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Messaggio  canterel II Dom Mar 01, 2009 5:30 pm

premettendo che sotto molti aspetti sono fondamentalmente anticristiano

sì, si può perdonare una violenza.
tuttavia ne momento in cui questa non avviene nel nulla, ma in una società,
vanno separati il crimine e l'offesa.
la vittima può perdonare nel modo e nel momento che le sembrano opportuni, ed eventualmente non perdonare mai.
i tribunali devono applicare invece le leggi e non somministrare perdono né vendetta sostituendosi all'offeso.
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Messaggio  Pavely Dom Mar 01, 2009 5:37 pm

canterel II ha scritto:premettendo che sotto molti aspetti sono fondamentalmente anticristiano

sì, si può perdonare una violenza.
tuttavia ne momento in cui questa non avviene nel nulla, ma in una società,
vanno separati il crimine e l'offesa.
la vittima può perdonare nel modo e nel momento che le sembrano opportuni, ed eventualmente non perdonare mai.
i tribunali devono applicare invece le leggi e non somministrare perdono né vendetta sostituendosi all'offeso.

Mi lasci interdetto...

Canterel io penso che si possa "dimenticare" una violenza non che la si possa "perdonare"...

Da studente in Giurisprudenza, ho letto molte pagine di Filosofia del Diritto che parlavano proprio di questo: la Giustizia permette di Dimenticare l'offesa.

Si mette il reo in Istituto correzionale proprio per questo. E le pene hanno questo valore: ad un omicidio sono dati trent'anni (ad esempio) perché trent'anni sono considerati il tempo giusto alla società di Dimenticare ciò che è accaduto.

Pure...

Pure non capisco come si possa perdonare una violenza...
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Messaggio  canterel II Dom Mar 01, 2009 5:47 pm

Pavely ha scritto:Canterel io penso che si possa "dimenticare" una violenza non che la si possa "perdonare"...

Da studente in Giurisprudenza, ho letto molte pagine di Filosofia del Diritto che parlavano proprio di questo: la Giustizia permette di Dimenticare l'offesa.

Si mette il reo in Istituto correzionale proprio per questo. E le pene hanno questo valore: ad un omicidio sono dati trent'anni (ad esempio) perché trent'anni sono considerati il tempo giusto alla società di Dimenticare ciò che è accaduto.

Pure...

Pure non capisco come si possa perdonare una violenza...

non mi perderei poi in una disputa da ulema sulla differenza tra dimenticare e perdonare.
è che tra l'altro, mi sembra che voi rispondiate - anzi, che già poniate la domanda - sulla scorta di precisi e circoscritti esempi di violenza, che tengono banco nelle discussioni pubbliche di questi giorni. precisamente violenza su donne e violenza sessuale.
io in generale credo possibile il perdono. nel caso particolare, dipenderà da vari fattori: entità dell'offesa, tipo e moventi dell'offesa, sentimenti delle parti coinvolte, relazioni tra le parti coinvolte, contatti successivi tra le parti coinvolte
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Messaggio  Pavely Dom Mar 01, 2009 6:46 pm

canterel II ha scritto:
Pavely ha scritto:Canterel io penso che si possa "dimenticare" una violenza non che la si possa "perdonare"...

Da studente in Giurisprudenza, ho letto molte pagine di Filosofia del Diritto che parlavano proprio di questo: la Giustizia permette di Dimenticare l'offesa.

Si mette il reo in Istituto correzionale proprio per questo. E le pene hanno questo valore: ad un omicidio sono dati trent'anni (ad esempio) perché trent'anni sono considerati il tempo giusto alla società di Dimenticare ciò che è accaduto.

Pure...

Pure non capisco come si possa perdonare una violenza...

non mi perderei poi in una disputa da ulema sulla differenza tra dimenticare e perdonare.
è che tra l'altro, mi sembra che voi rispondiate - anzi, che già poniate la domanda - sulla scorta di precisi e circoscritti esempi di violenza, che tengono banco nelle discussioni pubbliche di questi giorni. precisamente violenza su donne e violenza sessuale.
io in generale credo possibile il perdono. nel caso particolare, dipenderà da vari fattori: entità dell'offesa, tipo e moventi dell'offesa, sentimenti delle parti coinvolte, relazioni tra le parti coinvolte, contatti successivi tra le parti coinvolte

(Ed io rispetto il tuo punto di vista)

(Smile)
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INTERVISTE - Pagina 3 Empty Donne e soprusi

Messaggio  anthea Lun Mar 02, 2009 3:54 pm

Rispondendo a Lunatica, non trovo che le violenze sulle donne siano aumentate. Forse sono aumentate quelle per strada, complice la liberalizzazione dei costumi e l'integrazione con culture che vedono la donna che esce di sera vittima designata.

Ma le violenze in generale sembrano aumentate fortunatamente perchè oggi, qui in Italia, le donne le denunciano.
Una volta tantissime donne subivano violenza nel proprio talamo e non potevano far altro che stare zitte.

Riguardo al perchè molte donne continuino a subire abusi di ogni genere e tacciano, c'è una spiegazione molto semplice a dirsi (e non a farsi): l'annullamento continuo e lo svilimento dell'altrui amor proprio:
"Senza di me non sei nulla, sei un'incapace, hai bisogno di me.... ecc." in concomitanza a sporadici segni di pentimento e affetto: "ti picchio perchè ti voglio bene, non sono cattivo ecc."

Alcuni arrivano a vette più raccapriccianti come la "Sindrome di Stoccolma" dove le vittime stabilivano un legame morboso affettivo con i loro carnefici.
Questo per spiegare quanto sia indissolubile il rapporto fra violenza e psiche e come sia quindi quasi impossibile per una vittima "dimenticare" i soprusi subiti. Al massimo si può arrivare a perdonare il male, ma i suoi effetti devastanti difficilmente potranno essere totalmente superati. Soprattuto se a subirli è un bambino in cui la psiche è in corso di formazione.
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INTERVISTE - Pagina 3 Empty Dove finisce la libertà di espressione?

Messaggio  Pavely Mar Mar 10, 2009 10:27 am

Oggi... pensando alla maleducazione del mondo, della televisione, delle persone... pensavo questo.

E non so rispondermi.
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Messaggio  lunatica Mar Mar 10, 2009 1:46 pm

Per vivere in modo civile all'interno della società,penso che ci si dovrebbe esprimere con la massima libertà, ma senza dimenticare di avere rispetto e comprensione nei confronti degli altri.
Spesso non rispettiamo chi abbiamo di fronte,tipo quando perdiamo il controllo di una situazione,quando ci facciamo prendere dall'ira.
Non abbiamo il diritto di offendere la dignità altrui.
Molti si sentono i depositari della verità e del giusto e mettono il loro pensiero al di sopra di quello altrui(pensano sia l'unico pensiero giusto),così perdono la capacità di ascoltare e di entrare in empatia con le persone.
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INTERVISTE - Pagina 3 Empty Crisi, quali strategie attuare?

Messaggio  suggestione Dom Mar 29, 2009 10:01 pm

La grande depressione è alle porte, molti di noi incominciano a fare i conti con la mancanza di occupazione, a stento molte famiglie arrivano a fine mese, i consumi incominciano a calare e l'inflazione a salire.
Per il mio modo di vedere la vita questa crisi è una manna, forse molte cose si metteranno apposto, l'uomo spero in qualche modo riesca a ritrovare se stesso, però alla fine certe abitudini e comodità sono difficili da mollare.
In rete c'è chi afferma che è giunto il tempo di ridimensionare la vita e la ricetta è; lavorare duro, risparmiare, e spostare i soldi nelle banche cooperative.

Per me le cose non cambieranno perché non ho debiti, ho sempre acquistato dietro le mie reali possibilità, senza sperperare, e esagerare con gli acquisti.
So che molti invece si sono indebitati ben oltre le loro possibilità, ed ora sono nella m.....a, come chi ha venduto senza garanzie.

Che ne pensate, come agirete nei prossimi mesi?
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Messaggio  merla Dom Mar 29, 2009 10:22 pm

sugge ha scritto:La grande depressione è alle porte, molti di noi incominciano a fare i conti con la mancanza di occupazione, a stento molte famiglie arrivano a fine mese, i consumi incominciano a calare e l'inflazione a salire.

In questa depressione sugge l'inflazione scende....crollo del petrolio, recessione, calo dei consumi, inflazione giù. ;-)

A parte quello io sto cercando di acquisire più professionalità, contattare nuovi clienti e offrire servizi di qualità sempre migliori.
Il mio moroso, disoccupato, sta facendo corsi di formazione.

Credo che in questo momento sia il modo migliore di affrontarlo, per persone giovani.
Purtroppo per altre persone, magari con un mutuo e famiglia, e un'altra età, non è semplice fare questo discorso.

Sul discorso delle banche cooperative, cose tipo banca etica o rete lilliput ad esempio, sono d'accordo con te. Gli investimenti sono vincolati a investimenti reali, con i soldi si fnanzia il microcredito per attività reali e documentate, e non per attività finanziare complicatissime come nelle banche convenzionali. Mal che vada uno diventa socio di un attività agricola nel paese di Chissàdovesono, e non socio di finanziarie, socie di banche, che investono in fondi che spariscono.

Sto iniziando a pensare di trasferire la sede fiscale alle Cayman: sabato mi è arrivata la "cartella pazza" con una cifra spaventosa, perchè il fisco ha conteggiato quello che dovevo pagare nel 2006 e non quello che ho pagato nel 2006, per cui adesso lo rivorrebbe tutto per la seconda volta...
Stavo svenendo alle poste mentre aprivo la raccomandata....


Ultima modifica di merla il Dom Mar 29, 2009 11:51 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Pavely Dom Mar 29, 2009 10:58 pm

Io ragiono così.

1. In un giorno ci sono 24 ore.

2. In un giorno hai dei passi "fisici" obbligati: dormire, mangiare, pulirti, muoverti, fare i bisogni corporali... e questi non li puoi toccare (in media sono 10 ore).

3. In relazione hai "passi fisici obbligati" ci sono delle "fasi preparatorie": ad esempio, per mangiare devi fare la spesa. Quì calcolo 2 ore.

4. Rimangono 12 ore. Metà del giorno.

5. 12 ore sono il "capitale" (in senso Marxista) che possiedi. Come lo impieghi?

6. Fino ad oggi, i capitalisti li hanno integralmente dedicati alla "Ricchezza materiale". Cioè: al lavoro.

7. Ma se li impieghi nella socialità, cosa succede? Crei una ricchezza. Io chiamo questa ricchezza: "ricchezza umana". Se il denaro è l'unità di misura della ricchezza materiale, quale può essere l'unità di misura della ricchezza umana?

8. Non c'è.

9. Ciò che comprendi è però questo: se persegui solo la ricchezza materiale con il tuo Capitale orario di 12 ore, sbatti incontro alla crisi (divorzio, figli sconosciuti, inflazione, sovradimensionamento delle risorse finanziarie, capitalizzazione eccessiva...).

10. Se investi troppo nella ricchezza umana, interrompi la creatività. (Dunque, è un errore radicale).

11. La società odierna considera solo la ricchezza materiale. Dimentica l'importanza della "ricchezza umana".

12. Nelle "crisi economiche" il lavoro diminuisce.

13. Logicamente è un passo fondamentale: serve a proteggere la riproduzione della specie umana.

14. Diminuendo il lavoro, diminuendo la ricchezza materiale, sei costretto a "fare amicizia". Cioè: sei costretto ad investire sulla ricchezza di relazioni umane. (Exempli gratia: Obama che ritira i soldi dall'Iraq o apre all'Iran).

15. Indi: la "crisi" attuale è crisi di "ricchezza materiale" e "boom" di ricchezza umana.

16. Conclusione logica: è positiva.
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INTERVISTE - Pagina 3 Empty tre considerazioni

Messaggio  merla Dom Mar 29, 2009 11:34 pm

Pavely ha scritto:

5. 12 ore sono il "capitale" (in senso Marxista) che possiedi. Come lo impieghi?

6. Fino ad oggi, i capitalisti li hanno integralmente dedicati alla "Ricchezza materiale". Cioè: al lavoro.


I) Ripassati un attimo Marx: i capitalisti sono quelli che investono e vedono i dividendi, dediti alla Ricchezza materiali, i proletari quelli che lavorano. Nel capitalismo del tempo di Marx "ricchezza materiale" e "lavoro" non erano esattamente sinonimi e stai facendo un pelo di confusione.

Pavely ha scritto:
7. Ma se li impieghi nella socialità, cosa succede? Crei una ricchezza. Io chiamo questa ricchezza: "ricchezza umana". Se il denaro è l'unità di misura della ricchezza materiale, quale può essere l'unità di misura della ricchezza umana?

8. Non c'è.

9. Ciò che comprendi è però questo: se persegui solo la ricchezza materiale con il tuo Capitale orario di 12 ore, sbatti incontro alla crisi (divorzio, figli sconosciuti, inflazione, sovradimensionamento delle risorse finanziarie, capitalizzazione eccessiva...).

10. Se investi troppo nella ricchezza umana, interrompi la creatività. (Dunque, è un errore radicale).

11. La società odierna considera solo la ricchezza materiale. Dimentica l'importanza della "ricchezza umana".

12. Nelle "crisi economiche" il lavoro diminuisce.

13. Logicamente è un passo fondamentale: serve a proteggere la riproduzione della specie umana.

14. Diminuendo il lavoro, diminuendo la ricchezza materiale, sei costretto a "fare amicizia". Cioè: sei costretto ad investire sulla ricchezza di relazioni umane. (Exempli gratia: Obama che ritira i soldi dall'Iraq o apre all'Iran).

15. Indi: la "crisi" attuale è crisi di "ricchezza materiale" e "boom" di ricchezza umana.

II. Obama se non sbaglio ha rinforzato da poco il contigente in Afghanistan, americanizzando sempre di più la gestione della situazione Afghanistan e Pakistan. Magari sarà un grande presidente, ma è statunitense e agisce da statunitense (poco amanti di Marx se non erro, vedi embargo a cuba)

III. Potresti spiegare il passaggio disoccupazione - calo del lavoro - più tempo libero - riproduzione specie umana a qualche 45enne in cassa, magari con moglie e un paio di bimbi: sicuramente sarà travolto da un'ondata di felicità all'idea di potersi riprodurre ancora senza avere i soldi per comprare i pannolini al futuro neonato e di trascorrere tutti i pomeriggi al bar a giocare a tresette , mentre la moglie sclera dietro al pargolo urlante e implora i nonni di pagare la rata del mutuo perchè i danè mancano. Che figata.

a' Pa'....ma quando scrivi le tiri a caso tanto per riempire i post? o ci pensi e sei davvero convinto?
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Messaggio  Pavely Dom Mar 29, 2009 11:52 pm

Merla, una domanda.

Io dico questo: investire in relazioni umane ha pari importanza riguardo il lavoro.

Se lavori solo, senza fare amicizia con nessuno cosa succede?

E cosa succede se passi tutto il tuo tempo a curare le tue amicizie e non lavori mai?

In realtà, bisogna lavorare "bene" sia nella professione come nelle relazioni umane.

Il nocciolo è: se in un paese non si lavora, in realtà le persone investono tutto nelle relazioni umane.

Cioè: la gente desidera socializzare.

Merla: le crisi, (e un tizio c'ha vinto un nobel spiegando questo), arrivano perché la gente stà dietro la catena di montaggio e pensa: "Ma sai che? Io vorrei stare proprio che a casa con mia moglie". O l'avvocato pensa: "Perché lavorare venticinque ore al giorno? Ma ti rendi conto che non mi stò curando i figli?".

E allora le persone fanno debiti.

Per comprare casa con la moglie.

O per dare un futuro ai figli.

Poi la casa non te la puoi comprare e ai figli non puoi assicurare un futuro.

Ma nei fatti, (nota questo), la gente ha voglia di investire in Socialità.

Dopo la grande crisi del 22 si affermò il Comunismo.

Ora, probabilmente, si affermerà qualcosa di simile.

Pure: non è un male.

La gente può vivere (credimi) con poco.

E se il marmocchio piange... la moglie sclera... i nonni pagano la rata... a lungo andare si capisce una cosa.

'azzo serve andare in vacanza a Sharm-el-sheik? 'azzo serve cambiare la macchina quando si può riparare? 'azzo serve comprare scarpe nuove perché di moda?

A forza di consumismo (capocciona) la gente non fà più l'amore.

L'ha spiegato Celentano in modo ironico, ti ricordi?

Chi non lavora... non fà l'amore....

Ma il lavoro che c'entra con l'amore?

Quanto può essere intelligente chi lo dice?

(Celentano si riferiva ironicamente a Berlinguer)


Ultima modifica di Pavely il Lun Mar 30, 2009 12:32 am - modificato 1 volta.
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INTERVISTE - Pagina 3 Empty scusa se sono moschina

Messaggio  merla Lun Mar 30, 2009 12:01 am

scusa se sono moschina ma la grande depressione è del 29, la rivoluzione russa del 17. Non colgo la consequenzialità, senza macchina del tempo.

Io rimango dell'idea che chi non lavora, non ha lo stipendo per mangiare e quindi non ha l'energia per fare l'amore. vero che i carboidrati costano poco, ma chissà....

Rimane che tra il mutuo, i pannolini e la vacanza a Sham el Sheik, c'è differenza, e sta differenza mi sembra che non ti sia chiara.
Poi sarà un mio punto di vista, per carità....

PS: i grundrisse non li ho letti, ma associo il tuo discorso a questioni come le 35 ore o simili, per una migliore qualità della vita. e trovo il tuo discorso sempre più confusionario, perchè non fai differemza tra orari di lavoro più flessibili a parità di retribuzione e compatibili a uno stile di vita più 'umano', e licenziamento. sembra che per te sia tutto uguale
e soprattutto sembra che lo stress di arrivare a fine mese senza stipendio, sia minore dello stress dovuto a lavorare 8 ore al giorno: Ma dove vivi? nel paese dei balocchi?
PPss: Le tue citazioni non mi impressionano, buon per te che hai avuto il tempo e la voglia di leggerti tutto Marx, ma l'erudizione nn mi ha mai fatto caldo né freddo, anzi la trovo sterile quando totalmente dissociata dalla realtà
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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 12:18 am

Merla?

Ma perché sei così arrabbiata?

Cosa succede?
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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 12:22 am

Ti chiedo perdono.

So quanto tu abbia ragione: arrivare a fine mese è difficile.

E' diventato difficile vivere.

Ciò che volevo dire è questo: quando hai tanti amici, non hai paura del futuro. Nei momenti di difficoltà, un amico ti è accanto.

Ad esempio: quand'ero bambino, Merla, e si rompeva qualcosa in casa, da Napoli, mio zio si faceva tutti quei kilometri per aggiustare metti la lavatrice a mia madre. Si prendeva un caffé... e alle 2 di notte tornava giù.

Avevamo poco.

Eravamo però uniti in modo bellissimo.

E non c'era la paura di arrivare a fine mese.

Io credo, Merla, che la paura arrivi quando capisci una cosa: perdi il lavoro e non hai nessuno che ti aiuti.

E questa, mi spiegi giustamente, è la crisi che stiamo vivendo.
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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 12:26 am

Io credo questo: la migliore strategia da attuare per affrontare la crisi è aprirsi.

Socializzare.

Fare amicizia.

Aiutarsi.

Essere reciprochi.

Darsi una mano.

Non avere paura tra di noi.

Avere il coraggio di parlare delle nostre paure.

Avere un rapporto paritario.

Aiutare chi è in difficoltà.

Fare volontariato.

Avere il coraggio di essere sinceri.

Aprirsi.

Investire cioè nella ricchezza umana.

E farlo avendo in mente questo: si può vivere con poco.

...
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Messaggio  merla Lun Mar 30, 2009 12:43 am

Pavely ha scritto:Merla?

Ma perché sei così arrabbiata?

Cosa succede?

non sono particolarmente arrabbiata, però mi disturba questa confusione, io la vedo come mancanza di rispetto di chi veramente i soldi per campare non li ha.
Forse perchè certi aspetti, tipo non mangiar carne perchè non ce la si può permettere o tipo lo sfratto per morosità, li ho vissuti in prima persona 7/8 anni fa. Aggiungici anche, dopo, un padre senza casa e ultimo nelle liste d'attesa per le case popolari. Avevamo poco e non eravamo felici.

Per carità...sempre meglio di mia nonna che ha cresciuto 4 figli senza marito sotto la guerra, e che in assenza di carne faceva polenta.
però tanta faciloneria mi sembra totale distacco dalla realtà e di nuovo, mancanza di rispetto verso chi i problemi ce li ha davvero, e la stessa cosa penso dell'abuso di citazioni storiche, letterarie e filosofiche.
Perchè mi sembra solo un modo per mettere chi non ha gli strumenti culturali per seguirti in condizioni di inferiorità.

Ricordarti che la cultura, è un privilegio molto grande, forse il più grande. O credi che tutti abbiano avuto la fortuna di nascere in famiglie con una formazione culturale (e non ti parlo di titoli di studio) tale da aprirgli la mente, Non ti rendi conto che in buona parte delle famiglienon entra un quotidiano, mgari si parla più dialetto che italiano e i libri non ci sono, o sono una spesa superflua?
Allora, se hai avuto questo privilegio dalla vita, usalo bene e non sempre e solo per tentare di confondere le acque dei tuoi ragionamenti strampalati con le tue citazioni.

per me, si chiama rispetto


Ultima modifica di merla il Lun Mar 30, 2009 8:35 am - modificato 1 volta.
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Messaggio  merla Lun Mar 30, 2009 12:57 am

spero che abbiate visto report stasera, vi posto un link molto interessante ( che poi andrà anche in Agitproppiamo)
http://www.solarecollettivo.it/
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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 9:11 am

Merla, vorrei dirti una cosa di me.

Io sono povero.

Nel senso reale, del termine.

Ho 3 jeans, 6 camicette, un paio di scarpe e della biancheria.

Nel 2008 sono andato al cinema 3 volte.

Nel 2008 ho comprato 2 libri.

Fine.

Scrivo dal computer di mio padre e posso scrivere perché mio padre è all'Ospedale.

Merla devi comprendere che io non ho mai avuto amici perché cose come uscire un pomeriggio per andare da McDonald's o altro era troppo costoso.

Né i miei mi hanno mai pagato nulla.

Se chiedevo qualcosa a mio padre o a mia madre, loro, semplicemente, ridevano.

La risposta era: "Vuoi questo? Vai a lavorare".

Prendi mia madre: quando avevo 14 anni mi ha buttato per 2 volte i libri di una biblioteca. Secondo il suo ragionamento dovevo studiare solo i libri di scuola.

Le scarpe che ho (costo: 10 euro al mercato delle pulci di Porta Portese) sono sfondate.

Merla, osserva che io ho rubato (letteralmente) i soldi a mio padre per mangiare.

Osserva che io non ho mai visto persone, nella mia famiglia, leggere.

Solo mio fratello Carlo, quand'ero piccolo, comprava riviste di informatica.

Osserva: il mio comportamento è r e a t t i v o.

Più la mia famiglia mi dice di smetterla con "quei cazzo di libri" e di "andare a lavorare", più io leggo e non vado a lavorare.

Ho cancellato i riferimenti a Marx.

E, chiaramente, ti faccio una promessa: le citazioni le raccolgo nel post "aforismi". E mai più in altri post farò citazioni. Permettimi, ti prego, di esprimermi quì.

Nota: ho la maglietta bucata sulla schiena e non ho nulla per cambiarla.

Nota: fino a 10 giorni fà, avevo un giaccone di otto anni fà. (Con le tasche sfondate).

Mio fratello Riccardo mi ha comprato un giaccone e io l'ho accettato.

Ringraziandolo moltissimo.

Guarda: il mio compare mi ha regalato, alcuni giorni fà, 50 euro. E io l'ho abbracciato di gratitudine.

Mio fratello Carlo guadagna 1800 euro al mese.

Io non ho mai avuto più di 50 euro al mese.

Se tu, Merla, mi chiedessi cosa significa guadagnare più di 50 euro al mese, io ti risponderei: non lo sò.

Avere 100, 200 euro al mese, mi appare un somma stratosferica.

500 euro sono per me inconcepibili.

1000 euro una somma assurda.

1200, 1500 non arrivo a pensarli.

Per chi guadagna questa somma penso: devono sentirsi felici come un Dio.

1200 euro al mese.

Apprendo: esistono persone che guadagnano 10.000, 20.000 euro al mese.

Cosa si prova?

Niente.

E' come quei resoconti di quelle battaglie in cui si dice che sono morte moltissime persone. Come i resoconti dei morti delle strade.

Oltre i 50 euro al mese, tutto mi appare incalcolabile.

Quindi: io sono sempre stato un morto di fame.

Non ho mai lavorato, perché non riesco a capire (nel senso letterale del termine) cosa significhi meritare qualcosa o avere qualcosa o trattarsi bene

Ad esempio, Merla: tu hai lavorato.

Stimo che tu abbia guadagnato sui 1.000 euro al mese.

Niente.

Mi sembra tantissimo.

Mi sembra una cifra oltre ogni limite.

1.000 euro al mese... wow.

Quante cose si possono fare con questa somma?

Cosa si prova?

Cosa si prova ad avere più di 50 euro al mese?

Me lo puoi spiegare?

Perché vedi, Merla, io non capisco.

Io non ho mai avuto più di 50 euro e, pure, non ho mai sentito la mancanza di alcun bene materiale.

Se ho un tetto, se ho la possibilità di cenare (nota: più volte io non mangio a pranzo perché non ne ho né i soldi né la possiblità), se due, tre volte all'anno, ricevo dei vestiti, cosa mi manca?

Il nocciolo è: una donna.

Non sono mai stato fidanzato e non ho mai avuto una donna.

La ragione è, appunto, non riuscire a capire cosa significhi guadagnare più di 50 euro al mese.

E tu hai l'opinione di me come di una persona cresciuta in un clima culturale... o cosa?

I schiaffi e le botte che ho preso io (le picchiettate con le nocchie delle ditasulla testa) quando disubbidivo si possono contare?

...

Pure...

Non lo sò.

Pure sò questo: non ho nulla e sono fondamentalmente sereno.

Mio padre e i miei fratelli hanno tanto e sono infelici.
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Messaggio  merla Lun Mar 30, 2009 9:47 am

Pavely ha scritto:

Ad esempio, Merla: tu hai lavorato.

Stimo che tu abbia guadagnato sui 1.000 euro al mese.

Niente.

Mi sembra tantissimo.

Mi sembra una cifra oltre ogni limite.

1.000 euro al mese... wow.

Quante cose si possono fare con questa somma?


Affitto, bollette, d'inverno riscaldamento, spesa al supermercato, abbonamento del bus o del treno per andare a lavorare, vestiti solo in saldo se trovi la misura...
Se sei accorto una settimana di vacanza nel campeggio più economico che trovi, con il viaggio in regionale.
Sempre che tu non abbia famiglia e che non ti serva magari la macchina per andare a lavorare. in quel caso sei f**to.

Mi dispiace ma continuo a ritenerti al di fuori della realtà: io lavoro da quando avevo 16 anni, e poter avere un tetto e un piatto di minestra a 32 anni senza bisogno di lavorare continua a sembrarmi un privilegio.
Cioè, porca miseria, un po' di coerenza....non ti interessa essere soggetto a questo sistema capitalistico in cui siamo tutti pezzettini di una catena di montaggio? Padronissimo, puoi fare il barbone bohémien, il punkabbestia, o puoi anche rimanere a casa di tuo padre ad arrangiarti senza soldi, è una tua scelta e sei liberissimo di adottarla.

Ma, per cortesia, scendi sul pianeta terra....la realtà è che l'affitto non devi pagarlo, il piatto di minestra in tavola neanche, e che, se non sbaglio, puoi anche iscriverti all'università (come le paghi le tasse universitarie, scusa?), quindi rappresenti un medio borghese discretamente privilegiato, appartenente a una categoria totalmente inaccettabile in qualsiasi paese più o meno comunista (ma credi che nei paesi del socialismo reale, lavorare e/o studiare sia mai stata una scelta libera? credi che il tuo stile di vita sarebbe stato "consentito"??).

Non c'è nulla di male se puoi farlo (magari dovresti ringraziare questo sistema capitalista che ti lascia la possibilità di questa scelta di vita, ma come ti pare) però non decantare la povertà e la disoccupazione, visto che finchè uno ha il cu*o parato, la povertà e la disoccupazione non sa cosa siano.

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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 10:04 am

Dici che sono un privilegiato...

Che ho un tetto, da mangiare, un computer, vestiti.

Io osservo i miei desideri. Cioè, mi chiedo, Merla, desidero qualcosa di materiale?

Mi spingi, Merla, a ragionare.

Osservi che sono su di un altro pianeta, che non ho i piedi per terra, che sono, allora, un privilegiato.

Io non desidero nulla di materiale e, effettivamente, è qualcosa di profondamente sbagliato.

Sì, sono sbagliato.

E tu hai ragione.

Devo imparare ad essere capitalista.

Leggere di meno, andare a lavorare, "scopare", trovarmi una donna, fare dei figli, scherzare con gli amici, invecchiare serenamente, morire.

Non c'è altro.

Sesso, sudore, serenità.

Le tre esse del capitalismo.

E' vero: non riesco a stringere amicizie.

Ho paura del sesso.

Provo una forte rabbia verso il sesso.

Sono depresso.

Odio l'idea di guadagnare.

Se perdessi ogni bene materiale, non rimpiangerei nulla.

Tu dici: Pavél parli così perché una casa ce l'hai.

Hai ragione?

Sì.

Allora è come un blocco.

Un blocco che devo analizzare. Qual'è la mia vera motivazione?

Io non lavoro e non guadagno e non faccio sesso perché queste cose non mi interessano.

Cioè: provo una noia grandissima nello studio della mia professione e nel lavoro

Sinceramente è questo: noia del sesso, noia del lavoro, noia dei soldi e dell'economia.

Sò che dovrei fare sesso. Non lo faccio perché? Perché non mi và. E' questa la vera motivazione. Mi annoia. Mi annoia la stessa idea del sesso... mi annoia l'idea di doverlo fare per forza, l'idea che sia n e c e s s a r i o.

Ugualmente il lavoro.

Quindi come ragiono? Ragiono in termini di Dipendenza? Cioè: ricevere l'assistenza sociale e non fare nulla nella vita?

Se non lavoro, posso chiedere la casa popolare e, (cosa buffa), me la concedono. E me la concedono perché nullatenente.

Se non lavoro, mi danno casa e la pensione sociale (ho superato il 32 anni).

Dunque, casa e 512 euro al mese.

Per non fare nulla.

Basta che io domani faccia una semplice domanda.

Se avessi un reddito minimo, non mi darebbero casa. Se sono nullatenente, mi danno casa.

E a me stà bene?

Stop.

Stop.

Stop.

Merla capisco una cosa.

La Depressione stà innestando pensieri nella mia mente.

Tutto questo discorso nasce dalla mia Depressione.

Il fatto di non desiderare nulla... il fatto di non lavorare... non sono pensieri miei.

Sono pensieri della mia Depressione.

Scusa se uso questo spazio per analizzare il mio ragionamento.... scrivo e penso.

Evito di pensare e scrivere successivamente...

...

Ho commesso un errore.

Ho fatto un discorso da Depresso e non me ne sono accorto.

Una persona sana lavora e ama.

E io devo combattere i ragionamenti della depressione...
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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 10:07 am

La Depressione mi ha fottuto ancora una volta...

Mi ha spinto a scrivere i miei pensieri e a non ragionare prima di scrivere.

(Mi sento profondamente triste).

Merla... accantoniamo questa discussione quì.

Domani mattina ne parlo con il mio psicologo.
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Messaggio  merla Lun Mar 30, 2009 10:15 am

ok, accantoniamo.

Le mie risposte non avevano intento malevolo, semplicemente hanno toccato dei punti che per me sono caldi, perchè vicini a certe mie esperienze di vita.
E teorizzare in un certo modo su cose di cui non si ha esperienza, soprattutto se si tratta di problemi fondamentali per molte persone, è un atteggiamento che un po' mi disturba.

Cmq parlane con psyco, e sicuramente ne tirerai fuori qualcosa.

Merla

PS: la pensione sociale (se l'inps non fallisce) ti arriverà a 65 anni. Questo gap di 33 anni ti conviene tenerlo in considerazione. E anche sulla casa popolare, sarei meno ottimista al posto tuo.... Very Happy
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Messaggio  Pavely Lun Mar 30, 2009 11:03 am

Credimi Merla...

La Depressione ti frega.

Ti spinge a credere di non avere forza, di non desiderare nulla, di voler solo dormire, di non avere interessi...

La Depressione ha parlato per me. Ha usato la sua logica. Che è una logica perversa...

In verità, bisogna vivere...

Sorridere.

Amare.

Non dobbiamo scoraggiarci...

Bisogna essere creativi.

Resistere.

Devo smetterla di buttare lì teorie.
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Messaggio  lunatica Lun Mar 30, 2009 1:10 pm

Pavely ha scritto:Merla, una domanda.

Io dico questo: investire in relazioni umane ha pari importanza riguardo il lavoro.

Se lavori solo, senza fare amicizia con nessuno cosa succede?

E cosa succede se passi tutto il tuo tempo a curare le tue amicizie e non lavori mai?

In realtà, bisogna lavorare "bene" sia nella professione come nelle relazioni umane.

Il nocciolo è: se in un paese non si lavora, in realtà le persone investono tutto nelle relazioni umane.

Cioè: la gente desidera socializzare.

Merla: le crisi, (e un tizio c'ha vinto un nobel spiegando questo), arrivano perché la gente stà dietro la catena di montaggio e pensa: "Ma sai che? Io vorrei stare proprio che a casa con mia moglie". O l'avvocato pensa: "Perché lavorare venticinque ore al giorno? Ma ti rendi conto che non mi stò curando i figli?".

E allora le persone fanno debiti.

Per comprare casa con la moglie.

O per dare un futuro ai figli.

Poi la casa non te la puoi comprare e ai figli non puoi assicurare un futuro.

Ma nei fatti, (nota questo), la gente ha voglia di investire in Socialità.

Dopo la grande crisi del 22 si affermò il Comunismo.

Ora, probabilmente, si affermerà qualcosa di simile.

Pure: non è un male.

La gente può vivere (credimi) con poco.

E se il marmocchio piange... la moglie sclera... i nonni pagano la rata... a lungo andare si capisce una cosa.

'azzo serve andare in vacanza a Sharm-el-sheik? 'azzo serve cambiare la macchina quando si può riparare? 'azzo serve comprare scarpe nuove perché di moda?

A forza di consumismo (capocciona) la gente non fà più l'amore.

L'ha spiegato Celentano in modo ironico, ti ricordi?

Chi non lavora... non fà l'amore....

Ma il lavoro che c'entra con l'amore?

Quanto può essere intelligente chi lo dice?




(Celentano si riferiva ironicamente a Berlinguer)


Io ho la sensazione che chi ci governa stia mettendo in pratica l'antico "Dividet et impera".
La socialità è fondamentale e loro stanno facendo in modo che siamo sempre più disuniti e più individualisti.
Come possiamo affrontare la crisi se siamo sempre più per conto nostro?
Forse sto dicendo una stronzata e fuori luogo,non so,ma penso che questa disunione tra la gente ci renda più deboli e faccia il loro brutto gioco.
Dovremmo semplicemente essere uniti,specie in un momento tanto delicato della storia.
E un giorno usare questa forza verso di loro,i nostri governatori della banana Smile
Sto andando troppo in là con la fantasia?

Per quanto riguarda il consumismo,penso sia una delle cose più marce della nostra società
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