Ciao a tutti...

Salve a tutti, sono nuovo qui quindi vi chiedo di avere un po' di pietà per eventuali errori ed orrori che potrei commettere contro il regolamento... (e contro la grammatica italiana).
Bhé, un po' egoisticamente intendo raccontare la mia storia, non perchè cerchi una qualche soluzione (sono convinto che non esista), ma piuttosto perché nel suo complesso nessuno la consce e, sinceramente, voglio vedere se è solo a me che sembra opprimente o se lo è ma sono gli altri a non rendersene conto (o a far finta di niente).
Bene, in due parole, potrei dire che la mia è una storia di solitudine che dura da sempre. Ho 20 anni, ma è dalle elementari che mi sento depresso e la situazione non è che sia cambiata di molto...
Riassumendo, ho tanti/troppi problemi. Il primo, bhé, non sono mai stato molto socievole e ho sempre avuto pochissimi amici. Diciamo anche nessuno. Sicuramente la responsabilità era mia, non ero molto simpatico, a scuola ero un secchione e piangevo per ogni sciocchezza, per non parlare dello sport, una frana... e poi non essendo cattolico, ma appartenente ad una piccola comunità cristiana, ero escluso da tutti quei posti e meccanismi che portano a fare amicizie... (oratori, gite col parroco, squadre di calcio, cre, ecc ecc ). Insomma, chi non voleva deprimersi (tutti) mi stava alla larga (l'avrei fatto pure io). Questo è durato direi almeno fino alla 3° media, anno in cui, la gente ha cominciato lentamente a vedermi come persona e non come un cane zoppo in agonia sul ciglio della strada. Lì sono nate le mie prime amicizie, ed è stato bello. Ma a quell'età le amicizie non bastano più, ormai, essendo in qualche modo un ragazzo anche io, avevo bisogno di una ragazza. Ma, oltre che ridicolo come carattere, ero pure cesso, quindi nemmeno a parlarne. Inutile elencare tutte le delusioni/prese in giro che ricevetti in quegli anni. A questo si aggiunge un problema molto più grosso, purtroppo soffro di un serio problema fisico (di cui non voglio parlare perchè un po' imbarazzante) che uccide quel poco di coraggio che ho. I miei genitori, dopo anni, sottolineo anni, di mie pressioni, hanno deciso di portarmi da un medico. Fatte le visite necessarie, il medico mi dà appuntamento per i risultati finali, risultati che non conoscerò mai perchè i miei genitori mi impedirono di ripresentarmi dal medico. Hanno vergogna di me e del mio problema. Se non s'è capito, i miei genitori mi odiano, pazienza, hanno le loro buone ragioni. La cosa bella è che non sono solo loro ad odiarmi, persino mia nonna (vicina di casa) mi ha ripetutamente accusato davanti a tutti di rovinare la mia famiglia coi miei problemi. Ha ragione. I miei zii spesso mi impediscono di parlare con le mie cuginette, ora adolescenti, perchè a volte provo a confidarmi con loro e le deprimo. Mia sorella, bhé, lasciamo perdere... insomma, sono solo. Con i problemi che avevo, se ne aggiunsero presto di nuovi: a scuola, una scuola che odiavo (superiore) e che fui obbligato a scegliere controvoglia, cominciai ad andare male. Cominciavano a venire meno, insomma, i miei unici successi nella vita, quelli scolastici. Persi anche un anno, l'ultimo, perchè saltai tre mesi di scuola perchè ero senza forze psicologiche, non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. Soffrivo d'insonnia (ho dovuto prendere molti farmaci, inutili, ne soffro ancora adesso) e sono pure tachicardico, quindi spesso mi sentivo male. Tutto questo ha scatenato nei miei confronti un odio profondo nelle persone del mio paesino, che mi vedono come un pigrone nullafacente. Odio che s'è tradotto in aggressioni fisiche (parabrezza dell'auto distrutto da un sasso, idem il faro posteriore), psicologiche (cori di insulti sotto casa durante una funzione religiosa), e le solite cose... Da qui il pensiero del suicidio non m'ha più abbandonato. Volevo morire, ma non avevo il coraggio di farlo, anche per la mia profonda fede cristiana. Comunque, l'anno della mia bocciatura, fu una fortuna. L'anno dopo, in classe, conobbi una ragazza magnifica, anche lei un po' depressa e molto timida, come me, pochi secondi e ne fui innamorato. Fu il mio unico anno di felicità credo. Non che fosse la mia ragazza, ma parlarle era sufficiente per dimenticare per pochi istanti i miei problemi. Son passato quasi due anni e ancora la amo, ma anche se temo che lei mi ami, non posso diventare il suo ragazzo. Non posso infatti scegliere una ragazza al di fuori di quelle del mio credo, senza contare che i miei boicottano le mie uscite, e mi seguono pure in auto, a piedi, mi spiano. Oltre a questo, ultimo ma non ultimo problema, sto perdendo la fede, mia unica ancora di salvezza. Se la perderò morirò perché non avrò più scuse per non suicidarmi. Ho provato a sostituire con ogni cosa quel vuoto che ho, fumo, droghe (leggere, per ora), alcool (ormai sono un alcoolizzato). Non so più a cosa appellarmi. Ho pochi amici ma a cui non posso parlare perchè li farei fuggire coi miei problemi. Amo una ragazza e lei ama me, ma devo respingerla, non sapete quanto mi uccida la cosa. Non ho una famiglia. Vado male negli studi (sto provando l'università ma sto fallendo miseramente). Sto perdendo la fede. Non trovo lavoro. Le persone che si sono affezionate a me all'università presto le abbandonerò e non le rivedrò mai più perché intendo mollare. Non ho nemmeno un'auto per poter uscire e svagarmi un po'. Sono causa di sofferenza per tutti, rovino la vita a tutti quelli che incontro. Boh, questa è la mia storia, ditemi cosa ne pensate e cosa fareste al posto mio.
Scusate per la perdita di tempo che vi causerò se vi soffermerete a leggere questo post...

hai bisogno di una rivoluzione nella tua vita!!!
respingi la ragazza che ami???? non ho mai capito queste cose,fede,credo,si ci crederai anche ma perchè privarti della cosa più bella che c'è?
lei non ti aspetterà......e tu puoi ricominciare da lei,non rimarrai ancorato al tuo paeasino per sempre! gli amici si incontrano per la strada,tutta la strada che dovrai ancora percorrere! e non parlare di suicidio,quello si che è fallire miseramente......
i problemi ci sono,e non voglio darti la pacca sulla spalla dicendoti "va tutto bene" quello lo fa a chi non importa nulla di te,io essendo passato per la tua strada ti dico che PUOI!
a cmq ben venuto!

marco ha scritto:hai bisogno di una rivoluzione nella tua vita!!!
respingi la ragazza che ami???? non ho mai capito queste cose,fede,credo,si ci crederai anche ma perchè privarti della cosa più bella che c'è?
lei non ti aspetterà......e tu puoi ricominciare da lei,non rimarrai ancorato al tuo paeasino per sempre! gli amici si incontrano per la strada,tutta la strada che dovrai ancora percorrere! e non parlare di suicidio,quello si che è fallire miseramente......
i problemi ci sono,e non voglio darti la pacca sulla spalla dicendoti "va tutto bene" quello lo fa a chi non importa nulla di te,io essendo passato per la tua strada ti dico che PUOI!
a cmq ben venuto!

Grazie del benvenuto...
Sì, respingo la ragazza che amo e non solo per la mia fede in cui ormai credo poco, e lo dico con sofferenza non con leggerezza, ma anche perchè lei (come tutti) non sa del mio problema e questo finirebbe per dividerci, senza contare che non posso farle il torto di mettersi insieme a me. Le rovinerei la vita, lei merita una persona che la renda felice, non che la deprima, una persona che le sappia dare tutto non una che fallisce in tutto. Prima mi dimentica e meglio è per lei...

Ciao e benvenuto....
io non so che tipo di rapporto hai con questa ragazza ma da quel poco che mi pare di capire è una delle cose più belle che ti siano mai capitate.
Da quello che hai scritto sembra che anche lei ti consideri una persona importante della sua vita. Proprio per questo ritengo che non sia giusto che tu decida anche per lei sul fatto di troncare il vostro rapporto. Non le dimostri rispetto in questo modo. Parlagli, apriti e spiegale cosa non va. Non è facile trovare qualcuno che ti faccia battere il cuore in tutto questo "mare di m...a" che è la vita.... non lasciarla allontanare da te senza nemmeno aver chiarito la situazione tra di voi.
Un'ultima cosa.... non fidarti della fede ma solo del tuo cuore e dei sentimenti puri e sinceri che lo abitano.

JulianRoss981 ha scritto:Ciao e benvenuto....
io non so che tipo di rapporto hai con questa ragazza ma da quel poco che mi pare di capire è una delle cose più belle che ti siano mai capitate.
Da quello che hai scritto sembra che anche lei ti consideri una persona importante della sua vita. Proprio per questo ritengo che non sia giusto che tu decida anche per lei sul fatto di troncare il vostro rapporto. Non le dimostri rispetto in questo modo. Parlagli, apriti e spiegale cosa non va. Non è facile trovare qualcuno che ti faccia battere il cuore in tutto questo "mare di m...a" che è la vita.... non lasciarla allontanare da te senza nemmeno aver chiarito la situazione tra di voi.
Un'ultima cosa.... non fidarti della fede ma solo del tuo cuore e dei sentimenti puri e sinceri che lo abitano.

Forse hai ragione... comunque se lo faccio lo faccio solo per lei perchè ha una vita già abbastanza complicata e non le serve un portaguai come me. Detto questo, se potessi, la sposerei domani mattina. Aprirmi con lei? E' una parola, se mi aprissi con lei (non mi apro con nessuno) le scaricherei tutti i miei pesi e la schiaccerei, non voglio.
Per il consiglio sul cuore, bhé, il mio è un cuore ricco di sentimenti puri e sinceri ma anche di sentimenti di tutt'altra natura ed è meglio nasconderli per benino...
Su una cosa ti dò ragione al 1000%, non ne troverò mai più una così.

Non ho capito che problema fisico così grave hai. Due teste? Tre occhi? .....

Quello che è grave per una persona, magari per un'altra non è nulla. Spesso la nostra mente, complici anche influenze esterne poco obiettive, distorce la realtà.

Se vuoi vivere devi andartene da lì, questo lo sai. Hai paura, si capisce. Tutta la tua vita è stata dominata dalla paura e dal rifiuto. I tuoi se ne stanno in una setta e ci stanno bene. Questo non vuol dire che sia una scelta che vada bene anche per te.
Ci sono tante forme di costrizione, la religione può essere una delle più grandi, dopo la famiglia.
Quando la religione invece di liberare, imprigiona; invece di farti sentire accolto e amato, ti schiaccia; invece di illuminarti l'anima, te la affossa non è religione, è fanatismo.
Mi spiace dirtelo, ma quello che tu hai vissuto come normale per tutta la vita, io lo vedo solamente come una deviazione. E' più facile vivere una vita dove hai regole rigide e dove tutto deve scorrere secondo ferrei precetti, ma non è giusto. La vita è varia e noi esseri umani siamo diversi. In questo sta la nostra ricchezza. Ognuno deve trovare Dio in maniera diversa, ma non per questo errata.
Se Dio ha accolto presso di sè prima i peccatori degli altri che parevano giusti nella legge, un motivo ci sarà!

Rivolgersi ad un medico e poi non andare a sentire il risultato o è da pazzi o è da vigliacchi. In quale categoria ti rispecchi??
Preferisci stare lì a piangere sulla tua vita passata, piuttosto che ragionare con la tua testa e fare quello che credi giusto?
La via che stai scegliendo, mi spiace dirtelo, non è quella del martirio ma quella della vigliaccheria. Ormai sei adulto e non puoi far condurre la tua vita ancora ai tuoi o agli altri che ti sono vicini.
Ti interessa tanto la loro approvazione oppure resti lì per comodo? Non hai un lavoro, non hai la macchina, non hai finito gli studi, hai problemi medici, ti senti già finito. Vuoi ucciderti.... Ma per liberare chi?? I tuoi che non ti hanno mai capito? Il paese che ti vede come un deviato??

Ci sono tante istituzioni sia civili che religiose che sarebbero felici di darti una mano per ritornare a vivere. Tu non sei depresso, sei un carcerato. E' diverso.

Tante cose potresti fare se solamente ti liberassi dalle costrizioni che ti tengono imprigionato.
Non stare lì a parlarne con i tuoi. Se avessero potuto capire ti avrebbero incoraggiato già tanti anni fa.
Prendi un mezzo pubblico (se non hai i soldi prendilo ugualmente, un'emergenza è un'emergenza) e vai da quel dottore. Fatti dire cos'hai.

Inizia la tua rinascita da lì.

Con affetto.

premetto che un mio conoscente tetraplegico in seguito a un incidente, s'è sposato circa un anno fa con una ragazza romagnola e ora vive a Rimini, per cui problemi fisici da costituire un vero impedimento a una relazione sentimentale ritengo che siano spesso più una percezione che una realtà. Poi ovviamente non ci dici di che si tratta, quindi tutto può essere.

A parte questo sono in linea di max d'accordo con anthea: da quanto scrivi sembri un giovane molto condizionato da famiglia, religione, comunità e scelte che non ti appartengono. Mi rendo conto che è sicuramente molto difficile mollare tutto ciò che conosci e ricominciare, ma tu hai il diritto come tutti, di esprimere te stesso e le tue aspirazioni limitando il più possibile i condizionamenti esterni (sempre nel limite del legale, ma tant'è).
Personalmente io credo che la fede sia qualcosa di molto diverso da come sembra che tu la viva, e in merito penso che in un futuro, forse dovresti analizzarla più criticamente e vedere se non è davvero solo un'imposizione, invece di una tua intima spiritualità. Sui sentimenti di tutt'altra natura che non vuoi esprimere, non so se ho inteso bene o male.
Pensieri e desideri sessuali sono assolutamente naturali e puri e sinceri nell'essere umano (uomo e donna), come anche il loro soddisfacimento, sempre che nell'ambito della consensualità, dell'età adulta di entrambi etc. etc. le solite cose insomma, quindi ho paura ad interpretare: non so se la tua affermazione si riferiva a naturali desideri nei confronti di una ragazza che ti piace, magari repressi da precetti o per scelta religiosa, o se si riferiva ad altro...quindi mi fermo qui.

Di certo so che seguire una persona, perseguitarla in un modo o nell'altro, impedire una visita medica, etc. etc. in Italia sono reati. non ti dico di denunciare nessuno, ma sappi che stai subendo cose che non sei tenuto a subire e che hai il diritto di farti tutelare.
Insomma, hai 20 anni, prendi il coraggio a 4 mani e va via, cerca qualche istituzione che ti possa aiutare a superare tutti questi condizionamenti e a vivere serenamente la vita che hai davanti, ripartendo da zero.

Per il resto da moderatore (nonostante a livello personale condivida pienamente quanto espresso da anthea, perchè a mio parere una religione e una spiritualità sane non dovrebbero costituire un limite o una serie di regole, anzi """dovrebbero""" aiutare la persona a esprimersi e realizzarsi meglio) prevengo e spero che questo thread non degeneri in cos'è religione, fede, credo piuttosto che setta, etc. etc....altrimenti diventa un ginepraio e non ne usciamo più.

merla

ciao boh,
sono d'accordo con tutto ciò che ti risponde merla. aggiungo che trovo soprattutto preoccupanti, nei tuoi interventi, le giustificazioni che produci a favore di chiunque manifesti ostilità o disprezzo nei tuoi confronti. se hai descritto con precisione l'ambiente dove hai vissuto finora, mi sembra probabile che l'abitudine a subire e a registrare sentimenti negativi che provengono da una comunità ha fatto dei danni e ti ha portato a introiettare giudizi, a sviluppare sensi di colpa e altra robaccia. a naso direi che l'intervento di uno psicologo potrebbe servirti, per analizzare e smontare il modo di ragionare e di percepire te stesso che hai assunto. a volte anche l'università offre gratuitamente la possibilità di colloqui con uno psicologo, se no puoi provare a rivolgerti al servizio sanitario. al di là di questo, ovviamente mi unisco a chi ti esorta a non perdere la speranza di poterti progressivamente sganciare dal contesto familiare e sociale a cui attribuisci una profonda e pessima influenza su di te. anzi, non si tratta solo o soprattutto di sperare, ma di responsabilizzarsi. devi cercare di farti carico sempre di più del tuo benessere, senza rinunciare perché chi ti sta intorno non ti aiuta o perché le esperienze del passato non ti incoraggiano. se hai 20 anni sei in un'età di trapasso, e per quanto possa sembrare strano è possibile che nel giro di qualche tempo tu riesca ad ottenere un po' più di libertà e di autonomia, man mano che le persone intorno a te cominceranno a percepirti come un quasi adulto (di solito purtroppo gli ultimi a mutare atteggiamento in questo senso sono i genitori e il parentame stretto, ma almeno i conoscenti dovrebbero prima o poi tenere una distanza di rispetto da te un po' più confortevole). riguardo alle poche amicizie, non ti scoraggiare se finora nella vita ti sei sentito incapace di intrattenere rapporti sociali. anche questo aspetto può cambiare molto nell'età alla quale vai incontro e sono possibili trasformazioni anche radicali.
sforzati di affinare la tua sensibilità, la tua capacità locutoria e di ascolto, mantieni una dose di curiosità per il prossimo e cerca
di assorbire e di imparare il più possibile anche dalle pochi occasioni di socializzazione che hai a disposizione. non è poi necessario avere sempre molti impegni ed amici, può essere utile e sufficiente aver cura di pochi rapporti per arricchirsi comunque e trarne beneficio. purché tu riesca nel tempo ad aver ragione di quelle insicurezze e autosvalutazioni che fanno capolino nei tuoi interventi. sono decisamente impedimenti peggiori questi, rispetto al fatto di vivere in una comunità senza pizzerie e polisportive, al fine di non rinchiudersi in se stessi. posso vivere in una metropoli o in una sperduta comunità montana, ma se non ho fatto pace con alcuni miei problemi e mi porto appresso tanti dubbi e romelle, difficilmente avrò voglia di uscire o avrò la capacità di relazionarmi in modo soddisfacente con chicchessia, fosse il controllore del bus o la fidanzata.