Come gestite gli altri?
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Come gestite gli altri?
Mi presento, mi chiamo Martina, ho 29 anni e questo ultimo periodo é stato difficile a livello pratico. Mi sono accorta di essere nel bel mezzo di una depressione pesante cominciata con stress e, in seguito, con attacchi d'ansia quotidiani: crisi di pianto, fiato corto.
Poi il mio contratto di lavoro é finito, e improvvisamente ho fatto i conti con una me completamente diversa da quella che ho sempre creduto di essere: pigra, autodistruttiva, senza passioni, costantemente preoccupata di ciò che pensano gli altri. Mi sono trovata a passare le giornate a letto, piangendo e guardando serie televisive. Tutto mi pesa: sono un ingegnere, ho sempre avuto diversi hobby, diversi talenti; adesso non ne sto coltivando nemmeno uno. Persino la ricerca del lavoro procede a rilento, mi manca motivazione per tutto. La parte peggiore é quella che coinvolge il rapporto con gli altri. Penso di essere una persona abbastanza interessante e a volte quello di cui ho bisogno é una pacca sulla spalla é gente a cui tengo che mi vede ancora così. Ma non sono me stessa, sono insicura, ho il terrore che la gente si allontani e come risultato tento di tenermela stretta, non lascio spazio, non lascio tempo. Mi sento come se sapessi che non sono il tipo di persona che dovrei essere e ho fretta di urlare al mondo che no, in realtà sono meglio di così, vi prego, già la mia testa é compromessa, ma non sono così, lo sapete?! Quando provo a parlarne mi sento fragile ed egocentrica.
Come si gestiscono i rapporti con gli altri quando si é depressi? Per me a volte rappresentano un'ancora di salvezza, ma so che non sono al mio meglio e sono la prima ad accorgersi di quanto possa essere pesante e irrazionale. Sono la prima a rendersi conto che spesso quando si sta male si perdono persone, ma io vorrei evitare che anche questo accada. Ho capito che molte cose devo gestirmele da sola, altrimenti rischio di pesare troppo sul prossimo. Ma so di aver bisogno di contatti umani per stare meglio, solo che non riesco a rispettare le barriere.
Poi il mio contratto di lavoro é finito, e improvvisamente ho fatto i conti con una me completamente diversa da quella che ho sempre creduto di essere: pigra, autodistruttiva, senza passioni, costantemente preoccupata di ciò che pensano gli altri. Mi sono trovata a passare le giornate a letto, piangendo e guardando serie televisive. Tutto mi pesa: sono un ingegnere, ho sempre avuto diversi hobby, diversi talenti; adesso non ne sto coltivando nemmeno uno. Persino la ricerca del lavoro procede a rilento, mi manca motivazione per tutto. La parte peggiore é quella che coinvolge il rapporto con gli altri. Penso di essere una persona abbastanza interessante e a volte quello di cui ho bisogno é una pacca sulla spalla é gente a cui tengo che mi vede ancora così. Ma non sono me stessa, sono insicura, ho il terrore che la gente si allontani e come risultato tento di tenermela stretta, non lascio spazio, non lascio tempo. Mi sento come se sapessi che non sono il tipo di persona che dovrei essere e ho fretta di urlare al mondo che no, in realtà sono meglio di così, vi prego, già la mia testa é compromessa, ma non sono così, lo sapete?! Quando provo a parlarne mi sento fragile ed egocentrica.
Come si gestiscono i rapporti con gli altri quando si é depressi? Per me a volte rappresentano un'ancora di salvezza, ma so che non sono al mio meglio e sono la prima ad accorgersi di quanto possa essere pesante e irrazionale. Sono la prima a rendersi conto che spesso quando si sta male si perdono persone, ma io vorrei evitare che anche questo accada. Ho capito che molte cose devo gestirmele da sola, altrimenti rischio di pesare troppo sul prossimo. Ma so di aver bisogno di contatti umani per stare meglio, solo che non riesco a rispettare le barriere.
Mrt- Numero di messaggi : 2
Data d'iscrizione : 02.06.19
Re: Come gestite gli altri?
Ciao
Mi ritrovo in molti tuoi pensieri. La questione delle relazioni è complicata, anch'io tendo ad attaccarmi troppo agli altri, e anche se dimostri di essere sincero, simpatico, disponibile ed aperto vedo che comunque se l'altra persona non vuole andare oltre, non c'è nulla da fare. Pare quasi che quelli di 20 anni circa si dividano in persone senza vita sociale come noi, e quelli che già ce l'hanno e sono già a posto così, non vogliono nessun altro. Per non soffrire di abbandono cerco di fare come loro, cioè starmene per i fatti miei e con quelli che mi sono più vicini, per ora solo la famiglia. Ora cerco di capire chi vorrebbe andare oltre con l'amicizia e chi no, ma non sempre è facile da capire.
PS: Mi piacerebbe sapere che ingegneria hai fatto, pura curiosità
Mi ritrovo in molti tuoi pensieri. La questione delle relazioni è complicata, anch'io tendo ad attaccarmi troppo agli altri, e anche se dimostri di essere sincero, simpatico, disponibile ed aperto vedo che comunque se l'altra persona non vuole andare oltre, non c'è nulla da fare. Pare quasi che quelli di 20 anni circa si dividano in persone senza vita sociale come noi, e quelli che già ce l'hanno e sono già a posto così, non vogliono nessun altro. Per non soffrire di abbandono cerco di fare come loro, cioè starmene per i fatti miei e con quelli che mi sono più vicini, per ora solo la famiglia. Ora cerco di capire chi vorrebbe andare oltre con l'amicizia e chi no, ma non sempre è facile da capire.
PS: Mi piacerebbe sapere che ingegneria hai fatto, pura curiosità
Anonimo7- Numero di messaggi : 110
Data d'iscrizione : 11.12.18
Re: Come gestite gli altri?
Secondo me in questi momenti, per quanto riguarda il rapporto con gli altri, è fondamentale "selezionare i livelli".
Mi spiego meglio partendo dal mio caso personale. Conosco un certo numero di persone, ho 30 anni, conosciute nel percorso scolastico, nel contesto sportivo, lavorativo, di hobby comuni ecc, ma non ho la stessa confidenza con tutti, non mi fido nello stesso modo di tutti e, se si tratta di aprirsi completamente, il cerchio si restringe moltissimo, ultimamente anche troppo.
E' fondamentale selezionare quelle 2 o 3 persone di cui ci si fida maggiormente, basandosi non tanto su "da quanto tempo conosco" quanto sul "quante difficoltà abbiamo superato e passato insieme?" e confidarsi apertamente con loro, non sempre perchè se no c'è il rischio di farle scappare ma quando si sente il bisogno.
Sei un'ingegnere rimasta momentaneamente senza lavoro, e questa cosa, pur non essendo un motivo scatenante, è sicuramente un colpo ulteriore su una situazione probabilmente già latente. E' fondamentale a mio avviso che ti attivi nella ricerca di un lavoro, non solo per il motivo economico, ma soprattutto perchè avere un'attività "obbligatoria" quotidiana, per forza di cose, attiva il cervello (specialmente per i lavori di cervello come può essere quello di un'ingegnere) e se il cervello si attiva per il lavoro è probabile che resti attivo anche per gli altri interessi / hobby.
A 29 anni sarebbe un peccato lasciarsi andare fra divano, pianti e serie tv
Saluti
Mi spiego meglio partendo dal mio caso personale. Conosco un certo numero di persone, ho 30 anni, conosciute nel percorso scolastico, nel contesto sportivo, lavorativo, di hobby comuni ecc, ma non ho la stessa confidenza con tutti, non mi fido nello stesso modo di tutti e, se si tratta di aprirsi completamente, il cerchio si restringe moltissimo, ultimamente anche troppo.
E' fondamentale selezionare quelle 2 o 3 persone di cui ci si fida maggiormente, basandosi non tanto su "da quanto tempo conosco" quanto sul "quante difficoltà abbiamo superato e passato insieme?" e confidarsi apertamente con loro, non sempre perchè se no c'è il rischio di farle scappare ma quando si sente il bisogno.
Sei un'ingegnere rimasta momentaneamente senza lavoro, e questa cosa, pur non essendo un motivo scatenante, è sicuramente un colpo ulteriore su una situazione probabilmente già latente. E' fondamentale a mio avviso che ti attivi nella ricerca di un lavoro, non solo per il motivo economico, ma soprattutto perchè avere un'attività "obbligatoria" quotidiana, per forza di cose, attiva il cervello (specialmente per i lavori di cervello come può essere quello di un'ingegnere) e se il cervello si attiva per il lavoro è probabile che resti attivo anche per gli altri interessi / hobby.
A 29 anni sarebbe un peccato lasciarsi andare fra divano, pianti e serie tv
Saluti
DaniMI- Numero di messaggi : 12
Data d'iscrizione : 28.07.18
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