alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica

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Messaggio  alfredo Mar Feb 05, 2008 2:38 pm

Dalla depressione di cui ho sofferto in passato ,( 8, 9 anni) in diversi periodi molto grave ,ho potuto venirne fuori con l'aiuto di riflessioni continue, con l'aiuto di buoni testi.
Siccome , credo che quello che si vive quando si e' depressi, dipenda dalle valutazioni, che si danno della realta' degli altri , di se stessi, e quindi sono pensieri, ho pensato che attraverso la modifica dei pensieri si puo' guarire.
Trasformare , le risposte negative degli eventi con altre positive, o se non e' sempre possibile , con altre meno negative.....ogni tanto me le devo rileggere, perche' mi scarico come una batteria... Very Happy

LA BASE DELLE CONVINZIONI IRRAZIONALI INEFFICACI
Sono le LETTURE INTERPRETATIVE che noi stessi diamo di episodi spiacevoli.
ASSOLUTIZZAZIONI VERSO DI SE'
ASSOLUTIZZAZIONI VERSO GLI ALTRI
ASSOLUTIZZAZIONI SULLA VITA /SUL MONDO

L'intensita' della reazione e' eccessiva, paralizzante , si presenta come assoluta .
E' un COMANDO un IMPERATIVO .
Le CONVINZIONI RAZIONALI EFFICACI sono invece delle linee guida , delle preferenze, delle aspettative legittime.

DOVERIZZAZIONI o uso assoluto del verbo DOVERE.
a)ritenere che io DEVO ASSOLUTAMENTE avere cio' che desidero ,
b)ritenere che gli altri DEVONO ASSOLUTAMENTE comportarsi in un certo modo ,
c)ritenere che le cose DEVONO ASSOLUTAMENTE andare in un certo modo .
Si considera come un'esigenza assoluta cio' che in realta' e' solo auspicabile, preferibile.

INSOPPORTABILITA' E INTOLLERANZA
a) non sopporto di essere cosi'... di reagire cosi' ....
b)non TOLLERO che gli altri......
c) non sopporto che possa accadere che .....
si esagera l'aspetto sgradevole di eventi, persone , determinando atteggiamenti di rabbia , paura evitamento .

CATASTROFIZZAZIONI
a) e' TERRIBILE che io sia tanto stupido da....
b) se mi dira' di no sara' una catastrofe ne usciro distrutto....
c) se mi succede questa cosa sara' ORRIBILE non potro' sopravvivere.....
Provocano intensa ansia perche' assolutizzano conseguenze vedendole come paralizzanti e inaffrontabili quando sarebbero solo fastidiose o spiacevoli.

INDISPENSABILITA' /BISOGNI ASSOLUTI
a) io NON POSSO ASSOLUTAMENTE rinunciare a ....
b)HO ASSOLUTO BISOGNO CHE GLI ALTRI.......
c) nella vita NON SI PUO' VIVERE SENZA......
Tendono a stare nell'area del TUTTO O NIENTE "e trasformano in bisogno assoluto cio' che e' una preferenza .

VALUTAZIONI GLOBALI SU SE STESSI E SUGLI ALTRI
a) poiche' ho fatto questi errori SONO UNO STUPIDO , visto che non ho superato l'esame sono un fallito...ecc
b) poiche' non mi ha aiutato in quell'occasione Luigi E' UN EGOISTA ..ecc...
c9 ho preso una punizione ingiustamente quindi nel MONDO NON C'E' GIUSTIZIA..ECC...
Si giudica una persona o gli eventi in modo globale a partire da alcuni casi o situazioni ,e' un eccesso di "generalizzazione"che chiude ogni possibile via d'uscita anche per il futuro ;comporta sentimenti di autodemerito , di autocondanna , di odio , di inutilita' verso impegni o cambiamenti .


Le INDICAZIONI DI AUTO AIUTO PER LA MESSA IN DISCUSSIONE E LA MODIFICAZIONE DELLE CONVINZIONI IRRAZIONALI INEFFICACI .......le postero' se vi ha interessato quello che ho scritto sopra.

SAluti
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Messaggio  armida Mer Feb 06, 2008 8:28 pm

davvero interssante
la difficoltà sta però nello sradicare questo modo di pensare. è dificile soprattutto quando si ha un vissuto oggettivamente negativo
se poi hai pure la predisposizione caratteriale...sei fottuto
cari saluti confused

armida

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty il pozzo nero infinito

Messaggio  Stef Mer Feb 06, 2008 9:50 pm

armida ha scritto:davvero interssante
la difficoltà sta però nello sradicare questo modo di pensare. è dificile soprattutto quando si ha un vissuto oggettivamente negativo
se poi hai pure la predisposizione caratteriale...sei fottuto
cari saluti confused

In effetti se sei veramente depresso ti rispecchi in quanto descritto da Alfredo.
Io mi ci rispecchio in pieno e non riesco ad evitarlo.
Credo che le cose siano giuste ma effettivamente c'è un punto di non ritorno a cui arrivano per esempio i suicidi.
E' un punto in cui si ritirano i remi in barca, in cui ci si rassegna del tutto, in cui si sopravvive senza alcuna speranza, in cui sei morto dentro e la vita è finita, in cui sai perfettamente ciò che gli altri non potranno mai sapere e capire e credere: cioè che è tutto inutile.
Naturalmente la vita può cambiare le carte in tavola per esempio facendoti trarre vantaggio psicologico da un evento traumatico, oppure da una nuova generazione di farmaci (la molecola P11) o da apparecchiature rivoluzionarie (pace-maker antidepressione) ma queste sono solo ipotesi o prspettive future: nel presente c'è il nulla, il vuoto, il pozzo nero infinito.
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Teoria e pratica...

Messaggio  Viola Gio Feb 07, 2008 9:22 am

La teoria quando non supportata dalla pratica rimane tale...La pratica quando non supportata da una buona teoria al minimo agisce per prove ed errori...Le autoanalisi non supportate da uno psicoterapista potrebbero rimanere tali poiche' non si ha il confronto di un relazionarsi...Da qui il cammino per prove ed errori....i cammini circolari autoriproducentesi...con conseguente scaricamento delle batterie..Il cammino o percorso con uno psicoterapeuta ci solleva dallo studiare teorie valide a colui che ha scelto di fare il percorso di studi scelto per la professione dello psicologo....a noi, sta solo presentare allo specialista che ha fatto per noi il percorso di studi i nostri dolori, pesi, confusioni, problemi...per agire al meglio per noi...per sondare e forse raschiare il fondo del nostro pozzo che e' finito, e non infinito...rivolgersi ai pozzi bui del mondo e' generalizzare, come rivolgersi ai pozzi bui dei futuri futuribili(vedi la pillola antidepressiva che ha menzionato Stef, e il pacemaker antidepressivo)...Se "VOLESSIMO" basterebbe raggiungere il nostro fondo del pozzo e eventualmente raschiarlo(a volte non e' nemmeno necessario, raschiarlo) parola del mio psicoterapeuta. A volte e' importante solo avvicinarcisi e studiare una NUOVA strategia assieme allo specialista...ma su QUEL FONDO ce lo postiamo noi...quando siamo pronti. A volte su quel fondo ci vogliamo rimanere per un po' o tutta la vita....Lo psicoterapeuta arriva dove vogliamo noi e ci sta accanto ci supporta, e quando non ne possiamo piu' ci aiuta ad agire....E' bello leggere sul fondo del pozzo....all'interno del quale , a volte, ci accomodiamo il nostro spazio, lo arrediamo...basta una morbida coperta, una lampada e leggiamo tutti i libri del mondo...dicendo, quando poi siamo stanchi e quello spazio ci va stretto uffa! come e' buio e freddo qua giu'....ripiegati nei nostri assolutismi, negativita' e distorsioni delle nostre elucubrazioni-pensieri, ci inventiamo che anche il mondo la' fuori forse e' peggio....forse! Leggere fa bene ed e' importante,ma manca l'azione. All'autoanalisi manca il confronto e l'azione. Come a chi arriva nel fondo del pozzo e non vuole agire...Difronte a tutto cio' manca una buona dose di azione...forse l'unica determinante fonte del cambiamento.Quello che fa uscire dal pozzo!!! Ora perdonatemi, non posso rileggere cio' che ho scritto....ho limitatezza dovuta al Pc ...scrivo da un vecchio Pc perche' il mio e' rotto....Ho scritto questa risposta di getto e di panza....Un abbraccio a tutti. Viola:-) cyclops
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty sono daccordo

Messaggio  alfredo Gio Feb 07, 2008 1:43 pm

che le teorie, non supportate dalla pratica,sono inutili. Sia leggere che andare da uno psicoterapeuta, implica poi dover modificare dei comportamenti, agire.
Le teorie lette sui libri e quelle trasmesse dai terapeuti, aggiungono punti di vista nuovi, della realta' che noi percepiamo dolorosa, possibilita' di azione nuove.

Se uno pensa di risolvere la sua depressione avvalendosi di uno psicoterapeuta, penso sia una scelta rispettabilissima, se inoltre gli causa un malessere intenso e difficile da capirne le cause., oltre che rapprensentagli una garanzia migliore, invece che interventi "fai da te".

Io pero' da quando ero caduto in depressione mi sono chiesto il perche', prima credendo che fosse una malattia che veniva cosi' da sola senza cause apparenti, e che i farmaci avrebbero ristabilito un equilibrio perso accidentalmente. Poi ho capito che il tutto era in relazione a cosa si provava, a quali emozioni scaturivano di fronte agli eventi.
Mi sono accorto che ogn'uno ha reazioni emotive diverse, alcune fanno stare bene altre no.
Mi sono detto allora , perche' non impararle?
Non credo di essere cosi' sguarnito dal punto di vista della comprensione che IO non ci possa fare niente.
Se le teorie mi fanno vedere la realta' in modo diverso posso anche sperimentare agiti diversi.
Allo stesso modo che puo' fare un terapeuta, dove li' pero', e lui che da' le indicazioni.
Come non esiste una garanzia sia che si faccia da soli che seguiti, si e' esposti a ricadute ( le batterie che si scaricano) perche' per quanto sia competente il terapeuta, non ha la possibilita' di rifarci nuovi.
Ed anche una buona terapia che da' i risultati migliori, avremo sempre dei dubbi , delle incertezze e dei malumori.

Ma i dubbi , le incertezze, le malinconie che prendono tutte le persone, malate o meno , fanno parte della vita umana, e si e' disposti ad accattarle.perche' sperimentiamo anche dosi sufficienti di serenita'.

IO credo che siccome stare meglio significa pensare meglio e agire soprattutto meglio, prima si avranno conoscenze migliori, prima si sara' portati ad agire meglio. E il dialogo interiore non si aziona esclusivamente nello studio del terapeuta.
E' una CONVINZIONE IRRAZIONALE DELLA SQUALIFICA DELL'IO
,

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Messaggio  alfredo Gio Feb 07, 2008 1:47 pm

che le teorie, non supportate dalla pratica,sono inutili. Sia leggere che andare da uno psicoterapeuta, implica poi dover modificare dei comportamenti, agire.
Le teorie lette sui libri e quelle trasmesse dai terapeuti, aggiungono punti di vista nuovi, della realta' che noi percepiamo dolorosa, possibilita' di azione nuove.

Se uno pensa di risolvere la sua depressione avvalendosi di uno psicoterapeuta, penso sia una scelta rispettabilissima, se inoltre gli causa un malessere intenso e difficile da capirne le cause., oltre che rapprensentagli una garanzia migliore, invece che interventi "fai da te".

Io pero' da quando ero caduto in depressione mi sono chiesto il perche', prima credendo che fosse una malattia che veniva cosi' da sola senza cause apparenti, e che i farmaci avrebbero ristabilito un equilibrio perso accidentalmente. Poi ho capito che il tutto era in relazione a cosa si provava, a quali emozioni scaturivano di fronte agli eventi.
Mi sono accorto che ogn'uno ha reazioni emotive diverse, alcune fanno stare bene altre no.
Mi sono detto allora , perche' non impararle?
Non credo di essere cosi' sguarnito dal punto di vista della comprensione che IO non ci possa fare niente.
Se le teorie mi fanno vedere la realta' in modo diverso posso anche sperimentare agiti diversi.
Allo stesso modo che puo' fare un terapeuta, dove li' pero', e lui che da' le indicazioni.
Come non esiste una garanzia sia che si faccia da soli che seguiti, si e' esposti a ricadute ( le batterie che si scaricano) perche' per quanto sia competente il terapeuta, non ha la possibilita' di rifarci nuovi.
Ed anche una buona terapia che da' i risultati migliori, avremo sempre dei dubbi , delle incertezze e dei malumori.

Ma i dubbi , le incertezze, le malinconie che prendono tutte le persone, malate o meno , fanno parte della vita umana, e si e' disposti ad accattarle.perche' sperimentiamo anche dosi sufficienti di serenita'.

IO credo che siccome stare meglio significa pensare meglio e agire soprattutto meglio, prima si avranno conoscenze migliori, prima si sara' portati ad agire meglio. E il dialogo interiore non si aziona esclusivamente nello studio del terapeuta.
saluti
Alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Teoria e pratica II ...

Messaggio  Viola Gio Feb 07, 2008 7:37 pm

Tu scrivi: "E il dialogo interiore non si aziona esclusivamente nello studio del terapeuta." - Certo che si, anzi, dal terapeuta lo si deve tirar fuori, il dialogo da interiore diventa esteriore...lo porti fuori e lo metti in relazione. Solo in questo modo avviene la psicoterapia...altrimenti avviserei subitamente lo psicologo delle sue doti telepatiche...A parte i giochini, ti spiego, credo di avercela un po' con chi sostiene l'autoanalisi...Mi ricordi una persona allucinante che mi urlo' che era da cinque anni in autoanalisi...No comment oltre....Quindi , scusa Alfredo, quando ti rapporti con noi del forum tu ci parli delle tue esperienze con i libri e le conseguenti relazioni e analisi tra te e i libri?
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Credo che...

Messaggio  Stef Gio Feb 07, 2008 9:05 pm

... si possa fare autoanalisi se si è psicoanalisti. Per essere psicoanalisti si deve però aver fatto un periodo di vari anni di analisi, poi quando si inizia ad avere pazienti si rimane con lo psicoanalista "padre" (cioè quello che ti ha fatto analisi nel tirocinio) per avere sempre un riferimento. Solo dopo tanti anni si diventa autonomi.
Alla fine si può fare un po' di autoanalisi ma rimane comunque appannaggio di pochi (Freud, Cesare Musatti...).
Importante a livello didattico è l'analisi dei propri sogni.
Ma noi non siamo psicoanalisti, che parlo a fare? Very Happy Smile Surprised Shocked Cool Laughing Razz Rolling Eyes Wink tongue bounce Basketball drunken affraid pirat
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty vedo di spiegarmi meglio

Messaggio  alfredo Gio Feb 07, 2008 11:10 pm

Viola ha scritto:Tu scrivi: "E il dialogo interiore non si aziona esclusivamente nello studio del terapeuta." - Certo che si, anzi, dal terapeuta lo si deve tirar fuori, il dialogo da interiore diventa esteriore...lo porti fuori e lo metti in relazione. Solo in questo modo avviene la psicoterapia...altrimenti avviserei subitamente lo psicologo delle sue doti telepatiche...A parte i giochini, ti spiego, credo di avercela un po' con chi sostiene l'autoanalisi...Mi ricordi una persona allucinante che mi urlo' che era da cinque anni in autoanalisi...No comment oltre....Quindi , scusa Alfredo, quando ti rapporti con noi del forum tu ci parli delle tue esperienze con i libri e le conseguenti relazioni e analisi tra te e i libri?
I disturbi depressivi sono generati dalla nostra attivita' cerebrale , e possono essere radicati a livelli preconsci fino all'inconscio piu' profondo.
Generalmente piu sono nell' inconscio piu' e' difficile arrivare a questi pensieri,che si scatenano in modo automatico non passibili di modifica volontaria, .... e allora li, si che serve uno psicoanalista, ma molte depressioni non sono di questo tipo, e le indicazioni che ho dato posssono essere efficaci perche' permettono di gestire le emozioni negative , o cambiare proprio convinzoni.
Lo psicoterapeuta , nella sua azione agisce sulla parte preconscia , che puo' essere ancora modificata, altrimenti se i disturbi fossero di una tale profondita' , lui stesso non otterrebbe dei risultati e consiglierebbe di rivolgersi a uno psicoanalista.

IO parlo quindi di disturbi a livello preconscio,....ho parlato in vari post, dei sintomi gravi di cui ho sofferto, non ho parlato delle cause scatenanti e di quelle che me la cronicizzavano, ( 8...9...anni ,,,me l'avevano diagnosticata cronica) perche' mi e' sembrato che nessuno fosse interessato a conoscerle.Lo farei ......in caso contrario.

Credevo che , i miei discorsi non venissero percepiti solo come "teorie" , visto che il livello lessicale, e la profondita' dei pensieri espressa dai frequentatori del forum, e' molto alta.
Mi dispiace, un po' ......
Saluti a tutti
Alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Secondo me

Messaggio  merla Ven Feb 08, 2008 10:20 am

i tuoi post vengono percepiti come molto teorici, non a causa del lessico o della profondità dei concetti che usi, ma perchè il tuo stile suona piuttosto distaccato e impersonale, e risulta un po' 'accademico'.
Se magari riportassi qualche esperienza, o usassi un tono un po' più empatico, probabilmente cattureresti maggiormente l'attenzione di chi ti legge, e forniresti un apporto più personale ed esperienziale alle discussioni.

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Hei Alfredinoooo :-)

Messaggio  Viola Ven Feb 08, 2008 11:27 am

Tu scrivi:"....ho parlato in vari post, dei sintomi gravi di cui ho sofferto,"--Questo e' vero,ma credevo che visto il tuo alto livello lessicale, non avendo mai voluto scrivere dei tuoi motivi piu' o meno profondi, che tu non ne volessi parlare e sempre per le suddette proprieta' lessicali, non me la sono sentita di chiederti cose, credevo che tu non ne volessi scrivere....non che non ne fossi interessata. E per la telepatia mi sto attrezzando Very Happy Tu scrivi: "non ho parlato delle cause scatenanti e di quelle che me la cronicizzavano, ( 8...9...anni ,,,me l'avevano diagnosticata cronica) perche' mi e' sembrato che nessuno fosse interessato a conoscerle."---Ora sai che per me non e' cosi'--Tu scrivi:"-Lo farei ....."---Ok, ora se vuoi, puoi farlo!
Tu scrivi:"Credevo che , i miei discorsi non venissero percepiti solo come "teorie" ---Beh, in verita' era proprio cosi'--Tu scrivi:--visto che il livello lessicale, e la profondita' dei pensieri espressa dai frequentatori del forum, e' molto alta.---Beh, avrai capito che per la depressione non servono titoli, anzi non ne risparmia uno...della serie " alla faccia dei giuramenti d'Ippocrate!!!" Cool
Tu scrivi:"Mi dispiace, un po' ......"---Ti credo, io sarei andata nel pallone non sentendomi capita!!! Ne ho il terrore!!! Tu invece hai conservato una a plomb Harvardiana strepitosaaaaa...A presto
Alfredo...Viola;-)
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Messaggio  alfredo Ven Feb 08, 2008 1:51 pm

merla ha scritto:i tuoi post vengono percepiti come molto teorici, non a causa del lessico o della profondità dei concetti che usi, ma perchè il tuo stile suona piuttosto distaccato e impersonale, e risulta un po' 'accademico'.
Se magari riportassi qualche esperienza, o usassi un tono un po' più empatico, probabilmente cattureresti maggiormente l'attenzione di chi ti legge, e forniresti un apporto più personale ed esperienziale alle discussioni.

merla Basketball
La scelta di usare uno stile teorico , ma che non definirei tale,( semmai senza riferimenti a esperienze personali) e'stata fatta sia perche' anche parlando in questo modo vi e' la possibilita' di calarla nel concreto di ogn'uno ,(grazie alla vostra cultura) sia perche' non avendo quasi mai ricevuto risposte , a parte rare volte in cui ci si e' soffermati solo sulla forma e non sui contenuti che ho esposto, non si e' creata una empatia sufficiente.
SAluti
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty ah viola.....invece.

Messaggio  alfredo Ven Feb 08, 2008 2:19 pm

Viola ha scritto:Tu scrivi:"....ho parlato in vari post, dei sintomi gravi di cui ho sofferto,"--Questo e' vero,ma credevo che visto il tuo alto livello lessicale, non avendo mai voluto scrivere dei tuoi motivi piu' o meno profondi, che tu non ne volessi parlare e sempre per le suddette proprieta' lessicali, non me la sono sentita di chiederti cose, credevo che tu non ne volessi scrivere....non che non ne fossi interessata. E per la telepatia mi sto attrezzando Very Happy Tu scrivi: "non ho parlato delle cause scatenanti e di quelle che me la cronicizzavano, ( 8...9...anni ,,,me l'avevano diagnosticata cronica) perche' mi e' sembrato che nessuno fosse interessato a conoscerle."---Ora sai che per me non e' cosi'--Tu scrivi:"-Lo farei ....."---Ok, ora se vuoi, puoi farlo!
Tu scrivi:"Credevo che , i miei discorsi non venissero percepiti solo come "teorie" ---Beh, in verita' era proprio cosi'--Tu scrivi:--visto che il livello lessicale, e la profondita' dei pensieri espressa dai frequentatori del forum, e' molto alta.---Beh, avrai capito che per la depressione non servono titoli, anzi non ne risparmia uno...della serie " alla faccia dei giuramenti d'Ippocrate!!!" Cool
Tu scrivi:"Mi dispiace, un po' ......"---Ti credo, io sarei andata nel pallone non sentendomi capita!!! Ne ho il terrore!!! Tu invece hai conservato una a plomb Harvardiana strepitosaaaaa...A presto
Alfredo...Viola;-)

ti sei gia' attrezzata di telepatia perche' pensando che io non le volessi scivere hai pensato di non chiederle!
Non si chiama pero' telepatia , ma l"lettura del pensiero" che pero' spesso e' fallace perche' non corrisponde sempre alla verita'., meglio accertarsi di qualcosa chiedendola all'interessato, altrimenti ci si puo' sbagliare.

Purtroppo sto notando che il livello della comunicazione si e' spostato da uno "evidente " di richiesta di precisazioni a un'altro , risentito , per aver fatto degli apprezzamenti al livello di cultura? o che altro?,,,spiegamelo.

Il modo di comunicare viene sempre scelto in base al tipo di interlocutore con cui si dialoga, e certi concetti apparentemente teorici vengono compresi nel modo piu completo da persone con cultura piu' elevata.
Te la sei presa perche' ti ho dato della acculturata?? Non avrei parlato in questo modo se avessi saputo di parlare con persone sempliciotte.
Inoltre ...l'ho detto altre volte, io non me la prendo quasi mai su quello che uno dice di me, e non vedo alcun motivo per prendermela adesso.
Ciao
Alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Dai Alfredo! - e poi un quesito per tutti

Messaggio  Stef Ven Feb 08, 2008 2:22 pm

vedo apertura sia da viola che da merla.
Son sicuro pure da altri e altre che non hanno risposto solo perché non stanno in linea o perché troppo depresse o stanno fuori.
Ripeto, io vedo disponibilità quindi se vuoi puoi dire di te.
E' giusto che vi siano vari livelli di profondità tra conscio e incoscio. Forse qualcosa si può fare a livello non solo inconscio altrimenti sarebbe tutto inutile (ma quando sto depresso penso sempre che è tutto inutile, lo sento, lo vivo, cpisci?).
Io ho molto bisogno di persone con cui incontrarmi, con cui avere un incontro autentico, un rapporto (anche su internet). A volte penso che se venisse una persona a casa mia alleggerirebbe la tensione che c'è in famiglia e la mia depressione. Io sto vivendo una situazione molto particolare con mia moglie e con i miei figli. Mio figlio di 14 anni già da anni è sfiduciato, dice che sono un depresso cronico, che a casa si sente sempre stanco. Non ha amici ma noto che con le persone adulte "attacca", va bene. Poi io ho una relazione con una che si è innamorata pazzamente di me e non riesco a sganciarla per pura pietà (ma sincera, ti giuro, non so cosa farei per aiutarla - vive anche dei drammi sulk lavoro perso, sulla figlia sottrastta dal tribulnale per tre anni, salute e sfratto di casa). Quest'ultima situazione è da aprile. Poi vado da un neuropsichiatra primario ospedaliero, da una psicologa e da un dietologo ricercatore in neuroscienze, e vedo che non vado avanti di un passo.
Guardando dei miei scritti (diari e vari) del 1972 vedo che vado indietro invece che avanti.

Scusate, ho parlato troppo di me. Ma vorrei porvi un quesito (a tutti): il parlare di sé, il confidarsi, il chiedere direttamente o indirettamente aiuto, è un amo a cui si spera abbocchino gli altri (per portarli a sé, alla propria tesi, a farsi compatire) o sono segnali sinceri di aiuto ad uscirne fuori.
Io sono io e non lo so (cioè, io lo dovrei sapere per me ma non so decifrare i miei segnali).
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty non credo che viola e altri...

Messaggio  Stef Ven Feb 08, 2008 2:38 pm

alfredo ha scritto:
Viola ha scritto:Tu scrivi:"....ho parlato in vari post, dei sintomi gravi di cui ho sofferto,"--Questo e' vero,ma credevo che visto il tuo alto livello lessicale, non avendo mai voluto scrivere dei tuoi motivi piu' o meno profondi, che tu non ne volessi parlare e sempre per le suddette proprieta' lessicali, non me la sono sentita di chiederti cose, credevo che tu non ne volessi scrivere....non che non ne fossi interessata. E per la telepatia mi sto attrezzando Very Happy Tu scrivi: "non ho parlato delle cause scatenanti e di quelle che me la cronicizzavano, ( 8...9...anni ,,,me l'avevano diagnosticata cronica) perche' mi e' sembrato che nessuno fosse interessato a conoscerle."---Ora sai che per me non e' cosi'--Tu scrivi:"-Lo farei ....."---Ok, ora se vuoi, puoi farlo!
Tu scrivi:"Credevo che , i miei discorsi non venissero percepiti solo come "teorie" ---Beh, in verita' era proprio cosi'--Tu scrivi:--visto che il livello lessicale, e la profondita' dei pensieri espressa dai frequentatori del forum, e' molto alta.---Beh, avrai capito che per la depressione non servono titoli, anzi non ne risparmia uno...della serie " alla faccia dei giuramenti d'Ippocrate!!!" Cool
Tu scrivi:"Mi dispiace, un po' ......"---Ti credo, io sarei andata nel pallone non sentendomi capita!!! Ne ho il terrore!!! Tu invece hai conservato una a plomb Harvardiana strepitosaaaaa...A presto
Alfredo...Viola;-)

ti sei gia' attrezzata di telepatia perche' pensando che io non le volessi scivere hai pensato di non chiederle!
Non si chiama pero' telepatia , ma l"lettura del pensiero" che pero' spesso e' fallace perche' non corrisponde sempre alla verita'., meglio accertarsi di qualcosa chiedendola all'interessato, altrimenti ci si puo' sbagliare.

Purtroppo sto notando che il livello della comunicazione si e' spostato da uno "evidente " di richiesta di precisazioni a un'altro , risentito , per aver fatto degli apprezzamenti al livello di cultura? o che altro?,,,spiegamelo.

Il modo di comunicare viene sempre scelto in base al tipo di interlocutore con cui si dialoga, e certi concetti apparentemente teorici vengono compresi nel modo piu completo da persone con cultura piu' elevata.
Te la sei presa perche' ti ho dato della acculturata?? Non avrei parlato in questo modo se avessi saputo di parlare con persone sempliciotte.
Inoltre ...l'ho detto altre volte, io non me la prendo quasi mai su quello che uno dice di me, e non vedo alcun motivo per prendermela adesso.
Ciao
Alfredo

Certo che non basta la lettura del pensiero, la risposta di viola era ironica ma bonaria, non cattiva!
Non credo che nessuno si sia risentito con te per il livello di cultura: se vuoi puoi parlare di te. Io credo che se ti trovi meglio puoi continuare con lo stesso livello, io almeno ti accetto (tu però accetta le critiche, quelle sincere, quelle costruttive che sono d'amore - pensiero mio).
Ciao
Stef
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Precisazione...

Messaggio  Viola Ven Feb 08, 2008 3:13 pm

Purtroppo sto notando che il livello della comunicazione si e' spostato da uno "evidente " di richiesta di precisazioni a un'altro , risentito , per aver fatto degli apprezzamenti al livello di cultura? o che altro?,,,spiegamelo.

In verita' chi ha scritto,ponendo l'accento sul "livello culturale e l' alta capacita' lessicale" sei proprio tu..Ora, adesso, chiarite le idee e i punti di vista, perche' continui a porre e spostare l'attenzione su tale argomento, quando oramai tutti ti abbiamo spiegato che non e' il livello che ci interessa ma i contenuti delle esperienze? Sono molto interessanti le cose che riporti fedeli dalle tue letture...Per esempio quando sottolinei le differenze tra inconscio superficiale e profondo...molto interessante...Ma , subito dopo mi chiedo come fare? COME? Sarebbe altrettanto interessante saperlo non credi? Perche' e' vero, tu metti poi difronte al proprio vissuto...Diciamo che lo applichiamo alle NOSTRE esperienze...per chi ne e' capace...Per chi non ne e' capace cosa proponi? Di rileggere all'infinito cio' che scrivi? Poi trovo abbastanza snob scrivere che tanto tu non te la prendi comunque....Lo avevo notato quando ti ho scritto della tua plomb Harvardiana...Ecco, ti trovo snob....e anche un pochino Robokoppiano...Ma cio' non toglie che ti leggo molto volentieri... @
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Alfredo

Messaggio  Stef Ven Feb 08, 2008 3:22 pm

Ho conosciuto viola per telefono e posso dirti che non bada al livello esteriore ma alla sostanza.
E' una buona anche se tosta.
Non prendiamocela fra di noi.
Parliamone, discutiamone.
In effetti siete entrambi usciti dalla depressione, lei in cura, tu, mi sembra, definitivamente.
Un salutone a tutti
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Messaggio  merla Ven Feb 08, 2008 6:07 pm

Non sono contraria a farmaci e psicologhi, ma non ne sono neanche fanatica.

Quello che scrivi in merito alfredo, quasi sicuramente è valido per ogni depresso e anche per ogni ansioso, quando si trovano in uno stato ansioso o depressivo, e sicuramente apprendere quali atteggiamenti vanno cambiati è un'ottima tecnica per affrontare e in certi casi superare la depressione. Però non credo che in generale si possa affermare che tali atteggiamenti sono la 'causa' della depressione, che ormai tutti sanno che può avere tantissime cause: esperienze vissute, stress, predisposizione, squilibri ormonali, stati di deperimento fisico etc.

Il ruolo di psicoterapia e dei farmaci però deve essere considerato nel suo insieme. Come ben saprai, in uno stato di depressione o di ansia molti forti, manca la lucidità necessaria a riportare nella quotidianità le considerazioni relative alla propria valutazione di sè e degli altri, e una volta anche acquisita questa lucidità, spesso manca la determinazione e la forza di volontà necessarie ad applicare un modo di pensare più positivo. Ed è in queste situazioni che farmaci a terapeuti diventano fondamentali.

Riguardo alla comune percezione dei tuoi post...senza stare a vedere se sono accademici o meno, che non è importante, ma se non ottieni un certo tipo di feedback da chi ti legge, e se invece più d'uno trova i tuoi post 'teorici', perché non provi semplicemente a cambiare stile?
Sempre che tu scriva con l'intento di averlo questo feedback, chiaramente

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty tralasciando il ginepraio...

Messaggio  alfredo Ven Feb 08, 2008 10:38 pm

vediamo di andare avanti .....queste indicazioni si rivolgono a chi per almeno qualche cosa si ritrova nelle situazioni descritte nel mio primo post,....ma richiedono una lettura attenta, per trovare i collegamenti alla propria vita reale. Io conosco queste, di queste posso parlare , di altre notivazioni che possono far cadere in depressione ..come .disfunzioni ormonali o altre cause non saprei niente.
SE qualcuno si e'ritrovato, si puo' approfondire , anche se so che altre spiegazioni sarebbero necessarie , purtoppo e' difficile riassumere troppo.
Esempio di convinzioni assolute: IO HO ASSOLUTO BISOGNO di venire amato, approvato da tutte le persone significative per me ,
altrimenti
E' CATASTROFICO TERRIBILE INSOPPORTABILE.
IO DEVO ASSOLUTAMENTE essere adeguato , competente in tutto cio' che faccio o in cio' che mi interessa
altrimenti?
SONO INDEGNO , NON VALGO NULLA

Il riferimento a queste CONVINZIONI ASSOLUTE comporta delle REAZIONI EMOTIVE intense oltre l'accettabile,
Esempio
dispiaciuto
deluso
scoraggiato
depresso
disperato
sE PONIAMO una SCALA DI INTENSITA' DELLE EMOZIONI SPIACEVOLI da 1 a 5 possiamo dire che dal 3 in poi sono scattate le CONVINZIONI IRRAZIONALI.

Ogni volta che ci sentiamo in forte disagio e prendiamo coscienza che e' scattato dentro di noi un giudizio , una convinzione chiediamoci:
questo pensiero e' realistico?
e' logico?
e' flessibile?
mi aiuta a vivere meglio e ad affrontare i problemi in modo efficace?

SEguEe poi la DISCUSSIONE SPECIFICA delle CATEGORIE DI ASSOLUTIZZAZIONI,....(CHE ORA DESCIVERO SOLo
due perche' e' tardi



ARGOMENTAZIONI CONTRO LE CATASTROFIZZAZIONI
come posso dimostrare che e' insopportabile, intollerabile?
come posso sostenere che diversamente non potrei sopravvivere? in che senso?
al massimo si tratta di una cosa molto spiacevole , dolorosa,che preferirei evitare , ma posso sempre sopravvivere.

ARGOMENTAZIONI CONTRO LE VALUTAZIONI GLOBALI
come posso da un comportamento valutare tutta una persona?
come posso dire che certe persone o situazioni non cambieranno mai?
posso giudicare il comportamento non le persone che sono sempre diverse dalla somma dei loro comportamenti visibili a me

Queste ed altre regole pratiche per superare il disagio emotivo hanno bisogno di esercizio continuo, perche' facciano parte dei pensieri della mente e che non siano sopraffatti da quelli negativi presenti in modo automatico .

Saluti
Alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty posso chiederti qualche cosa per vedere se

Messaggio  alfredo Sab Feb 09, 2008 2:12 pm

Stef ha scritto:vedo apertura sia da viola che da merla.
Son sicuro pure da altri e altre che non hanno risposto solo perché non stanno in linea o perché troppo depresse o stanno fuori.
Ripeto, io vedo disponibilità quindi se vuoi puoi dire di te.
E' giusto che vi siano vari livelli di profondità tra conscio e incoscio. Forse qualcosa si può fare a livello non solo inconscio altrimenti sarebbe tutto inutile (ma quando sto depresso penso sempre che è tutto inutile, lo sento, lo vivo, cpisci?).
Io ho molto bisogno di persone con cui incontrarmi, con cui avere un incontro autentico, un rapporto (anche su internet). A volte penso che se venisse una persona a casa mia alleggerirebbe la tensione che c'è in famiglia e la mia depressione. Io sto vivendo una situazione molto particolare con mia moglie e con i miei figli. Mio figlio di 14 anni già da anni è sfiduciato, dice che sono un depresso cronico, che a casa si sente sempre stanco. Non ha amici ma noto che con le persone adulte "attacca", va bene. Poi io ho una relazione con una che si è innamorata pazzamente di me e non riesco a sganciarla per pura pietà (ma sincera, ti giuro, non so cosa farei per aiutarla - vive anche dei drammi sulk lavoro perso, sulla figlia sottrastta dal tribulnale per tre anni, salute e sfratto di casa). Quest'ultima situazione è da aprile. Poi vado da un neuropsichiatra primario ospedaliero, da una psicologa e da un dietologo ricercatore in neuroscienze, e vedo che non vado avanti di un passo.
Guardando dei miei scritti (diari e vari) del 1972 vedo che vado indietro invece che avanti.

Scusate, ho parlato troppo di me. Ma vorrei porvi un quesito (a tutti): il parlare di sé, il confidarsi, il chiedere direttamente o indirettamente aiuto, è un amo a cui si spera abbocchino gli altri (per portarli a sé, alla propria tesi, a farsi compatire) o sono segnali sinceri di aiuto ad uscirne fuori.
Io sono io e non lo so (cioè, io lo dovrei sapere per me ma non so decifrare i miei segnali).

c'e' la possibilita' di alleggerire il fardello che provi.
Nelle varie occasioni di vita , cosa dici a te stesso?
Quando tuo figlio ti dice :"sei un depresso cronico",,,,cosa provi? colpa?......se fosse questa l'emozione, pensi che ci si debba sentire in colpa se si ha una malattia? credi ci si debba sentire responsabili di avere una malattia?...io credo di no!
Forse tuo figlio ti dice questo perche' reclama, il suo bisogno di essere sostenuto.
Se ancora non ti senti in grado di farlo , puoi sempre garantirgli la tua presenza, il tuo ascolto delle sue difficolta', dei suoi vissuti, e poi chiedergli in quale modo potrebbe risolvere i suoi problemi di socializzazione.
Dare la ricetta confezionata, anche se lui si aspetta questo, non permette lo sviluppo di una sana autostima, ma crea forme di dipendenza e la sensazione di non essere mai capace di affrontare da solo le situazioni.
se ti va di rispondere , ti ascolto con piacere
saluti
Alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Robokoppiano?

Messaggio  alfredo Sab Feb 09, 2008 2:36 pm

Viola ha scritto:Purtroppo sto notando che il livello della comunicazione si e' spostato da uno "evidente " di richiesta di precisazioni a un'altro , risentito , per aver fatto degli apprezzamenti al livello di cultura? o che altro?,,,spiegamelo.

In verita' chi ha scritto,ponendo l'accento sul "livello culturale e l' alta capacita' lessicale" sei proprio tu..Ora, adesso, chiarite le idee e i punti di vista, perche' continui a porre e spostare l'attenzione su tale argomento, quando oramai tutti ti abbiamo spiegato che non e' il livello che ci interessa ma i contenuti delle esperienze? Sono molto interessanti le cose che riporti fedeli dalle tue letture...Per esempio quando sottolinei le differenze tra inconscio superficiale e profondo...molto interessante...Ma , subito dopo mi chiedo come fare? COME? Sarebbe altrettanto interessante saperlo non credi? Perche' e' vero, tu metti poi difronte al proprio vissuto...Diciamo che lo applichiamo alle NOSTRE esperienze...per chi ne e' capace...Per chi non ne e' capace cosa proponi? Di rileggere all'infinito cio' che scrivi? Poi trovo abbastanza snob scrivere che tanto tu non te la prendi comunque....Lo avevo notato quando ti ho scritto della tua plomb Harvardiana...Ecco, ti trovo snob....e anche un pochino Robokoppiano...Ma cio' non toglie che ti leggo molto volentieri... @

Cosa vuol dire??...mai sentito questo termine....! Very Happy e mi trovi anche snob??? Very Happy
ti sei meravigliata che io non me la sia presa, e tu dici che saresti andata nel pallone se ti fossi accorta di non essere stata capita . E' cosi'?
Allora.....cosa ti dici quando qualcuno non ti capisce? se oltre al disagio che provi , puoi arrivare a capire quale pensiero scaturisce , si e' gia' a un buon punto,
.." lui non mi capisce, allora?.....vuol dire che io ?? o lui?? ....se riesci a dare una risposta , c'e' il materiale per la prosecuzione.
alla prossima
Alfredo

alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty ora lo dico io OVVIO !!!!

Messaggio  alfredo Sab Feb 09, 2008 3:05 pm

c
merla ha scritto:Non sono contraria a farmaci e psicologhi, ma non ne sono neanche fanatica.

Quello che scrivi in merito alfredo, quasi sicuramente è valido per ogni depresso e anche per ogni ansioso, quando si trovano in uno stato ansioso o depressivo, e sicuramente apprendere quali atteggiamenti vanno cambiati è un'ottima tecnica per affrontare e in certi casi superare la depressione. Però non credo che in generale si possa affermare che tali atteggiamenti sono la 'causa' della depressione, che ormai tutti sanno che può avere tantissime cause: esperienze vissute, stress, predisposizione, squilibri ormonali, stati di deperimento fisico etc.

Il ruolo di psicoterapia e dei farmaci però deve essere considerato nel suo insieme. Come ben saprai, in uno stato di depressione o di ansia molti forti, manca la lucidità necessaria a riportare nella quotidianità le considerazioni relative alla propria valutazione di sè e degli altri, e una volta anche acquisita questa lucidità, spesso manca la determinazione e la forza di volontà necessarie ad applicare un modo di pensare più positivo. Ed è in queste situazioni che farmaci a terapeuti diventano fondamentali.


Riguardo alla comune percezione dei tuoi post...senza stare a vedere se sono accademici o meno, che non è importante, ma se non ottieni un certo tipo di feedback da chi ti legge, e se invece più d'uno trova i tuoi post 'teorici', perché non provi semplicemente a cambiare stile?
Sempre che tu scriva con l'intento di averlo questo feedback, chiaramente

Basketball
che la depressione puo avere molte cause, e che farmaci e psicoterapeuti servono all'occorrenza, io parlo di quello che possiamo conoscere, le valutazioni che la nostra mente da di se stessi , degli altri , la propria costruzione del mondo insomma.partendo dalle nostre capacita'.
E ancora ,,,,un OVVIO !!!!!!......., che non si riesce ad accettare questi stimoli in piena crisi!!!!!

Riguardo alla possibilita' di cambiare stile, per renderlo meno teorico, si dovrebbe entrare un po piu' nei vissuti, cercare di capire cosa " si prova" di fronte alle varie esperienze di vita., non tanto di maggiori particolari, quanto di maggiore conoscenza delle emozioni e valutazioni che accompagnano gli eventi.

IO ad esempio nel mio lavoro , tempi fa , venivo a casa sempre molto arrabbiato, furioso direi , e quello che dicevo a me stesso era :" non sono capace di fare questo lavoro".....ovvero non accettavo i miei limiti.
Lo sconvolgimento emtivo era enorme, irrazionale insomma, ma io non riuscivo a vederla diversamente.
Ci ho messo anni per modificare questa convinzione, ....infatti non e' detto che non serva molto tempo.
Viola si arrende se non riesce a cambiare subito ?....
Questo genere di apprendimenti hanno bisogno di molto tempo , perche' per scalzare una convinzione, che e' radicata a livello fisico nelle cellule cerebrali, c'e' bisogno di stimolazioni continue.
Il nostro vervello e' plastico , quindi soggetto a continue modifiche, ma molto piu lente , quando questo e' gia formato come nell'eta' adulta.
saluti
Alfredo

alfredo

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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty Re: alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica

Messaggio  Stef Sab Feb 09, 2008 8:00 pm

alfredo ha scritto:
Stef ha scritto:vedo apertura sia da viola che da merla.
Son sicuro pure da altri e altre che non hanno risposto solo perché non stanno in linea o perché troppo depresse o stanno fuori.
Ripeto, io vedo disponibilità quindi se vuoi puoi dire di te.
E' giusto che vi siano vari livelli di profondità tra conscio e incoscio. Forse qualcosa si può fare a livello non solo inconscio altrimenti sarebbe tutto inutile (ma quando sto depresso penso sempre che è tutto inutile, lo sento, lo vivo, cpisci?).
Io ho molto bisogno di persone con cui incontrarmi, con cui avere un incontro autentico, un rapporto (anche su internet). A volte penso che se venisse una persona a casa mia alleggerirebbe la tensione che c'è in famiglia e la mia depressione. Io sto vivendo una situazione molto particolare con mia moglie e con i miei figli. Mio figlio di 14 anni già da anni è sfiduciato, dice che sono un depresso cronico, che a casa si sente sempre stanco. Non ha amici ma noto che con le persone adulte "attacca", va bene. Poi io ho una relazione con una che si è innamorata pazzamente di me e non riesco a sganciarla per pura pietà (ma sincera, ti giuro, non so cosa farei per aiutarla - vive anche dei drammi sulk lavoro perso, sulla figlia sottrastta dal tribulnale per tre anni, salute e sfratto di casa). Quest'ultima situazione è da aprile. Poi vado da un neuropsichiatra primario ospedaliero, da una psicologa e da un dietologo ricercatore in neuroscienze, e vedo che non vado avanti di un passo.
Guardando dei miei scritti (diari e vari) del 1972 vedo che vado indietro invece che avanti.

Scusate, ho parlato troppo di me. Ma vorrei porvi un quesito (a tutti): il parlare di sé, il confidarsi, il chiedere direttamente o indirettamente aiuto, è un amo a cui si spera abbocchino gli altri (per portarli a sé, alla propria tesi, a farsi compatire) o sono segnali sinceri di aiuto ad uscirne fuori.
Io sono io e non lo so (cioè, io lo dovrei sapere per me ma non so decifrare i miei segnali).

c'e' la possibilita' di alleggerire il fardello che provi.
Nelle varie occasioni di vita , cosa dici a te stesso?
Quando tuo figlio ti dice :"sei un depresso cronico",,,,cosa provi? colpa?......se fosse questa l'emozione, pensi che ci si debba sentire in colpa se si ha una malattia? credi ci si debba sentire responsabili di avere una malattia?...io credo di no!
Forse tuo figlio ti dice questo perche' reclama, il suo bisogno di essere sostenuto.
Se ancora non ti senti in grado di farlo , puoi sempre garantirgli la tua presenza, il tuo ascolto delle sue difficolta', dei suoi vissuti, e poi chiedergli in quale modo potrebbe risolvere i suoi problemi di socializzazione.
Dare la ricetta confezionata, anche se lui si aspetta questo, non permette lo sviluppo di una sana autostima, ma crea forme di dipendenza e la sensazione di non essere mai capace di affrontare da solo le situazioni.
se ti va di rispondere , ti ascolto con piacere
saluti
Alfredo

Forse non si è responsabili di essere ammalati di depressione, ma di distimia è difficile convincersi e convincere altri perché è cronica, è pervasiva, dura decenni.
Ho tentato di ascoltare mio figlio e proporgli modi di socializzare, anche altri, ma non vuole richiamare vecchi amici: ormai non ne ha più.
Si trova meglio con persone adulte che ha conosciuto tramite me e cerca di loro, di uscire con loro magari per andare a un centro commerciale.
Mia moglie molte volte s'arrabbia perché dice che lui si lamenta, e allora lei dice che anche lei ha i suoi diritti di farsi una vita propria.
Troppo lungo da spiegare le dinamiche.
Sono infelice, non posso fare NIENTE per mio figlio né per la mia depressione.
Sono solo.
Mi sento inadeguato anche con voi, mi sento un cembalo suonante, vuoto, falso. Come se veramente i problemi li creassi io, come se fossi l'unico colpevole di tutta la situazione familiare.
Convincetemi del contrario. Sad Embarassed Crying or Very sad pale
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alcune riflessioni per un'autoterapia psicologica Empty letto e rispondo

Messaggio  alfredo Sab Feb 09, 2008 8:49 pm

Stef ha scritto:
alfredo ha scritto:
Stef ha scritto:vedo apertura sia da viola che da merla.
Son sicuro pure da altri e altre che non hanno risposto solo perché non stanno in linea o perché troppo depresse o stanno fuori.
Ripeto, io vedo disponibilità quindi se vuoi puoi dire di te.
E' giusto che vi siano vari livelli di profondità tra conscio e incoscio. Forse qualcosa si può fare a livello non solo inconscio altrimenti sarebbe tutto inutile (ma quando sto depresso penso sempre che è tutto inutile, lo sento, lo vivo, cpisci?).
Io ho molto bisogno di persone con cui incontrarmi, con cui avere un incontro autentico, un rapporto (anche su internet). A volte penso che se venisse una persona a casa mia alleggerirebbe la tensione che c'è in famiglia e la mia depressione. Io sto vivendo una situazione molto particolare con mia moglie e con i miei figli. Mio figlio di 14 anni già da anni è sfiduciato, dice che sono un depresso cronico, che a casa si sente sempre stanco. Non ha amici ma noto che con le persone adulte "attacca", va bene. Poi io ho una relazione con una che si è innamorata pazzamente di me e non riesco a sganciarla per pura pietà (ma sincera, ti giuro, non so cosa farei per aiutarla - vive anche dei drammi sulk lavoro perso, sulla figlia sottrastta dal tribulnale per tre anni, salute e sfratto di casa). Quest'ultima situazione è da aprile. Poi vado da un neuropsichiatra primario ospedaliero, da una psicologa e da un dietologo ricercatore in neuroscienze, e vedo che non vado avanti di un passo.
Guardando dei miei scritti (diari e vari) del 1972 vedo che vado indietro invece che avanti.

Scusate, ho parlato troppo di me. Ma vorrei porvi un quesito (a tutti): il parlare di sé, il confidarsi, il chiedere direttamente o indirettamente aiuto, è un amo a cui si spera abbocchino gli altri (per portarli a sé, alla propria tesi, a farsi compatire) o sono segnali sinceri di aiuto ad uscirne fuori.
Io sono io e non lo so (cioè, io lo dovrei sapere per me ma non so decifrare i miei segnali).

c'e' la possibilita' di alleggerire il fardello che provi.
Nelle varie occasioni di vita , cosa dici a te stesso?
Quando tuo figlio ti dice :"sei un depresso cronico",,,,cosa provi? colpa?......se fosse questa l'emozione, pensi che ci si debba sentire in colpa se si ha una malattia? credi ci si debba sentire responsabili di avere una malattia?...io credo di no!
Forse tuo figlio ti dice questo perche' reclama, il suo bisogno di essere sostenuto.
Se ancora non ti senti in grado di farlo , puoi sempre garantirgli la tua presenza, il tuo ascolto delle sue difficolta', dei suoi vissuti, e poi chiedergli in quale modo potrebbe risolvere i suoi problemi di socializzazione.
Dare la ricetta confezionata, anche se lui si aspetta questo, non permette lo sviluppo di una sana autostima, ma crea forme di dipendenza e la sensazione di non essere mai capace di affrontare da solo le situazioni.
se ti va di rispondere , ti ascolto con piacere
saluti
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Forse non si è responsabili di essere ammalati di depressione, ma di distimia è difficile convincersi e convincere altri perché è cronica, è pervasiva, dura decenni.
Ho tentato di ascoltare mio figlio e proporgli modi di socializzare, anche altri, ma non vuole richiamare vecchi amici: ormai non ne ha più.
Si trova meglio con persone adulte che ha conosciuto tramite me e cerca di loro, di uscire con loro magari per andare a un centro commerciale.
Mia moglie molte volte s'arrabbia perché dice che lui si lamenta, e allora lei dice che anche lei ha i suoi diritti di farsi una vita propria.
Troppo lungo da spiegare le dinamiche.
Sono infelice, non posso fare NIENTE per mio figlio né per la mia depressione.
Sono solo.
Mi sento inadeguato anche con voi, mi sento un cembalo suonante, vuoto, falso. Come se veramente i problemi li creassi io, come se fossi l'unico colpevole di tutta la situazione familiare.
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depressione o distimia sono comunque due malattie, anche se la seconda di minore gravita', per cui non hai la colpa se stai male. Per cui rimanendo logici e obiettivi, puoi benissimo convincerti e accettare questo dato di fatto.
Se gli altri non si convincono che tu stai male, piu' che dirglielo non puoi fare , non puoi controllare i pensieri degli altri , e non puoi sentirti in colpa per questo.
Riguardo tuo figlio , non credo che tu debba accollarti completamente i suoi problemi di amicizia, piu' che ascoltarlo e dare qualche consiglio, poi come fare e' una cosa che lui deve gestire da solo.

Dici...."come se fossi l'unico colpevole di tutta la situazione familiare".....anche questa e' un'assolutizzazione.
Puo' darsi che avrai anche tu le tue responsabilita', ma non possono essere tutte. Ogn'uno avra' le proprie.

Dici ..."mi sento inadeguato anche con voi..." cosa te lo fa pensare?
Ci sono concerti barocchi per solo cembalo, molto belli..... Very Happy ...di bach

A presto
Alfredo

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Messaggio  Stef Sab Feb 09, 2008 11:18 pm

bellissimo bach pirat bounce sunny drunken study
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