Depressione, società, gioventù....

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Messaggio  merla Lun Mar 15, 2010 8:05 am

o cielo viola....cerco di lavorare di cesello per non sforare in un post sulla spiritualità, diciamo solo che il mio concetto di dio è qualcosa che a un certo punto semplicemente si sente e poi aprendosi a questo sentire si inizia a percepirlo in sé e negli altri. In fondo è il mio approccio alle cose e alle persone, con poca "coltivazione", diciamo che su certi aspetti vivo più da latino americana che da occidentale. cheers

Diciamo anche che la meditazione, come invece lo stare sul sottile equilibrio delle proprie percezioni, come qualsiasi altro approccio alla vita e modo di entrare in contatto con sé stessi, sono decisamente soggettivi.
Il problema in sé non sono né la meditazione, né alcuna pratica religiosa, né il razionalismo puro.

Il problema è che nel disagio psichico qualsiasi approccio spirituale/razionale ti dà delle risposte preconfezionate, e nel disagio psichico la capacità critica è andata a farsi friggere, quindi va persa la capacità di vagliarle e farle proprie queste risposte. Se a questo aggiungi l'impossibilità di esercitare lo spirito critico per valutare se la guida e il corso di meditazione sia serio.....sei fritto.

Poi che io i cioccolatini in questo senso non li abbia mangiati, è sicuramente vero: ma si torna al punto di prima, se non li ho mangiati non è perché son stata a far valutazioni sulla carta, non li ho mangiati perché sento che non è la strada per me. Poi magari a posteriori posso anche aver fatto considerazioni sulla carta, ma la scelta del mangiare o meno era a priori, intuitiva e spontanea.
Del resto non si possono mangiare tutti i cioccolatini possibili..
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Messaggio  Viola Lun Mar 15, 2010 10:11 am

Merla, non volevo parlare di spiritualità a tout court...ma se parliamo di disagio, malattia,giovani...visti nella loro unita psico-fisica-spirituale, perchè no.Quindi il problema è solo lo sgretolamento del tessuto sociale?Il tessuto sociale per come la vedo io è un tessuto, unito da trame...le trame sono unite da nodini ed i nodini siamo noi...le persone. Se prendessimo solo la spiritualità, disunita...durante il disagio psichico è chiaro che la priorità oggettiva è un altra...la cura. Manca la lucidità per il corpo figuriamoci per lo spirito...si rischierebbe come dici tu di occuparsi di altro e non del problema incipiente. Non risolverebbe lo sgretolamento del tessuto sociale...Tanti disagi psichici formano lo sgretolamento...Questo discorso, passa per le trame interne al nodino, per riflettersi ineluttablmente nella trama sociale. Nel senso che, se mi si sgretola la terra sotto/dentro di me, come potrei occuparmi del territorio? Come? Ecco che l'aiuto , perchè di questo si tratta, lo fa il nodino vicino/accanto...Le strutture sociali...Il volontariato...le quali son fatte da persone...altri nodini...Quello che mi viene in mente e nel cuore è prendersi, nel proprio ambito sociale la responsabilità di stare accanto al vuoto dello sgretolamento e ricominciare a tessere la trama...E per non dare risposte preconfezionate bisogna scendere nello spazio dello sgretolamento e chiedere al nodino accanto e a quello accanto e a quello accanto ancora...Stamane, davanti alla scuola parlavo con una mamma che è anche la rappresentante della classe di mio figlio...Son dovuta andare dalla preside dell'istituto, perchè una professoressa non sta bene...psichicamente. Fa e dice cose per niente didattiche...Ora , capendo il suo disagio ma non come sta cercando di muoverlo, di mezzo ci sono i ragazzini, sto cercando con la santa pazienza di far emergere il problema senza che nessuno si faccia male...non conosco la prof...ma conosco mio figlio...Nel denunciare, la cosa ho però affermato anche che se tale denuncia dovesse ripercuotersi su mio figlio con atteggiamenti similari a quelli che stanno già verificandosi, beh, non me ne starò zitta, come ho scoperto stava avvenendo da anni...questa professoressa opera così da anni...E' pazzesco...nessuno ha mai detto niente. Come se il proplema non li riguardasse...La rappresentante di classe è una mamma come me...e indovinate che riflessione è venuta fuori nel poco tempo che siamo state lì a parlare? Lei, si ricorda che da bambini stavamo tutti fuori, nelle strade, nelle piazze...perchè " le mamme" guardavano tutte i figli di tutte...Un altro pezzo di tessuto che s'è sgretolato! Ora, succede anche questo...Invito degli amici di mio figlio? Quando è l'ora di venirli a riprendere, i genitori, non suonano al mio citofono, no, mandano messaggini ai figli sul cellulare che stanno per arrivare e lo squillo non appena sono davanti al cancello...Io, alcuni genitori manco so che faccia hanno....Che fare? Come? Scendo al cancello e tiro fuori tutta la strega che è in me? Non vogliono comunicare...Poi senti le storie di sti ragazzini e ti viene da urlare...Uno di questi ha cominciato a telefonarmi...non chiamava mio figlio ma chiamava me...si autoinvitava al cinema...Me lo vedevo arrivare a casa facendosi accompagnare da vicini con la macchina...rispondeva al mio citofono, apriva il frigorifero...tutto senza chiedere, come se fosse a casa sua...Poi ho scoperto...che sua madre ha altri figli con altri padri e vive in un altra città...che ogni tanto lui ha nuove sorelle da compagne del padre...Perchè lui vive col padre naturale...Abbiamo scoperto che quando va dagli amici, dai loro armadi spariscono pantaloni, felpe....Ora sono in contatto con la rappresentante di classe...anche qui che fare?
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Messaggio  Nadir78 Lun Mar 15, 2010 12:11 pm

Salve ragazzacci.
Oggi mi sono imbattuta nella vostra conversazione, molto interessante tra l'altro.
Mi ficco in mezzo per dirvi che una volta ho parlato di questo tema con mio zio, lo psichiatra, chiedendogli se è vera questa tendenza ad ammalarsi sempre prima. Lui ha in cura molti adolescenti e mi ha confermato che in questi ultimi anni ha visto un aumento di giovani depressi, un pò perchè oggi se ne parla di più, si riconoscono meglio i sintomi e quindi ci si rivolge più spesso alla terapia e un pò perchè, a detta sua, questa è la generazione delle insicurezze e delle paure. Non so se dipende solo dai problemi della società in cui ci troviamo o dalle famiglie da cui proveniamo, ma lui dice che incontra giovani che apparentemente hanno tutto (affetto in famiglia, amici, un lavoro saltuario), ma che hanno molte incertezze e tante fragilità. Ed è giusto ricordare anche che in America la percentuale di bambini in cura con psicofarmaci è in costante aumento... Non so, forse bisognerebbe porsi delle domande: dove stiamo andando? Possibile che le future generazioni avranno uno psicologo già dai 5 anni?
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Messaggio  merla Mar Mar 16, 2010 8:32 am

@ viola: sai cosa? al di là della pratica della meditazione, e in generale della spiritualità, e dei tempi e modi per metterla in atto, io sinceramente non credo che una volta ci fosse davvero più spiritualità di adesso, c'erano più riti, un'unica religione, più attenzione a un senso del sacro di facciata, ma si torna a una questione di tessuto sociale. La chiesa, le feste, riunivano le persone attorno a dei simboli e un paniere di valori sicuramente più a misura della società del tempo.
Che poi di fondo ci fosse una ricerca spirituale personale più diffusa, io in tutta onestà dubito.

quello che colpisce, è un po' quello a cui fa riferimento nadia, o cose che mi son state fatte notare dal mio psichiatra e,a suo modo da mia madre. Il mio CIM s'è riempito di richieste d'aiuto a causa della crisi. La crisi c'è e comporta un sacco di problemi, ma per fare un esempio banale, dopo la guerra la situazione economica non era migliore...anche se in effetti dopo la guerra immagino che la depressioen non si diagnosticasse neanche. Però non so, e forse era un po' quello che intendeva cant, oggi ci si sente più staccati dai problemi: uno si legge i giornali, le borse crollano, le aziende licenziano, si parla di USA e di Cina e ovviamente uno si setne piccolo piccolo e impotente, totalmente in balia di qualcosa di inafferrabile che ormai ha preso la sua strada, ed è solo possibile adattarsi.
poi appunto, mi viene in mente quello che mi disse mia madre a suo tempo, cioè 'noi, alla vostra età non eravamo così insicuri e paurosi', senza critica eh, era un' osservazione che faceva, vedendo me, e vedendo i vari ragazzi che le mandano le cooperative dell'assistenza sociale.

son sempre spunti buttati lì a caso eh....
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Messaggio  anthea Mar Mar 16, 2010 12:29 pm

Quello a cui faccio riferimento quando parlo di spiritualità è proprio che, vuoi di facciata o no, ai tempi dei miei genitori c'erano dei valori fissi (sbagliati o giusti che fossero). Che poi ci fosse anche all'epoca gente che se ne fregava o che li rispettava solo di facciata son d'accordo.
Ma la maggioranza ci credeva veramente e questi contribuivano a tenere saldi quei legami familiari e sociali di cui parli.
Mio nonno, che faceva prima il casaro e poi l'allevatore, mi raccontava che ai suoi tempi non si scriveva nulla quando si contrattava qualcosa; ci si dava una bella stretta di mano e via. Ed i debiti non si estinguevano con il fallimento (che era un'onta), ma rimanevano in capo alla famiglia; quindi conveniva onorarli.
Che poi i maltrattamenti verso le mogli ed i figli rimanessero fra le mura domestiche, che la donna non avesse alcun diritto se il marito era un bastardo, che non c'erano il divorzio e l'aborto, questo è un altro discorso.

Quindi, senza mettere sul piedistallo la società di allora e demonizzare quella odierna, credo che oggi i valori di un tempo si siano disgregati e non siano stati rimpiazzati da altri nuovi. Questo è il problema di fondo.
E allora è rimasto questo vuoto che le persone non sanno come colmare. E senza valori non c'è speranza, perchè quando succede qualcosa di brutto non esiste alcun "cuscino" che attenui la caduta, senza speranza diventa difficile credere nel futuro e questa spirale ingoia piano piano l'individuo.

Anche ieri, sono andata alla lezione di ballo con mio marito e ho notato che una ragazzina di 16anni mancava già da tre lezioni. Visto che siamo tutti del paese ho chiesto se stava male e mi è stato detto che ha gravi problemi alimentari; in poche parole stà andando in anoressia.
E allora mi monta la rabbia contro la TV e anche noi che mandiamo in onda il messaggio: sei leggermente in sovrappeso? non sei tanto carina? hai il seno troppo piccolo o troppo grosso? Non hai il fisico della Hunziker?.... allora sei proprio un m***accia!! Non vali nulla neppure se hai il cervello di Rita Levi Montalcini!!

Questo è quello che pensano queste ragazzine....
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Messaggio  nuevomundo Mar Mar 16, 2010 12:51 pm

più insicuro di cosi non si può: ho riscritto questo post almeno 20 volte. spero di essere riuscito a buttare giù il mio pensiero in modo sensato..(certi farmaci rinco**niscono...) affraid

Adolescenza

Tralsasciando il discorso delle modifiche avvenute questo secolo nel nucleo famigliare, che sicuramente sono una delle tante cause, secondo me le insicurezze e le paure; le fragilità e le frustrazioni nascondo dal fatto che proprio non esiste più il periodo dell'adolescenza: già da anni è stato abolito e pochi se ne sono accorti.

già in età pre-adolescenziale sei catapultato nel mondo adulto: sorge l'aspettativa che ti comporti come un adulto nella società moderna, del fast food, del consumismo: tutto presto, tutto subito...(citando uno slogan pubblicitario...) e ad un tratto non sei più bambino, ma sei un "consumer" o "market segment" e con tali schemi vieni tarato. Che prima o poi nascono dei conflitti con questi schemi mi sembra proprio ovvio.
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Messaggio  canterel II Mar Mar 16, 2010 1:10 pm

è una conclusione singolare e decisamente in controtendenza. di solito leggo o sento dire che al contrario l'adolescenza viene fatta uscire dai suoi margini biologici e oggi nelle società occidentali può prolungarsi dalla pubertà fino ai 40 anni.
l'età evolutiva e l'adolescenza non sono mai state così studiate e valorizzate, in un certo senso, come a partire dalla seconda metà del secolo scorso fino ad oggi. di pari passo il tempo dell'istruzione e della formazione si è dilatato enormemente, mentre alcuni passaggi generazionali come il distacco dalla famiglia di origine sono stati spostati sempre più in avanti.
il fatto di essere consumatori poi, dal boom economico in poi, non è mai stato in contraddizione con l'essere adolescenti. esistono generi di abbigliamento, musica, cinema, editoria, cibi e bevande, che dagli anni '50 in avanti non sarebbero stati neppure inventati, o non avrebbero avuto mercato, senza la categoria dell'adolescente consumatore.
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Messaggio  nuevomundo Mar Mar 16, 2010 2:20 pm

canterel II ha scritto:
il fatto di essere consumatori poi, dal boom economico in poi, non è mai stato in contraddizione con l'essere adolescenti. esistono generi di abbigliamento, musica, cinema, editoria, cibi e bevande, che dagli anni '50 in avanti non sarebbero stati neppure inventati, o non avrebbero avuto mercato, senza la categoria dell'adolescente consumatore.
sarà una conclusione singolare e da profano... cerco di chiarire: veniamo "bombardati" tramite la pubblicità con esempi stili di vita e modi comportamentali che sono incompatibili con la vita reale (edit: dal mio punto di vista). Chiaro che certe cose non sarebbero pure state inventate (mah, la maggior parte delle invenzioni arrivano dai militari o sono state sviluppate per motivi militari), o che non avrebbero avuto mercato (forse abbiamo fallito noi genitori che non (sempre) siamo in grado di filtrare questi messaggi e di portare il messaggio giusto/sbagliato ai nostri ragazzi), senza la categoria dell'adolescente consumatore (adolescente=entità, persona, individuo - consumatore= ruolo....non sono d'accordo di applicare il ruolo "consumatore" all'entità/persona "adolescente" senza regole e limiti....)

[lol=on]
PS: Bene...adesso vado a prendere la mia Mini Ray Blu e ci faccio un giro nella mia villa dipinta tutta di bianco.
[lol=off]
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Messaggio  Pavely Ven Mag 28, 2010 6:14 pm

(Qual'è il nesso?).
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