'è stato nuovamente il battibecco tra me e lei (ovviamente tra sms perchè non ha il coraggio di affrontarmi a parole, si è sempre nascosta tra le parole degli sms). Dopo avermi detto "lasciami in pace" circa 3 settimane fa?! dal nulla mi chiede di chiamarla, e io non avendo voglia di sentirla le ho detto che l'avrei chiamata quando avrei avuto di nuovo i minuti gratis (chiamo dall'estero). Ok ci siamo concordate così..ma ieri notte mi ha scritto un bel "VAF.... non ti fai neanche sentire", da lì inizia la solita tiritera di lei che mi chiude il telefono in faccia ma continua a scrivermi dicendomi di non volermi sentire.

Morale della favola, io cosa sono per lei a parole testuali: "per me non rappresenti più nulla, non mi hai mai aiutata e non ne sei capace, mi hai detto che devo aiutarmi da sola, non parlare che fai più bella figura"...etc, questa e la base. Mi ha scritto voglio uccidermi e io per divagare ho detto che forse dovrebbe parlare con me, sì è arrabbiata perchè alla sua ennesima volontà di suicidio non ho risposto, allora le ho detto che uccidendosi avrebbe portato ulteriori sofferenze alla sua famiglia, e mi ha detto di non permettermi di parlare. Insomma!!!!!devo parlare o no?

Sta di fatto che oggi dopo avermi detto che non rappresento più nulla e che si vuole dimenticare di me (come se fossi un ex fidanzato) ho di deciso di cancellarla a mia volta dalla mia vita fino a quando non riceverò delle scuse, cosa impossibile, perchè mi ha detto che tutte le parole che mi ha detto me le merito. Perciò io credo che un'amicizia per quanto di lunga durata sia stata quando marcisce in questo modo non c'è nessuna speranza di recuperarla.
Non ho più voglia di aiutarla, di sentire accuse nei miei confronti da parte di una persona che mi dice che per lei non sono nulla, io credo stia cercando di farmi sentire in colpa, forse la sua è invidia, egocentrismo, apatia...lo è sempre stata a prescindere dalla depressione, è stata quasi sempre una persona poco simpatica, da trattare con le pinze per starci bene insieme, una piccola mancanza e sei segnata a vita. Non so se l'amicizia sia ciò.....

Secondo voi è possibile troncare un'amicizia di punto in bianco? Voi in questa situazione cosa fareste?

Scusate, ma avevo bisogno di sfogarmi. pale


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Messaggio  Stef Mer Ott 31, 2012 5:37 pm

Ma cara, non è successo all’improvviso! E’ frutto di tanti disagi che ti ha creato, di tanto e tanto livore, tanta sofferenza (tua) se vogliamo, ostinazione a non volerti capire, ascoltare. E’ tutto un rapportarsi con te da tanto e tanto tempo in modo aggressivo del tutto ingiustificato, deleterio, distruttivo! Tu ti laceri, come fai a dire “all’improvviso”…
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Messaggio  Nisa Mer Ott 31, 2012 7:14 pm

Stef ha scritto:Ma cara, non è successo all’improvviso! E’ frutto di tanti disagi che ti ha creato, di tanto e tanto livore, tanta sofferenza (tua) se vogliamo, ostinazione a non volerti capire, ascoltare. E’ tutto un rapportarsi con te da tanto e tanto tempo in modo aggressivo del tutto ingiustificato, deleterio, distruttivo! Tu ti laceri, come fai a dire “all’improvviso”…

Sì in realtà ora che ci penso non è esatto dire all'improvviso, forse è meglio dire che ho deciso di terminare quest'amicizia in modo definitivo ma non l'improvviso...e sì, pensando solo a me stessa e alla mia vita, perchè rischiavo di entrare in un tunnel...
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Messaggio  Stef Gio Nov 08, 2012 7:48 pm

Comunque è triste e doloroso chiudere con una persona, ma a volte è necessario quando non ce la facciamo e ne abbiamo addirittura un danno.
Nel caso di una persona in difficoltà sembra ancora più crudele, in fondo penso che sia anche un momento di crisi, di crescita, di cambiamnento per e in noi.
A volte ci dobbiamo chiedere che cosa abbiamo fatto con questa persona e il vero perché l'abbiamo fatto. Cosa ha rappresentato questa esperienza per noi.
In ultima analisi chi siamo veramente, come siamo fatti dentro. Queste sono esperirenze che segnano.
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Messaggio  Nisa Gio Mag 09, 2013 12:24 pm

A distanza di 6 mesi ritorno nel mio vecchio post, ringrazio coloro hanno risposto ai miei dubbi.
İn questi 6 mesi la situazione è cambiata un poco ma non so se è cambiata in modo positivi o negativo.
Per chi magari segue questo post, vorrei ricordare che io vivo all'estero da fine Luglio circa e da allora ciò che faccio è segnato dai giudizi e le critiche di questa persona.

Riferendomi all'ultimo post in cui decisi di porre fine a questa amicizia opprimente, vorrei dire che nei giorni seguenti mi sentivo come libera da un grosso peso, il peso di non dover rendere più conto a questa persona.

Dopo alcune settimane questa persona che mi scrisse "per me non rappresenti niente" mi cerca nuovamente con parole dolci.
All'inizio la rispondo in modo distaccato, facendole capire che per me era davvero tutto finito...lei ha però insistito chiedendomi scusa e facendomi chiedere scusa a mia volta.

Essendo un'amicizia pluriennale, avevamo comunque tanti ricordi e magari dimenticando il passato e accettandoci poteva essere recuperato qualcosa.
Ho accettato in quel momento, e mi sono sentita bene, perchè parlavamo in modo tranquillo e lei pareva aver accettato la mia situazione.
A Dicembre vado in Italia 10 giorni, ci vediamo, parliamo e al momento della partenza ci salutiamo con un abbraccio. Tutto normale.

Torno qua, ci sentiamo purtroppo ogni giorno via chat, dico purtroppo perchè a me non piace stare sempre a scrivere cosa faccio, cosa mangio....ma per paura di una sua ennesima sfuriata lo faccio, così sto tranquilla.

A Luglio mi sposerò qua, non tutti verranno dall'Italia per via del costo dei biglietti, ma nessuno si è lamentato a parte lei dicendomi che avrei potuto sposarmi in Italia o addirittura dopo in modo da essere anche lei presente al matrimonio. Non verranno i miei fratelli, che mi hanno sostenuta, e lei che è un'amica ha il coraggio di criticare quello che della mia vita dovrebbe essere un momento unico e soprattutto un momento per cui decido io cosa, dove e come fare.
Le ho proposto che avrei comprato io il biglietto aereo, ma ha detto che non verrebbe comunque.

Pochi giorni fa dal nulla mi dice voglio stare sola non ho bisogno dell'aiuto di nessuno, tanto è meglio così. Cerco di telefonarla, ma non risponde...
Ok, dopo una piccola discussione le dico che allora quando se la sente si farà viva lei. La sera stessa mi scrive come se niente fosse.

C'è un paradosso però, nel momento un dice voglio stare sola tende a puntualizzare che non ha amiche e che è sempre sola, ha solo il suo ragazzo con lei. Quindi???

Ci sono momenti in cui siamo in perfetta sintonia, come quando vado a fare shopping e le dico se le piacerebbe un tipo di maglietta e parliamo come due amiche normali. Il giorno dopo diventa la persona più sola e più depressa del mondo.

Non lavora, non ha mai studiato, mi ha detto che vive di noia....
Io vorrei dirle che dovrebbe attivarsi, reagire, che stare seduti ad aspettare non cambia la situazione. Ma non lo farei mai per via di ciò che potrebbe scatenare.

A Maggio torno in Italia, con grande sforzo economico, solo ed esclusivamente per lei. Non mi ha mai ringraziata, anzi mi ha detto che tanto se verrò ci vedremo e poi ripartirò.
Esiste una persona più ingrata?

Io mi sposerò a breve e ho paura di passare male questo giorno per qualcosa che lei potrebbe dirmi. Le ho detto che a fine ottobre è possibile che si faccia una piccola festa per chi non è potuto venire qua.
Non so cosa fare...io non credo più che la sua sia depressione, ce l'ha solo con me perchè sono andata via....
evidentemente per lei un'amica è una persona con cui passare il tempo e parlare, dopo che questa amica parte per una nuova vita non è più amica, ma è una persona colpevole per averla lasciata....




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Messaggio  piquemal Gio Mag 09, 2013 2:29 pm

Ciao Nisa, ho letto solo oggi questo thread che hai iniziato mesi fa e sono rimasto colpito dal ritratto che fai della tua amica, al punto paradossale di riconoscermi più facilmente nei suoi comportamenti che nei tuoi. Ci chiamano survivors noi sopravvissuti a gesti non conservativi di un parente stretto, ed è assolutamente impossibile mantenere dei comportamenti chiari e sani dopo un'esperienza del genere - forse con la costanza, un lungo lavoro, spirito di abnegazione, è possibile condurre una vita all'apparenza più ordinaria ma intanto qualcosa s'è rotto definitivamente. Ammiro la tua perseveranza nell'alimentare un'amicizia che a me è mancata nei miei periodi più difficili e mi spiace ammettere che per avvicinarti a lei avresti bisogno di entrare in sintonia con quello che prova ed è qualcosa che non farebbe per niente bene alla vita che ti stai costruendo.

Credo che la tua amica avrebbe bisogno di ricostruirsi una vita, trovare una relazione stabile, ripensare i suoi modi nel costruire relazioni, in modo da sganciarsi col tempo da un certo attaccamento a te e alla tua tolleranza, perché credo che tu sia fondamentale nella sua vita aldilà delle parole che possono scappare. Purtroppo non sono percorsi lineari e per muoversi tra essi ha assolutamente bisogno di un rapporto impegnativo, lungo e costruttivo con il suo medico.

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Messaggio  Nisa Ven Mag 10, 2013 11:07 am

piquemal ha scritto:Ammiro la tua perseveranza nell'alimentare un'amicizia che a me è mancata nei miei periodi più difficili e mi spiace ammettere che per avvicinarti a lei avresti bisogno di entrare in sintonia con quello che prova ed è qualcosa che non farebbe per niente bene alla vita che ti stai costruendo.

Ciao piquemal, grazie per aver letto e risposto.
Io sto semplicemente mantenendo in piedi quest'amicizia perchè è una relazione che dura dai tempi dell'asilo tra alti e bassi. Io cerco di entrare in sintonia con lei, ma credimi, è più che impossibile, ci ho tentato in mille modi. Se tenti di aiutare una persona e questa persona di manda via, ti rifiuta e ti dice che è meglio se sta sola, allora cosa puoi fare? Anche io ho il mio orgoglio e non posso umiliarmi più di quello che ho fatto. Ho cambiato i miei piani per lei, il mio matrimonio, la mia relazione con il mio futuro marito...quest'ultimo mi dice che lei non è un'amica, che un'amica vera anche nel più profondo e buoi dei suoi dolori non ti tratta così.

piquemal ha scritto:Credo che la tua amica avrebbe bisogno di ricostruirsi una vita, trovare una relazione stabile, ripensare i suoi modi nel costruire relazioni, in modo da sganciarsi col tempo da un certo attaccamento a te e alla tua tolleranza, perché credo che tu sia fondamentale nella sua vita aldilà delle parole che possono scappare.
Questo è quello che credo anche io, concordo con te. La sua è ormai una vita "vuota" è triste dirlo, ma lei si sta adagiando in quello che è il suo dolore senza fare il minimo sforzo per uscirne ma al contario, piangersi addosso aspettando che accada qualcosa e ancora, io credo che il suo mal di vivere sia dovuto proprio al suo far nulla.
Mi dice spesso che non ha soldi, non ha un lavoro e non lo troverà mai. Purtroppo come ho già detto lei non ha studiato, non ha il diploma e per molte cose si sa lo richiedono.
A mio parere il fatto che lei non abbia studiato, non sia andata all'università e non abbia vissuto in luoghi diversi dalla sua casa, che è diventato ormai un ambiente privo di stimoli. Dice di stare male con la madre, che litigano spesso..ormai è entrata in questo circolo vizioso che travolge in alcuni periodi anche me.
La relazione stabile ce l'ha, ha un ragazzo da ormai più di un anno, ma si lamenta comunque perchè ha solo lui.



piquemal ha scritto:Purtroppo non sono percorsi lineari e per muoversi tra essi ha assolutamente bisogno di un rapporto impegnativo, lungo e costruttivo con il suo medico.

Non vede più un medico.
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Messaggio  piquemal Ven Mag 10, 2013 2:02 pm

Nisa ha scritto:
La sua è ormai una vita "vuota" è triste dirlo, ma lei si sta adagiando in quello che è il suo dolore senza fare il minimo sforzo per uscirne ma al contario, piangersi addosso aspettando che accada qualcosa e ancora, io credo che il suo mal di vivere sia dovuto proprio al suo far nulla.

Penso invece che abbia una vita intensissima a livello interiore e che questo le destabilizzi quella esteriore, forse perché abituata prima del fattaccio ad essere una persona estroversa. E' estremamente complicato per lei vivere con una personalità sconnessa, che non trova più gratificazioni dove prima le trovava o che le cerca altrove senza trovarle. Chiudersi a riccio è un meccanismo di difesa di fronte al crollo di tante certezze.

La situazione è molto delicata e devi cercare di non fartene un carico eccessivo, saper mettere a tacere un senso di colpa che puoi provare senza per questo sentirti un'egoista. Però mi sembra che tu abbia fatto per questa persona molto più di quanto farebbero in tanti e lo dimostra tra l'altro la tua condivisione qui. Poi un'amicizia per proseguire ha bisogno del rispetto di certe distanze, se queste saltano spesso salta anche l'amicizia.

Nisa ha scritto:
Non vede più un medico.

La volontà di vederlo dev'essere la sua, si vede che non è il momento.

piquemal

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Messaggio  Stef Ven Mag 10, 2013 4:29 pm

Poiché condivido molto quello che ha detto piquemal parlerò di altro, per non ripetere gli stessi concetti. Comunque la sua rilettura, fatta più in là e con calma mi sembra d'obbligo, cioè salutare per te che ti sposerai e avrai bisogno di un conforto interiore. La mia cosa da dire "in più" (se così si può dire) è una cosa su un altro livello, ma simile. L'amore.
Credo che per amare un'amica ci sia bisogno di ascoltarla attentamente, come uno psicanalista che ascolta, entra in tutto di lei, ma non giudica e, soprattutto, una volta finita la seduta torni se stesso. Quasi dimenticando e passando ad altro. Dedicare un tempo a lei (quindi circoscritto) e lasciare del tutto. Può essere periodico (una volta alla settimana, ma solo per fare un esempio) può essere anche per sempre, ma finisce lì. Tu puoi solo ascoltarla e pochissimo consigliarla, o darle qualche dritta. Ma ci deve arrivare lei a un puinto, a un qualcosa, tu devi essere neutra nel darle consigli, quasi non ne devi dare. Il tuo "dare" te stessa sarà solo un "essere con" lei per poi uscirne fuori. Una cosa è l'amore con lei, e una cosa è l'amore per l'uomo. Anche non per l'uomo. Se io e te fossimo amici alla pari, ci confideremmo ma sempre senza giudicare l'altro: posso giudicare la tua situazione felice, infelice, complicata, che ti vedo male, ma io non giudico "te". Ma se non siamo alla pari, il nostro rapporto cambia, e allora se tu mi vuoi bene, sarai limitata con me.
Bello contorto, eh?
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Messaggio  Nisa Ven Mag 10, 2013 4:58 pm

piquemal ha scritto:Penso invece che abbia una vita intensissima a livello interiore e che questo le destabilizzi quella esteriore, forse perché abituata prima del fattaccio ad essere una persona estroversa. E' estremamente complicato per lei vivere con una personalità sconnessa, che non trova più gratificazioni dove prima le trovava o che le cerca altrove senza trovarle. Chiudersi a riccio è un meccanismo di difesa di fronte al crollo di tante certezze.

Certo, hai ragione, non metto in dubbio interiormente abbia una vita intensa, ma io vedo solo ciò che fuoriesce.
Prima del "fattaccio" era una ragazza che amava uscire, aveva abbastanza amici con i quali passare il tempo, aveva un suo gruppo, il sabato a ballare tutti insieme, mangiare la pizza (io non ero nel gruppo). Ha sempre cercato nuove persone con le quali uscire, anche se non le conoscesse si attaccava a tal punto che poi non veniva più calcolata. Quando ha iniziato a stare male tutte le persone pian piano si sono allontanate a causa dei suoi comportamenti e le sue risposte poco gentili. Ha iniziato a litigare con tutte le amiche, che hanno avuto il coraggio di lasciarla perdere e vivere ora tranquille...
Una persona che si chiude a riccio come dici, non penso debba avere il coraggio di giudicare la mia vita e ciò che faccio, perchè sebbene sia depressa e soffra d'ansia non sono io la causa.

piquemal ha scritto:La situazione è molto delicata e devi cercare di non fartene un carico eccessivo, saper mettere a tacere un senso di colpa che puoi provare senza per questo sentirti un'egoista. Però mi sembra che tu abbia fatto per questa persona molto più di quanto farebbero in tanti e lo dimostra tra l'altro la tua condivisione qui. Poi un'amicizia per proseguire ha bisogno del rispetto di certe distanze, se queste saltano spesso salta anche l'amicizia.
Il senso di colpa che ho sono stati i mesi di "violenza psicologica" che ho subito da quando mi sono trasferita e che hanno segnato quelli che dovevano essere i momenti più felici della mia vita, ovvero cercare un appartamento, comprare i mobili ecc...
Stavo male a tal punto che mi chiedevo se fossi davvero un mostro come lei mi dipingeva.
Io ho fatto molto, ma per lei non è così, non si rende conto che sono l'unica rimasta.


Stef ha scritto:Credo che per amare un'amica ci sia bisogno di ascoltarla attentamente, come uno psicanalista che ascolta, entra in tutto di lei, ma non giudica e, soprattutto, una volta finita la seduta torni se stesso. Quasi dimenticando e passando ad altro. Dedicare un tempo a lei (quindi circoscritto) e lasciare del tutto. Può essere periodico (una volta alla settimana, ma solo per fare un esempio) può essere anche per sempre, ma finisce lì. Tu puoi solo ascoltarla e pochissimo consigliarla, o darle qualche dritta. Ma ci deve arrivare lei a un puinto, a un qualcosa, tu devi essere neutra nel darle consigli, quasi non ne devi dare. Il tuo "dare" te stessa sarà solo un "essere con" lei per poi uscirne fuori. Una cosa è l'amore con lei, e una cosa è l'amore per l'uomo. Anche non per l'uomo. Se io e te fossimo amici alla pari, ci confideremmo ma sempre senza giudicare l'altro: posso giudicare la tua situazione felice, infelice, complicata, che ti vedo male, ma io non giudico "te". Ma se non siamo alla pari, il nostro rapporto cambia, e allora se tu mi vuoi bene, sarai limitata con me.
Bello contorto, eh?

Ciao Stef, grazie per essere ripassato...
Non ho però ben capito ciò che vuoi dirmi riguardo all'amore.
Quando dici che devi ascoltare un'amica come se fossi uno psicoanalista....come posso farlo se non vuole parlare al telefono? Io odio parlare via chat, perchè non ci si capisce.
Forse hai ragione se non le do consigli, ma se sto distante e non dico niente in merito al suo problema dopo verrà a rinfacciarmelo.
Io non ho mai giudicato ciò che fa, quando decide una mi limito a dirle "se è quello che ti senti di fare ok", ed è capace di rispondermi che quindi non me ne importa. Io non sono il suo dottore, non sono colei che risolverà i suoi problemi, cosa si aspetta da me? Che molli tutto e vada a vivere di nuovo nella casa materna per essere lì quando ha voglia di parlare?
Al contrario lei è sempre stata un giudizio continuo, sul mio modo di vivere, sul fatto del mo matrimonio all'estero...cose che non si sono permessi di dire i miei famigliari, ripeto, nemmeno mia madre ha mai ostacolato o criticato le mie decisioni, perchè deve farlo lei?
A questo punto io penso che tutto ciò sia invidia....

Scusate se sono stata crudele, ma avevo bisogno di sfogarmi.
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Messaggio  Stef Ven Mag 10, 2013 10:54 pm

... ascoltare un'amica come se fossi uno psicoanalista...
Allora, chiariamo bene un punto, niente chat, la comunicazione vera è l'email perché deve essere chiara la domanda e la risposta, bisogna capire bene, la chat non da il tempo nemmeno di leggere o quasi.

... ma se sto distante e non dico niente in merito al suo problema dopo verrà a rinfacciarmelo...
In cogni caso tu non sei abilitata e non hai nessun titolo per dare consigli in quanto lei non ti ascolta, e tu non sei uno psicologo o altro. Però... puoi ascoltare, e se lei non vuole parlare o vuole che parli tu, tu non puoi costringere lei a parlare, me tantopiù lei non può costringere te a farlo, dev'essere lei a interrompere la comunicazione.

... ed è capace di rispondermi che quindi non me ne importa. Io non sono il suo dottore, non sono colei che risolverà i suoi problemi...
Devi essere più lucida, se lei dice qualcosa di negativo su di te, non devo farti coinvolgere per nessun motivo perché lei non è come te, quello che dice è frutto del veleno della sua psiche malata. Tu non solo non sei dottore, ma nemmeno un miracolo risolverà i suoi problemi, non temere. E non si tratta di semplice invidia, la malattia è cosa diversa. Lo vedi dal fatto che è sempre la stessa storia, rigida, non umana, non sana.
Comunque sfogati quanto vuoi, sempre, su tutto quando sei qui.

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Messaggio  Nisa Ven Mag 17, 2013 4:07 pm

Stef, grazie per leggere e rispondere sempre ai miei thread

Stef ha scritto:
la comunicazione vera è l'email perché deve essere chiara la domanda e la risposta, bisogna capire bene, la chat non da il tempo nemmeno di leggere o quasi.

Su questo concordo pienamente con te, peccato che l'unico mezzo di comunicazione che usiamo sono le chat, e peggio ancora la chat di facebook, che odio..perchè sulla chat uno parla ma non si capirà mai il tono che usa e per questo nascono malintesi.
Per email non comunica, non le legge, oppure anche se le legge non risponde.


Oggi dopo giorni che non si faceva sentire e non rispondeva al telefono mi ha scritta dicendo che va tutto male, che non vuole vedere nessuno.
Tra pochi giorni andrò in Italia (come detto in precedenza appositamente per lei, per me grosso sacrificio in quando devo prendere 3 voli) non avendo visto il messaggio subito, non ho risposto...e mi ha detto " divertiti quando vieni, stammi bene".
A questo punto mi sono un pò "scaldata" e le ho risposto che se tutto va male non è colpa mia e che quando ho cercato di chiamarla e ha rifiutato le mie chiamate io non ho aperto bocca.
Dopo si è calmata....

Sarò egoista o meschina, ma non ho più voglia di subire.
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Messaggio  Stef Mer Mag 22, 2013 12:36 am

Quando t'incazzi lei ti ama, perché diventi incontestabile dal momento che in quel momento esce la "vera" te stessa, e questo fatto si avverte molto.
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