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Messaggio  Stef Lun Lug 27, 2009 12:20 am

Chiedevo il vostro pensiero sul nesso (se esiste e in cosa consiste) tra l'essere depressi (o l'essere stati depressi) e il carattere normale di un individuo.
Esiste un carattere normale? Esiste addirittura una "personalità" normale per un depresso, anche quando sta bene?
Quando il depresso non era ancora un depresso, era normale o era già diverso?
Il depresso è "diverso" dagli altri?
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Messaggio  Albopolis Lun Lug 27, 2009 6:18 am

Chi si può definire normale? nessuno e tutti, ognuno di noi è diverso e questo cocetto di normalità che ci hanno inculcato negli anni è una cosa che non esiste, chi non ha dei pensieri o dei problemi che sembrano unici? chi non si pensa almeno una volta nella vita di essere diverso da tutti? ed è lecito pensarlo perchè siamo tutti diversi e non ci si deve spaventare di questo, anzi è bello essere così. Il depresso è una persona come le altre e allo stesso tempo è unico perchè ogni depressione è unica, era unico anche prima di deprimersi, la depressione fa parte di noi. Anche io quando sono giù mi sento anormale e poi me la prendo con questa società che fa passare tutto ciò che è particolare come qualcosa che non va, che tende a farci diventare delle pecore, tutte uguali, mentre uguali non siamo e a penalizzare che invece agisce diversamente allontanandosi da quelli che sono gli stereotipi di comportamento creati. io cerco di imparare da chi mostra la sua diversità, mi piacciono le persone che si distaccano dalla massa e che hanno gli occhi intensi, anche se è la loro depressione che li porta a questo.
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Messaggio  suggestione Lun Lug 27, 2009 9:01 pm

Di quanti pensieri è composto la mente di un individuo al giorno? 10.000, 20.000, 40.000? molti consci altri inconsci e tutti seguono una struttura che associa in un ben determinato percorso questi pensieri.
Questa struttura la possiamo chiamare carattere?
Allora se siamo d'accordo su questo, viene all'occhio che ci siano strutture associative che conducono alla depressione, come alla gioia, alla ricchezza etc etc.
Il termine normale in questo caso è riduttivo, se non sbagliato.
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Messaggio  Stef Lun Ago 03, 2009 1:26 pm

Sono convinto che il concetto di normalità come lo intende il senso comune sia il contrario di quello che dovrebbe essere: originalità.
Secondo me solo l'originalità salverà il mondo. Non sembra ci siano molte soluzioni per cambiare, parlo sia dell'animo umano che ci salta all'occhio (guerre, brutalità, menefreghismo, razzismo, criminalità organizzata incallita, terrorismo e integralismo) che dell'ambiente, come il depauperamento degli alberi (in Amazzonia) e del petrolio che non si fermeranno mai, o come l'inquinamento di Cina e India che aumenterà senza arrestarsi. Molti non sanno che un'altra grande insidia è la crisi dei grandi sistemi con effetto domino (energia elettrica, comunicazioni, trasporti, catena alimentare) che è stato studiato e ipotizzato da Roberto Vacca nel suo celebre "Il medioevo prossimo venturo" (non è un autore di fantascienza ma un ingegnere, e il libro è serio).
Allora solo la creatività. l'originalità, il metterci cuore nelle cose, l'amore verso la collettività, saranno utili, non bastano le attuali tecnologie. Mi spiego meglio, la scienza e la tecnica risolveranno i problemi ma LE SOLUZIONI TECNICHE, LE INVENZIONI E LE SCOPERTE dovranno essere frutto dell'arte di studiare, (di "creare", in un certo senso) di trovare nuovi sistemi, tattiche, espedienti per raggiungere lo scopo.
Forse sono stato troppo contorto.
Ma la questione è ancor più delicata per il primo punto: l'animo umano. Una nuova spiritualità (anche non in senso religioso), un nuovo ritrovare il vero se stessi - che in verità sarebbe appannaggio della psicoanalisi classica o Junghiana - un nuovo modo di vivere e vedere le cose, di relazionarsi agli altri... insomma, avete capito. Questa questione è inscindibile con quella generale e scentifica.
Un nuovo carattere dell'uomo ipotizzato da Erich Fromm in "Avere o essere" e qualche altro migliaio di maestri inascoltati, cominciando da Gesù male interpretato dai suoi apostoli fino ai giorni nostri.
Parlo del messaggio implicito dato dalla sua vita, non per forza dalla religione.
Ciao
Stefano
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Messaggio  anthea Lun Ago 03, 2009 9:53 pm

Lo pensavo anch'io...
Credevo che una persona di animo più sensibile, o più immaginosa, o più chiusa ecc.. fosse più debole di fronte alla malattia.
Indubbiamente chi si mette in discussione ha forse più probabilità di chi si ritiene "onnipotente". Ma non basta.

Ci sono troppi malati e troppe varianti per poter fare una specie di stima.
Magari si può parlare di predisposizione alla depressione dovuta a cause familiari, a traumi subiti, a poca autostima ecc., ma non sempre c'è l'evoluzione alla malattia.

Forse ognuno di noi ha un limite; varcato il quale, come Achille con il proprio tallone, si scatena la debolezza.

Mio figlio, da quando è iniziata l'adolescenza, ha iniziato ad avere svenimenti. Fatto controlli di ogni genere ed è tutto a posto. Sindrome vasovagale perchè è magro e alto e probabilmente ha abbassamenti di pressione.

Ora, da quando mi è svenuto sulle scale e si è tagliato il mento, basta che veda il proprio sangue e sviene.
Il cervello va proprio in tilt e si difende così. Non è altro che paura irrazionale e incontrollabile.


Per me la depressione è paura.
anthea
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Messaggio  Stef Lun Ago 03, 2009 11:30 pm

Ciao Anthea,
tu hai posto un quesito piuttosto interessante.
Le persone sensibili e profonde per cui vedono al di sotto della superficie, sono più esposte agli attacchi del mondo cinico e fortemente competitivo in cui viviamo? Sono esse in definitiva migliori, oppure esse lo diventano dopo una depressione?
Nel secondo caso, cioè se persone cosiddette sane diventano più sensibili dopo l'esperienza della depressione, che pensare?

Tu dici che per te la depressione è paura.
Per me è solo il male, il negativo, l'inferno a cui non vorrei mai ritornare. Per mantenermi bene prendo due diversi antidepressivi, un neurolettico, uno stabilizzatore dell'umore ed un antiepilettico. Ho smesso da un po' l'ansiolitico Lorans (Lorazepam che può essere anche il Control o il Tavor). Ma oltre che dal neuropsichiatra vado anche da un Conseilor. In precedenza aggiungevo anche un dietologo ricercatore in neuroscienze perché lo Zyprexa fa ingrassare e venire fame.
Penso che non si debba aver paura, anche se sono stato bene (ma con strascichi ancor oggi) solo dal 7 marzo 2008.
In cura sto dal 7 dicembre 2004 nel corso della quale ho cambiato anche tre neurologi-psichiatri.
Non bisogna mai scoraggiarsi, non dobbiamo cedere alle lusinghe di questa società che ci vuole stupidi. La depressione non è un momento, un periodo in cui uno sta giù o in crisi o in stress. Non basta una vacanza all'estero, non passa con il cercare di farcela da soli o con la volontà.
Abbiamo bisogno di aiuto, non di chi dà "consigli" del cavolo, e questo aiuto lo dobbiamo pretendere e ce lo dobbiamo prendere.
Stef
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Messaggio  anthea Mar Ago 04, 2009 12:38 pm

Anche mia madre ha preso per anni un mix di medicinali fra cui lo stabilizzatore dell'umore.

Ora sono più di dieci anni che sta bene. Anche se non ha mai smesso l'antidepressivo che per qualche mese all'anno.

Comunque è un'altra pesona! Anche lei ha girato neurologi e psichiatri vari, prima di approdare a Pisa.
Quando servono, le medicine sono essenziali.
E' bene però ricordarsi che senza la speranza e la voglia di stare bene, non c'è farmaco che tenga.
Quando si sta un po' meglio, come dice mia mamma, bisogna sempre cercare di tarsi su.

Anche tu hai detto una cosa interessante: è vero che la società odierna spinge "similvalori" esaltati e chi non vi è portato può soccombere.
Si capisce perciò la proliferazione di sette e guru vari che ti danno un'altra visione della vita, vera o falsa che sia.
anthea
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Messaggio  Stef Lun Ago 10, 2009 7:26 pm

Sì, Anthea, la sete d'assoluto, la voglia dell'anima di respirare, la ricerca di una dimensione spirituale, ci spinge "verso la guida", verso il maestro. Ciò vuol dire che c'è un'altra dimensione oltre quella materiale dell'uomo. L'amore, l'aspirazione a qualcosa di più...
Ma chi la sa descrivere?
Meglio descrivere le cose materiali, è più facile.
Pietra, albero robot, film, euro, casa, mouse, gabinetto, pan di stelle, mp3, ferragsto, campeggio, albergo, inter, aria, auto, donna nuda sui muri.
Stef
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