Ciao a tutti

Ciao a tutti. Questa è la prima volta che scrivo seriamente in un forum, forse perché mi sono sempre limitato a cercare le risposte che cercavo senza mai entrare in discussione. Sono un ragazzo di 24 anni e soffro di depressione dall'età di 17. Durante il primo anno di università, ovvero a 19 anni, ho avuto una crisi tremenda, che ha fatto allarmare mia madre che mi ha portato dallo psichiatra. Mi è stato diagnosticato il disturbo bipolare, e prescritto il Depakin Chrono come stabilizzatore dell'umore. Stavo malissimo, ero nervoso con tutti per le minime cazzate, soprattutto con mio padre che, da quando ho iniziato ad essere depresso ma soprattutto dopo questo episodio, ha iniziato ad essere iper apprensivo, in maniera assillante. Voleva sapere sempre dove ero, cosa stavo facendo, o se stavo al computer o sui libri, cosa stavo facendo/studiando. Ho cercato di dirgli che tutto ciò mi dava fastidio, ma ha sempre continuato a farlo, spesso apposta per farmi indispettire, e questo ha contribuito ad aumentare lo stress. Finchè sono stato in cura con i farmaci, che comunque ho preso per circa 3 anni, un mese l'anno (in quanto attraversavo un periodo di depressione più o meno sempre nei periodi di Febbraio/Marzo, dopodiché, con la cura, mi passavano e potevo farne a meno) sono stato bene. Rinunciavo alle sensazioni forti di paura, amore, rabbia etc in cambio di un mese di pacato grigiore neutro, durante il quale la mia mente si riposava. Poi ho trovato una ragazza. Ci siamo messi assieme e i primi periodi sono stati fantastici. Grazie a lei mi è sembrato che non avessi più bisogno di ricorrere a delle cure, ma mi sbagliavo. Dopo 2 anni passati assieme, a lei è venuto il diabete di tipo 1, quello autoimmune che ti rende schiavo dell'insulina, e nonostante io abbia cercato di starle vicino, qualunque cosa le dicessi non andava bene e la faceva irritare. Dal profondo è iniziato a riemergere qualcosa, in me. Mi dice che si è iscritta in un forum di ragazzi diabetici, che ha trovato dei nuovi amici con i quali confrontarsi, scrive un racconto partecipando a un concorso, vince il terzo posto e va a Roma. Per Natale ci vediamo (io studio a Pisa e lei a Catania, quindi è sempre stata una storia a distanza, e anche per questo a volte è stata davvero dura) e mi dice a quattrocchi che per quell'occasione aveva conosciuto un ragazzo, anche lui frequentatore del forum, e ha capito che per lui è importante. Lì la mia coscienza si incrina. Emergono dal nulla paure, gelosia, rabbia e ansia. Mi tranquillizza dicendomi che è solo un amico e non c'è nessun altro tipo di rapporto, anche perché pur essendo poco più grande di noi ha già moglie e una figlia. Ma io inizio a sospettare. Con i mesi si alternano fasi di tensione e di riappacificazione. A Maggio vado con lei a Roma, conosco questo ragazzo, mi sembra simpatico. Forse sono io ad essere paranoico e basta. A giugno lei ricomincia a essere dolce ed affettuosa, una cosa che desideravo con tutto me stesso. Passiamo dei giorni tranquilli, facciamo pure un viaggio a Barcellona e stiamo benissimo. A luglio viene a trovarci questo suo amico da Roma, più altri ragazzi. Lo accogliamo nella mia villa, così ho l'occasione per stare un po' con lei tutto il giorno, ma già da qui il mio umore riprende a fare le bizze. Adesso siamo ad Agosto, non abbiamo più occasione di stare insieme tutto il giorno, bisogna anche ricominciare a pensare a studiare, altri litigi, mi rimprovera che non mi va mai bene nulla, che le vacanze sono quasi terminate e che ormai è tempo di rimboccarsi le maniche. Io non ce la faccio più, ritorno ad essere nervoso per tutto, ricomincio a essere intollerante verso certi rumori (suoni acuti, sirene, risa, rumori gravi come il borbottio del motore quando va sotto giri), le dico che voglio riprendere i farmaci, che sto male, e lo dico pure a mia madre. Lei è d'accordo, ma non prima di un'altra visita dallo psichiatra, il che vuol dire mettermi ad aspettare. Mia madre mi dice di prendere delle compresse di alfa-lattoalbumina, prima di ricorrere a farmaci più pesanti. Ma io non voglio aspettare, sto esplodendo...

ciao emanuele,
comincio a risponderti io anche se forse mi mancano alcune conoscenze che sono patrimonio di altri utenti e che permetterebbero di dare qualche risposta in più di carattere pratico, riguardo la ripresa della terapia farmacologica e riguardo le visite psichiatriche.
abbi pazienza: data la stagione, il forum sembra un po' abbandonato.
dicevo, non so bene: ma credo ci sia modo di ridurre i tempi di attesa per una visita psichiatrica, se ti sembra urgente. forse, con una segnalazione del tuo medico curante, o recandoti di persona presso un centro di salute mentale. credo che, con l'aiuto di chi ti sta accanto in questo periodo, potresti cercare di informarti in questo senso.
da una parte, potresti avere ragione: la percezione del tuo livello di stanchezza è una cosa che riguarda te, più che i tuoi familiari. però capisco anche le loro riserve e specialmente concordo con l'idea che prima di riprendere i farmaci dovresti, con un poco di pazienza, coordinarti scrupolosamente con le indicazioni di uno specialista.

da parte tua, potresti cercare quindi di non aver paura della paura, lasciar fluire le sensazioni negative senza scandalizzarti e senza flagellarti per la loro emersione. preso atto del momento che passi, tieni presente che le tue interazioni con chi ti sta vicino, con la morosa, ecc, possono naturalmente essere deludenti e compromesse dal tuo umore, quindi non perdere energie per cercare di risolvere tutti i tuoi problemi di comunicazione e di relazione adesso, ma affronta prima di tutto i passaggi necessari a produrre un po' più di distensione. al posto tuo, in questa fase non tenterei di affidarmi esclusivamente né a me stesso né a chi mi sta accanto, ma proverei a conciliare le interpretazioni e le intenzoni di tutti con la mediazione di una figura esterna e professionale.

gelosia, rabbia e ansia che dici di provare nella tua relazione potrebbero darsi come portato di un malessere più che come conseguenze obiettive di accadimenti concreti. personalmente, credo che la gelosia (quando è opprimente e vissuta con esasperazione) sia sempre in qualche misura patologica, anche quando abbia un innesco reale in una vicenda di corna o di competizione affettiva ecc.
tieni comunque presente che nella dimensione della coppia è forse il caso di non andare a cercare direttamente la pace, la sicurezza e la soddisfazione che non riusciamo a procurarci altrimenti. impostare il rapporto sulla ricerca di garanzia comporta infatti il rischio della dipendenza, che si porta dietro paranoie e ansia. piuttosto, nella coppia uno può riuscire a irrobustire e mettere a frutto il potenziale positivo che già coltiva o ha coltivato in se stesso autonomamente, mettendolo in comune con il potenziale positivo dell'altra persona.
mi scuso per il carattere generico ed estemporaneo delle mie osservazioni (e con ciò ti invito a considerare che non ho alcuna competenza e mi baso sul mio comune senso delle cose: spero che troverai altre voci più utili della mia sul forum, e soprattutto consultando figure titolate e in possesso di strumenti diagnostici e terapeutici).

canterel II ha scritto:
mi scuso per il carattere generico ed estemporaneo delle mie osservazioni (e con ciò ti invito a considerare che non ho alcuna competenza e mi baso sul mio comune senso delle cose: spero che troverai altre voci più utili della mia sul forum, e soprattutto consultando figure titolate e in possesso di strumenti diagnostici e terapeutici).

Non hai nulla di cui scusarti, sono state delle bellissime parole, e ti ringrazio per avermele dette cercherò di mettere in atto i tuoi consigli, in quanto penso che hai centrato in pieno l'argomento "dipendenza dall'altra persona". Anche lei è un po' stanca di questa situazione, perché il mio star male inesorabilmente rovina un po' il nostro legame. Anche se può sembrare che ne abbia parlato male, nel post precedente, lei ha fatto molto per me e so che entrambi vogliamo andare avanti e superare le difficoltà. Io devo solo imparare il "come". Inoltre, per caso, oggi sono stato alla Feltrinelli e mi si è parato davanti il libro "e liberaci dal male oscuro". Che coincidenza, giusto oggi che ne avevo letto qui sul forum l'ho comprato subito e voglio leggermelo per benino

Ciao Emanuele

sono un po' giù e non ho molto da consigliarti, comunque volevo esprimerti la mia solidarietà

l'unico consiglio, guardati attorno, cioé magari il problema è lei o il vostro rapporto, e ci sono tante ragazze là fuori, ne potresti trovare un'altra con cui avere un rapporto più sereno o più appassionato

cioè non farti limitare dall'abitudine e dall'inerzia

Ciao

grazie del consiglio mmm, ancora però è presto per guardarmi intorno. Passiamo dei bei momenti, nonostante qualche litigio ogni tanto, e so che ci vogliamo bene prima di questo passo devo cercare di risolvere il mio problema. Se dopo aver riacquistato la serenità e la capacità di giudizio oggettivo, vedo che non c'è nulla da fare, allora seguirò il tuo consiglio.