Inizio il protocollo

Ciao,
ho finito adesso il secondo compito del protocollo terapeutico.
La mezzora quotidiana di peggiore fantasia. "Ogni giorno, alla stessa ora, lei si ritirerà nella sua stanza, caricherà la sveglia in modo che suoni dopo mezzora esatta, e si metterà a pensare a tutto ciò che di terribile potrebbe capitarle relativamente alle sue paure. Lo faccia per mezzora finché suona la sveglia. Poi dopo, si alza, si da una sciacquata al viso e riprende la normale attività quotidiana."

Mi son seduto alla scrivania, ho chiuso gli occhi e mi son messo a pensare a: tutto ciò che di terribile potrebbe accadermi. Ho immaginato le situazioni, i contesti : tutto ciò che mi spaventa, amplificandolo nelle sue conseguenze. Oggi poi ho aggiunto una fantasia nuova: mi sono visto a 40 anni, seduto per la strada, come un barbone....passavano dei compagni di scuola che non vedo da 20 anni, mi guardavano con pietà, mi chiedevano cosa avessi fatto nella vita. Io rispondevo: non lo so, devo ancora decidere. I loro sguardi erano pieni di...compatimento..di scherno...li sentivo dire: cavoli, eppure a scuola eri uno tra i migliori, però sì, è vero, già allora eri fragile.

Ho provato rabbia, molta rabbia. Mi son alzato dalla scrivania. Mi metto subito al lavoro. Ora agisco. Io combatto.

In precedenza ho svolto il Primo compito del protocollo.

"Ogni giorno, deve fare questa cosa: deve pensare cosa dovrebbe fare o non fare, pensare o non pensare, per peggiorare la situazione. Ovviamente lo deve solo pensare, NON lo deve mettere in pratica. Ci pensi poi scriva le risposte"
Risposte di oggi: peggiorerei la situazione se stessi immobile a pensare tra infinite soluzioni lavorative diverse, e non prendessi nessuna iniziativa. Peggiorerei se continuassi a rimuginare sul passato. Peggiorerei se continuassi a pensare negativamente, a darmi la zappa sui piedi da solo, a immaginare un futuro triste e doloroso. Peggiorerei se continuo a fare la vittima: la vita è bella solo per gli altri, solo gli altri sono felici, gli altri hanno una marcia in più.

Terza parte del protocollo.
"Vorrei che lei, ogni sera, nella sua triste solitudine, prendesse carta e penna e mi scrivesse una lettera. Inizi sempre con "Caro dottore...". Poi scriva tutto quello che le passa per la testa. Senza censure. Mi scriva quello che pensa, il suo stato d'animo. Alla fine metta la lettera nella busta e la sigilli. Si ricordi: non la deve aprire ne rileggere mai più. Lo deve fare ogni sera. Poi la volta prossima me le consegnerà.

Direi che si tratti di psicologo, non di psichiatra.
Ho delle grosse riserve sugli psicologi. Intanto non possono prescrivere farmaci che invece in certe circostanze sono essenziali.
Anche sugli psicoterapeuti ho delle riserve, sarà perchè ho avuto una pessima esperienza.
Ma cmq tutto è soggettivo, legato alle persone e alle circostanze....

Auguri.