Su cosa agiscono gli psicofarmaci

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Messaggio  Stef Lun Ott 25, 2010 12:00 am

Le tre diverse categorie di antidepressivi agiscono su questi tre sistemi neuronali:

SISTEMA NORADRENERGICO CENTRALE
Regola
1. Capacità di pensiero;
2. Tono dell’umore;
3. Aumenta stato di vigilanza e orienta la risposta verso l’ambiente in presenza di stimoli nuovi e potenzialmente dannosi, con secrezione di ormoni;
(In situazioni allarmanti aumentano l’attività del locus coeruleus il quale aumenta la capacità della corteccia di:)
4. Elaborare gli stimoli significativi, aumentando il rapporto segnale/rumore di fondo.
DISFUNZIONI:
5. irritabilità e ipervigilanza (nei depressi e/o ansiosi) con eccessiva risposta a stimoli ambientali apparentemente non significativi.

SISTEMA SEROTONINERGICO
Regola:
1. Tono dell’umore
2. Alcune funzioni cognitive
3. Attività sessuale
4. Comportamento motorio
5. Comportamento alimentare
6. Alcune funzioni neuroendocrine
7. Temperatura corporea.
L’aumentata trasmissione di SEROTONINA riduce:
1. Appetito;
2. Attività motoria;
3. Interesse per l’attività sessuale;
4. Inoltre dà sonnolenza.
5. Aumenta cortisolo, prolattina e ormone crescita
La ridotta attività serotoninergica porta:
1. Insonnia
2. Alterazioni al sistema neuroendocrino
3. Ansia.

SISTEMA DOPAMMINERGICO (MESOLIMBICO)
Ha un ruolo molto importante in:
1. Controllo dei comportamenti motivati
2. Modulazione degli stati affettivi
Disfunzioni:
1. Attutisce o abolisce la capacità di apprezzare le esperienze piacevoli di attività sessuale, fame e sete (comportamenti consumatori)
2. Marcato rallentamento psicomotorio (del pensiero e del movimento)
E inoltre si ha:
3. Sensazione di irrequietezza interiore
4. Non si riesce a lavorare
5. Volontà bloccata, manca l’energia fisica e psichica
6. Non si riesca a leggere, a telefonare, a fare le comuni cose casalinghe
7. Preda dell’ansia (non sonnolenti né sedati).
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Messaggio  Ospite Lun Ott 25, 2010 6:53 pm

sia quel che sia a me basterebbe che funzionassero sempre. ma non sempre è così.

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Messaggio  sunshine Lun Ott 25, 2010 7:08 pm

Interessante Stef,

riguardo ai farmaci della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina , c'è qualcuno che li prende e potrebbe descrivere gli effetti?

Riguardo al sesso e alle emozioni, questi farmaci (come vi è anche scritto)... quali sono gli effetti? Mi piacerebbe sapere da qualcuno di voi che assume tali farmaci, cosa sente e le proprie esperienze....

Insomma ci si può innamorare assumendo tali farmaci da molto tempo oppure si è incentrati totalmente su se stessi e si perde totalmente l'interesse per sentimenti e sesso?

Grazie

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Messaggio  merla Lun Ott 25, 2010 8:01 pm

In teoria (e per mia esperienza) questi tipi di antidepressivi danno dei problemi fisiologici di tipo sessuale.
Il che non significa che debbano far perdere l'interesse per il sesso e tantomeno per i sentimenti e le altre persone.
Al massimo è possibile che creino dei problemi di ansia per cui una persona, più facilmente un uomo, teme di far figuracce e quindi evita.

Però non sono i sentimenti ad essere mediati dai farmaci (anche perché definire il "sentimento" darebbe il via a un'altra discussione che non avrei voglia di moderare Very Happy) quanto entro certi limiti potrebbero esserlo le loro manifestazioni.

In ogni caso ti assicuro che non sono questi farmaci (che tra l'altro sono diffusissimi) a far perdere l'interesse per i sentimenti o la capacità di manifestarli.

merla
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Messaggio  sunshine Lun Ott 25, 2010 10:34 pm

Grazie Merla, sempre gentile I love you

Vorrei solo confrontare ciò che ho riscontrato con ciò che scrivi.

Ho riscontrato nell'assunzione di antidepressivo efexor + antipsicotici (zyprexa e abilify): molta apatia, perdita di iniziativa, stanchezza perenne, sonnolenza, disinteresse per l'altro sesso ed assenza di emozioni.
Al contempo però ho notato interesse ed empatia per le persone in generale senza però grandi manifestazioni affettive.

Possibile che l'ansia e paura di cui parli potrebbero causare una specie di anaffettività reattiva di ritorno? Quindi insomma un blocco totale verso rapporti di tipo affettivo importante anche se alle spalle c'è coscienza piena del proprio stato e voglia di cambiare.

Per il sesso, ho notato interesse (nel senso generale) insieme però ad ansia e paura.

sunshine

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Messaggio  merla Mar Ott 26, 2010 10:29 am

Allora, ho preso un farmaco simile all'efexor (sepmre un SNRI) e gli effetti che dici tu non me li ha dati. Nel periodo in cui l'ho preso ero da poco fidanzata, e il farmaco non ha influito in alcun modo sulla relazione che a quel tempo andava benissimo. Mi ha fatto aumentare di peso e ridotto un po' il desiderio sessuale, ma poco, e nel complesso mi ha fatto star meglio per cui ha migliorato anche la mia vita di relazione.


Stiamo parlando del problema di qualche mese fa sempre con la stessa persona giusto?
Se mi sbaglio, non c'è bisogno che vai oltre a leggere.

Se non mi sbaglio però sunshine, forse è tempo che ti fermi un secondo: stai coltivando un'illusione mettendo addirittura in discussione una terapia che permette a una persona con una malattia molto grave (stiamo parlando di depressione + schizofrenia, vero? non è un'influenza che sicura con latte miele, per ora non si cura proprio) di avere una vita normale, un lavoro e degli amici.
...è davvero tanto fuori dal vaso, te ne rendi conto?
Se un giorno questa persona riterrà di dover cambiare cura, o che gli effetti collaterali sono troppo gravi, potrà andare dal medico o da chi gli sembra più opportuno e cercare delle alternative. Ma se non lo fa, probabilmente, è perché sa perfettamente (e scusa la franchezza, mi pare che tu proprio non ne abbia neanche lontanamente idea invece) come starebbe senza cura e come sta adesso. E sceglie di stare come sta adesso.

Quindi, invece di concentrarti a coltivare l'illusione che questo stato di cose sia dovuto al farmaco più leggero che prende e che è forse l'unico che allo stato attuale delle conoscenze potrebbe togliere senza effetti devastanti (ripeto forse), concentrati su te stessa e su quest'ossessione che (questa mia impressione è del tutto personale) sta travalicando il rispetto per la sofferenza proprio della persona a cui dici di voler bene.
È assurdo, capisci?

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Messaggio  sunshine Mar Ott 26, 2010 6:21 pm

In realtà Merla non sto assolutamente mettendo in discussione la sua terapia, ci manchrebbe. Senza di essa lui non sarebbe lucido e non condurrebbe la vita normale che ha!!

La sua non è una scelta di stare come sta adesso, ma è grazie a tutti i farmaci che prende (più cura psicoterapeutica) che sta bene.
Inoltre è perfettamente cosciente della sua condizione e vuole cambiare, migliorare ed acquistare benessere.

Hai assolutamente ragione quando dici che devo concentrarmi su me stessa ma non mi illudo di niente anche se questa persona mi sta particolarmente a cuore .

Per questa persona ho molto rispetto e stima!

sunshine

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Messaggio  merla Mar Ott 26, 2010 7:10 pm

sunshine ha scritto:
La sua non è una scelta di stare come sta adesso, ma è grazie a tutti i farmaci che prende (più cura psicoterapeutica) che sta bene.
Inoltre è perfettamente cosciente della sua condizione e vuole cambiare, migliorare ed acquistare benessere.


Ecco appunto...lui pienamente cosciente di come sta adesso e di come stava prima, se continua a prendere le medicine significa che in questo momento sceglie di stare come sta adesso piuttosto che tornare a stare come prima. Mi pare evidente.

Che poi voglia continuare a cambiare,migliorare ecc. mi pare cosa ottima.

Non capisco il senso di queste tue domande allora: tu parli addirittura di anaffettività reattiva di ritorno. Ma cos'è l'anaffettività reattiva di ritorno? lo conoscevi prima che prendesse farmaci?

E qual è il tuo obiettivo...cerchi di isolare/capire la sua personalità, spuria dagli effetti collaterali degli antidepressivi piuttosto che degli antipsicotici?

A me è sfiorato il dubbio che tu inseguissi la chimera che eliminato o cambiato un antidepressivo, questa persona potrebbe diventare quello che vorresti tu.
Nella consapevolezza che gli antipsicotici se li deve tenere per forza.
Se mi sbaglio scusa, ma se non mi sbaglio, stai attenta perché ti stai facendo un viaggio tutto tuo che non ha davvero alcun senso.
Scusa la franchezza.

Se il fine ultimo di questo analizzare e sezionare una terapia di una persona e parte della sua patologia, è di trovare una ragione del fatto che i tuoi sentimenti non sono ricambiati a me non pare tanto rispettoso. Non di lui, ma della sofferenza sua e di tante altre persone.

In ogni caso per avere una risposta definitiva e valida per lui, alle tue domande, l'unica sarebbe parlarne con lui e magari con il suo medico e/o un tossicologo. Non ci sono effetti collaterali uguali da una persona all'altra e le risposte alle domande che fai le puoi avere soltanto dal diretto interessato.
merla
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Messaggio  sunshine Mar Ott 26, 2010 11:13 pm

merla ha scritto:
sunshine ha scritto:
La sua non è una scelta di stare come sta adesso, ma è grazie a tutti i farmaci che prende (più cura psicoterapeutica) che sta bene.
Inoltre è perfettamente cosciente della sua condizione e vuole cambiare, migliorare ed acquistare benessere.


Ecco appunto...lui pienamente cosciente di come sta adesso e di come stava prima, se continua a prendere le medicine significa che in questo momento sceglie di stare come sta adesso piuttosto che tornare a stare come prima. Mi pare evidente.

Ma non è lui che sceglie di prendere i farmaci nè di stare come sta adesso. E poi ne è ovviamente costretto a causa della sua malattia.

Che poi voglia continuare a cambiare,migliorare ecc. mi pare cosa ottima.

Non capisco il senso di queste tue domande allora: tu parli addirittura di anaffettività reattiva di ritorno. Ma cos'è l'anaffettività reattiva di ritorno? lo conoscevi prima che prendesse farmaci?

Io sto semplicemente cercando di conoscere la sua malattia e gli psicofarmaci che prende perchè gli voglio bene. Di conseguenza sono desiderosa di conoscere il suo mondo, tutto qui.
La parola "anaffettività reattiva di ritorno" era solo una mera ipotesi a cui ho pensato io associando il dolore che ha provato con la sua - probabile e deducibile- paura di instaurare rapporti più profondi.


E qual è il tuo obiettivo...cerchi di isolare/capire la sua personalità, spuria dagli effetti collaterali degli antidepressivi piuttosto che degli antipsicotici?

Ripeto, cerco solo di capire il suo mondo anche parlandone con lui, quando si apre con me, e lo fa spesso.

Leggendo per esempio che certi farmaci danno un certo tipo di effetti collaterali, e riscontrandoli in lui, capisco il perchè di certi atteggiamenti.


A me è sfiorato il dubbio che tu inseguissi la chimera che eliminato o cambiato un antidepressivo, questa persona potrebbe diventare quello che vorresti tu.
Nella consapevolezza che gli antipsicotici se li deve tenere per forza.
Se mi sbaglio scusa, ma se non mi sbaglio, stai attenta perché ti stai facendo un viaggio tutto tuo che non ha davvero alcun senso.
Scusa la franchezza.

Sbagli, non inseguo tali chimere, sarebbe assurdo! Laughing non sono così macchinosa e poi non ne avrei nemmeno le competenze.Forse lo sto un po' "studiando", è vero, ma chi non "studierebbe" una persona a cui si vuole bene?

Se il fine ultimo di questo analizzare e sezionare una terapia di una persona e parte della sua patologia, è di trovare una ragione del fatto che i tuoi sentimenti non sono ricambiati a me non pare tanto rispettoso. Non di lui, ma della sofferenza sua e di tante altre persone.

Scusa ma non c'è proprio nessuna irrispettosità verso di lui e verso le altre persone che soffrono della sua malattia se ho il desiderio di conoscere il suo mondo!! Rolling Eyes Non voglio analizzare nè sezionare nessuna terapia, e ripeto non ne ho nemmeno le competenze, non sono così contorta e sadica. Sto solo chiedendo qui su questo forum visto che so che ci sono persone che potrebbero darmi qualche risposta sugli effetti di certi farmaci e sui suoi comportamenti.

In ogni caso per avere una risposta definitiva e valida per lui, alle tue domande, l'unica sarebbe parlarne con lui e magari con il suo medico e/o un tossicologo. Non ci sono effetti collaterali uguali da una persona all'altra e le risposte alle domande che fai le puoi avere soltanto dal diretto interessato.

Hai perfettamente ragione su questo e mi piacerebbe molto farlo.
Lui comunque con me parla tranquillamente sia di farmaci che malattia, sa che non lo prendo per pazzo e in me trova una persona a cui può fare riferimento.



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Messaggio  merla Mar Ott 26, 2010 11:57 pm

Boh sunshine, non volevo offenderti.

Mi sono calata un po' nella sua parte, e non mi piacerebbe che le mie reazioni fossero valutate più o meno in funzione dei farmaci. Soprattutto non dalle persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene.
Sinceramente, non mi piacerebbe avere a fianco una persona che avesse verso di me, l'atteggiamento che traspare tu abbia nei confronti di questa persona. Non ti offendere, ma mi sentirei vivisezionata. Non ti prendere a male davvero, è quello che mi arriva leggendoti, ma non è detto che sia la stessa cosa che parte da te nel momento in cui scrivi.

A parte questo...una cosa, sulla quale secondo me potresti raddrizzare il tiro: tu dici che lui non sceglie di prendere i farmaci. Ora, io non so se sia fisicamente costretto a prenderli, mi pare impossibile al di là di un'ospedalizzazione. Quindi in una certa misura lui in ogni caso sceglie.
È ovvio che è una scelta quasi obbligata dalle circostanze, come un diabetico sceglie di prendere l'insulina e di seguire la dieta, ma pur sempre una scelta, perché appunto ci sono anche diabetici che finiscono in come una volta al mese perché non accettano la loro malattia.
Mi viene da dirti che tu non puoi pensarlo come un'entità ideale a prescindere dalla sua malattia: lui è anche la sua malattia e anche le medicine che prende, anche il fatto che ci combatte.
Sicuramente una mente diversa dalla mia non darebbe un giudizio di merito su questo tuo modo di studiare una persona. Io forse ci vedo errori miei, fatti in passato, quando volevo vedermi appunto spuria da certe fragilità e da certi problemi. Fatto sta che non riesco a pensare una persona come un insieme di fattori distinti, quanto piuttosto come sì tanti fattori ma intimamente correlati tra loro, per cui non comprendo il tentativo di attribuire a una precisa causa, un certo atteggiamento piuttosto che un altro.

A parte questo, toglimi una curiosità...ma poni gli stessi interrogativi in merito agli antipsicotici anche in altri forum? Perché non capisco perché ti concentri proprio sugli antidepressivi, che tutto considerato sono molto più leggeri degli altri farmaci.

Però davvero, non volevo offenderti.


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Messaggio  Stef Mer Ott 27, 2010 12:33 am

xxxy ha scritto:sia quel che sia a me basterebbe che funzionassero sempre. ma non sempre è così.

OVVIO! E chi sarebbe così stupido da non voler star bene?!
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Messaggio  Stef Mer Ott 27, 2010 1:02 am

Efexor e Zyprexa sono il mio pane quotidiano da almeno luglio 2007. Il sesso è un argomento iniziato prima perché prendevo altri antidepressivi ma poi non tornai dalla psichiatra. Ebbi una depressione ciclotimica (quasi bipolare) e dopo un mesetto di euforia andai proprio male in depressione, ma male male male. Fu allora che mi portarono da un altro psichiatra, e lì mi diede un sei psicofarmaci ma diversi più volte al giorno. Lo Zyprexa è soltanto uno di questi. Nel precedente periodo il sesso andava maluccio, nella depressione piena non sapevo nemmeno che esistesse e così l'amore, l'amicizia, l'affetto ma questo è normale. Quando iniziai lo Zyprexa con l'Efexor, l'Entact, Depakin, Lorazepam, Lamictal stetti un po' meglio (dopo un buon mese e mezzo) ma non sotto l'aspetto sessuale né affettivo. Poi a sette mesi dalla nuova terapia stetti bene. Oggi seguo sempre la stessa cura ma con dosaggi minori e senza la benzodiazepina (Lorazepam o Control o Tavor o Lorans per capirci - sono tutti uguali). Ma teoricamente dovrei prenderli ancora (non li prendo perché ho diminuito il Lorazepam fino all'estinzione e vidi che rimanevo bene, ma lo dissi al medico).
Oggi l'aspetto fisico è meglio addirittura anche di quando stavo bene, sicuro, quello affettivo invece è più tiepido ma io prendo lo stabilizzatore dell'umore a differenza del caso da te esposto. E poi bisogna considerare il fatto importantissimo che io quando "stavo bene" (ma non sono mai stato veramente bene da tanti anni) soffrivo da impazzire nei rapporti quando non andavano bene, ora invece tutto tranquillo - è un vero miracolo per il dolore che ho provato, davvero traumatico.
C'è una cosa da dire, lo Zyprexa fa molto bene ai depressi ma la faccenda è TOTALMENTE diversa per la schizofrenia. Non so quanto dipenda dal tipo e dal grado di schizofrenia, un mio amico paranoico sta molto meglio, moltissimo pur non essendo reattivo come prima o come noi. E' una cosa così personale che rimango spiazzato di fronte a certe domande. Io non avrei dovuto proprio parlare paragonando il mio al tuo caso, assolutamente no. Io stesso non faccio testo per me stesso perché dall'8 dicembre 2004 ho cambiato molte volte farmaci e dosaggi. Dal 08-12-2004 al 08-03-2008 non si era risolto granché, quanti cambiamenti, quanta pena, quanta disperazione. Ma ero un caso a parte come ognuno di noi.
Oggi prendo, come ho detto, un sacco di farmaci ma sto bene. Ma non è che starei bene lo stesso? E un altro potrebbe stare invece ancora male con tutti questi cambiamenti?
Chi lo può dire?
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Messaggio  sunshine Mer Ott 27, 2010 3:13 pm

merla ha scritto:Boh sunshine, non volevo offenderti.

Very Happy

Mi sono calata un po' nella sua parte, e non mi piacerebbe che le mie reazioni fossero valutate più o meno in funzione dei farmaci. Soprattutto non dalle persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene.
Sinceramente, non mi piacerebbe avere a fianco una persona che avesse verso di me, l'atteggiamento che traspare tu abbia nei confronti di questa persona. Non ti offendere, ma mi sentirei vivisezionata. Non ti prendere a male davvero, è quello che mi arriva leggendoti, ma non è detto che sia la stessa cosa che parte da te nel momento in cui scrivi.

Ho capito solo ora ciò che pensi. Ti ringrazio perchè vedo e capisco solo ora il tuo punto di vista che prima non mi aveva nemmeno sfiorato l'anticamera del cervello!
Verso questa persona ho un atteggiamento di totale apertura e anche affetto. Con me si è aperto e continua a farlo, poi in realtà non so se crede/teme che io attribuisca tutti i suoi atteggiamenti ai farmaci che prende...e, ripeto, non ci avevo pensato.


A parte questo...una cosa, sulla quale secondo me potresti raddrizzare il tiro: tu dici che lui non sceglie di prendere i farmaci. Ora, io non so se sia fisicamente costretto a prenderli, mi pare impossibile al di là di un'ospedalizzazione. Quindi in una certa misura lui in ogni caso sceglie.
È ovvio che è una scelta quasi obbligata dalle circostanze, come un diabetico sceglie di prendere l'insulina e di seguire la dieta, ma pur sempre una scelta, perché appunto ci sono anche diabetici che finiscono in come una volta al mese perché non accettano la loro malattia.
Mi viene da dirti che tu non puoi pensarlo come un'entità ideale a prescindere dalla sua malattia: lui è anche la sua malattia e anche le medicine che prende, anche il fatto che ci combatte.
Sicuramente una mente diversa dalla mia non darebbe un giudizio di merito su questo tuo modo di studiare una persona. Io forse ci vedo errori miei, fatti in passato, quando volevo vedermi appunto spuria da certe fragilità e da certi problemi. Fatto sta che non riesco a pensare una persona come un insieme di fattori distinti, quanto piuttosto come sì tanti fattori ma intimamente correlati tra loro, per cui non comprendo il tentativo di attribuire a una precisa causa, un certo atteggiamento piuttosto che un altro.

E qui mi scuso, non avevo specificato che questa persona "è costretta" a prendere psicofarmaci da anni e soprattutto che dovrà prenderli per tutta la vita Crying or Very sad Ha provato a smettere tempo fa di testa sua ed ha avuto conseguenze devastanti. Solo grazie ai famaci è lucido e può condurre una vita normale.
Io non penso a lui come un'identità ideale, so perfettamente che lui è anche la sua malattia altrimenti non sarei qui a documentarmi e a chiedere! Mi sto dunque informando sui farmaci che prende e sui possibili effetti perchè li riscontro spesso in lui; come per esempio la forte apatia.
Per esempio: se lo vedo sbadigliare tutto il giorno o è molto stanco anche se non ha fatto sforzi o non ha lavorato etc..., so che è l'effetto dei farmaci.
Poi non nascondo che ci sono certi suoi atteggiamenti che mi fanno rimanere un po' male, come per esempio, la non iniziativa, la scarsa attenzione, l'apatia, il parlare poco, il non entusiasmo etc.... e so che tutto ciò avviene anche a causa dei farmaci. Ma non lo viviseziono e non lo giudico. Lui si è anche scusato più volte....ma io sono tranquilla perchè so che ha scompensi chimici dovuti alla malattia cronica e ai farmaci che lo fanno diventare apatico, stanco etc....
spero tu ora comprenda queto mio desiderio di sapere e chiedere a voi gli effetti collaterali che tali farmaci possono avere su di voi.
Ecco, poi avendo letto che le persone schizofreniche sono incentrate su se stesse e che è difficile che riescano ad innamorarsi chiedevo qui se i farmaci possono davvero bloccare i sentimenti causando un appiattimento delle emozioni.


A parte questo, toglimi una curiosità...ma poni gli stessi interrogativi in merito agli antipsicotici anche in altri forum? Perché non capisco perché ti concentri proprio sugli antidepressivi, che tutto considerato sono molto più leggeri degli altri farmaci.

Infatti non mi concentro solo sugli antidepressivi...mi interessanno anche le informazioni sugli antipsicotici... mi sto informando su internet ne si trova molto ... Smile

Però davvero, non volevo offenderti.

Very Happy


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Messaggio  sunshine Mer Ott 27, 2010 3:39 pm

Stef ha scritto:Efexor e Zyprexa sono il mio pane quotidiano da almeno luglio 2007. Il sesso è un argomento iniziato prima perché prendevo altri antidepressivi ma poi non tornai dalla psichiatra. Ebbi una depressione ciclotimica (quasi bipolare) e dopo un mesetto di euforia andai proprio male in depressione, ma male male male. Fu allora che mi portarono da un altro psichiatra, e lì mi diede un sei psicofarmaci ma diversi più volte al giorno. Lo Zyprexa è soltanto uno di questi. Nel precedente periodo il sesso andava maluccio, nella depressione piena non sapevo nemmeno che esistesse e così l'amore, l'amicizia, l'affetto ma questo è normale. Quando iniziai lo Zyprexa con l'Efexor, l'Entact, Depakin, Lorazepam, Lamictal stetti un po' meglio (dopo un buon mese e mezzo) ma non sotto l'aspetto sessuale né affettivo. Poi a sette mesi dalla nuova terapia stetti bene. Oggi seguo sempre la stessa cura ma con dosaggi minori e senza la benzodiazepina (Lorazepam o Control o Tavor o Lorans per capirci - sono tutti uguali). Ma teoricamente dovrei prenderli ancora (non li prendo perché ho diminuito il Lorazepam fino all'estinzione e vidi che rimanevo bene, ma lo dissi al medico).
Oggi l'aspetto fisico è meglio addirittura anche di quando stavo bene, sicuro, quello affettivo invece è più tiepido ma io prendo lo stabilizzatore dell'umore a differenza del caso da te esposto. E poi bisogna considerare il fatto importantissimo che io quando "stavo bene" (ma non sono mai stato veramente bene da tanti anni) soffrivo da impazzire nei rapporti quando non andavano bene, ora invece tutto tranquillo - è un vero miracolo per il dolore che ho provato, davvero traumatico.
C'è una cosa da dire, lo Zyprexa fa molto bene ai depressi ma la faccenda è TOTALMENTE diversa per la schizofrenia. Non so quanto dipenda dal tipo e dal grado di schizofrenia, un mio amico paranoico sta molto meglio, moltissimo pur non essendo reattivo come prima o come noi. E' una cosa così personale che rimango spiazzato di fronte a certe domande. Io non avrei dovuto proprio parlare paragonando il mio al tuo caso, assolutamente no. Io stesso non faccio testo per me stesso perché dall'8 dicembre 2004 ho cambiato molte volte farmaci e dosaggi. Dal 08-12-2004 al 08-03-2008 non si era risolto granché, quanti cambiamenti, quanta pena, quanta disperazione. Ma ero un caso a parte come ognuno di noi.
Oggi prendo, come ho detto, un sacco di farmaci ma sto bene. Ma non è che starei bene lo stesso? E un altro potrebbe stare invece ancora male con tutti questi cambiamenti?
Chi lo può dire?

Ti ringrazio molto Stef, lo so che dipende da caso a caso....


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Messaggio  Mattia90 Mer Ott 27, 2010 8:57 pm

Vi chiedo una banalità. Ma cosa serve per ottenere gli psicofarmaci?
E' necessario passare per il terapeuta o si può ottenere la delibera anche dal medico di base?

Io sono uno studente e ricevo 400 euro mensili dai miei. Non ho assolutamente la possibilità di farmi seguire da uno psicoterapeuta, ma le medicine, se davvero ti cambiano la giornata, meritano una prova almeno.

Mattia90

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Messaggio  merla Mer Ott 27, 2010 9:29 pm

Vai al CSM, che è ad accesso diretto e della mutua, e parli con uno psichiatra.
Il medico se lo ritiene ti prescrive gli psicofarmaci, che però non si usano per "cambiarsi la giornata" ma per curare qualche disturbo.
Cioè, insomma, se li vuoi prendere come caramelle tanto per provare, ci sono gli spaccini che possono venderti un sacco di cose che "ti cambiano la giornata", invece se stai male e ti vuoi curare passi dal medico specialista e poi decide lui se è il caso di dartele e come devi prenderle.

Ma porca miseria, prendi in giro? Tu prendi gli antibiotici per cambiarti la giornata?
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Messaggio  Mattia90 Mer Ott 27, 2010 9:40 pm

.....

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Messaggio  merla Mer Ott 27, 2010 9:58 pm

cheers

Sei anche simpatico...

Allora, qui si parla di una malattia e di gente che prende farmaci per curarsi. Io non so se tu ti ritieni malato o in piena presa di coscienza o cerchi invece stati di coscienza alterati.

In ogni caso se ti ritieni malato, ti serve un diagnosi per intraprendere qualsiasi cura. Senza diagnosi sia pur vaga nessun medico con coscienza si prende la responsabilità di farti un'impegnativa. Come studente di legge dovresti saperlo.

In secondo luogo questo è uno spazio di confronto per persone che soffrono di diversi disturbi. Come tale è basato sul rispetto reciproco e sul rispetto di tale sofferenza. Nessuno degli utenti è contento di prendere farmaci perché gli hanno cambiato vita, è contento di prendere farmaci perché gli danno una possibilità di cura e/o guarigione. Mi stupisce che tanta intelligenza che hai largamente paventato nei tuoi messaggi, non ti sia bastata a comprendere un concetto così semplice come il rispetto e/o l'educazione.

Se invece sei in piena presa di coscienza della futilità della vita o alla ricerca di emozioni nuove, ti ribadisco, che qui si parla di malattia e di persone più o meno malate. Se quindi vuoi scrivere ancora qui ti conviene imparare a rapportarti in modo consono. Se non sei capace, impara. Sei abbastanza grande.
Come sei abbastanza grande per trovarti uno spaccino o farti ricette false. Basta che non fai perdere tempo con cagate a persone che parlano tra loro di un loro problema importante.

In ultima analisi, datti una calmata, e se sei furbo correggi il messaggio precedente.
Ciclo o non ciclo, io qui modero, quindi quello che scrivi o va bene a me o viene cancellato. E se il prox giro accendi il cervello prima di scrivere, fai risparmiare tempo a chi ti legge.

Saluti
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Su cosa agiscono gli psicofarmaci Empty Re: Su cosa agiscono gli psicofarmaci

Messaggio  Mattia90 Mer Ott 27, 2010 11:34 pm

merla ha scritto: cheers

Sei anche simpatico...

Saluti

Grazie, faccio del mio peggio. Siccome sei torinese, come me, devi essere simpatica anche tu fuori da questi contesti logori.
Non sono a conoscenza degli effetti cagionati dalle pilloline. Evidentemente non sono stabilizzatori dell'umore e non giovano al trattamento per la depressione, visto che non ritieni una giornata libera dai tormenti quotidiani come cambiata. Se non mi cambiano la giornata non mi servono a niente, quindi evidentemente passerò, se non funzionano.
Sono una persona pratica e non mi bevo le palle dello psichiatra, a cui probabilmente non interesso e che vuole solo i miei soldi, soldi che per inciso non ho assolutamente; piuttosto mi trascino come una mèrda per sempre.
Non mi serve una diagnosi per sapere di essere rotto dentro, non mi serve rubare 100 euro alla spesa al supermercato per arrivarci.
E in ogni caso mi sono riferito a me stesso, non alla condizione tua o di chi ha aperto la discussione. Solitamente non mi prendo troppo sul serio, mi considero solamente un povero cazzone, non è un mio diritto?
Io non ho attaccato nessuno, e non credo di dover usare ampollosi termini tecnici per descrivere il sollievo che, possibilmente, gli psicofarmaci arrecano.

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Messaggio  suggestione Gio Ott 28, 2010 6:19 am

Gli AD alzano la soglia di sopportazione al dolore, non mutano il pensiero.
Attraverso questo meccanismo si cerca poi di mutare tutte quelle convinzioni e modi d'agire che possono minare il corretto esistere.
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Messaggio  merla Gio Ott 28, 2010 8:42 am

Ripeto, basta andare al CSM della tua zona (a Torino ci sono) e non devi pagare niente per parlare con uno psichiatra. Il Centro di Salute Mentale è ad accesso diretto per cui non ti serve la ricetta del medico di famiglia. Devi solo telefonare insomma.

Poi è di competenza del medico e non tua valutare se e quali farmaci ti servono, dirti come prenderli e seguirti mentre li prendi in modo eventualmente da valutare se mantenere la terapia, o se cambiarla in funzione dell'andamento e soprattutto quando interromperla, perché se viene interrotta in modo scorretto si rischiano ricadute peggiori e la successiva mancata risposta al farmaco (successo a me).
Tra parentesi gli stabilizzatori dell'umore esistono, ma in genere vengono prescritti per certe forme di depressione (ex. bipolare) e non necessariamente per altre. E certi agiscono nel senso di attutire i periodi di euforia, certi agiscono nel senso di attutire i periodi di down. In certi casi vengono prescritti entrambi, dipende da caso a caso.
Come sopra, per non passare dal medico, bisogna giocoforza passare attraverso vie illegali (che tra l'altro sul lungo termine sono costose tanto quanto andare da un privato), quindi fatto anche solo un conto economico non ti conviene.

Ti faccio un piccolo excursus storico: la malattia mentale e psichica è stata fino a pochi anni fa sempre considerata uno stigma e non una vera malattia. Questo ha creato da una parte i manicomi lager, che in teoria non ci sono più in italia, e dall'altra ha fatto sì che molta gente non si curasse. Le cose, sia per l'avvento di nuovi farmaci sia l'evoluzione della mentalità, sono in un lento cambiamento, nella direzione di considerare la malattia mentale/psichica alla stregua di tutte le altre malattie. L'importanza di riconoscere un problema e di chiamarlo con il suo nome, è segno oltre che di consapevolezza, anche di essersi evoluti al pari della società almeno in uno dei tutto considerati pochi aspetti positivi di tale evoluzione. Vedi tu se vuoi considerarti evoluto o meno.

Ho visto con piacere che se vuoi, sa usare un registro consono all'ambiente in cui ti trovi. Non so se sono simpatica quanto te, direi da quanto visto che sono in grado di dosare l'educazione in funzione del contesto anche senza bisogno che qualcuno minacci sanzioni. Allora fai una cortesia a me ed evita di insultare la tua intelligenza: continua a usare tale registro consono, senza far perdere altro tempo a moderatori e a chi ti legge, ok?

Merla

PS: Faccio un post-scriptum del tutto personale...con questa bella favola, che si è raccontato per anni, dell'"autoterapia", dell'"io so meglio degli altri cos'ho e cosa mi fa star bene e cosa male", ecc. ecc. in questo momento il mio ragazzo è in una casa di cura per disturbi mentali. Se non si fa "autodiagnosi" ci sono delle ovvie ragioni, tra cui il fatto che se una persona non sta bene, per quanto gli sembri di essere lucido e razionale, in realtà le sue percezioni e le sue valutazioni sono distorte dallo star male. E se non si fa "autoterapia", oltre in genere alla mancanza delle conoscenze necessarie di farmacologia, è anche perché un esterno con cui non siano legami personali in genere è in grado di valutare meglio gli effetti o meno dei farmaci e in generale della terapia. Non so ecco, vuoi correre il rischio di finirci pure tu in una clinica tra qualche anno? Scusa ma io 'sti atteggiamenti non li ho mai capiti tanto e adesso del tutto non li capisco più.
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Messaggio  Mattia90 Gio Ott 28, 2010 2:02 pm

Registro consono? Mi pare di averlo sempre usato. Non ho idea di come tu abbia interpretato il messaggio in questione, ma indubbiamente ti sbagli.
Paura di sanzioni? scusa ma mi viene da ridere.

L'idea di parlare di queste cose faccia a faccia con uno sconosciuto, in un simile contesto, mi angoscia ancora più delle mie manie quotidiane.
Non sopporto chi mi attacca senza motivo, e comunque sì, sono arrogante e presuntuoso.
Ciao.

Mattia90

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Messaggio  merla Gio Ott 28, 2010 2:40 pm

ricapitoliamo....tu hai parlato di farmaci per cambiarti la giornata e non hai parlati di farmaci per curarti. Tu lo ritieni consono, a me suona poco rispettoso, soprattutto in calce a messaggi in cui si parla di schizofrenia e di cure farmacologiche che non sono necessariamente una passeggiata.
In ogni caso non si capiva per se tu cercassi una cura o delle sostanze per passarti bene una giornata.
E la seconda interpretazione non è consona, su questo non ci piove.

Non siamo nella tua testa, per cui inevitabilmente se vuoi comunicare per iscritto ti devi sforzare di farti capire. è un limite della parola scritta e non di chi ti legge.

Il messaggio decisamente "fuori dal vaso" è quello cancellato e lo sappiamo benissimo entrambi. E su quello non c'è veramente niente da dire, inutile prendersi in giro tra "consono" o "non consono". Se hai piacere di litigare o di fare ipotesi su di me o quant'altro, mi scrivi in privato, dove io posso risponderti in tutta la libertà se non ho niente di meglio da fare. In pubblico sei tenuto a rispettare le regole del forum (https://depressione.forumattivo.com/regole-del-forum-f2/le-regole-del-forum-t1.htm) a prescindere dalla arroganza, presunzione o altre tue peculiarità caratteriali. Con tutti e come facciamo tutti.

Per quanto riguarda il fatto di parlare o meno con qualcuno dei tuoi problemi, ti ho illustrato "come" si fa senza dover spendere una lira e raccontato di un caso di salute trascurata. Niente di più.
Al di là di questo, la scelta di rivolgerti o non rivolgerti a un medico è una tua scelta tutta tua personale. E a me sinceramente non potrebbe interessare di meno: dato l'inizio molto infelice, non spreco oltre il mio tempo tanto più che non sei né il primo né l'ultimo a non ritenere di non aver bisogno di aiuto...se ti leggi i vecchi thread c'è una sfilza di persone che più o meno hanno scritto quanto hai scritto tu. Se una persona non è disponibile a tentare una cura seria senza scorciatoie, certamente non sarà un forum come questo a fargli cambiare idea.
E in ogni caso in questo spazio troverai e hai già trovato, altre persone con cui comunicare in modo più costruttivo che con me e ti auguro che in qualche modo te ne venga qualcosa di buono.
Per quanto mi riguarda, basta che continui ad essere educato e a rispettare le regole del forum.
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