non riesco a capire se è il caso di prendere delle medicine.

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Messaggio  laura15 Sab Mar 17, 2012 7:18 pm

Salve a tutti! molto spesso ho risposto ai vostri post ma non mi ero neanche presentata, e mi sono inscritta quasi percaso al vostro forum!
Mi chiamo laura ho 27 anni ed ho avuto da quando sono molto piccolina delle situazioni molto difficili da sostenere..
La malattia di mia sorella, la morte di mia madre....e già il mio equilibrio psico-emotivo era abbastanza turbato quando ho incontrato il mio ex ragazzo.........
ora non vi starò a raccontare passo passo la mia vita....ma non capisco se è ora di prendere il toro per le corna....
perchè sono in cura da un anno da una psicoterapeuta(prima di lasciarmi dal mio ex), con cui ho instaurato un buon rapporto, però sono 9 mesi che mi ha lasciato, io ho fatto tutto quello che mi è stato detto, evitarlo, evitare di vedere quello che si scrive con la sua nuova ragazza e di sapere quello che fà etc......mi ha dimostrato in mille modi che non mi ama.
Quindi io, ho reagito ho cercato in tutti i modi di difendermi, di volermi più bene, di coltivare i miei interessi e di apprezzare le azioni di chi veramente mi vuole bene però:
non ce la faccio, piango sempre mi sento morire da 9 mesi........mi risuonano ancora nell'orecchio le parole di accusa del mio ex....mi viene in mente quando ho scoperto la sua nuova ragazza, quando ho letto determinate cose che mi feriscono........
insomma io piango e penso ancora costantemente a questa persona, che mi ha lasciato dopo un incidente e non mi ha chiesto neanche come stavo(si sono una sfigata!!!!Wink)..........ora mi sto accorgendo che mesà che mica ce la faccio, ho tanti bei propositi ma le ferite sono veramente troppo grosse.........mi fà male la testa, dormo male ed in maniera sregolata.....
ho paura che la mia psicoterapeuta non capisca che io ho bisogno di medicine.....
eh si..........c'è una sofferenza interiore troppo grande io non sò assolutamente come colmarla, questa persona mi manca terribilmente ma questo mio amore non ha nessuna ragione di esistere.
quindi o cambio psicoterapeuta, o non riesco a comunicare i miei sentimenti e non riesco a farglielo capire come sto e quello che provo.....ma lei è come se mi desse un contentino......che mi manda avanti un 2 tre giorni e poi la tribolazione ricomincia......
non credo ci siano più soluzioni. e non credo ai chiodi che scacciano i chiodi......gli uomini ora non mi servono.
heelp!!!! voi che magari prendete medicine cosa mi consigliate? voi come vi sentivate prima di prenderle? no perchè io non capisco verso quale soluzione io mi possa avvicinare!!
grazie a tutti!!! un bacio


Ultima modifica di laura15 il Mar Apr 10, 2012 9:55 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  tea66 Sab Mar 17, 2012 7:49 pm

Cara Laura mi si stringe il cuore leggendo il tuo post, mi spiace molto della sofferenza che ti assilla; secondo me potresti cominciare a prendere qualcosa per dormire bene.
Fatti consigliare dal tuo medico curante, se poi oltre all’insonnia provi una tristezza profonda che non si solleva nell’arco della giornata rivolgiti ad un buon psichiatra.
All’inizio non si tendono a dare antidepressivi, lo psichiatra ti ascolterà come lo psicologo, valuterà se è il caso di cominciare con qualcosa di leggero, ma questo ripeto è molto personale, non è detto che si possa risolvere anche solo con un buon ansiolitico.
Puoi continuare anche con la psicologo se trovi giovamento psicologicamente, ma per il sonno come ti ho gia detto devi fare qualcosa immediatamente.
Io sono caduta in depressione proprio non dormendo, all'epoca stupidamente non volevo prendere farmaci peggiorando di conseguenza la situazione.
Vorrei aggiungere non spaventarti per i farmaci non creano dipendenza se ben gestiti, li toglierai quando ti sentirai meglio.
Coraggio….sei una ragazza con tante belle cose da fare, hai bisogno di un piccolo aiuto per far splendere di nuovo il sole nel tuo cuore.
Un abbraccio stretto!

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Messaggio  laura15 Sab Mar 17, 2012 8:28 pm

Si infatti questa cosa del sonno è insopportabile.....non è che non dormo....mi addormento presto perchè non ho voglia di pensare allora cerco di addormentarmi il prima possibile però poi mi sveglio, magari con tutte le luci accese e senza neanche essermi messa dentro il letto tipo verso le 5 della mattina......e poi fatico a riaddormentarmi per i pensieri assillanti che mi vengono in mente...invece durante la giornata sto abbastanza bene, mi forzo a svegliarmi presto per andare fuori a studiare......mi forzo sempre e cerco di fare mille cose.......ma di sottofondo il pensiero è sempre quello ed è una specie di rabbia profonda mista a sentimenti che ti giuro faccio ogni giorno a me stessa opere di autoconvincimento.....e credimi sono stufa di lamentarmi..........per esempio stasera mi gioco una serata con le amiche perchè oggi pm mi ha preso a piangere e non riesco proprio a tirarmi sù... e penso che dopo 9 mesi che sono stata lasciata non sia normale......quindi le medicine se è necessario io le voglio, non mi oppongo......certo non cancelleranno quello che è successo ma forse un piccolo miglioramento magari un pò di sollievo, devo però convincere la mia psicoterapeuta, perchè lei è convinta che ho i strumenti per uscirne da sola.....................
io però ho: la testa pesante gli occhi rossi....e piango per qualsiasi cosa se questi sono strumenti!!! Shocked


Ultima modifica di laura15 il Dom Mar 18, 2012 10:32 pm - modificato 2 volte.
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Messaggio  marco7 Dom Mar 18, 2012 2:51 am

ci sono dei terapeuti (psicologi) che per principio ritengono che è sempre meglio senza medicine e che i loro pazienti non devono prenderne perchè loro vanno dallo psicologo invece che dallo psichiatra.

ciò è sbagliato per principio.

un bravo psicologo deve riuscire a capire se un suo paziente necessita di medicine e deve mandarlo dal medico o da uno psichiatra in questo caso.

io penso che se tu desideri provare delle medicine è un tuo diritto farlo e per questo devi andare da uno psichiatra che è lo specialista del campo o eventualmente anche solo dal tuo medico di famiglia.

se ti trovi bene con la tua terapeuta l'ideale sarebbe che tu provi le medicine e continui anche la terapia da lei, ma ciò devi deciderlo innanzitutto tu e poi anche parlarne con lei.

se pensi che sia eventualmente buono anche cambiare la terapeuta puoi anche fare ciò.

Io penso che le medicine possono aiutarti veramente ma ciò non deve essere assolutamente vero. per saperlo se stai meglio con dei medicamenti devi provarli, altrimenti nessuno può darti una risposta.

a me un antidepressivo aiuta, ma non per tutti è così.

io penso che se tu hai il desiderio di provarli dovresti andare da uno psichiatra e parlarne con lui e se lui riterrà opportuno provare te li prescriverà. Può essere che non prendendo medicine rinunci a un aiuto e a una qualità di vita migliore.

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Messaggio  tea66 Dom Mar 18, 2012 10:10 am

In ogni caso ne deduco che tu dorma male, di conseguenza la mancanza di un buon sonno ristoratore può causare i vari disturbi che accusi.
Non condivido il pensiero della tua psico: anche se tu hai le capacità psicologiche e umane di superare la sofferenza che ti affligge, non giustifico il fatto di non potersi aiutare con qualcosa, anche solo temporaneamente.
Quando il corpo è carente di un tipo di vitamina anche se l'alimentazione è completa si cerca di integrarla fino a quando l'organismo raggiunge un livello ottimale riuscendo a procurarsela autonomamente dagli alimenti assunti; questa regola dovrebbe valere anche per i disturbi psicologici.
Non avere mal di testa sentirsi riposati e più tranquilli aiuta ad affrontare la sofferenza interiore, a controllare le emozioni negative cercando lo stimolo giusto che ci aiuta a superarle.
Comprendo la rabbia che provi, anche non conoscendo la storia nel dettaglio non giustifico la mancanza di tatto del tuo ex che ha scelto di lasciarti in un momento delicato.
Però.....se può aiutarti....prova a pensare una vita intera con un uomo simile che è capace solo di accusare, recriminare e ferire.
Può mancarti una persona simile?!??? Evil or Very Mad
Sei giovane, intelligente e sensibile, hai sofferto tanto finora nella tua vita, quando non te l'aspetterai arriverà anche per te qualcosa di buono.
Non esistono "sfigati a vita".....anche se tendiamo nei momenti brutti a considerarci eternamente sfortunati.
Vivi quei piccoli momenti di gioia che ti regalano la tua famiglia, le migliori amiche e tutti quelli che ti vogliono bene e ti amano cosi come sei con i tuoi pregi e difetti.
Un grande abbraccio virtuale! Smile

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Messaggio  merla Dom Mar 18, 2012 11:33 am

Ciao Laura,

provo a risponderti diversamente, magari un'opinione in più ti può aiutare. Smile

Ho preso medicine per 7 anni, in sé mi sono servite perché in quei 7 anni ho potuto fare un sacco di cose grazie al miglioramento temporaneo dato dai farmaci. Al tempo stesso però i farmaci non sono serviti a risolvere in sé il mio malessere. Grazie alla psicoterapia sono finalmente riuscita a smetterli da un 8/10 mesi e nonostante situazioni non felicissime (tra cui la fine di una relazione di 6 anni, problemi di famiglia ecc.) tuttora sto bene, almeno da un punto di vista psichico.

I farmaci a me sono serviti per convivere con e non farmi rovinare la vita dalla depressione, a non farmi perdere il lavoro, e a fare un sacco di cose che ho fatto in questi anni e non sarei riuscita a fare. In questo senso per me sono stati fondamentali. E mi hanno dato la possibilità di fare su me stessa un lavoro tale che mi consentisse di trovare le risorse per iniziare ad affrontare questioni personali che erano alla base della mia depressione. Anche in questo senso sono stati fondamentali. Però il lavoro psicoterapeutico più costruttivo l'ho fatto da quando non prendo più nulla e mi sono trovata costretta a trovare da sola i modi e gli strumenti per affrontare ansia e depressione. Costruttivo e molto pesante.
La mia esperienza (e quella del mio ex) è che ci sono situazioni in cui il farmaco aiuta ma al tempo stesso indebolisce, nel senso che si perdono di vista le proprie capacità per affrontare la sofferenza per cui a volte non la si affronta più. Chiaramente questo non è una regola che vale per tutti, perché il malessere psichico ha un sacco di sfaccettature. Ci sono inoltre situazioni in cui oggettivamente affrontare le situazioni è troppo pesante o avrebbe dei costi troppo elevati. (ad esempio dopo che ho smesso tutti i farmaci, ho avuto una sorta di effetto rebound con crisi di ansia, ipocondria ecc. ecc. che è durato un paio di mesi almeno, durante i quali per diverse ragioni non avevo necessità di lavorare ai ritmi consueti per cui ho potuto gestirlo. E chiaramente non tutti possono lavorare la metà per due mesi)

Il senso di quello che scrivo, cmq, è che la fine di una relazione importante è un'esperienza psichica molto simile al lutto, che ha dei tempi tecnici che purtroppo non sono brevi. A priori non si può dire se 9 mesi siano troppi o siano normali, è una cosa soggettiva e personale. (ovviamente se fossero 9 anni, sarebbe diverso :-)). In ogni caso se la relazione era importante, avevi dei progetti e c'erano sentimenti forti, ci sta tutto. Lo strano sarebbe stato se tu un mese dopo avessi avuto un nuovo fidanzato. Quello sarebbe stato meno doloroso, ma anche meno sano. :-)
Oltretutto, come dici hai avuto altre esperienze dolorose da bambina, hai avuto un incidente, eri all'inizio della psicoterapia (che in ogni caso impiega un certo tempo prima di diventare un supporto vero e quindi forse la separazione avvenuta 3 mesi ti ha trovato già un po' destabilizzata)... insomma ci sta che tu stia ancora così male. Al posto tuo io non mi chiederei se è "normale", ma se te la senti e quanto te la senti. Nel senso che cmq se questo ragazzo ti ha creato un dolore così grande, farmaci o non farmaci, da lì dovrai passare. Purtroppo per poter ricominciare dopo la fine di qualcosa di importante, bisogna finire le lacrime. Altri modi non ci sono.

Per quanto riguarda la psicoterapeuta, non ci sono regole. La mia psy non ha un'avversione eccessiva verso i farmaci, ma io ero determinata a smetterli e mi ha fornito un buon supporto. Il mio psy di prima non ha mai ritenuto di prendere posizione in merito. Lo psy del mio ex, gli ha tolto in 5/6 mesi una quantità impressionante di farmaci (contro il parere dei medici) perché lui era contrario, e in ogni caso il mio ex non ha fatto una notte insonne, né ha avuto crisi particolari. Insomma, dipende. La questione è se tu stai bene e ti fidi o meno di questa psicologa. Se ci ragioni e concludi che non ti fidi o che non ti senti supportata, magari parlane con lei, ma sei poi ti accorgi che non risolvi, cambiala, senza esitazione perché il rapporto con il terapeuta è fondamentale. E in ogni caso dell'eventualità di prendere farmaci, parlane con lei, ma è una scelta tua, ed eventualmente dello psichiatra. Non è lei deputata a prendere una decisione per te, in questo senso. Si tratta di una scelta di percorsi e tu devi scegliere autonomamente il tuo.

Aggiungo solo una cosa: se vai a dormire presto, gioco forza ti sveglierai presto: :-) L'importante è che tu dorma le ore di cui hai bisogno (e anche quelle le sai solo tu). Potresti andare a dormire un po' più tardi, magari stancandoti un po' fisicamente prima di metterti a letto per non svegliarti alle 5. Adesso, ovviamente non posso sapere quanto dormi e quanto hai bisogno di dormire, ma è chiaro che prendere un farmaco per dormire 12 ore invece che 7 per non pensare, in sé non è salutare da nessun punto di vista. Se invece dormi meno di quanto avresti bisogno fisicamente, allora fatte salve una serie di misure per dormire bene (dalle ovvietà come il levare il caffè dal pomeriggio, a rilassarsi un po' prima di dormire ecc. ecc.), quindi se si tratta di insonnia vera, magari un aiuto farmacologico potrebbe servire, perché l'insonnia è qualcosa di devastante. Sappi solo che sonniferi e ansiolitici sono medicine che danno dipendenza e assuefazione per cui la dismissione può essere un po' lunga.

Ciao
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Messaggio  laura15 Dom Mar 18, 2012 4:09 pm

merla ha scritto:Ciao Laura,

provo a risponderti diversamente, magari un'opinione in più ti può aiutare. Smile

Ho preso medicine per 7 anni, in sé mi sono servite perché in quei 7 anni ho potuto fare un sacco di cose grazie al miglioramento temporaneo dato dai farmaci. Al tempo stesso però i farmaci non sono serviti a risolvere in sé il mio malessere. Grazie alla psicoterapia sono finalmente riuscita a smetterli da un 8/10 mesi e nonostante situazioni non felicissime (tra cui la fine di una relazione di 6 anni, problemi di famiglia ecc.) tuttora sto bene, almeno da un punto di vista psichico.

I farmaci a me sono serviti per convivere con e non farmi rovinare la vita dalla depressione, a non farmi perdere il lavoro, e a fare un sacco di cose che ho fatto in questi anni e non sarei riuscita a fare. In questo senso per me sono stati fondamentali. E mi hanno dato la possibilità di fare su me stessa un lavoro tale che mi consentisse di trovare le risorse per iniziare ad affrontare questioni personali che erano alla base della mia depressione. Anche in questo senso sono stati fondamentali. Però il lavoro psicoterapeutico più costruttivo l'ho fatto da quando non prendo più nulla e mi sono trovata costretta a trovare da sola i modi e gli strumenti per affrontare ansia e depressione. Costruttivo e molto pesante.
La mia esperienza (e quella del mio ex) è che ci sono situazioni in cui il farmaco aiuta ma al tempo stesso indebolisce, nel senso che si perdono di vista le proprie capacità per affrontare la sofferenza per cui a volte non la si affronta più. Chiaramente questo non è una regola che vale per tutti, perché il malessere psichico ha un sacco di sfaccettature. Ci sono inoltre situazioni in cui oggettivamente affrontare le situazioni è troppo pesante o avrebbe dei costi troppo elevati. (ad esempio dopo che ho smesso tutti i farmaci, ho avuto una sorta di effetto rebound con crisi di ansia, ipocondria ecc. ecc. che è durato un paio di mesi almeno, durante i quali per diverse ragioni non avevo necessità di lavorare ai ritmi consueti per cui ho potuto gestirlo. E chiaramente non tutti possono lavorare la metà per due mesi)

Il senso di quello che scrivo, cmq, è che la fine di una relazione importante è un'esperienza psichica molto simile al lutto, che ha dei tempi tecnici che purtroppo non sono brevi. A priori non si può dire se 9 mesi siano troppi o siano normali, è una cosa soggettiva e personale. (ovviamente se fossero 9 anni, sarebbe diverso :-)). In ogni caso se la relazione era importante, avevi dei progetti e c'erano sentimenti forti, ci sta tutto. Lo strano sarebbe stato se tu un mese dopo avessi avuto un nuovo fidanzato. Quello sarebbe stato meno doloroso, ma anche meno sano. :-)
Oltretutto, come dici hai avuto altre esperienze dolorose da bambina, hai avuto un incidente, eri all'inizio della psicoterapia (che in ogni caso impiega un certo tempo prima di diventare un supporto vero e quindi forse la separazione avvenuta 3 mesi ti ha trovato già un po' destabilizzata)... insomma ci sta che tu stia ancora così male. Al posto tuo io non mi chiederei se è "normale", ma se te la senti e quanto te la senti. Nel senso che cmq se questo ragazzo ti ha creato un dolore così grande, farmaci o non farmaci, da lì dovrai passare. Purtroppo per poter ricominciare dopo la fine di qualcosa di importante, bisogna finire le lacrime. Altri modi non ci sono.

Per quanto riguarda la psicoterapeuta, non ci sono regole. La mia psy non ha un'avversione eccessiva verso i farmaci, ma io ero determinata a smetterli e mi ha fornito un buon supporto. Il mio psy di prima non ha mai ritenuto di prendere posizione in merito. Lo psy del mio ex, gli ha tolto in 5/6 mesi una quantità impressionante di farmaci (contro il parere dei medici) perché lui era contrario, e in ogni caso il mio ex non ha fatto una notte insonne, né ha avuto crisi particolari. Insomma, dipende. La questione è se tu stai bene e ti fidi o meno di questa psicologa. Se ci ragioni e concludi che non ti fidi o che non ti senti supportata, magari parlane con lei, ma sei poi ti accorgi che non risolvi, cambiala, senza esitazione perché il rapporto con il terapeuta è fondamentale. E in ogni caso dell'eventualità di prendere farmaci, parlane con lei, ma è una scelta tua, ed eventualmente dello psichiatra. Non è lei deputata a prendere una decisione per te, in questo senso. Si tratta di una scelta di percorsi e tu devi scegliere autonomamente il tuo.

Aggiungo solo una cosa: se vai a dormire presto, gioco forza ti sveglierai presto: :-) L'importante è che tu dorma le ore di cui hai bisogno (e anche quelle le sai solo tu). Potresti andare a dormire un po' più tardi, magari stancandoti un po' fisicamente prima di metterti a letto per non svegliarti alle 5. Adesso, ovviamente non posso sapere quanto dormi e quanto hai bisogno di dormire, ma è chiaro che prendere un farmaco per dormire 12 ore invece che 7 per non pensare, in sé non è salutare da nessun punto di vista. Se invece dormi meno di quanto avresti bisogno fisicamente, allora fatte salve una serie di misure per dormire bene (dalle ovvietà come il levare il caffè dal pomeriggio, a rilassarsi un po' prima di dormire ecc. ecc.), quindi se si tratta di insonnia vera, magari un aiuto farmacologico potrebbe servire, perché l'insonnia è qualcosa di devastante. Sappi solo che sonniferi e ansiolitici sono medicine che danno dipendenza e assuefazione per cui la dismissione può essere un po' lunga.

Ciao
Ciao Merla! la tua esperienza è molto interessante e mi fornisce molti spunti per come potrei affrontare anche la mia.
In quanto mi ritrovo pure io difronte a scelte di vita importanti e non posso lasciare tutto al caso....mi devo laureare, mi manca la tesi e sono un pò di anni indietro ci tengo tantissimo perchè questo mi permetterà probabilmente di cambiare stile di vita, e di spezzare il circolo vizioso in cui sono immersa da anni a casa mia......andare a vivere da sola e trovarmi un lavoretto e continuare gli studi credo mi faccia solo bene, anche se mi costerà molti sacrifici(in danaro)..
Il punto è che questa depressione che io chiamo primaria multisfaccettata a tratti secondaria...mi permette un rendimento poco costante....e mi fà vedere l'obiettivo a tratti vicino a tratti lontano....credo che a questo punto il farmaco sia un esigenza..
Dalla mia psycho ci posso andare solo una volta ogni 15 giorni...perchè me la paga mia zia ed io ora non sto lavorando!!!!!(mio padre non sà niente e non mi và di farmi vedere malata da lui che non accetterebbe la cosa ed ha tanti problemi già di suo...)
forse c'è da dire che 15 sono tantini cercherò di portarli a 10!.....
io vorrei fare contemporaneamente farmaci-psicoterapia.......proprio perchè ho avuto una miriade di casini nella mia vita tutti in pochissima distanza di tempo e ci ho messo tantissimo tempo per metabolizzarli tutti, non avevo fatto in tempo a metabolizzare l'ultimo casino che è arrivato il mio ex..........che mi ha dato il colpo di grazia..
io sono 7 anni che cado e mi rialzo ad una distanza di pochissimo tempo....credo di aver bisogno di un pò di pace e tranquillità,quindi il farmaco mi aiuterebbe a staccare un pò...
allora il mio ex.....io non riesco ad avercela a morte con lui anzi tutto il contrario non riesco a demonizzarlo, non era innamorato di me ed evidentemente non capiva i miei problemi....mi ha lasciato poco dopo un incidente che abbiamo fatto insieme...dove io mi sono fatta più male di lui e lui all'inizio mi è stato vicino...anche se si vedeva lontano ad un miglio che non era proprio felice.....
il nostro prob era la comunicazione....
un problema che evidentemente non ci ha permesso di rendere profonda la nostra relazione.
pernsate che quando mi ha lasciato io gli ho detto in un momento di rabbia che non ci aveva capito niente di me....e lui mi ha risposto: pure tu di me! ma che gli vuoi dire ad uno che ti risponde così...cosa ci puoi fare è solo un enorme fallimento......
lui considerava i miei problemi come miei esclusivamente e non ha mai accettato il modo in cui io li affrontassi...critiche su critiche, polemiche e tanta voglia di litigare......un rapporto di quasi due anni tribolato...e con mille sensi di colpa da parte mia che essendo pure più grande di lui mi sentivo mille volte una stronza per non riuscirgli a dare più di tanto un minimo di serenità......
E quanto mi mangio i gomiti, quanto sono stata stupida a darmi tutte queste colpe, m stavo male ero depressa e pensavo di essere io il problema e lui...un pò purtroppo se ne è approfittato di questa mia condizione per darmi colpe vi assicuro dove non ne avevo, intanto è lui quello che dopo un mese e mezzo ne aveva altre e 2......è inutile che poi và a dire a tutti che mi è stato fedele....
insomma mi ha mancato di rispetto sempre, anche dicendomi mentre soffrivo, che mi inventavo le cose che ero una matta e che tanto non sarei mai cambiata.
vabbè.......queste sono alcune cose di una storia di cui non ne vale neanche la pena di parlare....l'unica cosa che vale ora è la mia salute e che io apra gli occhi una volta per tutte senza sentirmi ancora in colpa....e soprattutto che io la smetta di pensare e a dire che mi manca........
Una persona che ha preferito un altra ragazza che ovviamente non ha problematiche pesanti, noiose come le mie anzi è laureata, si vanta di non aver mai sofferto per un uomo insomma come piace a lui!!!!!!! il fatto è che io voglio arrivare a compatirlo...ma per fare questo devo prima smetterla di compatirmi io!!!XD
scusate.....il monologo interiore di un ora circa!!!!!
comunque: l'insonnia invece è una cosa molto particolare, perchè praticamente capita questo: mi riempio la giornata e cerco di stare il meno possibile a casa.......poi arriva la sera ed iniziano le ansie e la rabbia mista ad impotenza...allora mi appoggio sul divano e faccio di tutto per dormire.........senza cambiarmi o struccarmi(na schifezza! insomma) o addirittura senza accorgermi che sotto la schiena magari c'è una stampella!!!XD...poi avendo o freddo o capendo che necessito di un letto mi sveglio o alle 3 o alle 4 e non riesco ad alzarmi comincio a pensare e ad arrabbiarmi....di lì se mi addormento lo faccio alle sei.....
a volte mi capita (quando sono arrabbiatissima) di non riuscire a mangiare( questo soprattutto i primi tempi) e non me lo posso permettere perchè sono già magra.....
Questa è la mia insonnia......per il resto vivo giorni migliori(sempre però pensando a lui) e giorni dove invece arrivo ad odiarmi terribilmente quasi sfiorando l'autolesionismo......e non sò perchè questo succede quasi sempre nel fine sett...forse perchè erano i giorni della settimana in cui mi vedevo molto più spesso con lui bho.......
comunque......si da una parte essendo realista ha ragione tea quando dice: ma tu ci avresti passato una vita insieme ad uno che giudica ogni cosa che fai? DA un altra ha ragione marco7 quando dice i psicoterapeuti sono a prescindere nemici delle medicine........e merla infine con la sua preziosa testimonianza mi ha fatto capire che dipende da caso a caso e da priorità ma sempre meglio comunque uscirne da soli...perchè tanto anche una volta smesse le medicine ci sono anni anni da affrontare di psicoterapia e perchè si è soli nell'affrontare la pietra cieca e sorda dei nostri blocchi emotivi e paure!!!(citando la frase di un bellissimo film).....
ho intenzione di comunicare alla mia psicoterapeuta che potrebbe essere il momento adatto per prendere delle medicine, almeno fino alla laurea e per darmi un pò di tregua......vediamo che succede!! Wink
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Messaggio  merla Dom Mar 18, 2012 5:36 pm

laura15 ha scritto:
comunque: l'insonnia invece è una cosa molto particolare, perchè praticamente capita questo: mi riempio la giornata e cerco di stare il meno possibile a casa.......poi arriva la sera ed iniziano le ansie e la rabbia mista ad impotenza...allora mi appoggio sul divano e faccio di tutto per dormire.........senza cambiarmi o struccarmi(na schifezza! insomma) o addirittura senza accorgermi che sotto la schiena magari c'è una stampella!!!XD...poi avendo o freddo o capendo che necessito di un letto mi sveglio o alle 3 o alle 4 e non riesco ad alzarmi comincio a pensare e ad arrabbiarmi....di lì se mi addormento lo faccio alle sei.....


Sinceramente se è in questi termini io, che sono stata accompagnata dall'insonnia e dagli ansiolitici per anni (solo per dirti che non parlo a caso), in questa situazione eviterei proprio di infognarmi con degli ansiolitici.

Conta che in genere, a meno di problemi più particolari e più cronicizzati, ci sono due tipi di farmaci per depressione e ansia: ansiolitici vari, per lo più benzodiazepine, e antidepressivi. I primi hanno un effetto sostanzialmente sintomatico, ti tranquillizzano in breve tempo e, a seconda del farmaci, possono anche aiutarti a dormire, e sono quelli che sostanzialmente danno dipendenza e assuefazione. I secondi sono farmaci più "strutturali" vale a dire che per essere efficaci necessitano una somministrazione di alcune settimane, agiscono per lo più su serotonina, noradrenalina, ecc., e fanno sentire in genere meglio. Se danno problemi alla dismissione, non è dovuto a una vera dipendenza ma a questioni un po' più subdole.

Ora sicuramente una benzodiazepina potrebbe aiutarti a dormire, però forse vale la pena di fare prima tentativi più normali no? Invece di scassarti sul divano e tentare di dormire (e se dormi anche con una stampella sotto, ti assicuro che non è insonnia in senso stretto Very Happy), potresti aspettare, farti un bagno, leggere un po' o guardarti un film e dopo andare a dormire, magari con una camomilla o un latte caldo. Non voglio sminuire, ma proprio perché li ho presi e smessi, e conosco bene l'insonnia, al posto tuo sinceramente proverei altre cose e altri modi. I farmaci per dormire hanno il grosso difetto di essere farmaci a cui ci abitua terribilmente in fretta, dopo alcuni mesi molto spesso (a meno di non essere affiancati da un antidepressivo) al di là di effetto placebo occorre aumentare la dose perché danno tolleranza e sono terribilmente comodi, perché una pastiglia o qualche goccina ti risolvono il problema di trovare una strategia tua per dormire. Visto che nel complesso dormi e si tratta più che altro di un problema di igiene del sonno, al posto tuo eviterei. O magari mi farei dare qualcosa ma lo prenderei solo al bisogno, e nel frattempo proverei con sistemi meno chimici.

Aggiungo solo una cosa, per cronaca (ma anche lì solo perché l'ho fatta pure io e anche di recente). è inutile pensare che devi smettere di pensare e dire che ti manca. Quelle son cose che senti, non che decidi. Se ti manca, lascia che ti manchi. Poi a un certo punto passa. La cosa importante è che tu continui a riempirti il tempo con altre cose e non rinunci al resto per pensare al tuo ex.

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Messaggio  tea66 Dom Mar 18, 2012 9:02 pm

laura15 ha scritto:Dalla mia psycho ci posso andare solo una volta ogni 15 giorni...perchè me la paga mia zia ed io ora non sto lavorando!!!!!(mio padre non sà niente e non mi và di farmi vedere malata da lui che non accetterebbe la cosa ed ha tanti problemi già di suo...)
Un padre ha diritto di conoscere i problemi della famiglia, credi davvero che non si sia accorto di nulla?
Vinci questa ritrosia e aprigli il cuore, lui ti conosce più di chiunque altro….. secondo me sta proprio aspettando che tu lo faccia!!!
Lo aiuti a risolvere i suoi problemi tacendogli il tuo?!?
Dici che la "mancanza di comunicazione" è stata la causa di rottura col tuo ex.....almeno con tuo padre provaci…… perlomeno non potrai avere sensi di colpa per non averlo informato.
Forza, magari è più facile di quello che hai sempre pensato!


tea66

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Messaggio  laura15 Dom Mar 18, 2012 9:17 pm

Infatti il mio disturbo del sonno non è un insonnia di quelle gravi , il mio problema è dato da un insieme di disturbi!!! non è che non dormo proprio, dormirò si e no 5 ore....il problema è che il resto delle ore mi massacro di sensi di colpa, da una parte verso di lui e che mi manca...poi riacquisto lucidità capisco e diventano si trasformano in sensi di colpa verso me stessa: di essermi tutelata poco e di essermi fatta prendere in giro.....e sono due pensieri totalmente opposti tra loro....e tra queste 2 tendenze poi cerco una risposta e rifletto fino a farmi venire il malditesta e piango.......più che altro questa cosa mi crea una stanchezza enorme e la mattina mi sveglio...più morta che viva e non riesco a svegliarmi all'ora precisa in cui dovrei ma soprattutto mi sveglio con le stesse paranoie nella testa...e con il solito male alla testa invalidante....poi ci sono giorni migliori ma durano poco....ci sono addirittura giorni che iniziano e finiscono con il pianto e rimango in apnea(cosa che non mi succedeva dall' età di 4 anni!!!) tipo ieri che ho scritto il post, e che non mi sono alzata dal letto neanche per andare a cena mio padre si è spaventato perchè mi ha preso una crisi dove ho rotto una stampella(sempre la stampella che ritorna.... spesso le lascio in giro ) dicendogli che voglio morire.....bhè mi sono spaventata perchè quella persona non sono io!!!!!!!.
non prenderei mai farmaci che non mi servono, ma se mi dicono che posso prendere gli antidepressivi(no gocce, ansiolitici x dormire), io li prendo più che altro perchè ho paura che la cosa possa peggiorare......prima però chiederò chiarimenti e cercherò un accordo con la mia psicoterapeuta.
Si putroppo ho capito anche come dici tu che è inutile dire di voler dimenticare e di odiarmi perchè mi manca etc.....x quello solo il tempo mi potrà aiutare.......ho quasi il disprezzo verso questo mio sentimento...vorrei soffocarlo con tutta me stessa ma mi rendo conto che devo solo aspettare!!!! Wink)) non mi capacito proprio di come io possa giustificarlo a volte ed invece altre volte penso che non meriti il mio pianto e mi sento una poveraccia a piangere per uno che se ne è andato come se non ci fosse mai stato.......mah forse la faccio così grave perchè ero già depressa....
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Messaggio  laura15 Dom Mar 18, 2012 9:53 pm

tea66 ha scritto:
laura15 ha scritto:Dalla mia psycho ci posso andare solo una volta ogni 15 giorni...perchè me la paga mia zia ed io ora non sto lavorando!!!!!(mio padre non sà niente e non mi và di farmi vedere malata da lui che non accetterebbe la cosa ed ha tanti problemi già di suo...)
Un padre ha diritto di conoscere i problemi della famiglia, credi davvero che non si sia accorto di nulla?
Vinci questa ritrosia e aprigli il cuore, lui ti conosce più di chiunque altro….. secondo me sta proprio aspettando che tu lo faccia!!!
Lo aiuti a risolvere i suoi problemi tacendogli il tuo?!?
Dici che la "mancanza di comunicazione" è stata la causa di rottura col tuo ex.....almeno con tuo padre provaci…… perlomeno non potrai avere sensi di colpa per non averlo informato.
Forza, magari è più facile di quello che hai sempre pensato!

ho paura di creare altri di problemi dicendoglielo, glielo dirò più in là...mio padre sà quello che mi è successo con il mio ex perchè dopo un pò di mesi sono esplosa, non mi è piaciuto tanto come ha reagito, non mi ha tanto compresa proprio come mi immaginavo, non ha compreso come mi possa essere ridotta in questo modo per una persona e mi ha fatto capire che stavo facendo i capricci e che in quel modo sarei stata un peso per la famiglia ed ha iniziato ad autocommiserarsi di tutti i prob che lui già ha......il mio ex invece i miei problemi li sapeva.....tutti......fosse per me la comunicazione ci sarebbe stata se non fosse stato per le sue lunghe pause per i telefoni buttati giù, per le cose non dette e per le differenti esperienze e maturità che abbiamo nei confronti della vita, tutto questo non mi ha impedito però di accettarlo e di provare a capire fin dove ho potuto i suoi atteggiamenti......e pure io sicuramente avrò sbagliato
comunque il fatto è che non voglio rompere l'equilibrio in famiglia.. il mio ex in tutto questo non c'entra...lui veramente sapeva troppo lì la faccenda è più delicata e non cercherò consigli a riguardo sono troppo delicate ed insite alla coppia determinate dinamiche non ci capisco niente io...e forse non c'è niente da capire
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Messaggio  laura15 Lun Mar 19, 2012 2:55 am

Sono riuscita a trovare sul web una cosa per me utilissima..............ossia:
QUELLO che mi ha fatto vivere il mio ragazzo.....erano mesi che cercavo una risposta ed eccola....ora che la sò a posteriori posso solo mangiarmi i gomiti per non essere riuscita ad attuare un comportamento adeguato e magari per non aver trovato prima questo articolo di cui pare pure ci sia un libro scritto da uno psicoterapeuta....riporto i passi se vi può interessare anche a voi!!!!:
- Che cos'è il ricatto morale?
- Persi nella nebbia
- Vederci chiaro
- Bisogna essere in due
- Un gioco di ruoli
- Il prezzo da pagare
- Trasformare la comprensione in azione
- Un nuovo vocabolario di scelte

Ho detto a mio marito che avrei seguito un corso, una sera a settimana, e lui ha iniziato a spararmi addosso in quel suo modo tranquillo. «Fa' quello che vuoi, tanto lo fai sempre», mi ha detto, «ma non credere che starò qui ad aspettare che tu torni a casa. Io sono sempre qui a tua disposizione; perché tu non lo sei mai?» Sapevo che il suo ragionamento era privo di senso, eppure mi sono sentita così egoista. Mi sono fatta restituire i soldi dell'iscrizione. - LIZ

Avevo deciso che, a Natale, avrei fatto un viaggio con mia moglie, era una vacanza che aspettavamo con ansia da mesi. Ho telefonato a mia madre per dirle che finalmente avevamo i biglietti, e lei si è quasi messa a piangere. «e la cena di Natale?», ha esclamato. «Ci siamo sempre ritrovati tutti insieme per le feste. Se, invece di venire qui, parti per quel viaggio, rovinerai le feste a tutti. Come puoi farmi una cosa simile? Quanti Natali credi che mi restino ancora?» E così ho ceduto. Mia moglie mi ucciderà ma non credo proprio che riuscirei a godermi una vacanza seppellito sotto un tale senso di colpa. Tom

Sono entrata nell'ufficio del mio capo per dirgli che avevo bisogno di aiuto o di una scadenza più realistica per l'importante progetto al quale stavo lavorando. Non appena ho accennato al fatto che avevo davvero bisogno di un po' di respiro, lui è partito all'attacco. «So quanto desideri stare a casa con la tua famiglia», mi ha detto, «ma anche se ora sentono la tua mancanza, sai che apprezzeranno la promozione che abbiamo in serbo per te. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia fare gioco di squadra, che sia capace di dedicarsi completamente a quel lavoro. E pensavo che quel qualcuno fossi tu. Ma fa' pure, passa più tempo con i ragazzi. Tieni però presente che se queste sono le tue priorità, noi dovremo rivedere i nostri progetti su di te.» Mi sono sentita messa con le spalle al muro. Ora non so più che cosa fare. - kim

Che cosa sta accadendo qui? Perché certe persone riescono sempre a farci pensare: «Ho perso di nuovo. Cedo sempre. Non sono stato capace di dire quello che sentivo davvero. Perché non riesco mai a far apprezzare il mio punto di vista? Perché non riesco mai a farmi valere?» Sappiamo di essere stati battuti. Ci sentiamo frustrati e pieni di risentimento, sappiamo di aver rinunciato a qualcosa che desideravamo per far piacere a qualcun altro, ma non abbiamo proprio idea di che cosa farci. Perché alcune persone sono capaci di sopraffarci emotivamente, lasciandoci la sensazione di essere stati di nuovo sconfitti?

Le persone con le quali ci scontriamo in situazioni dove vincere appare impossibile, sono abili manipolatori. Quando ottengono quello che vogliono, ci avvolgono in una piacevole intimità, ma spesso finiscono per minacciarci per ottenere ciò che desiderano, oppure, se non ci riescono, ci seppelliscono sotto montagne di accuse e di senso di colpa. Ai nostri occhi, queste persone sembrano mettere in atto la strategia più adatta per ottenere dagli altri quello che vogliono, eppure spesso non sembrano rendersi conto di quello che fanno. Al contrario, molti di loro sembrano persone dolci, persone che hanno sofferto molto, per nulla minacciose.

Di solito, c'è una persona in particolare, un compagno, un genitore, un collega o un amico, che riesce a manipolarci così profondamente da farci dimenticare che siamo persone adulte e indipendenti. Possiamo essere capaci, possiamo aver avuto successo in altri campi della nostra vita, ma queste persone ci fanno sentire confusi e impotenti. Siamo nelle loro mani.

Prendiamo, per esempio, Sarah, una mia paziente, stenografa in tribunale. Sarah, una bruna vivace, frequenta Frank, un imprenditore edile, da quasi un anno. Entrambi sui trent'anni, formavano una coppia molto unita dove tutto ha funzionato per il meglio finché non si è iniziato a parlare di matrimonio. A quel punto, ha raccontato Sarah: «l'atteggiamento di Frank verso di me è completamente cambiato. Sembrava che volesse mettermi alla prova». Le cose si chiarirono quando, un fine settimana, Frank la invitò nel suo chalet in montagna per un weekend romantico. «Quando siamo arrivati, il posto era pieno di teli di plastica e latte di vernice. Lui mi ha allungato un pennello. Non sapevo cos'altro fare e così mi sono messa a imbiancare.» I due lavorarono tutto il giorno, per lo più in silenzio, e quando finalmente si sedettero per riposare, Frank tirò fuori un anello di fidanzamento con un enorme diamante.

«Gli chiesi che cosa stesse accadendo», mi ha raccontato Sarah, «e lui ha risposto che aveva bisogno di sapere se ero una buona compagna, affidabile, capace di darmi da fare; che, insomma, una volta sposati, non mi sarei aspettata che facesse tutto lui.» Inutile dire che le prove non finirono qui.

«Stabilimmo una data e tutto il resto, ma continuavamo ad andare su e giù come uno yo-yo. Frank continuava a farmi dei regali, ma anche a mettermi alla prova. Se un fine settimana mi rifiutavo di badare ai figli di sua sorella, lui diceva che non avevo senso della famiglia, e forse avremmo fatto meglio a posticipare il matrimonio. Se parlavo di espandere il mio lavoro, allora voleva dire che non ero davvero legata a lui. Così, naturalmente, ho aspettato. La storia è andata avanti, quella che cedeva ero sempre io. Continuavo a dirmi che lui era proprio l'uomo giusto, che forse aveva solo paura di sposarsi e per questo aveva bisogno di sentirsi proprio sicura di me.»

Le minacce di Frank erano velate, eppure tremendamente efficaci perché si alternavano a periodi di gentilezze e di un'intimità sufficientemente stretta da nascondere quello che stava davvero accadendo. E come la maggior parte di noi, Sarah voleva sempre più gentilezze e intimità.

Si lasciava manipolare da Frank perché, sul momento, renderlo felice sembrava una cosa sensata, c'erano così tante cose in gioco. Come molti di noi, davanti alle minacce di Frank Sarah provava rabbia e frustrazione, ma giustificava la propria capitolazione in nome della pace.

In questo genere di relazioni, ci si concentra sui bisogni dell'altro a spese dei propri, e ci si lascia cullare dalla temporanea illusione che arrenderci ci consentirà di crearci un rifugio sicuro. In questo modo si evita il conflitto, il confronto, e la possibilità di una relazione sana.

Interazioni esasperate come queste sono tra le più comuni cause di conflitto in quasi tutte le relazioni umane, eppure solo raramente sono identificate e comprese. Spesso episodi simili sono etichettati come errori di comunicazione. Ci diciamo: «Io mi baso sui miei sentimenti, mentre lui segue l'intelletto». Oppure: «Lei ha una diversa forma mentale». Ma, in realtà, la causa dell'attrito non è nella diversità dello stile di comunicazione, ma nel fatto che una persona agisce a spese dell'altra. Si tratta di qualcosa di più di semplici fraintendimenti, si tratta di lotte di potere.

Nel corso degli anni, ho cercato un modo per descrivere queste lotte e il circolo vizioso di comportamenti errati nel quale sfociano. Ho scoperto che le persone, pressoché all'unanimità, sono d'accordo con me quando dico loro che quello di cui stiamo parlando non è altro che puro e semplice ricatto, ricatto morale.

Il termine ricatto riunisce in sé sinistre immagini di criminali, paura ed estorsione. Certo, è difficile pensare al proprio marito, ai propri genitori, al capo o ai colleghi, ai propri figli in questi termini. Eppure, ho scoperto che ricatto è l'unico termine capace di descrivere in modo accurato quello che accade. è una parola tagliente, ma proprio per questo ci aiuta a perforare il velo di negazione e confusione che avvolge tantissime relazioni: e farlo ci spinge verso la chiarezza.

Permettetemi di rassicurarvi: il fatto che all'interno di una relazione esistano dei ricatti, non significa che essa non sia valida. Significa solo che dobbiamo riconoscere con onestà quello che accade, e correggere quei comportamenti che ci feriscono, in modo da rimettere quella relazione su basi più solide.

CHE COS'E' IL RICATTO MORALE?
E ricatto morale è una potente forma di manipolazione in cui una persona a noi vicina minaccia, in modo diretto o indiretto, di punirci se non facciamo quello che vuole. Alla base di ogni tipo di ricatto, c'è un’unica, basilare minaccia, che può essere espressa in molti modi diversi: se non ti comporti come voglio io, la pagherai. Un ricattatore criminale può minacciare di rivelare qualcosa del passato di una persona per rovinarne la reputazione, oppure può chiedere denaro per mantenere un segreto. I ricattatori morali colpiscono più vicino. Un ricattatore morale sa quanto è importante per noi la relazione che ci lega a lui o a lei. Conosce i nostri punti vulnerabili. Spesso conosce i nostri segreti più nascosti. E non importa quanto bene ci voglia; se teme di non riuscire a ottenere ciò che vuole, il ricattatore userà l'intimità che lo lega a noi per formulare le minacce che lo aiuteranno a ottenere il bottino tanto desiderato: la nostra complicità.

Sapendo che desideriamo amore o approvazione, i nostri ricattatori minacceranno di sottrarceli, o lo faranno direttamente, oppure ci faranno sentire che dobbiamo meritarceli. Per esempio, se ci vantiamo di essere generosi e disponibili, il ricattatore, se non cediamo ai suoi desideri, ci etichetterà come egoisti o irresponsabili. Se, invece, per noi il denaro e la sicurezza sono importanti, il ricattatore creerà una situazione dove entrambi siano a rischio, oppure minaccerà di portarceli via. E se si crede al ricattatore e alle sue minacce, si corre il rischio di permettergli di controllare le nostre decisioni e i nostri comportamenti.

Ci ritroviamo imprigionati in una danza con il ricattatore, una danza che ha miriadi di passi, figure e modelli.

PERSI NELLA NEBBIA
Perché tante persone sveglie e capaci fanno fatica a comprendere un comportamento che appare così ovvio? Un motivo chiave è che i manipolatori riescono a rendere molto difficile, quasi impossibile, vedere come ci stanno manipolando, perché avvolgono le loro azioni nell'oscurità di una fitta nebbia. Ognuna delle loro vittime, se appena potesse, contrattaccherebbe, ma i ricattatori impediscono loro di vedere quello che sta accadendo. Uso il termine, «nebbia» come metafora della confusione che i ricattatori creano in noi. Come la nebbia è formata da tre elementi, inquinamento, vapore e freddo, così tre sono gli strumenti di ogni ricattatore: paura, senso del dovere e senso di colpa. I ricattatori pompano all'interno delle loro relazioni una nebbia che tutto avvolge, in modo da essere certi che noi avremo paura di contrastarli, che ci sentiremo obbligati a cedere e che, se non lo facciamo, ci sentiremo soffocati dalla colpa.

Fendere questa nebbia e riconoscere che qualcuno ci sta facendo un ricatto morale, o ce lo ha fatto in passato, può non essere così facile. Per aiutarvi, ho preparato un test che vi permetterà di capire se siete il bersaglio di un ricattatore.

Le persone importanti nella vostra vita:

Minacciano di rendervi la vita difficile se non fate quello che vogliono?

Minacciamo sempre di concludere la relazione con voi se non fate quello che vi chiedono?

Vi dicono, o vi fanno capire, che si trascureranno, si faranno del male o si sentiranno depressi se non fate quello che vogliono?

Vogliono sempre di più, non importa quanto abbiate già dato?

Sono sempre certi che sarete voi a cedere?

Ignorano o sottovalutano i vostri sentimenti e desideri?

Vi fanno grandi promesse legate al vostro comportamento e poi raramente le mantengono?

Se rifiutate di cedere, vi accusano di essere egoisti, malvagi, avidi, freddi e indifferenti?

Vi ricoprono di lodi quando cedete, ma sono pronti a riprendersele quando non lo fate?

Usano il denaro come mezzo per ottenere quello che vogliono?

Se avete risposto di sì anche a una sola di queste domande, allora state subendo un ricatto morale. Ma tranquillizzatevi: potete fare molto e fin da subito per migliorare la vostra situazione e il modo in cui vi sentite.
VEDERCI CHIARO
Prima di poter cambiare qualcosa, abbiamo bisogno di vedere con chiarezza come funziona la relazione tra noi e il ricattatore. Abbiamo bisogno di accendere la luce, e farlo ha un’importanza vitale nel porre fine a un ricatto morale perché, persino mentre stiamo cercando di far dissolvere la nebbia, il ricattatore si affannerà a crearne banchi sempre più densi intorno a noi. Negli ultimi anni le nostre conoscenze sugli stati d'animo, la psiche e le motivazioni degli esseri umani, sono diventate sempre più profonde e sofisticate, ma quando si ha a che fare con la nebbia i sensi si ottundono, e ammutoliscono quei sensori inconsci che di solito ci guidano in ogni relazione attraverso sottili intuizioni. I ricattatori sono molto abili nel mascherare la pressione alla quale ci sottopongono e, quando l’avvertiamo, tendiamo piuttosto a mettere in dubbio la nostra percezione di quello che sta accadendo, e non il comportamento del nostro avversario. Per di più, spesso esiste un’enorme differenza tra quello che oggettivamente fa un ricattatore, e il modo benigno, pieno di tenerezza, con il quale costui o costei, interpreta le proprie azioni. Di conseguenza, noi ci sentiamo confusi, disorientati e pieni di rabbia. Ma non siamo soli. Il ricatto morale assilla milioni di persone.

Attraverso questo libro, attraverso racconti anche drammatici, incontrerete persone che stanno lottando contro il ricatto morale, e che hanno trovato un modo per porvi fine. Sono storie di persone vere, con sentimenti veri e veri conflitti. Sono persone con le quali vi identificherete, uomini e donne che mostrano grande competenza, eleganza ed efficacia in molti ambiti delle loro vite, ma che sono cadute nella trappola del ricatto. Se aprite il vostro cuore, imparerete molto dalle loro esperienze. Le loro storie sono favole moderne, che possono esserci di guida e d'aiuto nel nostro viaggio personale.

BISOGNA ESSERE IN DUE
Nella prima metà di questo libro vi mostrerò l'esatto meccanismo del ricatto morale e vi spiegherò perché alcuni di noi sono più vulnerabili.
Spiegherò in dettaglio come funziona lo scambio interattivo fra ricattatore e ricattato e vi mostrerò che cosa vogliono entrambe le parti e come l'ottengano. Esplorerò la psiche del ricattatore, un compito che all'inizio può sembrare quasi impossibile, perché non tutti i ricattatori hanno lo stesso stile o gli stessi tratti caratteriali: alcuni sono passivi, altri piuttosto aggressivi. Alcuni sono espliciti nelle loro minacce, e altri estremamente subdoli. Alcuni ci fanno sapere quali conseguenze dovremo patire se non li soddisferemo, altri mettono in rilievo quanto li si faccia soffrire. Eppure, per quanto i ricattatori possano apparire diversi in superficie, tutti hanno in comune alcuni tratti importanti, caratteristiche che nutrono il loro comportamento da manipolatori. Vi mostrerò come i ricattatori usino la nebbia (ricordate? è composta da tre elementi: paura, senso del dovere e senso di colpa) e altri strumenti, e vi aiuterò a capire da che cosa sono mossi.

Vi mostrerò come la paura (paura della perdita, del cambiamento, di essere respinti, di perdere potere) sia lo sfondo comune sul quale si muovono tutti coloro che diventano ricattatori. Per alcuni, queste paure sono radicate in una lunga storia di vissuti d’ansia e di inadeguatezza. Per altri, può trattarsi di una risposta a stress e incertezze più recenti, che hanno minato le loro sicurezze e le loro competenze. Vi dimostrerò come il potenziale ricattatorio raggiunga i suoi vertici a mano a mano che la paura si accumula nella vita del ricattatore. E vi mostrerò come alcuni eventi scatenanti (la fine di una relazione amorosa, la perdita di un lavoro, il divorzio, il pensionamento o una malattia), possano facilmente trasformare una persona cara in un ricattatore.

Raramente le persone a noi vicine che usano il ricatto morale sono individui che si svegliano al mattino pensando: «Come posso distruggere la mia vittima?» Sono, invece, persone che vedono nel ricatto il loro biglietto d'accesso alla sicurezza e al potere. Non importa quanto appaiano sicuri di sé visti da fuori, i ricattatori agiscono spinti da un'ansia formidabile.

Ma si sentono davvero potenti, seppur per un attimo, quando schioccano le dita e noi saltiamo. Il ricatto morale diviene così il loro modo di difendersi da sentimenti per loro dolorosi e spaventosi.
UN GIOCO DI RUOLI
Senza il nostro aiuto, comunque, il ricatto non potrebbe mettere radici. Ricordate: perché un ricatto sia possibile, bisogna essere in due, si tratta di una transazione, di uno scambio interattivo fra due soggetti. E allora il passo successivo consisterà nell'osservare il modo in cui noi stessi contribuiamo, in quanto bersagli di un ricatto.
Ognuno di noi porta in una relazione quelli che possiamo chiamare i «punti deboli»: risentimenti, rimpianti, insicurezze, paure, rabbia, accumulati nel corso degli anni. Sono i nostri punti dolenti, punti che, se toccati, ci fanno soffrire. Nel corso di queste pagine, vedremo come la nostra esperienza abbia formato una serie di risposte automatiche proprio in corrispondenza di quei punti ipersensibili.

Per me è sempre affascinante vedere come le convinzioni di ognuno sul comportamento umano possano evolversi, passando dal vedere se stessi come vittime, al trovare il coraggio di prendersi la responsabilità della propria vita e dei propri problemi, cosa questa che in nessun altro luogo è così importante come nell’arena, del ricatto morale. è facile focalizzarsi sul comportamento delle altre persone e pensare che, se loro cambiassero, tutto andrebbe bene. Ma quello che dobbiamo davvero sforzarci di trovate è il coraggio e la disciplina necessari per comprendere noi stessi e cambiare il modo in cui interagiamo con i possibili ricattatori. è duro ammettere che siamo proprio noi, cedendo, a insegnare al ricattatore come ricattarci. Ma questa è l'amara verità: la nostra complicità è la ricompensa del ricattatore, e ogni volta che ricompensiamo qualcuno per una certa azione, sia che ce ne rendiamo conto oppure no, gli diciamo nel modo più esplicito possibile che può farlo ancora.

IL PREZZO DA PAGARE
Il ricatto morale cresce come l'edera, i suoi viticci possono avvilupparsi attorno a ogni aspetto della nostra vita. Se cediamo a un ricatto in ufficio o sul lavoro, è facile che, una volta tornati a casa, riversiamo la nostra frustrazione sui figli. Se la relazione con uno dei nostri genitori è pessima, possiamo riversare sul nostro partner i sentimenti negativi accumulati. Infatti, non è possibile riporre un conflitto in una scatola, etichettarla lavoro o marito e metterla da parte per il resto della nostra vita. Al contrario, è più facile che questa infelice dinamica si riproduca, e che la vittima diventi a sua volta un ricattatore, che riversa le proprie frustrazioni su qualcuno più debole o più vulnerabile di se stesso.
Molti di coloro che si servono del ricatto morale sono amici, colleghi o familiari ai quali siamo uniti da stretti legami che desideriamo conservare e rafforzare. Possono essere persone che amiamo, perché abbiamo condiviso con loro molte esperienze e periodi felici, un'intimità che ancora, seppur sporadicamente, riusciamo a ottenere. Spesso, giudichiamo positiva la relazione all’interno della quale si è sviluppato il ricatto, almeno nel suo insieme, ma spinta su una strada sbagliata dalle recenti tensioni. è fondamentale non permettere al ricatto di risucchiare nel suo vertice noi e le persone intorno a noi.

Il prezzo che si paga quando si cede ripetutamente al ricatto morale è enorme. I commenti e il comportamento del ricattatore ci fanno sentire privi di equilibrio, pieni di vergogna e di colpa. Sappiamo che dobbiamo modificare quella situazione, e continuiamo a prometterci di farlo, per poi cadere nella prima imboscata e ritrovarci di nuovo presi in giro e usati. Allora iniziamo ad avere dubbi sulla nostra capacità di mantenere le promesse che ci facciamo, e perdiamo fiducia nella nostra determinazione. In questo modo intacchiamo la nostra autostima. La cosa peggiore, forse, è che ogni volta che cediamo a un ricatto morale perdiamo contatto con la nostra integrità, il metro interiore che ci aiuta a decidere quali debbano essere i nostri valori e il nostro comportamento. Certo, il ricatto morale non è una violenza fisica ed evidente, ma non per questo le sue ferite sono meno profonde. Quando si convive con il ricatto morale, questo cresce e ci consuma fino al punto di mettere in grave pericolo le nostre relazioni più importanti e il nostro rispetto per noi stessi.
TRASFORMARE LA COMPRENSIONE IN AZIONE
Sono terapeuta da più di venticinque anni. In questo periodo ho curato migliaia di persone che si trovavano in tutta una varietà di situazioni, e se posso fare una sola efficace generalizzazione senza timore di smentita, è che cambiamento è la parola più temuta. Non piace a nessuno, quasi tutti ne sono terrorizzati, e la maggior parte delle persone, me compresa, è capace di rivelare insospettate doti creative pur di evitarla. Anche quando il nostro comportamento ci rende infelici, la sola idea di fare qualcosa di diverso può farci sentire peggio.

Eppure, se c'è qualcosa che so con assoluta certezza, sia dal punto di vista personale, sia da quello professionale, è questa: nulla cambierà nella nostra vita finché non cambieremo il nostro comportamento. Non basta guardare dentro di noi e comprenderci. Comprendere perché ci comportiamo in modo da essere sempre sconfitti non ci aiuterà a smettere di farlo. è necessario agire. Dobbiamo fare il primo passo lungo una nuova strada.

UN NUOVO VOCABOLARIO DI SCELTE
Lo scopo di tutti i libri che ho scritto, è sempre stato quello di presentare delle soluzioni. Nella seconda parte di questo lavoro, vi condurrò passo per passo attraverso l'ampio ventaglio di scelte possibili per chi si ritrova bersaglio di un ricatto morale. Spesso, si pensa di avere solo un ristretto ventaglio di scelte, ma, in generale, ci sono altre possibilità che ci sfuggono. E avere delle scelte significa avere più potere. Vi mostrerò poi le strategie per resistere a un ricatto, anche quando vi sentite intimiditi o spaventati, e vi aiuterò a leggere in modo giusto le vostre percezioni su voi stessi e quello che vi accade. Vi darò degli schemi, semplici esercizi, esempi pratici e tecniche specifiche di comunicazione che vi aiuteranno ad allontanarvi dalla spirale «attacco-difesa». Sono tecniche che ho insegnato e raffinato attraverso venticinque anni di pratica, e funzionano!

Ma io vi guiderò anche attraverso le domande cruciali, etiche, morali e psicologiche che ci troviamo ad affrontare ogni volta che siamo sottoposti a un ricatto morale, domande come:

Quando sono egoista e quando invece mi mantengo fedele ai miei desideri e alle mie priorità?

Quanto riesco a dare o a fare senza sentirmi pieno di risentimento o depresso?

Se cedo a un ricattatore, violo la mia integrità?

Vi darò gli strumenti per comprendere, caso per caso, dove iniziano e dove finiscono le vostre responsabilità verso le altre persone, una delle chiavi principali per liberarsi dai manipolatori.

Uno dei vantaggi più importanti che troverete in queste pagine sarà un aiuto per ridurre e affrontare i sentimenti di colpa che i ricattatori hanno creato in voi. Vi mostrerò come sopportare l'inevitabile senso di disagio che proverete quando inizierete a modificare il vostro comportamento, il cui scopo è, non dimentichiamolo, liberarvi da una colpa che non meritate. Vi mostrerò come, quanto più agite in modo sano e determinato, tanto più il senso di colpa diminuirà E vi mostrerò che, una volta privato dello strumento del senso di colpa, il ricattatore è ridotto all’impotenza.

Vi accompagnerò attraverso gli importanti cambiamenti interiori che vi permetteranno di abbandonare le vostre reazioni automatiche al ricatto morale, e di sostituirle con delle scelte consapevoli e positive su quanto siate disposti ad andare incontro a qualcuno a spese del vostro benessere.

Mentre vi insegnerò a resistere al ricatto, vi aiuterò anche a decidere quando, di fronte a un ricatto, non valga la pena combattere, e quando, al contrario, affrontare un ricattatore possa essere la strategia più furba. In pochi casi estremi, quando ogni altro mezzo ha fallito, l'unica scelta sana è allontanare il ricattatore dalla propria vita, e io vi spiegherò perché e come farlo.

Quando avremo finalmente raggiunto la comprensione necessaria, e avremo imparato le tecniche di comportamento capaci di liberarci dalla spirale mortifera del ricatto morale, potremo liberare quantità insospettate di felicità ed energia.

«Ho imparato a dire di no al mio ragazzo, e ho compreso che le sue richieste erano irrazionali», mi ha riferito Maggie, una delle mie pazienti. «Non ho fatto nulla per ferirlo, anche se lui vorrebbe farmi credere di sì. E per la prima volta non mi sono sentita sconfitta, e non l'ho richiamato dopo dieci minuti per scusarmi e cedere».

Ho scritto questo libro per tutti coloro che lottano per restare vicini a un innamorato, un genitore, un collega o un amico che sta soffocando una relazione importante, e per altri aspetti positiva, con i pericolosi viticci della manipolazione.

Certo, io non posso essere fisicamente con voi durante questo viaggio, ma vi prego di credere che avrete il mio appoggio morale per ogni passo avanti che compirete lungo questo processo difficile, ma capace di cambiarvi la vita. Vi aiuterò nell'importante lavoro di costruire delle relazioni nuove e sane, non solo con i ricattatori presenti nella vostra vita, ma anche con voi stessi.

Affrontare il ricatto morale richiede vero coraggio. Questo libro vi darà la forza per farlo.
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praticamente il mio prob è stato questo quello che mi ha ridotto in questo stato!!! e purtroppo dato i miei trascorsi di vita mi è stato difficile giungere alla soluzione della ragazza sopra tranne quando ormai mi aveva lasciato ma era troppo tardi quando l'ho capito......forse gli avrei dato una lezione....forse saremmo ancora insieme...troppi forse!!!!;Wink)))
per esempio questa cosa mi era stata accennata dalla psico, che però non ci insistette tanto ma io la trovo fondamentale!!!a pensare che sono mesi che cerco mille spiegazioni sul web......
un grande bacio virtuale a tutti e buonanotte!
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non riesco a capire se è il caso di prendere delle medicine. Empty cara laura

Messaggio  armida Lun Mar 19, 2012 10:45 am

che tu non stia bene è pacifico.
Che tu porti dentro rabbia che ti logora è altrettanto pacifico.
Che tu possa ancora pensare a un uomo che ti ha ferito è umano e comprensibile perchè si ama il ricordo dei momenti belli di quando si è stati felici ed inacettabile che una cosa bella si trasformi in qualcos'altro.
Lasciatelo dire da una che si trova in una situazione simile alla tua e a questo proposito ti invito a leggere il mio post "Quello che Armida scrisse nel vecchio forum" sono certa che lo troverai molto interessante.
Io mi curo ( dopo una breve e drammatica parentesi senza farmaci vedi post ) perchè non c'è alternativa ora più che mai.
Secondo me, ma è chiaro che sonovalutazioni soggettive, tu in questo momento hai bisoggno di serenità e diunequilibrio che solo un supporto framacologico ti possono dare.
In questo modo potresti ricominciare a fare le cose serenamente, a laurearti, e a riaffacciarti alla vita sperando di dimenticare quella persona e di trovare qualcosa che ti dia lo stimolo per andare avanti.
Ti abbraccio di cuore anche perchè sento la tua situazione molto vicina alla mia Smile

armida

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Messaggio  Niklaswolf Lun Mar 19, 2012 5:20 pm

laura15 ha scritto:
[...] .......poi arriva la sera ed iniziano le ansie e la rabbia mista ad impotenza...[....] e giorni dove invece arrivo ad odiarmi terribilmente quasi sfiorando l'autolesionismo......e non sò perchè questo succede quasi sempre nel fine sett...forse perchè erano i giorni della settimana in cui mi vedevo molto più spesso con lui bho.......


Da quando ho perso la mia compagna, si parla di novembre 2011 ormai, la mia situazione è più o meno questa....durante la settimana, forse perchè sono giorni più "normali" sostengo meglio il peso della mancanza e il dolore dell'assenza, ma quando si avvicinano i weekends il tutto monta e sale di grado, giusto di ieri sera è stato il mio ultimoattacco di panico dovuto al dolore della mancanza....anche per noi, per molto tempo, i fine settimana erano i momenti in cui ci vedevamo di più, per lungo tempo erano i soli in cui ci vedevamo per la lontananza, quindi credo che si possa dire che si tratti di qualcosa di simile....anche perchè io di amici non ne ho, salvo pochi conoscenti che per ora non voglio e non riesco a vedere....


Per quanto riguarda le medicine, io ora ho trovato una struttura che sembra ben organizzata, dove mi seguono uno psichiatra, una piscologa e un'educatrice, ma prima di arrivarci ho avuto un periodo disastroso presso un cps pubblico dove avevano forse sbagliato gli accostamenti...
....ora tutto sommato sto "bene" con la nuova terapia ma devo riprendere a fare una vita "normale" cercando qualche interesse e qualche distrazione, magari ricontattando i conosnoscenti e questo perchè se i farmaci mi aiutano sotto il lato depressione/insonnia, il dolore al cuore passerà solo ritornando a vivere e cercando qualcun altro (altra) che meriti di occupare quello spazio ora vuoto: non cercare significa precludersi le possibilità!....

....un abbraccio grande.... Smile
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Messaggio  tea66 Lun Mar 19, 2012 6:15 pm

laura15 ha scritto:
Mio padre sà quello che mi è successo con il mio ex perchè dopo un pò di mesi sono esplosa, non mi è piaciuto tanto come ha reagito, non mi ha tanto compresa proprio come mi immaginavo, non ha compreso come mi possa essere ridotta in questo modo per una persona e mi ha fatto capire che stavo facendo i capricci e che in quel modo sarei stata un peso per la famiglia ed ha iniziato ad autocommiserarsi di tutti i prob che lui già ha
Hai già fatto un buon passo riuscendo a parlargliene: ha cercato di sminuire le tue emozioni paragonandole a capricci ma non l’ha fatto per ferirti, è un modo per scuoterti spronarti a reagire, lo fa perché ti vuole bene, non per menefreghismo.
Non pensare che la sua sia solo autocommiserazione: deve tirare avanti una famiglia senza la sua compagna di vita, è già pesante quando si è in due figurati da soli, sempre col timore di chiedersi se si sta facendo il giusto e il buono. Sicuramente è spaventato all’idea di vedersi aggiunti ulteriori problemi ma questo non vuol dire che non si farebbe carico anche del tuo malessere.
Armida ha riassunto ciò che penso anch’io, hai bisogno di una tregua.
laura15 ha scritto:rifletto fino a farmi venire il malditesta e piango.......più che altro questa cosa mi crea una stanchezza enorme e la mattina mi sveglio...più morta che viva e non riesco a svegliarmi all'ora precisa in cui dovrei ma soprattutto mi sveglio con le stesse paranoie nella testa...e con il solito male alla testa invalidante....poi ci sono giorni migliori ma durano poco....ci sono addirittura giorni che iniziano e finiscono con il pianto e rimango in apnea(cosa che non mi succedeva dall' età di 4 anni!!!) tipo ieri che ho scritto il post, e che non mi sono alzata dal letto neanche per andare a cena mio padre si è spaventato perchè mi ha preso una crisi dove ho rotto una stampella(sempre la stampella che ritorna.... spesso le lascio in giro ) dicendogli che voglio morire.....bhè mi sono spaventata perchè quella persona non sono io!!!!!!!.
Questa è sofferenza morale ma anche fisica, i mal di testa e questa apnea che ti affliggono hanno bisogno di un rimedio.
Vai dal medico, è l’unico che non hai ancora sentito, fai qualcosa oltre alla psicoterapia, non aspettare ancora.
Poi deciderai cosa fare…. ma vai….. non perdere altro tempo torturandoti fisicamente.
Un abbraccio stretto.


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non riesco a capire se è il caso di prendere delle medicine. Empty Ciao Armida!!!!

Messaggio  laura15 Mar Mar 20, 2012 12:06 am

armida ha scritto:che tu non stia bene è pacifico.
Che tu porti dentro rabbia che ti logora è altrettanto pacifico.
Che tu possa ancora pensare a un uomo che ti ha ferito è umano e comprensibile perchè si ama il ricordo dei momenti belli di quando si è stati felici ed inacettabile che una cosa bella si trasformi in qualcos'altro.
Lasciatelo dire da una che si trova in una situazione simile alla tua e a questo proposito ti invito a leggere il mio post "Quello che Armida scrisse nel vecchio forum" sono certa che lo troverai molto interessante.
Io mi curo ( dopo una breve e drammatica parentesi senza farmaci vedi post ) perchè non c'è alternativa ora più che mai.
Secondo me, ma è chiaro che sonovalutazioni soggettive, tu in questo momento hai bisoggno di serenità e diunequilibrio che solo un supporto framacologico ti possono dare.
In questo modo potresti ricominciare a fare le cose serenamente, a laurearti, e a riaffacciarti alla vita sperando di dimenticare quella persona e di trovare qualcosa che ti dia lo stimolo per andare avanti.
Ti abbraccio di cuore anche perchè sento la tua situazione molto vicina alla mia Smile
Il tuo post mi era sfuggito!! ora l'ho letto e devo dire che abbiamo e stiamo vivendo delle situazioni molto simili.....anche tu un fratello con problemi, anche tu un uomo da inseguire;)......Fai bene ad aver deciso di riprendere i farmaci....solo tu puoi sapere quanto ne hai bisogno..
Chi ci ama ci dovrebbe accettare con problemi annessi e soprattutto dovrebbe ammirare la forza e la voglia di trovare soluzioni ma allo stesso tempo rispettare le tregue di cui anche abbiamo diritto e bisogno...soprattutto dopo anni ed anni di problematiche e tensioni....quindi lottare insieme e per costruire qualcosa e guarire bisogna crederci in due........e se non si può far questo......bisogna continuare a crederci anche da soli....
Grazie per le tue parole e per il tuo post che mi ha fatto riflettere che le persone per alcune stupide impuntature creano problemi su problemi e forse se non accettano la malattia e che la vita va lottata probabilmente hanno una visione un pò superficiale e chiusa e tanta tanta paura.....non riescono a vedere oltre......ma non sanno così quello che si vanno a perdere la fine del percorso i risultati, le conquiste.....ma tutto ciò lo devono vedere e sentire che ne vale la pena....altrimenti finisce tutto;)
si la tregua è un diritto.....va vissuta come una pausa nella quale non bisogna smettere di lavorare......essendo anche consapevoli che quando questa finirà inizierà un lavoro ancora più duro!.....un bacio;)
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non riesco a capire se è il caso di prendere delle medicine. Empty NiklasWolf

Messaggio  laura15 Mar Mar 20, 2012 12:20 am

Niklaswolf ha scritto:
laura15 ha scritto:
[...] .......poi arriva la sera ed iniziano le ansie e la rabbia mista ad impotenza...[....] e giorni dove invece arrivo ad odiarmi terribilmente quasi sfiorando l'autolesionismo......e non sò perchè questo succede quasi sempre nel fine sett...forse perchè erano i giorni della settimana in cui mi vedevo molto più spesso con lui bho.......


Da quando ho perso la mia compagna, si parla di novembre 2011 ormai, la mia situazione è più o meno questa....durante la settimana, forse perchè sono giorni più "normali" sostengo meglio il peso della mancanza e il dolore dell'assenza, ma quando si avvicinano i weekends il tutto monta e sale di grado, giusto di ieri sera è stato il mio ultimoattacco di panico dovuto al dolore della mancanza....anche per noi, per molto tempo, i fine settimana erano i momenti in cui ci vedevamo di più, per lungo tempo erano i soli in cui ci vedevamo per la lontananza, quindi credo che si possa dire che si tratti di qualcosa di simile....anche perchè io di amici non ne ho, salvo pochi conoscenti che per ora non voglio e non riesco a vedere....


Per quanto riguarda le medicine, io ora ho trovato una struttura che sembra ben organizzata, dove mi seguono uno psichiatra, una piscologa e un'educatrice, ma prima di arrivarci ho avuto un periodo disastroso presso un cps pubblico dove avevano forse sbagliato gli accostamenti...
....ora tutto sommato sto "bene" con la nuova terapia ma devo riprendere a fare una vita "normale" cercando qualche interesse e qualche distrazione, magari ricontattando i conosnoscenti e questo perchè se i farmaci mi aiutano sotto il lato depressione/insonnia, il dolore al cuore passerà solo ritornando a vivere e cercando qualcun altro (altra) che meriti di occupare quello spazio ora vuoto: non cercare significa precludersi le possibilità!....

....un abbraccio grande.... Smile


Bene ti stai attrezzando bene per uscirne fuori al meglio.......penso che gli amici siano indispensabili ed anche crearsi nuovi hobby ed occupazioni, curare se stessi!!! quello che pure io sto facendo da un pò anche perchè più si sta soli con se stessi più si pensa..........poi il fine settimana a casa non ci dovremmo neanche mettere un piedeXD...
Comunque in una cosa non sono d'accordo.......CERCARE!!!! Il cercare non è detto che porti sollievo, anzi penso che quando uno si lascia deve stare un pò da solo anche perchè deve metabolizzare....e poi le cose non si cercano in caso si creano delle situazioni!!! io non cerco voglio imparare a stare anche un pò da sola.......e poi quello che fino ad ora ho visto non mi è piaciutoXDDD non sono di quelle tipe facilmente intercambiabili....MANNAGGIA A ME!!!! sai quanto sarei stata meglioXD
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Messaggio  laura15 Mar Mar 20, 2012 12:29 am

tea66 ha scritto:
laura15 ha scritto:
Mio padre sà quello che mi è successo con il mio ex perchè dopo un pò di mesi sono esplosa, non mi è piaciuto tanto come ha reagito, non mi ha tanto compresa proprio come mi immaginavo, non ha compreso come mi possa essere ridotta in questo modo per una persona e mi ha fatto capire che stavo facendo i capricci e che in quel modo sarei stata un peso per la famiglia ed ha iniziato ad autocommiserarsi di tutti i prob che lui già ha
Hai già fatto un buon passo riuscendo a parlargliene: ha cercato di sminuire le tue emozioni paragonandole a capricci ma non l’ha fatto per ferirti, è un modo per scuoterti spronarti a reagire, lo fa perché ti vuole bene, non per menefreghismo.
Non pensare che la sua sia solo autocommiserazione: deve tirare avanti una famiglia senza la sua compagna di vita, è già pesante quando si è in due figurati da soli, sempre col timore di chiedersi se si sta facendo il giusto e il buono. Sicuramente è spaventato all’idea di vedersi aggiunti ulteriori problemi ma questo non vuol dire che non si farebbe carico anche del tuo malessere.
Armida ha riassunto ciò che penso anch’io, hai bisogno di una tregua.
laura15 ha scritto:rifletto fino a farmi venire il malditesta e piango.......più che altro questa cosa mi crea una stanchezza enorme e la mattina mi sveglio...più morta che viva e non riesco a svegliarmi all'ora precisa in cui dovrei ma soprattutto mi sveglio con le stesse paranoie nella testa...e con il solito male alla testa invalidante....poi ci sono giorni migliori ma durano poco....ci sono addirittura giorni che iniziano e finiscono con il pianto e rimango in apnea(cosa che non mi succedeva dall' età di 4 anni!!!) tipo ieri che ho scritto il post, e che non mi sono alzata dal letto neanche per andare a cena mio padre si è spaventato perchè mi ha preso una crisi dove ho rotto una stampella(sempre la stampella che ritorna.... spesso le lascio in giro ) dicendogli che voglio morire.....bhè mi sono spaventata perchè quella persona non sono io!!!!!!!.
Questa è sofferenza morale ma anche fisica, i mal di testa e questa apnea che ti affliggono hanno bisogno di un rimedio.
Vai dal medico, è l’unico che non hai ancora sentito, fai qualcosa oltre alla psicoterapia, non aspettare ancora.
Poi deciderai cosa fare…. ma vai….. non perdere altro tempo torturandoti fisicamente.
Un abbraccio stretto.

Tea tu da mamma hai perfettamente ragione!!!!!! credo che anche la mia mi avrebbe detto la stessa cosa!! anche perchè era una donna molto sensibile...e forte!! andrò dal medico e affronterò insieme la psicoterapia, sono consapevole del duro e magari lento lavoro ma voglio avere la speranza che questi momenti brutti si possano superare ci credo, e magari avendo la forza e diventando un adulta quasi soddisfatta spero di risollevare pure il tenore di vita a casa!!!! un grande abbraccio;)))))))) <3<3
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Messaggio  Niklaswolf Mar Mar 20, 2012 12:43 am

laura15 ha scritto:
Niklaswolf ha scritto:
[...] e cercando qualcun altro (altra) che meriti di occupare quello spazio ora vuoto: non cercare significa precludersi le possibilità!....

Comunque in una cosa non sono d'accordo.......CERCARE!!!! Il cercare non è detto che porti sollievo, anzi penso che quando uno si lascia deve stare un pò da solo anche perchè deve metabolizzare....e poi le cose non si cercano in caso si creano delle situazioni!!! io non cerco voglio imparare a stare anche un pò da sola.......e poi quello che fino ad ora ho visto non mi è piaciutoXDDD non sono di quelle tipe facilmente intercambiabili....MANNAGGIA A ME!!!! sai quanto sarei stata meglioXD

Smile di sicuro non mi metterò ad aggirarmi con arco e frecce, ma se dovesse capitare di conoscere una nuova lei che possa riempiere il vuoto non mi dispiacerebbe...contrariamente a te non ho voglia di stare solo e, sinceramente, della compagnia degli amici maschi ne ho fin sopra i capelli ora, sia per ciò che ho passato e che mi ha portato al punto in cui sono, sia perchè di tempo assieme ne abbiamo passato anche forse fin troppo, quasi più che non con le ragazze! Smile
Certo, non mi va di "accontenarmi" e di prendere la "prima che passa", perdonami la crudezza, ma credo che avrei bisogno di una compagna alla quale carezzare di nuovo i capelli e della quale assaporare il profumo della pelle....ma, soprattutto con la quale condividere la vita....e su questo probabilmente hai ragione, non si può semplicemente andare a "cercare"
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non riesco a capire se è il caso di prendere delle medicine. Empty eh......!

Messaggio  laura15 Mar Mar 20, 2012 1:04 am

ma gli amici maschi sono un ottima fonte per nuove amiche femmine!!! Exclamation ...non li sottovalutare!!!! XD buona notte a te e a tutti!! Wink
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Messaggio  Marco79 Mar Mar 20, 2012 9:37 am

Caro Niklaswolf, a mio avviso è impossibile trovare una compagna e voltare le spalle al mondo intero, sarebbe un errore enorme.
Io compagne non ne ho mai avute, ma credo che mai avrei rotto i legami con gli altri.
Gli amici maschi ci vogliono, ovviamente non sono paragonabili ad una donna che ama, però sono importanti anch'essi.
Nella mia vita questi li ho avuti, almeno questi, ed ora che sono andati via e sono totalmente solo, posso assicurarti che la esistenza mi è drasticamente peggiorata..
Un saluto

Marco79

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non riesco a capire se è il caso di prendere delle medicine. Empty io per esempio...

Messaggio  laura15 Mar Mar 20, 2012 3:26 pm

Marco79 ha scritto:Caro Niklaswolf, a mio avviso è impossibile trovare una compagna e voltare le spalle al mondo intero, sarebbe un errore enorme.
Io compagne non ne ho mai avute, ma credo che mai avrei rotto i legami con gli altri.
Gli amici maschi ci vogliono, ovviamente non sono paragonabili ad una donna che ama, però sono importanti anch'essi.
Nella mia vita questi li ho avuti, almeno questi, ed ora che sono andati via e sono totalmente solo, posso assicurarti che la esistenza mi è drasticamente peggiorata..
Un saluto
Solitamente se mi fidanzo riesco a far combaciare bene le due cose!!... ma ci sono altre persone che tendono ad isolarsi!! sono scelte!!!
Magari può essere pure che le cose all'improvviso cambino.......non si può dire a priori....mi ci devo trovare...non è detto che se le cose sono sempre andate in un modo, vadano sempre così....magari scopri all'improvviso un nuovo lato di te stesso!! Wink quindi alla teoria diciamo tutti tante belle cose....poi magari la pratica è un altra ancora chissàWink salutiii
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Messaggio  Marco79 Mar Mar 20, 2012 5:29 pm

.


Ultima modifica di Marco79 il Sab Mag 04, 2013 10:01 pm - modificato 1 volta.

Marco79

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Messaggio  laura15 Mar Mar 20, 2012 6:54 pm

Marco79 ha scritto:cara laura, detto con tutta franchezza, gli psicofarmaci hanno effetti collaterali molto blandi per non dire nulli, parlo della stragrande maggioranza degli psicofarmaci; tra loro, invero, quelli con effetti collaterali importanti sono i neurolettici, che si somministrano in casi un pò estremi...
In passato ne ho presi tanti di psicofarmaci, quindi parlo per esperienza diretta; vero è che li ho smessi, ma io ho una storia particolarissima e unica.......posso dirti che molte persone che li hanno assunti hanno poi risolto molti problemi della loro vita!
Durante l'assunzione dei farmaci in oggetto diciamo che non ebbi mai effetti collaterali, tranne quando presi per un periodo un neurolettico di cui ovviamente non posso fare il nome....quel neurolettico fu per me una autentica catastrofe, maledico ancora l'assunzione della prima pillola..

Un abbraccio
Sinceramente....non ho paura di prenderle e dei loro effetti collaterali....mi sono stufata del mio umore altalenante e di perdere tempo dietro ad una sofferenza che nei confronti del mio ex è immeritata (neanche mi avessero crocifissa)...non ne vale la pena ne nei confronti di quella storia, tantomeno per lui, non posso continuare a distrarmi ed a perdere tempo pure un microsecondo è ingiusto......l'amore è dare e ricevere e se non c'è più questo almeno che si trasformi in rispetto nella persona che si è amata......se non c'è neanche questo vuol dire che io è come se fossi stata da sola........ed ho varie dimostrazioni di questo!!!! quindi i sentimenti possono commettere degli errori se questi persistono e creano problemi....vanno contenuti se una cosa non esiste non ci si può credere.....non mi prospetto una vita da sfigata.....mentre lui è felice ed è come se niente fosse......mi sia da lezione...se sono arrivata al punto di dovermi curare...è solo perchè ho dato le perle ai porci.....!
saluti! Wink
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Messaggio  Niklaswolf Mar Mar 20, 2012 7:40 pm

laura15 ha scritto:
Marco79 ha scritto:Caro Niklaswolf, a mio avviso è impossibile trovare una compagna e voltare le spalle al mondo intero, sarebbe un errore enorme.
Io compagne non ne ho mai avute, ma credo che mai avrei rotto i legami con gli altri.
Gli amici maschi ci vogliono, ovviamente non sono paragonabili ad una donna che ama, però sono importanti anch'essi.
Nella mia vita questi li ho avuti, almeno questi, ed ora che sono andati via e sono totalmente solo, posso assicurarti che la esistenza mi è drasticamente peggiorata..
Un saluto
Solitamente se mi fidanzo riesco a far combaciare bene le due cose!!... ma ci sono altre persone che tendono ad isolarsi!! sono scelte!!!
Magari può essere pure che le cose all'improvviso cambino.......non si può dire a priori....mi ci devo trovare...non è detto che se le cose sono sempre andate in un modo, vadano sempre così....magari scopri all'improvviso un nuovo lato di te stesso!! Wink quindi alla teoria diciamo tutti tante belle cose....poi magari la pratica è un altra ancora chissàWink salutiii

Mi intrometto un po' OT forse, ma era in parte scherzoso quanto detto sugli amici uomini; non ne ho molti, ma qualcuno ancora ne è rimasto di quelli non sposati e ancora in giro! Smile
E se è vero che conoscenti maschi portano conoscenti femmine, è anche vero che preferirei una del secondo tipo da incontrare ora, mi farebbe molto meglio se non altro...
Non sono del tipo che volta le spalle al mondo quando è fidanzato, ma ora ciò che mi manca davvero tanto è una compagna, tutto qua....
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