Prospettive di lavoro in Italia...

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Messaggio  lunatica Lun Feb 16, 2009 10:27 pm

Dal blog di Beppe Grillo:

"Tremorti è in giro per l’Europa a parlare di Nuovo Ordine Mondiale. Lo psiconano inizia a nutrire qualche preoccupazione per l’economia. La Marcegaglia degli inceneritori annuncia un rischio povertà. L’Italia produce sempre meno, - 0,9% il PIL nel 2008. L’Italia si indebita sempre di più, il debito pubblico è di quasi 1.700 miliardi di euro. Dall’inizio dell’anno centinaia di migliaia di precari hanno perso il lavoro in silenzio. Tecnicamente non erano dipendenti, ma lavoratori a progetto. Terminato il finto lavoro a progetto, in realtà un vero lavoro continuativo, tutti a casa senza nessun paracadute sociale grazie alla legge Maroni intestata a Biagi. Il precario del 2007 è diventato il non licenziato del 2009. Nè vivo, nè morto, uno zombie sociale.
Le fabbriche chiudono senza sosta nell’indifferenza dell’informazione. Dei manifestanti non si occupa la solidarietà pubblica. Il manganello della Polizia arriva invece implacabile sul cranio del cassintegrato, del disoccupato, del padre di famiglia che alza la voce. Gli stabilimenti Fiat di Pomigliano D’Arco hanno funzionato solo per poche settimane dall’agosto 2008, sono a rischio chiusura. La protesta è finita a mazziate la scorsa settimana sull’autostrada. Non è l’unica, sono decine, note però solo ai mazziati e ai mazzolatori. I lavoratori dell’INNSE, fabbrica chiusa dopo decenni, sono stati caricati il 9 febbraio a Milano. Un militare per ogni bella ragazza e un celerino per ogni operaio disoccupato.
Ormai parlare degli zoccoli dei bisonti è riduttivo. Ogni giorno mi arrivano appelli di lavoratori di aziende che chiudono da ogni parte d’Italia.Testa d’Asfalto si preoccupa delle intercettazioni e di fare propaganda elettorale in Sardegna mentre l’Italia affonda. Le isole di disoccupazione sono ancora a macchia di leopardo, ma entro giugno si salderanno tra loro. I celerini non basteranno, bisognerà chiedere aiuto ai caschi blu. A inizio gennaio il PIL per quest’anno era -1%, dopo poche settimane siamo arrivati a previsioni di -3%. Il gettito fiscale diminuirà per l’effetto combinato di chiusura delle fabbriche e della caduta dei consumi. L’ultimo salvagente di Tremorti per continuare a pagare le pensioni e gli stipendi dei quasi quattro milioni di dipendenti pubblici sono i titoli di Stato. Tra nuove emissioni e titoli in scadenza sono da acquisire dal mercato centinaia di miliardi di euro per coprire il debito dello Stato. Insieme ai nostri ci saranno, però, anche migliaia di miliardi di euro di titoli messi in vendita dagli altri Stati. Che sono meno indebitati di noi e senza rischio default. Tremorti è ormai in pieno delirio. Se lo intervisti fugge. Quando parla da solo nomina il Nuovo Ordine Mondiale. Se non sarà tsunami, mi mangio il cappello."

Anch'io ho lavorato diverse volte a progetto.Il mio ultimo contratto è scaduto due mesi fa.
Sto seriamente meditando di andarmene dall'Italia,perchè in qualche modo devo campare.Per il momento mi sto mantenendo con la miserrima liquidazione che ho percepito.I miei genitori sono anziani,mio padre ha una pensione bassa e mia madre è casalinga,non possono mica aiutarmi a lungo...Ma dove c....potrei andare,dato che la crisi è globale?Ho letto che la Scandinavia sta messa meno peggio,ha ancora un sistema economico forte,una buona qualità della vita e offre molta assistenza anche ai residenti stranieri.
Voi che ne sapete al riguardo?
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Messaggio  canterel II Lun Feb 16, 2009 10:53 pm

in effetti viene da piangere, e non da oggi. io non ho mai ragionato del mio futuro personale, è una cosa che non mi riesce. però speravo di immiserirmi da solo, non insieme a tutto il mio quartiere.
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Messaggio  lunatica Lun Feb 16, 2009 11:01 pm

canterel II ha scritto:in effetti viene da piangere, e non da oggi. io non ho mai ragionato del mio futuro personale, è una cosa che non mi riesce. però speravo di immiserirmi da solo, non insieme a tutto il mio quartiere.

Infatti,come si fa a continuare a pensare in modo ottimistico in una situazione simile...D'altronde i maggiori economisti l'avevano previsto che il sistema capitalistico sarebbe crollato.Non è nemmeno la prima volta che succede.
Tu cosa sai a proposito del sistema economico dei Paesi Scandinavi?


Ultima modifica di lunatica il Mar Feb 17, 2009 12:55 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Pavely Lun Feb 16, 2009 11:02 pm

Sò di dire una stupidaggine...

Ma perché non resistere?

L'Italia, nei momenti di crisi, ha sempre saputo dare il meglio di sé.

Ora, con la Politica che abbiamo, siamo a Caporetto. Tutto è distrutto: i movimenti della sinistra, i movimenti sindacali, i movimenti della classe operaia non hanno alcuna rappresentazione in Parlamento.

E và bene.

Ma il 'nemico' non và oltre Caporetto.

Io credo negli Italiani.

Io credo che tra uno, due, anni, l'Italia si risolleverà...

A Lunatica, vorrei però consigliare una cosa.

Forse, apparirà stupida.

La Spagna, se non sbaglio, ora si affida al governo di Luìs Zapatero.

Bene: Zapatero è nato il 4 agosto 1960.

Lunatica è nata il 4 agosto.

(Come me).

La Spagna (penso ai matrimoni tra omosessuali, ad esempio) è un paese 'nuovo'.

Ad esempio, il governo è costituito per la maggioranza da Donne. (Un elemento che io credo essere di Civiltà).

A Lunatica, io vorrei consigliare di prendere in considerazione la Spagna.

Mi sembra un Paese governato bene, che può dargli delle possibilità.
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Messaggio  Pavely Lun Feb 16, 2009 11:04 pm

lunatica ha scritto:
canterel II ha scritto:in effetti viene da piangere, e non da oggi. io non ho mai ragionato del mio futuro personale, è una cosa che non mi riesce. però speravo di immiserirmi da solo, non insieme a tutto il mio quartiere.

Infatti,come si fa a continuare a pensare in modo ottimistico in una situazione simile...D'altronde i maggiori economisti l'avevano "predetto"che il sistema capitalistico sarebbe crollato.Non è nemmeno la prima volta che succede.
Tu cosa sai a proposito del sistema economico dei Paesi Scandinavi?

Lunatica, mi hai fatto pensare a "La meglio Gioventù".

Nel film di Marco Tullio Giordana, il protagonista arriva fino a Capo Nord.

...

In realtà, anche in Scandinavia, (che io sappia), si stà affermando la Destra.

Destra che porta avanti un discorso di Libertà e di Indipendenza dell'Individuo dalla Società.

Il socialismo svedese è in una fase difficile...
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Messaggio  merla Mar Feb 17, 2009 2:08 pm

lunatica ha scritto:
Infatti,come si fa a continuare a pensare in modo ottimistico in una situazione simile...D'altronde i maggiori economisti l'avevano previsto che il sistema capitalistico sarebbe crollato.Non è nemmeno la prima volta che succede.
Tu cosa sai a proposito del sistema economico dei Paesi Scandinavi?

Alcuni miei amici si erano informati tempo fa, prima e a prescindere della crisi, e c'è un problema non da poco (anche per l'Olanda, altro paese a dir poco florido): la lingua, che è fondamentale per trovare lavoro e non è semplice, tutt'altro. Inoltre pur garantendo un'assistenza sociale di ottimo livello, stipendi alti, etc. etc. c'è un costo della vista che è tranquillamente almeno il doppio/il triplo che qua. E la Norvegia non è neanche appartenente alla comunità europea, quindi la potresti escludere in partenza, perchè come italiana avresti non poche difficoltà di accesso. Oltre a questo, considera il clima, perchè si può essere amanti dell'inverno, ma poi l'inverno vero non è detto che per un italiano sia sopportabile, e considera che avresti a che fare con una mentalità completamente diversa dalla nostra, e per un italiano sarebbe molto dura.

Inoltre a prescindere dalle posizioni politiche attuali, se leggi bene sui giornali, in Spagna e più grandi paesi dell'area UE (Francia, Germania) oltre che in Inghilterra, in questo momento sono messi economicamente come noi o peggio di noi. Con tutto il rispetto per il blog di Beppe Grillo, non siamo ancora al rischio fallimento dell'Argentina, e prima di noi ci sono molti paesi candidati.
Per tornare alla Scandinavia, i paesi scandinavi sono poco popolati (gli svedesi sono 9 milioni circa), rispetto al territorio, ed inevitabilmente hanno un'economia più florida e uno stato che funziona meglio e può garantire una migliore assistenza sociale. Il che non significa che non siano colpiti dalla crisi e siano pronti ad accogliere a braccia aperte nuova forza lavoro.

Poi cmq la crisi c'è, capisco le posizioni dei precari (del resto io sono libera professionista, quindi non meno precaria) e la relative paure, però crisi ce ne sono state altre e peggiori, e sono passate. Che sia il caso di riconsiderare certi aspetti dell'economia finanziaria, credo ormai l'abbiano capito tutti, che sia finito il sistema capitalista mi sembra anche una considerazione un po' estrema.

Cmq...io sinceramente prima di emigrare aspetterei, cercherei più che altro di capire cosa vuoi fare (magari lo sai già), come lo puoi fare, e magari seguire dei corsi di specializzazione che ti aiutino ad acquisire una professionalità più elevata e specializzata nel settore che ti interessa.
Cioè la crisi passerà...sfruttiamo questo periodo nel modo migliore, se è possibile, in modo da essere pronti a cogliere eventuali occasioni lavorative quando si presentaranno.
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Messaggio  canterel II Mar Feb 17, 2009 3:10 pm

che beppe grillo sia una specie di civetta portasfiga, e che faccia tanti più soldi quanto più riesce a spaventare i suoi utenti, non mi sfugge e non l'ho mai considerato seriamente come uno che possa analizzare le situazioni.
le considerazioni di merla sulle economie europee e le possibilità di migrazione mi sembrano piuttosto sensate e condivisibili.

ho qualche perplessità su questo paragrafo:
Poi cmq la crisi c'è, capisco le posizioni dei precari (del resto io sono libera professionista, quindi non meno precaria) e la relative paure, però crisi ce ne sono state altre e peggiori, e sono passate. Che sia il caso di riconsiderare certi aspetti dell'economia finanziaria, credo ormai l'abbiano capito tutti, che sia finito il sistema capitalista mi sembra anche una considerazione un po' estrema.
il rischio di argentinizzazione in italia c'è eccome, e non è che le economie nazionali debbano mettersi in fila per collassare una alla volta. il fatto che ci siano paesi, come pure la spagna, con un sistema più malato e compromesso del nostro non impedisce di vedere che qui abbiamo una via peculiare allo sfascio, dovuta al fatto che qui non c'è nemmeno il capitalismo puro e la libera concorrenza sul mercato. abbiamo al potere generazioni di grandi imprenditori buoni a campare di contributi pubblici, e il sistema dei consorzi misti pubblico-privato fa cagare. abbiamo un mercato del lavoro ormai pienamente messicano, con una quantità di lavoro sommerso pazzesca, forza lavoro ricattabile, clientelismo e familismo che non hanno eguali in nessun altra economia del g8. vogliamo le maquiladoras per masse di sfigati?
non mi sembra soltanto una crisi finanziaria, né a livello nazionale né a livello globale. che ci siano state altre piccole crisi cicliche del capitalismo si sa, che siano state più gravi di questa ormai mi sembra un assunto da dimostrare e non un dato rassicurante. le preoccupazioni non dovrebbero essere solo dei precari o dei liberi professionisti. con esternalizzazioni, contratti paralleli a quelli nazionali e assalti vari allo statuto dei lavoratori nessuno è più al sicuro. dalla confindustria stanno chiedendo un giro di vite su ferie e malattia per tutti i dipendenti.
la cgil sta compiendo una tragica transizione che la trasforma in ente bilaterale. in pratica assumerà le funzioni di una specie di ispettorato del lavoro. senza sindacalizzazione degna di questo nome, senza una tregua dalle allucinazioni di massa propinate per terrorizzarci tutti (le cazzate ciclopiche dell'emergenza stupri etnici, del "caso englaro", tutte queste robe che si moltiplicheranno), diventeremo riconoscenti verso la mano che ci bastona. tutti a stringere i denti in attesa che passi la nottata. ma la crisi energetica è reale e disegna lo scacchiere delle guerre presenti e future. ma il capitalismo ha realmente finito di rimappare il pianeta e non ha più mercati nuovi da conquistare per ossigenarsi. ma ci resta da vendere la cinquecento agli abitanti delle andamane e i frigoriferi nella giungla del borneo.
alan greenspan, che non è esattamente un guerrigliero delle farc, ha ammesso pubblicamente a un convegno universitario che nei prossimi anni dovrà riaccendersi il dibattito sull'economia tra prospettiva capitalista e prospettiva comunista. in america latina stanno cercando di progettare nuovi modelli economici, c'è il mercosur. il capitalismo non ha per nulla superato i suoi vizi di fondo: tendenza all'accumulo concentrato, modello di crescita insostenibile: come cazzo si fa a far viaggiare il mondo con l'obiettivo di una crescita infinita del pil?
in italia il rischio della desertificazione, dei capannoni vuoti senza più macchinari, dell'instaurazione di un enorme gerontocomio, c'è eccome. basta guardare come si muove la politica. fondi distratti dalla ricerca (le economie scandinave stanno investendo molto nell'università), campagna antisindacale fortissima, mordacchia alla magistratura e alla stampa (oggi ci siamo svegliati con la notizia che i giornalisti a quanto pare rischieranno davvero tre anni di carcere se pubblicano le intercettazioni). giro di vite sul diritto di manifestare e di sciopero: proposte di scioperi bianchi, di liste da firmare per chi sciopera. lo sciopero è sempre definito "inopportuno" e "ideologico", anche quando semplicemente chiede blocco dei licenziamenti e cerca di lanciare l'allarme sulla fuga di capitali all'estero (capitali costruiti spesso con gli aiuti di stato). nei giorni in cui a tutti veniva chiesto di struggersi in modo isterico sul caso privato di una famiglia e di un coma irreversibile, passavano in sordina le botte e gli arresti contro gli operai di pomigliano e di milano, così come i dettagli più ripugnanti del ddl sicurezza e della riforma della magistratura.
ovunque si creano bacini di forza lavoro ricattabile: i 4.000.000 di precari prodotti dall'infilata pacchetto treu/legge 30, gli immigrati minacciati e tassati per esistere. è cominciato un attacco senza precedenti alla sanità pubblica e all'istruzione pubblica. è il chiaro progetto di costruire un lumpenproletariato sempre più imbelle e manovrabile.


Ultima modifica di canterel II il Mar Feb 17, 2009 7:33 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  lunatica Mar Feb 17, 2009 5:11 pm

Secondo me il rischio di argentinizzazione c'è.Abbiamo una casta di ricchi da una parte,che sperperano il proprio denaro e che si sono arricchiti in modo illegale,e dall'altra una miriade di persone che non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese con gli stipendi miseri che hanno.L'impoverimento dell'Italia sta aumentando,ed è lampante.

La scuola e l'università poi sono allo sfascio.L'istruzione che viene impartita è di tipo nozionistico,i corsi universitari triennali non danno una preparazione ottimale e la ricerca non viene incentivata in nessun modo,per non parlare della meritocrazia che sta scomparendo del tutto.
Continuando di questo passo andranno avanti solo pochi privilegiati e tutti gli altri rimarranno indietro,senza nemmeno la possibilità di uno sciopero costruttivo,infatti ormai gli scioperi sono diventati una farsa.La voce della gente rimane inascoltata,spesso repressa,i discorsi di protesta finiscono nel dimenticatoio...
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Messaggio  Pavely Mar Feb 17, 2009 8:20 pm

Io vorrei fare una osservazione, permettetemi...

La cultura italiana, nel mondo, (anche se siamo un paese piccolissimo di neanche 60 milioni di abitanti) è importante.

I valori degli italiani, la religiosità, la musicalità dei nostri gesti e delle nostre parole, la nostra storia, ciò che facciamo, ciò che amiamo sono nel mondo straordinari.

Osserviamo la religione. (Contrariamente a quanto si può pensare la religione è un punto fondamentale). In Israele sono nati l'Ebraismo e l'Islam. (E ci stà).

Ma in Italia è nato il Cattolicesimo.

L'Italia è un paese ricco.

Esistono centinaia di paesi, di chiese, di quadri, di persone.

Basta spostarsi di qualche chilometro e si entra in un'altra dimensione.

Gli Italiani, come i Giapponesi e gli Ebrei, acquisiscono con straordinaria facilità altre identità.

Un giorno siamo americani, ascoltiamo musica americana, (oggi), un giorno siamo tedeschi e scandinavi (durante il fascismo)... oppure un giorno siamo Francesi, come nell'età giolittiana... il giorno prima adoriamo l'Inghilterra...

Gli Italiani sono un popolo unico.

Ci lamentiamo, è vero.

Abbiamo paura.

Pure: non dovremmo pensare che gli schemi internazionali che adottiamo abbiano qualcosa a che fare con la nostra cultura v e r a.

Come gli Ebrei abbiamo mille identità.

Siamo Italiani.

L'Italia ha un patrimonio immenso.

Uno zio mi spiegava che in Italia risiedono quantità di denaro che ci collocano al 6° posto in una graduatoria mondiale.

Ci sono italiani che hanno miliardi di euro.

E nessuno sà chi siano.

L'Italia, realmente, è un paese segreto.

Un parente è sempre pronto ad aiutarti.

Basterebbe chiedere.

Ad esempio: ieri, una cugina, (Avvocata), mi ha detto che dopo la laurea mi prenderebbe immediatamente nel suo studio.

Mia zia le ha parlato di me.

E io non ho fatto nulla.

...

Io amo l'Italia.

Sono comunista...

Pure, amo l'Italia e amo gli Italiani.

Il Sud Italia, la Sicilia, il Salento, l'entroterra calabrese, la Lucania...

L'Umbria (Todi) da cui venne la mia famiglia nel 1700.

Non pensiamo troppo all'Economia.

I capannoni rimangono vuoti?

E noi faremo festa fuori, per strada.

Non c'è nulla da mangiare?

Adremo in Africa a raccogliere il grano.

Non c'è nulla da bere? Raccoglieremo la pioggia.

Io credo questo: il Capitalismo è in crisi.

Ma, sinceramente, lo dico da comunista, non me ne importa nulla.

Per me la Ricchezza economica, avere una casa di proprietà, tre macchine, uscire tutte le sere...

Andare a sciare ecc ecc...

Beh... non me ne frega nulla.

E allora penso questo: i soldi non sono importanti.

Ho una terra mia.

Ho una copia di "Walden - La vita nei boschi" di H.Toreau.

Mi chiedo: cosa mi manca?

C'è crisi.

Ieri ho fatto 500 litri d'olio.

E l'ho visto alla Cooperativa sociale.

Lì.

Con il mio nome.

Io credo nel futuro.

Credo che ce la potremo fare.

Stringo i denti e vado avanti.

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Messaggio  Pavely Mar Feb 17, 2009 8:37 pm

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Messaggio  lunatica Mar Feb 17, 2009 9:01 pm

Pavely ha scritto:

Questo è un film a cui sono affezionatissima(mi piace soprattutto il personaggio dello psichiatra,Nicola,per la sua forza e l'altruismo).
Rappresenta molto bene la generazione di allora,che non accettava passivamente gli eventi,anzi,cercava con ogni mezzo di rendere il mondo più vivibile:)
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Messaggio  lunatica Mar Feb 17, 2009 9:14 pm

Fatto sta che abbiamo un governo a pezzi,degli uomini politici collusi con la mafia che non si occupano dei nostri interessi ma solo delle proprie panze. E la storia politica passata dell'Italia non è che sia tanto interessante e positiva...senza andare troppo indietro nel tempo basti pensare al fascismo.Per non parlare della DC Sad



Pavely ha scritto:Io vorrei fare una osservazione, permettetemi...

La cultura italiana, nel mondo, (anche se siamo un paese piccolissimo di neanche 60 milioni di abitanti) è importante.

I valori degli italiani, la religiosità, la musicalità dei nostri gesti e delle nostre parole, la nostra storia, ciò che facciamo, ciò che amiamo sono nel mondo straordinari.

Osserviamo la religione. (Contrariamente a quanto si può pensare la religione è un punto fondamentale). In Israele sono nati l'Ebraismo e l'Islam. (E ci stà).

Ma in Italia è nato il Cattolicesimo.

L'Italia è un paese ricco.

Esistono centinaia di paesi, di chiese, di quadri, di persone.

Basta spostarsi di qualche chilometro e si entra in un'altra dimensione.

Gli Italiani, come i Giapponesi e gli Ebrei, acquisiscono con straordinaria facilità altre identità.

Un giorno siamo americani, ascoltiamo musica americana, (oggi), un giorno siamo tedeschi e scandinavi (durante il fascismo)... oppure un giorno siamo Francesi, come nell'età giolittiana... il giorno prima adoriamo l'Inghilterra...

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Ci lamentiamo, è vero.

Abbiamo paura.

Pure: non dovremmo pensare che gli schemi internazionali che adottiamo abbiano qualcosa a che fare con la nostra cultura v e r a.

Come gli Ebrei abbiamo mille identità.

Siamo Italiani.

L'Italia ha un patrimonio immenso.

Uno zio mi spiegava che in Italia risiedono quantità di denaro che ci collocano al 6° posto in una graduatoria mondiale.

Ci sono italiani che hanno miliardi di euro.

E nessuno sà chi siano.

L'Italia, realmente, è un paese segreto.

Un parente è sempre pronto ad aiutarti.

Basterebbe chiedere.

Ad esempio: ieri, una cugina, (Avvocata), mi ha detto che dopo la laurea mi prenderebbe immediatamente nel suo studio.

Mia zia le ha parlato di me.

E io non ho fatto nulla.

...

Io amo l'Italia.

Sono comunista...

Pure, amo l'Italia e amo gli Italiani.

Il Sud Italia, la Sicilia, il Salento, l'entroterra calabrese, la Lucania...

L'Umbria (Todi) da cui venne la mia famiglia nel 1700.

Non pensiamo troppo all'Economia.

I capannoni rimangono vuoti?

E noi faremo festa fuori, per strada.

Non c'è nulla da mangiare?

Adremo in Africa a raccogliere il grano.

Non c'è nulla da bere? Raccoglieremo la pioggia.

Io credo questo: il Capitalismo è in crisi.

Ma, sinceramente, lo dico da comunista, non me ne importa nulla.

Per me la Ricchezza economica, avere una casa di proprietà, tre macchine, uscire tutte le sere...

Andare a sciare ecc ecc...

Beh... non me ne frega nulla.

E allora penso questo: i soldi non sono importanti.

Ho una terra mia.

Ho una copia di "Walden - La vita nei boschi" di H.Toreau.

Mi chiedo: cosa mi manca?

C'è crisi.

Ieri ho fatto 500 litri d'olio.

E l'ho visto alla Cooperativa sociale.

Lì.

Con il mio nome.

Io credo nel futuro.

Credo che ce la potremo fare.

Stringo i denti e vado avanti.

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Messaggio  Pavely Mar Feb 17, 2009 9:45 pm

Beh... ma qual'è il paese che non ha avuto p r o b l e m i?

Smile

Gli USA sono stati razzisti.

L'Inghilterra ha commesso crimini coloniali a centinai...

La Francia ha avuto Vichy, la Germania il Nazionalsocialismo.

La Russia ha avuto politici, sotto lo stalinismo, che sono stati dei veri e propri criminali.

Il SudAfrica? L'apartheid.

Il Tibet? Prima dell'Unificazione con la Mongolia era la patria di un popolo che era uno stereotipo della violenza.

L'India? Una società classista che oppresse i Paria...

Non lo sò.

Ovunque.

Anche nella civilissima Spagna ci sono stati eccessi durante il Franchismo. (E mio nonno materno è morto in uno di questi...).

La verità, che come in ogni cosa, c'è del bene e c'è del male.

L'Italia scende in una Dittatura Berlusconiana.

Ma le Dittature non toccano mai il cuore delle persone.
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Messaggio  canterel II Mar Feb 17, 2009 9:50 pm

Pavely ha scritto:

La cultura italiana, nel mondo, (anche se siamo un paese piccolissimo di neanche 60 milioni di abitanti) è importante.
I valori degli italiani, la religiosità, la musicalità dei nostri gesti e delle nostre parole, la nostra storia, ciò che facciamo, ciò che amiamo sono nel mondo straordinari.
Osserviamo la religione. (Contrariamente a quanto si può pensare la religione è un punto fondamentale). In Israele sono nati l'Ebraismo e l'Islam. (E ci stà).
Ma in Italia è nato il Cattolicesimo.
L'Italia è un paese ricco.
Esistono centinaia di paesi, di chiese, di quadri, di persone.
Basta spostarsi di qualche chilometro e si entra in un'altra dimensione.
Gli Italiani, come i Giapponesi e gli Ebrei, acquisiscono con straordinaria facilità altre identità.
Un giorno siamo americani, ascoltiamo musica americana, (oggi), un giorno siamo tedeschi e scandinavi (durante il fascismo)... oppure un giorno siamo Francesi, come nell'età giolittiana... il giorno prima adoriamo l'Inghilterra...
Gli Italiani sono un popolo unico.
Ci lamentiamo, è vero.

pavel,
le bazze sul paese dei campanili, il buon umore e l'arte di arrangiarsi, ti prego. sono utili come gondole di plastica. chissà perché le sento spesso in bocca agli agitatori berlusconiani o ai pagliacci del riformismo, quando si tratta di coprire il corso delle cose. oggi non mi sembra che siamo inglesi né scandinavi. siamo italiani e basta, e siamo sempre più chiusi, soli ed incestuosi. non solo la nostra cultura ufficiale non conta una fava dai tempi del wallenstein, ma anche la cultura popolare e diffusa è progressivamente stata spazzata via e sostituita con folclore e feticci. l'italianità, manco fosse una categoria dello spirito. aspetto ancora il franz fanon nostrano, che ci spieghi l'italianitudine. di più, ben oltre gli effetti di un fisiologico gap generazionale, si osserva che gli ultimi - ULTIMI - padri non hanno insegnato veramente niente - NIENTE- agli ultimi figli. quel che restava della cultura italiana - già sotto attacco e mutazione quando era pasolini a registrare il fenomeno - è finito con i nostri genitori - quando appunto pasolini ha finito di registrare il fenomeno sotto una macchina. noi siamo qui a taggare i muri e ad ascoltare il popporno.



Pavely ha scritto:Uno zio mi spiegava che in Italia risiedono quantità di denaro che ci collocano al 6° posto in una graduatoria mondiale.
Ci sono italiani che hanno miliardi di euro.
E nessuno sà chi siano.
L'Italia, realmente, è un paese segreto.

si chiamano mafiosi e palazzinari. il prodotto della mafia tra capitale e utile netto è in crescita, e ora si attesta sull'8% del PIL
è la gente che una rivoluzione dovrebbe mettere al muro, non è una risorsa. per non essere sfrattato e ripianare i debiti non dovrei essere costretto a rivolgermi al misterioso don stupraminchia e a fare la puncitura.



Pavely ha scritto:Un parente è sempre pronto ad aiutarti.
Basterebbe chiedere.
Ad esempio: ieri, una cugina, (Avvocata), mi ha detto che dopo la laurea mi prenderebbe immediatamente nel suo studio.

anche questa è una piaga e non una risorsa. e chi è senza cugina? non è ancora mafia, diciamo che è zona grigia. diciamo anche che finché riguarda le libere professioni è una tendenza discutibile ma almeno in parte inevitabile.




Pavely ha scritto:Sono comunista... Pure, amo l'Italia e amo gli Italiani. Non pensiamo troppo all'Economia. I capannoni rimangono vuoti? E noi faremo festa fuori, per strada.
Non c'è nulla da mangiare? Adremo in Africa a raccogliere il grano. Non c'è nulla da bere? Raccoglieremo la pioggia. Ma, sinceramente, lo dico da comunista, non me ne importa nulla. Per me la Ricchezza economica, avere una casa di proprietà, tre macchine, uscire tutte le sere...
Andare a sciare ecc ecc... Beh... non me ne frega nulla. E allora penso questo: i soldi non sono importanti. Ho una terra mia. Ho una copia di "Walden - La vita nei boschi" di H.Toreau. Ieri ho fatto 500 litri d'olio. E l'ho visto alla Cooperativa sociale.
Con il mio nome.
Io credo nel futuro.
Credo che ce la potremo fare.
Stringo i denti e vado avanti.
Smile

pavel, seriamente: vai a delle riunioni. incontra dei comunisti. leggi le loro pubblicazioni, ma soprattutto parla con loro. non mi frega della corrente o del partitino. va a riunioni di qualunque corrente, perfino dei vendoliani, e poi fai uno studio antropologico, e cerca di capire se tra te e quei comunisti c'è una distanza relativa o assoluta, se c'è una barriera linguistica, un filtro culturale. io non lo so, ma se fossi in te sarei curioso.
i capannoni si stanno già svuotando. ce l'hai un'idea degli operai e degli impiegati, magari interinali, magari sposati, che cadranno in depressione, divorzieranno, non avranno i soldi per pagare il nido alla prole, la rata della macchina e quella dell'affitto? scommetto che a festeggiare non ci vai. al massimo, se vai trovi gente che ti fa la festa. usi una persona plurale che mi sembra totalmente incoerente rispetto alle tue osservazioni, che poggiano saldamente sulla rendita della tua terra, della casa di proprietà della tua famiglia. non c'è niente di male ad essere privilegiati, ma bisogna riconoscerlo, se no si fanno analisi incomprensibili per gli altri. tu puoi essere privilegiato, e inoltre vivere secondo codici, idee del benessere e della felicità, e una complessione psichica particolare. e puoi anche andarne fiero. e puoi anche essere comunista, ma solo quando smetterai di pensare che i bisogni collettivi possano misurarsi con il metro della tua felicità e dei tuoi bisogni. in italia ci sono tanti padroncini, ma non poi tutti sono padroncini. sorvolo sulle note mistiche del grano africano e dell'acqua piovana.

ricchezza economica non vuol dire tre macchine e settimana bianca. di quella roba non solo a te interessa niente. ricchezza economica vuol dire scuole pubbliche buone dove un dislessico riesca a studiare e diplomarsi, diplomi che valgano qualcosa, estensione e miglioramento della sanità pubblica, e una circolazione di beni sufficiente a permettere di pagare l'affitto, uscire ogni tanto (non tutte le sere), viaggiare ogni tanto, e se c'è desiderio vivere dignitosamente con qualcuno. senza indebitarsi per quattro generazioni. vuol dire anche una vita culturale decente, giornali decenti, vuol dire togliere michele serra e la mafai dal trespolo, e una televisione plurale, e un cinema che non sia ridotto a un livello di bruttezza e insignificanza ormai più eclatante di quello tedesco, che non ci costringa a guardare uno sceneggiato di Giordana come un capolavoro solo perché non c'è niente di meglio. e la macchietta delle br e la macchietta dell'antipsichiatra e la macchietta del metalmeccanico, tutti in circolo a farsi le seghe.
e gli intellettuali e i poeti e i musicanti in scatola di fabio fazio. ricchezza economica vuol dire anche riaffermare il controllo pubblico dove fallisce miseramente l'avventurismo privato, e meno ignoranza sull'economia di cui non sappiamo ancora un tubo, coltivando una cultura media nazionale a riguardo che produce un'opinione pubblica da burkina faso. intanto, sul giornale di de bortoli, c'è l'inserzione pubblicitaria che invita ad investire in macedonia, per aprire società nel giro di mezz'ora con una mail e cominciare a pagare 400 euro lordi la manodopera senza diritti sindacali.
leggi toreau, vuoi vivere nei boschi (occhio che i boschi non sono come l'uliveto)? non c'è niente di male ma allora non sei comunista, sei anarchico.
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Messaggio  Pavely Mar Feb 17, 2009 10:19 pm

Canterel?

Sai cosa?

Devi ammettere che un paese dove ci stai tu, è interessante.

Smile

Scrivi dei post che sono capolavori di pensiero.

Mi verrebbe da commentare ogni singola riga!

Very Happy

E poi hai un dono della sintesi micidiale.

...

Ammetto di aver peccato, davvero, di ingenuità.

E me ne scuso.

Ecco: sono un italiano che chiede scusa.

(Una rarità).
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Messaggio  canterel II Mar Feb 17, 2009 10:32 pm

non so pavel, a me certamente non devi chiedere scusa. si discute. io comunque non sono mica tanto sintetico, abuso di avverbi, di gerundi, mi piacerebbe saper scrivere.
si discute, come facevamo sul vecchio forum quando si toccava appunto il comunismo. la discussione su queste materie non è un pranzo di gala, ma mica sono incazzato con te. secondo me non è questione di ingenuità (io probabilmente sono piuttosto ingenuo se mi metto di fronte alla maggior parte dei miei conoscenti), ma di come ci si posiziona a guardare le cose, quando si parla di politica. più che una scienza, la politica è una narrazione, e non siamo tenuti a condividere i fondamentali. si può cominciare dicendo "c'era una volta un re" o "c'era una volta un pezzo di legno". per questo il tuo comunismo mi incuriosisce molto, e non scherzo quando dico che forse potresti provare a partecipare a qualche riunione e vedere l'effetto che ti fa.
saluti
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Messaggio  Viola Mar Feb 17, 2009 11:19 pm

STANDING OVATION !!!! cheers Cant ? ((( dimmi che non hai paura di te stesso )))
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Prospettive di lavoro in Italia... Empty Argentinizzazione et similia

Messaggio  merla Mer Feb 18, 2009 9:49 am

Sull'argentinizzazione temo di essere stata fraintesa...il crollo economico dell'Argentina è avvenuto in quanto è stato semplicemente chiesto allo stato argentino di rientrare del suo debito, e non è stato in grado, come non sarebbero in grado la maggior parte dei paesi sviluppati. Quindi ovviamente è un rischio a cui siamo esposti tutti, a prescindere dallo schieramento politico del governo.

Il punto è che, a prescindere dalle posizioni politiche, un crollo del genere del nostro sistema economico, costituirebbe uno stravolgimento dell'economia mondiale, in cui noi vecchia Europa, sovrappopolata, povera di materie prime e risorse naturali, con una popolazione ormai stracolma di bisogni indotti, finiremmo in miseria, sia per quanto riguarda nostro attuale sistema consumistico, sia per quanto riguarda quelli che ritieniamo diritti.

E qui mi riallaccio a cant:


[quote="canterel II"]
Pavely ha scritto:


ricchezza economica non vuol dire tre macchine e settimana bianca. di quella roba non solo a te interessa niente. ricchezza economica vuol dire scuole pubbliche buone dove un dislessico riesca a studiare e diplomarsi, diplomi che valgano qualcosa, estensione e miglioramento della sanità pubblica, e una circolazione di beni sufficiente a permettere di pagare l'affitto, uscire ogni tanto (non tutte le sere), viaggiare ogni tanto, e se c'è desiderio vivere dignitosamente con qualcuno. senza indebitarsi per quattro generazioni. vuol dire anche una vita culturale decente, giornali decenti, vuol dire togliere michele serra e la mafai dal trespolo, e una televisione plurale, e un cinema che non sia ridotto a un livello di bruttezza e insignificanza ormai più eclatante di quello tedesco, che non ci costringa a guardare uno sceneggiato di Giordana come un capolavoro solo perché non c'è niente di meglio. e la macchietta delle br e la macchietta dell'antipsichiatra e la macchietta del metalmeccanico, tutti in circolo a farsi le seghe.


leggi toreau, vuoi vivere nei boschi (occhio che i boschi non sono come l'uliveto)? non c'è niente di male ma allora non sei comunista, sei anarchico.


Quello che intendo fare, non è un discorso politico e tantomeno patriottistico, ma un dubbio che mi pongo ogni volta davanti a un certo tipo di rivendicazioni...il sistema in cui viviamo, diventa sempre più evidente, è insostenibile dal punto di vista sociale e ambientale, a livello locale e soprattutto a livello mondiale.
Però anche in tempo di crisi, e forse soprattutto in tempo di crisi, bisogna guardare oltre il proprio orticello (in questo caso nazionale) e chiedersi cosa comporterebbe un sistema più giusto e più equo.

Sono sicura che molti che rivendicano un mondo più giusto o invocano thoreau, sarebbero disponibilissimi a rinunciare al cellulare, a tre televisioni in casa, all'adsl al pc e ad avere una macchina a testa...però il problema è ormai purtroppo anche la sostenibilità di quelli che riteniamo diritti.
Il mondo cioè è in grado di sostenere quello che secondo noi è il diritto alla salute, il diritto allo studio, il diritto alla casa, il diritto al lavoro? O meglio ha le risorse per sostenerli come li concepiamo noi?
Non sono un esperto finanziario, ma il dubbio che in un mondo di 6 miliardi di persone, non si possa assicurare il diritto a tutti ad andare all'università, a farsi curare di malattie terminali, a una settimana di 35 ore lavorative, al lavoro fisso assicurato, a me viene. Soprattutto alla luce del fatto che attualmente, se visto in ottica mondiale, andare all'università è un privilegio di pochi, farsi curare un cancro idem, vivere in una casa di proprietà anche....
Ha poi senso rivendicare certe cose, quando la realtà è che con 30 euro al mese con un'adozione a distanza ci mantieni e ci mandi a scuola un bambino in un paese del terzo mondo, mentre, tralasciando i casi estremi di miseria (campi rom, homeless etc. etc.) una giornata di un italiano, benché di bassa estrazione sociale e con poche possibilità, ha un costo in termini economici, sociali e ambientali ben superiore ai 30 euro al giorno?



Tanto per parlare in modo crudo...mia madre in carrozzina a 60 anni ha diritto a tutte le cure gratuite, io ho diritto ad antidepressivi e psicoterapia gratuite in quanto cronica, ma nel mondo ci sono bambini che non hanno accesso al vaccino per il morbillo...
Siamo sicuri che un mondo giusto possa permettersi il costo dei miei antidepressivi o dell'insulina di mia madre?
O forse un mondo veramente giusto, non sarebbe costretto a ridimensionare anche quello che noi consideriamo un "diritto"? A scapito anche della maggior parte delle categorie sociali, che attualmente nei paesi occidentali sono svantaggiate?



Merla non polemica, ma solo dubitabonda...e sicuramente apartitica e apolitica!

PS: Per quanto riguarda la crisi, che io tendo a ridimensionare, mi limito a non dar seguito in alcun modo ai mezzi di informazione italiani, che da una parte la illustrano come una nuova crisi del 29, con la gente in coda per comprare il pane che non c'è, e dall'altra invintano a un illusorio ottimismo per stimolare i consumi. Quindi parlo di quello che vedo, in una città che (secondo i media) subisce fortemente la crisi, e per quanto riguarda il mio settore lavorativo.
e nel mio piccolo vedo gente a rischio cassa o in cassa, precari a cui non viene confermato il lavoro, vedo però anche gente che apre attività, che si compra casa e commercianti che con i saldi hanno fatto il botto.
E vedo una città dove la cosiddetta industria trainante ha chiuso i battenti per le vacanze di Natale fino al 12 gennaio per la crisi, ma non dimentico che 15 anni fa suddetta industria a Torino aveva 100000 operai, oggi ne ha 10000, con le evidenti ripercussioni sull'indotto e sulla popolazione in termini di occupazione e di crollo dei consumi.
Ma vedo anche un città che in 15 anni si è reinventata, che ha assorbito quella crisi, creato nuovi posti di lavoro, accolto una percentuale di immigrati altissima, che è teleriscaldata per il 40% e che è il capoluogo di regione italiano con la più alta percentuale di raccolta differenziata.
Non so, sarà che gli antidepressivi funzionano, ma nel piccolo che vedo non riesco a essere troppo pessimista.
Ciauz

PPS: Su una cosa però, anche senza essere un'esperta finanziaria sono certa: se rimaniamo in Europa, l'utopia di Thoreau non è realizzabile....sarebbe una figata vivere sugli alberi, ma ci manca lo spazio fisico e forse non abbiamo neanche abbastanza alberi ;-)
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Messaggio  canterel II Mer Feb 18, 2009 11:57 pm

ciao merla, premetto anche io (le ho posposte alla replica a pavel) le intenzioni non bellicose. la mia pronuncia può essere ironica per il puro piacere del testo, e assoluta per comodità e rapidità di scrittura: non per arroganza e sicumera.

non capisco gli ottimismi affrontati del comunista (o anarchico, o fabianista) pavel e della "conservatrice" merla (prendo per buona la scelta apartitica, ma essere apolitici parlando di economia mi sembra impossibile. parlo di conservatorismo come atteggiamento generale rispetto all'assetto economico, desumendolo dal giudizio di estremismo attribuito all'opinione che la crisi possa o debba provocare un mutamento sistemico in senso socialista, dalla fiducia nel carattere non epocale di suddetta crisi, dalla posizione delle precedenze a fronte dell'esigenza di razionalizzare spese e risorse: la funzionalità del sistema di protezione degli oligarchi non è mai messa in discussione, i diritti umani sì, con tradizionali argomenti quantitativi o sintesi storiche - i 3/4 del mondo non hanno mai goduto dei diritti che si pretendono universali, è sempre andata così, ecc. e soprattutto con l'ideologema della pressione demografica mondiale, a mio giudizio il più condivisibile e preoccupante dei fondamenti espliciti o impliciti del commento di merla).

non capisco gli ottimismi e trovo dapprima singolare la quasi identità delle conclusioni a fronte di presupposti ideologici differenti (stringiamo i denti e aspettiamo, ha da passà la nottata). in secondo luogo trovo singolare che a sostegno dell' "ottimismo" ci siano argomenti che, nel caso di merla, sembrano descrivere in modo effettivamente apocalittico il fenomeno che si tende a sminuire, ben oltre le forzature retoriche eversive che io inserirei nella narrazione della crisi con i miei innocui quadretti di operai manganellati e licenziati, liquidati da merla con il riferimento all'elasticità del mercato del lavoro nella sua provincia, dove a quanto pare chiunque può sempre aprire una friggitoria male che vada.

lo spirito apocalittico: io faccio fatica a tenere insieme un discorso che comincia delimitando la portata della crisi, poi svolta sostenendo che dobbiamo abituarci a considerare il pil pro-capite della sierra leone come un modello di austerità, infine conclude allegramente che se fossimo meno tignosi dovremmo smettere di viziarci pretendendo addirittura l'insulina (un salvavita). merla non so, mi sembra che il corollario di questa osservazione sia l'accettazione, dopo appena una stagione di crisi, dell'ipotesi di smantellamento della sanità pubblica, roba che nemmeno Berla con il 130% dei consensi oserebbe formulare in termini espliciti (per dire, Obama sta andando nella direzione opposta, e vuole riuscire a garantire l'insulina a molti milioni di persone che ora non ce l'hanno). se ti legge sacconi ha un orgasmo, per fortuna non sei pessimista.

stimo parecchio la razionalità di merla, per questo mi rattrista enormemente vedere l’esito così cupo e giusnaturalista di un ragionamento. A quanto vedo il modello di pensiero dialettico è finito davvero nelle pattumiere. L’idea che il conflitto possa innescare dinamiche positive non c’è più. L’idea di stringere tutti insieme i denti, in un mutuo abbraccio, tycoon con disoccupati ed operai, sindacato unico nazionale e compagnia cantante in europa è sempre andata credo di conserva con l’instaurazione dei totalitarismi (a prescindere dalle bandiere rosse o nere). Per me vale l’argomento del 6 in pagella: se aspiro al 6 mi segano, se aspiro all’8 ottengo un voto che va dal 6 all’8. Se le parti sociali più esposte rivendicano il massimo, possono ottenere qualcosa che va dalla sopravvivenza al massimo. Se sono pronte ad autosospendersi l’insulina, praticamente avallano genocidi selettivi su base timocratica e non etnica (e non apriamo neanche discorsi sui diritti dei migranti e i genocidi etnici).

I problemi della sovrappopolazione e della penuria di risorse mi pare ci portino almeno a condividere l’idea che si possa profilare un’economia di razionalizzazione e rimodellamento di domanda e offerta. Io sarei portato a dire, ma forse mi smentite: un’economia di rimodellamento e anche di decrescita. Quest’asse, orientato verso il basso per quanto riguarda la disponibilità di risorse, interseca l’asse vecchio i cui due versi sono l’assetto socialista e l’assetto capitalista dell’economia.
Io credo che il capitalismo sia fallimentare rispetto ad esigenze di razionalizzazione e di decrescita. Razionalizza nel senso indicato da merla: restrizione dei diritti, concentrazione delle oligarchie, creazione di bisogni indotti e magari traumatica soppressione di quegli stessi bisogni in funzione del puro metabolismo sistemico. Se non possiamo più credere che il capitalismo sia un motore immobile e che il pil possa crescere all’infinito, per me perde i motivi di appeal che l’hanno portato a vincere la guerra fredda.
Come suggerisce lo studio del lancet riportato dal Corriere (cfr link in OSSERVATORIO), la transizione al capitalismo dopo il 1989 sarebbe costata circa un milione di morti in più del normale nei paesi ex socialisti. Ora, merla, vorrei capire se il tuo principio di razionalità ti porta a ritenere inevitabile e quindi non pessimistica l’idea che la crisi possa servire a diminuire la pressione demografica sterminando un bel po’ di gente in più, che muoia di fame, di malattia, di disoccupazione e di guerre in tutto il mondo (lo so che già tanta gente muore di fame, ma mi chiedo se tu ritieni accettabile e inevitabile un drastico innalzamento del tasso di mortalità).
Io spererei di arrivare alla decrescita demografica globale con tempi morbidi, il più possibile. Come minimo questo significa tirare un po’ il freno dei desideri di demolizione del welfare che serpeggiano ovunque, e continuare a creare servizi essenziali a beneficio di chi vive in situazioni da 60 dollari al mese. servizi controllati da chi ne fruisce. Vorrei tempo per campagne culturali, rimodellamento del nucleo detto famiglia, diffusione della pillola RUnonsocosa, del goldone, eccetera, magari senza arrivare all’eccesso di vecchi poligami alfa che gestiscono da soli 15 femmine per volta e gli altri che diventano soldati o stuprano a caso per strada. questo, ribadisco, come tendenza, come pressioni popolari dal basso, ovunque ci siano popolazioni coscienti.
Io credo merla che l’assorbimento del disagio fin qui sperimentato nella tua provincia (non posso valutarlo direttamente come te, potrei parlare di quello che accade ora nella mia) sia stato fin qui possibile non in virtù del capitalismo globale, ma nonostante. e domani? Chiamparino di recente è anche andato a incatenarsi davanti alla motorola che chiude dopo avergli ciucciato per anni i finanziamenti.
L’italia era un sistema economico misto. L’italia repubblicana ha creato le sue reti sociali diffuse, laiche e cattoliche, e ha offerto alcuni servizi pubblici di qualità. Quei servizi e quelle articolazioni che ora rischiano di essere sempre più demoliti per risparmiare e per lasciarne occupare il campo da privati, a fini di sfruttamento.
Penso che il modello per uscire da una crisi sia più quello di clistene che di sparta. Il principio regolatore per me deve essere quello della maggiore isonomia del diritto e della partecipazione, anche a costo di affermarlo con conflitti sociali. Se no questi conflitti sono ritardati, ma poi possono esplodere in modo incontrollato, più cruenti e incasinati che mai. Io mi sento pessimista riguardo l’oggi, vorrei essere ottimista per il futuro, non potrei esserlo condividendo certi presupposti di merla.
Per me si dovrà riaffermare l’obiettivo del controllo pubblico su alcuni settori della produzione e dei servizi, come minimo. Non siamo pronti a questo e si vede, il tempo e i traumi diranno in che senso matureranno i nostri atteggiamenti.
La mia poca testa arriva solo fin qui.
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Messaggio  merla Gio Feb 19, 2009 12:34 am

ma guarda...in realtà la mia era una domanda generica, riferita a quanto quello che noi intendiamo come diritto non sia ormai anche quello deviato nella deriva consumistica...
io mi chiedevo semplicemente se quello che noi definiamo 'diritto', è davvero sostenibile in termini di risorse. e non so dare una risposta.
Fermo restando che in Italia siamo arrivati (finora e incrociamo le dita) a poter assicurare a tutti determinati farmaci salvavita, è però anche lecita la domanda se questo non sia stato anche grazie a un certo tipo di sistema, con i suoi pregi e difetti, difetti che hanno comportato anche uno squilibrio tra i diversi paesi del mondo.
E questo non per difendere quel sistema, ma solo come mio personale interrogativo. A cui peraltro non so rispondere.


Non difendo questo sistema, come non ne difendo altri, e il mio ottimismo era più che altro una versione, forse un po' sempliciotta, del fatto che comunque la ruota gira, e se oggi va male è perchè ci sono dei problemi strutturali che vanno affrontati, non solo economici, ma sociali e ambientali. E quindi il fatto che vada male, inevitabilmente, dovrebbe portare a riconsiderare molte cose, che sia una scelta più liberista o più statalista non lo so.
Mi facevo solo delle domande, alla luce della mia considerazione del tutto personale, che tutti i sistemi adottati finora non hanno funzionato. e coerentemente non mi ritengo politica e tantomeno ideologica. guardo e mi faccio domande.

Non credo che ci si sia ripresi da crisi economiche grazie al capitalismo, e neanche nonostante il capitalismo. Semplicemente dico che il capitalismo di fatto è il sistema che c'è, e che ha tutto interesse a ricorrere a misure, per continuare ad esistere. Che queste misure siano di carattere più o meno conservatore, non lo so, posso augurarmi un sistema indirizzato nella direzione che dici...ma non mi sembra realistico uno stravolgimento dei sistemi di poteri, non perchè abbia un'opinione in merito, ma per il semplice motivo che non c'è interesse da parte di nessun potere forte a creare una situazione di tale disagio da arrivare a un tale stravolgimento. Il caso Englaro è stato sfruttato per distogliere l'attenzione da altri problemi, ma è realistico pensare che si possa distogliere l'attenzione di un paese per un tempo illimitato? No, quindi prima o poi, dovranno essere rivalutate certe cose.


Su Chiamparino...che dire...è buon amico di Marchionne, con cui ama giocare a scopa, e agli operai che chiedono 'come mai, chiediamo aiuti per la fiat, quanto la fiat ha portato la linea della 500 in Polonia, e qui siamo in cassa?' ha recentemente risposto 'la fiat evidentemente non può permettersi certi costi'...si incateni pure alle fabbrica della Motorola. ma rimanga lì la prox volta.
Se la crisi porterà a un maggior controllo pubblico, sia, ma magari con altri personaggi, e non chi scende in piazza con i cassintegrati, dopo aver vinto a scopa.


Merla

PS: Alla tua domanda, rispondo di no, che non lo ritengo accettabile. Non ritengo accettabili neanche scelte come quelle della Cina, dove viene imposto a una coppia di non avere più di un figlio. Mi chiedo, se ci sono altre strade e quali sono le altre strade, tutto lì
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Messaggio  canterel II Gio Feb 19, 2009 1:37 am

grazie merla.
credo di capire come riesci a definirti apolitica e non ideologica. abbiamo probabilmente opinioni diverse su cosa siano e quanto siano estesi i concetti che stanno dietro i termini "politica" e "ideologia". per me la neutralità rispetto ai macroproblemi è possibile solo nelle intenzioni, mai nella formulazione di risposte e neppure nella posizione di domande.
in un post credo di sugge si era già parlato di decrescita ed avevo espresso la stessa ripulsa delle soluzioni cinesi al problema della pressione demografica.
vorrei favorire politiche che permettano margini umani di manovra rispetto a questioni cruciali come questa. il potere generativo dovrebbe essere controllato sempre dall'individuo che ha messo a disposizione le sue gonadi.
trovo ugualmente regressive le politiche impositive in senso natalista e anti-natalista. per questo saluto con pochissimo entusiasmo la moda delle moral issues nelle agende dei governi. forse noi siamo arrivati in ritardo dopo che il resto del mondo ha spernacchiato i telepredicatori di bush, ma i casi englaro e i giuliani ferrara che continuano ad affacciarsi da noi non mi piacciono neanche un po'.
su chiamparino ca va sans dire siamo totalmente d'accordo. "controllo pubblico" per intenderci, nella mia immaginazione si traduce praticamente tenendo la mano dei molti chiamparini lontana dai rubinetti dei fondi e dei finanziamenti. e personalmente saluto il collasso del PD come un necessario e un po' penoso disbrigo preliminare.
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Messaggio  merla Gio Feb 19, 2009 6:01 am

prego cant. :-)

canterel II ha scritto:
credo di capire come riesci a definirti apolitica e non ideologica. abbiamo probabilmente opinioni diverse su cosa siano e quanto siano estesi i concetti che stanno dietro i termini "politica" e "ideologia". per me la neutralità rispetto ai macroproblemi è possibile solo nelle intenzioni, mai nella formulazione di risposte e neppure nella posizione di domande.

ecco vedi, questa invece è una cosa che non capisco io e che non mi piace molto. E probabilmente è anche una delle ragioni per cui c'è chi si definisce orgogliosamente 'ideologico' e chi si definisce orgogliosamente 'non ideologico'. :-)
Non potersi porre delle domande, senza automaticamente essere o venire schierati, significa anche automaticamente non prendere in considerazione determinate istanze, che, condivise o no, ci sono, e in quanto tali vanno considerate, se non si vuole arrivare prima o poi sempre allo scontro.

Ad esempio, proprio con te se non sbaglio parlavo di nazirock: io credo che se ancora oggi, certi movimenti hanno tanto seguito è anche perchè certe domande non sono state affrontate con onestà intellettuale. Spero che per questo non mi considererai fascista :-)
Anche qui sono semplicemente una persona che a 18 anni per puro caso è capitata davanti a un documentario sulle foibe, e si è chiesta perchè a scuola non fosse mai accennato a certe cose. L'unica risposta che mi è sembrata ragionevole è che raccontare certi pezzi di storia fosse scomodo, o, in altri termini, ideologico.
Però se fossi vissuta in un altro contesto, avessi avuto altri strumenti culturali, etc. etc, forse dopo quel documentario, invece di riflettere sull'onestà intellettuale dell'insegnamento della storia, sarei andata a comprarmi croce celtica e manganello e avrei iniziato a straparlarle di manipolazioni, storia dei vinti, etc. etc.

ciauz ;-)
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Messaggio  canterel II Gio Feb 19, 2009 1:58 pm

è proprio qui che abbiamo idee diverse dell'ideologia e della politica. io non credo che pensare politicamente o assorbire l'ideologia sia un fatto intenzionale e di schieramenti. non mi sento orgogliosamente ideologico. per come intendo io il concetto, l'ideologia e la politica esistono a prescindere, dovunque ci sia vita associata e organizzazione del lavoro. l'ossigeno è nell'aria come l'ideologia. io non sono orgogliosamente o vergognosamente aerobio. lo sono e basta.
infatti accolgo senza difficoltà la possibilità di essere apartitici, e ho parlato di posizione conservatrice mettendola tra doppi apici, se vuoi li faccio tripli, e riferendola non alla tua persona come uno stigma, ma semplicemente ai due post molto lucidi e stimolanti che hai inserito in questa discussione. non dico che necessariamente ci si schiera, men che meno in una specie di proiezione degli emicicli parlamentari. dico che necessariamente si assumono certe prospettive valoriali, ancorché deboli o ipotetiche, su alcuni argomenti. da lì all'essere fasci o comunisti o democristiani o vattelapesca ce ne passa.
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Messaggio  merla Gio Feb 19, 2009 4:59 pm

Ciao Cant,

penso (anzi spero) di avere capito.
In effetti partiamo da presupposti diversi, per me politica e ideologia sono solo un mezzo fallibile (scusa il paragone, che forse non gradirai, ma come credo in origine e in totale buona fede anche le religioni organizzate) per avere/dare una prospettiva al progresso umano.
Dal momento che le 'sentiamo' in modo diverso, o meglio tu le senti, io le considero, chiaramente il discorso poteva essere frainteso.

Sul fatto che si assumano delle prospettive di valori, o delle scale di valori, nel porre questioni, nel rispondere e sicuramente nelle intenzioni, sono d'accordo. L'esercizio di tentare di cambiare le proprie prospettive di valori, e quindi di considerare anche istanze che ci possono sembrare estranee, secondo me è, oltre che un simpatico esercizio intellettivo, una necessità per uscire dalla logica dello scontro e del conflitto, logica che secondo me finora non ha portato lontano.
Che poi alla fine è quello che è probabilmente il mio mezzo fallibile per immaginare una prospettiva per il progresso umano.

Boh...a questo punto siamo off-topic, nell'off-topic ed è ormai diventato un discorso a due: se abbiam voglia continuiamolo, visto che in fondo i gineprai ci piacciono. :-)

Ciauz
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PS Spero solo che nessuno abbia pensato che io voglia davvero togliere l'insulina dai farmaci di classe A e che il paragone con Sacconi fosse poco più che provocatorio esercizio di stile.
PPS: Al posto di progresso mettici evoluzione...non vorrei scatenare un altro putiferio. Very Happy
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Messaggio  canterel II Dom Feb 22, 2009 4:04 pm

mi sono basato sui post e sulle proposizioni del momento riguardo sospensione insulina e cure, e riguardo gente che vive con 30 euro al mese. direi che scrupoli di obiettività li manifesto così, separando il più possibile i discorsi dalle persone e le fasi dei discorsi le une dalle altre.
non per niente, non sono nato in una famiglia di comunisti. ho fatto un percorso, mi sono posto domande. se oggi sostengo sempre più da vicino una corrente di un partito comunista, non dimentico che ho fatto un percorso dall'individualismo spoliticizzato al comunismo, passando rapidamente durante l'adolescenza per varie sfumature di destra estetizzante e simpatie radical trash. ero molto piccolo, un po' chiuso e quindi con poche occasioni di sperimentare le situazioni che portano a farsi domande, tuttavia curioso e senza punti di riferimento (i miei genitori, oltre che parafascisti - purtroppo nel vero senso della parola - erano abbastanza ignoranti e incapaci di trasmettermi anche solo gli strumenti e i metodi per gestire le domande).

certo il riferimento a sacconi è una boutade, ma ancora: NON ti ho PARAGONATA a sacconi, leggi bene. ho detto che se sacconi leggesse quel paragrafo avrebbe un orgasmo. dato che per me "ideologia" e "politica" non sono sinonimi di "dottrina", non ti attribuisco a forza la tessera di forza italia per il semplice fatto che i tuoi dubbi e alcuni presupposti del tuo ragionamento sarebbero manna per i sondaggisti del cavaliere, nel momento in cui volesse cominciare una campagna per creare consensi a favore dello smantellamento della sanità. non c'è davvero sufficienza nei tuoi riguardi, da parte mia, nell'analisi dei tuoi commenti. puoi non sottoscrivere molte mie conclusioni, questo lo do per scontato e mi sta bene.

P.S. progresso, evoluzione, fuga in avanti.. per me pari sono e tutti fanno brodo, a petto della stagnante putrefazione politica nazionale e internazionale di questi tempi.
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