Che cos'è la depressione?

Chi non è depresso non può neanche lontanamente immaginare che cosa significhi.

Tra l’altro è forse l’unica condizione psicologica che non può trovare alcun conforto: le persone tristi possono essere rincuorate, quelle vulnerabili protette, ma noi siamo condannati a portare la nostra croce da soli. Anche ora io vi posso offrire la mia solidarietà, voi la vostra, ma ognuno rimane nel suo cerchio invalicabile, nella sua bolla di egoismo. Gli altri non capiscono, non possono capire.

Che cos’è la depressione? E’ la vita denudata, senza più sogni, illusioni, senza passato, presente, futuro.

La depressione è la vita al grado zero.

Oudeis ha scritto:Chi non è depresso non può neanche lontanamente immaginare che cosa significhi.

Tra l’altro è forse l’unica condizione psicologica che non può trovare alcun conforto: le persone tristi possono essere rincuorate, quelle vulnerabili protette, ma noi siamo condannati a portare la nostra croce da soli. Anche ora io vi posso offrire la mia solidarietà, voi la vostra, ma ognuno rimane nel suo cerchio invalicabile, nella sua bolla di egoismo. Gli altri non capiscono, non possono capire.

Che cos’è la depressione? E’ la vita denudata, senza più sogni, illusioni, senza passato, presente, futuro.

La depressione è la vita al grado zero.

Occhio che la depressione, a volte, è la condizione in cui so perde l'abitudine a fare domande e a cercare, e ci si affretta troppo a rispondere per il passato, per il presente e per il futuro. E a volte anche il soggetto depresso fatica a immaginare cosa significhi la stessa condizione che attraversa.
Negli anni su questo forum sono passate tante persone, tra cui anche quelle che sono venute, o tornate, a riferire che un conforto, un aggiustamento, l'hanno trovato.
Il forum è poco più di una bacheca e non ha mai avuto lo scopo di offrire soluzioni per uscire da cerchi invalicabili o da bolle di egoismo. Nel suo piccolo, se a volte porta un poco di bene a qualcuno lo fa indirettamente, con un'informazione o una suggestione disseminata, e con l'espressione di solidarietà di cui parli anche tu (che purtroppo non è sempre forte e chiara per gli utenti che passano, a volte resta implicita, a volte si perde nelle discussioni, a volte svanisce per le scarse interazioni e i limiti del mezzo).

Mi sono iscritto a questo forum solo per sfogarmi un po'. Non mi aspetto molto, perché la depressione è una malattia da cui non si guarisce, visto che è la realtà tutta ad essere deprimente.

Non so se si guarisce o meno, so solo che da quando ho intrapreso le terapie ad oggi sono un’altRa persona. Mi voglio bene, mi rispetto e so che quando ripiombo in stadi cupi la voce interiore negativa non attecchisce più abbastanza.
Sono un problema vivente ma ho riscoperto la mia creatività che mi permette di cercare strade alternative a quelle che mi conducono nel pozzo. So ascoltarmi, so cosa voglio ora ma mi lascio l’opportunità Di cambiare rotta in qualsiasi momento della mia vita. Ho lavorato duramente, mi è stato detto ora dalla mia terapista che all’epoca dell’iniZio terapico ero quasi completamente morta dentro, e con grande soddisfazione nei suoi occhi e di riflesso nei miei è fiera di me.
Questo per dire che se di lascia cadere il timore della insicurezza si può migliorare di netto la propria condizione di benessere psicofisico; anche se non ci credi lasciati l’oppoRtunità di sperare che le cose andranno meglio, nella tua concezione di meglio. Resisti. Io torno in questo forum poiché in parte mi è stato di conforto in passato ma poi perché credo che sia bene lasciare qualche tonalità di colore diversa dal nero e dal grigio alle persone che scendono nel proprio abisso per ritrovare se stessi 😊

Purtroppo per me non è così: ogni giorno è un milione di volte peggio del precedente. Niente ha funzionato.

Quando parlavo cosi, mi è stato risposto che c’è un vantaggio secondario nella malattia che genera resistenze continue. Io mi sono incazzata perché le dicevo che quale persona di senso o in generale di qualsiasi tipo che attraversa una cosa del
Genere può trovarci un beneficio e scegliere anche inconsapevolmente di crogiolarsi... con il tempo, fidandomi, dubitando e accettando ho cominciato a capire. Posso dire per me, ma ognuno ha il suo o i suoi motivi.
La malattia per lunghi anni mi ha difesa, non riuscendo a trovare il mio vero sé, istintivamente aggrapparsi alla malattia genera nell’altro (almeno in qualcun'altro) un senso protezione e accudimento. Sentendomi sola e abbandonata stare male in quello stato mi ha finalmente fatto trovare lei, che anche se a pagamento (e io senza soldi), mi ascoltava e sembrava che mi capisse davvero, cosa che in anni non mi era davvero mai capitata. Inoltre entrare in malattia mi giustificava, avevo una scusa valida, nel mio castello di inadeguatezza e di doveri imposti prima di tutto da me e quindi poi pretesi all’esterno, per finalmente mollare la presa. Ovviamente questo te lo dico con il senno di poi, analizzando il guardarmi in dietro.
L’ultima magistrale trappola insita nell’uomo è, ma sei io ora mi stacco dalla malattia, che mi blocca che mi aspetta dopo? Fatico enormemente per stare a galla qui ed è estenuante, voglio morire e progetto di farlo, facevo prove per la prima...tutti i predisposti per uscire ma chi mi dice che ciò che c’è al di fuori sia meglio? E che comporta stare bene per me?
Nelle prime, il silenzio interiore, spazio aperto dove prima i miei pensieri ossessivi mi spingevano sott’acqua la testa diventava per piccoli attimi una distesa di sabbia. Il nulla e brancolavo in esso tra il sollievo e il panico di non sapere come fare e cosa fare. Come un naufrago che arriva a nuoto a terra e scopre che che è un’isola ma deserta. Scherzo infame della natura. Almeno in acqua anche se spaventoso conoscevi il tuo pericolo, e forse più speranze di morirne, almeno per gli altri senza diretta responsabilità, fuori quella probabilità o cone la chiamo io possibilità, scelta, opportunità, cominciava ad essere più difficile da giustificare. Pian piano, ho smesso di cercare di comprendere, percorso ormai è avviato, ho cominciato a concentrarmi sul momento presente, poi sul giorno e ora talvolta riesco a vederlo un futuro ma mi diverto anche a variarlo senza affezionarmici troppo, perché mi piace provare il più possibile quel senso di quiete interiore in cui non sai come e perché ma sai che stai bene e che stai procedendo bene nonostante razionalmente sembri tutto il contrario di tutto.
Ti auguro di provare a concederti anche a te questa sensazione anche solo per un attimo, perché nonostante il senso di panico iniziale e disorientamento è indimenticabile e ne vale la pena, nonostante a tratti, sempre nel mio caso, le sensazioni negative si sono intensificate, per arrivare a questo.
Ma te lo devi permettere tu, come purtroppo lo sai solo tu, e al momento lo stai nascondendo nell’inconscio.

Lila86 ha scritto:
L’ultima magistrale trappola insita nell’uomo è, ma sei io ora mi stacco dalla malattia, che mi blocca che mi aspetta dopo? Fatico enormemente per stare a galla qui ed è estenuante, voglio morire e progetto di farlo, facevo prove per la prima...tutti i predisposti per uscire ma chi mi dice che ciò che c’è al di fuori sia meglio? E che comporta stare bene per me?
Nelle prime, il silenzio interiore, spazio aperto dove prima i miei pensieri ossessivi mi spingevano sott’acqua la testa diventava per piccoli attimi una distesa di sabbia. Il nulla e brancolavo in esso tra il sollievo e il panico di non sapere come fare e cosa fare. Come un naufrago che arriva a nuoto a terra e scopre che che è un’isola ma deserta. Scherzo infame della natura. Almeno in acqua anche se spaventoso conoscevi il tuo pericolo, e forse più speranze di morirne, almeno per gli altri senza diretta responsabilità, fuori quella probabilità o cone la chiamo io possibilità, scelta, opportunità, cominciava ad essere più difficile da giustificare.

Ciao Lila86, grazie.
Mi capita ancora di provare le stesse cose anche se ora spesso riesco a distinguere la trappola.
Grazie molte per la condivisione e complimenti, di cuore, per il tuo percorso.
Merla

Per uscire dalla depressione è necessario uscire da se stessi il più possibile. Ammetto che non è facile.

Oudeis, se fai una terapia insisti e non demordere. Scoprirai con i tuoi tempi che vorrà dire invece recuperare la tua autenticità e non rinunciare a te stesso. La depressione è un modo indelicato e violento per chiederti di invertire la rotta, recuperarti nella tempesta e scaraventarti in riva, dove potrai ricostruire tutto sulla base dei tuoi veri desideri, di cui inizialmente non ne avrai idea, ma che pian piano ci troverai gusto, come bastiano nella storia infinita che ricostruisce fantasia da un granello di sabbia, poiché inghiottita dal nulla...

Oudeis ha scritto:Per uscire dalla depressione è necessario uscire da se stessi il più possibile.

"Uscire da se stessi" mi sembra una bella metafora, e una prospettiva interessante.

ciao a tutti. leggo molte cose interessanti e parole dure, ma sincere. la depressione per me è quella persona con cui stai malissimo, ma con la quale provi intensità e quindi non riesci a fare a meno di cercarla. non è una questione nè logica, nè volontaria. tutto diventa poco perché in realtà tutto non è mai abbastanza. la depressione è forse il più grande urlo di vita che io abbia mai cacciato. molte volte, piuttosto di stare, ho inconsciamente preferito stare male. ed è anche vigliaccheria la mia. perché stare bene fa paura. in un certo senso, se stai male sei già preparato... vivere soli dentro sembra forza, è paura. io ho avuto paura da così tanto tempo... auguro a tutti la migliore delle fortune: trovarsi. trovare qualcosa che amiamo e per la quale siamo fatti. la cosiddetta nostra strada. sembra incredibile ma uno dei migliori modi per farcela è proprio perdersi. il fallimento. che fa male. ma che aiuta a capire chi diamine siamo e come reagiamo. le zone di comfort mettono temporaneamente al riparo dalla sofferenza, ma non sbrogliano l’anima. quanta fatica per fare un solo piccolo passo... quanto dolore. quanta delusione. quanto nulla. ma non c’è un modo facile. non esiste. nel nostro tempo si parla così poco e certe cose non si può neppure dirle, pena l’esclusione.. dichiaro che è ingiusto si, ma che il mondo è questo e la vita è questa. bisogna scrollarsi di dosso il cane nero ma bisogna anche sapere che tornerà. farà paura, ma ne farà sempre meno... dico forza a voi e dico la stessa cosa a me stesso.

Inviato con Topic'it

Parole molto profonde, anche se amare, Federico. Io direi che la depressione mette a nudo la nostra natura più vera e genuina. Perché siamo depressi? Perché siamo noi stessi.

Ciao

La depressione non è una forma identitaria ma un modo di reagire alle cose. Una reazione patologica che ti urla nelle orecchie e ti traumatizzata per dirti di ascoltare il tuo vero io. Bisogna concentrarsi su se stessi per dirottarsi accuratamente nella direzione più congeniale a noi stessi abbandonando quella imposta. A me ha aiutato molto leggere storie di chi ne è uscito. Mi facevano rabbia e dicevo, ah non ce la farò mai, magari loro erano meno gravi, ma dall’altra comprendevo che forse, in qualche modo fosse possibile. Non negare tutto, forza

E’ pessimismo sapere che, mentre una minoranza dell’umanità vive spensierata e sazia, miliardi di esseri senzienti si dibattono fra sofferenze indicibili, senza dimenticare che i crucci morali sovente sono non meno feroci di quelli che affliggono la carne? Basta, però, voltarsi dall’altra parte, ignorare il Male o persino negarne l’esistenza et voilà tutto si risolve. Basta tacciare chi denuncia il mysterium iniquitatis di essere un disfattista e il gioco è fatto. Come scrive Shakespeare: “Tutti sono capaci a sopportare i dolori altrui”.