La terra promessa (riflessioni varie e libere per tutti)

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Messaggio  -Nessuno- Sab Gen 19, 2013 2:35 am

In questo periodo -non che non lo sapessi prima-
mi sto accorgendo di due cose. La prima è che le persone che conosco da tanto tempo stanno anche loro male come me, per motivi diversi o uguali, ma non vogliono il mio aiuto né cercano una soluzione reale ai loro problemi. Loro semplicemente vorrebbero rientrare nei canoni, quelli stessi canoni per i quali il mondo materialista e superficiale con cui hanno a che fare tende ad escluderli. La seconda è che temo di non avere alcuna delle qualità che servirebbero a conquistare un rapporto stabile con chicchessia, parlo sia di amicizia che di amore. E' dura da dire ma è così. Non è autocommiserazione, semplicemente credo di dovere fare il punto logico della situazione e mi posso guardare allo specchio dicendomi:"non sei abbastanza". Però ci ho provato e ci provo sempre, ma il verdetto, è chiaro, non dipende da me. gli altri sono un esame, l'unico, che non sono mai riuscito a passare, nonostante abbia dato tanto, quasi tutto quello che avevo. Ho coltivato l'umiltà nella mia esistenza, non mi vanto dei miei punti forti e non nascondo quelli deboli, sono riuscito anche a superare moltissimi dei limiti che avevo ma il risultato è sempre stato lo stesso: non basta. Io non basto, nemmeno a coloro che talora soffrono come me, che tutto sommato mi snobbano. E mi trovo talvolta a sentire i discorsi della gente, che parla di rapporti umani come fossero merci e di sentimenti come fossero cose da nulla. Anche questo è un segnale: io non potrei e non vorrei mai parlare di certe cose con una simile leggerezza, ma mi tocca dire che se loro lo fanno è perché se lo possono permettere e pensano che ciò che si "può" sia anche "lecito". Sono un uomo senza qualità, per citare il titolo di un libro. Tutto ciò che sono è frutto di un duro lavoro, che però a sua volta ha dato pochissimi frutti. Ho promesso a tante persone di provare fino alla fine a realizzare i miei sogni, ma forse mi mancano i numeri per farlo. Posso solo lottare e non arrendermi, in virtù di un mio codice morale che mi impone di farlo...ma è dura, io sono troppo poco. Anche coloro che sono in condizioni simili alla mia desiderano sempre la loro terra promessa personale, io no, mi limito a mantenere le promesse sperando che le terre si ricordino di me.

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Messaggio  merla Sab Gen 19, 2013 11:36 am

Forse potresti provare a sospendere il giudizio su te stesso (e anche sugli altri, ma dopo aver letto questo direi che il giudizio sgli altri è solo uno specchio tutto considerato benevolo del modo in cui giudichi te stesso), dare un po' di credito alla possibilità che oltre all'arrendersi vs. il lottare ci siano possibilità alternative e forse più soddisfacenti e vedere un po' che succede. Per magari scoprire qualcosa di bello. Smile

Volendo potrei anche farti un elenco di alcune qualità che invece in questa sede sono emerse chiaramente, ma mi sembra evidente che finché non trovi il modo di scoprirti da solo, vale poco.

bentornato. Smile

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Messaggio  -Nessuno- Sab Gen 19, 2013 12:56 pm

Smile Grazie merla. Paradossalmente ti dico, per vie traverse e persino involontarie, sto facendo proprio così e la cosa mi spaventa un po' ma forse è la cosa migliore. Io pensavo di non avere più la forza di "combattere", con le persone o nelle situazioni...in questo periodo ho capito che quello che mi è venuto a mancare è la voglia, la voglia di dovere per forza fare a pugni col mondo. Però poi, la notte, non riesco a dormire perché è come se mi rimproverassi qualcosa, della serie:"è tutto qui? non è che dietro questo "cambiare aria" stai solo mollando?".

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Messaggio  merla Sab Gen 19, 2013 1:45 pm

beh ma mollare vecchi schemi è ovvio che un po' spaventi.
tanto a tornare sulla vecchia via sei sempre in tempo, non farti scoraggiare.
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Messaggio  Niklaswolf Sab Gen 19, 2013 2:08 pm

Probabilmente mi ripeto rispetto ad altri post ma, smettere di lottare a volte può essere il modo migliore di.....lottare! Riconoscere la tua "non più voglia" ti ritorna l'energia per andare avanti, quella non più assorbita dalla ricerca dell'"accettazione" di se stessi dagli altri; una sorta di menefreghismo che però ci pone in uno stato di autodifesa.
Essendo qualcosa di molto simile alla rassegnazione, del proprio stato si deve valutare bene cosa sia e di come si sta agendo, nel senso che essa è passiva (subita in qualche modo) mentre il precedente è attivo, cioè voluto.
Un altro accorgimento per me è stato il riconoscere che molte persone credono che ci siano comportamenti preconfezionati, un rifarsi alla "teoria dell'esperto" che ne sa più di te e ti dice cosa fare; se ciò è accettabile trattando, che ne so, di una professione credo sia meno vincente come approccio al vivere perchè si rischia di fare la fine del gregge di pecore che fanno ciò che vedono fare dalle altre compagne...
Spero di non sembrare sconclusionato o fuori tema, quindi in sintesi: -fregarsene e distaccarsi -smettere di credere che sia in altri la (propria) soluzione; credo sia un po' come partecipare al gioco ma con le proprie regole al contempo disinteressandosi di quali siano le regole degli altri e se le nostre siano giuste o accettate o accettabili perchè a noi vanno bene
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Messaggio  natalia80 Sab Gen 19, 2013 6:07 pm

-Nessuno- ha scritto: temo di non avere alcuna delle qualità che servirebbero a conquistare un rapporto stabile con chicchessia, parlo sia di amicizia che di amore. E' dura da dire ma è così. Non è autocommiserazione, semplicemente credo di dovere fare il punto logico della situazione e mi posso guardare allo specchio dicendomi:"non sei abbastanza". Però ci ho provato e ci provo sempre, ma il verdetto, è chiaro, non dipende da me. gli altri sono un esame, l'unico, che non sono mai riuscito a passare, nonostante abbia dato tanto, quasi tutto quello che avevo. Ho coltivato l'umiltà nella mia esistenza, non mi vanto dei miei punti forti e non nascondo quelli deboli, sono riuscito anche a superare moltissimi dei limiti che avevo ma il risultato è sempre stato lo stesso: non basta. Io non basto, nemmeno a coloro che talora soffrono come me, che tutto sommato mi snobbano. E mi trovo talvolta a sentire i discorsi della gente, che parla di rapporti umani come fossero merci e di sentimenti come fossero cose da nulla .

una persona che scrive queste cose è tutt'altro che "non abbastanza". io sarei onorata di avere la tua amicizia. invece intorno a me l'80% delle persone non sono altro che scatole vuote che non fanno altro che parlare di vestiti, di unghie rifatte, di sedute dall'estetista e quant'altro di banale e futile ci possa essere.
caro 'signor nessuno', se anche tu sei circondato da tali persone che per giunta ti 'snobbano', ricordati che sono loro ad avere seri problemi e non tu. io da tali persone, nonostante non condivida atteggiamenti e modi di vivere, non vengo snobbata semplicemente perchè ho l'attitudine di 'adattarmi' ai discorsi delle persone qualsiasi sia il mio interlocutore, sia che abbia un po' di sale in zucca, sia che abbia un pistacchio nel cervello, ma ti posso assicurare che da discorsi inutili non lasciano dentro nulla.
poi l'amore certo, è un altro paio di maniche
ciao
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Messaggio  -Nessuno- Sab Gen 19, 2013 9:43 pm

Ti ringrazio natalia, sei gentile, ma soprattutto dici cose sensate. Hai fatto l'esempio di conversazioni che avrei fatto io, grandissima:) Il fatto è che si, l'amore è un'altra cosa, però per me è un discorso molto collegato, nel senso che se presso certe persone è lampante che ci sia la presenza di luoghi comuni a farla da padroni per quanto riguarda le loro scelte di vita, presso altre apparentemente non è così, ma poi, chiamate a decidere...decidono in base a quelli stessi canoni che avevano dichiarato di detestare.

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Messaggio  -Nessuno- Sab Gen 19, 2013 9:46 pm

Niklaswolf ha scritto:Probabilmente mi ripeto rispetto ad altri post ma, smettere di lottare a volte può essere il modo migliore di.....lottare! Riconoscere la tua "non più voglia" ti ritorna l'energia per andare avanti, quella non più assorbita dalla ricerca dell'"accettazione" di se stessi dagli altri; una sorta di menefreghismo che però ci pone in uno stato di autodifesa.
Essendo qualcosa di molto simile alla rassegnazione, del proprio stato si deve valutare bene cosa sia e di come si sta agendo, nel senso che essa è passiva (subita in qualche modo) mentre il precedente è attivo, cioè voluto.
Un altro accorgimento per me è stato il riconoscere che molte persone credono che ci siano comportamenti preconfezionati, un rifarsi alla "teoria dell'esperto" che ne sa più di te e ti dice cosa fare; se ciò è accettabile trattando, che ne so, di una professione credo sia meno vincente come approccio al vivere perchè si rischia di fare la fine del gregge di pecore che fanno ciò che vedono fare dalle altre compagne...
Spero di non sembrare sconclusionato o fuori tema, quindi in sintesi: -fregarsene e distaccarsi -smettere di credere che sia in altri la (propria) soluzione; credo sia un po' come partecipare al gioco ma con le proprie regole al contempo disinteressandosi di quali siano le regole degli altri e se le nostre siano giuste o accettate o accettabili perchè a noi vanno bene
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si. è tutto vero e giusto. Il problema è che cosi si rischia la solitudine. Ma quello che dici è perfettamente logico e giustissimo.

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Messaggio  kate91 Dom Gen 20, 2013 1:06 am

-Nessuno- ha scritto:
Niklaswolf ha scritto:Probabilmente mi ripeto rispetto ad altri post ma, smettere di lottare a volte può essere il modo migliore di.....lottare! Riconoscere la tua "non più voglia" ti ritorna l'energia per andare avanti, quella non più assorbita dalla ricerca dell'"accettazione" di se stessi dagli altri; una sorta di menefreghismo che però ci pone in uno stato di autodifesa.
Essendo qualcosa di molto simile alla rassegnazione, del proprio stato si deve valutare bene cosa sia e di come si sta agendo, nel senso che essa è passiva (subita in qualche modo) mentre il precedente è attivo, cioè voluto.
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Spero di non sembrare sconclusionato o fuori tema, quindi in sintesi: -fregarsene e distaccarsi -smettere di credere che sia in altri la (propria) soluzione; credo sia un po' come partecipare al gioco ma con le proprie regole al contempo disinteressandosi di quali siano le regole degli altri e se le nostre siano giuste o accettate o accettabili perchè a noi vanno bene
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si. è tutto vero e giusto. Il problema è che cosi si rischia la solitudine. Ma quello che dici è perfettamente logico e giustissimo.

già...e secondo me, alla fin fine, l'uomo è un animale sociale, e sono in pochi (pochissimi) quelli che riescono a vivere bene in solitudine. anche se capisco la frustrazione di dover avere a che fare con "scatole vuote"...
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Messaggio  Niklaswolf Dom Gen 20, 2013 1:17 am

kate91 ha scritto:
-Nessuno- ha scritto:
Niklaswolf ha scritto:Probabilmente mi ripeto rispetto ad altri post ma, smettere di lottare a volte può essere il modo migliore di.....lottare! Riconoscere la tua "non più voglia" ti ritorna l'energia per andare avanti, quella non più assorbita dalla ricerca dell'"accettazione" di se stessi dagli altri; una sorta di menefreghismo che però ci pone in uno stato di autodifesa.
Essendo qualcosa di molto simile alla rassegnazione, del proprio stato si deve valutare bene cosa sia e di come si sta agendo, nel senso che essa è passiva (subita in qualche modo) mentre il precedente è attivo, cioè voluto.
Un altro accorgimento per me è stato il riconoscere che molte persone credono che ci siano comportamenti preconfezionati, un rifarsi alla "teoria dell'esperto" che ne sa più di te e ti dice cosa fare; se ciò è accettabile trattando, che ne so, di una professione credo sia meno vincente come approccio al vivere perchè si rischia di fare la fine del gregge di pecore che fanno ciò che vedono fare dalle altre compagne...
Spero di non sembrare sconclusionato o fuori tema, quindi in sintesi: -fregarsene e distaccarsi -smettere di credere che sia in altri la (propria) soluzione; credo sia un po' come partecipare al gioco ma con le proprie regole al contempo disinteressandosi di quali siano le regole degli altri e se le nostre siano giuste o accettate o accettabili perchè a noi vanno bene
O no? Very Happy
si. è tutto vero e giusto. Il problema è che cosi si rischia la solitudine. Ma quello che dici è perfettamente logico e giustissimo.

già...e secondo me, alla fin fine, l'uomo è un animale sociale, e sono in pochi (pochissimi) quelli che riescono a vivere bene in solitudine. anche se capisco la frustrazione di dover avere a che fare con "scatole vuote"...
E se è la solitudine che sceglie di vivere con te? O se lo stare insieme agli altri alla fine porta solo frustrazione?
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Messaggio  merla Dom Gen 20, 2013 1:36 am

Beh ma accettare la solitudine in un momento o in un contesto non significa automaticamente restare in solitudine.

In questo senso smettere di lottare secondo me è molto utile perché proprio il fatto di prendere atto che oggi in questo momento e in questo posto siamo soli, perché non possiamo cambiare il mondo anche se vorremmo e perché non riusciamo (o in fondo non vogliamo) cambiare noi stessi più di tanto, e di sopportare questa consapevolezza in realtà apre strade nuove.

Se fino a ieri si aveva il problema della lotta continua intrapresa, adesso mollare libera energia, tempo e possibilità: magari senza lottare si possono apprezzare più cose, interessi e attività e levando il peso che c'era prima, forse è possibile che riusciamo a scorgere nelle persone che ci stanno intorno o che incontreremo cose che prima ci sarebbero passate inosservate, perché eravamo troppo presi a cerca di dimostrare che noi andavamo abbastanza bene per conquistarci il diritto di essere amati.

Non è possibile?
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Messaggio  Niklaswolf Dom Gen 20, 2013 1:56 am

merla ha scritto:Beh ma accettare la solitudine in un momento o in un contesto non significa automaticamente restare in solitudine.

In questo senso smettere di lottare secondo me è molto utile perché proprio il fatto di prendere atto che oggi in questo momento e in questo posto siamo soli, perché non possiamo cambiare il mondo anche se vorremmo e perché non riusciamo (o in fondo non vogliamo) cambiare noi stessi più di tanto, e di sopportare questa consapevolezza in realtà apre strade nuove.

Se fino a ieri si aveva il problema della lotta continua intrapresa, adesso mollare libera energia, tempo e possibilità: magari senza lottare si possono apprezzare più cose, interessi e attività e levando il peso che c'era prima, forse è possibile che riusciamo a scorgere nelle persone che ci stanno intorno o che incontreremo cose che prima ci sarebbero passate inosservate, perché eravamo troppo presi a cerca di dimostrare che noi andavamo abbastanza bene per conquistarci il diritto di essere amati.

Non è possibile?
Hai esplicato meglio il concetto implicito in quanto avevo scritto prima Smile
Dopo un periodo di alcuni mesi durante i quali non sono più uscito, giovedì sono andato a cena da amici e stasera con alcuni di quelli abbiamo fatto una pizzata a casa; l'essere distaccato mi permette di stare in compagnia e di goderne e in effetti sono state due serate piacevoli, anche se ciò non mi ha evitato un "attacco di solitudine", come lo chiamo, mentre tornavo a casa in auto ma credo che ciò sia connesso più a come si sono comportate le persone vicine con me quando stavo male; anche in questo senso l'essere distaccato e accettare questa solitudine mi consente di godere sia della compagnia, sia di altro di diverso da essa
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Messaggio  -Nessuno- Dom Gen 20, 2013 2:35 am

sia chiara una cosa, che forse non lo è perché mi sono spiegato poco: io non ho mai cercato di cambiare, anche se volessi ne sono geneticamente incapace. Combattere per me significa semplicemente farmi conoscere ed anzi, resistere ad ogni tentativo da parte degli altri di dire che ciò che sono è una colpa, cosa che è stata molte volte messa sul piatto da alcune persone. Smettere di combattere significherebbe, di fatto, evitare di farmi conoscere, di provare a conoscere, chiudermi un po' e vivere un po' "a caso" le relazioni, aspettando che l'amore mi riscatti. Perche alla fine della fiera soltanto l'amore riscatta. Da solo non mi sono mai bastato, non significa che stia male con me, ma non mi basto. Pero dall'altra parte...c'è qualcosa di kafkiano, cioè gli altri.

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Messaggio  merla Dom Gen 20, 2013 10:11 am

Niklaswolf ha scritto:
Hai esplicato meglio il concetto implicito in quanto avevo scritto prima Smile

È il mio lavoro, sono traduttrice. ;-)
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Messaggio  merla Dom Gen 20, 2013 10:20 am

-Nessuno- ha scritto: Da solo non mi sono mai bastato, non significa che stia male con me, ma non mi basto. Pero dall'altra parte...c'è qualcosa di kafkiano, cioè gli altri.

Guarda, lo dicono in tanti, praticamente tutti, ma poi in realtà nessuno lo capisce finché non lo si vive: a prescindere da come può essere il mondo, superficiale, gretto e manipolatore, non è possibile relazionarsi da adulti in rapporti simmetrici finché non ci si basta da sola.
Te lo scrivo adesso perché io l'ho capito davvero, sulla mia pelle (alla luce del fatto di essere stata cornuta dopo anni, quindi è stata una comprensione indolore, tutt'altro) che se fai davvero un percorso con te stesso, se inizi a fare un lavoro di pulizia delle tue fragilità e delle tue paure, alla fine (e magari ci vogliono anni eh, non dico assolutamente che sia una cosa facile o indolore, ci sono un sacco di persone che non riescono a farlo mai) e arrivi a vedere davvero te stesso, a quel punto ti riscopri nelle tue potenzialità e, magicamente, ti basti.

In un certo senso ci si innamora di se stessi e a quel punto i feedback degli altri diventano irrilevanti: il che non vuol dire che gli altri o le relazioni diventino irrilevanti ma non ti servono più da specchio, e diventano importanti nel senso che con gli altri puoi costruire molte cose.
Non so spiegarti come si fa questa cosa: si tratta di farsi passare la paura e guardarsi davvero dentro e a un certo punto succede. Sicuramente il fatto di prendere in considerazione che il mondo davvero non ci vede, non ci considera, né ci ama. Può essere. Tu riesci ad amare te stesso?
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Messaggio  Niklaswolf Dom Gen 20, 2013 10:38 am

merla ha scritto:
Niklaswolf ha scritto:
Hai esplicato meglio il concetto implicito in quanto avevo scritto prima Smile

È il mio lavoro, sono traduttrice. ;-)
Bene, bene, così posso scrivere più tranquillamente, mal che vada ci pensi tu a spiegare cosa ho detto! Very Happy
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Messaggio  marco7 Dom Gen 20, 2013 10:53 am

merla ha scritto:... e arrivi a vedere davvero te stesso, a quel punto ti riscopri nelle tue potenzialità e, magicamente, ti basti.

sembra che hai raggiunto un'illuminazione mistica trascendentale senza nemmeno andare in india. Very Happy

concretamente come funziona questo vedere se stesso ?

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Messaggio  merla Dom Gen 20, 2013 12:00 pm

bella domanda Smile

concretamente io mi son presa una batosta e invece di avere reazioni, di incolpare, accusare, arrabbiarmi, farmi venire l'ansia per quello che sarebbe successo o rinnegare i miei sentimenti, sono rimasta lì concentrata soltanto sul male che faceva. E ne fa. Very Happy

Poi a un certo punto mi sono accorta che non ci sono botte che possono cambiare di un virgola la mia natura più intima. E mi sento molto figa per questo.
più chiaro ora?

merla
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Messaggio  Niklaswolf Dom Gen 20, 2013 12:37 pm

merla ha scritto:bella domanda Smile

concretamente io mi son presa una batosta e invece di avere reazioni, di incolpare, accusare, arrabbiarmi, farmi venire l'ansia per quello che sarebbe successo o rinnegare i miei sentimenti, sono rimasta lì concentrata soltanto sul male che faceva. E ne fa. Very Happy

Poi a un certo punto mi sono accorta che non ci sono botte che possono cambiare di un virgola la mia natura più intima. E mi sento molto figa per questo.
più chiaro ora?

Ma quindi sei arrivata e vedere te stessa osservando esclusivamente il dolore in relazione ai cambiamenti che poteva portare in te fino ad accorgerti che in realtà rimanevi sempre intimamente immutata o quasi?
E questo percorso si lega in qualche modo al distacco e all'accettazione della solitudine, piur nel rapportarsi con gli altri e se si, come secondo te?
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Messaggio  tic tac Dom Gen 20, 2013 12:40 pm

Secondo me dovresti coltivare un pò di sano egoismo. Questo non vuol dire perdere di umiltà o di sensibilità verso coloro che soffrono, ma prendersi cura di se stessi e raggiungere un equilibrio che ti permetta di vedere non solo quella parte del mondo superficiale e materialista, ma anche quella parte che ti è amica.

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Messaggio  -Nessuno- Dom Gen 20, 2013 2:20 pm

merla ha scritto:
-Nessuno- ha scritto: Da solo non mi sono mai bastato, non significa che stia male con me, ma non mi basto. Pero dall'altra parte...c'è qualcosa di kafkiano, cioè gli altri.

Guarda, lo dicono in tanti, praticamente tutti, ma poi in realtà nessuno lo capisce finché non lo si vive: a prescindere da come può essere il mondo, superficiale, gretto e manipolatore, non è possibile relazionarsi da adulti in rapporti simmetrici finché non ci si basta da sola.
Te lo scrivo adesso perché io l'ho capito davvero, sulla mia pelle (alla luce del fatto di essere stata cornuta dopo anni, quindi è stata una comprensione indolore, tutt'altro) che se fai davvero un percorso con te stesso, se inizi a fare un lavoro di pulizia delle tue fragilità e delle tue paure, alla fine (e magari ci vogliono anni eh, non dico assolutamente che sia una cosa facile o indolore, ci sono un sacco di persone che non riescono a farlo mai) e arrivi a vedere davvero te stesso, a quel punto ti riscopri nelle tue potenzialità e, magicamente, ti basti.

In un certo senso ci si innamora di se stessi e a quel punto i feedback degli altri diventano irrilevanti: il che non vuol dire che gli altri o le relazioni diventino irrilevanti ma non ti servono più da specchio, e diventano importanti nel senso che con gli altri puoi costruire molte cose.
Non so spiegarti come si fa questa cosa: si tratta di farsi passare la paura e guardarsi davvero dentro e a un certo punto succede. Sicuramente il fatto di prendere in considerazione che il mondo davvero non ci vede, non ci considera, né ci ama. Può essere. Tu riesci ad amare te stesso?
La tua posizione è eminentemente neuroscientifica e una volta la sostenevo pure io, ma in questi ultimi due anni ho cambiato idea. Io credo francamente che il concetto di autostima sia una delle più grandi "inesattezze" della storia. Non c'è uomo sulla terra che si basti o si sia bastato da solo, salvo qualche eremita. Togli la compagnia degli altri, togli gli affetti a qualsiasi "self made man" e costui diventerebbe un pazzo in pochi istanti, così ci si dovrebbe chiedere dove è finito il suo:"mi basto da solo". Quello che dico è che in realtà quando si dice che il processo di "imparare a bastarsi da soli" poi può portare a cercare con tranquillità e trovare anche l'amore, in realtà si sta dicendo che tale processo serve a...non bastarsi da soli. Alla tua domanda rispondo che no, non mi amo. Ma mi sto simpatico. E non è una risposta ironica, è la verità. Per me stesso provo simpatia, sono un tipo abbastanza eroico da meritare il mio rispetto.

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Messaggio  -Nessuno- Dom Gen 20, 2013 2:23 pm

tic tac ha scritto:Secondo me dovresti coltivare un pò di sano egoismo. Q.
mi piacerebbe e ti dico che pero francamente non ne ho le facolta, nel senso che gl ialtri mi han sempre detto "o dai tutto oppure non stai con noi". Quindi al limite posso dire "non sto con voi", ma non è esattamente egoismo, è una scelta forzata.

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Messaggio  merla Dom Gen 20, 2013 3:51 pm

Niklaswolf ha scritto:
Ma quindi sei arrivata e vedere te stessa osservando esclusivamente il dolore in relazione ai cambiamenti che poteva portare in te fino ad accorgerti che in realtà rimanevi sempre intimamente immutata o quasi?
E questo percorso si lega in qualche modo al distacco e all'accettazione della solitudine, piur nel rapportarsi con gli altri e se si, come secondo te?

Come sinceramente non mi è ancora molto chiaro perché si tratta di una presa di consapevolezza molto recente.

Il fatto è che il dolore è cmq una manifestazione, fisiologica, di come accettiamo quello che ci accade o non accade nella vita e come tale non possiamo controllarlo in nessun modo. Possiamo tentare di rimuoverlo o di trasformarlo in qualcos'altro, magari rancore o magari attraverso un percorso di rimozione o di lotta contro il mondo (tanto per restare in-topic :-)). Questo però in realtà significa non superare quell'evento o quell'assenza che ci addolora e portarselo dentro sempre e farsi influenzare sempre dai meccanismi che adottiamo per difenderci da quella sofferenza.

Se invece di riesce ad evitare questo genere di meccanismi, da una parte si riesce a elaborare il dolore e a passare oltre quell'accadimento senza aver bisogno di difendersi in continuazione (quanta gente, ad esempio, dopo relazioni n anni, arrivano a rinnegare tutto, del tipo "non l'ho mai amato/a" soltanto perché cercano di non sentire il dolore dell'assenza e/o il dolore dato dalla propria responsabilità in come sono andate le cose?) dall'altra rende automaticamente più forti perché dà la consapevolezza di essere abbastanza forti da sopportare, e quindi di poter mettere in atto le proprie intenzionalità anche al prezzo di una sofferenza che non pensavamo di poter sopportare.

Nella relazioni umane noi mettiamo sempre il nostro desiderio o bisogno di essere visti e considerati dagli altri ed è la paura del rifiuto o dell'abbandono in ogni sua forma di cui carichiamo inconsciamente la relazione. Questa paura non l'abbiamo più perché abbiamo attraversato quell'evento e abbiamo preso atto che magari fa un male cane, ma si supera e a volte si diventa persone migliori. La paura funziona un po' come l'ansia, si autoalimenta: se uno ha paura di nuotare e non si tuffa mai, la paura diventa sempre più grande. Se uno si tuffa, quando poi esce dalla piscina inevitabilmente la paura è molto ridimensioata se non addirittura scomparsa ed è un pensiero che non si ha più. Affrontare il fatto di essere soli, che può accadere in certi momenti della vita, e invece di pensare "sarò solo per tutta la vita" (che in un certo senso è un modo per distrarsi dal sofferenza che si ha in quel momento preciso a causa della solitudine) star proprio lì a sentire il male che fa il fatto che in quel momento non ci sia nessuno a vederci e considerarci, ti porta dopo un po' che stai male (ed è proprio fisiologico) ad accorgerti che cmq hai o sei qualcosa di bello. Non siamo fatti per una sofferenza infinta, non è fisiologica. Nel momento in cui riesci a sopportarla, la tua paura quasi scompare.
E, in ogni caso, se non c'è il bisogno di non restare soli ma solo il desiderio, ci si rapporta in un modo completametne diverso.

Più chiara o fumosa come prima?
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Messaggio  merla Dom Gen 20, 2013 4:02 pm

-Nessuno- ha scritto:
La tua posizione è eminentemente neuroscientifica e una volta la sostenevo pure io, ma in questi ultimi due anni ho cambiato idea. Io credo francamente che il concetto di autostima sia una delle più grandi "inesattezze" della storia. Non c'è uomo sulla terra che si basti o si sia bastato da solo, salvo qualche eremita. Togli la compagnia degli altri, togli gli affetti a qualsiasi "self made man" e costui diventerebbe un pazzo in pochi istanti, così ci si dovrebbe chiedere dove è finito il suo:"mi basto da solo". Quello che dico è che in realtà quando si dice che il processo di "imparare a bastarsi da soli" poi può portare a cercare con tranquillità e trovare anche l'amore, in realtà si sta dicendo che tale processo serve a...non bastarsi da soli. Alla tua domanda rispondo che no, non mi amo. Ma mi sto simpatico. E non è una risposta ironica, è la verità. Per me stesso provo simpatia, sono un tipo abbastanza eroico da meritare il mio rispetto.

Il problema è che io non ne sto facendo un discorso razionale.

Sto cercando di dire che dopo un abbandono/rifiuto/tradimento subito 6 giorni fa, diversamente dal passato io ho mollato le redini dei miei meccanismi di difesa completamente, ho un sentito un male porco, adesso a differenza di quando mi può essere successo in passato non sento più paure che avevo, non penso "resterò sola per sempre", "non avrò mai dei figli", "valgo poco", ecc. ecc. ecc.
Sto di cacchina perché una persona importante in un certo contesto in questo momento mi ha tradito e rifiutato, e non è bello. Ma non ho nessuna paura della solitudine in generale o di non avere la carte per realizzare il mio progetto di vita. La consapevolezza che questi dubbi li ho avuti in passato e che è una cosa superata, mi fa sentire una persona veramente splendida. :-)

E francamente che siano o meno valide considerazioni razionali che supportino la validità della mia esperienza di questo momento, non potrebbe veramente fregarmene di meno. Io lo sto vivendo e per me è così. Nessuno può "sostenere" quello che io sto vivendo adesso. :-)
Al massimo puoi non crederci e non credere che dopo di sta meglio. Il percorso personale di ogni persona è fare delle scelte senza essere certi della conseguenze. È tua la scelta di provare o no. Io posso solo dirti che smollare di colpo i propri meccanismi difensivi, tutti, fa spavento perché ti sembra di essere una barca in mezzo al mare mosso, ma è un tentativo che forse fatto se si ha anche solo il dubbio che proprio quei meccanismi forse ci condizionano la vita.
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Messaggio  -Nessuno- Dom Gen 20, 2013 4:50 pm

merla ha scritto:
-Nessuno- ha scritto:
La tua posizione è eminentemente neuroscientifica e una volta la sostenevo pure io, ma in questi ultimi due anni ho cambiato idea. Io credo francamente che il concetto di autostima sia una delle più grandi "inesattezze" della storia. Non c'è uomo sulla terra che si basti o si sia bastato da solo, salvo qualche eremita. Togli la compagnia degli altri, togli gli affetti a qualsiasi "self made man" e costui diventerebbe un pazzo in pochi istanti, così ci si dovrebbe chiedere dove è finito il suo:"mi basto da solo". Quello che dico è che in realtà quando si dice che il processo di "imparare a bastarsi da soli" poi può portare a cercare con tranquillità e trovare anche l'amore, in realtà si sta dicendo che tale processo serve a...non bastarsi da soli. Alla tua domanda rispondo che no, non mi amo. Ma mi sto simpatico. E non è una risposta ironica, è la verità. Per me stesso provo simpatia, sono un tipo abbastanza eroico da meritare il mio rispetto.

Il problema è che io non ne sto facendo un discorso razionale.

Sto cercando di dire che dopo un abbandono/rifiuto/tradimento subito 6 giorni fa, diversamente dal passato io ho mollato le redini dei miei meccanismi di difesa completamente, ho un sentito un male porco, adesso a differenza di quando mi può essere successo in passato non sento più paure che avevo, non penso "resterò sola per sempre", "non avrò mai dei figli", "valgo poco", ecc. ecc..
Ti capisco merla, se dici che non ne fai un discorso razionale ma esistenziale ti capisco. Solo che io, a me stesso, non riesco a farmi discorsi non razionali salvo uno: la fortuna. Io credo che mi servirebbe soltanto un po' di fortuna. Ogni volta che ho abbassato la guardia mi sono ritrovato un coltello alle costole. E' solo sfortuna la mia, in gran parte posso dire che è cosi.

-Nessuno-

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