Arya. Che ha bisogno di aria.

Salve a tutti.
Sono Arianna, ho 18 anni, vivo a Roma. Non so esattamente cos'ho.
Credevo che le mie sensazioni fossero "normali", anni fa. Poi però curiosando su internet un pò per caso, un pò per levarmi ogni dubbio, ho scoperto che le tristezze, le malinconie, le angosce e le frustrazioni e così via erano sintomi di malattie i cui nomi mi avevano sempre fatto paura.
Non sono mai andata in cura, non sono mai andata da psicologi o psichiatri. Un pò perchè ho paura, un pò perchè non saprei come dirlo ai miei, un pò perchè amici che li frequentavano me li hanno sconsigliati. Così sono qua, senza sapere cosa cerco. Forse qualcuno come me.

Ora non voglio annoiare con la storia della mia vita, che è poca e banale.
Dico solo che la cosa mi sta diventando insostenibile. Ormai sono tre anni (ebbene sì...Tutto partì dai miei 14/15 anni...La tipica depressione adolescenziale? Non credo.) che sto male. Io, a questo punto, credo di soffrire di distimia. La cosa non riesce a migliorare. Mi sono imposta di tenere duro fin quando non andrò via di casa il prossimo anno. Magari cambiando vita mi si sconvolgerà tutto il resto, e forse starò meglio. Ma sento di cadere sempre più in basso. Cerco di cominciare a parlare, ma la gente non capisce, volta lo sguardo, o dice "anch'io mi sento così, è normale!" e si mette a ridere.

Avrei in realtà bisogno di qualcuno che si prendesse cura di me e mi guidasse, non di qualche parola buttata lì a caso.
Già qui mi sento più sicura. Forse potrei parlare. Forse a qualcuno potrebbe interessare ciò che ho da dire.

Vi saluto tutti.

Benarrivata Arianna,

in questi giorni riceverai poche risposte, perché molti sono in ferie e il forum è poco frequentato. Sicuramente però, al ritorno dei vari utenti ci saranno tante persone disposte ad ascoltare e a condividere con te difficoltà e soluzioni possibili.
Sperando di poter essere d'aiuto. :-)

Io spero che ti aiuteremo a rivolgerti a qualcuno di competente: i tuoi sintomi possono essere sintomi di depressione, di distimia, possono essere normali dati gli eventi che vivi oppure no. Per questo però bisogna adattarsi al fatto che i disturbi dell'umore sono malattie vere e proprie, che richiedono una diagnosi vera e propria fatta da uno specialista, molto diffuse (per cui non c'è veramente niente di cui vergognarsi) ma al tempo stesso ancora stigmatizzate non si capisce bene il perché.

Quindi la prima cosa che dovresti fare per uscirne, oltre che esserti rivolta a questo forum, che è già un bel passo di consapevolezza, è rivolgerti a un medico specialista (o anche a più d'uno se il primo non dovesse soddisfarti) e farti indicare le possibili terapie (poi sarai tu a scegliere se e quali seguire, nessuno può obbligarti a fare niente).
Se davvero pensi di soffrire di un disturbo dell'umore però togliti le illusioni: a volte (raramente) un cambiamento di vita può dare uno scossone e aiutare a risolvere, ma nella maggior parte dei casi no. E visto che hai 18 anni e sei molto giovane, con le energie che può dare la gioventù, la cosa migliore sarebbe affrontarle subito nel modo adeguato, e così forse potresti evitare di trascinarti avanti un problema per anni.
Ciao

Ciao Arianna, benvenuta.
Nel tuo post di presentazione hai detto che credi di soffrire di distimia. Come te neppure io ho mai frequentato qualche specialista, i motivi sono più o meno i soliti, ma ho raccolto informazioni su internet e da altre fonti e ho capito che con molta probabilità potrebbe essere anche il disturbo del quale soffro io.
Ho avuto modo di sapere che, come disturbo, si può presentare in modo più evidente anche parecchio tempo dopo che uno inizia a soffrirne. Io sto male in modo continuo e abbastanza marcato da circa un anno e mezzo, ma sono ormai 6/7 anni che, anche se in modo più o meno intenso presento i sintomi che la caratterizzano. Credo che siano soltanto stati accentuati da vicissitudini più recenti che hanno contribuito a minare la mia autostima e il mio già fragile equilibrio.
Ti dico una cosa, e questo non per scoraggiarti, ma perché mi sono fatto l'opinione che il problema è dentro di noi, non fuori. Anche io come te riponevo molte speranze per venirne fuori nei cambiamenti che avrebbe potuto portarmi la vita (la fine della scuola, l'entrata nel mondo del lavoro, l'indipendenza economica e di conseguenza le maggiori possibilità che mi si sarebbero potute presentare), ma alla fine sono state tutte quante disilluse. Il senso di inadeguatezza è rimasto a 360°, l'ansia e la melanconia sono aumentate e i fallimenti che ottengo sono sempre più duri da sopportare.
Con le persone è difficile parlarne, qualcuno ci prova ad ascoltarti ed a starti vicino ma alla fine ognuno ha la sua vita e tu ti ritrovi sempre allo stesso punto, intrappolato in delle “sabbie mobili” dalle quali non riesci più ad uscire.