Problema di cambio di personalità e attacchi di panico

Ciao a tutti,
mi chiamo Cri sono un ragazzo di 20 anni,sono nuovo e volevo parlarvi della mia "depressione"(è un po' improprio chiamarla cosi perché mi sembra solo un problemino mentale).
Ero un ragazzo normale con una vita normale e facevo cose normali. Non ero un super figo ma avevo i miei amici e mi relazionavo con tutti.
3 anni fa durante un concerto (sono bassista in una band)conobbi una ragazza che dopo un po cominciò ad assillarmi chiedendomi di uscire.
Non mi attirava particolarmente sia esteticamente che caratterialmente così mi inventavo 1000 scuse per non uscire con lei. Un giorno finii tutto il repertorio di scuse accettabili e così accettai l'invito ad uscire.
Uscimmo e lei mi baciò e non so per quale maledizione mi piacque e ci fidanzammo. Restammo insieme 6 mesi e poi mi lasciò per un altro (tra l'altro anche facendomi le corna). Essendo la mia prima relazione seria ci stetti male un casino e stetti male per due mesi (piangendo e perdendo peso).
Da allora sono cambiato sono diventato introverso, timido, paranoico e sensibile non riesco più a parlare con la gente se non per monosillabi e al contempo ho una paura folle di restare da solo al punto da avere attacchi di panico devastanti.
Da Luglio ho conosciuto una ragazza più giovane su un sito con cui si può interagire con altre persone (non era un sito d'incontri) e siamo diventati amici al punto da sentirci tutti i giorni tra telefono e Skype e ad Ottobre ci siamo messi insieme. Ieri finalmente siamo riusciti a incontrarci ma non è andata alla perfezione in quanto la timidezza mi ha bloccato e non sono riuscito a dirle quanto sia importante per me, anche lei è molto timida e quindi è stato imbarazzante ma comunque bellissimo poterla incontrare. Non so bene se sia un problema di autostima o no ma è veramente snervante e mi piacerebbe tornare a essere come prima. Non so se tra voi c'è qualcuno che può darmi qualche consiglio, scusate se vi ho tediato e buona serata a tutti.

Non terminare mai un messaggio scusandoti.



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Vorrei scriverti per dirti questo: sta andando tutto bene.

Sta nascendo (immagino) un nuovo amore.

E' naturalissimo avere p a u r a dopo una storia d'amore.

E non è detto che questa 'paura' non possa durare qualche mese (diciamo che se superiamo moltissimo tempo, ecco, io mi preoccuperei...).

Io penso che questa paura stia passando.

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Vedi... non si ha veramente paura se si ha il coraggio di uscire di casa, sentire una persona tutti i giorni...

Posso, davvero, credimi, dirti che incontrando questa ragazza hai dimostrato un grandissimo coraggio?

(Penso: ma davvero non ci hai fatto caso?).

Grazie vuoi sapere la cosa buffa? mi ha mollato ieri sera...

Ecco: vedi che gaffe?

Non lo sapevo, mi dispiace tantissimo.

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Il cuore del mio messaggio era che, comunque, uscendoci hai dimostrato un grandissimo coraggio.

E' un modo di combattere.

Ciò che voglio dirti è: "Non mollare".

E' dura. E' naturale che lo sia.

Ho peccato di ottimismo - guarda te - nel dirti che stesse nascendo una storia d'amore.

E mi dispiace leggere che vi siete lasciati...

Però, dai, vedila come una caduta.

Forza, ce la fai a rialzarti.

massì non ti preoccupare come ti dicevo dopo un po ti ci fai le ossa alle delusioni. Però volevo comunque andare a fondo della cosa per vedere se il problema sono effettivamente io.

Sai perché non sei il problema?

Perché nessuna persona è il problema.

Si: possiamo avere problemi. Possiamo trovarci davanti a delle ca§§o di sfide che, magari, ti scoraggiano.

Magari, ci sono giorni che alzarsi dal letto, certo, non è possibile. Giorni in cui vuoi aspettare, in cui non ci stai ad affrontare il mondo perché girare quella maniglia e uscire di casa fa troppo male.

Dico: quei giorni in cui vorresti solo indossare occhiali da sole.

Fo§§endotene che sia dicembre.

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Il corpo, la vita, il tempo, la ragione, le persone, il lavoro, i sentimenti, l'intelligenza possono diventare problemi.

Ma nessuna persona è "il problema".

Parliamo chiaramente: i problemi non sono mai solo i n una persona.

Non sono solo in me, ad esempio. Ennò. Sono in me, in te, in chiunque.

Capirlo è difficile. E lo è perché non dobbiamo sentirci solo responsabili. Ma anche essere capaci di fare della gran belle critiche.

(Le due cose, per me, vanno di pari passo: quando smetti di effettuare critiche - intendo critiche s e n s a t e, senza rompere i co§§ioni al prossimo, dico - allora permetti agli altri di appropriarsi della tua libertà).

La responsabilità, senza la libertà, non è nulla.

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Così sentirsi completamente responsabili significa non sentirsi liberi.

In sé, uno potrebbe pensare "Amen, chissene...".

Nei fatti, però, non è così semplice.

E non è semplice perché la libertà non si può separare dalla dignità.

E la dignità, di certo, è importante.