Non so come uscirne

Salve ragazzi,

sono una persona disperata che non sa come uscirne fuori, non riesco a trovare la forza per ricominciare a vivere, per ricominciare a desiderare di vivere. Sono in preda al vuoto ed alla stanchezza esistenziale e non riesco davvero a reagire. Mi sento, abbandonato e totalmente privato di calore umano... Non ricordo nemmeno più che sensazione si prova ad essere oggetto di un pò di calore umano vero... Ho bisogno di aiuto.

penso di essermi sentito come te in varie circostanze della mia vita. se ne esce. nel tuo messaggio non definisci in modo preciso i motivi della tua sofferenza. non sei tenuto a farlo qui, ma penso che di fronte a te stesso sia bene se cerchi di stabilire un quadro razionale della tua situazione, individuando ciò che non ti soddisfa e i motivi della tua debolezza di fronte a questo o quel problema. prima si abbandona la narrazione per metafore e si comincia a fare un'analisi, meglio è.
essere razionali non comporta la rinuncia ad essere pietosi verso se stessi e il prossimo, serve più che altro ad evitare di amplificare i sentimenti sgradevoli e gli accessi emotivi che portano squilibrio e spossatezza. quando si entra in una condizione di grave sofferenza, pur sperando di uscirne al più presto, secondo me bisogna predisporsi ad una gara di resistenza. non so se stai seguendo un qualche genere di terapia. se non ti sembra di avere le forze per disporti a stare meglio, non esitare a farti aiutare.
io ho fatto diversi sforzi per accettare alcuni lati difficili della mia personalità e alcuni dati di realtà che trovavo inizialmente troppo indigesti. sono stato molto male finché ho fatto dipendere dagli altri, dal comportamento di chi mi stava intorno, la possibilità di venire a patti con gli eventi. ho recuperato salute e lucidità quando ho profondamente accettato di far dipendere la mia serenità più che altro dalla mia capacità di adattamento, di perdono, e di rimodulare le aspettative. non sono diventato per forza di cose diffidente verso il prossimo, ma ho imparato ad essere emotivamente più autonomo e a non incatenarmi alle scelte delle persone a cui pure voglio bene.
non è facile quando ci si sente feriti, ma con il tempo si può ribaltare la situazione. se manca il calore umano, con un po' di pazienza e di tempo, si può per esempio cominciare a porsi il problema non di ricevere calore, ma di effonderne un poco, in modi che siano utili e graditi, non invasivi, verso le persone che per qualche motivo spontaneamente suscitano il nostro affetto. una cosa importante è anche ricordare che tutti quanti, grosso modo, anche le persone più strutturate, integrate, dinamiche nella ricerca dell'appagamento, sono individui fatti di insoddisfazione e di paura, così come un corpo umano è sempre fatto al 65% d'acqua. siamo tutti soli, precari e vulnerabili, al fondo. sembra un bignamino su leopardi, ma per me questa considerazione, sostanziata dall'esperienza, ha fatto molto. è la base che mi permette di ripristinare i canali dell'empatia, un senso di responsabilità verso me stesso e verso il prossimo. perdona se sono stato vago, ma non so se ho capito bene il tuo messaggio.
saluti

Benvenuto Twister.
Questo è un forum per gente che non vuole mollare e tu ci sei capitato non per caso.
Raccontaci un po di te e delle tue sofferenze. Sfogati e vedrai che potrai avere tanti consigli da persone che, come te, hanno sofferto e soffrono ancora per questa "malattia" ma che comunque non si sono date per vinte e si sono costruite e realizzate.

Spesso ci guardiamo intorno con gli occhi di un depresso. Solo noi soffriamo, solo noi stiamo male, solamente noi non ce la facciamo e tutto il resto del mondo è felice e realizzato.

Sapessi quanto è falso!! Di persone veramente felici e realizzate nella vita ne conosco pochissime. Una di queste è una ragazza che ha la fibrosi cistica. Una che non ha mai mollato!

Credi in un domani migliore.