Ma qualcuno di voi è guarito veramente??

Il primo episodio l'ho avuto a 18 anni, quando sono rimasta incinta del mio ragazzo. Per me è stato un incubo: la maturità, lo spettro di una gravidanza indesiderata, ecc...
So che non esistono ricette per guarire, ma mi conforterebbe sapere che qualcuno è davvero riuscito a vincere la malattia. Parlatemi e fatemi sentire il vostro sostegno, ne ho davvero bisogno!

Se quel qualcuno è in ascolto, ti prego fammi sapere!

credo che almeno un paio di utenti di questo forum abbiano testimoniato di essere usciti dalla condizione patologica seguendo un normale percorso terapeutico. una testimonianza è qui:

https://depressione.forumattivo.com/forum-principale-f1/fuori-dal-tunnel-t184.htm

non so se in questi giorni tali utenti verranno a leggere e a risponderti, in certi periodi il forum è poco frequentato. comunque benvenuta.

Ciao Anthea, io sono quella segnalata dal gentilissimo Cantarel, quella "fuori dal tunnel" della depressione. Come ha scritto lui, percorrendo la strada della terapia e farmacologica e psicoterapica...La vita mi appare così com'è ora. Difficile che mi esca un giudizio...Me la prendo tutta, me la vivo tutta. Le emozioni ci sono tutte...ma non prendono il sopravvento in modo particolare. E dire che sto passando un momento di crisi lavorativa, come in molti...con un figlio a carico ed un mutuo su una casa comprata un anno e mezzo fa e che non posso ancora abitare per un contenzioso in atto con la ditta di costruzione. In altri tempi avrei esclamato che più buio della mezzanotte non si può fare...Ora guardo, son curiosa. Sono certa che mi sto comportando bene e rispetto me stessa e la vita in genere. So di non avere nemici, nè di meritarmelo...So di aver fatto degli sbagli in passato e che oggi sto pagandone gli effetti a lungo termine...ma anche so che potendo fare il meglio sempre, oggi aspetto curiosa anche questi di effetti....arriveranno lo so. Diciamo che già ci sono. Non so di che malattia autoimmune parli, se ti andrà di scrivere ...Ma come tu dici non è manifesta ora...quindi ora si può fare qualcosa, ne sono certa. Magari, è un avviso, una sorta di effetto a lungo termine iniziato chissà quanto tempo fa....Per guarire, bisogna inevitabilmente percorrere, a volte, pezzi di strada al contrario...Andarci a riacchiappare una parte nostra lasciata indietro...e chissà mai perchè?. A presto, Viola.

Cosa intendi per depressione?
IL termine depressione è molto generico e lo scoprirai se avrai l'occasione di confrontarti con altri "depressi".

Comunque la depressione a mio parere è un passaggio, a volte obbligato.

Benvenuta cara.
Indubbiamente,mi permetto di dirlo, la tua è stata una depressione reattiva. Davanti ad eventi dolorosi una persona piùn sensibile, più fragile magari, cade in depressione.
Se non c'è qualcosa di irrrisolto dentro di te, e non credo di capire che ci sia, se ne può uscire a mio parere.

Posso farti una domanda, alla quale potrai non rispondere naturlmente.

Durante la gravidanza assumevi farmaci e se sì quali?
E' solo una mia curiosità per capire in quali limiti ci possa essere compatibilità fra una gravidanza e l'assunzione di psicoframaci visto che sulle scatole c'è scritto che non devono essere assunti in gravidanza.

In bocca lupo di cuore!
Armida

Intanto ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno risposto. Siete stati veramente disponibili.

Però, anche se ora non ho ancora ripreso i farmaci e sto cercando di farmi forza, mi rendo conto che lo spettro del "male oscuro" mi pende sempre sulla testa.
Con la parola "normale" non intendo che le persone in difficoltà non abbiano periodi di abbattimento morale, ma di certo non pensano al suicidio continuamente, non smettono di mangiare, non hanno la totale mancanza di ogni stimolo, i risvegli precoci, la disperazione, la solitudine anche in mezzo alla gente che ti ama, il cervello che lavora a 1000 e sempre con pensieri pessimistici ecc.. tutto contemporaneamente.
Il mio tallone di achille è sicuramente il cibo. La voglia di mangiare se ne va subito e deperisco molto.

Anch'io fino ad un mese fa credevo di essere forte e di riuscire a superare molte cose, ma l'incertezza ed i continui malesseri mi hanno fiaccata nel fisico prima e nella mente poi.
Ora mi sembra di stare meglio, ma a Viola chiedo: da quanti anni è che sei guarita? La psicoterapia quanto l'hai proseguita? Ovviamente non chiedo una cura, è semplice curiosità.

Grazie ancora.

Ciao Anthea, sono pochi mesi che ho smesso la cura farmacologica e psicoterapica. Ho lavorato per sei anni e mezzo con la psicoterapia. Diciamo che la mia depressione è emersa con tutti i suoi sintomi (attacchi di panico, inappetenza, insonnia , lunghe crisi di pianto e voglia di farla finita) durante la psicoterapia...Ma ora posso dire di averla già dall'età di tredici anni....mai riconosciuta dai medici, nemmeno quando andai dallo psicologo dell'ospedale del mio distretto, appunto a tredici anni....Mi prescrisse tre compresse di valium al giorno, che presi fino a diciotto anni....e mai più seguita ... Ero piccola, i miei ignoranti, ma mai quanto quel medico che non mi richiese mai sedute di controllo. Smisi da sola, senza sapere a cosa sarei andata incontro...Mi feci tutte le crisi di astinenza . Si chiama inconsapevolezza....Questa pian pianino è arrivata. Sono stata aiutata dalla psicoterapia a vedere diversamente...a cambiare. Avevo una forma mentale viziata...e con quella rispondevo alla vita. Ho dovuto disimparare...E' stato un lavoro di cesello...Mi sono scandagliata e conosciuta. Io, dalla mia, non ho mai saltato una seduta. Ora, potrei dire che non è cambiato nulla...ma tutto è cambiato. Io sono guarita, ma so che non tutti guariscono.

Ti rispondo anche io, visto che la mia esperienza è leggermente diversa da chi ti ha scritto prima di me, e magari una storia in più ti può interessare.

Ho avuto in passato dei periodi di depressione in senso stretto, quindi con i sintomi classici, stanchezza estrema (soprattutto mattina), disinteresse per quello che prima poteva interessarmi, insonnia mattutina, crisi di pianto, brutti pensieri etc. etc., accompagnata da manifestazioni di ansia molto forte, soprattutto sotto forma di ipocondria.
Ho preso psicofarmaci e iniziato la psicoterapia (tra l'altro, se ti va di parlarne, cos'è il metodo Tomatis?). Adesso da quel punto di vista sto decisamente meglio, anche se in determinati periodi/situazioni, mi accade ancora di essere estremamente ansiosa e ipocondriaca, e di avere dei problemi di insonnia. Non sono depressa in senso stretto, quindo per ora non intendo prendere di nuovo antidepressivi, ma non riesco a togliermi gli ansiolitici, e sto valutando con il mio psicoterapeuta di intraprendere un percorso alternativo per riuscire a gestire meglio questa ansia.

Alla domanda se si guarisce, sinceramente non so risponderti. Cosa intendi per guarire?
Se intendi se si può tornare a stare bene, allora ti assicuro (ma lo sai per esperienza personale anche) che è possibile.
Se intendi invece raggiungere uno stato psichico in cui si è immuni dalla depressione e dall'ansia, allora sinceramente secondo me no. Tutti (e non solo i depressi o ex-depressi) ci portiamo dentro delle fragilità, e queste non sono eliminabili, possiamo imparare a gestirle e e far sì che le conseguenze di tali fragilità non siano più tanto devastanti, ma immunizzarsi dalla depressione/ansia come dal morbillo, secondo me (e vale per me....spero sinceramente che per viola sia diverso ) non è realistico.

Questo però vale per tutti...cioè anche la persona più equilibrata e psichicamente sana del mondo può ammalarsi in un determinato contesto. Chi ha già avuto problemi di depressione, e ne è già uscito, da una parte (sempre secondo me) ha lo svantaggio di essere più fragile e magari un po' più portato (come chi ha le caviglie deboli e se va a pattinare sul ghiaccio si prende una storta più facilmente di chi invece ha articolazioni perfette), ma al tempo stesso chi ci è già passato, sa già che cos'è e cosa deve fare, quindi in questo senso è avvantaggiato.
(a volte mi guardo intorno e di fronte a persone equilibratissime, con una visione della vita sempre serena ed equilibrata, soprattutto se non sono più giovanissimi....io mi auguro sempre che un esaurimento loro non capiti mai, perchè per loro sarebbe un dramma una settimana di depressione o una settimana di angoscia di terrore delle malattie, perchè non immaginano che la psiche può anche fare certi scherzetti, invece tanto quanto io lo so, ma so anche che passa e si va avanti, se dovesse ricapitare)

Niente, erano i miei 2 cent per questo argomento.
In bocca al lupo

merla

Ho scritto a Viola in privato perchè non so bene come funzioni questo forum e pensavo che non avrebbe letto la mia "aggiunta".

Viola ti ringrazio per la risposta e penso che tu abbia ragione al 100%...
Io non accetto la depressione come non accetto le mie malattie ed ho una paura grandissima di ritrovarmi con una patologia invalidante fisicamente e cronica.
Non ritengo di essere ipocondriaca perchè non sono sempre dal medico e non ho costantemente paura di ammalarmi, però se ci sono sintomi che prospettano strane malattie e che nessun medico mi sa definire io vado fuori di testa.
Vorrei che la mia vita scorresse su binari tranquilli e controllati e mi rendo conto che cercare di controllare il futuro è sbagliatissimo.
Sono una persona che ama camminare e la vita all'aria aperta, amo la compagnia e temo la solitudine. Basta lo spettro di una nuova limitazione fisica a tempo indeterminato a prostrarmi.
Ne ho già una e ho paura di averne un'altra. Forse lo yoga ed il tai-chi mi gioverebbero, ma la famiglia prende il suo tempo e i problemi fisici per ora non me lo consentono.

A Merla dico che è vero.... chi l'ha avuta è più sensibile e allo stesso tempo più preparato. Effettivamente a tutti può capitare. Però sarebbe bello potersi immunizzare!
Il Tomatis è un metodo inventato da un otorino francese (tale appunto Tomatis) che ha capito che l'ascolto di musica di Mozart ha effetti positivi sul cervello umano perchè i toni alti di cui è piena stimolano le endorfine ed è validissima soprattutto nel curare i disturbi dei bambini.
Io effettivamente ne ho tratto molto giovamento ed ora la rifarò. Poi ti saprò dire.

E' da circa Due anni che pratico lo Yoga e devo dire che ha trasformato molto la mia vita, in meglio naturalmente.
Anch'io qualche anno fa stavo veramente messo male, fisicamente e psicologicamente, tando da cadere spesso in depressione e stati d'ansia.

Con la pratica costante dello Yoga e seguito da un ottimo maestro, ora incomincio a ritrovare il giusto ecquilibrio, anche se qualche volta ho ancora bisogno di sostenermi con qualche cosa.

Non avrei mai pensato prima, di quanto il respiro fosse importante per il nostro benessere psicofisico.
Sperimento quotidianamente la forza guaritrice del Pranayama (respiro) e delle Asanas ( posizioni), ho ritrovato forza e coraggio, l'ottimismo e la speranza.
Come tutte le cose, i risultati non si hanno nell'immediato, anzi a volte stai anche peggio, ma è un percorso obbligato, soffrire per guarire.

Da ricordarsi che queste pratiche da sole non risolvono nell'immediato la depressione e altre patologie, è sepre saggio collaborare con il proprio medico di famiglia.

....Non avevo mai pensato ad una immunità dalla depressione...perchè non è una malattia infettiva...non è il sistema immunitario ad essere colpito, benchè penso che la depressione non lo favorisca.

Cara amica,
ciò che hai vissuto è davvero tanto triste.
Ma non sei sola.
Noi non siamo soli.

Si può guarire dalla depressione ma non so dirti bene come accada, mi spiego meglio. Io sto in cura dall'8 dicembre 2004.
Il 2004 è stato l'anno in cui ho avuto le peggiori crisi ma credo che abbia convissuto con un indefifnito malessere sin da piccolo.
Da quando sto in cura (dicembre 2004) ho avuto dei momenti di euforia ad aprile, maggio e metà giugno 2007: ma ciò non era normale. Sono quindi ricaduto nel buco nero peggio di prima. A luglio ed agosto 2007 sono stato malissimo. Ma il 15 luglio avevo iniziato una diversa cura farmacologica (con un neuropsichiatra): come mai mi sono sentito un po' meglio solo dopo due mesi?
E ancora...
Senza aver modificato la cura,come mai sto bene dal 7 marzo 2008?
Certe cose non me le spiego a meno ché non ci sia qualcosa che ci sfugge.
Per quanto ne so io la cura farmacologica della depressione dovrebbe cominciare a funzionare in un arco di tre settimane (indicativamente) mentre quella per l'ansia da subito.
C'èda dire che io dal febbraio 2007 sto andando anche dalla psicologa. Qui il discorso è diverso perché quando sto bene ci sono degli avanzamenti ma anche degli scogli (resistenze) - parlo per me.
Dalle altre risposte ho visto che a volte si può star bene anche con gravi problemi di vita, ed anch'io ho vissuto ciò.
Il discorso di Viola sembra come un cammino da compiere, ed è così.
Il discorso di "mio" di tre righe richiederebbe una risposta lunga e complessa come l'Enciclopedia Britannica.
Che cos'è la depressione? E' esso un termine generico? E' una fase della vita da attraversare per andare poi avanti (anche se non per tutti)?
Nessuna delle tre domande ha una risposta, cioè, si può rispodere didatticamante (che la depressione c'è se vi sono almeno cinque sintomi su nove indicati dal DSM IV per almeno 15 giorni... bla bla bla). Psicologicamete sarebbe una crescita perché ogni crisi è cambiamento, una andare avanti in modo diverso, una valle di lacrime da attraversare ma che poi arriva alla luce...
Potrebbe essere una "reazione" agli avvenimenti forti della tua vita passata (e quindi anche il ricordo o il vedere l'angoscia per le nuove situazioni) o "latente" e che le cose l'abbiano fatta scatenare.
Il rapporto con lo specialista (sia lo psichiatra - o altro che ti dà le medicine - che lo psicoterapeuta) è un punto fondamentale. Puoi sempre cambiarlo se non ti va "a pelle", se non c'è feeling o se la cura non ha funzionato bene per un due tre mesi (la depressione può, per alcuni, richiedere tanto tempo).
Quello "patologico" e quello "spirituale" sono due cammini, tutti e due importanti (spirituale interiore o altro cammino, pure il Tai-Chi Chuan che è un'atre marziale, ma anche la palestra, lo Yoga, Dinamica Mentale, Training Autogeno, una fede religiosa o politica o altro - dev'essere qualcosa che faccia ritrovare un senso alla tua vita - che va bene per te - in cui tu credi).
Quindi va meglio (in genere) fare le due cose: il farmaco e la psicoterapia. Ma... quando si è in un fase acuta ci voglioni i farmaci, non puoi fare terapia se stai sottoterra interiormente: ci vuole l'intervento dei pompieri per spegnere un incendio (e ci vuole anche presto). Solo dopo provvederemo alla ricostruzione del palazzo.
Per quanto riguarda la risposta di merla... vale veramante 2 cents ma d'oro.
Forse l'immunità non si può avere ma un giorno (non so quando) si camminerà col pace-maker collegato al cervello (ma nascosto) e si prenderà una pillola di P11.
E forse altro ancora, e allora si dirà:
«Ciao, come va?»
«Bene, ho la depressione, ma che fastidio questo raffreddore...»

Sapete, mi trovo in sintonia con voi e chiacchierare un poco mi fa bene.
Avete fatto tutti delle osservazioni interessanti che mi hanno fatto meditare e che mi sollevano perchè capisco che non sono sola.
Solitamente sono una persona reattiva e combattiva ma ho capito che ora il mio problema è la paura. Ho una fifa tremenda del futuro e questo è totalmente stupido e negativo.

Alla fine tutto si risolve lì. Con questa paura maledetta..... che sto' cercando di scacciare, ma che qualche volta mi schiaccia.

Comunque è così, non bisogna mai mollare... cercare tutti i possibili metodi che possano farti stare meglio. Ovvio che è meglio se sei in salute.... altrimenti è molto più difficile distrarsi e pensare positivo quando stai male anche fisicamente e sei costretta a stare in casa tutto il giorno!

Lancio un'ultimo sondaggio: secondo voi chi lavora all'aria aperta (contadino, giardiniere ecc.) e fa un lavoro manuale è meno soggetto alla depressione?
Io ho visto che chi fa questo tipo di lavori è molto più stoico e sereno. Sarà il contatto con la natura?

Ti rispondo anche io, dato che ho attraversato lunghi periodi di depressione, che ora e' passata , almeno nelle sue fasi piu' critiche. Sono rimasti a volte dei momenti di tristezza, demoralizzazione.
Ho inserito un lungo messaggio dal titolo : alcune riflessioni per una autoterapia , l'anno scorso , nel quale ho spiegato oltre alla mia esperienza , alcuni motivi che la scatenano o la mantengono o la fanno ritornare e i modi per poter cambiare.

Il punto cruciale penso sia la paura . La paura e' generata dalla convinzione spesso inconscia di non essere all'altezza di superare degli ostacoli, di non sapere risolvere delle situazioni , di cui si teme l'aspetto devastante.
Quando queste convinzioni sono radicate e si consolida un'idea di impotenza , cominciano a sorgere i disturbi psichici.
Perche' la depressione ritorna?
Il motivo puo' essere che , nonostante le cure farmacologiche e psicologiche , il modo poco attrezzato di affrontare le difficolta' della vita ,formatosi negli anni dell'infanzia , ha un certo grado di definizione nell'eta' adulta ,almeno negli aspetti fonfamentali , per cui non si puo' sostituirne un'altro e cambiare completamente.
Quel senso di paura puo' riaffiorare, di fronte ad avvenimenti particolarmente difficili da affrontare.

Tuttavia , senza farsi prendere dal terrore di ricadere nel baratro, quando si comincia a sentire di andare "giu'" ,
possiamo pensare che , come un campanello d'allarme, ci stanno invadendo i pensieri della paura oltremisura , e se abbiamo imparato a relativizzarli si possono neutralizzare , almeno nelle forme piu' gravi e contenerne gli effetti , come un antivirus nel computer.
Come dice Viola si deve disimparare e imparare di nuovo.
Ciao
Alfredo

Quando sono depressa mi chiedo che senso ha la nostra sofferenza e quella degli altri.. del mondo intero.
Vorrei avere fede per poter sperare in una vita migliore almeno oltre la morte, ma mi rendo conto di averla perduta tanto tempo fa. E così mi sento ancora più sola e senza scopo, anche se ho una famiglia che mi ama e due figli in salute e bravi che sono il mio orgoglio.

Magari sono troppo egoista e troppo cerebrale, dovrei smettere di pensare tanto e vivere di più come dice mio marito. Lui mi ripete che con il suo unico neurone e l'altro nascosto (vedi Zelig) è tutto molto più semplice che per noi femmine con diecimila neuroni in attivo 24 ore al giorno!

Riciao.

Io penso che se ne possa uscire, come hanno testimoniato altri utenti del forum. Come qualcuno ha detto, rimane la nostra fragilità che fa sì che siamo soggetti a buttarci giù. Ma se sappiamo lottare, possiamo vivere una vita serena. Non può piovere per sempre...
Io sono stato in depressione a causa di banali delusioni d'amore, a causa di insuccessi universitari e a causa di un carattere molto timido e spaventato della vita. Ho avuto un'adolescenza difficile.
Da sei mesi le cose vanno meglio. Sto con una ragazza che mi vuole bene, e mi dà sicurezza. Mi rendo conto che sto puntando tanto su di lei, e che se la nostra storia dovesse fallire potrei anche rimpiombare nella depressione. Ma non so fare a meno di puntare su di lei.
Ricadere è possibile, ma è possibile anche rialzarsi e non ricadere più. Dipende sia da noi che da quello che ci succede nella nostra vita.
Tu hai avuto una gravidanza inaspettata, ma adesso hai due figli meravigliosi e sani. I tuoi figli sono dei motivi molto validi per andare avanti e lottare, contro ogni difficoltà. Io non sono ancora mai stato padre, ma immagino che avere un figlio ti dia una spinta a vivere non più per il tuo benessere ma per il benessere di tuo figlio.
Forse ho detto delle banalità, comunque volevo solo darti il benvenuto anch'io in questo forum, e augurarti di superare le tue difficoltà. Un abbraccio.
Luciano

Luciano dice:
«... immagino che avere un figlio ti dia una spinta a vivere non più per il tuo benessere ma per il benessere di tuo figlio.»
Questa cosa è importante: vivere per il benessere degli altri.
Una volta qualcuno mi disse: «Noi dobbiamo dare un senso alla nostra vita.»
Quella stessa persona m'incitava a fare qualcosa che m'impegnasse: volontariato, hobby, sport.
Ci siamo visti più volte e qualche giorno fa mi disse che aveva conosciuto persone che per varie vicessitudini della vita si sono ritrovate sole.
«Siamo noi che dobbiamo iniziare.»
Non ho capito cosa intendesse dire ma la cosa importante fu che nel discorso mi disse anche che possiamo fare qualcosa per gli altri.
«Fare qualcosa per gli altri è terapeutico» mi disse una volta un'altro, dietologo e ricercatore in neuroscienze impegnato nel sociale,«anche rimettendoci di tasca propria.»
Questo è il nesso tra quello che diceva Luciano e queste persone.
Per la cronaca, quel ricercatore ha speso migliaia di euro per fondare un'associazione contro l'obesità dei bambini, e quello che risparmiavano in merendine lo davano in equivalente a dei bambini in India ammalati di AIDS. Tra l'altro mi diceva cose molto simili alla prima persona (che vive un'esperienza particolare da qualche cionquantina d'anni): impegnarmi in qualcosa anche senza dover elaborare pensiero me che mi prendesse del tempo in maniera tale che arrivassi stanco ma soddisfatto alla fine della giornata.